Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 5 luglio 2016

Il cardinale Rivera e la Messa Antiquior a Città del Messico

 

Il Cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico, ha celebrato la Messa per la festa dei Santi Pietro e Paolo, nella "forma straordinaria", nella cappella dell'Immacolata concezione, affidata alla Fraternità Sacerdotale San Pietro.
L'evento è stato ripreso dal servizio comunicazione della diocesi, che sottolinea che la cappella è dedicata alla celebrazione permanente della messa secondo la forma straordinaria del rito latino, "con l'idea di formare una comunità di vita cattolica integrale basata su questo rito".
Viene inoltre precisato che durante la messa sono state esposte alla venerazione dei fedeli alcune reliquie di due gruppi di Cristeros, San Cristobal Magallanes e compagni martiri e Beato Anacleto González Flores e 12 compagni martiri.
Questo è ancora un "Gran Cardinale", come direbbe Benedetto XVI...
[Fonte - Traduzione a cura Chiesa e post-concilio]

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco , poniamo per un attimo che ogni Vescovo avesse ubbidito : ora avremmo in ogni circoscrizione la S.Messa in latino . I libretti bilingue non sono un problema si trovano facilmente , non si sarebbero persi otto anni invano . Inoltre , ho constatato che i Sacerdoti che celebrano in latino curano di piu' la celebrazione in vernacolo . Se poi il Sacerdote insegna con rigore cio' che il Magistero della Chiesa tramanda , il suo gregge lo segue . Perche' il gregge vuole serieta' ! Dovrebbe essere una gara a chi porta piu' anime a Cristo , a chi strappa piu' anime al diavolo .
Quale grave responsabilita'. hanno i Vescovi ...dover rendere conto a Dio del gregge dato in custodia....c'e' da tremare .
Ah se ripristinassero anche le preghiere di Leone XIII !
Purtroppo S. Michele e' reso inoffensivo , gli hanno tolto financo la spada fiammeggiante...

irina ha detto...

OT
Segnalo di Blondet: Tranquilli, il Brexit è irreversibile. Lo dice il Barone di Richmond.

irina ha detto...

Qui molti sacerdoti la fanno lunga per via della burocrazia, dei permessi, invece credo sia una forma di conformismo, una fedeltà all'ambiente, spesso alla loro giovinezza,al tempo del seminario, al dialogo con la sinistra che è stato quasi un dovere per molti di loro, ugualmente i loro giudizi su la FSSPX, un ordine di scuderia venuto dall'alto e accettato serenamente. Ma dietro tutto questo c'è una forma di pigrizia, un peso che trattiene. Per esempio che cosa ci vuole in oratorio ad imparare qualche canzoncina e poi cantarla con i ragazzi invece di usare i CD o radio.Non è meglio farsi un repertorio decente, collaudato, che si canta insieme al chiuso o all'aperto che sia? Queste diventano poi le loro canzoni. Adesso con internet è veramente solo questione di esercitarsi un po' e la canzoncina la impari bene tanto da insegnarla tale e quale. Perchè questa invasione compulsiva della tecnologia quando è molto più divertente e più naturale cantare insieme? Perchè questi piccoli accorgimenti non vengono curati? Perchè?

irina ha detto...

Banca Unicredit? Ma non è quella di quelli "abbiamo una banca"?

Alessandra ha detto...

Ho saputo domenica scorsa che per esempio in Austria 15 sacerdoti "danno fastidio" al Vescovo perché celebrando il Vetus Ordo Missae , ma sono troppi per " sopprimerli"...in Sardegna , in Puglia, nel Lazio e in Campania io ne ho notizie...dal 07/07/2007 col Summorum Pontificum di Benedetto XVI... grazie Santità ❤Deo gratias

Intervista argentina ha detto...

La domanda dell’intervistatore era di quelle a bruciapelo: “Qual è il suo rapporto con gli ultraconservatori della Chiesa?”. Domanda alla quale si poteva rispondere in molti modi, anche diplomaticamente parlando. La sua risposta è apparsa tranchant. Ecco la traduzione che nel pomeriggio ne ha dato l’Osservatore Romano: «Fanno il loro lavoro e io faccio il mio. Voglio una Chiesa aperta, comprensiva, che accompagni le famiglie ferite. Loro dicono di no a tutto. Io continuo il mio cammino senza guardare di lato. Non taglio teste. Non mi è mai piaciuto farlo. Glielo ripeto: rifiuto il conflitto. I chiodi si tolgono facendo pressione verso l’alto. O li si mette a riposare, di lato, quando arriva l’età della pensione».

Inutile però cercare di scoprire a chi si riferisse. E in riferimento a che cosa “loro dicono di no a tutto”. Il messaggio però è chiaro.

Anonimo ha detto...

Questa intervista e' piu' chiara del chiaro : Voglio / Loro dicono di no / Io continuo il mio cammino senza guardare di lato /
Collegialita' .

Anonimo ha detto...

"Voglio una Chiesa aperta, comprensiva" ecc ecc, ma la Chiesa non è di Bergoglio!!!!

Anonimo ha detto...

Parla come se fosse eterno.Intervista tremenda.bobo

RR ha detto...

