Editoriale del vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi al nuovo numero del "Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa" ora distribuzione. Il vescovo fa una radicale diagnosi negativa della Cancel culture riportandola alla gnosi anticristiana. Volentieri lo condividiamo in simultanea. Qui l'indice sulla realtà distopica e correlati.
Cancel culture: l’eterno sogno gnostico di ricominciare da zero
di S. E. Mons. Giampaolo Crepaldi, Vescovo di Trieste
Una nazione senza cultura è qualcosa di molto triste. Si tratterebbe di una nazione dove la gente non sa cosa difendere, non sa cosa coltivare, non sa cosa trasmettere. Quello della Cancel culture, che demolisce le statue di Cristoforo Colombo, dei Missionari che hanno evangelizzato le Americhe, di ogni Padre fondatore qualsiasi esso sia e qualsiasi cosa egli abbia fondato, e si estende a voler cancellare tutta la cultura occidentale, la metafisica greca, il diritto romano, la cultura cristiana… però è un fatto culturale anch’esso. Per cancellare la cultura bisogna esprimere una cultura. Anche il nichilismo anti-culturale è una cultura. La contraddizione è evidente, ma non sembra che i fautori di questa moda possano avvedersene, dato che anche il principio di non contraddizione, con ogni probabilità, è vittima della loro cancellazione.
Se, dunque, anche questa è una cultura, sarà il caso di approfondire la sua natura. Lungo la storia, di “cancellazioni culturali” ce ne sono state tante. Non mi riferisco tanto alla damnatio memoriae che ogni vincitore ha decretato per la cultura dei vinti. Ogni guerra ha prodotto fenomeni di questo genere. Mi riferisco alla volontà di ricominciare “da capo”, tipica di molte culture filosofiche della modernità. Uno dei casi più tipici è stato quello di Cartesio che mette sotto dubbio tutte le conoscenze della cultura di appartenenza, in pratica tutta la cultura occidentale, appunto per ricominciare da zero. Lo stesso faranno gli illuministi e poi i positivisti. Lo stesso impegno è presente nel marxismo. Naturalmente tutti costoro – ed altri che qui non è possibile ricordare – avevano già in mente una nuova cultura quando volevano cancellare la loro cultura. Cartesio voleva una cultura fondata sulla scienza geometrica, l’illuminismo sulla ragione operativa, il positivismo sulla scienza sperimentale e il marxismo sulla prassi. Il nuovo era già presente quando si voleva cancellare l’antico.
Questo atteggiamento che privilegia il nuovo sull’antico, che fa coincidere la virtù con l’adesione alle novità storiche e il peccato con la conservazione del passato, è proprio della modernità in quanto tale, anche nella sua versione nichilistica della Cancel culture. Esso può essere chiamato progressismo e la sua parola d’ordine può essere rivoluzione. Progressismo e rivoluzione sono incessanti, perché l’esito di una rivoluzione viene fatalmente distrutto dalla rivoluzione successiva e il progresso di oggi è necessariamente l’antichità di domani. Nulla può essere conservato. A dire il vero, anche qui c’è una contraddizione. Il progresso vuole che tutto cambi, ma non il progresso, che deve rimanere. Il progresso deve conservare il progresso come qualcosa di incontestabile e mai criticabile, mai superabile, mai cancellabile. Lo stesso dicasi della rivoluzione: le rivoluzioni cambiano tutto, ma non la realtà immutabile della rivoluzione, che rimane assoluta. Anche la “cancellazione” deve cancellare tutto, ma la cancellazione deve rimanere un principio assoluto.
Si nota allora, nella Cancel culture, assieme alla sua stretta connessione con lo spirito moderno, la compresenza di relativo e assoluto, di cambiamento e di permanenza perché il cambiamento deve essere permanente e il relativo deve essere assoluto.
Ora, questo è un carattere tipico della gnosi, per cui la Cancel culture va definita come un fenomeno gnostico. Il disprezzo della realtà e dell’ordine, del creato e delle norme sedimentate nella storia. La valorizzazione della rinascita, di una nuova creazione, di un mondo nuovo, di un uomo nuovo, di una palingenesi. La liberazione dai vincoli della realtà, della verità, del passato, la salvezza come indifferenza al male e come fatto di coscienza. Nella Cancel culture ritroviamo molti aspetti della gnosi eterna. E quindi non possiamo non trovare anche la sua lotta con la fede cristiana, da sempre suo principale nemico. In questo nuovo numero del Bollettino non si parla direttamente di Cancel culture perché si è preferito contestarla presentando corretta - mente uno dei temi ad essa più cari (sic), ossia l’evangelizzazione delle Americhe. Su di essa da molto tempo c’è la cosiddetta “leggenda nera”, frutto della propaganda illuministica ed antireligiosa della borghesia anglofona e protestante. Sulla evangelizzazione delle Americhe ci sono secoli di disinformazione pianificata. Oggi però c’è di più, dato che la Cancel culture ha preso direttamente di mira questa eredità, primo obiettivo della voglia di cancellazione. Anziché stare a polemizzare contro la Cancel culture, si è quindi reputato più conveniente e utile valorizzare e proporre nella giusta ottica quello che essa vorrebbe cancellare.
Editoriale al “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” anno XVIII, n. 2 /2022, fascicolo monografico dedicato al tema
“L’Evangelizzazione delle Americhe: contro la Cancel culture”, [vedi qui]
42 commenti:
Il grande Riccardo Muti contro l'idiozia pericolosa della cancel culture.
All'Opera di Chicago ha diretto "Un ballo in maschera" di Giuseppe Verdi lasciando la frase originale che parla de " l'immondo sangue de' negri". La frase era già stata censurata alla Scala, al Met di New York, al Covent Garden di Londra, ma Muti si è giustamente ostinato spiegando che cambiare il testo non cambia la storia, invece conoscerla anche nella sua crudeltà è importante.
(Cit. Maria Giovanna)
Capitolo consigliato: IL MITO DEL PROGRESSO https://www.totustuus.cloud/prodotto/m-de-corte-fenomenologia-dellautodistruttore/
Il reset è un problema filosofico.
Concettualmente è un azzeramento, pertanto deve annichilire l'esistente.
Elettronicamente è il pulsante o tasto che, dopo qualsiasi operazione, permette di ritornare al momento iniziale.
