Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 23 aprile 2015

Expo: le religioni si interrogano sul "menù della felicità"

Leggo su Zenit una notizia di oggi 23 aprile.
Expo: le religioni si interrogano sul "menù della felicità". In vista dell'evento di Milano, cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani e induisti a confronto in una tavola rotonda sulla cultura del cibo. Beh non potendo le fedi dialogare e trovarsi d'accordo sul rapporto con Dio, e col Suo Cristo, da cui ogni altro rapporto prende vita e significato, si conia lo slogan "menù della felicità" si tira in balla la distribuzione non equa delle risorse e la questione del cibo in tutte le salse. Il redattore di Zenit commenta: Il cibo, in tutte le riflessioni, assume un significato profondo: permette di riscoprire il rapporto con se stessi, con gli altri e con il Creato: è quel messaggio culturale che le religioni vogliono mandare a Expo e a chi lo visiterà.
Non è forse uno dei tanti momenti dell'ormai smascherata insistenza nel costringere le confessioni religiose negli angusti e innaturali spazi di un “minimo comun denominatore”, che non è altro che quello invocato dalla Massoneria a garanzia di un ordine politico nel quale la religione non deve avere alcuna influenza pratica? Ed è con questo che si vorrebbero vincere le schiavitù e la povertà. Ma chi ricorda più al mondo che la vera schiavitù è quella del peccato e che solo Cristo Signore è colui che salva ed è solo da questo e non dalle volontà umane che tutte le schiavitù possono essere eliminate? E che solo a partire da questa salvezza possono essere rimosse le cause di ogni ingiustizia e di ogni povertà non soltanto materiale?
Vi trascrivo l'incipit. Il resto potete leggerlo dal link alla fonte. C'è un dato su cui non riesco a sorvolare e che non trovo parole per commentare, tanto mi indigna. Ognuno degli intervenuti, a suo modo, si è andato più in profondità; ma leggete di seguito ciò che è stato capace di dire il rappresentate cattolico (!?), mons. Bressan. Quanto meno viene riferita come la sua affermazione più significativa.
Un momento di dialogo sul valore simbolico del cibo in vista di Expo 2015, un’occasione di dibattito ecumenico e interreligioso sul significato che l’alimentazione possiede per ciascun credente, sono stati i temi della tavola rotonda Il menù della felicità, che è tenuta questa mattina a Milano presso l’Archivio diocesano.
L’iniziativa è stata proposta dalla Diocesi di Milano in collaborazione con ExpoNet, magazine ufficiale di Expo Milano. È stata un’occasione in cui i rappresentanti della tradizioni religiose presenti a Milano hanno potuto confrontarsi sul significato che l’alimentazione possiede in ogni religione.
Sono intervenuti: monsignor Luca Bressan, vicario episcopale dell’Arcidiocesi di Milano; Tovma Khachatrya, parroco della Chiesa armena apostolica; Hamid Abd al-Qadir Distefano, Imam della Comunità Religiosa Islamica; Giuseppe Platone, pastore della Chiesa evangelica valdese; Elia Richetti, rabbino della Comunità ebraica; Vickie Sims, cappellana della Chiesa anglicana; Ghiri Svamini Hamsananda, vice presidente dell’Unione Induista di Milano; Khenze Tenzin, monaco dell’Istituto Studi Buddhismo tibetano Ghe Pel Ling; Theophilakots Vitsos, parroco della Chiesa ortodossa greca e Shayk Abd-al Wahid Pallavicini, presidente di Coreis. L’incontro è stato moderato da Gerolamo Fazzini e dal direttore di Exponet Simone Molteni.
Per monsignor Bressan,
“noi cristiani saremmo felici se Expo permettesse a tutti coloro che lo vivranno di potersi sentire cittadini del mondo. Dopo l'ennesima tragedia nel Mediterraneo, diventato un cimitero per coloro che cercavano la felicità, corriamo il rischio di diventare cinici. L’Expo pare, in questi giorni, un evento senza padri, perché manca la capacità di sottolinearne la portata culturale e il menù della felicità, per la Chiesa cattolica, significa saper usare bene le cose del mondo e il legame che ci unisce al mondo stesso, per poter acquisire responsabilità”.
Capito qual è il menu della felicità per la Chiesa cattolica? E poteva mancare il riferimento, nel senso buonista becero e calabraghista, ai barconi e a coloro li affollano, che ci stanno letteralmente invadendo?

32 commenti:

Caterina63 ha detto...

^__^ oserei dire: ringraziamo Iddio che non fanno la seduta sull'EUCARISTIA.....
faranno certamente un menù "fritto misto".... e i malcapitati se ne renderanno conto quando il fegato rivendicherà la sua salute ^__^

Anonimo ha detto...

Shayk Abd-al Wahid Pallavicini,
CHE, oltre che è UN italiano (anzi, membro dell'aristocrazia papalina romana), ex-cattolico, è anche un esoterista, sostenitore, Corano alla mano (come i TdG dicono "Bibbia alla mano") del diritto degli Ebrei a ricostruire il Tempio. E che, non vorrei confondermi, ma mi sembra di ricordare che, forse, fa un mestiere insolito per un islamico: l'enologo.

