Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 8 ottobre 2016

La Realtà è di Dio: l'obbligatorietà della Messa

Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno IX n°10 - Ottobre 2016

Hanno umanizzato la Messa e poi l'hanno resa facoltativa: potremmo sintetizzare così la tragica parabola discendente del cattolicesimo ammodernato.

Intanto urge ricordare che la Messa cattolica, quella vera, poggia tutta sulla realtà e non su moti spirituali soggettivi.

È reale il mondo che non si è fatto da sé; è reale Dio, Creatore e Signore di tutto ciò che esiste. È reale, realissimo, che il mondo, dopo la caduta del Peccato Originale, è salvato da Gesù Cristo. Attenti però: il mondo è salvato da Cristo in modo reale, non retorico cioè per modo di dire; è salvato con una azione storica redentiva: la sua Incarnazione Passione e Morte al Calvario.
L'azione salvifica di Gesù Cristo poi risponde al realismo della riparazione: Dio è stato offeso in modo inaudito dagli uomini, e solo il Dio fatto uomo può riparare una simile offesa, sostituendosi a noi sulla Croce. La Messa cattolica è la perpetuazione di questa riparazione che salva: Gesù Cristo continua ad offrirsi al Padre in sacrificio propiziatorio affinché per noi ci sia il perdono del Padre; e la propiziazione continua, lungo la storia, su tutti gli altari cattolici del mondo.

Il cristiano di duemila anni ha vissuto dentro questo realismo che riconosce che tutto è fatto e dipende da Dio; e che tutto può rinascere dopo il peccato solo nel sangue di Cristo offerto.

È per questo realismo che al centro di tutto il Cristianesimo mise la Messa, e non si sognò mai di renderla facoltativa.
E il Cristianesimo diffuse la celebrazione della Messa in tutto il mondo facendola diventare il centro della vita degli uomini, delle loro giornate e del loro tempo; la fece il centro della Civiltà umana e non solo della Chiesa. Anche la struttura delle città e dei villaggi fu intorno alle Chiese, perché dentro vi si celebrava quotidianamente la Messa.
E ogni atto della vita degli uomini fu segnato dalla Messa cattolica.

Sì, perché la Messa vive di questi due riconoscimenti: Dio Creatore  e Cristo Redentore.

E il cristiano, ragionevolmente realista, non si è mai sognato che qualcuno, normale di mente, potesse mettere in dubbio che tutta la realtà dipenda da Dio. A tal proposito San Paolo scrive: “Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa” (Rm 1,21). Il Concilio Vaticano I cita proprio questo brano di San Paolo per ricordare che l'esistenza di Dio può essere riconosciuta con la ragione e che l'uomo è quindi inescusabile quando professa una laicità atea o agnostica.

Ma qualcosa di strano è accaduto nel mondo cattolico: hanno voluto umanizzare la Messa, e questo realismo è naufragato nel soggettivismo.

Hanno, ed è evidente nella riforma liturgica di fine anni '60, incentrato la Messa sull'uomo che prega e non su Dio che salva. Hanno così trasformato l'azione di Cristo, che salva dall'abisso, in un incontro personale dell'uomo che cerca Dio. È il grande inganno: la nuova messa diventa un'azione puramente religiosa che nasce da una fede individuale; e non è più principalmente l'azione di Dio che fa esistere il mondo.
Padre Pio diceva: “Il mondo può stare anche senza il sole, ma non senza la santa Messa”.

Una messa ridotta a preghiera dell'uomo può benissimo diventare facoltativa, anzi lo è già ampiamente diventata. Una messa così mutilata può essere una delle tante preghiere inventate dall'uomo che cerca Dio, e diventa spaventosamente facoltativa, destinata solo a chi ne sente il bisogno.

Ma la Messa di Cristo, che sostiene e salva il mondo, facoltativa non lo sarà mai, anche se preti e fedeli moderni inneggeranno alla libertà di coscienza. Non sarà mai facoltativa per l'uomo e per la Chiesa che riconoscono la realtà.

Le recenti polemiche sulle mancate messe d'inizio anno nelle scuole di stato, in nome della laicità italiana, rivelano pienamente questa crisi.

È una crisi che nasce tutta in casa cattolica: il cristianesimo ammodernato ha reso tutto spiritualista e soggettivo, per cui gli alunni che riconoscono ancora Dio devono andare a Messa fuori dall'orario scolastico. E magari uno stuolo di ecclesiastici sosterrà che questo è giusto per rispettare le libertà individuali.
 Però questo non sarà mai il cattolicesimo.