Irina,
quando sia arriva ad una certa età, è difficile professionalmente parlando non solo aggiornarsi, ma mettere in pratica "novità". Hai paura di sbagliare: se sbagli, quando sei giovane e non tieni famiglia, hai tempo per rimediare, a 50, 60, 65 anni no.
Per tutti i preti che ora hanno più di 30 anni, imparare la Missa VO è appunto imparare una "novità", un entrare in terre incognite. E' ridicolo, ma è così.
Molti di loro non si sono fatti sacerdoti perché avevano veramente la vocazione al sacerdozio, ma per svolgere un'attività di tipo assistenza sociale. Altri perché non avrebbero saputo come sbarcare il lunario, essendo intellettualmente e culturalmente, oltre che scolasticamente, "poveri". Per tutti questi il tornare a forme di sacerdozio pre CVII richiede non solo coraggio, ma ancor di più comprensione della realtà vera della liturgia, della fede, dello stesso sacerdozio. E non ci riescono, non ci arrivano proprio. Basta vedere come si vestono: non capiscono che con quei grigi, quei blu, quei neri, diventano grigi, spenti, tristi e noiosi ? Perché non indossano la talare ? Io, anche con questo caldo, indosso il camice, fa parte del mio lavoro, della mia professione. Se non l'ho su, e sono in ambulatorio ed entra un paziente per chiedermi qualcosa, io mi sento a disagio, quasi fossi nuda.
Ma loro ? Non si sentono a disagio ? No. Hanno svilito, massificato, proletarizzato il prete, ed ora lui non si tira più fuori, non ne esce, anche volendo tirarsene fuori.
Certo se i vescovi dessero il buon esempio, se li spronassero o organizzassero "corsi di recupero", ed ovviamente il Papa...Se per es. BXVI avesse almeno una volta, anche solo UNA VOLTA celebrato il VO, le cose sarebbero più facili. L'unica è sperare nelle giovani generazioni e negli Istituti come l'FSSP, oltre naturalmente l'FSSPX.

Anonimo ha detto...

Purtroppo ,attualmente con tutta la migliore volontà di questo mondo, la talare non si può indossare sempre.Basta indossarla molto spesso, non è facile .ma è già una gran cosa.bobo

Anonimo ha detto...

Rosa, ma come, sudditi vaticani i migranti, ma daaiii.....cambia casa, allontanati dal famigerato corso milanese, l'aria boarense o portena ti fanno male :))......la talare, ma quando mai, altro che grigio blu o azzurro, si vestono peggio dei civili e non vado oltre, d'altro canto dopo l'affare Williamson scatenato sai bene da chi, come avrebbe potuto? Direi che sono in media ignoranti, non hanno studiato il latino, vengono da scuole professionali e non umanistiche, l'età media dei seminaristi si attesta intorno ai 35, i post 68 non lo fanno e sai bene il perché, i giovani, ma quali, non si va più in seminario da adolescenti, resta qualche sac.anziano in pensione e stranieri che straziano la pronuncia rendendo il tutto incomprensibile, fortuna che qualche prete che celebra degnamente e dignitosamente in lingua italiana c'è ancora, bisogna fare di necessità virtù ed aspettare che i tempi siamo maturi, altro non possiamo. Anonymous

Rr ha detto...

Bobo,
basterebbe indossarla, per cominciare , in chiesa ed all'oratorio. Poi anche per girare per la città. Portare una gonna lunga, se ampia, non è cosi scomodo.

Anonimo ha detto...

Gli oratori, se ancora esistono sono 'gestiti' da catechisti ed educatori, di preti neanche l'ombra.....

irina ha detto...

Per le Suore Orsoline, che di scuola si occupavano insegnando, tra i loro doveri ogni sera era prevista una preghiera-meditazione su ogni singola allieva della quale ognuna di loro rispondeva davanti a Dio. Preghiera e meditazione, non erano solo un pensierino e ciao. No.Era un concentrarsi su quelle creature, sulla loro vita, sui loro punti di forza e di debolezza affidandole alla Santa Trinità, ponendole sotto la protezione della Santa Vergine e di tutti i santi.Ogni ordine ha i suoi statuti, i suoi scritti sui quali sempre ritornare unitamente alla Sacra Scrittura e ad un repertorio infinito di letture spirituali garantite.Forse è accaduto agli ordini religiosi che il giornale o la televisione o il pc, o libri e stampa mondana hanno soppiantato tutto questo lavoro di preghiera, di meditazione, di letture che nutrivano la loro anima e la loro anima si è rivolta al mondo entrato nelle loro case con i mass-media. Ritengo che questo sia uno dei principali motivi di fuga dai conventi, fuga dai seminari, fuga da tutto ciò che ha sapore ancora di Fede.Una vita similare dovrebbero condurre, per vocazione e per scelta responsabile, catechisti ed educatori.Questi acciuffati alla bisogna dalla vita e non preparati e non sostenuti, vengono presto consumati e abbandonati sul ciglio della strada.E via altri nuovi volonterosi a cui non si offre nessuno strumento per sostenere se stessi se non un generico entusiasmo e buona volontà.Avendo nei fatti svuotato la religiosità da se stessa la si è riempita con manuali di psicologia, sociologia e tutto quel ciarpame del mondo che ha soppresso tante e tante anime nate religiose.

Anonimo ha detto...

http://querculanus.blogspot.it/2016/07/nero-su-bianco.html
Mah , se son rose fioriranno ! Se sara' imposta erga omnes e nero su bianco allora sara' applicata , ma se sara'lasciata al senso di responsabilita' dei vescovi beh finira' tutto a tarallucci e vino esattamente come il Summorum Pontificum