Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 26 ottobre 2016

L'omaggio recente di Benedetto XVI al Patriarca Bartolomeo

Si apre con la prefazione di Papa Francesco e contiene anche una riflessione del Papa emerito Benedetto XVI il volume “Bartholomew Apostle and Visionary” (Nashville, Thomas Nelson, 2016, pagine XXXII + 271, 26,99 dollari). Si tratta di un omaggio al patriarca ecumenico Bartolomeo, pubblicato negli Stati Uniti in occasione del venticinquesimo anniversario della sua elezione alla sede di Costantinopoli.
È leggibile qui il testo di Benedetto XVI, pubblicato da L’Osservatore Romano nella edizione del 13 ottobre 2016. [Fonte]

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Se il rapporto tra Benedetto e Bartolomeo è sempre stato più che cordiale, Francesco è arrivato a baciargli la mano....

mic ha detto...

Di fatto un'altra 'uscita' in tandem, in questo caso intervenendo su un testo letterario di rilevanza internazionale, dei "due papi".
Dunque, posto quanto ne pensiamo su questo blog (chi volesse approfondire perché legge solo ora non ha che da usare le parole chiave sul motore di ricerca interno), non mi dilungo sul discorso dei "due papi". Esprimo semplicemente l'evidenza mediatica del dato.

Anonimo ha detto...

Che noia, Mic! Perchè mai un ex Papa, specie se del livello intellettuale di Joseph Ratzinger, dovrebbe rinunciare a esprimere il proprio apprezzamento pubblico nei confronti di un amico a causa della questione farlocca dei "due papi" che tanto delizia i media? E' pura acqua fresca se paragonata all'insipienza bergogliana o di chi per lui.

mic ha detto...

A prescindere dal venir meno del proposito di ritirarsi 'sul monte', l'osservazione riguarda il 'tandem', che ancora una volta appaia il papa in carica e il cosiddetto emerito, non il contributo di Ratzinger per se stesso.

Rr ha detto...

Mic,
diventa sempre più difficile il non accorgersenw, far finta di nulla o continuare a pemsare che "lui" sia stato forzato, costretto...

Luisa ha detto...

Beh, mi sembra che dobbiamo oramai "dimenticare" il ritiro nel silenzio orante che ci aveva indicato Benedetto XVI essere il suo futuro, c`è chi si rallegra della sua presenza e chi considera che non contribuisce alla "chiarezza" di questa situazione anomala, detto questo, avendo visto la sua personale amicizia con il Patriarca Bartolomeo, sono alcune fra le immagini che più mi hanno colpito tanto la sincerità di quei gesti era evidente, mi sembra logico e normale che egli testimoni la sua amicizia e considerazione in un libro omaggio al patriarca ecumenico come mi sembra normale ( e dovuto...) che ci sia anche il contributo del suo successore.

Anonimo ha detto...

Era inizialmente una lettera personale al patriarca,poi si è deciso, assieme al vdr di pubblicarla con il suo contributo, comunque tranquilli, Ratzinger non scriverà più prefazioni né concederà altre interviste dirette o indirette, se vorrà dire qualcosa scriverà lettere non di risposta e qui cala il sipario. Mons.Gaenswein dixit. Anonymous.

marius ha detto...

E poi che melassa!

Una curiosità: l'appellativo di ecumenico al patriarca Bartolomeo sembra quasi d'obbligo, anzi ufficiale, talmente è ripetuto.
Ditemi voi: è ufficialmente "patriarca ecumenico"?
è un appellativo dato dagli "ortodossi" stessi?
Oppure è un modo per sottolineare e confermare tra le righe l'attuale trend postconciliare?

Ave Maria ! ha detto...

Ore 19:11 a Roma abbiamo avvertito una scossa del terremoto .

Anonimo ha detto...

Mic: "diventa sempre più difficile il non accorgersenw, far finta di nulla o continuare a pemsare che "lui" sia stato forzato, costretto..." queste sono farneticazioni di una che fà finta di non sapere cosa stà accadendo. Lasci perdere, veda di pregare molto di più e commentare molto di meno e sopratutto chieda alla Spirito Santo di farle dono del discernimento perchè allo stato attuale si trova proprio dalla parte sbagliata.

Anonimo ha detto...