Anonimo ha detto...

"Expo: le religioni si interrogano sul "menù della felicità"".
Ma cosa è la felicità?
L'assenza di problemi?
Che vuol dire "assenza" e di quali "problemi"?
L'appagamento dei desideri?
A parte che, il buddhismo presenta come ideale l'opposto, ovvero dell'estinzione dei desideri (anzi di tutto), cosa vuol dire "appagamento"?
Senza scendere in tali sottigliezze, ma è realistico anche solo pensare, a qualche cosa di paragonabile a ciò, in questa vita?
Solo in Paradiso. SOLO IN PARADISO, si potrà avere la vera FELICITA'. ATTO DI DOLORE:
Mio Dio, mi pento e mi dolgo dei miei peccati, perché peccando ho MERITATO i vostri castighi e, molto di più, perché, così facendo, ho offeso Voi, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Mi ripropongo, di, con il Vostro santo aiuto, fuggire le occasioni prossime del peccato e di offendervi mai più. Misericordia. Signore, perdonatemi. "Morte, non peccati" (San Domenico Savio).
Un Pater, 3 Ave, ed un Requiem, per il primo di noi che comparirà di fronte al Tribunale di Dio.

Josh ha detto...

“noi cristiani saremmo felici se Expo permettesse a tutti coloro che lo vivranno di potersi sentire cittadini del mondo."

ah sicuramente il messaggio centrale del cattolicesimo è proprio il cosmopolitismo!

che gliene frega a un cristiano se uno è cittadino del mondo o no?

A un cristiano che si confessa, oggi verrà chiesto: "Figliuolo, quante volte sei stato localista, identitario e non abbastanza cittadino del mondo?"

ma per favore. Il vat II è anche in questo il marxismo entrato in chiesa, per parafrasare Rosa.

Ovvero nomadismo coatto sospinti da finanza apolide che distrugge a casa tua risparmi, monete, strutture economiche, culturali, religiose e ti espropria i beni.
E' per quello poi che c'è chi diventa "cittadino del mondo".

Non mi pare certo una finalità del cristianesimo....ma segnatamente di chi per avidità economica, ma anche motivazioni storiche che li privarono dell'originaria terra, perduta per il Gran Rifiuto, ora si vogliono rifare sugli altri popoli obbligandoli alla rivoluzione permanente e al nomadismo peripatetico per tutto l'universo. La chiamano modernità.

Franco ha detto...

Il problema del cibo è molto più profondo e drammatico o addirittura tragico di quanto si pensi. Alimentarsi SU QUESTA TERRA ( " pro statu isto" ) significa distruggere e consumare altri esseri viventi, sia pure inferiori per grado di sensibilità e intelligenza. "Mors tua, vita mea".
Joseph De Maistre, il più grande scrittore - apologeta della Restaurazione, ben noto al prof. De Mattei, scrisse una terribile pagina sulla mattanza universale fra i viventi. Capisco che qui il grande savoiardo ( con trascorsi massonici ) toccava tematiche e istanze tipiche dello Gnosticismo, e tengo presente in "Genesi" il permesso dato ad Adamo di mangiare tutti frutti tranne quelli di un solo specialissimo albero ( non mi sembra
si parli di alimentazione carnea ). Però trovo stucchevole questo voler vedere nel "bios" , per dirla con Leopardi, quasi solo il giardino e per nulla o quasi la giungla, nella Natura la Madre e non la Matrigna. Nel "Genesi" si dice che a causa del Peccato la terra è "MALEDETTA" per Adamo. In Isaia come segno del regno messianico si indica il passaggio alla mitezza degli animali feroci; qualche teologo in passato ipotizzò che nella fase edenica gli animali fossero tutti vegetariani; è presumibile che i beati in Paradiso si nutrano di luce ( è immaginabile una Beatrice alle prese con un pollo arrosto? ), e uno dei fenomeni riscontrati nei grandi mistici è la sopravvivenza con la sola ostia, senza alimentazione, come per
Therese Neumann e Marthe Robin.

Oggi è largamente diffuso un "buonismo"
sentimentale alla Rousseau per il quale la
natura, di per sè buona, viene rovinata
dall'uomo; buonismo che impedisce di condiderare realisticamente "l'aiuola che ci fa tanto feroci", per dirla con Dante.
In ogni modo un nodo, anzi un groviglio problematico che non può essere districato con formulette infantili e proclami dolciastri.

Anonimo ha detto...

"per la Chiesa cattolica, significa saper usare bene le cose del mondo e il legame che ci unisce al mondo stesso, per poter acquisire responsabilità”.

Eva ha visto che il frutto era desiderabile per acquisire sapienza,mi sembra la stessa tentazione

Graziano

Rr ha detto...

