Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 27 maggio 2022

Il chiodo fisso progressista. Un forte articolo dell'Arcivescovo Aguer

Nella nostra traduzione da Rorate Caeli un recente articolo dell'arcivescovo Aguer. Da osservare la tendenza dei cosiddetti conservatori del concilio di attribuire l'entità e la gravità della crisi attuale al cosiddetto spirito del concilio e non alle distorsioni disseminate nei suoi documenti. Interessante prendere atto del contenuto per la considerazione che merita nella sua articolazione, così com'è interessante confrontarlo con questo scritto di mons. Gherardini. Trovate altri rimandi a precedenti trattazioni dei vari temi evidenziati nel testo dai link disseminati in corrispondenza dei principali punti specifici.

Cos'è il progressismo? Mi riferisco al progressismo ecclesiastico, che, come il progressismo laico, guarda al futuro come se il mondo e la Chiesa fossero in movimento, sempre in evoluzione verso il meglio.

Potremmo considerare l'evoluzionismo come una sorta di eponimo del progressismo religioso. Ciò costituisce un sistema di idee e atteggiamenti “avanzati”, che si distacca orgogliosamente da ogni adesione alla Tradizione. Il cosiddetto modernismo del primo Novecento è stato descritto e condannato da San Pio X nell'Enciclica Pascendi dominici gregis e nel Decreto Lamentabili sane exitu. Riunì una filosofia kantiana (razionalista), che ripudiava il pensiero aristotelico-tomista; gli studi “positivi” della Sacra Scrittura di origine protestante-liberale; e il desiderio di equiparare la cultura cristiana a quella che regnava in un'Europa plasmata dalle rivoluzioni del XIX secolo, che aveva le sue radici nella Rivoluzione francese del 1789 e nel suo Illuminismo. I modernisti soffrivano di una sorta di disagio, come se fossero estranei o fossero stati esclusi da ciò che proponeva l'età moderna. Inoltre, nel modernismo regnava la confusione tra la dottrina, i suoi contenuti e le modalità di espressione. In questo senso, il progressismo postconciliare lo supera di gran lunga.

A metà del V secolo, San Vincenzo, monaco gallo-romano del Monastero di Lérins, nel suo Commonitorium aveva espresso la distinzione tra l'espressione della Verità cristiana, che logicamente si risituava nelle varie epoche e culture esprimendosi in un modo nuovo (nove) e la modifica o aggiunta di cose nuove (nova).

Il progressismo cattolico si è sviluppato sotto l'influenza del cosiddetto "spirito del Concilio". Il Vaticano II (1962–1965) ha approvato 16 documenti quasi all'unanimità; presentando il cattolicesimo “al passo dei tempi”, in virtù di una chiara intenzione di aggiornamento. Le discussioni e gli scontri già evidenti nei dibattiti conciliari si sono poi accentuati in dolorose divisioni che hanno confuso molti sacerdoti e fedeli. Si ricordano frequenti espressioni di Paolo VI che ci invitano ad essere cauti nella valutazione del Concilio, e ci permettono di riconoscere la serietà degli anni che seguirono con l'imposizione di un arbitrio crescente: «Ci aspettavamo una primavera rigogliosa ma venne il rigido inverno”; “attraverso qualche fessura il fumo di Satana è entrato nella Casa di Dio”. Oggi sembrerebbe che il Concilio Vaticano II, nel suo senso originario, espresso nei suoi testi, sia entrato a far parte della spazzatura non più in uso. Ma alcune stravaganze e una capricciosa preoccupazione per certi temi o cose sono rimaste come un'eredità spuria e imbastardita. Molte volte vi si riscontra un certo rancore o cattiva volontà contro la Tradizione e contro coloro che vi sono legati.

Il primo significato accademico di “mania” lo caratterizza in modo molto più negativo; lo presenta come una specie di follia o delirio generale, con agitazione e tendenza alla furia. Il termine ha origine nell'antichità greca; in Erodoto e Sofocle la mania equivale alla follia, alla follia, e si applica alla passione dell'amore, oltre che al delirio profetico. Nel dialogo platonico Fedro designa il trasporto causato dall'ispirazione, che in qualche modo aliena un uomo da se stesso. È interessante notare il tono d'umore cupo, di buio pesto.