Il cattolicesimo di sempre dice invece che la virtù di religione nasce dalla giustizia: l'uomo che non si è fatto da sé, e che non si può salvare con le sue forze dalla morte, deve pubblicamente compiere il suo omaggio a Dio, rendendogli un culto pubblico. E la ragione deve riconoscere la fondatezza della Rivelazione cristiana, storicamente verificabile, e quindi riconoscere pubblicamente il Dio di Gesù Cristo. Solo così l'uomo sarà giusto.

Uno stato che rende invece privato tutto questo, non può essere uno stato giusto. Mina al fondamento la possibilità della civiltà; e rende impossibile la cultura, che nasce dall'intelligenza dell'uomo.

Il mondo può stare anche senza il sole, ma non senza la santa Messa: e la nostra civiltà e cultura sono già finite perché si sono private di questo sole.

Come ci piacerebbe poter discutere di questo con tanti, che hanno ormai ceduto al fideismo dei nuovi dogmi laici. Ci piacerebbe poterne parlare con i preti, con i genitori cattolici, con i politici, con tutte le persone di buona volontà che stanno rassegnandosi a questa tragica deriva.

Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli: è chiaro che Nostro Signore Gesù Cristo posa tutto sul riconoscimento della realtà e della Sua presenza, contro tutte le fantasie delle mode ideologiche del momento.

La Chiesa è posta nel mondo per riportare gli uomini alla realtà che è Dio, non per osannare le libertà individuali.
La Chiesa è posta nel mondo per porre la centralità e l'obbligatorietà della Messa.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema è proprio questo. Ci si serve di apparenze e scrupoli cattolici (devozione al Papa, obbligo domenicale, etc.,) per veicolare messaggi anti-cattolici.

Josh ha detto...

Finalmente

"È reale, realissimo, che il mondo, dopo la caduta del Peccato Originale, è salvato da Gesù Cristo. Attenti però: il mondo è salvato da Cristo in modo reale, non retorico cioè per modo di dire; è salvato con una azione storica redentiva: la sua Incarnazione Passione e Morte al Calvario.
L'azione salvifica di Gesù Cristo poi risponde al realismo della riparazione: Dio è stato offeso in modo inaudito dagli uomini, e solo il Dio fatto uomo può riparare una simile offesa, sostituendosi a noi sulla Croce. La Messa cattolica è la perpetuazione di questa riparazione che salva: Gesù Cristo continua ad offrirsi al Padre in sacrificio propiziatorio affinché per noi ci sia il perdono del Padre; e la propiziazione continua, lungo la storia, su tutti gli altari cattolici del mondo."

impressionante verità, ormai taciuta quasi dappertutto!

Luisa ha detto...

Tutto al condizionale ma con il papa argentino e i suoi "forse sì forse no", la sua capacità di comunque imporre la sua volontà, se vuole discutere del celibato dei sacerdoti lo farà magari con note a pié di pagina, con lettere a delle conferenze episcopali, seminerà dubbio e confusione e sul terreno ci sarà chi prenderà la palla al balzo:

"SINODO DEI VESCOVI. IL PAPA AVREBBE PROPOSTO DI DISCUTERE DEL CELIBATO DEI PRETI, MA LA PROPOSTA NON SAREBBE PASSATA."
Marco Tosatti

http://www.marcotosatti.com/2016/10/07/sinodo-dei-vescovi-il-papa-avrebbe-proposto-il-celibato-dei-preti-ma-la-proposta-non-sarebbe-passata/

E segnalo :

"Perché non reintrodurre nelle nostre Messe il velo, bellissimo segno mariano che abbiamo abbandonato?"

http://blog.messainlatino.it/2016/10/perche-non-reintrodurre-nelle-nostre.html

Luisa ha detto...

Ancora un segno?
Ieri mattina il fulmine ha colpito ancora una volta la cupola della Basilica di San Pietro, rumore e choc impressionanti secondo i vicini:

http://aleteia.org/2016/10/07/lightning-strikes-dome-of-peters-basilica-on-feast-of-our-lady-of-the-rosary/

tralcio ha detto...

La versione edulcorata, sdolcinata e anestetizzata del cristianesimo, attualmente propalata a piene mani da un certo pastoralismo e da una certa teologia molto "politica" e "psichica" e ben poco spirituale, scivola nell’eresia quando cessa di descrivere con verità l’esatta natura della nostra situazione umana, per la quale gli eventi storici dell'incarnazione, della vita pubblica, della morte e risurrezione e della seconda venuta di Cristo sono l’Unico Rimedio.

