Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 23 luglio 2024

Bergoglio salva la messa in latino, ma continua la faida tra "falchi" e "colombe"

Andrea Grillo lo aveva detto [qui risposta Alcuin Reid] e si sapeva che non fossero chiacchiere. Ora anche i giornali lo riportano. Dall'articolo de Il Giornale ripreso di seguito la conferma di gruppi di pressione in Vaticano che agiscono sul Papa per l'abolizione definitiva della Messa dei secoli che, secondo quanto autorevolmente decretò San Pio V, non si può nè modificare nella struttura nè a maggior ragione abolire. Ci sono prelati che in odio alla Verità vogliono spingere il Papa a rendere ulteriormente restrittivo un atto che non solo rappresenta sconfessione e disprezzo dell'opera del suo predecessore Benedetto XVI, ma aumenterebbe lo scalpore già ampiamente diffuso e conseguenti reazioni dei fedeli legati alla Messa antica, assestando un ulteriore colpo a questo Pontificato ed il rischio se non la certezza di aprire nuove e dolorose divisioni nella Chiesa. Qui l'indice dei precedenti

Bergoglio salva la messa in latino, 
ma continua la faida tra "falchi" e "colombe"

Pericolo scampato, almeno per il momento. I cosiddetti tradizionalisti hanno tirato un sospiro di sollievo alla mezzanotte e un minuto di mercoledì scorso, quando hanno avuto la certezza che la Santa Sede non avrebbe pubblicato il documento con cui vietare drasticamente le celebrazioni in rito antico. Il 16 luglio, infatti, veniva considerato il giorno X per l'uscita delle nuove restrizioni alla cosiddetta messa in latino. Non un giorno a caso: esattamente tre anni prima Francesco aveva firmato Traditionis custodes, il motu proprio che ha abrogato la liberalizzazione concessa nel 2007 da Benedetto XVI con Summorum Pontificum.

I nemici della messa in latino 
Dall'uscita di Traditionis custodes si è aperta una stagione di ulteriore divisione nella Chiesa che dovrebbe vedere, secondo molti rumors, un nuovo capitolo con l'entrata in vigore di una stretta ancora più drastica. A guidare l'offensiva è il dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti guidato dal cardinale britannico Arthur Roche, supportato dal segretario monsignor Vittorio Francesco Viola. Fonti vaticane riferiscono che sono loro due - in questa fase più il secondo del primo - ad insistere per estendere il divieto alle celebrazioni in Vetus Ordo. Traditionis custodes, d'altro lato, arrivò poco più di un mese dopo il pensionamento del cardinale guineano Robert Sarah dal ruolo di prefetto. La promozione di Roche, già ostile alla cosiddetta messa in latino sin dai tempi del suo mandato nella diocesi di Leeds durante il quale diede un'interpretazione piuttosto limitante del Summorum Pontificum, ha aperto le porte ad una serie di documenti diretti - persino contraddittoriamente - a rendere più difficile la celebrazione in forma straordinaria.

Dopo Traditionis custodes, sono arrivati i Responsa ad dubia e un Rescriptum, oltre ai numerosi "no" partiti dal dicastero alle richieste di autorizzare messe tradizionali in giro per il mondo. Tutto ciò, però, non deve essere sembrato sufficiente ai sostenitori della causa anti-tradizionalista ora intenti a convincere il Papa a mettere la firma su un documento restrittivo che, secondo più fonti vaticane, già esiste.

Falchi e colombe
In Curia, però, non c'è solo chi spinge Francesco a firmare il divieto definitivo al rito antico. Come spesso accade, su Santa Marta non volano solo "falchi" ma anche "colombe". A storcere il naso per l'offensiva di Roche e Viola non ci sono solo quei porporati che celebrano senza problemi in forma straordinaria e che Benedetto XVI nel 2014 definì "grandi cardinali", ma anche chi per amore del Papa vuole evitargli di provocare inutili divisioni con un provvedimento destinato ad essere fortemente contestato. Secondo quanto si apprende, l'opera di persuasione di diversi cardinali moderati avrebbe avuto un qualche effetto su Francesco che per il momento avrebbe preferito lasciare il documento presumibilmente prodotto dal dicastero per il culto divino in un cassetto. "Padre Santo, ma le conviene?", questo il senso della moral suasion che, dietro le quinte, hanno cercato di esercitare alcuni cardinali.