La realtà e l'umanità che ci sta dentro esistono. Belle o brutte che siano, ci sono.
Dal punto di vista del Creatore, essendosi corrotta la creazione, un reset avrebbe potuto starci. Tuttavia il Creatore non ha ragionato così.
Anche quando ha castigato/purificato, ha lasciato un resto, ad esempio al tempo del diluvio. Oggi veneriamo i primi martiri, dopo i Santi Pietro e Paolo o Sant'Ireneo o San Giovanni il Battista: una strage di uomini di Dio, eppure il messaggio non si è arrestato.
Il più grande reset è avvenuto con il fiat di Maria, concepita Immacolata, vergine e Madre.
Da lei l'Incarnazione e la Redenzione, con il Verbo di Dio, vero uomo e vero Dio, consegnatosi alla croce e risorto da morte.
Gli Anticristi non sono in grado di stare in queste dinamiche e hanno in mente solo la tabula rasa. Chissà che non riguardi loro stessi. Il profeta Amos, letto oggi durante la Santa Messa, ne ha dato un avvertimento molto duro, detto a un sacerdote che parlava a nome del mondo che sarebbe stato purificato. Ricordiamoci anche Daniele con il mitico mene, tekel, peres rivolto al re. E gli esempi storici potrebbero continuare.
Ma gli Anticristi pensano di poter dominare la storia e soprattutto di poter fare a meno di Dio.
Questa smania di cancellare il passato è in parte frutto della superbia che vede tutte le imperfezioni dell'altro e non le proprie; in parte ignora il lascito fondamentale del 'conosci te stesso' greco la cui conoscenza porta ad un umile, costante lavoro su se stessi; infine ignora la vita virtuosa cattolica, di cui Gesù Giuseppe Maria son esempi eterni. Ogni iniziazione gnostica che non passi per il 'conosci te stesso' greco, per la vita virtuosa cattolica, porta entro il mondo demoniaco, luciferino, satanico di cui il mondo contemporaneo offre una gamma infinita di esempi.
La vita virtuosa cattolica è via iniziatica per eccellenza ed attraverso i Sacramenti pone il fedele, fin da ora, entro la dimensione che chiamiamo Eternità.
L'unica cosa che la vita virtuosa cattolica deve, assolutamente, cancellare sono i cattivi pensieri, le cattive parole, le cattive opere, le cattive omissioni e le cattive intenzioni.
Mi comunicano che a Campegine, un piccolo centro vicino a Reggio Emilia, guidato dal Pd, si è conclusa ieri la sagra del paese con uno spettacolo di travestitismo drag queen (immagino con incluse fiabe gay per ragazzini). E' stato il grande spettacolo finale, l'evento clou della festa.
Un tempo, da quelle parti finivano le feste di paese coi fuochi di artificio e suonando l'Internazionale. Oggi finiscono con le drag queens. Anche Gramsci si rivolterà nella tomba. Dal marxismo al travestitismo. Da Vladimir Lenin a Vladimiro Luxuria.
Ma in onore della tradizione, prima dello spettacolo delle drag queens, vi è stata ovviamente la Messa. Del resto il Partito democratico e la Chiesa conciliare sono entrambi "incusivi". Includono. Così, appena usciti dalla chiesa, i parrocchiani di Campegine si sono trovati davanti le drag queens, in nome dell'"inclusione" e dell'"apertura alle diversità". Dalla Messa alle drag queens.
Poichè non risulta alcuna protesta nè del parroco, nè del vescovo, intravedo la possibilità che in futuro a Campegine e altrove si possa essere ancora più "inclusivi". Magari lo spettacolo delle drag queen avverrà direttamente in chiesa. Magari sull'altare. Dopo la benedizione. O prima. In fondo, "chi sono io per giudicare?", dice qualcuno che conosciamo.
La Rivoluzione modernista avviata dal Vaticano II è inziata col motto: "date una carezza ai vostri bambini!".
Potrebbe ahimè concludersi con quello: "date una drag queen ai vostri bambini!".
Martino Mora
Blondet
Draghi ci porta nel baratro - "Pronti se necessario?". Ma cosa sta dicendo? Sta parlando di guerra? Ma #Draghi si rende conto? E lo sa che la nostra Costituzione lo impedisce o che....
N.B.Copiato ed incollato da: 'letturine', non posso andare sul sito di Blondet per miei problemi tecnici, se qualcuno ha tempo e voglia di farne una stringata sintesi, grazie!
Ci spingono alla guerra nel nome della democrazia ma intanto calpestano la libertà d’espressione e mettono alla gogna chi non la pensa come loro. Una volta erano comunisti oggi - come mi scrive Fausto Biloslavo - che sta in Ucraina ma non rinuncia a obiettività e libertà di pensiero - sono le vestali del pensiero unico. Riflettete gente riflettete….
https://www.ilgiornale.it/news/politica/io-inserito-nella-lista-nera-putiniano-messo-gogna-quei-dem-2047002.html
... Ma non c'è da stupirsi. Come spiega l'«inquisitore» Andrea Romano: «Un conto è il pluralismo e la libera circolazione delle idee... un altro il trattamento paritario di ogni opinione». Come dire le tue idee valgono solo se identiche alle mie. Un pensiero non degno, forse, di Voltaire, ma ben in linea con le regole di un'Urss dove i dissidenti si curavano in manicomio. Un'Urss di cui molti compagni di quel Pd in cui milita Romano hanno negato per decenni i crimini.
OT ho visto di sfuggita delle foto di ieri di Nancy Pelosi che si è comunicata durante la Messa solenne dei SS. Pietro e Paolo e che è stata ricevuta in pompa magna dal Jefe maximo, che figuraccia per Cordileone.......chiedo conferme se qualcuno avesse per caso assistito alla celebrazione.
P.S. Sento che biden ci promette più truppe e immagino tante altre testate nucleari, come non ne avessimo abbastanza, osservo che il tutto significa un notevole aumento delle spese militari del nostro paese, dato che i militari vanno mantenuti con tutto il corollario, mentre qui si discute sullo jus scholae oltre allo jus soli, come non si sapesse cosa significa e le conseguenze che ne derivano e deriveranno, la Francia e non solo, docent, intanto mentre Lamorgese dorme prendendo il sole, continuano gli sbarchi........venghino lorsignori venghino.....
