Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 18 ottobre 2014

Vescovi divisi? Colpa della (cattiva) filosofia

La divisione fra i vescovi, ma anche le molte carenze rilevate nel dibattito sinodale sono figlie delle diverse filosofie di riferimento. È una consapevolezza che chi ha studiato i documenti conciliari ha da tempo e riconosce quanto proprio attraverso Concilio sia penetrato per effetto dell'abbandono della philosophia perennis. E la dimensione ontologica è stata sostituita da quella fenomenologica ed esistenziale. Il tema è sviluppato da Stefano Fontana [qui].
Richiamo anche quanto scritto da Mons. Brunero Gherardini nel Capitolo Rivoluzione e Concilio: 1. Concilio e Sessantotto [qui] - 2. La Teologia della Liberazione [qui] - 3. La «Nouvelle Théologie» [qui] (pagine tratte dal suo Libro Il Vaticano II. Alle radici di un equivoco, Lindau, 2012).

Molti si saranno chiesti come sia possibile che su questioni di tanta importanza per la dottrina e la fede cattolica i vescovi e i cardinali la pensino in modo tanto diverso. Questi giorni di Sinodo, infatti, lo hanno messo in evidenza in modo perfino fin troppo plateale. I sacramenti, il peccato, la grazia, il matrimonio… i fedeli rimangono colpiti nel constatare nei maestri e nelle guide opinioni tanto diverse su queste cose di non marginale importanza.

Vorrei qui cercare una spiegazione in un elemento che non è finora emerso granché nel dibattito attorno al Sinodo. Mi riferisco alle filosofie di riferimento, che cardinali e vescovi adoperano per affrontare le questioni teologiche. La Fides et ratio di San Giovanni Paolo II dice che non si fa teologia senza una filosofia e che se non si assume una filosofia vera e conforme alla fede si finisce per assumerne un’altra non vera e difforme dalla fede. In ogni caso una filosofia la si assume.

Quale filosofia hanno assunto cardinali e vescovi che ora intervengono su questi problemi nell’aula del Sinodo ed anche fuori? Quale filosofia hanno studiato e fatta propria lungo i loro studi e nelle loro letture? La filosofia è lo strumento di cui si avvale la teologia. Uno strumento però non neutro, dato che condiziona la stessa teologia, perché ne determina oggetto, metodo e linguaggio.

Non è lo stesso se Dio viene inteso come l’ “Esse Ipsum” di San Tommaso d’Aquino o un “Trascendentale esistenziale” come fa Karl Rahner. Non è lo stesso ammettere la dimensione ontologica della fede (la dimensione che fa della fede una questione relativa all’essere) oppure riconoscere in essa solo una dimensione fenomenologica od esistenziale. Avendo alle spalle schemi filosofici diversi, i vescovi e i cardinali affronteranno i problemi teologici, compresi quelli del Sinodo, in modo diverso. Karl Rahner diceva che il pluralismo filosofico e teologico, oltre ad essere irreversibile era anche corretto e auspicabile. La Fides et ratio diceva invece di no. Sono convinto che la maggior parte dei teologi ha preferito Rahner alla Fides et ratio. La confusione delle lingue in questi giorni del Sinodo sembra però dare ragione a quest’ultima.

La dimensione cattolica della fede richiede, a mio avviso, ma mi sembra anche ad avviso della Fides et Ratio, la dimensione ontologica. Se la “nuova creatura” che nasce dal Battesimo non appartiene ad un nuovo piano dell’essere, allora è una verniciatura esistenziale o sentimentale. Se, sposandosi, i due coniugi non danno vita ad una nuova realtà, sul piano dell’essere, realtà che non è la somma di 1 + 1 (ed infatti “saranno due in una carne sola”), allora il matrimonio potrà essere esistenzialmente rivisto, rifatto, ricelebrato, ricontrattato. Se c’è una realtà nuova – ripeto: sul piano dell’essere – non si potrà più sciogliere. L’unica cosa che si potrà fare sarà accertare se esiste o no, ma se esiste nessuno ci può più fare nulla. Per accertare se esiste si dovrà fare una indagine veritativa e non semplicemente pastorale o amministrativa. Se invece il matrimonio ha solo carattere fenomenologico o esistenziale, allora non c’è nessuna realtà da appurare e tutto può essere rivisto e rimanipolato.