Beh, l' ha detto il,VdR, che vengono in cerca di felicita'...perché allora non li mandiamo tutti in USA la cui Costituzione dichiara appunto un diritto inalienabile dell' uomo "the pursuit of happiness"?
Ma non avevamo già il nuovo Messia, il nero Obama ? Avevamo bisogno del porteno?
Sono perfettamente d' accordo con Josh.
Rr

Rr ha detto...

Mic,
Conoscendo il livello e le posizioni ideologiche di buona parte del clero della diocesi di Milano, non mi meraviglia affatto ciò che ha detto Bressan.
A proposito, chiedo ai poster milanesi: vi risulta che sia stato celebrata un Messa, o un qualsiasi altro rito, per i Cristiani trucidati un giorno si ed uno no, come invece è stato fatto per i poveri affogati ?
Al proposito segnalo un articolo di Blondet.
Rr

Luisa ha detto...

A leggere quel che ha detto Bressan ti viene solo voglia di sbatter la testa contro il muro, (la tua di preferenza ancor che...), dunque per quel monsignore il "menu della felicità"(!?) per un cattolico sarebbe di saper usare bene le cose del mondo e il legame che ci unisce al mondo stesso, per poter acquisire responsabilità”.
Ma è serio?
Sì lo è, è un degno rappresentante della Chiesa cattolica diventata una ONG come tante altre.

Non deve allora stupire l`esaltazione dell`orizzontalità, della condivisione tutta all`orizzontale, mani nelle mani tutti insieme siate cittadini del mondo, unitevi, sopratutto non cambiate nulla (salvo i cattolici che calpestano e tradiscono i principi della loro fede e la Parola stessa di Cristo), non guardate alle differenze ma a ciò che vi unisce, la vostra responsabilità è di "sapere usare bene le cose del mondo"(!?).
Sì non solo il linguaggio con cui sono trasmessi, ma il messaggio di fondo, la sostanza stessa è cambiata.
La religione cattolica è oramai una fra le tante, e tutte si valgono, la chiesa cattolica una fra le tante, il papa un leader religioso e politico fra i tanti.
Quel che ha detto Bressan non fa che riflettere questa realtà.

Luisa ha detto...

Devo ammettere che il "metus Dei" della mia infanzia mi ha schiacciata e l`ho ben presto rigettato così come mi era trasmesso=imposto,
un Dio che castiga e che ti incute paura, una visione cupa e soffocante, privativa di libertà e di responsabilità, almeno così l`ho vissuta.
Ho rigettato quel Dio vendicativo, pronto a bastonarti e farti subire i peggiori castighi, che ti fa sentire piccola, indegna e sempre in colpa.
Ho cercato la "faccia luminosa", il "raggio d`amore" che circonda, protegge e infonde sicurezza e nel contempo è giusto, non rigettavo la giustizia divina ma non sapevo come riconoscermi in e riconoscere quella giustizia.

Poi un giorno del mese di giugno 2008 ero a Roma e ho ascoltato queste parole di Benedetto XVI prima dell`Angelus: ero lì per ascoltarle e il nodo si è sciolto:

"Il timore di Dio, che le Scritture definiscono come "il principio della vera sapienza", coincide con la fede in Lui, con il sacro rispetto per la sua autorità sulla vita e sul mondo. Essere "senza timor di Dio" equivale a mettersi al suo posto, a sentirsi padroni del bene e del male, della vita e della morte. Invece chi teme Dio avverte in sé la sicurezza che ha il bambino in braccio a sua madre (cfr Sal 130,2): chi teme Dio è tranquillo anche in mezzo alle tempeste, perché Dio, come Gesù ci ha rivelato, è Padre pieno di misericordia e di bontà. Chi lo ama non ha paura: "Nell’amore non c’è timore – scrive l’apostolo Giovanni – al contrario, l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore" (1 Gv 4,18). Il credente dunque non si spaventa dinanzi a nulla, perché sa di essere nelle mani di Dio, sa che il male e l’irrazionale non hanno l’ultima parola, ma unico Signore del mondo e della vita è Cristo, il Verbo di Dio incarnato, che ci ha amati sino a sacrificare se stesso, morendo sulla croce per la nostra salvezza."

Anonimo ha detto...