Desidero ora, perché lo ritengo utile, fare riferimento ad alcune delle manie tipiche del progressismo. In larga misura si possono dedurre alcuni dei tratti che ho opportunamente attribuito alla “ Chiesa della propaganda.” Comincio segnalando una mania che invita al sorriso, poiché prolunga o meglio recupera un discorso degli anni Settanta: il capriccio ideologico contro la talare [vedi], che si scarica contro i pochi preti che a volte la indossano. Non tengo conto che l'attuale disciplina ecclesiastica richiede che i sacerdoti portino qualche segno del loro stato: potrebbe essere un sacerdote elegante o, almeno, una camicia - azzurra, per esempio, come è più di moda - con la caratteristico piccolo collarino bianco. La mania progressista vede con naturalezza o simpatia il sacerdote che veste “in borghese”, anche in maniera sciatta e a volte squallida. Peggiore è il caso dei religiosi che evitano di indossare l'abito proprio dell'Ordine o della Congregazione di appartenenza; il che solitamente è un altro elemento della loro non osservanza del voto di povertà. A proposito, diceva un mio vecchio amico, essi fanno il voto e noi, clero secolare, lo adempiamo”. Ho detto prima che questa particolare mania mi fa sorridere, per l'atteggiamento smodato che implica; con il loro diniego stanno appunto additando il valore dell'abito sacerdotale e religioso.

Un'altra mania è il disprezzo, l'odio del latino [vedi]. Il progressista non può sopportare un sacerdote che celebri la Santa Messa - nemmeno quella di San Pio V, ma quella di Paolo VI - nella nobile lingua latina. Infatti, il più delle volte, questo sentimento negativo è espresso da chi non ne ha idea; non sono andati oltre rosa, rosae. Detestano ciò che non conoscono, per pura ideologia. A causa di questo atteggiamento, ad esempio, sono scomparsi dalla circolazione alcuni inni che nelle parrocchie venivano cantati senza difficoltà dalle anziane signore: il Pange lingua, e il Tantum ergo; formule per l'Adorazione del Santissimo Sacramento. Quand'ero bambino, nella mia parrocchia di quartiere, Santa Maria Goretti, a Mataderos, Buenos Aires, la celebrazione delle grandi feste era arricchita dal canto della Missa De Angelis. A proposito, c'è da puntualizzare che preghiamo non solo quando cantiamo, ma anche quando ascoltiamo.

Tutto indica che questa mania persisterà in forma aggravata, poiché nei seminari il latino è scomparso, o il suo studio è conservato come mero vestigio simbolico. I progressisti potranno vantarsi che finalmente l' unico mezzo di espressione nella liturgia del rito romano sarà il linguaggio volgare, anzi, ogni volta più volgare. Rito Romano? Né romano né di rito.

Continuiamo a registrare altre manie, se volete, più pesanti e più oscure. Queste non provocano un sorriso, ma piuttosto indignazione, lamentela e pianto. Forse in molti casi l'ignoranza serve come scusa. Sicuramente i progressisti sono ignari delle numerose encicliche che Leone XIII, il Papa della Rerum novarum, ha pubblicato sul Santo Rosario; e il fatto singolare che tutti i Pontefici hanno esaltato questo esercizio, disprezzato dai maniaci come «occupazione di devote anziane» [vedi]. Ignorano o disprezzano anche il Magistero sull'argomento e l'esperienza personale di Papa Giovanni Paolo II. Per non parlare dei fatti prodigiosi e dei miracoli riconosciuti attribuiti a questa corona mariana. Il carattere tipicamente cattolico del Rosario, e la sua rilevanza nei casi di Lourdes e di Fatima, non fa parte del patrimonio della Rivelazione, e non lo si crede in virtù della fede teologale, ma lo si accetta per estensione di quella fede che rende queste realtà semplici e praticamente innegabili per la coscienza cattolica, per chi tra il popolo cristiano non è stato alienato dalla mania progressista.

