Leggo su Riposte Catholique l'ennesima difesa della Messa antica. Questa volta da parte di un vescovo che si è già contraddistinto per la sua pastorale illuminata. Precedenti a partire da qui. Ricordo che il giorno dopo la pubblicazione di Traditionis custodes, in un messaggio ai fedeli, Cordileone è stato il primo vescovo ad esercitare la sua autorità in termini di apertura, manifestando il suo apprezzamento per la comunità di chi partecipa alle messe tradizionali nella sua arcidiocesi e ha confermato che le loro celebrazioni non avrebbero subito alcun cambiamento.
Ma ci sono maggiori elementi sulla sua difesa della Messa antiquior e dunque li trovate di seguito, ripresi nella nostra traduzione dal National Catholic Register che ha pubblicato un saggio in cui l’arcivescovo ha difeso l’uso della Messa tradizionale nel mezzo delle crescenti voci secondo cui il Vaticano intende imporre ulteriori restrizioni alla stessa, spiegando perché la Chiesa ha bisogno della Messa antica per cui limitarla sarebbe un errore e sottolineando che la bellezza del rito latino tradizionale è uno strumento essenziale di evangelizzazione.
L'arcivescovo di San Francisco difende la messa tradizionale
L'arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone ha sostenuto la messa tradizionale. In una lettera aperta datata 15 luglio, il presule chiede che non vi siano nuove restrizioni alla celebrazione dell'usus antiquior. Lo spiega a lungo e mette in discussione alcune opzioni attuali, presenti nella Chiesa dal luglio 2021 a seguito del Motu proprio Traditionis Custodes.
Afferma mons. Cordileone, «molti fedeli, lo so, sono stati rifiutati ed emarginati dai pastori della Chiesa, proprio da coloro che sono chiamati a nutrirli spiritualmente, semplicemente per il loro desiderio di adorare come fa la Chiesa da secoli.; il che serve solo a irrigidire l'atteggiamento nei confronti dell'autorità ecclesiale. C’è molto di cui lamentarsi per questo triste stato di cose, nella misura in cui è in atto”.
Una questione pastorale
L'arcivescovo di San Francisco prevede anche di celebrare una messa tradizionale al Congresso eucaristico nazionale. Mons. Cordileone è uno dei sostenitori più accesi della “coerenza eucaristica” [ha anche sostenuto qui il recente Appello al papa dei personaggi britannici qui -ndT] e del rinnovamento eucaristico americano. Per l'arcivescovo la questione della messa tradizionale non è “una cosa politica o ideologica, ma una questione pastorale”.
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La bellezza oggettiva della messa latina tradizionale evangelizzaSalto la prima parte riguardante l'appoggio all'Appello delle personalità britanniche, che è importante per lo scalpore suscitato; ma che, pur non mancando l'afflato spirituale, presenta molte istanze estetico-culturali, che ci stanno tutte, ma non sono l'essenziale. Mi soffermo piuttosto sulla seconda parte che riguarda l'approccio dell'Arcivescovo al concilio. Finalmente una voce che ne parla, pur non contestandolo integralmente! Soltanto che, mentre il Vaticano scomunica monsignor Viganò il quale, apertis verbis, ha condannato con vigore crescente gli errori del Vaticano II – oggettivamente causa della dissoluzione della vita spirituale e conseguentemente anche delle attuali derive socio-antropologiche – anche altre voci dell’episcopato mondiale, come l’ex vescovo di Coira Marian Eleganti, stanno iniziando a mettere in dubbio il Concilio qui.
Mons. Cordileone afferma: «Il Concilio Vaticano II ci ha insegnato a leggere i segni dei tempi. Un segno che ci fissa in questo momento a grandi lettere maiuscole è: la bellezza evangelizza».
[...] «Viviamo in un’epoca in cui abbiamo bisogno di sfruttare il potere della bellezza per toccare menti, cuori e anime, perché la bellezza ha la qualità di un’esperienza ineluttabilmente reale, non soggetta a discussione. L’attuale massima culturale, ‘Tu hai la tua verità e io ho la mia verità’ porta al rifiuto di riconoscere anche la realtà fisica e biologica ovvia, mentre la bellezza aggira il processo cognitivo e colpisce direttamente l’anima. La bellezza sacra ci solleva dal mondo del tempo e ci dà uno sguardo a ciò che trascende il tempo, a ciò che in definitiva dura, a ciò che è il nostro obiettivo e la nostra dimora finale: la realtà di Dio».
[...]
«In un'epoca di ansia e irragionevolezza, la bellezza è quindi una risorsa ampiamente inutilizzata per raggiungere le persone, in particolare i giovani, con il messaggio evangelico di speranza. C'è molto lavoro da fare, ma onorare e incoraggiare la speciale vocazione degli artisti è una parte fondamentale di questo lavoro.
In un'epoca scristianizzata che sta diventando sempre più inospitale per qualsiasi senso tradizionale di religione, la Chiesa deve funzionare a pieno regime. La messa latina della tradizione e la bellezza che ispira sono una di quelle risorse. Il fatto che persino i non credenti possano provare attrazione per essa è di per sé la prova di questo aspetto».