Confesso che il tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita" mi è parsa fin da subito una (penso involontaria) geniale intuizione eucaristica...
Confesso anche che mi ha stupito non veder rilanciata questa lettura da nessun prelato chiamato a commentare Expo.
Poi però mi imbatto in post come questo e trovo facili spiegazioni...
E' chiaro che agli "ideologi della religione" (cioè coloro per i quali la Chiesa è un impasto psico-sociologico che afferma se stessa facendosi piacere al mondo, considerando di troppo i dogmi che definiscono la Rivelazione) non gliene importa granchè (nel senso del pane eucaristico... il quale beninteso è l'unico sacramento -segno efficace della grazia di Dio- in cui sia Realmente presente l'Autore e dispensatore stesso della grazia, Dio!)
E' ben vero che se il "succo" dell'umanità (e a questo punto del cristianesimo 2.0 rivisitato da costoro) è la ricerca della felicità (e non della Verità) un piatto di pasta subito vale ben di più della vita eterna.
Se viviamo di pane e dobbiamo agire soprattutto per sfamare, come se fossimo dei ristoranti, la vita dello spirito è un lusso che mal s'accompagna al fast food, al giro pizza e alla tavolata comunitaria, e anzi l'Eucaristia rischia di essere motivo di digiuno!
Se l'uomo religioso alliscia la propria psichicità, la razionalità, il proprio benessere da beauty farm, come stupirsi delle letture alla don Bressan, archetipico seguace del "Vdr style"?
Gira e rigira, mi ritrovo con Luisa: spunta sempre la saggezza profonda del buon Benedetto XVI.
Essere "senza timor di Dio" equivale a mettersi al suo posto, a sentirsi padroni del bene e del male, della vita e della morte.
Vi viene in mente il peccato originale?
Bene, anche a me.
E infatti il problema della chiesa psichica è di non fare più i conti comn il peccato originale. Perciò con la redenzione. Perciò con i sacramenti. Perciò con l'Eucaristia.
Energia per la vita.
L'unica che può nutrire il pianeta, che invece pensa agli insetti, al gender e al divorzio breve, alla ricerca della felicità.
Oggi ricordiamo la conversione di Sant'Agostino: non fu un processo razionale a suggellarla, ma un sacramento, il suo battesimo, amministrato da S. Ambrogio.
Che questi santi aiutino l'Expo milanese e i suoi sacerdoti!

tralcio

Luisa ha detto...

Mi scuso, mi sono sbagliata di post per il mio ultimo commento.

Luisa ha detto...

E ti pareva che l`immagine di Bergoglio, il mito del chi sono io per giudicare", potesse essere scalfita dall`"affare" Stefanini, il prescelto omosessuale per essere ambasciatore francese in Vaticano!

E così veniamo a sapere che il papa lo ha ricevuto a Santa Marta, che non c`è nessun rifiuto da parte sua, che è sola colpa di quei rigidi retrogradi di conservatori della Curia e degli ambienti tradizionali in Francia!

http://www.imedia-info.org/depeches/ambassadeur-france-pape-n-a-pas-exprime-refus-saint-siege-a-candidature-laurent-stefanini,33119.html

Angheran70 ha detto...

@ Franco

De Maistre alla fine rimane un massone, va preso sempre con le pinze.

"Alimentarsi SU QUESTA TERRA ( " pro statu isto" ) significa distruggere e consumare altri esseri viventi, sia pure inferiori per grado di sensibilità e intelligenza. "Mors tua, vita mea".


L'uomo è ontologicamente diverso dagli animali. Egli ha la possibilità di accrescere le risorse naturali , attraverso l'uso dell'intelligenza. Questo aspetto è sempre negato dalla varie filosofie che lo considerano 'il cancro del pianeta'. Solo dopo aver bloccato lo sviluppo resta il regno ferino della competizione, della lotta per la sopravvivenza , in definitiva la pretesa anticristiana di applicare i meccanisni darwinisti alla specie umana.

Anonimo ha detto...

...e mentre le religioni si interrogano sul "menù della felicità", a Barcellona il cardinale arcivescovo impone il funerale cattolico e nega quello ecumenico, cosí come richiesto dal governo spagnolo e catalano, per le vittime della tragedia della Germanwings. Il cardinal Sistach chiarisce, a chiare lettere, che in una chiesa cattolica il culto deve essere e sarà cattolico, mentre per tutte le altre commemorazioni esistono i teatri, etc.
http://www.elsingular.cat/cat/notices/2015/04/malestar_del_govern_amb_sistach_per_imposar_missa_catolica_en_el_funeral_de_germanwings_108314.php

Jayme

tralcio ha detto...