A ben vedere, tutta la vita di fede, e non solo il sacramento del matrimonio, ha un aspetto ontologico. La situazione di peccato non è solo una questione esistenziale, ma è la morte spirituale dell’essere della nostra anima. Chi vive volutamente in peccato mortale è spiritualmente – ossia ontologicamente – morto. Se vediamo le cose in questo modo come si potrà, in questo stato, accedere alla comunione? Il sacramento della comunione ci immette realmente, ontologicamente, nella vita divina. Esso non è una cerimonia di socializzazione, un rito sentimental-esistenziale.

Il sacramento della confessione ha pure natura ontologica, perché risana l’anima gravata dal peccato, la fa rivivere. Non è una seduta psicoterapeutica. Le grazie che riceviamo nei sacramenti sono vita reale, vita divina.

L’ingresso nella Chiesa, col Battesimo, non è la partecipazione ad una associazione, ma l’accesso ad una nuova dimensione dell’essere, in cui superiamo noi stessi e partecipiamo della vita della Trinità. Quando San Paolo dice “non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me” esprime questa novità ontologica della “nuova creatura”.

Quello che alcuni vescovi hanno detto dentro l’aula sinodale e ai microfoni dei giornalisti fuori dell’aula è conseguenza di quello che viene insegnato da molto tempo in molti seminari e studi teologici. Del resto, anche i vescovi non cadono dal cielo, ma hanno avuto dei maestri e sono stati educati in un certo contesto di cultura filosofica. Ora, se queste filosofie che si insegnano non sono conformi a quanto indica la Fides et ratio, è logico e conseguente che anche l’esame dei temi del matrimonio, del divorzio e della comunione venga deviato dalle attese della Fides et ratio.

Per esempio: se Dio è un “trascendentale esistenziale”, come afferma Karl Rahner, tutti ci siamo dentro, la coppia sposata, quella di fatto ed anche quella omosessuale. Non esistono gli atei, come non esistono i peccatori. Ci sarà solo un cammino per passare dall’essere cristiani anonimi all’essere cristiani nonimi; un cammino da fare insieme, senza escludere o condannare nessuna situazione particolare di vita, perché tutte possono essere un buon punto di partenza. Molti vescovi esprimono questa visione teologica che però riflette una particolare filosofia di tipo esistenzialista. Karl Rahner era allievo di Heidegger, non di San Tommaso. Quanti vescovi sanno di Rahner e non di San Tommaso?

Il grande filosofo Cornelio Fabro poneva la questione in termini di rapporto tra essenza ed esistenza. Sartre diceva che l’esistenza precede l’essenza, Fabro diceva che l’essenza precede l’esistenza. Anche in questo Sinodo il problema filosofico - e quindi poi anche teologico - è questo. Se il matrimonio come sacramento sia un dato ontologico che riguarda l’essenza o se sia solo un dato esistenziale, reversibile a piacere.

22 commenti:

Epiphanio ha detto...

Ecco il punto! Il cominciamento della filosofia. Perciò è inutile mostrare e dimostrare la contraddizione in cui cadono i progressisti, o neoterici, perché per questi il divenire è identico all'essere, il quale si riduce, a sua volta, all'esistere fenomenico. Dunque, se ieri lo stesso Concilio insegnava qualcosa di vero, in quanto sostenuto dalla Tradizione, il Magistero e la Scrittura, ora si può dire esattamente il contrario, perché il fondamento ultimo della realtà esistenziale è il divenire, nel quale il presente giustifica il passato. Ma il passato, non viene giudicato dai neoterici come falso, anzi viene accettato come vero, ma un vero di un stadio passato sussunto nel presente. Un esempio l'abbiamo nella tesi dell'ermeneutica della continuità. Perciò i progressisti vanno combatuti non nelle loro sentenze contradditorie, ma nel loro inizio, cioè nel loro punto di partenza: l'essere o il pensiero. Dove loro fondano la fede con cui credono? -Nella Parola!, dicono. Ma la fede nella Parola comincia dall'ascolto dei testimoni diretti, che hanno visto e udito qualcosa. Ora, il problema si presenta se quel "qualcosa" è inteso come una realtà ontologica o come uno stato di cose interiore. In cosa credono i progressisti? Hanno la Fede o possiedono la loro fede? Qual'è il loro cominciamento?

