Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 28 giugno 2022

Pistoia, battaglia sul nome del liceo Duca d'Aosta. Aimone di Savoia scrive alla scuola

Un fatto di cronaca che sembra rientrare nella degradata moda della cancel culture. Non c'è bisogno di essere monarchici per amare la storia del proprio Paese. Cambiare nome ad una scuola per ragioni ideologiche è condannabile a livello storico, culturale e identitario. Un popolo che vuole cancellare il proprio passato rischia di non avere alcun futuro.

Il pronipote: "Cambiare il nome scelta legittima, ma non denigratelo: fu un eroe"
La Lettera del Principe Aimone di Savoia Aosta indirizzata alla Presidenza della Scuola Amedeo di Savoia Aosta della Città di Pistoia, che ha proposto l'iniziativa (da moltissimi contestata) volta a voler cambiare Nome all'Istituto Scolastico:
"Leggo su La Nazione di Pistoia di alcuni giorni fa l’articolo che si riferisce al possibile cambio di nome del Liceo Amedeo di Savoia Duca d'Aosta, mio prozio, nome scelto nel 1942, anno della sua morte in prigionia. Cambiare il nome di una scuola sono una scelta e un diritto assolutamente democratici. Non è infatti sulla scelta in sé, ma sulle motivazioni addotte che la dovrebbero giustificare e sostenere, che vorrei chiedere la Vostra attenzione".
Comincia così la lettera che Aimone di Savoia ha scritto al preside della scuola pistoiese, Paolo Biagioli. La lettera prosegue:
"Leggo sull’articolo: 'Le motivazioni del docente che ha lanciato la proposta riguarderebbero i valori che ispira una figura come quella di Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, ossia quelli della monarchia e la collusione con il regime fascista'. La storia di Amedeo di Savoia, fratello di mio nonno, come quella della Monarchia e dell'Italia tutta, passa indubbiamente per il periodo fascista, ma ciò non scalfisce minimamente la ineccepibile e gloriosa storia della sua persona. Morì per la sua patria in Africa, in un campo di prigionia Inglese. Fu infatti costretto ad arrendersi dopo giorni di strenua difesa, per la mancanza di munizioni e soprattutto per poter salvare la vita ai moltissimi feriti che non potevano più essere curati. Al momento della resa, il comando Inglese decise di rendergli gli onori delle armi, per l’eroico comportamento suo e dei soldati che comandava. L’onore delle armi è un atto eccezionale che non ricordo sia mai più stato concesso. Gli Inglesi, nemici acerrimi dell’Italia fascista, gli riconobbero quel valore che chi sostiene questa proposta gli vuole cancellare! Siete ovviamente liberi nelle Vostre scelte, ma Vi chiedo di non denigrare un eroe che aveva ben chiaro quale sia il valore dell'amor di Patria, e del senso del dovere al quale ha sacrificato la propria vita con orgoglio e fierezza. Un uomo valoroso, un esempio per tutti coloro che conoscono e rispettano la storia".
Aimone di Savoia Aosta

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero che il nome non venga cambiato, la storia è storia e non va cancellata.

Forse..era meglio zappare un orticello. ha detto...

"Le motivazioni del docente che ha lanciato la proposta.."
Essere sano sanissimo, puro purissimo?
Dal momento che deve riflettere il suo pensiero, il liceo e' sua proprieta'?

Anonimo ha detto...

Il fascismo (e ancor più il nazionalsocialismo) hanno perso ormai ogni caratteristica storica e vengono concepiti come "luoghi teologici". Anzi, sono gli unici luoghi teologici che contano in Occidente. La cosa ci dovrebbe far molto rifletterre, tanto più che l'esistenza del demonio (come essere spirituale) viene messa in dubbio da quasi tutti. Come si spiega un tale sviluppo? Sarebbe bello se si potesse approfondire questo tema.

Roberto

Anonimo ha detto...

Una bella lettera, anche troppo moderata. A Pistoia ha vinto il centrodestra, ma il sindaco scommetto che non interverrà per non avere problemi.

Anonimo ha detto...

Mi sembra una buona cosa che si sia aperto un dibattito. Dai lontani tempi in cui mi occupavo di scuola, non mi sembra di ricordare che spettasse al collegio dei docenti l'intitolazione dell'Istituto

Anonimo ha detto...


Proposta oscena, tipica dell'incoltura dominante, quella degli "influencer".
Una figura di soldato, di valoroso, un esempio di senso del dovere e di amor di Patria, di lealtà e correttezza come il Duca d'Aosta, vittima di una guerra sbagliata, non può che dar fastidio alle nullità di oggi, aperte a tutti i vizi ma ovviamente impervie al senso del dovere, dell'onore, all'amor di Patria, al valore rappresentato dalla fedeltà, insomma a tutti quei valori che fanno di un uomo un uomo.
O.

Anonimo ha detto...