Confesso che il tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita" mi è parso fin da subito una (penso involontaria) geniale intuizione eucaristica...
Confesso anche che mi ha stupito non veder rilanciata questa lettura da nessun prelato chiamato a commentare Expo.
Poi però mi imbatto in post come questo e trovo facili spiegazioni...
E' chiaro che agli "ideologi della religione" (cioè coloro per i quali la Chiesa è un impasto psico-sociologico che afferma se stessa facendosi piacere al mondo, considerando di troppo i dogmi che definiscono la Rivelazione) non gliene importa granchè (nel senso del pane eucaristico... il quale beninteso è l'unico sacramento -segno efficace della grazia di Dio- in cui sia Realmente presente l'Autore e dispensatore stesso della grazia, Dio!)
E' ben vero che se il "succo" dell'umanità (e a questo punto del cristianesimo 2.0 rivisitato da costoro) è la ricerca della felicità (e non della Verità) un piatto di pasta subito vale ben di più della vita eterna.
Se viviamo di pane e dobbiamo agire soprattutto per sfamare, come se fossimo dei ristoranti, la vita dello spirito è un lusso che mal s'accompagna al fast food, al giro pizza e alla tavolata comunitaria, e anzi l'Eucaristia rischia di essere motivo di digiuno!
Se l'uomo religioso alliscia la propria psichicità, la razionalità, il proprio benessere da beauty farm, come stupirsi delle letture alla don Bressan, archetipico seguace del "Vdr style"?
Gira e rigira, mi ritrovo con Luisa, anche se ha sbagliato post (:-) : spunta sempre la saggezza profonda del buon Benedetto XVI.
Essere "senza timor di Dio" equivale a mettersi al suo posto, a sentirsi padroni del bene e del male, della vita e della morte.
Vi viene in mente il peccato originale?
Bene, anche a me.
E infatti il problema della chiesa psichica è di non fare più i conti comn il peccato originale. Perciò con la redenzione. Perciò con i sacramenti. Perciò con l'Eucaristia.
Energia per la vita.
L'unica che può nutrire il pianeta, che invece pensa agli insetti, al gender e al divorzio breve, alla ricerca della felicità.
Oggi ricordiamo la conversione di Sant'Agostino: non fu un processo razionale a suggellarla, ma un sacramento, il suo battesimo, amministrato da S. Ambrogio.
Che questi santi aiutino l'Expo milanese, quella chiesa diocesana e i suoi sacerdoti!

murmex ha detto...

Tutto bello , Luisa , ma ricordiamo anche che il timore dei castighi è arma potente concessa da Dio al peccatore incallito contro il demonio , capace di scuoterlo . Non è la perfezione , certo , ma causando l'abbandono del peccato è l'inizio di un cammino di salvezza . Vedasi le prediche salutari di grandi Santi e Dottori (es S Alfonso M de Liguori )Siamo tanto deboli , anche questo timore umano e imperfetto ci aiuta . Poi si trasforma pian piano in timore filiale , accompagnando sempre il cammino verso la perfezione, verso la completa adesione alla Volontà divina , il matrimonio spirituale peraltro molto , molto raro . teniamocelo stretto questo timore , nella sua forma più elevata espressa da Benedetto , ma anche in quella più bassa ,che ci può sorreggere in caso di tentazioni particolarmente gravi .Anche questo è un dono di Dio . Non siamo angeli , ma bambini riottosi , egocentrici , fragili , ebeti di mente (anche noi che pur vogliamo con tutto il cuore aderire alla piena inconcussa dottrina cattolica )e i nemici sono tanto potenti

Franco ha detto...

@ Angheran 70. Dovremmo chiedere il parere del prof. Roberto De Mattei su una affermazione che ho riscontrato più volte: De Maistre ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione delle idee e istanze che portarono alla proclamazione del dogma dell'infallibilità papale. Ciò con il libro "Du Pape"
( 1819 ). Per quanto posso arguire, il tradizionalismo gli deve moltissimo. Quanto allo Gnosticismo, devo dire che trovo rozzo il modo in cui troppo spesso si comprime dentro a questa definizione qualsiasi concetto teologico ed elemento di pensiero filosofico che non sembri "quadrare" immediatamente. Penso che anche all'interno dello Gnosticismo occorra fare distinzioni e cogliere sfumature. Altrimenti si finisce per dire "Dagli allo gnostico!" come nel 1630 si gridava "Dagli
all'untore!"

@ Tralcio. La conversione di sant'Agostino fu suggellata dal battesimo amministrato da sant'Ambrogio, ma avvenne dopo la scoperta di un concetto filosofico ( il male come "carenza di bene" dunque privo di sussistenza ontologica ); concetto risolutigo, in quanto gli permise di staccarsi dal Manicheismo, che aveva abbracciato in età giovanile perchè ossessionato dal lato oscuro ed istintuale della vita; il cammino proseguì grazie allo studio della filosofia neoplatonica, di cui Ambrogio era un grande estimatore. Insomma, Agostino
divenne il più grande fra i Padri della Chiesa Occidentale e un pilastro della cultura cattolica dopo essersi attrezzato con "preambula fidei" di tipo filosofico.
Paolo Celesia, un biologo e pensatore poco conosciuto del primo Novecento, elaborò una concezione per cui tutta la vita, anche animale, è basata sul Sacrificio, per culminare nel Sacrificio supremo di Cristo.

Josh ha detto...

"Paolo Celesia, un biologo e pensatore poco conosciuto del primo Novecento, elaborò una concezione per cui tutta la vita, anche animale, è basata sul Sacrificio, per culminare nel Sacrificio supremo di Cristo."

Affascinante e poetico.

Irina ha detto...

Ogni attività dell'uomo è sempre rientrata negli interessi pastorali della Chiesa. La terra, l'agricoltura, l'allevamento,la cucina, tutto è stato oggetto di devozione, di liturgia e di studio. Adesso c'è un risveglio globale verso la natura, sull'onda di esoterismi e spinte new age, in contrapposizione alla ormai scoperta manipolazione/mutilazione della natura stessa.La Chiesa non si trova tra questi due poli. Li sovrasta perchè questo ambito della natura è stato da lei sempre curato. Solo che ne ha perso, per un buon sessanta per cento, la memoria. Perdendo la memoria di sè,perde la percezione di sè, la sua identità, il suo sapere. E allora si aggrega con i moderni uomini di chiesa ai raduni mondani culturali per imparare quello che lei insegnava sul campo.