"I diritti non posso essere di sinistra. Sono di tutti.. Essere contrari è incomprensibile e crudele. (Francesco Boccia, Pd, sullo Ius Soli).
"I diritti sono una costruzione continua, se non si è continuamente coinvolti in questa costruzione si rischia di perdere quelli già ottenuti e di vedere allontanati quelli che ancora mancano..." (Fabio Pellegatta, Arcigay).
"Fra i diritti della modernità quello all'aborto è il più fragile... è un diritto segnante della nostra civiltà. Togliamo quel diritto, indeboliamolo anche solo e vedremo che poi tutto il resto non si regge comunque in piedi." (Paolo Giordano).
Il dirittismo è l'ideologia dominante, puramente individualista, atomista ed egoica (sotto la parvenza umanitaria) della nostra civiltà tardocapitalista . E' il suo anelito caotico, sovversivo, dissolutivo e suicida. E', almeno quanto l'economicismo furioso (cui è strettamente legato), il vertice dell'oscurantismo spirituale della nostra civiltà.
E' Il rifiuto di ogni Ordine, nell'anima e nella società, quest'ultima concepita come mera aggregazione di atomi tutti uguali perchè indistinti. E' l'assoluto arbitrio dei pochi fatto passare per il bene dei molti. E' il rifiuto di qualsiasi concezione sostanziale del bene comune e della socialità costitutiva della persona.
Non c'è speranza senza il rifiuto radicale del dirittismo.
Non ci sarà alcuna rinascita senza l'uscita dal dirittismo.
Non c'è pensiero politico sano che non parta dalla critica del dirittismo.
Non c'è azione politica sensata che non faccia argine al dirittismo.
Non c'è soprattutto vera religione e salvezza spirituale senza il rifiuto radicale di questa egoica, autodistruttiva, cieca follia. Vera radicale, totale negazione della Città di Dio agostiniana.
Martino Mora
Libero di essere
Contro lo jus scholae e lo jus soli...
Contro la cannabis e qualunque droga...
Contro le carnevalate dei gay pride...
Contro la lobby LGBT...
Contro l'immigrazione clandestina....
Contro l'ideologia gender nelle scuole..
Contro le adozioni gay...
Contro i matrimoni omosessuali...
Contro l' utero in affitto...
Contro la violenza islamista....
Contro la grande finanza internazionale...
Contro i burocrati di Bruxelles...
Contro tutto quello a cui è a favore il PD e la sinistra in genere..
Libero di essere
A favore della famiglia naturale...
A favore dell'identità sessuale...
A favore della cultura della vita...
A favore dei valori universali cristiani..
A favore della sovranità del popolo..
A favore e in difesa della nostra civiltà..
A favore di tutto quello a cui è contro il PD e la sinistra in genere....
“L’ingresso di Svezia e Finlandia nella nato vale la consegna dei curdi al ‘dittatore’ Erdogan come lei stesso lo ha chiamato?”. La domanda, rivolta al presidente del Consiglio Mario Draghi durante un punto stampa al vertice Nato, in Spagna, resta senza risposta. Il premier, infatti, sorride e si allontana, salvo poi tornare indietro per puntualizzare: “Attenzione, siccome però è un punto importante questo che lei ha toccato è bene che questa domanda la facciate alla Svezia e alla Finlandia”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/06/29/lingresso-di-svezia-e-finlandia-nella-nato-vale-la-consegna-dei-curdi-al-dittatore-erdogan-draghi-non-risponde-fate-la-domanda-a-loro/6644289/
I curdi hanno un proverbio: “Non abbiamo amici tranne le montagne”. Kobane, Afrin e ora serviti a fettine sul piatto di Erdogan da UE e Nato. Ci hanno salvato il culo contro i tagliateste del Bataclan. Ma dopo Kabul, all’Occidente mancava giusto anche questa viltà…
# 13:53
"Sento che Biden ci promette più truppe..."
E magari altre testate nucleari? Di queste le agenzie non parlano. Dicono però che Biden manda anche un sistema missilistico americano completo per la difesa delle nostre basi contro eventuali missili russi, notizia che il commentatore di cui sopra non riporta.
Bisognerebbe tuttavia spiegare bene le notizie. All'Italia è stato dato comando del fianco sud della Nato, che comprende Bulgaria e Romania. Un onore ma anche un onere notevole. In Afghanistan abbiamo combattuto spesso assieme a reparti romeni. Però adesso l'Italia diventa come dire retrovia del fronte sud della Nato. Gli ottomila soldati (non so se tutti americani) che stanno arrivando verrebbero impiegati su questo fronte. Non si tratta di "occupazione americana del nostro Paese". Si tratta sicuramente di truppe di pronto intervento, da impiegare in un'area strategica sotto il nostro comando.
La cosa grave tuttavia è che in tal modo l'Italia, come pure il resto dell'Europa, viene coinvolta sempre più nella guerra, non solo da un punto di vista politico generale ma anche da un punto di vista tattico-strategico. Già abbiamo Sigonella e Aviano, basi nato, dalle quali partono aerei spia che, senza entrare nel cielo dell'Ucraina, catturano informazioni sui russi che poi l'intelligence nato-americana passa agli ucraini.
La cosa grave è la determinazione americana di portare avanti la guerra a tutti i costi. Sicuramente diversi leaders europei non sono d'accordo ma non hanno il coraggio di opporsi.
Noi dobbiamo restare fedeli all'Alleanza ma, proprio forti di questa fedeltà, dovremmo avere il coraggio di mettere pubblicamente sul tappeto l'esigenza di una soluzione negoziata della guerra, da attuarsi al più presto, imponendo all'Ucraina gli inevitabili sacrifici territoriali ma salvaguardandone l'indipendenza di Stato sovrano neutrale. Prima che diventi nuovamente un oblast moscovita.
Qualcuno fa un parallelo con la Guerra di Spagna, che, senza contare gli anni di gravi disordini, dal 1931 instaurazione della repubblica, durò quasi tre anni (dal 17 luglio del 36 all'uno aprile del 39) proprio grazie ai massicci rifornimenti di armi e munizioni che i Repubblicani ricevettero dalla Francia del Fronte Popolare e da Stalin. La Spagna cattolica invece ebbe un notevole apporto da parte dell'Italia fascista (4 divisioni più aerei, carri, cannoni etc) e uno assai minore da parte della Germania nazista (gli aerei della Divisione Condor).