Secondo quanto si apprende, altri avrebbero provato invece a parlare privatamente con monsignor Viola per convincerlo dell'inopportunità di far uscire un simile documento. C'è anche chi ha preso una posizione pubblica, prendendo carta e penna e scrivendo al Papa per implorarlo a "non lasciare che ciò accada". Lo ha fatto il cardinale messicano Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo emerito di Guadalajara e già firmatario degli ultimi Dubia, che nella lettera ha fatto riferimento alle “voci secondo cui si vorrebbe vietare definitivamente la Messa latina di San Pio V” ed ha sostenuto che "ciò che la Chiesa celebra da quattro secoli, la Messa di san Pio V in latino, con una liturgia ricca, pia, che invita essa stessa a penetrare nel Mistero di Dio, non può essere un male”.

Nel frattempo, la petizione lanciata su Change.org dal compositore britannico Sir James MacMillan a difesa della messa in latino ha raggiunto le 15 mila adesioni. Non sono in pochi a pensare che la mobilitazione a favore di questa causa arrivata non solo da cattolici possa aver contribuito allo stop temporaneo di un documento che veniva considerato di imminente uscita per il 16 luglio. La partita, però, non è finita.

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Su NBQ si può trovare un'ottima panoramica della situazione politico/sociale e religiosa, con analisti di spessore come il dr. Fontana, il dr. Tarallo e la dr.ssa Scrosati che si addentra nel ginepraio della Chiesa con usuale affilatura di coltello.

Anonimo ha detto...

a) l'indulto perpetuo inerisce i chierici nella QPT avessero voluto usare il messale romano senza passare per il permesso dell'ordinario. Del rito la cui irreformabilità è determinata almeno canonicamente dalla costituzione stess riguardo messali anteriori o distorcenti, non una riformabilità in sé avutesi poi difatti in settori anche fondamentali.

b) perpetuità va intesa come continuità finché un pari grado non decida altrimenti.

c) nessun messale si abroga ma si abrogano le leggi che li mantengono in vigore.

d) LA MR di Paolo VI, fatto salvo lo stato di indulto concessivo di GPII negli anni seguenti, abroga infatti per la liturgia romana il previo.

e) un indulto non può essere lex orandi ufficiale della Chiesa. TC di Francesco ha solo ribadito.

f) il rito del 62 è infondo più vetus del 69 di 7 anni giacché in sé non è affatto il rito apostolico romano.

g) una medesima scuola liturgica non può avere due riti paralleli con calendario diverso e differenti essis stessi. La forma straordinaria sostituisce in debite occasioni l'ordinaria, BXVI ha fatto un pasticcio

D. T.

Anonimo ha detto...

ll 23 luglio 1847 il papa Pio IX con il breve “Nulla celebrior” ripristinava il Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, vacante dal tempo delle Crociate.
Con la morte del patriarca Guglielmo IV (+ 1374), che si era trasferito a Cipro, il patriarcato latino di Gerusalemme divenne una semplice sede titolare.
Il primo patriarca che ritornò a insediarsi a Gerusalemme fu mons. Giuseppe Valerga, strenuo difensore dell’infallibilità pontificia al Concilio Vaticano.

Anonimo ha detto...


Un détail qui n'en est pas un : il faut en finir avec la spécieuse distinction, inventée par Ratzinger, entre la "forme ordinaire" et la "forme extraordinaire" (supposément du même rite, ce qui est faux), la "forme ordinaire" étant celle de la réforme de Montini-Bugnini, et la "forme extraordinaire" étant celle de la tradition millénaire de l'Église (bien antérieure, par conséquent, à saint Pie V et au concile de Trente).

La forme qualifiée d'"extraordinaire" par Ratzinger est la vraie forme de la liturgie catholique romaine. C'est celle qui doit continuer en vigueur à perpétuité. Elle s'identifie avec l'Église. C'est pour elle, notamment, que toutes nos églises ont été construites depuis 2000 ans.

La "forme ordinaire" de Ratzinger n'est que la forme adultérée, abâtardie, de la précédente et n'a été inventée que pour complaire, dans une vue de faux œcuménisme, aux protestants qui ne croient pas au Saint Sacrifice de la Messe ni à la Présence Réelle. Cette "forme ordinaire", que Bergoglio et ses complices cherchent à imposer par tous les moyens depuis des années — ce qui impliquerait la disparition définitive de la vraie messe — doit être rejetée par tous les catholiques qui ne veulent pas finir protestants.