Silente ha detto...

Franco solleva, opportunamente, alcuni temi che necessitano di puntualizzazioni. Gnosticismo: parliamone con cognizione di causa. Che ci siano radici gnostiche nella pervertita cultura moderna, nulla questio. Il marxismo, il decostruzionismo post-sessantottino, persino l'ideologia del gender possono rivendicare lontane origini gnostiche, che si sostanziano nell'odio per l'ordine del Creato e nella rivendicazione, per gli "Eletti" di una morale svincolata dal diritto naturale.
Però è irritante il richiamo, a sproposito, dello gnosticismo da parte di chi non ha mai neanche letto una pagina di Eric Voegelin o di Emanuele Samek Lodovici (a proposito: il suo Metamorfosi della gnosi, edito da Ares, è ancora reperibile). Sembra quasi che "gnostico" sia diventato una generica, ultimativa accusa atta a chiudere ogni discorso, senza alcuna cognizione di causa che "gnosticismo" è una definizione generica di un pensiero complesso, differenziato e storicamente stratificato. Maneggiamola con cautela e a proposito, altrimenti la banalizzeremo e la renderemo inservibile.
Joseph de Maistre: è irritante sentirlo ancora accusare di "massoneria", o ancora peggio di "gnosticismo" (in che senso?). Massone lo fu in gioventù (forse, e di una massoneria certamente non rivoluzionaria), poi rinnegò l'esperienza e tutto il suo pensiero lo dimostra. Il Du Pape è forse un'opera massonica? E Le Soirées de Saint-Pétersbourg?
Chi vuole screditare il suo pensiero vuole screditare il pensiero contro-rivoluzionario.
E, spesso, tutto questo senza dimostrazione alcuna. Mi si dimostri dove e come i testi del grande Savoiardo sono "gnostici" o, peggio, "massonici".
Lo so, maiora premunt. Ma la chiarezza sulle nostre fondamenta ideali è irrinunciabile.

Silente ha detto...

Noto con preoccupazione la diffusione, anche in ambienti cattolici, dell'ideologia eco-animalista e vegan-vegetariana.
L'ignoranza dottrinaria impedisce a questi "cattolici" di riconoscere che questa ideologia è in contrasto con il dato scritturale della Genesi e, soprattutto, con la gerarchia ontologica stabilita da Dio per il Creato. Nulla c'è nel Vangelo contro il consumo di carne né contro un moderato godimento dei piaceri della tavola. Anzi...
Eppure vedo un appiattimento, in alcuni cattolici, a modelli estranei alla nostra cultura e alla nostra storia. Ed è sorprendente vedere persone che, da cattoliche, non rispettavano neppure le blande disposizioni post-conciliari per la Quaresima, sono oggi fanatiche di malsane, faticosissime diete vegane.
Riguardo alla salute, sono fatti loro. Il problema è che queste ideologie veicolano un implicito paganesimo - peraltro di infimo livello culturale, nulla a che vedere con un Celso o un Porfirio - che, in realtà, è solo anti-umano e ha un che di tellurico e di demonico.

Franco ha detto...

@ Silente. Il suo intervento è per me motivo di grandissimo sollievo: finalmente qualcuno che sa mettersi su questa lunghezza d'onda e non considera inutili elucubrazioni quelli che invece sono problemi profondi e sostanziali.
Vorrei mettere in cornice la sua osservazione sulla genericità dell'accusa di "gnosticismo" come chiusura ULTIMATIVA di certe questioni.
L'istanza di fondo che sta dietro lo gnosticismo è la consapevolezza tormentosa del male nell'uomo, nella natura, nell'intero universo:
come conciliarla con l'idea irrinunciabile di Dio come suprema fonte dell'Essere e del Bene?
Si dà una varia gamma di risposte: da quella dualista estrema di Marcione e dei Manichei e poi dei Catari ( esistono due dei supremi, uno buono e l'altro cattivo; la materia è intrinsecamente oscura e malvagia ) a quelle più attenuate: il mondo materiale è stato creato o almeno originariamente progettato da Dio come interamente buono, ma è stato intaccato dall'azione di Forze Cosmiche Nemiche ( io
direi un programma buono "hackerato").
In De Maistre ( che considero un autore per me "di svolta", quello che mi ha fatto capire il papato antiliberale dell'800 ) l'istanza di tipo gnostico si trova nella pagina terribile delle "Soirees" in cui descrive la mattanza universale degli esseri che uccidono e si sbranano continuamente, sistematicamente e l'insorgere nei popoli dell'istinto di guerra; si aggiunge l'elogio del boia, in quanto a società malata, sistemi di controllo duri fino al terrorismo.
Credo che il pensiero cattolico del '900 non
abbia riflettuto abbastanza sul tema paolino della "natura che soffre e geme in attesa della liberazione" e su quello giovanneo di Satana come "principe di questo mondo". Questo condanna la cultura cattolica alla melassa del "buonismo" in salsa ecologista e francescana
nel senso più zuccheroso, in cui il mondo è
solo giardino, poco o nulla giungla. Tolte dal
quadro le ombre, anzi l'Ombra, tutti i discorsi
diventano infantili e moralisti nel senso più
bolso; lo si vede appunto nella negazione del principio gerarchico e nella virata verso il veganismo. Non c'è da meravigliarsi se poi il Cristianesimo viene percepito come una cosa per bambini o per gente con l'hobby del volontariato.
Su De Maistre "massone" ho voluto mettere le mani avanti forse in modo scorretto; però in sostanza lo ritengo un grande esattamente come lei.
Meditare sui problemi "abissali" non è inutile
complicazione; risulta piuttosto di utilitá
immediata.


