“Nuove bussole o piante appassite?”:
la FSSPX interviene sui nuovi attacchi de La Bussola
Ma torniamo ad Aristotele, come promesso.
1. Aristotele, Metafisica, libro IV, n° 331.
Oltre alle vicende connesse allo sgangherato assalto dello scorso agosto (vedere: Dossier sul caso “La Bussola”: i fatti, le risposte, le confutazioni), in relazione al “ritorno di fiamma” operato dalla testata Quasivaticana nelle ultime settimane, abbiamo pubblicato già due articoli:
La Bussola torna all’assalto di “Viganò e lefebvriani”. Ma sembra Avvenire (o peggio). E fa il solito pastrocchio.
Bella Ciao, Amoris Laetitia e la paura che fa 90. La Bussola torna alla carica contro i lefebvriani. Ma rifrigge (male) un pasticcio già rimandato in cucina. Vediamo allora chi sono i cuochi.
Ora, a intervenire per ribadire l’ovvio, è nuovamente la FSSPX con il pezzo Nuove bussole o piante appassite?, che riportiamo di seguito.
Nuove bussole o piante appassite?
Restano però aperte alcune domande: perché questi “conservatori” continuano a farsi male e a lanciare boomerang così evidenti? Perché continuano a farsi smentire? Perché nonostante l’esito catastrofico delle loro iniziative, proseguono con queste operazioni da bassa cucina? Perché si rendono associabili nei modi (e pure in alcuni contenuti) alla peggiore stampa progressista? Perché andando contromano in autostrada (e non controcorrente verso la verità), disgustano una parte non trascurabile di quelli che ancora li leggono? Con la dovuta prudenza, ciascuno si faccia la sua idea.
Il saggio Aristotele, nella Metafisica(1), afferma che ragionare con un interlocutore che non usa la ragione è cosa ridicola, e quest’ultimo è simile ad una pianta; infatti, chi non accetta il principio di non contraddizione, che è il principio fondante del sapere, mostra di essere come privo di ragione. San Tommaso d’Aquino, nel commentare questo passaggio(2), rincara la dose dicendo che con tali personaggi davvero nulla si può fare, poiché chi accetta la contraddizione dovrebbe star zitto e chi sta zitto è in effetti più simile ad un vegetale che ad un animale, il quale, almeno, usa dei gesti per comunicare. Teniamo a mente per più tardi queste illuminanti parole, ci ritorneremo.
A causa di un ennesimo attacco alla FSSPX sul solito quotidiano online(3) che, di mestiere, critica la gerarchia ecclesiastica per poi dire che bisogna obbedirvi, ci troviamo costretti a ribadire dei concetti già abbondantemente, e fino alla nausea, spiegati ed illustrati(4); ma, si badi, se lo facciamo non è certo per rispondere a delle infondate accuse che sfociano, tra l’altro, nella calunnia(5). Lo facciamo piuttosto per la preoccupazione che alcune anime, di recente avvicinatesi alla Tradizione appunto perché disgustate dalle derive della gerarchia attuale, possano dar credito a chiunque getti fango su chi, come la Fraternità San Pio X appunto, tenta oggi di resistere a questa stessa crisi dando il giusto nutrimento dottrinale, liturgico e spirituale alle anime denunciando apertamente e non ipocritamente gli errori dottrinali e lo sfacelo ecclesiale odierno.
Si accusa la FSSPX e i suoi vertici di rifiutare sistematicamente l’obbedienza alla Sede Apostolica; abbiamo già risposto(6) che lo stato generale di necessità in cui versa la Chiesa oggi può senza dubbio giustificare una apparente disobbedienza, che è in realtà l’obbedienza a dei principi più alti, quelli appunto della Fede. Infatti, sottomettersi abitualmente (si intende, nella vita ecclesiale quotidiana) a dei superiori ecclesiastici che abitualmente, ed in maniera generalizzata ed universale, insegnano dottrine contrarie alla Fede e incoraggiano pratiche contrarie alla morale, tale abituale sottomissione, diciamo, è imprudente e rischiosa per i sacerdoti come per i singoli fedeli.
