Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 11 ottobre 2014

Un ricordo personale

Scrissi a suo tempo, per EFFEDIEFFE, un invito a partecipare alla Marcia per la Vita. Tra spaccature ed un’organizzazione davvero travagliata, alla fine, contro ogni previsione, la Marcia ha portato in piazza anche quest’anno 40 mila persone. L’entusiasmo era alle stelle… il percorso prevedeva di finire non a Castel Sant’Angelo ma in Piazza San Pietro per il Regina Coeli del Papa. Molti storsero il naso, ma la possibilità di mostrare al Pontefice un tale esercito – 40.000 soldati bioetici – non poteva non solleticare anche chi non amava pazzamente Bergoglio. Una parola detta dalla finestra del Papa sull’immane tragedia dell’aborto sarebbe stato un punto a favore della causa di non trascurabile magnitudine.

Così, arriva il momento agognato: sfiniti, bruciati dal sole battente, i 40.000 si appostano in San Pietro. C’è chi è venuto da lontano, chi si è svegliato alle sei; quasi nessuno, per partecipare alla Marcia, ha avuto il tempo di andare alla Messa.

Ebbene, il Vescovo di Roma esce sorridente e saluta augurando «buongiorno». Quindi, chiede preghiere per l’Ucraina. Sùbito dopo ne chiede altre per i defunti di un villaggio afghano in cui è avvenuta una frana. Terzo punto, saluto ai partecipanti della Giornata dell’Università Cattolica. Poi nomina l’associazione Meter – mai sentita prima, per quanto ci riguarda – che da vent’anni «lotta contro gli abusi sui minori». Quinto punto, un saluto alla Marcia per la Vita, che, dice tutto estasiato, «quest’anno è ecumenica!». Evidentemente è l’unica cosa che gli importa, perché passa immediatamente a complimentarsi con la diocesi di Parma lì in pellegrinaggio, la quale ha istituito un «Concilio dei giovani». «Concilio, che bella parola»: mi sembra di ricordare che abbia detto anche questa. Seguono ulteriori saluti, credo ad un coro di Suzzara lì presente con striscioni e cappellini colorati. Il Papa se ne va augurando a tutti, con il solito modo faceto, «buon pranzo» (io, come 39.999 altri, invece, devo correre per andare ad una delle Messe organizzate nel dopo-Marcia, di cui Bergoglio nemmeno sospetta l’esistenza: abbiamo altre priorità).

Al termine di questo storico Regina Coeli molte sono le reazioni di cui sono stato testimone. Una signora che da 35 anni lotta contro l’aborto, una donna tutta di un pezzo che ha 7 figli e un numero infinito di battaglie per la vita sulla pelle, si è girata e dietro ai suoi occhiali fumé ha iniziato a piangere. Un’elegante e geniale ragazza pluripara che conosco, mai una parola contro il Papa, ha anche lei le lacrime agli occhi, e non sono lacrime di gioia. Dicono che abbia pianto anche un giovane sacerdote, ora piuttosto noto mediaticamente, il quale, mi hanno raccontato, se n’è andato senza dire niente mollando lì un po’ tutti.

Per il Papa, il miliardo di morti dell’aborto procurato valgono meno di una frana in Afghanistan. Per il Papa, 40.000 persone disposte a tutto per difendere gli innocenti valgono come il Concilio dei Giovani di Parma, o il coro di Suzzara. Al Papa, la Marcia per la Vita interessava solo nella misura in cui può rivendersi il tag «ecumenica».
(citazioni da: Roberto dal Bosco,
Effedieffe, 13 settembre 2014)

24 commenti:

Alessandro Mirabelli ha detto...

Con codesto vescovo di Roma dobbiamo solo aspettare che passi la nottata. Una cosa che lui sicuramente non ha studiato sono i rudimenti di genetica e di embriologia. Così come la teologia morale Altrimenti avrebbe più a cuore la difesa della vita in ogni sua fase.

Anonimo Pisano ha detto...

A parte che potevano essere al massimo 25.000 (comunque un bel esercito), mi viene voglia di dirvi:
a) BEN VI STà! Cosa vi aspettavate?
b) POSSIBILE CHE NON AVETE CAPITO, che non solo non è dalla parte dei pro-life (che, per lui, nella migliore delle ipotesi, sono dei vecchi zii malati, la cui sola esistenza è fonte di imbarazzo di fronte agli amici) ma che, chiunque si rivolge a lui, da Stamina ai Lampedusani,alla situazione in Terra Santa ed in Ucraina, etc., fa la fine dei Sardi che si raccomandano a Santu Sanu, il santo che fa le grazie al contrario? "Santu Sanu, mi fa male il dito"- "NON TI preoccupare, figliolo, TI CaDRà PRESTO IL BRACCIO".