Franco ha detto...

@ Josh. Il suo interesse per l'istanza elaborata da Paolo Celesia mi conforta; lo rileggerò, in biblioteca perchè i suoi testi per ovvi motivi non sono ammessi al prestito. A proposito di don Curzio Nitoglia vorrei dire che non ho nulla contro il ritorno alla metafisica e alla filosofia "realistica" dell'essere; però sono convinto che occorre integrarle con l'antropologia e una forma di sapere che definirei "metabiologia", come appunto in Celesia ( e anche nel tardo Sermonti, grande pioniere antidarwinista approdato a una specie di "platonismo delle forme archetipiche" ).

@ Silente. In un post abbastanza recente di
"Messa in Latino" si facevano insinuazioni su De Maistre gnostico e massone: da lì sono partito. Ho letto Samek Lodovici e qualcosa anche di Voegelin.

rr ha detto...

Silente,
come scriveva Chesterton, quando smetti di credere in Dio (il Dio cristiano cattolico), finisci per credere in tutto, compreso le diete vegane.
RR

Angheran70 ha detto...

@Franco e Silente

Altrimenti si finisce per dire "Dagli allo gnostico!" come nel 1630 si gridava "Dagli
all'untore!"

Che certa 'Tradizione' si balocchi ancora tra distinzioni di maniera nell'ambito dello gnosticismo è cosa nota. Una volta è De Maistre , altre volte sono retaggi di Evola e Guenon , ancora visti come baluardo al materialismo. Un abbaglio che ha colpito anche firme importanti, affatto sprovvedute,ma che oggi è ampiamente documentato. Metamorfosi della Gnosi per es. riletto oggi è imbarazzante nei capitoli su Zolla. C'è spesso l'errata convinzione che la cultura cattolica non possieda un nucleo sufficiente di 'spiegazioni' rispetto alla cultura dominante , per cui si debba 'pensare' qualcosa di più convincente per tutti.

Angheran70 ha detto...

Noto con preoccupazione la diffusione, anche in ambienti cattolici, dell'ideologia eco-animalista e vegan-vegetariana.

Ma sono le stesse suggestioni che circolano negli ambienti 'tradizionali' che ancora guardano all'Oriente come percorso spirituale

Silente ha detto...

@ Angheran70. Ho conosciuto, frequentato e sono stato amico del compianto Emanuele Samek Lodovici, che ci lasciò prematuramente durante un'operazione chirurgica. Lo considero uno dei miei maestri: cattolico ineccepibile, profondo nel pensiero, arguto e pronto alla battuta. I caffè a casa sua del sabato pomeriggio, a cui partecipavano talvolta anche Maurizio Blondet e Fabio de Fina (l' "Effedieffe" delle edizioni e del sito), sono stati per me, all'epoca circa ventenne, dei veri momenti formativi.
Ritenerlo anche solo sfiorabile di "gnosticismo" è semplicemente ridicolo, anche alla luce del suo fondamentale testo, da me già citato, "Metamorfosi della gnosi", pubblicato, tra l'altro, da una casa editrice impeccabilmente cattolica come Ares.

Egualmente, su piani ovviamente ben diversi, considero risibili e indimostrate le accuse di "gnosticismo" a carico di Joseph de Maistre. Nulla, nel suo pensiero, lo rende meritevole di quest'accusa. Chi vuole screditare de Maistre vuole screditare il pensiero contro-rivoluzionario e fa quindi il gioco, conseguentemente e oggettivamente, della Rivoluzione demoniaca. Si legga il "Del Papa" e "Le serate di Pietroburgo". E ciò chiude la discussione.