Si insinua, citando a sproposito i papi, che consacrare un vescovo senza il mandato del Sommo Pontefice sia una violazione del diritto divino. Abbiamo già risposto(7) che la Chiesa, prima del Vaticano II, ha sempre considerato tale atto, compiuto ovviamente senza motivo lecito, un delitto contro l’amministrazione dei sacramenti e non uno scisma. Ma nel caso dell’odierna crisi in cui versa la Chiesa neanche questo problema si pone, proprio perché (ancora una volta!) la sopravvivenza stessa del sacerdozio cattolico riteniamo giustifichi ampiamente un atto simile. Ricordino i lettori (lo ricordino pure i sacerdoti Ecclesia Dei) che, senza le consacrazioni episcopali che Monsignor Lefebvre fece nel 1988, la Tradizione, la Messa antica, i sacramenti tradizionali, oggi non esisterebbero.
Lo stesso giornale online, tanto attento alle presunte derive scismatiche della FSSPX, non esita a denunciare il clero marchigiano che impartisce benedizioni a coppie omosessuali(8) , Mons. Paglia che difende la legge 194 sull’aborto(9), il card. Zuppi che fa altrettanto(10), e altro(11); deplora le derive blasfeme della diocesi di Linz(12) e quelle, più vicine a noi, della diocesi di Carpi(13). Addirittura sono tanti, secondo il quotidiano online, i prelati che perdono la rotta(14). Anzi, più ancora, è la CEI all’unanimità ad aver abbandonato la Dottrina sociale della Chiesa(15).
Tutti costoro, e molti altri ancora, sono pastori esponenti della gerarchia ufficiale e che godono della potestà ordinaria di giurisdizione, ma da cui si viene messi in guardia, salvo poi affermare che «Il dovere di glorificare Dio santificandosi e testimoniando l’integralità della Fede cattolica in questi tempi così travagliati, richiede inseparabilmente la fedeltà alla gerarchia della Chiesa (cioè l’obbedienza ai suoi legittimi precetti e l’effettivo riconoscimento della sua giurisdizione ordinaria), l’assenso irrevocabile a tutti i suoi insegnamenti infallibili e al suo costante magistero». Bene. Come si conciliano le due cose, sapendo che è moralmente impossibile al singolo fedele compiere schizofreniche scelte, ogni volta che un prelato apre la bocca, tra ciò che è un legittimo precetto e ciò che è invece un ordine iniquo? Chi stabilisce il criterio nel singolo caso pratico? Bisogna aspettare ogni volta l’illuminante oracolo quotidiano di questo giornale online?
Non è più sano, invece, considerando l’eresia modernista la radice di tutte queste derive, trarre come logica conseguenza pratica un’attitudine di diffidenza abituale verso l’azione pastorale dell’odierna gerarchia ecclesiastica? Ricordiamo che la caratteristica dell’atteggiamento modernista è precisamente l’affermazione di una verità materiale inserita in un contesto di errori.
Questo prudente dubbio su qualsiasi cosa esca dalla bocca e dalla penna di tali pastori (i vescovi e i papi del post-concilio), è un’attitudine certo scomoda e forse originale, ma facendo ciò non si fa che aspettare il beato giorno in cui (anche poco a poco) venga ristabilita la Verità. Si badi bene, la FSSPX fa proprio questo, in particolar modo con le sue pubblicazioni dottrinali. E, contemporaneamente, senza limitarsi ad apostolati online, essa continua la vita tradizionale concreta della Chiesa, per la santificazione concreta delle anime, celebrando la S. Messa, amministrando i sacramenti, provvedendo all’assistenza spirituale dei fedeli, fondando scuole, riempiendo i seminari, e così via.
Non si pasce, la FSSPX, delle beate illusioni dei pur pii sacerdoti Ecclesia Dei come ad esempio la Fraternità San Pietro che, secondo una caustica espressione ormai consolidata, «tace in latino», ovverossia evita scrupolosamente, nelle sue pubblicazioni ufficiali, ogni parola di troppo che offenda le orecchie pie della gerarchia attuale come sarebbero critiche ad errori e deviazioni dottrinali, incontri ecumenici, o altro. E che celebra la Messa antica, per carità(16).
Ci si permetta un apologo in guisa di conclusione: ci si immagini un gruppo di ferventi cattolici che si impegnano a criticare a spron battuto (costruttivamente!) i prelati inventori di nuove dottrine, di nuove ed immorali prassi pastorali, di nuove, originali e perfino blasfeme, pratiche artistiche; ci si immagini ancora che, nello stesso tempo, questi cattolici si prodighino in un ossequioso rispetto degli stessi prelati, non solo riconoscendo la loro autorità (la FSSPX l’ha sempre fatto) ma anche professando obbedienza ai loro legittimi ordini e prestando assenso al loro, quando c’è, infallibile magistero. Si provi poi a vedere se i due atteggiamenti stanno in piedi e ci si immagini di trovarsi di fronte Aristotele intento a difendere il granitico principio di non contraddizione: non avrebbe forse l’impressione, il filosofo Stagirita, di fare una conferenza ad un orto botanico?