Angheran70 ha detto...

Inutile coda di polemiche strumentali dal fronte sedevacantista. Qust'ultimo iniziò subito a prendere le distanze dalla marcia adombrando motivazioni pretestuose. Per poi gloriarsi del 'non sostegno' papale. Ma non vi era nulla di inatteso in tutto ciò. La marcia è stata seria e festosa allo stesso tempo. Chi ha partecipato sapeva benissimo che l'attuale 'sentire vaticano' non era propriamente in linea con le manifestazioni pubbliche. Detto ciò, per onestà , devo ammettere che giunti in Via della Conciliazione , onde evitare "buongiorno" e "buonasera" ho preferito seguire una bella messa.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Il occupe le siège de Pierre, il a été élu, en apparence, conformément, semble-t-il, aux procédures prévues pour l'élection du Souverain Pontife, même si certains, comme Socci, le contestent, mais… mais, est-ce vraiment un Pape ? Personnellement je ne le crois pas. Je suis même persuadé du contraire.

Qu'est-il, alors ?

Je n'ose écrire — de crainte que la chère Mic ne me censure … — ce que je pense…

(Qu'on ne ramène pas, ici, le problème du sédévacantisme, qui nous détournerait de l'essentiel. En fait, bien plus grave, me semble-t-il, que le problème du sédévacantisme est le problème de "l'Eglise éclipsée", dont a parlé Notre-Dame à La Salette. Celui-là, nous sommes en plein dedans, qui peut le contester ?)

Anonimo ha detto...

Ricordo esattamente che quel giorno ascoltai l' Angelus delle 12 e Bergoglio liquido' la faccenda con SETTE parole, proprio sette........Che tristezza!

RIC ha detto...

Perdonate se torno su un tema toccato ieri. Ma Le giustificazioni utilizzate dai responsabili delle Paoline per non vendere il libro di Socci sono tutto un programma. Le accuse sono ovviamente "integralismo" ed il fatto che non serve a costruire "il dialogo".


"Non usa mezzi termini suor Beatrice Salvioni, dell'ufficio nazionale delle Librerie Paoline, nel bocciare il libro di Antonio Socci Non è Francesco (Mondadori) in cui lo scrittore riferisce di una elezione non valida di Papa Bergoglio all'ultimo Conclave.
Le Paoline dunque, una delle case editrici cattoliche più famose e più diffuse su tutto il territorio, non fanno mistero nel boicottare il volume dello scrittore. «La nostra posizione è quella di non tenere il libro nelle nostre librerie Paoline - dice suor Beatrice al Giornale -. Abbiamo inviato una circolare a tutte le nostri sedi con questo invito. Non intendiamo promuovere un libro la cui tesi non è stata approvata e con accuse infondate. Il libro di Socci non serve a costruire dialogo».Dall'ufficio comunicazione delle Librerie Paoline il volume Non è Francesco viene addirittura definito «integralista». «Non ci piace affatto - spiegano - e chiediamo alle nostre sedi di non tenerlo negli scaffali».

La scelta, in effetti, ricade su ciascuna libreria - che può dunque decidere di tenere qualche copia in vendita - ma l'indicazione di fondo è chiara. «Non siamo né bigotte né codine - prosegue suor Beatrice senza peli sulla lingua - ma non intendiamo sostenere una tesi di cui non abbiamo la prova certa e che non aiuta al confronto».

fatti e parole ha detto...

che non aiuta al confronto».

confronto senza oggetti:
che cosa intende la dotta suora per "confronto"? qualcosa di ciò che accade nei dibattiti tipo "tribuna elettorale" ?
o confronto di opinioni fededegne e fatti/cose veri con altre meno vere o in parte false/manipolate/mistificate e opinabili ? confronti alla luce di quale lampada superiore di verità che brilli sui contendenti?
confronto di chi con chi ?
di quale argomento con quale altro ?

ilfocohadaardere ha detto...