Si è lasciato correr per decenni, fidando nel buon senso comune, che purtroppo è stato annegato dalla ignoranza e dalla mancanza di educazione ai valori fondativi della nostra storia. Non sappiamo quanti siano i professori formati con sabbia e segatura, non pochi comunque, queste sono mine vaganti e non si sa neanche quando e se finiranno mai le scorte di queste mine.

Anonimo ha detto...


Facendo sparire il nome, si cancella il ricordo dei fatti e delle cose.

Il cambiamento di nomi, l'abbattimento di simboli che ricordavano il fascismo furono abbastanza intensi nell'immediato secondo dopoguerra.
Ma anche dopo, ogni tanto si aprivano scenari di questo tipo. Ricordo il Foro Italico di Roma che si chiamava Foro Mussolini, un notevole complesso sportivo costruito ai tempi del Duce. Dopo anni di discussioni furono tolti i mosaici che ricordavano la conquista dell'Etiopia. Si litigò a lungo per l'obelisco all'ingresso che portava la scritta Mussolini Dux mi pare e una cuspide dorata. Si disse che era oro ricavato dalle fedi d'oro offerte dagli italiani all'epoca delle "inique sanzioni" per l'aggressione all'Etiopia. Era chiaramente una balla.
Sono anni che non vado a Roma, ma credo che l'obelisco sia rimasto con la sua scritta, cui nessuno fa caso, oggi. Me lo ricordo come un obelisco elegante. Adesso è l'obelisco del Foro Italico. La scritta, incisa nel marmo, sarebbe stato troppo complicato cancellarla. Almeno così mi ricordo.
Agli scalpelli e alle gomme della democrazia ristabilita dagli Alleati sfuggì giustamente il nome del Duca d'Aosta, che tra l'altro non sembra fosse di sentimenti particolarmente fascisti. Perché volerlo cancellare adesso? Per ottusità da politicamente corretto, conformismo, perché è di moda la "cancel culture". Chi lo sa.
In tutto questo c'è comunque un metodo, che si impone da solo. Nascondendo i nomi del passato, nessuno ne saprà niente più, di esso resterà solo la versione ufficiale attuale, che lo demonizza a prescindere.
I neomodernisti dominanti nella Chiesa hanno del tutto cancellato la Messa Ordo Vetus, molti fedeli ignorano perfino che sia mai esistita.
Lo stesso stanno facendo i sudtirolesi in Alto Adige, cancellando i nomi italiani, garantiti dalla Costituzione col bilinguismo, tra l'indifferenza generale. Hanno tolto "Alto Adige" dal nome della loro squadra di calcio, che ora è solo Sued-Tirol pur essendo composta in gran maggioranza da giocatori italiani. Questa squadra l'anno prossimo giocherà in serie B per la prima volta. La Federazione lascia fare, ovviamente. Così, un po' alla volta cercano di far sparire il nome "Alto Adige". Un po' alla volta sparirà anche l'Italia per la gioia di tanti italiani, bolsi e rimbambiti dal politicamente corretto, che non vedono l'ora di farsi ingoiare dall'Africa e dall'Arabia.
Z.

I mostri sacri del sistema ha detto...

LE TAGLIATELLE DI NONNA SEGRE
"Chara Ferragni, già prima di conoscerla, mi sembrava una donna di spessore".
Così si è espressa ieri Liliana Segre, l'oracolo di Delfi di questo Paese, prima del pellegrinaggio "da nonna a nipote" in Stazione Centrale.
Che dire? Innanzitutto ringraziamo l'Oracolo segriano, che come è risaputo non può sbagliare. Perchè altrimenti allo "spessore" della Ferragni non ci saremmo arrivati mai. A me sarebbe stato impossibile. Anche se devo ancora capire di quale "spessore" si tratti.

Comunque sia, è davvero commovente che tra nonna Liliana e Chiara la nipotina (ad honorem), vi sia un rapporto così bello. E di "spessore".
Ma poichè la bella nipotina bionda è felicemente sposata con un noto uomo delle caverne, quello con lo sguardo da buono, quello col collo tatuato che finge di cantare, per intederci; quel nipote angelico che tutte le nonne vorrebbero avere, eccoci già alla famiglia allargata.
Me li immagino già i Ferragnez, ormai Segragnez, alla domenica - e quasi mi commuovo all'idea - ad andare a pranzo, felici, a casa della nonna. A mangiare, coi figli, le tagliatelle di nonna...Segre!
"E allora forza, dai, ma che problema c'è
Ci pensa nonna Segre a toglierti lo stress".
Martino Mora

Il duca Amedeo d'Aosta, l'eroe dell'Amba Alagi ha detto...

Una buona notizia, direi ottima: "Il liceo scientifico Amedeo di Savoia duca d’Aosta non cambierà il nome. Il Consiglio di Istituto avrebbe espresso parere contrario rispetto alla decisione del Collegio il 30 giugno".