~ L'ennesima "melassa"? Si' e sempre piu' appiccicosa

O, se si preferisce, nient'altro che retorica sul dialogo e l'unita' della Chiesa (quale Chiesa, verrebbe da chiedersi?). L'omaggio del Papa Emerito al c.d. Patriarca Ecumenico e' un esercizio in futilita', "ecumeniche", appunto. Un documento insignificante, che mostra tuttavia l'allineamento di Ratzinger all'andazzo dominante. C'e' persino un accenno ad una concezione teilhardiana della Messa, poiche' la Messa esprimerebbe l'intenzione di redimere non solo l'umanita' ma anche tutta la creazione ossia la natura. O qualcosa del genere.

~ Marius: domanda sull'origine del titolo di Patriarca Ecumenico. Da quello che mi ricordo il Patriarca bizantino se lo attribui' da solo e il Papa, in contrapposizione, comincio a definirsi "servo dei servi": umilta' romana contro superbia bizantina. Il titolo non fu mai riconosciuto in passato da Roma, la quale comincio' ad usarlo solo nel "postconcilio".
Uno dei tanti cedimenti di questi ultimi anni. PP

Luisa ha detto...

Continuano le derive totalitarie nella chiesa dell`ammore:

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/10/26/terremoto-alla-pontificia-accademia-per-la-vita-con-repulisti-dei-non-allineati/

Mons.Paglia uno dei maggiori errori di "casting" di Benedetto XVI, all`epoca fui sbalordita da quella nomina, purtroppo non mi sbagliavo.

marius ha detto...

@ PP

Grazie !!!

RR ha detto...

Mic: "diventa sempre più difficile il non accorgersenw, far finta di nulla o continuare a pemsare che "lui" sia stato forzato, costretto..." queste sono farneticazioni di una che fà finta di non sapere cosa stà accadendo. Lasci perdere, veda di pregare molto di più e commentare molto di meno e sopratutto chieda alla Spirito Santo di farle dono del discernimento perchè allo stato attuale si trova proprio dalla parte sbagliata.

Scusi, Anonimo 26 ottobre 20.21, a chi si riferisce ?
A me o a Mic ?
Se a me: che ne sa lei di quanto prego o non prego ? e di cosa debba o non debba fare lo Spirito Santo con me ? Tutti a nominare il Suo Nome invano...

Sacerdos quidam ha detto...

E' incredibile come alcuni si rifiutino di constatare la realtà circa Ratzinger, neomodernista moderato (moderato però solo nella tattica, non in senso filosofico-dottrinale) e vaticansecondista DOC.
Certo, ha fatto anche alcune cose buone a pro della Tradizione cattolica, ma ciò non basta a giustificare il resto.
Scommetto che, di questo passo, andrà a finire come con Paolo VI: fra un po' diranno che l'illustre Recluso nei giardini vaticani è un sosia, mentre il 'vero' Ratzinger è tenuto prigioniero in catene nei sotterranei dell'Ospizio S. Marta... :)

Anonimo ha detto...

Mi riferisco a Mic, perchè è fin troppo chiaro che il Papa Benedetto XVI non si è "dimesso" di sua "spontanea volontà" ma per la "volontà" della immancabile setta. I fatti che accadono da oltre 3 anni a questa parte lo stanno ampiamente a dimostrare per cui trovo di "pessimo gusto", per non dire di peggio, mettersi a fare il "tiro a segno" nei confronti di BXVI o di farneticare di "continuità" di Bergoglio con il Papa BXVI.

mic ha detto...

E' pieno il web di assertori convinti e coriacei che Francesco non è papa e che il vero papa è il dimissionario Benedetto.

Ebbene, se è innegabile l'influenza della autodefinitasi "mafia" di San Gallo prima durante e dopo il pontificato di Benedetto XVI, e nonostante le difficoltà enormi (alcune note altre forse no) incontrate da papa Ratzinger nel corso del suo Pontificato, non esiste alcuna prova di abdicazione forzata. Il che si coniuga con l'ambiguità di fondo del conciliarismo e della collegialità da lui propugnati. D'altronde nessun elettore ha impugnato l'ultimo conclave.
Nessuno di noi dunque è in grado di uscirsene con affermazioni apodittiche come sopra.
Quanto alla 'continuità' tra Francesco e Benedetto, nella forma di certo non è immediatamente percepibile e anche in alcuni, chiamiamoli "eccessi", smaccatamente rivoluzionari (Lund, ad esempio). Ma non manca il filo conduttore (esile all'inizio ma ora fune robusta) tra il falso ecumenismo e tutti gli altri 'bachi' del concilio con quanto oggi è arrivato a conseguenze qualche anno fa neppure immaginabili, ma che lì trova le sue radici, che sviluppano le loro propaggini in un humus via via sempre più imbastardito.