mic ha detto...

È la questione, dibattuta da tutti gli studiosi tradizionali del concilio e applicazioni post, dell'abbandono della metafisica che ha messo all'angolo la fede, il Soprannaturale, l'ontologia e fondato le innovazioni di 'rottura' - ché tali sono - nell'antropocentrismo. Se la continuità con l tradizione è riferita al soggetto chiesa anzichè all'oggetto rivelazione, qui è il nodo centrale di tutto. Le verità eterne non possono evolvere, invece lo storicismo trasferisce ad esse la mutevolezza che invdce appartiene al divenire che esse devono orientare e fecondare.
Il Signore è lo stesso ieri oggi sempre.

Anonimo ha detto...

sì, ma andiamo ai fatti concreti:

GPII, lui in prima persona, quale filosofia seguiva quando ha promosso Assisi 1 e 2 ?

mic ha detto...

Grazie epiphanio. Infatti è il passato -nella tradizione, vita e giovinezza della Chiesa - che giudica il presente.
Per questo abbiamo fortemente stigmatizzato, ma nessuno ha raccolto, la dichiarazione di Bergoglio che il Vangelo va letto alla luce della storia, mentre è il contrario!
Vedi il documento NEC PLVS ULTRA nella colonna in alto a destra del blog.

Anonimo ha detto...

Una filastrocca dice di una signora, Vanità, che si agghindò di tutto punto prima di uscire. Quando uscì tutti le risero in faccia. Si era dimenticata di lavarsi il viso!
Ora preme l'orpello legislativo/
caritativo, su misura, per mascherare vai a vedere quale pecca dell'umana natura.

bernardino ha detto...

Erit enim tempus cum sanam doctrinam non sustinebunt, sed a sua desideria coacervabunt sibi magistros prurientes auribus, et a veritate quidem auditum avertant, ad fabulas autem convertentur. (Epistula secunda ad Timotheum).

Combattiamo, combattiamo figlioli miei e non abbiamo timore di niente, ricordatevi che i nemici di Dio spariscono e la Chiesa resta. esù Bambino fugge in egitto per evitare la rabbia di Erode, ma poi è avvertito di notte per ritornare: ""defuncti sunt enim qui quaerebant animam pueri"".

Oh! quanti sono i persecutori della Chiesa che sono defunti! e dopo aver sfogato la loro rabbia, dopo aver decimato le anime dei fedeli che servivano a Dio sono morti. La Chiesa rimane.

Cos'altro ancora possiamo dire ancora dopo questo sinodo, figlio del concilio vat.II?

Mazzarino ha detto...

Vescovi divisi? Buon segno! Vuol dire che la radice sana è ancora viva. Forse i 4/5 della pianta andrà tagliata ma il virgulto sano sicut palma ut florebit. Preghiamo per Burke! Perché sia in grado di riconoscere e percorrere la strada che la Madonna non tarderà ad indicargli

Luís Luiz ha detto...

Forse mi sbaglio, ma mi sembra vedere un fondo heideggeriano in Jorge Bergoglio - sicuramente di seconda o terza mano. Per esempio, il primato della presenza sulla dottrina mi ricorda la radura heideggeriana e il suo concetto di verità. Anche il primato della questione sul dogma.

Anonimo ha detto...

Grazie a Epifanio!