Ero presente alla Marcia per la Vita sia 2013 sia 2014. Un'esperienza bellissima, che consiglio a chiunque senta nel suo animo la necessità di "alzarsi in piedi" e testimoniare il suo SI incondizionato ed assoluto alla Vita, ed il suo NO altrettanto incondizionato all'aborto. Ero lì con la mia famiglia, genitori, sorelle, fratelli, nipoti. Una marcia lunga,faticosa,sotto il sole. In graditissima "compagnia" dell'unico Cardinale di santa Romana Chiesa, Leo Burke, che snocciolava ita le mani i grani del suo rosario, camminando in mezzo a noi come chiunque altro.Nota di tristezza, e segno di reale cambiamento rispetto all'anno prima: nel 2014 "brillava" l'assenza dei frati FI, l'anno prima numerosissimi. Quest'anno, vi erano superstiti solo le suore FI, che distribuivano il bellissimo "Settimanale di P.PIO" (anche quello credo che le "paoline" non potrebbero venderlo, perché contiene roba "eretica" tipo il significato che Padre Pio dava alla S. Messa, accostamenti col Golgota,col Sacrificio propiziatorio, la Passione di Cristo...senza tante "feste" e "banchetti").L'articolista racconta la REALTA': tutti noi lì presenti al Regina Coeli,siamo stati immensamente rattristati dalla "fredda" accoglienza del papa,e dal suo non aver detto NULLA sui motivi per cui eravamo lì,nè una parola sul genocidio legalizzato.Poi,col passare dei mesi,tutto ha trovato una sua certa,dura,"coerenza". P.s. Anonimo "contatore" pisano, semmai eravamo più di 40.000: l'anno prima si parlò di 30 mila , e nel 2014 eravamo visibilmente di più:un fiume impressionante...Arrivederci al 2015!

Anonimo ha detto...

Tornando al libro del Socci: mi dispiace che l'autore abbia offerto ai suoi critici un facile pretesto per ignorarlo: a torto, senza dubbio, ma con una certa apparenza di ragione.

C'è un gran bisogno di chi si ricordi del "restiti in faciem" paolino; ma con equilibrio, moderazione e rispetto: san Paolo non disse "Non è Pietro". Certe tèsi finiscono collo screditarci.

Sinceramente, sono angosciato. Le notizie dal sinodo – peraltro incontrollate, perché non si sa nulla di sicuro – sono tristissime. Anche se "nostrum non est nosse tempora", è forse lecito chiedersi se questi non siano i tempi escatologici.

Preghiamo.

Maso

Luís Luiz ha detto...

Sono ancora possibili opinioni diverse sulla validità delle demissioni di Benedetto XVI e dell'elezione di Jorge Bergoglio al governo del Vaticano, ma una cosa mi sembra ormai chiara a tutti che hanno il senso della Fede cattolica: non è più possibile conciliare cattolicesimo e bergoglismo. Importa adesso trovare un programma comune di resistenza e di difesa della Fede della Chiesa, non solo in parole ma anche in azioni.

mic ha detto...

Trovo molto importante e realisticamente centrata questa affermazione di Luis.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Alla venerabile e veneranda suora Beatrice Salvioni voglio ricordare che i soli libri che aiutano al confronto sono quelli di Enzo Bianchi, Carlo Maria Martini, Corrado Augias, Hans Kung e Vito Mancuso. Libri che voi, venerande e venerabili suore della San Paolo, da molti ormai esponete in bella mostra nelle vetrine delle vostre librerie.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Si scrive bergoglismo ma si legge cattolicesimo adulterato

Amicus ha detto...

'Venerabili' anche Suor Beatrice Salvioni e consorelle paoline? Ma le Logge non erano tradizionalmente riservate ai soli uomini?
Ma già, perbacco, dimenticavo le Stelle d'Oriente...
P.S. Mirabelli, sto scherzando :)

by Tripudio ha detto...

Ahinoi, quella giornata fu nigro notanda lapillo.

Alessandro Mirabelli ha detto...

@ Amicus
Caro amicus, le obbedienze massoniche, non tutte, sono aperte anche alle donne. Forse anche alle suore della società S. Paolo? Non lo so. Comunque l'obbedienza di piazza del Gesù, un nome un programma poiché li ha sede anche la Chiesa madre dei gesuiti, da molti anni ormai ammette anche le donne.

Silente ha detto...

