Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 26 novembre 2022

Mons. Mutsaerts lascia il processo sinodale

Qui l'indice articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità. Mons. Robert Mutsaerts è vescovo ausiliare della diocesi di Bois-le-Duc ('s-Hertogenbosch in fiammingo), nel Brabante, dal 2010. Si è sempre mostrato fermamente conservatore e ha già dichiarato pubblicamente la sua opposizione a diverse derive attuali. In occasione della pubblicazione dell'Instrumentum laboris per la fase continentale del sinodo in corso, e della sua presentazione da parte del cardinale Mario Grech, lo scorso 27 ottobre, ha reagito con forza [vedi anche].

Mons. Mutsaerts lascia il processo sinodale

Ascoltare tutti

Il primo rimprovero fatto al documento – e al porporato – è di ascoltare "tutti". Spiega che "i contorni del processo sinodale si fanno sempre più netti. Questo serve da megafono per opinioni non conformi all'insegnamento della Chiesa" per condurre alla "Chiesa sinodale (…) 'per offrire all'umanità un modo di essere e di vivere in cui tutti possano sentirsi inclusi e protagonisti' (Cardinale Grech)".

"Ma chi si sente escluso?" chiede il vescovo. E citando il § 39 del documento: "Coloro che, a vario titolo, avvertono una tensione tra l'appartenenza alla Chiesa e l'esperienza dei propri rapporti affettivi, ad esempio: divorziati risposati, famiglie monoparentali, persone che vivono in un matrimonio poligamo, persone LGBTQ, ecc."

"Tutti coloro, insomma, che non sono d'accordo con gli insegnamenti della Chiesa cattolica", prosegue il presule. "Il documento di lavoro sembra proporre di redigere un elenco di reclami e poi discuterne. La missione della Chiesa è ben diversa. (…) Nostro Signore ci ha lasciato un comandamento ben diverso: annunciare la verità; è la verità che vi renderà liberi".

Questo è del resto il motto di mons. Mutsaerts: "Veritas vos liberavit". E aggiunge con stupore che "colpisce particolarmente l'osservazione secondo cui la Chiesa non presta attenzione alla poligamia". E insinua di proposito: "Si noti tra l'altro che il documento non presta attenzione ai tradizionalisti, che pure si sentono esclusi e lo sono stati anche letteralmente".

"Si potrebbe quasi dire che è blasfemo"
Poi arriva un profondo rimprovero: "il processo sinodale oggi è più una questione di esperienza sociologica, e ha poco a che fare con lo Spirito Santo, qui ritenuto capace di farsi sentire attraverso qualsiasi rumore. Un simile approccio può quasi essere definito blasfemo". – Secondo noi, il "quasi" sarebbe di troppo.

Se ne dà la motivazione: "Quello che sta diventando sempre più evidente è che il processo sinodale servirà a cambiare alcune posizioni nella Chiesa, e per finire, lo Spirito Santo stesso sarà gettato nella mischia come promotore di idee nuove, quando lungo i secoli lo Spirito Santo ne ha soffiato l'esatto contrario".

Aggiunge ancora con finezza: "Ci lamentiamo perché la Chiesa non accetta i punti di vista di queste persone. Tuttavia, questo non è del tutto corretto. I vescovi fiamminghi e tedeschi hanno fatto molta strada con loro, il che alla fine è ancora più tragico. Non vogliono più chiamare il peccato, peccato".

I vescovi confinati solo al ruolo di accondiscendenti
Dopo aver rilevato che punti di dottrina definitivamente stabiliti sono stati messi in discussione in modo inutile, Mons. Mutsaerts spiega che "nel campo della politica si rischia di discutere di tutto. Non è lo stesso nella Chiesa. La dottrina della Chiesa non dipende dal tempo o dal luogo. Ma il documento di lavoro sembra davvero voler mettere tutto in discussione".

Cita a sostegno il § 60 dell'Instrumentum laboris: "L'appello per una conversione della cultura ecclesiale, per la salvezza del mondo, è concretamente legato alla possibilità di instaurare una nuova cultura, con nuove pratiche, strutture e abitudini".