Inseriamo qui un lungo passaggio tratto da Parole chiare sulla Chiesa (op. cit., pag. 137) a proposito di questo istituto Ecclesia Dei:
La Fraternità Sacerdotale San Pietro fu fondata da alcuni preti e seminaristi che si separarono dalla Fraternità San Pio X nel 1988 per riallinearsi al Vaticano. Anche qui, il cedimento non tardò a manifestarsi. Nel 1999 la maggior parte dei sacerdoti della Fraternità San Pietro scrisse una lettera nella quale si legge: «Riconosciamo assolutamente la legittimità del nuovo rito». Un anno dopo, la stessa posizione venne ribadita in un ricorso ufficiale presentato alla Santa Sede: «Se per valore s’intende la validità o la legittimità dei nuovi libri liturgici, è evidente che noi vi aderiamo pienamente». Più recentemente, dopo il motu proprio Traditionis custodes, il superiore del Distretto francese della Fraternità San Pietro ha dichiarato: «La Fraternità San Pietro non ha mai rifiutato il Concilio Vaticano II. Per noi esso non presenta nessuna difficoltà fondamentale, ma richiede soltanto delle precisazioni su alcuni punti, che noi interpretiamo alla luce della tradizione della Chiesa […]. Non abbiamo mai messo in dubbio la validità e la fecondità del messale di Paolo VI». Perfino l’incontro interreligioso di Assisi nel 1986 fu oggetto di un’approvazione esplicita da parte dell’allora superiore generale, don Bisig: «Non credo che ci sia niente di male nel fatto che dei cattolici s’incontrino con dei non cattolici, che parlino insieme, ecc. Assisi ha avuto, in un certo senso, una grande importanza, nella misura in cui, nell’ambito della preghiera per la pace, si sono incontrati i fedeli delle varie religioni»[4]. Alla teoria fa riscontro la pratica: nel novembre del 2017, a Bordeaux, don Giacomoni, sacerdote della stessa Fraternità, ha assistito in abito corale a una cerimonia ecumenica, accanto a una «pastora» protestante.
________________________1. Aristotele, Metafisica, libro IV, n° 331.
2. San Tommaso d’Aquino, In metaphysicorum, l. IV, lectio VI, n° 608.
3. https://lanuovabq.it/it/solo-la-fedelta-alla-gerarchia-della-chiesa-e-cattolica-anche-nella-prova
4. Tra tutti, si veda Parole chiare sulla Chiesa, a cura di don Daniele Di Sorco, Edizioni RadioSpada, al capitolo “L’infallibilità, il magistero, la resistenza all’errore”.
5. Tra le tante falsità dell’articolo c’è quella relativa al fatto che i vescovi della FSSPX conferiscono la cresima sotto condizione a coloro che l’hanno ricevuta nel novus ordo; ciò è falso se inteso in senso sistematico; quando si è ritenuto opportuno farlo, è perché sussisteva un serio dubbio circa la materia del sacramento della cresima che, probabilmente di diritto divino, è l’olio d’oliva. Ora sappiamo che nel nuovo Codice di Diritto canonico (1983) è permesso conferire questo sacramento con qualsiasi olio vegetale, cosa che lascia quantomeno perplessi e con un dubbio circa la validità.
6. https://fsspx.news/it/news/la-bussola-che-punta-sud-29815
7. https://fsspx.it/it/news/osservazioni-tecniche-sulle-consacrazioni-senza-mandato-e-lo-stato-di-necessita-29822
8. https://lanuovabq.it/it/unione-gay-benedizione-abbinata-anti-ordine-naturale
9. https://lanuovabq.it/it/aborto-paglia-tocca-il-fondo-tifando-per-la-194-un-pilastro
10. https://lanuovabq.it/it/zuppi-difende-la-194-ma-non-la-giustizia-ne-la-verita
11. https://lanuovabq.it/it/il-card-zuppi-e-la-sua-strana-concezione-di-democrazia
12
https://lanuovabq.it/it/a-linz-il-catto-femminismo-non-risparmia-neanche-la-madonna
13. https://lanuovabq.it/it/la-mostra-blasfema-di-carpi
14. https://lanuovabq.it/it/se-tanti-prelati-perdono-la-rotta-tu-sostieni-la-vera-bussola
15. https://lanuovabq.it/it/il-bene-comune-ce-lo-spiega-il-mondo-la-cei-scomunica-la-dottrina-sociale
16. v. la citazione dal libro «Parole chiare sulla Chiesa».