Enfin, qu'on me permette une dernière remarque : la suppression de la vraie messe, qui a nourri la piété catholique pendant tant de siècles et a engendré tant de saintes et de saints, ne peut avoir été inspirée aux promoteurs de cette suppression que par le Diable lui-même — le même qui, à partir de Luther et de ses amis dévoyés, a fait démolir tant de lieux de prière : églises, abbayes, monastères, dans toute l'Europe… Une tragédie dont nous ne nous sommes jamais relevés.

Alexandra ha detto...

Monsignor Viganò:
"Questa è la chiesa dalla quale sono stato dichiarato scismatico e scomunicato", da Papa Francesco e dal cardinale argentino Victor Manuel Fernàndez.
"Si apprende dalla stampa che il prossimo 14 settembre (festa dell’Esaltazione della Santa Croce) verrà ‘benedetta’ a Fano una coppia di attivisti omosessuali, che hanno anche espresso il desiderio di adottare un bambino. Il rito sarà celebrato da padre Giuseppe Cavoli, responsabile della pastorale Lgbtqai+, con l’autorizzazione del vescovo Andrea Andreozzi.

Anonimo ha detto...

Domandiamoci: che formazione ha avuto Andreozzi in seminario prima di diventare prete? Il nulla e il vuoto del postconcilio!!! Ed ecco il risultato!!

Laurentius ha detto...

Excellent commentaire, qui mérite d'être encadré.

Anonimo ha detto...

Che formazione abbiamo avuto noi che in seminario non ci siamo andati? E che non siamo preti? Non è una questione di formazione... Oggigiorno chiunque può informarsi, trovare delle fonti e così via (vedi ad un livello top Mons. Viganò, che ha scoperto la Tradizione in età più che matura). Dunque bisogna chiedersi: questo vescovo di Fano ha l'intelligenza per capire? Sembra che questi nuovi vescovi ci tengano ad essere dei fantocci o dei burattini nelle mani di Bergoglio e dei suoi tirapiedi Cei.

Areki44 ha detto...

Penso a proposito di Andreozzi e company che in occasione del rito della benedizione bisognerebbe fare una manifestazione pubblica con preghiere di riparazione in maniera da far capire a lor signori che il loro gioco sporco a noi non sta bene e non sta bene al Signore che ha detto "guai a chi da scandalo"....

Anonimo ha detto...

L'ormai famigerato vescovo di Fano sta anche tentando con tutte le sue forze di riportare in diocesi don Giacomo Ruggeri, prete condannato in passato per atti pedofili con una dodicenne, e di imporlo ai fedeli di una parrocchia, ammesso che ne trovi una che non gli si solleva contro.
Bravissimo, se continua così più prima che poi Bergoglio lo creerà cardinale...

Anonimo ha detto...

Nella Chiesa sempre sono stati presenti pastori e pecore neri/e circoscrivibili ed in qualche modo gestibili e/o emarginabili.
Lo sbandamento più che centenario attuale, oltre ad avere le sue radici nella superbia tipica della modernità tecnico/meccanica, ha messo in evidenza che l'uomo è polvere, cioè creta che può essere plasmata e riplasmata a piacere dagli stessi uomini nel Bene e nel Male. Più nel Male che nel Bene, perché il Male mediamente si presenta come un bene prossimo che soddisfa apparentemente il desiderio invidioso di onnipotenza ed onniscienza che sono caratteristiche proprie e solo di Dio.
Da qui ritorno al minimalismo modernista che ha fatto strame anche della gloria e grandiosità dei riti solenni cattolici. Ritorno sul simbolo del Triregno regalato e/o messo in cantina; quando un pontefice, Tuzzabanchi Nicola, lo indossa non diventa per magia dio, rimane quello che è una comparsa, Tuzzabanchi Nicola, che indossa il simbolo il segno il promemoria di Dio Onnipotente Onnisciente Eterno Immenso.
Ed ora torniamo alla Messa cantata solenne che oggi è quasi scomparsa del tutto, cioè il rito rito è stato espunto, mentre musiche e canti sono eseguiti, da cantanti e suonatori virtuosi, nei teatri, nelle arene ed anche nelle chiese durante le serate musicali, fuori dalla Messa. Avendo ascoltato almeno una volta questi spettacoli musicali e canori di professionisti di alto livello, ho capito che lì Gesù Cristo non c'era, c'era una tecnica musicale e canora potente. Una sola volta ho assistito ad un Messa cantata solenne. Lunghissima estenuante.
Allora ne capii la funzione purificante risanante santificante del singolo e dell'intera comunità assiepata in ogni angolo. Uscii che mi sentivo le ossa nude tirate a lucido. La tecnica perfetta non è spiritualità santa. È come l'AI che non è intelligenza umana capace di Dio.
m.a.