Il post di RIC riapre l'argomento del libro di Socci. Autore per nulla tradizionalista, che, anzi, nel primo capitolo del libro attacca ferocemente de Mattei e il Tradizionalismo. Autore soi disant conciliatorista. Proviamo sine ira ac studio a ragionare?.
1) Socci appartiene a quell'area della Chiesa - quella di CL, ma non solo - che può essere definita "girondina". E' la destra della rivoluzione, ma pur sempre progressista e modernista.
2) La questione dell'elezione è solo un capitolo del libro ("Il Papocchio", pagg. 108-128). La tesi delle irregolarità viene esposta con tono dubitativo e non è certo l'argomento centrale del testo.
3) Ho visto e apprezzato dotte confutazioni canoniche dei dubbi di Socci. E' certamente da ringraziare, su questo sito, il blogger Latinista per i suoi colti e argomentati - anche se molto passionali - interventi "antisocciani". Mi consenta di dirgli che, nonostante l'esibizione di cultura di diritto canonico, il dubbio (oh, solo il dubbio), rimane. Ma può essere un mio pregiudizio.
3) La censura delle Paoline meriterebbe ben altro risalto mediatico (a quanto mi risulta, ne hanno parlato solo "Libero" e "Il Giornale"). E' semplicemente miserabile. Le librerie delle Paoline sono piene di testi di Rahner, di Kung, di de Lubac, di Ravasi. Espongono testi di sinistra ed estrema sinistra. Pubblicano ed espongono tesi eretiche, ma censurano Socci. Sono ancora una casa editrice cattolica?
4) Non so se Socci parli per se o se il suo testo sia un ballon d'essai di settori della Chiesa. Con tutte le riserve possibili sull'Autore, sulle sue posizioni, sul suo conciliatorismo, il libro è interessante e merita di essere letto. Anche solo per il gusto di irritare le Edizioni Paoline, i progressisti tutti...

Anonimo ha detto...

l'Opus Dei con un comunicato ufficiale prende le distanze dal vescovo livieres, il vescovo del Paragay destituito

http://www.periodistadigital.com/religion/mundo/2014/10/11/el-opus-dei-desautoriza-publicamente-al-obispo

Angelo

Alessandro Mirabelli ha detto...

@ Silente.
censura davvero miserabile, che ci da' la misura della loro intelligenza, della loro affidabilità morale, della loro preparazione teologica. Che fuggano portate via dal vento con Augias, Bianchi e Mancuso, che sono in buona compagnia.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Stranissima presa di posizione dell'Opus Dei. Livieres rimane in ogni caso un vescovo formato dall'Opera ed ivi rimane incardinato

Anonimo ha detto...

L'opus Dei?
Una prelatura personale del papa, alla mercé del papa
Marius

A. ha detto...

Anonimo Anonimo ha detto...
L'opus Dei?
Una prelatura personale del papa, alla mercé del papa
Marius
Ed è quello il destino che auspicavate per la FSSPX?

Rr ha detto...

Ma sono solo io, o anche voi sentite un odore, direi un puzzo, di " Cosacchi che si abbeverano alle fontane di San Pietro" e non solo ? Cos'e', l' Ordine deve regnare sovrano nella chiesa ( volutamente minuscola) e nell' Occidente ?
Il libro di Socci non puo' essere venduto dalle Paoline...e' tornato l' Indice ? Il Sinodo dev' essere secretato ? E' diventato il Politburo ? Gli FFI, le Suore, Livieres, almeno altri due vescovi, in Germania uno ed in USA un altro, fatti fuori con pretesti, per non parlare diBurke, le epurazioni di Radio Maria, l' Opus Dei che disconosce, per non dire rinnega - attenzione a non essere rinnegati poi, della serie: per chi suona la campana? E non solo nella chiesa, ma in Italia, in Francia, nel mondo occidentale intero, che per decenni si e' fregiato della sua libertà di parola...
Non vorrei che il Padrone del mondo bensoniano stia proprio arrivando...
Ah, dimenticavo: ovviamente il primo vescovo a essere fatto " fuori" e' stato ovviamente l' ex di Monaco e Frisinga, poi di Roma, ora emerito a Mater Dei
Rr

Rr ha detto...

Livueres potrebbe forse chiedere asilo a Fellay...
Domanda: che succede, materialmente parlando, ad un vescovo sollevato di peso dalla sua diocesi e sostanzialmente cacciato fuori dal suo" ordine"? Ed ad un religioso sospeso a divinis ? Come campano ?
Rr