Ben diversi sono, ovviamente, i discorsi da fare su Evola e Guénon (spesso appaiati, ma in realtà ben distinti dottrinalmente e spiritualmente). Non mi vergogno affatto di dire che li ho letti, e credo anche con attenzione, in gioventù e tuttora li rileggo, soprattutto i testi più meta-politici di Evola quali "Rivolta contro il mondo moderno", "Gli uomini e le rovine", "Il Fascismo visto da destra". Un interessante testo di Gianfranco de Turris su Evola è stato appena pubblicato da "Il Borghese". Ovviamente né Evola né Guénon furono cattolici ma, per paradosso o per disegno provvidenziale, la lettura di Evola riavvicinò molti giovani tradizionalisti "pagani" al Cattolicesimo. Numerose sono le testimonianze a questo proposito: una fra tutte quella di Pino Tosca. E posso aggiungere, si parva licet anche la mia.

Certi testi, certe idee si possono doverosamente superare e persino condannare (e.g. il "magismo" di Evola e un certo, innegabile, "gnosticismo" sia pure molto spurio, di Guénon), con l'età, la lettura e la riflessione. Ma, e lo dico da cattolico, e da cattolico tradizionalista, anche in Evola (e pure in Guénon, anche se qui il discorso è oggettivamente più complesso) ci sono elementi accettabili, soprattutto per quanto riguarda l'analisi metastorica e, soprattutto, metapolitica.

Non mi piace il rozzo semplicismo con cui si distribuiscono, spesso a casaccio e senza cognizione di causa, accuse di "massoneria" e di "gnosticismo" a destra e a manca. Vorrei analisi (documentali, storiche, filosofiche, dottrinali, ideologiche e anche politiche) più sofisticate e meno superficiali. Ma capisco che un blog, anche un blog approfondito e "riflessivo" come questo, non sia lo spazio più adatto. Anche per questo, per quanto mi riguarda, la discussione finisce qui.

Franco ha detto...

@ Silente. Anche se sono orientato diversamente ( mi considero un "estremista di centro" ) apprezzo la sua ricerca. Ripeto: per me la lettura di De Maistre è stata illuminante relativamente alla "Mirari vos" e al "Sillabo". Però devo fare una osservazione che non credo OT rispetto all'argomento proposto: De Maistre, il più grande apologeta cattolico del primo Ottocento NON È UN PENSATORE METAFISICO, secondo la linea proposta da don Curzio Nitoglia. La sua attrezzatura concettuale poco o nulla c'entra con san
Tommaso e la Scolastica.

Silente ha detto...

Caro Franco
certo che de Maistre non fu un "pensatore metafisico". Faceva un altro mestiere: l'apologeta cattolico, come lei giustamente lo definisce, il polemista politico, il pensatore sui sistemi di governo. Che, concettualmente, ci sia poca Scolastica e poco San Tommaso nel suo pensiero è vero solo in parte: in realtà sono impliciti. Non dimentichiamo poi che il periodo in cui scrive è ancora lontano da quello della ripresa strutturata e sistematica della Scolastica che avverrà nella seconda metà dell'Ottocento.
Infine, soprattutto nelle "Serate", non mancano certo lampi di metafisica. Vanno colti.

Silvano ha detto...

Annammo bene!" Diceva la sora Lella .Solo la parola "tradimento" da l'idea del comportamento della chiesa presente . Infatti vanificano la venuta di Cristo il quale è stato mandato dal Padre per far conoscere il vero Dio, con la Sua passione , morte e risurrezione. Il popolo prescelto da Dio è diventato perfido.. , Per questo il mandato è stato affidato alla Chiea cattolica. Ma nella Chiesa si ripete il processo di perdita della fede, specialmente per chi ha compiti pastorali di educazione alla fede.

Angheran70 ha detto...

@ Silente

1) Non ho attribuito a Samek Lodovici la patente di "gnostico". Ho detto che nell'ambito della polemica "antimaterialista" degli anni '70 molti pensatori di area tradizionalista e cattolica - anche di un certo rilievo - incapparono nell'abbaglio "spiritualista" o meglio cattoadelphico, secondo la definizione di Manfredini. Citare oggi "Metamorfosi della gnosi" ignorando ciò che è accaduto ad es. a Zolla è imbarazzante. Se infatti all'epoca il virus poteva passare inosservato - ma Vassallo lo diagnosticò ugualmente - oggi sarebbe grottesco non rilevarlo.

2) Diverso è il discorso per De Maistre dove la patente di gnostico non si elude certo per qualche tesi "controrivoluzionaria". Controrivoluzionario in ambito cattolico non vuol dire nulla, proprio perchè non tutto ciò che è controrivoluzionario può dirsi cattolico. Anche Hitler è controrivoluzionario. Il passaggio citato da Franco e da egli stesso riconosciuto di sapore gnostico è quello sul regno animale , nel quale l'uomo sarebbe uno dei tanti protagonisti impegnato nella mattanza per la sopravvivenza. Concetto squisitamente gnostico laddove nega all'uomo capacità superiori (a immagine del Creatore) e mette in serio dubbio la bontà della Creazione.

3) Evola e Guenon. Inutile constatare che c'è ancora l'intenzione di "Cavalcare la tigre"
con risultati disastrosi per la destra (radicale e non) ancora legata ad improponibili pantheon culturali.