Pensare che l'attuale guerra possa durare tre anni, con un coinvolgimento sempre maggiore della Nato, è pensiero a dir poco inquietante e anche malsano.
Miles
I curdi sono sempre stati nemici acerrimi dei cristiani. Si distinsero per ferocia nel genocidio armeno di poco più di un secolo fa. In epoca successiva si appoggiarono all'Unione Sovietica.
Se si ammazzano tra turchi e curdi, tutti maomettani, quid ad nos?
Appello di Silvana de Mari
https://gloria.tv/post/8DN6FE7Spr6g4ysukecUWUfXs#285
LA GIURISTA ALESSANDRA CHIAVEGATTI: IO STESSA MI DOMANDO IL PERCHÉ LA MAGISTRATURA NON INDAGHI
"Sono sconcertata come voi, pur conoscendo il sistema da quasi 20 anni. Il nostro sistema è organizzato in modo gerarchico, per cui non è più come una volta, dove il pubblico ministero prende una notizia di reato e indaga. Si tratta di sostanze, dal contenuto che si vuole mantenere addirittura segreto, attraverso una farmacovigilanza disincentivata, da chi per legge dovrebbe svolgerla, attraverso la negazione delle morti improvvise e degli eventi avversi, facendo passare come ansiosi e depressi coloro che li hanno subiti in prima persona.
UNA NOTIZIA È CHE SI STA CERCANDO DI CREARE LA SOCIETÀ TRE I, CIOÈ DI ACCORPARE INPS, INAIL E ISTAT, SOTTO LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI. TANTISSIMI ASPETTI DELLA VITA SOCIALE CHE SONO RACCOLTI A FINE STATISTICI E CHE POTRANNO ESSERE UTILIZZATI A FINE AMMINISTRATIVI E DI CONTROLLO
https://gloria.tv/post/toLRHvSCPjxp2SnNYD7zdzaew#250
La NATO sta tentando di spingere la Russia nella sua morsa? L'UE è pericolosamente allenata dai cosiddetti oltranzisti baltici e polacchi invece di lavorare al de-conflitto. Il punto è dare a Putin nuovi pretesti (allargamenti di Kaliningrad/UE) per entrare in guerra con la NATO?... Più che mai vale l'allarme dell'espansione verso est...
"... è bene che questa domanda la facciate alla Svezia e alla Finlandia”..."
E no, ciccio brutto! La domanda va fatta alla Nato e siccome noi siamo nella Nato non è peregrino chiedere ad un membro della Nato, o no?
Quando devono rispondere sorridono.Sorridono e non rispondono.Arriva una domanda che poi a volte sarebbe quasi una preghiera?Non si risponde ed il discorso finisce così .Resta il dubbio che la domanda fosse stupida e non degna di una pur semplice risposta.La verità è che una risposta questi granduomini non ce l'hanno.Non sanno rispondere e tacciono e dietro il loro sorriso sarcastico,ottuso e sornione riecheggia la risposta del marchese Del Grillo :perchè io so io e voi n....
L'amministrazione Biden, di fatto isolata nel mondo, obbliga, in forza della sua (ulteriormente rafforzata) occupazione militare dell'Europa, i paesi europei al cambio di natura della NATO. Non più Organizzazione del trattato nord atlantico ma esercito " dell'occidente " a disposizione degli USA su qualunque campo di battaglia da loro scelto.
In oriente ( vedi Giappone e Australia ) gli "alleati" sono molto prudenti e molto attenti ai propri interessi nazionali, come è giusto.
Fine dell'Europa (Draghi dixit: Nato e UE sono la stessa cosa).
L'unico momento di dibattito, quello nei parlamenti per l'ammissione di Svezia e Finlandia.
Ma, purtroppo, siamo al tempo degli pseudo dibattiti
Gli europei resteranno amorfi, disposti a morire per la folle e fallimentare strategia della banda Biden ?
Paolo Montagnese
Settimane a elogiare Svezia e Finlandia, con le loro donne socialiste al potere che “magari le avessimo noi”.
Poi leggi l’accordo con la Turchia per entrare nella Nato: riconoscere che i curdi sono terroristi e estradarli, accettando di fatto una persecuzione etnica.
Draghistan, così dovrebbero ribattezzare la Italia, che è morta.
Quando parla un vero Ufficiale (non quelli da scrivania) bisognerebbe ascoltarlo….
Gen. C.A. Mario Bertolini, già capo del Comando operativo interforze e presidente dell’associazione paracadutisti italiani, spiega alla Verità e al Messaggero il conflitto tra Russia e Ucraina.
1) Le armi all’Ucraina sono un atto di ostilità, mai visto prima, che rischia di coinvolgerci nella guerra: Bastavano le sanzioni, anche inasprite.
2) Putin non è un pazzo né il nuovo Hitler: “Voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l’Ucraina nella Nato” per non perdere “l’agibilità nel Mar Nero”.
3) Il governo italiano non conta nulla e Di Maio che dà dell’“animale” a Putin “ci taglia fuori da ogni trattativa”, diversamente dalla Francia di Macron.
4) Guai a seguire Zelensky sulla no fly zone, che “significherebbe avere aerei Nato sull’Ucraina e l’incidente inevitabile”. 5) I negoziati non sono un bluff, ma una “dimostrazione di buona volontà delle due parti”.
5) La sconfitta di Putin esiste solo nei nostri sogni e nella propaganda occidentale: la Russia s’è già presa l’Est, collegando Crimea e Donbass; “le grandi città al momento sono state risparmiate e non è partita la caccia a Zelensky” per “precisa volontà” di Mosca, che finora ha limitato al minimo “i bombardamenti dall’alto” per non moltiplicare le stragi e non provocare un “intervento Nato”.
6) Putin non ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia: “Non ho visto missili, ma bengala per illuminare gli obiettivi” degli scontri con gli ucraini lì vicino: le radiazioni avrebbero colpito pure il Donbass e la Russia, che le centrali vuole controllarle, non farle esplodere.