Josh ha detto...

dal post

"Sartre diceva che l’esistenza precede l’essenza, Fabro diceva che l’essenza precede l’esistenza."

E infatti ha ragione Fabro.
L'ateo Sartre ovviamente parte dalla sola natura sensibile che vede con gli occhi, perchè non può vedere tutto il resto.

In quanto tale Sartre "accecato" nella sua filosofia è sotto la condanna dell'incipit ai Romani.
Non si vede come trarne una assurda filiazione da "esistenzialismo" cristiano, se il dato di partenza della sua costruzione manca del riconoscimento primo di Dio.


"Anche in questo Sinodo il problema filosofico - e quindi poi anche teologico - è questo. Se il matrimonio come sacramento sia un dato ontologico che riguarda l’essenza o se sia solo un dato esistenziale, reversibile a piacere."

E' un dato ontologico, ovviamente.
Ma un conto è che sembri palese qui tra di noi,
un conto è la situazione nella mente di certi cardinali postconciliari.

Aggiungo che in Bergoglio oltre che tracce di Heidegger, se ne vedono anche di Hegel e Feuerbach, quanto di Buber e Freud.

Rr ha detto...

Luis, non mescoliamo il grano con l' oglio, Heidegger e la filosofia tedesca con il tango argentino, nato nei bordelli!
Rr

Rr ha detto...

L' altro giorno, alla radio, Zichichi ha detto che il mondo moderno, cioe' contemporaneo, ragiona in modo pre- aristotelico. Non s' interessa ne' alla logica matematica, ne' a quella scientifica, in realta'- ha soggiunto- non si interessa alla logica.
Rr

Josh ha detto...

Rosa....
in fondo è vero, il mondo odierno non s'interessa alla logica e al Logos nè in teoria nè in pratica: vive nell'entropia coatta e pilotata da certi poteri innominabili, convinti che sia quella lì la "libertà".

Anonimo ha detto...

Bah, per me non ragiona e basta, sproloquia....Rr ho letto il racconto della tua famiglia, sei stata coraggiosa, come lo fu tua madre, temo che così non ne esistano più, adesso tutto si può, nulla si nega,cattolico è solo un aggettivo,non un segno di distinzione e vale per chi frequenta e non, tutto OMOlogato,anche il boyscout ed il medico,pardon dottor morte, si adeguano, non so se ho reso......vediamo cosa affitteranno la prossima volta, tu che dici? Dopo la nonconclusione finale del sinodo mi sono venute in mente le parole dette da Franklyn dopo aver firmato la costituzione degli USA 'Adesso andiamo ad impiccarci tutti quanti, perché temo che dopo sicurammente ci impiccheranno gli altri, uno per uno'.....appunto. Anonymous.

Alessandro Mirabelli ha detto...

L'arcivescovo maggiore di Kiev, durante la rivolta nell'aula del sinodo due giorni fa, ha detto che bisogna mandare un chiaro messaggio anche al vdr che il matrimonio e' indissolubile. Cioè bisogna insegnargli il Catechismo della Chiesa Cattolica. Vedasi MiL.

Alessandro mirabelli ha detto...

non so se Bergoglio si ricordi chi sia Heidegger, sono passati troppi anni da quando il suo dottorato aborti'.

Rr ha detto...

Anonymous,
come minimo affitteranno S.Pietro, intendo la Basilica, alla Mercedes. Perche chi simo noi per discriminare tar case automobilistiche tedesche ? Come ho gia scritto con il VdR come Ppa, Adolf sarebbe morto nel suo letto. Mussolini, poi, se avesse legalizzato al Massoneria, com' e' legale in Francia ed UK, non avrebbe mai ricevuto le sanzioni, non si sarebbe alleato co Hitler, le nostre navi non sarebbero stae soggette ali controlli umilianti della MRoyal Navy, ed anche lui, come Franco, moriva nel suo letto.
Se vai sul sito dell' associazione Civitas - vicino all' FSSPX - leggerai un lungo elenco di sostenitori e finanziatori della lobby LGBT, tra cui l' immarcescibile, anche se molto marcio, Soros. Uno dei tanti bambini ebrei ( l' altro e' Polaski) NON finiti ad Auschwitz. Chissà come mai ?
Ah, dall' elenco manca un Francese, perché a loro molto noto: l' ex amante d' Yves St Laurent, proprietario, tra l' altro, del "Monde" , la "Repubblica" francese. Da qualche tempo in causa per recuperare disegni ed oggetti che Yves aveva regalato al suo " autista" . Le cause ereditarie tra omo sono ancora piu squallide ( ti evito i particolari).
Ma loro c' hanno i valori...
Rr