Lasciando da parte la questione devozionale del Rosario, rivolgiamoci alla Sacra Scrittura, specialmente ai Salmi; un elemento chiave nella composizione della Liturgia delle Ore. Che ci crediate o no, non mancano sacerdoti e religiosi (mi mancano dati in ambito femminile) che ritengono che questi poemi antichi non abbiano nulla da dire loro, in questo ventunesimo secolo. Che dire della fede nella Parola divina, tesoro dell'antico Israele e della Chiesa, Nuovo Popolo di Dio? A questo punto è opportuno citare l'ammirevole opera di sant'Agostino, Enarrationes in Psalmos. Per il Vescovo di Hippo Regius tutti i Salmi parlano di Cristo, ed è Cristo stesso che in essi prega, assumendo la voce del suo antenato Davide, al quale, generalizzando, come eponimo, si attribuisce il Salterio. L'abbandono della recita dell'Ufficio divino da parte di sacerdoti e religiosi è una mania suicida. Il tema ci porta a lodare e a riporre fondate speranze nei monasteri di tradizione benedettina, anche se molti di essi contano solo un pugno di monaci o monache [vedi].

La liturgia è al centro della vita ecclesiale. Si può aderire con entusiastica convinzione all'idea espressa da Benedetto XVI: la Chiesa si erge nella sua realtà sul fondamento che è la Sacra Liturgia, o cade con essa. Una mania progressista manipola la liturgia e la trasforma in un mezzo per un altro fine, che non è più il culto dell'adorazione e dell'espiazione, ma (ad esempio) quello di incontrarsi, radunarsi e stare bene insieme. Lo spostamento della sorgente della grazia lascia il posto a una prospettiva puramente orizzontale, umana. [vedi - qui]

Qui è in gioco una questione di fede, che afferma la realtà del mistero di Cristo e la presenza del Signore in quell'azione sacra. Il modo in cui alcuni vescovi fanno uso della liturgia è sorprendente. Mi riferisco a un caso tipico: nelle parrocchie sono vietate le messe in un giorno festivo, o in una solennità importante, affinché tutti i fedeli debbano recarsi in cattedrale, dove il parroco diocesano vuole essere protagonista di un atto che è una sua idea , una pretesa stravagante. (Non includo qui la Messa crismale, che di solito si celebra la mattina del Giovedì Santo, o in una data vicina, senza interferire con la vita normale delle varie comunità). Non è difficile riconoscere che, per vari motivi, la maggioranza dei fedeli non parteciperà all'evento episcopale, e quella domenica sarà priva dell'Eucaristia, di quella festa o solennità. Il danno causato da questa mania non sarà percepito immediatamente; solo dopo qualche tempo, soprattutto se la tattica diventa routine, si rivelerà nella deformazione della mentalità dei cattolici.

È molto diffusa l'intenzione di non distinguersi nel modo di parlare, pensare e agire dalle abitudini tipiche della cultura secolare circostante. La mania consiste nella paura, che può raggiungere il livello di terrore, di apparire diversi; si pensa che la condizione cristiana del credente non dovrebbe essere notata, e dovrebbe scomparire nell'anonimato della moltitudine. Certo, il superamento di questa mania non consiste nel proporre l'elaborazione e l'uso di un linguaggio artificioso; ma sicuramente bisogna agire e parlare con una naturalezza di espressione che dichiari ciò che si pensa, si crede e si ama. L'esperienza mostra che la distinzione tra cristiano e secolare di cui ho parlato ha una dimensione apostolica e missionaria, che non si esibisce ma si esercita spontaneamente, senza fronzoli, nel modo normale in cui le persone si confrontano. In questo modo si può costruire una cultura cristiana, sia pure minoritaria. [vedi]

