Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 25 maggio 2025

Il vescovo di Charlotte sopprime la Messa latina tradizionale e la trasferisce in un centro cristiano protestante

Nella nostra traduzione da Lifesitenews. Per chi si aspetta cambiamenti. Verranno? Qui l'indice dei precedenti.

Il vescovo di Charlotte sopprime la Messa latina tradizionale
e la trasferisce in un centro cristiano protestante


Lo scorso venerdì, citando il motu proprio Traditionis Custodes, il vescovo Michael T. Martin di Charlotte, Carolina del Nord, ha annunciato che sopprimerà le Messe tradizionali celebrate nelle chiese parrocchiali della sua diocesi — in totale quattro — e le accorperà tutte in una sola cappella non cattolica.
L'account cattolico tradizionale Sensus Fidelium ha pubblicato venerdì mattina su X (ex Twitter) una copia della lettera con cui si spiega che la decisione comporta la soppressione della Messa antica presso due parrocchie diocesane di Charlotte (St. Ann e St. Thomas Aquinas), una a Tryon (St. John the Baptist) e una a Greensboro (Our Lady of Grace).

Dunque, due parrocchie con Messa antica a Charlotte, una a Tryon, una a Greensboro e una a Boone. Tutte dovrebbero ora convergere verso una sola cappella a Mooresville.
Il vescovo Martin ha comunicato che, a partire dall’8 luglio, la Messa tradizionale non sarà più celebrata nelle chiese parrocchiali della diocesi, ma verrà spostata in una cappella designata al numero 757 di Oakridge Farm Highway a Mooresville, che è in realtà un centro cristiano protestante (Freedom Christian Center).

Il motu proprio Traditionis Custodes di Papa Francesco stabilisce infatti che le Messe tradizionali non devono essere celebrate in chiese “parrocchiali”.

L’account DC Rosary Rally for the Latin Mass ha denunciato la decisione definendola “malvagia” e ha invocato l’intervento di Papa Leone XIV per “ripristinare immediatamente il Summorum Pontificum”.

- “Quello che questo vescovo ha fatto alla fiorente comunità della Messa in latino di Charlotte è malato e demoniaco.”

- “Traditionis Custodes è malvagio. Il rescritto è malvagio. Questo decreto del vescovo di Charlotte è malvagio. @Pontifex deve ripristinare immediatamente Summorum Pontificum.”

La Messa antica precedentemente celebrata a Boone era già stata soppressa il 9 gennaio 2024, insieme a quelle in alcune altre chiese cattoliche della diocesi. Il precedente vescovo di Charlotte, il conservatore dichiarato Mons. Peter Jugis, aveva annunciato nel dicembre 2023 che, in ottemperanza a Traditionis Custodes, il numero delle Messe domenicali in rito antico sarebbe stato ridotto da sei a quattro, e che queste ultime sarebbero potute proseguire solo fino al 2025.

Come ha osservato lo stesso vescovo Martin nella sua lettera, Mons. Jugis — che aveva promosso la crescita delle sedi TLM (Traditional Latin Mass), inclusa la fondazione di un nuovo seminario minore dove si insegnava il rito antico — aveva ottenuto dal Vaticano il permesso di proseguire con le Messe tradizionali nella diocesi fino al 2025.

Le Messe in latino celebrate dai sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX) continueranno presso la chiesa di St. Anthony of Padua a Mount Holly, vicino Charlotte. La comunità di Charlotte ha ricordato quanto segue:

- “La Santa Sede, in diverse occasioni, ha affermato che le Messe celebrate dalla FSSPX sono valide e che i fedeli che vi partecipano adempiono il precetto festivo e domenicale. La Santa Sede ha anche dichiarato che, per giustizia, è lecito fare offerte durante quelle Messe.”

Resta da vedere se Papa Leone XIV revocherà le restrizioni imposte da Papa Francesco alla Messa tradizionale.

- “La battaglia non è ancora finita”, ha dichiarato il moderatore dell’account Sensus Fidelium. “Probabilmente il vescovo pensa che, spostandola nel nulla (lontano da tutti), nessuno ci andrà e morirà da sola. Non capisce che queste persone hanno un cuore.”

- “Ci stanno derubando”, ha commentato l’utente X Atticus Isidore, aggiungendo che la Messa in latino a Greensboro “attira fedeli da luoghi lontani come Graham.” Greensboro dista un’ora e mezza da Charlotte, mentre Tryon è a due ore.

Il motu proprio Traditionis Custodes, che ha portato alla soppressione di decine di Messe antiche in tutto il mondo, è stato condannato da numerosi ecclesiastici e studiosi come una negazione della prassi perenne della Chiesa e persino del suo insegnamento solenne.

Il cardinale Raymond Burke ha ribadito che la liturgia tradizionale non può essere esclusa dalle “espressioni valide della lex orandi”.

- “Si tratta di una realtà oggettiva della grazia divina, che non può essere modificata da un semplice atto di volontà nemmeno della più alta autorità ecclesiastica”, ha scritto il cardinale nel 2021.