In conclusione l'Arcivescovo sottolinea: «Sicuramente la “rigidità” non può spiegare una così straordinaria e diversificata manifestazione di amore per questa forma liturgica», in riferimento alle reiterate accuse di “rigidità” che Bergoglio ha spesso rivolto ai cattolici legati alla tradizione. Specificando anche : «Sono preoccupato che un’impressione distorta degli amanti della Messa in latino si sia diffusa a causa di alcuni estremisti su Internet. Come dimostrano questa petizione e le petizioni precedenti, la Messa in latino ha un fascino curiosamente inclusivo [e qui egli allude agli approcci diversi che ben consociamo e butta acqua sul fuoco rivelandosi un conservatorista (parola d'ordine del politicamente corretto inclusivismo) -ndT].
E poi prosegue: La maggior parte di coloro che partecipano alla Messa latina partecipano anche al Novus Ordo. Sanno che essere cattolici significa che dobbiamo rimanere all’interno della barca di Pietro, per quanto tempestosi siano i mari. Essi non si battono contro la nuova Messa, ma per la forma che amano, che li nutre e li ispira, al punto che costituiscono una parte visibile di coloro che diventano creatori di nuova arte e bellezza che il mondo condivide e celebra».
«Ecco perché la Messa in latino ha attirato il sostegno dei non credenti che ne comprendono il ruolo cruciale nella creazione della civiltà occidentale ...Perché sopprimere quello che è uno dei tanti mezzi efficaci per entrare in contatto con le anime lontane da Cristo e condurle all'incontro amorevole e salvifico con Lui, nella comunione della sua Sposa, la Chiesa?
Confido e prego che questo grido di dolore degli artisti e di altre importanti personalità britanniche venga ascoltato e visto per quello che è: anziché dividere il mondo in nome della purezza ideologica, sia un'opportunità per unire il mondo per la bellezza, un percorso che alla fine e inevitabilmente conduce alla Bellezza sempre antica, alla Bellezza sempre nuova».
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
(ora che sono sola ne ho un gran bisogno)
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IBAN - Maria Guarini
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7 commenti:
Salve a Santa Tradição! Salve a Santa Missa Tridentina!
Cordileone : «… La maggior parte di coloro che partecipano alla Messa latina partecipano anche al Novus Ordo. Sanno che essere cattolici significa che dobbiamo rimanere all’interno della barca di Pietro, per quanto tempestosi siano i mari. Essi non si battono contro la nuova Messa, ma per la forma che amano, che li nutre e li ispira… »
Sans doute… Sans doute… Mais ils savent, dans leur grande majorité, ces catholiques attachés au rite de toujours, que la nouvelle messe (ou synaxe de Paul VI) a été instituée, avec la collaboration de pasteurs protestants, pour remplacer et détruire la sainte messe de toujours, que ces mêmes protestants ont toujours haïe… Qui ne connaît les imprécations de Luther à son sujet ?
Simplement, il y a les "politiques" (comme était Ratzinger) qui pensent que, dans cette substitution-destruction, il faut y aller mollement, prudemment, graduellement, pour ne pas provoquer de retour de flamme (comme cela se passe actuellement), et il y a les fanatiques qui rêvent depuis toujours de tout casser (comme sont les gens de l'entourage de Bergoglio, et sans doute Bergoglio lui-même).
Il y a donc une équivoque grave — pour ne pas dire plus — à affirmer que les deux rites s'équivalent et peuvent coexister pacifiquement, quand tout le monde sait que le nouveau a toujours eu pour fonction, dès sa mise en œuvre, en 1969, de détruire et de substituer l'ancien…
"Come mai tale cambiamento?"
Risposta:
"Esso è dovuto ad una volontà espressa dal Concilio ecumenico, testé celebrato. Il Concilio dice così"
La risposta è di Paolo II
La típica posizione conservatrice da rigettare nel modo più assoluto: il Novus Ordo Missae è il rito ordinario, il S. Sacrificio della Messa (che loro chiamano Vetus Ordo) è il rito straordinario! Nemmeno per sogno!
""Ora basta, Signore! Prendi la mia vita..."...un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati, mangia! Perchè è troppo lungo per te il cammino."
20 luglio, festa di Sant'Elia Profeta, il profeta che provava scoramento e tristezza e nonostante tutto andò avanti.
"In quei giorni, Elia s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perchè io non sono migliore dei miei padri." Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati, mangia!"...Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: "Alzati, mangia, perchè è troppo lungo per te il cammino.""
"Cristo è risorto dai morti e con la sua morte ha calpestato la morte e ha ridato la vita a coloro che giacevano nei sepolcri"
" La forma straordinaria ( della Messa ) non è divisiva, anzi ci unisce ai nostri fratelli e sorelle di ogni età, ai santi, ai martiri di ogni tempo, a coloro che hanno lottato per la loro fede e hanno trovato in essa un nutrimento spirituale inesauribile."
CARD. J. ZEN - ARCIVESCOVO EMERITO DI HONG KONG
« Toutes les bonnes œuvres réunies n’équivalent pas au sacrifice de la messe, parce qu’elles sont les œuvres des hommes, et la sainte messe est l’œuvre de Dieu. »
Saint Jean-Marie Viannet dit le Curé d'Ars.
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