La mania relativista attacca l'obiettività della Verità Cattolica. Si basa su un'ideologia secondo la quale non c'è Verità, non solo la Verità assoluta della fede, come intesa dalla Tradizione ecclesiale, ma anche quelle verità umane naturali che la sostengono, che sono radicate in una filosofia del buon senso comune. Si dice spesso che il buon senso è di tutte le cose il meno diffuso; al di là dell'esagerazione che questa formula comporta, la posta in gioco in questo caso è la piena condizione umana di persone. Il costruttivismo sostiene che non c'è altra verità che quella che costruiamo, quella che forgiamo con la nostra intelligenza, che è la creatrice della realtà. Qui possiamo vedere una diapositiva dal relativismo all'assolutismo costruttivista. L'effetto dell'incarnazione soggettiva dell'idea si trova in una specie di deserto di conoscenza ed è destinato ad estendersi in definitiva alla determinazione del modo di pensare, parlare e agire della società. Questa è l'origine dell'ideologia. Il progressismo teologico e pastorale contiene un'inclinazione costruttivista: cerca di preparare il terreno per la predicazione di “nuovi paradigmi”, che vengono presentati come ciò che la Chiesa dovrebbe credere e fare oggi. La tradizione sarebbe una mera realtà del passato, irrilevante perché estranea al presente, secondo cui mentalità le forme del sacro non rimandano più a Dio e all'assoluto dell'eternità. Il sacro è ora l' uomo e le sue conquiste, l'uomo che trova il suo paradiso in terra. La mania progressista concorda con l'approccio enunciato perché esprime il presente e il futuro in un'illusione che volta le spalle al detestabile passato [vedi].

La Chiesa non è più vista come limitata a coloro che le appartengono mediante il Battesimo. I progressisti leggono la Costituzione Lumen Gentium – che considerano “conservatrice” – non secondo la grande Tradizione ecclesiale e nella sua luce, ma attraverso la lente della teoria del “cristianesimo anonimo”, secondo la teologia di Karl Rahner. Chiesa e Mondo sarebbero realtà che si fondono in identità e costituirebbero così la base della fraternità universale [qui - qui]. Un fatto che acquista consistenza nell'orbita maniacale del progressismo è l'indebolimento della Sacra Scrittura, e il suo valore permanente di Parola di Dio, con validità sempre presente. Il progressismo da parte cattolica accetta incautamente l'esegesi biblica del protestantesimo liberale.

Ultimo ma non meno importante… Dio (per loro) non è il Dio Uno e Trino della Rivelazione cristiana, ma il Dio lontano del Deismo, che non fa nulla per ordinare le cause seconde con la sua Provvidenza creatrice e redentrice, che è identica alla conoscenza e all'amore. È un Dio che non interviene nella storia, cioè che non turba l'autodivinizzazione dell'uomo [vedi]. Nulla resta del cattolicesimo, della sua fede, e della cultura elaborata per secoli dal vivere di quella fede, e con l'autorità dei Santi Padri e dei grandi teologi.

Nell'esposizione che qui è stata data, il repertorio della mania non si esaurisce. I lettori possono prendere come guida quanto detto, e completare l'elenco aggiungendovi altre manie che conoscono o che hanno dovuto o devono soffrire. Con rispetto e affetto, vorrei concludere con un'osservazione umoristica: le manie si curano - e forse alcune si possono curare - in un buon manicomio [ manicomio ]. Il nome deriva dal greco: koméo significa prendersi cura.
+ Hector Aguer
Arcivescovo emerito di La Plata
17 maggio 2022 [Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]

20 commenti:

E.P. ha detto...

Il progressismo, quel "buttar via oggi ciò che ieri era considerato buono", figlio del modernismo, quel "riconoscere all'errore e alla verità gli stessi diritti".

La veste talare, quel segno visibile che il sacerdote non è un animatore, è solo un esempio di applicazione. Anche del solo colletto clericale, il rettore del seminario - esimio formatore di futuri animatori di parrocchia accidentalmente dotati di ordinazione sacerdotale - con severa pomposità definisce: "ma allontana i 'gggiovani!"

Nessuno fa piu' il suo proprio specifico dovere. ha detto...

Colgo lo spunto fornito da E.P.:
Gli uomini di Chiesa si mettono in ascolto (dei ggiovani,del popolo,dei fratelli separati,dei non credenti..);la scuola si e' medssa in ascolto ( di quel che dicono i ggiovani,le famiglie, le assemblee, i consigli di classe,la politica);la classe politica dirigente e' in ascolto di quel che vuole l'EU,di quel che vuole l'America, di.. Domanda: Chi deve fare il proprio suo specifico (your one official)dovere e bbbasta?