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Non ho capito una cosa: vi era un limite di tempo per la promungazione di questo provvedimento, come per i Decreti Legge dell'ordinamento italiano?
Anche un aspetto di come il latino sia considerato non riesco a capire: il suo definirlo lingua sacra e non solo liturgica.
La Rivelazione è avvenuta ispirando Autori di lingua ebraica e greca, le prime Messe furono celebrate in greco e aramaico, il latino vi sarebbe subentrato perchè era proprio il "volgare" del tempo, non è un caso che la traduzione di San Girolamo, tuttora quella che fa testo per la Chiesa, si chiami Vulgata.
Infatti ho trovato diversi che sostengono come il latino sia sacro perchè (ma non è tesi eretica?) la Rivelazione continuerebbe tuttora nelle parole dei Pontefici.

mic ha detto...

Il problema della Messa riformata di Paolo VI non è solo la lingua volgare al posto del latino, ma anche la differenza teologica provocata da tagli annacquamenti e manipolazioni più volte ricordate...
Quanto al latino, però, la Vetus latina del Rito tridentino (che non parte da Trento ma dai primi secoli) già non era la lingua parlata normalmente, ma un linguaggio già aulico, scelto, essenziale...
In ogni caso il latino, lingua universale della Chiesa fin dai tempi dell'Impero romano, dovrebbe esser rimasto tale proprio perché i fedeli potessero comprenderlo e riconoscervisi, assistendo allo stesso rito spostandosi in ogni parte del mondo...
In ohni caso molti elementi in più sono stati forniti qui
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/p/il-latino-una-lingua-sacra-da.html?m=1

Anonimo ha detto...

“Il latino, lingua universale della Chiesa dai tempi dell’impero romano”.
Bugia!
Durante i tempi dell’impero romano (quando esattamente?) la lingua universale della Chiesa è stata il greco. Non a caso, nonostante sia la Palestina che la Grecia erano provincie romane, TUTTO il nuovo testamento è scritto in greco.

mic ha detto...

Se legge qui ce lo trova scritto come si deve

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/p/il-latino-una-lingua-sacra-da.html?m=1

Anonimo ha detto...


Ma perché pure la parola "voci" è stata abolita dal vocabolario italiano a favore dell'origine "rumors"???!!!!

Anonimo ha detto...

@anonimo 16:10
Il greco era lingua internazionale in oriente e conosciuta dagli intellettuali in occidente. Già nel III secolo il greco in occidente nin la capiva quasi più nessuno. Il latino è quindi la lingua sacra e universale della Chiesa di Roma.

Leggete la VETERUM SAPIENTIA ha detto...

https://www.vatican.va/content/john-xxiii/la/apost_constitutions/1962/documents/hf_j-xxiii_apc_19620222_veterum-sapientia.html

Tue le spiegazioni sulla necessità (quanto meno la somma convenienza) dell'esistenza della LINGUA SACRA, sotratta alla schiavitù dell'uso corrente, che ne modifica i significati.
Del resto in TUTTE LE RELIGIONI si usa una lingua per gli scopi del culto, diversa da quella usata nella vita normale. Gli Ebrei hanno sempre usato l'ebraico per la preghiera ed altre lingue per gli usi correnti. Coloro che nel XIX Secolo crearon l'hivrit (o ebraico moderno) sono considerati dai rabbini haredim colpevoli di una grave profanazione . Aver messo la lingua di Dio (o almeno un suo diretto derivato) a disposizione dei fruttivendoli, è pessimo. Infatti ci sono gruppi osservanti che si rifiutano di imparare l'hivrit. Usano l'Ebraico biblico-liturgico per la preghiera e parlano le lingue usate nella diaspora. Per lo piùL'yiddish fra quelli di più o meno lontano origine centro-est-europea.

mic ha detto...

Qui, sul latino, non c'è solo Veterum sapientia, ma un po' di tutto
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/05/indice-articoli-sul-latino-lingua.html?m=1

mic ha detto...

Scusate se ho cancellato un commento; ma vi sarebbe stato bisogno di una risposta kilometrica (peraltro per ribadire cose per noi assiomatiche) e, francamente, tempo ed energie devo spenderle per altri contenuti da condividere in articoli di pari interesse.