Foto modificata di Bakr Magrabi: https://www.pexels.com/it-it/foto/bussola-a-portata-di-mano-3203659/
22 commenti:
«"Cattedrale" di testo e gesto»: una lettera ecumenica a favore della Messa tridentina - 8 Luglio 2024
P. Serafino Maria Lanzetta
https://www.youtube.com/watch?v=u1LZ2kGq2oY&t=747s
Cooperatore Veritatis domanda al minuto 50,02:
Padre, anche se non e' giustificabile,quanta responsabilita' c'e' in chi usa ed abusa del rito antico per delegittimare il Pontefice regnante?Cosa potrebbe consigliare a quanti, cercando il rito di sempre,sposano battaglie sbagliate,rischiando di mettere in cattiva luce il tutto ?
Tutto molto chiaro.
Resta da capire, a sua volta, come faccia la FSSPX a criticare, sempre costruttivamente, per carità, la gerarchia ecclesiastica e riconoscerne contestualmente l'autorità. Perché, se vi è schizofrenia nella posizione della NBQ, lo stesso si potrebbe dire della Fraternità. E' vero che si trincera dietro l'alibi (supposto e non provato) del magistero non infallibile, ma la realtà è la perdita di autorevolezza del magistero stesso, a cui va comunque e sempre prestato il dovuto assenso. Attenzione, parlo del magistero e non della gerarchia ecclesiastica la quale rilascia un fetore da eresia modernista che si avverte a distanza siderale.
Io non sono un teologo e neanche un esperto, ma cerco di seguire il principio di non contraddizione a mia volta.
https://www.medias-presse.info/mel-gibson-envoie-une-lettre-de-soutien-a-mgr-carlo-maria-vigano-archeveque-titulaire-dulpiana-nonce-apostolique/192806/
https://t.me/QuoPrimumTempore/46
"Tutti questi gruppi - personaggi - influencer sono accomunati dall’avversione alla “falsa chiesa” conciliare” o “falsa chiesa bergogliana”, nomi con cui, a seconda delle sfumature, ribattezzano la Chiesa cattolica. Ciascuno di questi avanza la pretesa di essere l’unico vero interprete del Cattolicesimo e invita i fedeli ad abbandonare la “falsa chiesa etc.”, ovvero sia la Chiesa cattolica, per seguirlo, al tempo stesso mettendo in guardia dal seguire qualcuno degli altri che avanzano esattamente le sue stesse pretese e a sua volta lo scomunicano".
Caso Viganò... una messa a punto
@ Anonimo09 luglio, 2024 09:07
"Resta da capire, a sua volta, come faccia la FSSPX a criticare, sempre costruttivamente, per carità, la gerarchia ecclesiastica e riconoscerne contestualmente l'autorità."
Si può capire facilmente con un'analogia:
un genitore che insegna a delinquere al figlio, rimane sempre genitore, anche se il suo insegnamento (il suo magistero) è deprecabile.
Il figlio potrà magari di dire in tono emotivo "tu non sei mio padre!", ma rimane il fatto oggettivo e giuridico della sua reale paternità biologica, anche se la paternità intesa come autorevolezza è totalmente deficitaria.
"Tutto molto chiaro", e invece no.
Commento (dal titolo ironico) e a sfondo sedevacantista che vorrebbe chiarire ma che non risulta tanto chiaro. Che significa distinguere tra magistero attuale e gerarchia? Non si capisce.
La sspx ha sempre invocato la stato di necessità nel quale versa la Chiesa, dal Concilio in poi. Ma lo stato di necessità è tale da autorizzare determinate disobbedienze, non è tale da autorizzare la fsspx a dichiarare vacante la Sede Apostolica a causa degli errori dottrinali e pastorali che ne inquinano l'insegnamento da decenni.
Chi ce l'ha quest'autorità? Nessuno, a quanto pare.
Che un papa professante eresie decada ipso facto, questa resta un'opinione teologica ragionevole (p.e. di san Bellarmino) ma non è comunque dottrina ufficiale della Chiesa.
Il problema è più ampio di quanto si creda.