Qual'E'il Comando* mai revocato del Signore?
Risposta: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ..."

*1.Ordine, prescrizione impartita da un superiore diretto nell'ambito di un'attività organizzata.
2.Potere di guida immediato.

Quindi, un genitore deve gestire la famiglia secondo i desideri dei figli; un insegnante deve gestire la scuola secondo i desiderata degli studenti; un medico non fa piu' il medico ma il boia di stato ( a 'sto punto basta un picciotto..), il politico fa il servo mercenario di altri stati..e così via di anarchìa in anarchìa

Anonimo ha detto...

P.S. ed abbiamo visto insegnanti che a lezione commentano i giornali,studenti che saltano sulla cattedra, che sputano agli insegnanti, genitori che aspettano fuori di scuola se l'insegnante non ha fatto quel che vuole il figlio..tutta flora e fauna per i collettivi del p.., p.., ecc ecc.

Tutto si tiene, dal momento che l'uomo deriva dalla scimmia (Dei)... ha detto...

Spunta il documento che imbarazza Draghi: ( Il recente citato documento del Group30 che parla di distruzione creatrice richiama questo concetto. ) leggete cosa diceva da banchiere sul futuro dell’Italia
Nello spietato darwinismo sociale odierno se una persona è ignorante, non abbastanza acculturata, aggressiva, competitiva sarebbe destinata a soccombere. Il recente citato documento del Group30 che parla di distruzione creatrice richiama questo concetto. Ci si chiede se lo Stato debba ancora tentare di sostenere imprese e lavoratori che non possono più stare sul mercato ovvero se non si debba lasciarli fallire permettendo a posti di lavoro e risorse di confluire verso le imprese più meritevoli e apprezzate per restare nel mercato dopo il Covid: si tratta delle imprese Corporate naturalmente.
Questo documento si chiama “Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid”. È un documento scritto alla fine del 2020 da 30 banchieri più importanti, tra i quali l’onorevole …
https://gloria.tv/post/3GQHs3iGGWdr3dBdQDA81dfX

Angheran70 ha detto...

I conservatori rappresentano l'unica vera opposizione alla deriva gesuitante supportata dai media progressisti. Ovviamente qui si preferisce fare le pulci ai conservatori, rei di non dire peste e corna del Concilio, ma solo dello "spirito" del medesimo. Così col consenso 'tradizionalista' si è permessa in questi anni la demolizione di quel minimo di senso logico della fede cristiana e della sua presenza culturale nella società. Fiore all'occhiello dell'operazione è il completo svuotamento della Congregazione per la Dottrina della Fede.
La linea Ratzinger-Muller resa inoffensiva ("ma che ce frega" , tanto peggio tanto meglio , peste colga i conservatori) , operazione che si concluderà con l'addio dell'attuale prefetto Ladaria , prevista per Pentecoste (I regali progressisti osservano sempre le festività comandate). E noi continueremo a baloccarci con la rivelazione x , annunciata dal sensitivo y e ripresa dal giornalista z , perchè la rinuncia è invalida ecc. ecc. ecc.

Anonimo ha detto...

Questo articolo va conservato.

Anonimo ha detto...