Silente ha detto...

Ha ragione Mic, quando parla di "abbandono della metafisica che ha messo all'angolo la fede, il Soprannaturale, l'ontologia e fondato le innovazioni di 'rottura' - ché tali sono - nell'antropocentrismo.".
E ha ragione Rosa, quanto dice: "non mescoliamo il grano con il loglio, Heidegger e la filosofia tedesca con il tango argentino, nato nei bordelli!". Heiddeger ha molte colpe intellettuali, ma non certo quella di aver influenzato il Regnate Pontefice, anche per l'impossibilità di ricezione culturale dello stesso.
E ha ragione anche Josh, quando ci ricorda che Cornelio Fabro, tomisticamente, affermava che "l’essenza precede l’esistenza".
Alla radice del modernismo c'è anche (ovviamente non solo, c'è soprattutto la gnosi e, in definitiva, l'avversario di sempre) un'ignoranza esibita e conclamata, un presuntuoso desiderio di "semplicità" che è solo anelito al semplicismo e alla superficialità dottrinale e anche esistenziale e spirituale.
E' il dramma della modernità: mentre la consustanziale, metafisica identità di Vero, di Bello e di Buono era intuitivamente capita e accettata dal contadino medioevale, la "dotta ignoranza" dell'intellettuale moderno si perde in incomprensibili e autoreferenziali sofisticherie che tralasciano l'Essere e l'Essenza e si limitano alla superficialità fenomenica e antropocentrica. Ma che rappresentano la "liberale" giustificazione intellettuale del demoniaco: "fa ciò che vuoi". Alla faccia di Kant, se Dio non esiste, tutto è consentito.
Sì, ne sono sempre più convinto, alla radice del modernismo attuale - anche dei vertici della Chiesa - c'è molta, molta pigrizia intellettuale e culturale.

Rr ha detto...

Anonymous, credo che la frase di Franklin, ricordata anche da poco da un blogger americano, significhi " stiamo attaccati tutti insieme, latrimenti ci attaccheranno( impiccheranno) uno ad uno", giocando sul doppi significato di " to hang": appendere qualcosa, attaccarla ad un supporto verticale" (Italiano antico" appiccare, appicciare" ) ed " impiccare, essere impiccati".
Non per rubarti il mestiete di traduttore.
Rr

Anonimo ha detto...

concilio vaticano ii una lástima,

Rr ha detto...

Josh, concordo con te al 101%.
Studiare, approfondie, crecare di ragionare, aver capcita d' analisi e sintesi, non e da tutti, e richiedecomunque impegno, fatica, sacrificio, spesso senza alcun ritorno materiale, economico o simile.
Due gg fa e' morto Giovanni Reale, gran studioso italiano di Platone ed Aristotele e filosofo lui stesso, lombardo.
Non ho sentito nulla sulla sua morte ai TG e GR nazionali, ne' locali. Eppure i suoi testi sono usati da tanti studenti liceali ed universitari. Forse non era mai stato allineato ad un certo pensiero unico dominante.
Rr

Josh ha detto...

Rosa, Giovanni Reale era uno studioso profondo che insieme alla passione della ricerca, ha voluto unire la capacità di divulgazione, per donare agli altri un volto più comprensibile della classicità ma anche dei disastri moderni.

Noto invece che per esempio Vattimo compare spesso in tv e non sempre per parlare di filosofia "pura"....