Anonimo ha detto...

Perchè lei, mic, chiama solo differenza di "forma" il fatto che Bergoglio abbia scritto abomini come Amoris Letitia o l'enciclica ecologica, con profanazione dei Sacramenti del Matrimonio Eucarestia e Confessione che mai e poi mai il Pontefice BXVI e gli altri precedenti avrebbero mai compiuto. com'è che non vede la differenza tra un Bergoglio che bestemmia e profana e che non si è mai visto prima. Tutte queste cose non sono questione di "forma" ma solo ed unicamente di sostanza.E' veramente assurdo ciò che afferma.

tralcio ha detto...

UDIENZA AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, 08.03.2008 "La Chiesa e la sfida della secolarizzazione"
… La secolarizzazione, che spesso si muta in secolarismo abbandonando l’accezione positiva di secolarità, mette a dura prova la vita cristiana dei fedeli e dei pastori, e voi l’avete, durante i vostri lavori, interpretata e trasformata anche in una sfida provvidenziale così da proporre risposte convincenti ai quesiti e alle speranze dell’uomo, nostro contemporaneo.
… La secolarizzazione, che si presenta nelle culture come impostazione del mondo e dell’umanità senza riferimento alla Trascendenza, invade ogni aspetto della vita quotidiana e sviluppa una mentalità in cui Dio è di fatto assente, in tutto o in parte, dall’esistenza e dalla coscienza umana. Questa secolarizzazione non è soltanto una minaccia esterna per i credenti, ma si manifesta già da tempo in seno alla Chiesa stessa. Snatura dall’interno e in profondità la fede cristiana e, di conseguenza, lo stile di vita e il comportamento quotidiano dei credenti.
Essi vivono nel mondo e sono spesso segnati, se non condizionati, dalla cultura dell’immagine che impone modelli e impulsi contraddittori, nella negazione pratica di Dio: non c’è più bisogno di Dio, di pensare a Lui e di ritornare a Lui. Inoltre, la mentalità edonistica e consumistica predominante favorisce, nei fedeli come nei pastori, una deriva verso la superficialità e un egocentrismo che nuoce alla vita ecclesiale.
La "morte di Dio" annunciata, nei decenni passati, da tanti intellettuali cede il posto ad uno sterile culto dell’individuo. In questo contesto culturale, c’è il rischio di cadere in un’atrofia spirituale e in un vuoto del cuore, caratterizzati talvolta da forme surrogate di appartenenza religiosa e di vago spiritualismo.
Si rivela quanto mai urgente reagire a simile deriva... In questa prospettiva il mio predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, consapevole dei cambiamenti radicali e rapidi delle società, con insistenza richiamò l’urgenza di incontrare l’uomo sul terreno della cultura per trasmettergli il Messaggio evangelico... La sensibilità intellettuale e la carità pastorale del Papa Giovanni Paolo II lo spinsero a mettere in risalto il fatto che la rivoluzione industriale e le scoperte scientifiche hanno permesso di rispondere a domande che prima erano parzialmente soddisfatte solo dalla religione. La conseguenza è stata che l’uomo contemporaneo ha spesso l’impressione di non aver più bisogno di nessuno per comprendere, spiegare e dominare l’universo; si sente il centro di tutto, la misura di tutto.
Più recentemente la globalizzazione, per mezzo delle nuove tecnologie dell’informazione, ha avuto non di rado come esito anche la diffusione in tutte le culture di molte componenti materialistiche e individualistiche dell’Occidente. Sempre più la formula "Etsi Deus non daretur" diventa un modo di vivere che trae origine da una specie di "superbia" della ragione – realtà pur creata e amata da Dio – la quale si ritiene sufficiente a se stessa e si chiude alla contemplazione e alla ricerca di una Verità che la supera.
La luce della ragione, esaltata, ma in realtà impoverita, dall’Illuminismo, si sostituisce radicalmente alla luce della fede, alla luce di Dio. Grandi, perciò, sono le sfide con le quali la missione delle Chiesa deve confrontarsi in questo ambito... la fede suppone la ragione e la perfeziona, e la ragione, illuminata dalla fede, trova la forza per elevarsi alla conoscenza di Dio e delle realtà spirituali. In questo senso la secolarizzazione non favorisce lo scopo ultimo della scienza che è al servizio dell’uomo, "imago Dei".
… Esorto soprattutto i Pastori del gregge di Dio a una missione instancabile e generosa per affrontare, sul terreno del dialogo e dell’incontro con le culture, dell’annuncio del Vangelo e della testimonianza, il preoccupante fenomeno della secolarizzazione, che indebolisce la persona e la ostacola nel suo innato anelito verso la Verità tutta intera.

mic ha detto...