7) Putin non vuole conquistare l’Europa né rifare l’Urss né “governare l’intera Ucraina”, ma “trattare una ricomposizione”: un regime fantoccio sull’intero Paese scatenerebbe anni di guerriglia antirussa. “La Russia vuol essere europea e noi non facciamo che schiacciarla verso Asia e Cina”.
Un successo ucraino è, purtroppo, fuori discussione.
I possibili esiti sono due: una vittoria russa dopo “una lunga guerra”; o un negoziato che i soli mediatori credibili – Israele, Francia, Cina e Turchia – possono favorire se aiutano le due parti a trattare con reciproche concessioni anziché “istigarle a proseguire” nella guerra.
Questa è la verità e non quella paventata dai vari pseudo giornalai che vogliono far passare, ad ogni costo, il presidente Ucraino come il nuovo Che Guevara europeo, sacrificando anche la popolazione benché inerme e incolpevole.
Molte affermazioni dell'intervento del gen. Bertolini sono condivisibili.
Ieri c'è stato il fatto nuovo dell'annunciato ritiro dei russi dall'Isola dei Serpenti, scoglio strategico nel Mar Nero. Come atto di buona volontà per favorire i negoziati sullo sblocco del grano ucraino via mare, hanno detto i russi.
C'è però una più valida spiegazione militare, ben illustrata da De Feo, giornalista che commenta con competenza la guerra per Repubblica. Le nuove armi a lunga gittata date agli ucraini, missili Harpoon e lanciarazzi americani molto precisi, hanno cominciato a bersagliare l'isola, piccolissima, priva di adeguati ricoveri, rendendo la vita impossibile sia alle unità da guerra russe ivi stazionate sia alla guarnigione russa. Questa, probabilmente, la vera causa del ritiro.
Torna a farsi sentire la superiorità tecnologica occidentale, messa generosamente a disposizione degli ucraini.
Questo successo rafforzerà il partito di coloro che insistono nel credere possibile una vittoria ucraina, tale da mettere in ginocchio la Russia.
Rafforzerà purtroppo il partito della guerra ad oltranza, che è quello che vuole l'esaltato ed incompetente Biden, il partito che sta conducendo noi tutti verso la catastrofe di una guerra europea contro la Russia (Deus dementat quos perdere vult).
L'opposizione in Italia ("alleati non servi") dovrebbe chiedere a Draghi un impegno preciso sul fine della guerra, nero su bianco, da mandare a Washington. Cioè: l'Italia appoggia una guerra difensiva per L'Ucraina, fatta cioè per difendere l'Ucraina intera dall'occupazione russa. Non vuole appoggiare una guerra che miri a cambiare il regime in Russia, che da difensiva si trasformi in offensiva contro lo Stato russo come tale.
L'Italia chiede anche che al più presto si congeli questa guerra con l'inizio di seri negoziati per trovare una soluzione diplomatica e sbloccare l'export agricolo.
Per ora, questa sarebbe già una presa di posizione coraggiosa, date le circostanze. E collegata realisticamente alle vicende sul terreno.
Miles
Pieni poteri alla Polizia Europea sui cittadini italiani. Cadono i limiti imposti dalle leggi nazionali
L’Europol è l’agenzia UE che coordina le polizie dei Paesi Membri in caso di indagini relative al crimine organizzato di portata internazionale. Essendo un’attività di sicurezza governativa, l’Europol non è soggetta alle leggi sulla privacy digitale codificate nel GDPR. Vi sono però alcune limitazioni che dovrebbero quanto meno tutelare i cittadini da eventuali abusi. Limitazioni garantite anche dal Data Subject Categorisation (DSC), il quale è appena stato, di fatto, archiviato. Come spesso accade nelle alte sfere europee, nel silenzio generale, il 27 giugno 2022 il Parlamento ed il Consiglio UE si sono mossi per formalizzare un emendamento che è immediatamente entrato in vigore. Tale modifica ha decretato un sostanzioso aumento dei poteri dell’Europol, entità che in passato era peraltro finita nel mirino dello European Data Protection Supervisor (EDPS), l’autorità di sorveglianza indipendente che vigila sulla tutela della privacy da parte delle istituzioni europee.
La denuncia dell’autorità di controllo
Come riporta L’Indipendente, lo scorso gennaio, proprio l’EDPS aveva denunciato una gestione “allegra” dei dati da parte dell’Europol, asserendo che il loro modus operandi fosse contrario alle norme di legge. L’agenzia poliziesca, infatti, avrebbe preservato illegalmente nei propri archivi le informazioni di soggetti non coinvolti nei crimini al centro delle indagini. Successivamente l’organo di vigilanza aveva imposto che le informazioni raccolte venissero scremate e regolarizzate nell’arco di dodici mesi, pena la cancellazione coatta di quanto contenuto sui server.
Grazie al recente emendamento, l’Unione Europea ha letteralmente preso due piccioni con una fava. Con l’approvazione, infatti, ha annullato i presupposti su cui si appoggiava la decisione dell’EDPS, ed ha anche provveduto a intensificare considerevolmente l’efficienza della sorveglianza poliziesca. Allo stato attuale l’Europol può trattare i dati dei non indagati al pari di coloro che hanno legami con la malavita e per di più questa variazione ha valore retroattivo, andando ad annullare di fatto l’ordine di adeguamento.
https://www.ilparagone.it/attualita/pieni-poteri-alla-polizia-europea-sui-cittadini-italiani-cadono-i-limiti-imposti-dalle-leggi-nazionali/
Cerco di rispondere a Miles, le notizie sul rafforzamento in tutta UE della già opprimente supremazia USA circola per ogni dove, non solo da Blondet et similia, basi allargate in Italia, Spagna e in tutto il Mediterraneo, secondo il sito Pangea, dragonball sta cercando di entrare nell'esclusivo club Five, cioè il controllo spionistico totalmente in mani americane, di tutta Europa ed oltre, la misura con cui siamo considerati oltre oceano sta nel fatto che non sia neppure stato nominato l'ambasciatore ufficiale USA a Roma, abbiamo un funzionario che ne fa le veci, in piccioli non siamo padroni neanche di respirare senza il permesso degli yankees, io non ci vedo un potenziamento delle nostre difese, la UE si è consegnata inginocchiandosi a Biden e sarà la nostra rovina, poi i poteri conferiti al sultano non mi fanno certo dormire sonni tranquilli, caldo afoso a parte, di combattenti pro Islam ne abbiamo........