Il famoso discorso di Benedetto XVI alla Curia romana, che si può riassimere e intitolare: “ermeneutica della continuità”, ha acceso una fiammata di ottimismo, ha suscitato una grande emozione su quanti si illudevano di risolvere ed estinguere la grave crisi in Seno alla Chiesa, esplosa dal CVII. Tale ottimismo e dibattito fervente si è infiammato esclusivamente in quel grande arcipelago del (altra faccia della medaglia del modernismo progressista più spinto). Ricordo, in quegli anni un famoso convegno organizzato dagli estinti Francescani dell’Immacolata, che pur facendo parte a quella galassia, hanno avuto il merito di porre la “questione delle questioni”, credo che soprattutto per questa operazione, in seguito, sono stati normalizzati, praticamente spianati. Questo carrozzone (conservatorismo idealista), che ha avuto la massima responsabilità nell’anstetizzare gli animi permettendo la catastrofe odierna, ha i suoi noti esponenti (Cardinali dubiosi, Bux, Lanzetta e compagni) è figlio del CVII, forgiato nel pantano idealista, non può rinunciare alle sue origini. Se i testi di CVII hanno bisogno di essere ermeneutizzati è segno che essi sono stati imbastiti su un format idealista (gli schemi preparatori, retaggio del tomismo sono stati cestinati in un solo giorno). Provate a leggere i testi del Concilio di Trento, sono di una semplicità unica fatti anche per essere letti dal fedele semianalfabeta. Ad oggi l’unica analisi lucida della situazione, di come risolverla l’ha data Mons. Viganò: Cancellare CVII e la più deleteria riforma liturgia. Altre cose sono favole. Alessandro da Roma.

Anonimo ha detto...

PPS: Qual'e' il compito dell'Angelo Custode?
La missione dell'Angelo Custode (di illuminarci,custodirci, reggerci,governarci), siamo noi!
Abbiamo mai sentito di un Angelo Custode che "ascolta"il custodito?

mic ha detto...

Anonimo 12:49
Hai mai provato a parlargli o a chiedergli aiuto?

Anonimo ha detto...

Sì, intendevo nel senso di agire diversamente dal comando della sua "professione"

mic ha detto...

Anonomo 11:52
Se può interessare qui cito e commento il fatidico discorso del 2005
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/06/mons-vigano-non-e-sullorlo-dello-scisma.html

Un lettore ha detto...

Mic, il suo è un lavoro certosino che credo non molti conoscono ma che io sto scoprendo e apprezzando.

Da tenere bene a mente ha detto...

La confessione libera dalla morte del peccato, perché in essa soprattutto consiste il sacramento; la confessione attuale quindi è completiva della contrizione e con l'assoluzione del sacerdote infonde la prima grazia se il dolore precedente non giungeva alla contrizione.

La confessione non solo libera dalla pena eterna, ma anche diminuisce la pena temporale: perché essa stessa è una pena per il rossore che importa; e con ciò stesso la confessione apre la porta del Paradiso, perché sono i reati di colpa e di pena, che essa cancella, quelli che ne impediscono l'ingresso.

La confessione dà la speranza dell'eterna salvezza, perché in essa il fedele si sottopone al potere delle chiavi, cui è riservato applicare i meriti di Cristo.

I peccati commessi, ai quali si è estesa la contrizione, sono cancellati dalla confessione generale, anche se ce ne sono di dimenticati, perché il potere delle chiavi agisce su tutto, se il penitente non vi mette ostacolo.

San Tommaso d'Aquino

Da Fb ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=aq74Vk8Q8Cw
Sant'Anna LIne, martire e donna forte. "Donna forte" non è un titolo spirituale, ma una caratteristica di Sant'Anna Line, donna ingllese di fine XVI e inizio XVII secolo.
Fu donna forte quando, convertitasi dal Calvinismo, non abbandonò la Fede resistendo ai ricatti dei genitori che volevano farla desistere.
Fu donna forte quando, durante la persecuzione organizzata dalla regina Elisabetta I, nonostante il pericolo si impegnò nell'assistere, curare, ospitare e nascondere sacerdoti cattolici.
Fu donna forte quando fu arrestata, perché neppur allora, pur rischiando la vita, rinnegò la Fede.
Fu donna forte sul patibolo, quando disse a tutti che l'unica cosa della quale si pentiva era quella di avere ospitato solamente un sacerdote, e non mille.
Auguro a tutte le donne di essere forti come lo fu Anna. Presto, al momento della persecuzione, avremo bisogno di voi.

mic ha detto...

Un lettore,
grazie, sono commossa!

Anonimo ha detto...

“Nessuno che impari a pensare può tornare a obbedire come faceva prima, non per spirito ribelle, ma per l’abitudine ormai acquisita di mettere in dubbio ed esaminare ogni cosa.”
Hannah Arendt

Catholicus ha detto...