Lo stesso paragrafo descrive il ruolo dei vescovi in questo processo: "I vescovi sono invitati a individuare le modalità adeguate per svolgere il loro compito di convalidare e approvare il Documento finale, facendo in modo che esso sia il frutto di un cammino autenticamente sinodale, rispettoso della processo avvenuto e fedele alle diverse voci espresse dal Popolo di Dio in ogni continente".

Il pastore si indigna. "Ovviamente la funzione episcopale si riduce alla semplice realizzazione di quello che rappresenterà, alla fine, il massimo comune denominatore frutto di una sorta di sorteggio di opinioni. La fase finale del processo sinodale non può che portare a una corsa al successo".

E conclude molto giustamente con questo punto: "Possiamo affermare oggi che tutti coloro che non hanno ottenuto ciò che volevano si lamenteranno di essere stati esclusi. È per sua natura una formula che porta al disastro. Se ognuno ottiene ciò che vuole - cosa che in realtà non è possibile – il disastro sarà completo. La Chiesa allora avrà rinnegato se stessa, e avrà devastato la sua identità".

Un'accusa contro il segretario generale del Sinodo
Il vescovo ausiliare regola i conti finali con il Segretario del processo sinodale e la sua concezione del Sinodo: "Durante la presentazione del documento di lavoro, il cardinale Grech è andato davvero oltre i limiti affermando che il compito della Chiesa è di agire come amplificatore di qualsiasi rumore proveniente dalla Chiesa, anche se questo rumore contraddice direttamente ciò che la Chiesa ha sempre proclamato".

E ricorda che "era diverso in passato. Al tempo della Controriforma, la Chiesa non lasciava spazio alla mancanza di chiarezza nell'espressione delle sue posizioni. Puoi convincere le persone difendendo la fede cattolica in modo ragionato e con piena convinzione. Non convinci nessuno semplicemente ascoltando e lasciandolo fare".

Conclusione
Prima di concludere, Mons. Mutsaerts dice: "una cosa mi salta all'occhio. Dio è al di fuori della portata di questo straziante processo sinodale. Lo Spirito Santo non ha assolutamente nulla a che fare con questo".

E descrive cosa, in realtà, costituisce il processo: "Tra i protagonisti di questo processo ci sono, a mio avviso, un po' troppi difensori del matrimonio omosessuale, individui che non pensano davvero che l'aborto sia un problema e che non si mostrano mai essere i veri difensori del ricco patrimonio di fede della Chiesa; e che vogliono soprattutto essere amati dal loro entourage mondano".

Infine conclude: "La gente vuole risposte giuste e rette. Non vogliono tornare a casa appesantiti da altre domande. Ciò si traduce nell'impedire alle persone di ottenere la salvezza. Nel frattempo, da parte mia, ho abbandonato il processo sinodale".

Possa l'esempio di Mond. Mutsaerts guidare tanti altri vescovi a fermare il processo sinodale, che sarebbe meglio definire infernale. (Fonte: FSSPX.Actualités)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mons. Robert Moutsaert, olandese, rincuora l'anima appesantita dalle troppe parole e dai troppi pensieri mondani che hanno affossato la Parola di Dio nella Sua Chiesa.

Anonimo ha detto...

Ma in Olanda esistono ancora dei cristiani?

Catholicus ha detto...

Due articoli imperdibili, uno migliore dell’altro : il complotto pandemico-vaccinista eil dispiegamento delle eresie del Concilio Vaticano secondo con il magistero bergogliano, dopo 60 anni di manipolazione e falsificazione della fede cattolica bimillenaria :
http://lascuredielia.blogspot.com/2022/11/sorella-morte-subitanea-etimprovisa.html?m=1
https://www.aldomariavalli.it/2022/11/25/analisi-ecco-perche-francesco-e-cio-che-ci-meritiamo-per-aver-tollerato-gli-errori-del-vaticano-ii/

Murmex ha detto...

si, esistono. Per es. c' è mons Gert Stuyver , prete e fedeli. E anche una scuola, mi pare.