"Io non ci vedo un potenziamento delle nostre difese.."
I missili antimissili serviranno a proteggere alcune nostre basi nato, tipo Sigonella, Aviano etc. Al momento non li abbiamo quindi sono oggettivamente un potenziamento delle nostre difese.
Avendo accettato o ricevuto il comando operativo del fronte Sud della Nato, che ora è in Romania e Bulgaria, l'Italia diventa inevitabilmente "retrovia" di quel fronte, nel senso che unità di pronto intervento e strutture logistiche ad hoc dovranno adesso stazionare in Italia.
I militari fanno il loro lavoro, eseguono gli ordini. Sono i politici che dovrebbero prendere le iniziative utili al Paese.
Che questo coinvolgimento nella guerra sia sbagliato l'ho sempre detto, come ho sempre fatto presente che bisognerebbe bloccare la guerra con iniziative di pace serie.
Ma far passare l'aumento di truppe in Italia come "occupazione" non risponde alla natura dei fatti.
Miles
Operazione oscena: Curdi trattati come merce di scambio e qui, nel bel mezzo del disastro, spunta l'accelerazione della cittadinanza ai futuri elettori di Pd e soci, che intanto sono allegramente organizzati in baby gang.
Mai qualcosa che vada a favore degli italiani. Sia mai!
ENRICO È MORTO, VIVA MATTEI...
Eni stipula il primo contratto di acquisto di petrolio grezzo dal governo russo Il 4 dicembre 1958.
Il greggio viene "scambiato" con prodotti Eni.
Nel caso specifico la merce scambiata è gomma sintetica, prodotta dallo stabilimento Anic di Ravenna (5mila tonnellate di gomma contro 800mila tonnellate di petrolio).
L’anno successivo il contratto viene ampliato: 10mila tonnellate di gomma contro un milione di tonnellate di greggio.
Nel 1960 la situazione politica internazionale registrava ulteriori tensioni sul fronte della "guerra fredda" tra il mondo occidentale, gli Usa capofila, e l’unione Sovietica.
Mattei non se ne cura e partecipa attivamente a organizzare il viaggio del Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, a Mosca con grande sconcerto tra le fila del partito di maggioranza, la Dc, e negli ambienti ecclesiastici.
L’ente statale sovietico per le esportazioni, chiede a Eni di partecipare alla costruzione dell’oleodotto Caucaso-Mare del Nord.
Il Governo sovietico (che in quell’anno produceva 414mila tonnellate al giorno di petrolio) si dichiara disposto a fornire, in 4 anni, 12milioni di tonnellate di greggio (per avere un ordine di grandezza, nello stesso periodo i campi petroliferi Eni in Egitto ne fornivano 1milione/anno, quelli dell’Iran 2milioni di tonnellate/anno), contro:
50 mila tonnellate di gomma sintetica
240mila tonnellate di tubi di acciaio per oleodotto, forniti da Finsider
pompe, saracinesche e compressori per oleodotti.
L’accordo viene siglato da Enrico Mattei l’11 ottobre 1960 con il Ministro per il Commercio estero, Potolicev.
Il greggio russo viene valorizzato a 0,67 centesimi di dollaro a barile, contro il prezzo di listino di 1,59 dollari a barile.
Il vantaggioso e consistente sconto permette a Eni di abbassare di 2 lire il prezzo della benzina.
L’accordo suscita forti reazioni negative da parte Usa.
Il New York Times, nel novembre del 1960, accusa il presidente Eni "di non mantenere i patti stipulati nel dopoguerra, di avere rotto gli equilibri del mercato dei prodotti petroliferi, scavalcando e danneggiando con la sua egoistica autonomia non solo gli interessi delle grandi Compagnie ma anche di avere compromesso futuri equilibri politici".
Il 27 ottobre 1962 moriva nel cielo di Bascapè, nel Pavese, Enrico Mattei.
La morte di Mattei e l’esplosione dell’aereo su cui viaggiava insieme al pilota e a un giornalista americano resta un mistero irrisolto nella storia della Repubblica su cui non si è mai voluto indagare a fondo
Del resto Enrico Mattei aveva capito che bisognava uscire dal cartello delle sette sorelle, dal controllo che esercitavano sul mercato dell'energia, già al tempo.
Nessuno più ebbe il coraggio di avanzare quanto lui aveva pensato, la storia poi arriva ad oggi, ad un paese schiavo per non aver voluto alzare la testa.
Enrico Mattei era ragioniere, a vent'anni intraprese la carriera dirigenziale in una piccola azienda dov'era entrato come operaio, ma aveva quello che oggi è mancato ad ogni politico che gli si è succeduto, la visione ed il coraggio.
Il capo dell'Eni avrebbe dovuto incontrare, di lì a pochi giorni, l'amministrazione Kennedy per ridisegnare quella mappa energetica mondiale che lui, come un corsaro del petrolio, aveva scompaginato sia con gli accordi con i paesi arabi sia con l'Urss.
Mosse che i grandi del settore non potevano tollerare.
Indipendenza energetica significa indipendenza economica, che significa a sua volta indipendenza politica
Porta il gas con le bombole, vende l’idrogeno derivato dal metano alle aziende di fertilizzanti, facendone crollare i prezzi del 70% e permettendo a chiunque di coltivare campi.
Abbassa anche il prezzo della benzina, mettendo in crisi la Edison e la Montecatini
Nel 1952 fonda l’Eni e trasforma la vita degli italiani.
Mattei ha la visione di un’Italia che rialza la testa dopo la guerra e che va avanti sulle proprie gambe, senza dover rendere conto a nessuno...
A parte che è stato un gran uomo ma qua su si disegna in modo limpido l'inizio della fine. Ed è così non solo nel campo energetico.
Peccato che non ne abbiamo avuti più di uomini così legati al bene dell'Italia, solo dei burattini manovrati dai colonialisti e ci hanno ridotto una misera colonia. Non siamo più padroni di niente nemmeno dells nostra cultura identità del nostro credo, tradizione e morale.
NON È LA NATO IL NOSTRO OMBRELLO. SIAMO NOI ITALIANI L'OMBRELLO DELLA NATO
Chiedo venia per portare notizie funeste, ma a tutti quelli che continuano a dire di "Sentirsi Protetti Sotto l'Ombrello Della Nato" temo sia necessario rivelare un'amara verità.
