Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 25 aprile 2015

Spigolature. L'eternità

L’eternità non è la fine del tempo, ma il fine del tempo, perché rappresenta la qualità, il senso del tempo stesso.
Poiché “la risurrezione della carne è storia integrata e trasformata, ogni attimo di questa storia riceve un incomparabile significato. Chi crede nella risurrezione, crede nella preziosità di ogni attimo della vita terrena. Non disprezza la vita, non cerca vie di fuga, bensì conosce il peso del tempo” 
La vita eterna ci è donata come grazia, che è la giovinezza eterna di Dio, la giovinezza soprannaturale comunicataci come remissione dei peccati e vittoria sulla morte, da quel Dio che “rinnova e allieta la nostra giovinezza come quella dell’aquila”, perché vuole trasferirci nella sua eternità: “Lievi si spengono i flutti del giorno / sulla spiaggia eterna”. Per cui “davvero il mio destino è nella mente di Dio. Là io vorrei vedermi, contratto, già presente, e non ancora tutto presente. Vedermi in Dio, dicono i mistici. Che formula... noi camminiamo tastoni verso un avvenire che esiste già non nella struttura di questo mondo, ma nella mente di Dio” (J. Guitton)

6 commenti:

Franco ha detto...

Per molti anni ho cercato una prova dell'immortalità dell'anima che fosse convincente e "spendibile". Quella basata sulla semplicità, da cui indistruttibilità, per me non lo era. Finalmente verso il 1990 l'ho trovata in una commedia inglese trasmessa per radio ( "In un verde giardino" ) in cui si dava voce alle persone che comparivano in una vecchia foto. Ecco l'illuminazione: come ogni minimo essere, foss'anche un filo d'erba o un fiore, viene "eternato"in una foto ( e non è un miracolo, o meglio lo è, ma noi ottusi non ce ne accorgiamo ) così tutto rimane
eternato nella mente di Dio. L'analogia
funziona ancora meglio con il cinema ( che coglie l"attimo fuggente" ) e con l'informatica: tutto quello che mettiamo in rete può rimanerci per sempre. Il che comporta conseguenze di una portata enorme: nulla è perduto di quello di buono e di bello che abbiamo vissuto, nessuna cattiva azione svanisce, anche se minima... per cui i peccati non possono essere solo dimenticati: devono essere "riparati" nel senso di "controbilanciati" da congrue penitenze e buone opere per noi onerose.
Paradossalmente proprio le nuove tecnologie di comunicazione informatica e di "salvataggio" dei dati possono fornirci analogie per riproporre in forma aggiornatissima concetti teologici come la conservazione di ogni cosa e di ogni fatto nel cosmo trasfigurato e la Comunione dei Santi come circolazione a distanza di informazioni ed energie. Del resto la finale visione di Dio nel
"Paradiso"di Dante che altro è se non una
visione informatica?
Certo è una cosa grande e impegnativa sapere
che tutto rimane eternamente conservato in
Dio.

RIC ha detto...

Nell'infelice ricorrenza (grazie a Dio gia' passata) del 25 aprile trascrivo il link ad un articolo di Mastino che elenca i nomi di molti sacerdoti trucidati dai partigiani comunisti. Beato Rolando Riva ora pro nobis

http://www.papalepapale.com/cucciamastino/senza-categoria/i-rimossi-la-lista-dei-sacerdoti-trucidati-dai-partigiani-comunisti/

seraafino ha detto...

AMICO Franco,
per favore, sia cosciente che ciò che Lei propone sono solo analogie.Ed analogie, in definitiva "terminologiche". Ed analogie dettate da una sorta di "adattamento" alle categorie della cultura corrente. ATTENZIONE!. In sè e per se stesso, NON è un male. Corre il rischio di diventarlo, un male, se, ad un certo punto, magari anche inavvertitamente, Lei non solo si convincesse che, oltre ad un fatto, appunto, terminologico, sia, la sua elaborazione, una scoperta "sostanziale", ma cercasse di "fare proseliti" a tale interpretazione. NON DICO che, a priori, sia sbagliata. Dico che:
a)decidere della correttezza e della rispondenza sostanziale, non tocca a noi, ma alla Chiesa;
b)sono convinto che, ricerche e riflessioni più approfondite, potranno mettere (e già se ne vedono le avvisaglie) in profonda crisi le categorie della cultura moderna. Legarsi troppo ad esse, ripeto, se NON come mero artificio linguistico, espone al rischio d'essere coinvolto in quella stessa profonda crisi.

irina ha detto...

Queste due dimensioni,dello spazio e del tempo, che abitualmente sperimentiamo nella successione del momento dopo momento, del passo dopo passo contengono in se stesse altri aspetti di cui poco si parla, ad esempio la continuità nel tempo e la stabilità nel luogo. Questi due aspetti furono riconosciuti, fin dalla antichità, come strade maestre verso la scoperta della vera essenza della dimensione spazio temporale.Questa infatti può introdurre nella eternità accompagnata dall'umiltà, dall'amore, dalla libertà dell'uomo e accolta dalla Giustizia, dalla Misericordia e dalla Grazia di Dio. Riflessi umani di quanto detto li si trovano nelle esperienze di bilocazione che molti Santi ebbero. Il corpo è qui e altrove in un tempo che non è qullo dell'orologio. Padre Pio,alcune sue discepole sono esempi. In questi casi le due dimensioni sembrano quasi fuse in una sola. Questa unica dimensione misteriosa forse ha un po'la caratteristica del pensiero di Dio, mobile e fisso.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Plus je vieillis, plus je m’en tiens à la lettre de l’Évangile, qui surpasse tous les commentaires, qui ne sont souvent que l’occasion d’étaler sa vanité et son ignorance : « Jésus donc dit aux douze : Et vous, ne voulez-vous pas aussi vous en aller ? Simon Pierre lui répondit : Seigneur, à qui irions-nous ? Tu as les paroles de la vie éternelle » (S. Jean, VI, 68).

mic ha detto...

Che formula... noi camminiamo tastoni verso un avvenire che esiste già non nella struttura di questo mondo, ma nella mente di Dio

"Rimanere" nella volontà di Dio, fa sì che nella struttura di questo mondo si realizzi ciò che da Lui è pensato.