Al di fuori della vita d’unità con Cristo nei sacramenti non c'è alcuna salvezza, dal momento che Satana signoreggia ancora il mondo attraverso le conseguenze della morte e della corruzione.

Non saranno il solidarismo filantropico, l'umanesimo e il dialogo a risolvere il problema della corruzione e della morte (ne' quella della carne e tanto meno quella dello spirito), in quanto nella loro ricentratura antropologica (la "svolta") assolvono a logiche essenzialmente mondane, per quanto lodevoli circa le buone intenzioni che vantano.

Se la nuovo-teologia e il pastoralismo trasformano la liturgia in propaggine del loro culto distorto, trascinando il dogma rivelato da Dio in un "discorso di idee", la dottrina diventa esercizio del pensiero e le nostre ragioni finiscono con il fare a meno di Dio (quando non giungono a dare la colpa a Lui!).

Oggi assistiamo a battesimi di rito cattolico in cui il peccato originale non viene nemmeno nominato. La sola "rinuncia" che viene proclamata è moralisticamente "al male", non "a Satana". E' tutto un moralismo da educande, che evita di credere e dire la verità: siamo un terreno di battaglia, conteso da Dio (l'Amore e la Verità) e una creatura subdola e ribelle, falsa e omicida, che vuole perderci con lui. E noi, per natura, scontiamo la sua intrusione nella nostra natura, determinatasi con il Peccato Originale.

Senza capire questo non si può capire l'azione di Cristo, attuale e continua. Chi minimizza o tace il peccato originale, la presenza si Satana, il rischio dell'inferno (esistente e non vuoto) confonde, fraintende e fa fraintendere la Chiesa.

Nella liturgia della santa messa noi partecipiamo, nell'offerta di noi stessi, dell'offerta di Cristo per la nostra salvezza e di quella delle anime che sono sotto la schiavitù del peccato. Non solo l’uomo ma tutta la creazione è stata assoggettata alla tirannia del suo potere (Rm 8,20-21) e ora attende la redenzione. Perciò la creazione stessa sarà consegnata dalla schiavitù della corruzione. Assieme con la distruzione finale di tutti i nemici di Dio, la morte sarà distrutta (I Cor 15,24-26). La distruzione della morte accompagna la distruzione di Satana e delle sue forze. Questa è la salvezza.

La santa messa ci vede adoranti Gesù mentre Egli offre il Suo Corpo in sacrificio e mentre offre il Suo Sangue come mezzo e prezzo della salvezza.

tralcio ha detto...

segue...

... Questa lotta non è venuta a causa di Dio! Al contrario, la natura è stata sottoposta alla vanità e alla corruzione dal Diavolo che, attraverso il peccato del primo uomo, si è innestato come un parassita nella creazione della quale faceva già parte. La trasgressione dell'uomo (nello spirito e nella carne) ha aperto la via all’ingresso nella carne della morte (Rom 5,12) per una volontà che era solo spirito; ma questa negazione dell'amore (I Cor 15, 26) non è certamente frutto di Dio. Non è una "punizione", ma la conseguenza, della quale l'uomo era avvertito.

La giustizia di Dio non punisce, ma -nelle conseguenze inevitabili- attribuisce il giusto.

L'amore di Dio salva, perchè offre il solo rimedio possibile alle conseguenze inevitabili.
Satana combatte con la maggior falsità possibile cercando di distruggere le opere di Dio con tutta l’astuzia e il potere in suo possesso. La salvezza può provenire solo dalla distruzione del Demonio e del suo potere. La "collera di Dio" si riferisce sempre a quella che è rivelata a coloro che sono divenuti disperatamente schiavi del mondo, della carne e di Satana, per loro propria scelta.

Il vangelo non invita il cristiano a vivere una vita di sicurezza e di felicità secondo gli stili di questo mondo: al contrario il cristiano è chiamato a morire a questo mondo e al corpo del peccato. Chi vorrà vivere piamente in Cristo sarà perseguitato” (2 Tim 3,12).
Com'è possibile dialogare con una modernità ottusa e tetragona a questo stile del vangelo, che anzi adora l'uomo e impone alla Chiesa di uniformarsi?

Il rifiuto della mondanità in vista della salvezza non è comunque mai il prodotto d’un entusiasmo comunitario o dello sforzo di strutture ben organizzate, ispirate dalle nostre buone intenzioni (vantando meriti), bensì l'approdo di un reale abbandono in Dio, nella vittoria di Cristo sulla morte stessa (la morte di croce e la resurrezione).

