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con gioia vi ricordo e vi invito alla conferenza Cristo Re delle menti, delle volontà e dei cuori con don Federico Maria Pozza ICRSS, il dott. Stefano Fontana ed il sig. Juan Miguel Montes, organizzata per sabato 14 giugno, alle ore 16:00, presso la Sala Ferruccio Galmozzi (Bergamo - via Torquato Tasso, 4), in collaborazione con l’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina Sociale della Chiesa, di cui allego la locandina.
Vi aspetto numerosi!
Un saluto nel Signore.Comitato Summorum Pontificum di Bergamo
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Sabato 14 giugno 2025, ore 16:00
Sala Ferruccio Galmozzi
Bergamo - via Torquato Tasso, 4
11 DICEMBRE 1925 - 2025: 100º ANNIVERSARIO DELL’ENCICLICA QUAS PRIMAS
CRISTO RE DELLE MENTI, DELLE VOLONTÀ E DEI CUORI
Programma:
- introduzione dell’avv. Lorenzo Vitali, presidente del Comitato Summorum Pontificum di Bergamo;
- don Federico Maria Pozza ICRSS, rettore della Chiesa dei Santi Michele e Gaetano di Firenze: IL REGNO SPIRITUALE DI CRISTO;
- dott. Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina Sociale della Chiesa: IL REGNO UNIVERSALE E SOCIALE DI CRISTO;
- sig. Juan Miguel Montes, direttore dell’ufficio di Roma dell’associazione Tradizione, Famiglia, Proprietà - TFP: LA REGALITÀ DI CRISTO NEL PENSIERO CONTRO-RIVOLUZIONARIO.
3 commenti:
O insignis Graecia, ecce iam tuum finem...
Εάλω ή πόλη, Εάλω η πόλη!
29 maggio 1453, anniversario della Caduta di Costantinopoli, Seconda Roma, e della morte di San Costantino XI Paleologo, ultimo Imperatore di Roma e Costantinopoli; Costantino XI, come tutti gli Imperatori e gli abitanti di Costantinopoli, non erano nè si consideravano bizantini ma romani e successori di Giulio Cesare, Ottaviano Augusto e dei santi Costantino, Teodosio e Giustiniano. La caduta di Costantinopoli e la morte di Costantino XI fu uno degli eventi e dei giorni più infausti; in foto, affresco raffigurante Costantino XI, l'ultimo imperatore romano, dal catholicon del Monastero dei Santi Tassiarchi a Egialia, scoperto solo pochi mesi fa, nel dicembre del 2024...
"O Grecia insigne, ecco ormai la tua fine. Chi non prova angoscia per il tuo destino?... Fino ad oggi era rimasto a Costantinopoli il ricordo vivo dell'antica sapienza e, come se in essa vi fosse la dimora delle lettere, nessuno dei latini poteva apparire sufficientemente istruito se non avesse studiato per un certo periodo di tempo a Costantinopoli. Quella fama che aveva avuto Atene come sede del sapere al tempo di Roma, l'aveva avuta Costantinopoli al nostro tempo. Di lì ci venne ridato Platone, di lì Aristotele, Demostene, Senofonte, Tucidide... Ma ora, con la vittoria dei turchi, che hanno conquistato tutto ciò che possedeva la potenza greca, credo sia la fine per le lettere greche."
(Enea Silvio Piccolomini, futuro Pio II, a Nicola di Clues, Graz, 21 luglio 1453)
Definire "santi" gli imperatori è un'usanza appunto "bizantina". La Roma d'Oriente ebbe una storia gloriosa ma non era più "romana", era greca: uno Stato greco in tutto e per tutto, anche dal punto di vista della fede. La Grecia ebbe una vicenda curiosa. Decaduta e diventata provincia dell'impero romano, fu da questo richiamata a nuova vita, con la fondazione di Costantinopoli (330 inizio ufficiale come nuova capitale dell'impero). Roma era da tempo decaduta, soprattutto da quando non era più la capitale, nemmeno in Occidente. Pesavano le esigenze militari, causate dalle pressione ormai massiccia dei barbari alle frontiere. Occorreva una capitale vicino ai confini o situata in una zona strategica centrale. Bisanzio lo fu per l'Oriente, fu scelta perché soddisfaceva al meglio le esigenze militari e commerciali. L ' Oriente era poi la parte più ricca dell'impero, diventato ormai troppo vasto per le forze a disposizione.
Nell'Anatolia la Roma d'Oriente trovò fedeli reclute nelle popolazioni locali, che le evitarono di fare la fine dell'impero in Occidente, caduto in seguito ad un colpo di Stato militare, da parte delle milizie germaniche che troppo spesso venivano arruolate e costituivano a volte l'intero esercito romano. Invece in Oriente i mercenari germanici furono massacrati grazie all'impiego degli anatolici. E l'impero in quella parte fu salvo, iniziando la sua vita di Stato nuovo e con una sua caratteristica fisionomia. Dopo Giustiniano nell'esercito non si usava più il latino.
Certo, riproporre sempe e comunque "il pensiero controrivoluzionario" non è il massimo della novità, per così dire...A chi piace l'odore della muffa? E quello dei vecchi abiti divorati dalle tarme?
Ma lo sconforto che provoca l'attaccamento a tutta questa zavorra rétro è niente rispetto allo sconforto che si prova di fronte al modo di essere, di dire e di fare della presente Gerarchia cattolica. Preti sciagurati, che avete fatto del Cattolicesimo un fenomeno da luna park...Quando ve ne renderete conto? Quando sarà troppo tardi? Verrebbe voglia di cambiare religione ma non è possibile. Apostatare, per andare dove? Per andare più sveltamente all'Inferno!! Questa è la risposta. C'è poi la fedeltà a tutto il nostro passato di nazione cattolica, che non può esser rinnegato, un passato fatto anche di storie personali, familiari, collettive...
Chi cambia di religione rinnega anche la Patria italiana.
Mi viene in mente, di questi tempi, un pensiero di Guicciardini, uno di quelli trovati tra le sue carte dopo la sua morte. Guicciardini aveva servito i papi (Leone X, Clemente VII) in incarichi molto importanti. Conosceva bene l'ambiente.
"Io non so a chi dispiaccia più che a me la ambizione, la avarizia e la mollizie de' preti: sì perché ognuno di questi vizi è in sè odioso, sì perché ciascuno e tutti insieme si convengono poco a chi fa professione di vita dependente da Dio, e ancora perché sono vizi sì contrari che non possono stare insieme se non in uno subietto molto strano. Nondimeno el grado che ho avuto con più pontefici, m'ha necessitato a amare per el particulare mio la grandezza loro; e se non fussi questo rispetto, arei amato Martino Luther quanto me medesimo: non per liberarmi dalle legge indotte dalla religione cristiana nel modo che è interpretata e intesa communemente, ma per vedere ridurre questa caterva di scelerati a' termini debiti, cioè a restare o sanza vizi o sanza autorità".
Bisogna dunque resistere alla tormenta. E qual è la cosa adesso più difficile? Almeno per me, non perdere la fede. Credo che sia così anche per molti altri. Bisogna chiedere ogni giorno alla S.ma Vergine e allo Spirito Santo che ci aiutino a mantenerci saldi nella fede, con tutte le conseguenze del caso...Come sembra abbia detto Santo Padre Pio: "quando verranno quei tempi [i tempi dell'apostasia], voi fate come i vostri padri hanno fatto..." cioè mantenetevi, con l'aiuto di Dio, nella fede dei vostri padri, in tutto e per tutto.
pp
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