Anche lo studioso di liturgia, Dr. Peter Kwasniewski, ha esortato i sacerdoti a resistere a Traditionis Custodes e al relativo Responsa ad dubia, “a prescindere dalle minacce o dalle pene”, perché l’obbedienza a questi documenti comprometterebbe la stessa missione della santa Chiesa cattolica.

Kwasniewski ha sottolineato che “il culto liturgico tradizionale della Chiesa, la sua lex orandi (legge della preghiera),” è un’espressione “fondamentale” della sua lex credendi (legge della fede), e che non può essere contraddetta, abolita o riscritta pesantemente senza negare la continuità della Chiesa guidata dallo Spirito.

- “La Messa tradizionale appartiene alla parte più intima del bene comune della Chiesa. Restringerla, ghettizzarla, e infine pianificarne la scomparsa, non può avere alcuna legittimità. Questa legge non è una legge della Chiesa, perché, come dice San Tommaso [d’Aquino], una legge contraria al bene comune non è una legge valida.”

Ha citato le parole solenni della bolla Quo Primum di San Pio V, che autorizzava la Messa tradizionale “in perpetuo”. Quo Primum afferma:

- “In virtù della Nostra autorità apostolica, concediamo e accordiamo in perpetuo che, per la recita o il canto della Messa in qualsiasi chiesa, si debba d’ora in poi seguire assolutamente questo Messale, senza alcuno scrupolo di coscienza né timore di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, e che si possa liberamente e lecitamente usarlo. I superiori, gli amministratori, i canonici, i cappellani e gli altri sacerdoti secolari o religiosi, di qualsiasi ordine o congregazione, non sono obbligati a celebrare la Messa in modo diverso da quanto da Noi prescritto. Dichiariamo e ordiniamo inoltre… che questo documento presente non può essere revocato o modificato, ma resta sempre valido e mantiene pienamente la sua efficacia…”

- “Chiunque presumesse di compiere un tale atto (cioè modificare Quo Primum), sappia che incorrerà nell’ira di Dio Onnipotente e dei beati Apostoli Pietro e Paolo.”

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

9 commenti:

Laurentius ha detto...

Ha citato le parole solenni della bolla Quo Primum di San Pio V, che autorizzava la Messa tradizionale “in perpetuo”.

Appunto. Di autorizzazioni per celebrare il S. Sacrificio della Messa non v'è mai stato e non v'è nessun bisogno. Occorre soltanto una buona dose di coraggio, il quale non può mancare a chi ha ben chiare due verità:
1 - gli occupanti della Sede Apostolica non vogliono abitualmente il bene della Chiesa,
2 - la messa moderna non è gradita a N. S. Gesù Cristo perché non è un rito cattolico (le ragioni sono spiegate nel Breve esame critico del Novus Ordo Missae).
Continuare a lagnarsi non porterà nessun frutto.

Commento di P. Kwasniewski ha detto...

Esame di coscienza per i pastori

Quando un pastore segue la politica del vescovo di chiudere tutte le Messe antiche parrocchiali nel perseguimento di 'Traditionis Custodes', come fa a non avallare così le numerose menzogne su cui si basa la politica del motu proprio? Tra cui le seguenti:

- la menzogna secondo cui esiste una sola forma di rito romano, quando si può dimostrare che Paolo VI non ha mai legalmente mandato il Novus Ordo all'abrogazione e all'esclusione del vecchio rito (come confermato in una serie di documenti del 1971, 1984, 1986, 1988, 2007 e 2011);

- la bugia che il nuovo messale contiene tutte le ricchezze del vecchio messale;

- la menzogna che i sondaggi dei vescovi hanno dimostrato di ritenere inadeguato l'SP e volevano ridurre l'uso del vecchio rito;

- la menzogna che ora ai vescovi venivano dato più spazio per prendere decisioni sul vecchio rito quando in realtà Roma limitava la loro autorità più che mai, tranne il potere di distruggere, contrariamente al 2 Cor 13:10.

Come può non essere una forma di abuso spirituale accettare le bugie e farle rispettare sui fedeli?

Come può non essere analogo ad altri tipi di abusi perpetrati dal clero sui laici negli ultimi decenni?

Come può un sacerdote vivere con la propria coscienza quando, avendo ricevuto l'immensa grazia di apprendere e amare la tradizione, e vedendola trasformare le persone che serve, ora dice loro "dobbiamo essere obbedienti alla sua cancellazione"?

Come può non essere un infangare la bella virtù dell'obbedienza affiancandola all'irrazionalità, all'empietà, al disprezzo e alla crudeltà?

Com'è il passaggio di 180 gradi dal fare tesoro della tradizione immemorabile a buttarla fuori dalla finestra a comando di un ideologo coerente con una fede matura, razionale e coerente?