Con il battesimo abbiamo l'opportunità di vivere nel corpo di Cristo. Ci restiamo solo mediante un quotidiano morire alla mentalità di questo mondo che resta nelle mani dal Diavolo. La carne in quanto tale non è cattiva ma si è malata a causa del peccato che vi dimora. Per essere associati alla vittoria sulla morte non basta appellarsi quasi magicamente alla fede, in un sentimentalismo amoroso che vorrebbe abbracciare tutti (Lutero). I conti non si fanno solo con le intenzioni... Non c'è "spirito di vita" in chi è spiritualmente morto.

Ma come si fa ad essere guariti se non ci si dichiara malati? Come fa un uomo a liberarsi da questo male se non attraverso Cristo? Quanto male si produce quotidianamente? Ed ecco che, quotidiano, è presente un pane sopra-sostanziale, donato nella santa messa, per chi sa di poter essere guarito e di poter aiutare a guarire solo in quel modo.
Necessario. Insostituibile!

In ogni Eucarestia c’è la confessione della morte e della resurrezione di Cristo, perché ognuno di noi faccia comunione per essere morti al corpo del peccato. Per condividere la vita e il regno di Cristo è necessario venir liberati dal Diavolo morendo alla mentalità di questo mondo.

La carità è (di) Dio, non la nostra! Se avessi tutta la fede, da trasportare le montagne, ma mancassi di carità non sarei nulla. Se pure donassi a favore dei poveri quanto possiedo e dessi il mio corpo per essere arso, ma non avessi la carità, non ne avrei alcun giovamento (I Cor 13,2-3).

I poveri li avremo sempre con noi, ma non sempre abbiamo Gesù...

Catholicus ha detto...

@ Luisa : "Ieri mattina il fulmine ha colpito ancora una volta la cupola della Basilica di San Pietro" : non sarà mica dovuto al fatto che siamo nel mese del Rosario, si festeggiano la vittoria di Lepanto e la Madonna del Rosario, e proprio in tale mese il Nostro intende invece andare a "santificare" l'eretico sassone, morto suicida e impenitente e autore del più grande scisma che abbia colpito la Chiesa di NSGC ?
Dalla battaglia di Lepanto si passa alla battaglia del Vaticano ? La vincerebbe sicuramente la Madonna, questo è poco ma sicuro, possono lottare quanto vogliono contro di lei, metterla in soffitta, tapparle la bocca, ma Lei rimane la Debellatrice di tutte le eresie e la Regina delle Vittorie. Ricordo che in occasione della 1^ riunione interreligiosa di Assisi, alla richiesta di portare là la statua di Maria SS.ma ci fu un secco rifiuto "No, perché la Madonna non è ecumenica". Ormai l'ecumenismo è il solo, vero, unico dogma dei papi postpacelliani, assieme, adesso, all'immigrazionismo selvaggio, al pauperismo, all'accoglienza dei peccatori impenitenti non invitati alla conversione.

Anonimo ha detto...

Luisa, a proposito del celibato dei preti: ho l’impressione che quest’eventuale riforma (chiamiamola così) potrebb’esser davvero l’inizio della fine, la catastrofe da cui, umanamente, non usciremmo più.

Col matrimonio dei preti, avremmo naturalmente — giacché siamo uomini — gli adultèri dei preti, i divorzi dei preti, la contraccezione dei preti, e chi più ne ha più ne metta; col contorno, si capisce, di rivendicazioni in nome del progresso o della “misericordia” (lèggi: di scandali continui), amplificate voluttuosamente da stampa e tivvù; e tutto in proporzioni nonostante tutto, forse, ancóra poco immaginabili. E noi poveri laici, che ancóra pensiamo che un sacerdote debba esser esemplare, staremmo freschi. (Si dirà che nelle Chiese cattoliche d’Oriente, dove i preti si possono sposare, non è così. Io non so come stiano o stessero le cose lì; ma il contesto culturale probabilmente è, o era, diverso rispetto a questo nostro Occidente impazzito.)

Eppoi, anche in chi non desse scandalo, la mentalità del clero e dei fedeli sarebbe ancor più di quanto non sia ora naturalista, relativista, superficiale. Non perché il matrimonio faccia quest’effetto di per sé, naturalmente; ma perché abbiamo bisogno, nel clero, d’una certa, chiamiamola così, separatezza, senza la quale capitoleremmo, noi e loro, al mondo. In quattr’e quattr’otto, ho paura.

Il celibato sacerdotale è un po’ il nostro Piave. Ma speriamo che, dopo Caporetto, venga Vittorio Veneto.

Maso

tralcio ha detto...