Anonimo 19:18
Forse non si è accorto che questo blog è stracolmo di denunce per le "variazioni" rivoluzionarie di Bergoglio. Ciò non toglie che lui ha portato alle estreme conseguenze (e vi ha messo molto del suo, teologia della liberazione e mondialismo compresi) cose che né Giovanni Paolo II né Benedetto XVI hanno mai avallato (cfr. Amoris laetitia), affermando al contrario l'insegnamento costante della Chiesa.
Anche se non dimentichiamo neppure il 'filo conduttore' che in qualche modo ha favorito l'humus sempre più imbastardito che ha reso possibile il giro di boa rivoluzionario.

Sacerdos quidam ha detto...

Anonimo delle 19.18,
i Papi precedenti hanno sabotato la S. Messa cattolica in Rito Romano sostituendola con un rito filoprotestante, hanno attentato contro la SS.ma Eucaristia consegnandola sulle mani dei laici con l'inevitabile caduta e profanazione dei frammenti, hanno profanato la Verità dell'unica vera Chiesa di Cristo, quella Cattolica Romana, parificata alle false sedicenti 'chiese cristiane' e alle false religioni mondiali promuovendo i megaraduni in stile 'Assisi', hanno tradito il Vangelo autorizzando i Giudei increduli a non credere in Nostro Signore Gesù Cristo con l'uso del sofisma dell'Antico Patto 'mai revocato', hanno sabotato l'insegnamento cattolico installando e lasciando installare docenti eretici negli Istituti di insegnamento di ogni ordine e grado, hanno formato preti e religiosi vaticansecondisti - 'alla Ratzinger', appunto - per cinquant'anni. E mi fermo qui, perché potrei riempire un libro intero nel descrivere tutti i tradimenti della Fede operati dai Predecessori 'conciliari' di Papa Bergoglio, che ha solo l'incarico di dare il colpo di grazia finale alla Santa Chiesa (ma non ci riuscirà).
Io stesso sono scampato solo per grazia di Dio e per la protezione della Madonna al
terrificante lavaggio del cervello operato nei Seminari tra la fine del Pontificato di Paolo VI ed i primi anni di quello di Giovanni Paolo II (e che continua ancor oggi).
Ma Lei cosa faceva in quegli anni, dormiva saporitamente del sonno dei giusti?
La pianti di sproloquiare.

Anonimo ha detto...

Ma se Bergoglio fà cose che mai i Pontefici avrebbero avallato perchè non è in loro potere di cambiare la Legge Divina, in tale modo non porta nulla alle estreme conseguenze perchè prima di queste non vi era nessun "appiglio" che potesse giustificare le eresie cui noi ora ci troviamo di fronte. Ecco perchè tra il Papa BXVI e Bergoglio vi è assoluta antitesi che non giustifica ipotizzare qualsiasi "continuità" di sorta tra i due che è inesistente, mentre lei parla di una "continuità" addirittura di sostanza.

mic ha detto...

Quelli che ho chiamato 'bachi', che hanno reso possibile la voragine attuale non riguardano la forma ma la sostanza, mai intaccata 'formalmente' ma attraverso la prassi, cioè la famigerata pastorale....

mic ha detto...

In ogni caso la tradizione storicista, cioè il cambiamento paradigmatico veicolato dal concilio, ormai attestatasi al posto di quella perenne, evidentemente consente a Bergoglio e ai suoi corifei di ritenere superati e quindi oltrepassare persino gli insegnamenti costanti dei suoi predecessori.
La continuità non sta in questo, ma nei ccitati 'bachi' che di fatto hanno reso opera teo "spirito del concilo". Quello che mons. Gherardini chiama il gegen-geist, il contro-spirito...

Anonimo ha detto...

Come e' difficile essere "figli di Dio"

Pietro C. ha detto...