Giovanni Paolo II ha elaborato il principio che "si è mantenuta intatta (integra permanet) la nostra immagine e somiglianza con Dio", nella sua prima Enciclica. Ma questo è apertamente contro il Concilo di Trento, il quale ha affermato esser dogma di fede che con la Caduta la somiglianza con Dio (costituita dalla grazia santificante) è andata perduta, mentre è rimasta l'immagine, sia pure vulnerata (dei doni preternaturali iniziali, rismasti solo l'intelletto e la volontà, in lotta con le conseguenze del peccato originale).
Non solo: il Tridentino infligge la scomunica latae sententiae a chi sostiene che la somiglianza è rimasta. E proprio questo ha fatto GP II: ha scritto che è addirittura "rimasta integra" e in ogni uomo, come se la Caduta non ci fosse mai stata.
Allora: GP II non è incorso nella scomunica latae sententiae prevista dal Tridentino? E del pari i suoi due successori, che hanno mantenuto la stessa erronea dottrina.
E come la mettiamo con la Chiesa: è stata o no governata da papi che hanno professato almeno un errore condannato dal dogmatico Tridentino con la scomunica automatica ossia latae sententiae?
Se quanto dico è sbagliato, è un conto. Dimostratemi che è sbagliato. Se è corretto, quali le conseguenze per il governo della Chiesa? Che non abbiamo avuto papi dal giorno della pubblicazione della prima enciclica di GP II? Anche questa conseguenza appare difficile da accettare.
È comunque evidente che la questione della sede vacante comporta conseguenze che assumono una dimensione apocalittica.
Occorre quindi prudenza.
Possedere una facoltà e usarla male non urta il principio di non contraddizione.
Ad esempio posso possedere una bocca, denti santi e apparato digerente, ma lasciarmi morire di fame.
Contraddizione insanabile? No: possiedo la facoltà di mangiare ma non la uso.
Ne consegue che l'inferenza: è morto di fame, quindi non poteva mangiare, è in se stessa illecita e deve essere eventualmente provata. Non è difficile applicare al Papa e al Magistero questi esempi.
Ok. Angheran. +
Solo una domanda: in che contesto collocheresti questo blog?
In che contesto collochiamo questo blog? Forse un tempo si poteva dire: è un blog tradizionalista. In questo momento però non è più tanto chiaro.
Proprio perchè il fronte tradizionalista si è pure sfaldato pro e contro Viganò, la Nuova Bussola quotidiana a quanto pare peggio di Avvenire, Lefevriani i nuovi Santi e unici depositari della verità.
Personalmente trovo che ci sia una grande confusione e se non si impara ad accettare serenamente le differenti posizioni all'interno del cattolicesimo tutto ciò porta alla autodistruzione.
Viganò poi onestamente mi pare indifendibile.
E tutta questa galassia, il suo blog, la Bussola quotidiana, Viganò e i Lefevriani, così come il Vaticano...non fanno un buon serviziona Gesù Cristo perchè lo rendono estraneo alla realtà quotidiana delle persone, pignolo, colorato di cavilli e questioni insulse che la persona media non eputa in alcun modo significative. Chi non crede pensa: I cristiani a quanto pare, sono un branco di lupi che si azzannano a vicenda per un osso marcio, mentre hanno lì davanti un pasto che non riuscirebbero neppure a finire.
Santa Elisabetta del Portogallo, regina. Vangelo se Mat 13, 44-52 :
In illo témpore : Dixit Iesus discípulis suis parábolam me : Símile est regnum cælórum thesáuro abscóndito in agro : quem qui invénit homo, abscóndit, et præ gáudio illíus vadit, et vendit univérsa, quæ habet, et emit agrum illum.
Iterum símile est regnum cælórum hómini negotiatóri, quærénti bonas margarítas. Invénta autem una pretiósa margaríta, ábiit, et véndidit ómnia, quæ hábuit, et emit eam.
Iterum símile est regnum cælórum sagénse, missæ in mare et ex omni génere píscium congregánti. Quam, cum impléta esset, educéntes, et secus litus sedéntes, elegérunt bonos in vasa, malos autem foras misérunt. Sic erit in consummatióne sǽculi : exíbunt Angeli, et separábunt malos de médio iustórum, et mittent eos in camínum ignis : ibi erit fletus et stridor déntium. Intellexístis hæc ómnia ? Dicunt ei : Etiam.
Ait illis : Ideo omnis scriba doctus in regno cælórum símilis est hómini patrifamílias, qui profert de thesáuro suo nova et vétera.