@ Maso

Il "Piave" non può essere il celibato sacerdotale per un sacramento dell'ordine vissuto com'è attualmente, posto che questo non ha impedito la deriva secolarizzante alla quale assistiamo.

Il "Piave" non può essere il matrimonio com'è stato proposto dalla Chiesa cattolica almeno fino ad Amoris Laetitia.

Il "Piave" non può essere nemmeno una liturgia celebrata in latino piuttosto che in altre lingue, posto che 50 anni di sfacelo liturgico non hanno -grazie a Dio- impedito a molti di amare e adorare il Signore nel Santissimo Sacramento.

Il "Piave" -questo è evidente da circa 3 anni- non è nemmeno il papato, suscettibile di interpretare e provocare le medesime frane che precedentemente ci si poteva esser illusi di contenere facendo leva sulla roccia della sede petrina.

Il "Piave" d'altra parte fu un'eroica esperienza di "linea di difesa" dal nemico che aveva sfondato dopo un peccato (Caporetto) più grande e devastante degli altri...

In realtà ciò che il Signore ci ha consegnato e affidato (i comandamenti di Dio, la Parola, i sacramenti della Sua divina azione) non costituisce qualcosa da difendere, ma costituisce la nostra difesa. Saranno i comandamenti a farci da armatura, saranno i sacramenti a guarirci dalle ferite, sarà la Parola a chiarire ciò che è confuso...
Detto molto semplicemente: sarà Dio ad agire, ma chiede a noi di essere umili e di fidarci.
Umiltà è non pensare di essere noi a difendere Dio.
Fiducia è credere davvero che sarà Lui a difenderci.
Se ciò che chiediamo arrivasse subito, suonerebbe come l'elemosina data a chi tende la mano... Cambierebbe molto poco, malgrado "il soldino".
Se ciò che chiediamo non arriva, può essere che chiediamo male. Cambiare ci farebbe bene.
Se chiediamo bene, insistiamo. Questa insistenza è abbandono nella fiducia.
E' il nostro "lavoro", cioè la nostra piccola parte, mentre Dio fa tutto.

Anche a me fa paura questa lunga ritirata, dopo il disastro di Caporetto.
Ma "il Piave" non saranno i nostri fili spinati... Sarà la Sua corona di spine!
Il mondo irride Lui e sbeffeggia Lui! Lo tratta come un re da burla.
Se pretendessimo di difenderLo, faremmo un po' il gioco di chi lo ritiene in balia del male.

No! Maria al Calvario non si mise a sbraitare incitando al contrattacco.
Tacque, nel suo dolore corredentore, di madre che vede morire il Figlio. Nel suo dolore di credente che vede fino a che punto Satana possa radicare negli uomini l'odio per Dio.
Eppure non dispera, perchè è umile e si affida.

Lei sa... Nessuno come lei, con questa umile sapienza, difende noi dal disastro.

Anonimo ha detto...

Grazie, Tralcio. Parole verissime. Edificanti, perché vere. Abbandoniamoci al Signore.

Maso

Anonimo ha detto...

Tralcio da ovatio, preferibile all'orrida standing ovation che ormai va a cani e porci, mi pare che più che Piave sia Adrianopoli.....il nuovo press agent e addetto alle comunicazioni è Greg Burke strapagato amerikano che cura anche gli orribili messaggi mensili del vdr, personalmente video e battuta mi paiono da osteria, fra commensali che hanno alzato il livello alcolemico. Sciatteria e sguaiataggine la fanno da padroni, sarà per contrappasso ai pizzi, merletti, mozzette e scarpe rosse medievalrinascimentali in auge fino a 3 anni fa, per la figura del liturgista, 2 mi paiono gli indiziati sbeffeggiati, card.Sarah e card. Ratzinger autore dello splendido libro sulla liturgia, (tra le cose più belle che abbia mai letto) quanto ai fulmini sul cupolone ad ogni violento scroscio scaricano la loro violenza su di esso da 3 anni a questa parte, a voler pensare male è peccato, ma ci azzecchi sempre.

RR ho perso tutti i tuoi dati col passaggio al nuovo cell, please, help me!Anonymous.

Rr ha detto...

Anonymous,
se insisti, potrei denunciarti per stalking, visto come vanno le cose agli uomini veri e non ai fr...ci, gli unici autorizzati a dire e fare porcate:))
Mic ha il mio indirizzo emai, chiedlo a lei in privato, cosi mi contatti e ti do gli altri dati.

Anonimo ha detto...

Istruzione cattolica per i figli della luce .
http://oodegr.co/italiano/tradizione_index/insegnamenti/padrenostroesegesisancipriano.htm