Marius: domanda sull'origine del titolo di Patriarca Ecumenico. Da quello che mi ricordo il Patriarca bizantino se lo attribui' da solo e il Papa, in contrapposizione, comincio a definirsi "servo dei servi": umilta' romana contro superbia bizantina. Il titolo non fu mai riconosciuto in passato da Roma, la quale comincio' ad usarlo solo nel "postconcilio".
Uno dei tanti cedimenti di questi ultimi anni. PP

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Non so se Maria Guarini, che ogni tanto punzecchio non per capriccio ma di cui sostanzialmente apprezzo l'opera, ha ben presente questa questione storica. Essendo un fatto eminentemente storico è bene interrogare le fonti, non dare giudizi sommari, tipo "umiltà romana contro superbia bizantina". Qualsiasi storico serio non accetterebbe valutazioni di questo tipo, e ne parlo con cognizione di causa perché conosco bene gli ambienti accademici.

Infatti, lungo i secoli in cui l'Occidente era in comunione politico-ecclesiastica con l'Oriente (le due cose non si possono scindere, soprattutto nell'Alto Medioevo!), umiltà e tentativi di forzature ci furono sia a Roma sia a Costantinopoli.

Perché l'appellativo di "ecumenico"? La risposta vera è una risposta storica, non ideologica: perché "ecumenico" era l'impero allora conosciuto, ossia dell'"ecumene", della "terra conosciuta" (le altre terre erano ritenute irrisorie perché di "barbari").

La capitale politica vera e sostanziale di tale impero ecumenico era Costantinopoli, sede dell'imperatore, mentre Roma era solo un antico ricordo di vestigia passate.

In un mondo in cui politca e religione si univano a volte confondendosi, fu logico che il patriarca costantinopolitano iniziasse ad appellarsi ecumenico, sovrapponendo un titolo politico alla sua funzione religiosa.

Questo pero' comportava una confusione di fatto: "Se tu sei vescovo ecumenico, ossia universale - dirà sostanzialmente Gregorio Magno - immediatamente qualsiasi vescovo locale cessa di essere tale poiché tu subentri immediatamente e di fatto nella sua giurisdizione". In altri termini, per la mentalità gregoriana, si sarebbe creato un "monstrum ecclesiologicum".

Fu per questo motivo che il papa di Roma rifiutò sdegnosamente il titolo di "ecumenico" al patriarca di Costantinopoli ma, SI NOTI BENE, lo rifiutò anche per se stesso e sempre per quel motivo. Gregorio Magno lo indica chiaramente!

Fu indubbiamente una lezione di umiltà ma, molto più!, una lezione di ecclesiologia che poi, nel secondo millennio si tralasciò (basti pensare ad Innocenzo III).

Oggi si ritiene "de Fide" che il papa abbia una giurisdizione di fatto e immediata in ogni parte del globo. Questa è la realtà dei fatti, che piaccia o no.
Se dunque introduciamo valutazioni come "umiltà romana contro superbia bizantina", con il senno di poi chi dovrebbe essere costantemente e veridicamente superbo?
Meglio dunque non fare queste valutazioni "ad usum delphini"!

irina ha detto...

La mentalità di un'epoca l'hanno nutrita in tanti, ognuno perseguendo i suoi interessi.
L'aspetto gravissimo per la Chiesa è che essa si occupa dell'ambito spirituale; qualcuno dirà che anche la cultura si occupa dell'ambito spirituale; sì, anche la cultura si occupa di questo ambito. La differenza sta che la Chiesa si muove con Rivelazione e Tradizione verso Dio, Uno e Trino; la cultura si muove con la ricerca, l'approfondimento, l'allargamento, l'innalzamento di quello che l'uomo ha potuto, voluto e saputo indagare, verso l'Uomo perfetto,quando va bene.
Occupandosi dell'ambito spirituale,è gravissimo il compito della Chiesa, perchè i suoi errori si riversano su l'uomo intero, nella sua spiritualità e fisicità. E' giusto che la Chiesa si occupi della cultura umana, per correggerla e condurla a NSGC. Non è giusto se lei dimentica se stessa entro la cultura umana, e, dimenticando se stessa, si illude di trovare là avanzamenti, progressi culturali e spirituali che là non può trovare.La Chiesa deve stare in ascolto della cultura e subcultura umane per seminare in esse il Verbo di Dio.Ma da esse non ha nulla da imparare, se non ammirare, sì, là dove lo sforzo umano ha dato i suoi frutti migliori;questi frutti, se offerti a Dio, Uno e Trino, sono poi ridistribuiti, cristianizzati, a tutti gli uomini. Quando la Chiesa è rimasta in se stessa, pur con i limiti dei suoi uomini, allora si è avuto un rigoglio nella cultura e in tutte le opere degli uomini. Quindi concludendo, quando ci lamentiamo, che questo e quello non funzionano o funzionano male, dobbiamo oltre che guardar noi stessi, subito dopo dobbiamo guardare la Chiesa chè è venuta meno al suo compito, che è quello di dare forma e contenuto, spirituale cattolico, all'uomo di ogni tempo.