E allora dico la mia.
Io ritengo questo blog fuori da ogni contesto di strumentalizzazione o di possibile creazione di seguaci o ancora di fedeli al seguito di qualcuno in particolare.
Per il fatto che è sorto e continua ed esserci col semplice intento di denunciare le storture già notate decenni fa e riaffermare, condividere e diffondere la verità bimillenaria ovunque essa si manifesti.
Sta poi alla libertà di chi legge condividere o meno, continuare a leggere, cercare un confronto, magari dare il suo contributo oppure attingere ad altri lidi.
Aggiungo che ho cercato per anni di creare sinergie con altri contesti; ma ogni volta non è andata in porto.
In ogni caso, in un mare magnum di contraddizioni, ambiguità e confusione, non ho e non mi do' l'autorità di trarre conclusioni.
Ora, con energie e risorse ridotte, faccio quello che posso, mi affido e vado avanti...
L'unica speranza, ma vorrei dire certezza, è l'appartenere al corpo mistico di Cristo, che è la Sua Chiesa, Una Santa Cattolica Apostolica Romana
E quando dico "riaffermare la verità" dico anche che ciò non esime dall'identificare e evidenziare di volta in volta l'errore da cui sorge la deviazione di turno. Il limite e il problema di oggi (più volte sottolineato) è proprio quello di non poter dibattere soprattutto sugli errori diffusi dai 'bachi' dei documenti conciliari. Diversanente non vedo come si possa uscire dalla crisi attuale se non con un reset straordinario e imprevedibile, per mano del Signore...
Noi, intanto, continuiamo a fare la nostra parte come possiamo e finché possiamo.
#Anonimo 11:19
Non si può paragonare il padre di famiglia con l'autorità pontificia.
Il cattolico integrale non può credere alla libertà religiosa, all'ecumenismo, alla messa di Lutero, alla intronizzazione degli idoli in Vaticano, alle benedizioni sodomitiche, e via dicendo. E' un problema grave che data, come riconosciuto finalmente dal coraggioso Mons. Viganò, dal CVII.
Viganò poi onestamente mi pare indifendibile.
"Viganò", come lei lo chiama con supponenza e maleducazione, ha diritto al suo titolo. Posto che Mons. C. M. Viganò difende esclusivamente la Dottrina della Fede della Chiesa Cattolica Apostolica Romana perché mai dovrebbe essere "indifendibile"? Vada a fare propaganda per la setta conciliare altrove!
Caro Anonimo 16:23, lei ha elencato tutto ciò che di questa chiesa bergogliana ( minuscolo d' obbligo per una falsa chiesa) mi provoca repulsione e nausea; ovviamente non discuto né polemizzo con i preti modernisti su questi argomenti, dato che sono di una cocciutaggine unica, se non possono aver ragione offendono, non vogliomo parlare, addirittura ti sbattono la porta in faccia, in un delirio cieco e irrazionale. Non solo non hanno più la fede cattolica, ma non hanno nemmeno più l' uso della ragione, solo follia ideologica. Per la Chiesa di Cristo sono irrimediabilmente irrecuperabili.
Mi scusi ma la FSSPX non è MAI stata sedevacantista. Non scriviamo cose erronee che confondono i fedeli.
Il fine di questo blog è soprattutto quello di difendere la retta dottrina e la retta pastorale della Chiesa. Pertanto esso denuncia le deviazioni introdottesi in entrambe a partire dal pastorale Concilio Vaticano II. Tutta la sua azione appare coerente con quest'impostazione.
Lo spazio dedicato ad argomenti di tipo politico o di costume è imposto a volte dall'attualità e riguarda un aspetto secondario.
Come pure secondarie sono le eventuali "sinergie" con altri esponenti della c.d. "galassia tradizionalista", nella quale si trova un po' di tutto, a dire il vero.
Il blog di mic ha quindi una sua autonomia e una sua personalità che vanno conservate e salvaguardate.
T.
"Personalmente trovo che ci sia una grande confusione e se non si impara ad accettare serenamente le differenti posizioni all'interno del cattolicesimo tutto ciò porta alla autodistruzione".
In quale contesto possiamo leggere il tuo commento? Cosa significa accettare serenamente le differenti posizioni all'interno del cattolicesimo? Significa accettare l'unità ecumenica che fa la Chiesa Conciliare l'immagine é somiglianze della democrazia liberale? La tua proposta è l'accettazione dell'ecumenismo dove in nome dell’unità se sacrifica la verità?
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