Come possono i predicatori chiedere ai laici di vivere senza paura le loro vocazioni nel mondo, quando i laici vedono i predicatori vivere nella costante paura dei propri superiori nella Chiesa?

P.S. I laici non sono stupidi. Chi frequenta la Messa tradizionale da un po' di tempo può capire subito la differenza tra questa e un Novus Ordo in zuppa latina. Non aggiungere l'insulto al danno suggerendo che ci sentiremo allegri se solo diamo una possibilità al nuovo rito.

Anonimo ha detto...

Andrea Sandri
La nomina di Beat Grögli

La nomina di Beat Grögli (favorevole all'ordinazione delle donne) a Vescovo di San Gallo non è una buona notizia per la Chiesa. Bisogna però fare i conti con il giurisdizionalismo elvetico: il vescovo viene eletto dal Capitolo, poi il suo nome viene presentato al governo del Cantone. Se il Cantone approva, è presentato a Roma che è posta di fronte all'alternativa tra chiudere il gioco con un sì o iniziare un conflitto infinito con la chiesa locale e il Cantone. A Roma non resta spesso che porre i paletti dottrinali che eventualmente serviranno a giudicare il vescovo aberrante. Manca ancora il coraggio di riconoscere una situazione scismatica in Svizzera e in altri luoghi. É la fotografia di uno stato di cose balordo che non può essere addossato al Papa. Tra qualche mese potremo valutare meglio nomine più libere.

Anonimo ha detto...

Grazie alla solita, ennesima sentenza "creativa" della Corte Costituzionale italiana, d'ora in poi i bambini "fabbricati" in vitro con la fecondazione eterologa, avranno da subito non una, ma due madri lesbiche. E ovviamente, nessun padre.

La magistratura ideologizzata, impregnata di nichilismo e di odio contro la vita, si conferma agente prinario della Sovversione. Non potrà esservi più una società decente finchè questa magistratura, braccio dissolutivo al servizio del regno gobale del denaro, rimarrà al potere.
Occorre uscire dall'illusione liberale, che col pretesto di difendere la libertà individuale, schiaccia la società e la politica nella morsa di una magistratura nichilista e impregnata di ideologia, da una parte; e dei grandi poteri economico-finanziari sovranazionali, dall'altra.
Come ha notato anche il laicissimo storico Emmanuel Todd, una civiltà che ha perso ogni fede in Dio sprofonda nel nichilismo, e quindi si autodistrugge.
Ne vedremo delle belle.
Martino Mora

Catholicus ha detto...

Caro Laurentius, leggerla è sempre motivo di grande conforto spirituale, sempre più rari, purtroppo, i commentatori alieni da spirito di compromesso o di opportunismo, e dotati del suo coraggio nel difendere l'evangelica consegna di Cristo " "il vostro parlare sia si si, no no, tutto il resto viene dal maligno"... rifletto spesso su quel " tutto il resto", sommerso da un senso di tristezza nel constatare come tutto l'orbe cattolico sia ormai preda di un invincibile spirito di compromesso con il Nemico di Cristo e dell'umanità

Anonimo ha detto...

Facendo seguito a Mora, risulta chiaro che quando il potere legislativo non segue l'onda, supplisce quello giudiziario, che esonda tumultuosamente come certi fiumi in piena.
Se il popolo non segue più gli illuminati, lo si rende ininfluente.
E' la democrazia illiberale, bellezza! Breton insegna.
Chi non si adegua è fuori dal gioco.
E l'arbitro diventa anche giocatore.
¥¥¥

Anonimo ha detto...

Prof.Mora, si potrebbero conoscere i nomi di coloro che hanno firmato
questa "hermosa" sentenza? Ed anche un breve ritrattino?

Commento Kwasniewski ha detto...

Pensate a quanto deve essere incasinata l'ecclesiologia di qualcuno per pensare che un vescovo abbia il diritto perfetto di sopprimere un'antica e venerabile forma di culto divino e che sia questione di virtuosa obbedienza collaborare alla sua soppressione, indipendentemente dal danno pastorale e dal dolore causerà troppe anime.

Un'amica ha detto (e penso che abbia ragione): Se avessimo la capacità di distinguere a un cattolico di 1.000, 500 o anche 100 anni fa quello che i nostri vescovi stanno facendo ai cattolici che amano la tradizione della Chiesa, non ci crederebbero - penserebbero che siamo assolutamente pazzi.

Questo, forse, è un modo per iniziare a concettualizzare l'entità della crisi nella Chiesa, di gran lunga la peggiore di tutta la sua storia finora.

Anonimo ha detto...

Sono i colpi di coda del bergoglismo. Chierici che o non si sono accorti che l'aria dentro la Chiesa è già un po' cambiata, oppure tentano dei colpi di mano prima che cambi definitivamente. Poco acuti o furbetti, andrebbero spediti tutti in gattabuia islamica oppure a El Salvador, per essere "rieducati" caritatevolmente, così come quelli che organizzano le veglie "anti-fobiche" nelle chiese.