N.B. "spirituale cattolico" lo lascio così perchè, da quello che ho visto, è l'unico pane di sostanza che tutti possono mangiare, digerire, venendone nutriti ed elevati, ovunque siano, qualsiasi sia il loro mestiere.

Anonimo ha detto...


@ Replica a Pietro C., filobizantino

Avrei dunque reso in modo poco serio e ideologico la faccenda del "patriarca ecumenico"?
Riassumo dal capitolo "Gregorio e l'Oriente" del libro: Jeffrey Richards, Il Console di Dio. La vita e i tempi di Gregorio Magno [590-604]", tr. it., Sansoni, 1984, pp. 319-333.

Il titolo se lo attibui' Giovanni Patr. di Cost. nei documenti di un concilio locale del 588. L'allora Papa Pelagio II rifiuto' di sottoscrivere la parte dei documenti sul concilio che conteneva quel titolo, da lui considerato offensivo, e ordino' al suo apocrisarios [ambasciatore ecclesiastico] a Cost. di non prender piu' la Comunione con Giovanni. Pelagio II vedeva nell'uso del titolo un attentato al Primato di Pietro. La controversia si aggravo' con il successore, san Gregorio Magno, che intervenne invano sul Patr. Giovanni, su ecclesiastici bizantini, sull'imperatore d'Oriente, affinche' si eliminasse quel titolo. Di fronte alla pervicacia di Giovanni, san Gregorio gli scrisse accusandolo di mancanza di umilta' e di superbia. La "superbia bizantina" non risulta dunque da un'interpretazione dello sprovveduto PP.
"Sebbene il tuo compito sia quello di insegnare agli altri l'umilta', non hai ancora ben appreso i rudimenti di questa virtu' per te stesso. Fratello mio, ama l'umilta' e non cercare di innalzare te stesso a danno degli altri fratelli. Abbandona questo appellativo temerario [che il Papa non reclamava affatto per se stesso], questa parola cosi' piena di folle orgoglio, che arreca solo disordine e sconcerto e che turba la pace di questo mondo" (op. cit., p. 322 - pp. 323-4 per l'autoattribuzione come "atto di superbia", in un'altra lettera).
I Papi avevano visto giusto, il Patriarca di Cost. con quell'autoattribuzione (mantenuta sino ad oggi) voleva contestare il Primato di Pietro, giocando sul fatto che Cost. era capitale imperiale. Che i Papi della Chiesa "riformata" dal VAticano II onorino oggi il Patriarca di Cost. di quel titolo, dovrebbe aprire gli occhi a tutti sul livello di decadenza (a livelli ormai di autoannientamento) raggiunto dall'alta dirigenza della Chiesa. PP

Fuori tema ? ha detto...

Per oggi ho pianto abbastanza con la quarta meditazione , domani affrontero' la quinta :
Mi piacerebbe condividere con tutti voi queste Meditazioni tenute nel 2015 da Padre Antonio Maria Sicari OCD , carmelitano , il quale , in occasione del Giubileo della Misericordia , ha scelto questo tema : La ricchezza della Misericordia " .
Inizia con una breve omelìa introduttiva ( 13:23 ' ) : https://www.youtube.com/watch?v=t8j3QHBu4H0

1° Meditazione del 6/12/2015 :
https://www.youtube.com/watch?v=nGWPX9DzWQE

2° Meditazione del 6/12/2015 :
https://www.youtube.com/watch?v=WjGjqhTVKmg

3° Meditazione del 7/12/2015 :
https://www.youtube.com/watch?v=wrn-XiC1iuo

4° Meditazione del 7/12/2015 :
https://www.youtube.com/watch?v=x8JZ5tXzB5k

5° Meditazione del 8/12/2015 :
https://www.youtube.com/watch?v=YwgZNtNugLM

Anonimo ha detto...

Il Card Gehrard Muller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, afferma che Benedetto XVI è ancora Pontefice.