Cari amici, non abbiatevene a male, però non avete capito bene.
Noi non siamo "sotto l'ombrello della Nato".
Noi SIAMO l'ombrello della Nato.
E casomai non foste adusi all'utilizzo dei parapioggia, mi corre l'obbligo ricordarvi che l'ombrello è proprio la parte che si prende tutta la pioggia.
Dunque, cari amici, davvero vi "sentite sicuri" grazie al fatto che in Italia abbiamo 60 basi militari americane con 70 testate nucleari, sufficienti a cancellare l'Europa dalla faccia della terra?
Ecco, prendete una cartina geografica. Come potete notare, l'Italia è la portaerei Nato in Europa, che si protende ad Est verso la Russia e a Sud verso il Nord-Africa e il Medio-Oriente. Siamo dunque la prima linea del fronte rispetto a qualunque conflitto in cui davvero la Nato sia chiamata ad agire.
Se, come al solito, si tratta solo di sganciare un po' di "bombe intelligenti" (ed educate) sulle città libiche o irachene o serbe, niente paura, salvo esserci prenotati un posto nel girone degli ipocriti senza vergogna, per il resto non corriamo altri rischi.
Ma il giorno in cui dovesse scoppiare una guerra vera, di quelle per cui la Nato sarebbe stata istituita, il territorio italiano, e nello specifico le basi militari USA, con atomiche annesse, sarebbero il PRIMO obiettivo ad essere colpito, perché rappresentano la prima minaccia nei confronti di un eventuale nemico.
Una volta trasformati in un deserto nuclearizzato, avremo però la significativa soddisfazione di aver protetto, come valente parapioggia, il nostro "alleato" americano all'altro estremo del pianeta, che avrà così agio e tempo per allertare le proprie difese territoriali.
E siate lieti che la gratitudine americana non mancherà di esprimersi: ad Hollywood faranno per anni bellissimi film in nostra memoria (e c'è già chi mormora di Nicolas Cage nei panni di Draghi e Morgan Freeman in quelli di Mattarella).
Andrea Z.
Chiudo la corrispondenza con Miles che ringrazio per lo spazio dedicatomi, sono d'accordo con lui sia sull'essere contro la guerra che sullo stomachevole servilismo dei nostri 'politici' nei confronti degli USA, resto della mia idea sul fatto che siamo occupati di fatto e costretti a servaggio militare dagli americani e la cosa non mi va proprio giù per niente, quanto a quello che scrive Andrea Z. qui sopra, secondo le informazioni non mie, ma di Dinucci, le testate nucleari sono come minimo 120 e con questo ho finito.
Ma la tanto sbandierata legge contro l'odio fortemente voluta dalla sempre presente in aula senatrice Segre vale solo per lei?... esiste ancora?.. perché si stanno leggendo delle cose schifosissime contro una donna, Augusta Montaruli deputata di FdI, contro i suoi genitori sordomuti di cui, tra l'altro, uno deceduto e nessuno interviene....
Forse perché gli autori di tali mostruose offese sono i sinistri e quindi è lecito?...forse perché il bersaglio di tali schifosissime offese è una donna di destra e allora va tutto bene?....
Gli Americani "debbono" avere un nemico su cui scaricare la voglia di menar le mani e di sparare. Una situazione che trovano ancora fattibile perché hanno avuto sempre davanti avversati che sovrastavano. Sono i più forti nel mondo e lo sanno. Ma non sono più forti del mondo e non lo sanno.
Massimo Valentini
"Servaggio militare" e alleanza pari a pari
Lo stare nell'alleanza da succubi e servi ha comunque poco a vedere con il dislocamento di queste nuove truppe (di pronto intervento) in Italia,
dovuto soprattutto al fatto che ora, con la guerra in Ucraina, l'Italia diventa retrovia strategica del fronte sud della Nato (Romania, Bulgaria) del quale per di più l'Italia ha al momento il comando.
In ogni alleanza c'è chi comanda e chi subisce. Non farsi comandare in modo eccessivo dipende da vari fattori, in primis dalla capacità di farsi rispettare. Di questa i nostri democratici governanti non abbondano, come è noto. Dopo la morte di Stalin (1953) e l'inizio del c.d. "disgelo" con la Russia, i nostri governanti, per farsi rispettare, avrebbero dovuto porre il problema di Camp Darby, la base americana tra Pisa e Livorno, dagli USA occupata, a quanto se ne sa, ancora oggi per diritto di conquista. Si sarebbe dovuto pretendere un regolare contratto di affitto, rinnovabile automaticamente ogni tanti anni, magari al prezzo simbolico di una lira o un dollaro. L'importante era (ed è) riaffermare la nostra sovranità, che era l'Italia a concedere la base agli americani.
Con la nascita dell'Unione Europea ancor meno si fa valere la giusta pretesa di affermare la sovranità nazionale dove deve esser legittimamente affermata. Intanto i francesi per l'ennesima volta non si sono smentiti, dandoci un bello schiaffo con il negare l'estradizione ai criminali terroristi rossi degli anni Settanta, comodamente sistemati a casa loro, anche se questa sembra esser stata più una decisione della magistratura sinistroide che del governo francese.
Nel 1982 scoppiò la guerra tra Argentina e Gran Bretagna per il possesso delle Isole Malvine (che i Britannici chiamano Falkland)
Il mondo occidentale, prima impose le sanzioni economiche contro l'Argentina e dopo appoggiò militarmente la Gran Bretagna.
Dallo schieramento occidentale si defilò l'Italia 🇮🇹 e benché Gran Bretagna e Usa fossero furiosi contro il nostro Paese, l'allora Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini, giustificò la scelta italiana sulla base del primario interesse del popolo italiano a rimanere fuori dal conflitto (il 50% degli Argentini è di origine italiana).
Al mondo occidentale non restò che accettare la scelta dell'Italia. Un Italia che per tutto il conflitto continuò a mantenere rapporti economico e diplomatici con l'Argentina.
Era un'Italia quella, che faceva valere il suo peso, il suo passato e la sua sovranità. L'Italia di oggi purtroppo è in mano ad affaristi senza scrupoli.