@Alessandro da Roma : bravo Alersssandro, concordo con lei al 100%, anzi al 200%; da gioivani studenti ci davano il tema "quale libro salveresti, quali gettersti dalla Torre Eiffel?", ed era circa 6o anni fa; oggi risponderei senza rsitazione: tutti i testi del CV II e del post-concilio! inoltre tutto il magistero papale post conciliare, tutto il profluvio di inutilità dei documenti episcopali e parrocchiali degli ultimi 60 anni, tutto ciò che hanno scritto i Consigli parrocchiali, le signore di parrocchia (Dio ce ne scami e liberi!), insomma tutto l'ambaradan inutile e fastidioso di questo decadente postconcilio. Nella liturgia, ovviamente, sarebbe da cestinare, distruggere, bruciare sul rogo la liturgia di Montini-Bugnini, farne una delenda Cartago, unas damnatio memoriae, e viva la Chiesa Tridentina, la messa Tridentina, San Pietro Canisio (il suo j'accuse ai protestanti), la Controriforma, la preghiera per la conversione dei "perfidi ebrei" (nulla di relativo al loro carattere, solo alla loro incredulità, al loro odio per Cristo, Maria SS,ma, San Giuseppe, ecc.); insomma : conversione e conversione, evangelizzazione fino ai confini della terra, conquista di anime a Dio, e rifiuto del diabolico ecumenismo, della falsa libertà religiuosa (=guerra all'evangelizzazione), rifiuto deli "fratelli tutti" senza Cristo, la SS.m Trinità, la Madonna e i Santi.

Anonimo ha detto...


# Alessandro da Roma "i testi del Vaticano II imbastiti su un format idealista.."

Trovo l'espressione incomprensibile. Quale idealismo? "Idealismo" in che senso?
Sembra piuttosto che i testi di quel Concilio, così come sono venuti fuori, rivelino un miscuglio contorto di spezzoni presi da varie parti, compresa la tradizione della Chiesa. Era il sincretismo della "nuova teologia" (neo-modernista) dei de Lubac e Karl Rahner, i cui referenti filosofici erano la filosofia dell'azione di Blondel e l'esistenzialismo di Heidegger. Dalla filosofia dell'azione e dall'esistenzialismmo heideggeriano veniva quel concetto soggettivistico di verità come ricerca, penetrato nella Dei Verbum 8 e nella Gaudium et spes 16, che ha portato ad un concetto di tradizione non cattolico - la tradizione come realtà viva, dinamica, sull'onda delle verità del Secolo in perpetua evoluzione, non più come garante dell'immutabile Deposito della Fede, nozione scomparsa.
Tale nozione soggettivistica della verità e assurdamente "dinamica" della Tradizione è appunto all'origine dell'idea dello "aggiornamento", a sua volta fonte di tutte le miriadi di modifiche
intervenute. Anche minime: pensiamo ad esempio a Benedetto XVI che in un'Enciclica (Spe Salvi, 44), fa capire in modo contorto (stile per lui non inusuale) che il ricco malvagio della nota parabola (il Ricco epulone) si troverebbe in Purgatorio, quando per tanti secoli l'omiletica cattolica l'ha sempre messo all'Inferno, esempio classico dell'anima che si danna a causa dell'amore per le ricchezze e i piaceri
T.
T.

Senti senti ..... ha detto...

https://gloria.tv/post/HYDkMnraTkBa6QDXftdibjdt6#110

venerdì 27.05.2022 ha detto...

La Verità, nient'altro che la Verità | Notizie Oggi Lineasera - Canale Italia
Notizie Oggi Lineasera, trasmissione del 27 Maggio 2022. OSPITI: Dr. STEFANO MONTANARI (Nanopatologo), Dott.ssa ANTONIETTA GATTI (Bioingegnere), GIUSEPPE POVIA (cantautore), Prof. FRANCESCO LAMENDOLA (filosofo), CORRADO RUINI.
https://gloria.tv/post/ZSrcs4yhh7ZS4dpX8HcVUmkjs