La Guerra delle Falkland/Malvine e il disimpegno italiano - Corsi e ricorsi.
L'Italia non si disimpegnò subito. L'Argentina (era quella dei generali) attaccò le isole senza dichiarazione di guerra, a freddo. Anche noi ci schierammo inizialmente con gli inglesi, di fronte alla palese violazione argentina del diritto internazionale. I politici argentini e anche la loro opinione pubblica ci accusavano di ingratitudine perché nella II gm l'Argentina (di Perón) era stato praticamente l'unico Stato sudamericano a non dichiararci guerra, cosa che aveva mandato in bestia gli Stati Uniti e gli inglesi. Si trattava della applicazione della politica della "crociata delle democrazie", come si sta cercando di fare oggi contro la Russia. Dopo la guerra l'Argentina ci aveva anche mandato una nave carica di grano, gratis, fra gli insulti di tutto l'Antifascismo italiano, tanto per cambiare.
Mi sembra che al governo ci fosse Craxi? Ma forse era Spadolini.
Gli inglesi avevano dichiarato un'ampia zona militare attorno alle Falkland però silurarono e affondarono un incrociatore argentino (ex-usa) al di fuori di questa zona, il che provocò vivaci reazioni, visto che centinaia di marinai erano affogati. Mi sembra che a quel punto il governo italiano abbia colto l'occasione per tirarsi fuori.
Fummo comunque accusati sulla stampa internazionale di non opporci all'illegalità fra Stati e di non sostenere gli alleati nato illegalmente attaccati e da un regime dittatoriale.
Così mi ricordo. Insomma, ci trovavamo in una posizione scomoda e non per colpa nostra. Il governo fece del suo meglio, ma non riuscì a salvarsi dall'accusa di essere noi il Paese che al dunque si sfila dalle alleanze. L'accusa è in realtà una stereotipo che andrebbe rivisto.
Per tornare al drammatico presente: uscire dalla Nato è impossibile, per tanti motivi. Potremmo però pretendere che si definissero con precisione gli obbiettivi di questa guerra (Kissinger), lavorando sul concetto di guerra giusta o ingiusta. Giusta: se per difendere l'Ucraina dall'attacco russo + cessate il fuoco + negoziati seri per uscirne, possibilmente realistici. Ingiusta : se per distruggere la Russia e far crollare il regime, un'impostazione demenziale che può solo portarci alla rovina.
INsomma : restiamo fedeli all'Alleanza ma non accettiamo che sia coinvolta in una guerra sbagliata che ci porti alla rovina (era lo stesso problema che nel 1914 e nel 1939 si presentò alle classi dirigenti italiane - la storia si ripete, Vico, e i vasi di coccio rischiano come sempre di essere stritolati).
H.
Alessandro Orsini
Alla fine della fiera, molti guerrafondai italiani chiederanno di fare un bel po' di concessioni a Putin non per pietà verso i bambini ucraini, come chiedevo all'inizio del conflitto, ma perché le bollette saranno troppo care. Mai conosciuto un guerrafondaio con un briciolo di dignità (e nemmeno di umanità).
Che cosa fare?
La stessa feroce determinazione con cui Draghi ha cercato i voti in Parlamento per avere le mani libere nell'invio delle armi pesanti in Ucraina devono averla i pacifisti nel rimanere uniti e non stancarsi mai di dire che la Nato e l'Unione Europea promuovono politiche di morte in Ucraina. La Nato e l'Unione Europea non hanno mai lavorato per la pace e non intendono farlo nei prossimi dieci anni come emerge dall'ultimo documento della Nato approvato a Madrid il 29 giugno. Nel documento della Nato è scritto: "Russia bears full responsibility for this humanitarian catastrophe" ovvero "la Russia porta la piena responsabilità di questa catastrofe umanitaria". Ipocriti, ma quale "piena responsabilità". La Nato e l'Unione Europea sono corresponsabili di questo massacro.
Dire "la Nato" è astratto, il vero protagonista della sbagliata politica di espansione ad Est e di colpi di Stato in Ucraina è stato l'America.
Troppo forte è la sproporzione tra USA e il resto dell'alleanza sul piano militare, oltre che economico. Nessuno Stato ha il coraggio di opporsi.
Proporre come trattativa a Putin di ritirare tutte le sue truppe dall'Ucraina è semplicemente ridicolo. Le vere trattative si fanno avanzando proposte serie e credibili; le trattative finte, in cui Draghi è un maestro, si fanno prendendo in giro gli italiani. Tutte le volte che Draghi afferma che la Russia deve ritirare i soldati dall'Ucraina per avviare una trattaiva ci prende in giro giacché una simile proposta non corrisponde alla logica della trattativa, bensì a quella della guerra. Draghi è un guerrafondaio, un uomo di guerra, che finge di volere la pace. Mentre Draghi ci prende in giro, gli ucraini vengono massacrati affinché la Nato possa continuare ad avanzare ai confini della Russia con l'inclusione della Finlandia che pone le premesse per un nuovo conflitto. Grazie, governo Draghi, per tutti questi ucraini che contribuisci a far massacrare. Grazie, governo Draghi, per il futuro di morte che stai organizzando per i nostri figli.
@ A.4 luglio h.10.53
Giusto, nessuno stato ha il coraggio di opporsi, ma così facendo corriamo verso un suicidio di massa, lungi da me il difendere l'operato di WP, ma trovo molto peggiore il comportamento di VZ, che se ne frega altamente del suo popolo che viene bellamente massacrato, che poi vinca la guerra...... ho più possibilità io di vincere un Oscar, dragonball con l'assenso consenso tacito dei nostri pavidi polliticanti, non è un errore, sta facendo carta straccia di quel che resta del paese, quando avrà liquidato il poco che resta, andrà a presiedere qualche inutile carica prestigiosa, intanto mente a Piombino si danno da fare per protestare contro l'arrivo della nave col gas liquido, a Ravenna, tomo tomo, cacchio cacchio, è arrivata una super nave, trivellazioni sospese, faccio notare che a Ferrara esiste da decenni un degassificatore nell'entroterra, insomma è come avere 2 bombe atomiche sotto al c*** e far finta di niente, qualche isolato eroe in ER ha sussurrato qualcosa, ma pare che i vertici pdioti approvino e quindi......
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