Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 12 maggio 2025

La rapida elezione di Robert Francis Prevost, Leone XIV. E adesso?

Di seguito, da Res Novae – Perspectives romaines, la visuale di don Barthe, che ringrazio, sul neoeletto Leone XIV.
La rapida elezione di Robert Francis Prevost, Leone XIV. E adesso?
don Claude Barthe

Il secondo giorno del conclave, alla quarta votazione, Robert Francis Prevost ha ottenuto la maggioranza assoluta, più velocemente del cardinale Ratzinger nel 2005 e del cardinale Bergoglio nel 2013.

Nato a Chicago nel 1955, religioso dell’ordine agostiniano, giurista di grande competenza e con una lunga esperienza pastorale in Perù, dove è stato vescovo di Chiclayo, è stato chiamato da Papa Francesco ad essere Prefetto del Dicastero per i Vescovi nel 2023.

Oggi tutti i commentatori si chiederanno se sarà un fedele successore di Papa Francesco. La risposta è sì e no. Sì, perché appartiene a quella che Benedetto XVI, distinguendo tra le due possibili interpretazioni del Vaticano II, ha definito “ermeneutica della rottura”, ovvero quella che in termini politici, necessariamente approssimativi trattandosi di questioni ecclesiali, chiameremmo il centro-sinistra (l’“ermeneutica della riforma nella continuità”, quella di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, è qualcosa di simile al centro-destra dell’universo conciliare). È un grande amico del cardinale Blase Cupich, l’arcivescovo di Chicago che da due anni fa vescovi bergogliani, sostenuto prima del conclave dai progressisti più determinati (Andrea Grillo, acceso militante contro la liturgia tradizionale, non ha potuto fare a meno di congratularsi per la sua prossima elezione prima dell’apertura del conclave).

No, perché la sua personalità è molto diversa da quella del suo predecessore. Uomo saggio, pacato, che ascolta con attenzione i suoi interlocutori e collaboratori, si presenta – anche negli abiti fuori moda che ha indossato per apparire nella loggia di San Pietro – come un ricentratore, un progressista moderato. Leone XIV sarà diverso da Francesco anche perché, che il vento sinodale continui o meno a soffiare, non potrà governare da solo. Alcuni dei “pesi massimi” del Sacro Collegio di Francesco, che erano con lui all’inizio del conclave, come il cardinale Parolin, Segretario di Stato di Francesco, il cardinale Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, e il cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale, potrebbero formare con altri una sorta di governo forte che potrebbe essere necessario per affrontare le grandi turbolenze che si prevedono nella Chiesa e nel mondo. Certo, questi uomini sono l’esatto contrario dei conservatori, anche se Pizzaballa è compatibile con loro, ma sono realisti.

Inoltre, l’avanzata irreversibile, dopo il Vaticano II, della libertà religiosa applicata all’interno della Chiesa, ha prodotto una sorta di anglicanizzazione del cattolicesimo. D’ora in poi ogni cattolico, sia esso teologo o fedele, potrà “armeggiare” con il proprio Credo e la propria morale. Questa frammentazione, inevitabile nella misura in cui la regola della fede è stata in qualche modo smembrata – per dirla in breve, l’esercizio del magistero ordinario è stato sostituito da quello del magistero pastorale o autentico – è teorizzata, peraltro, da quei gesuiti, pensatori del post-cattolicesimo, che sono il franco-tedesco Theobald e l’influente italiano Spadaro.

Padre Christoph Theobald, professore emerito al Centre Sèvres di Parigi, sostiene “una visione poliedrica” della Comunione delle Chiese (ad esempio nell’opera collettiva curata da Angelo Maffeis, Una Chiesa “Esperta in Umanità”. Paolo VI interprete del Vaticano II, Studium, 2019). Sulla stessa linea, don Antonio Spadaro, ex direttore de La Civiltà Cattolica, ha pubblicato su La Repubblica del 4 maggio un articolo dal titolo “La vera sfida non è l’unità ma la diversità”, affermando che “la Chiesa del futuro sarà plurale”. Poiché “le differenze sono una caratteristica della società globale e una condizione strutturale”, la Chiesa, come ogni realtà collettiva, non può più “esprimersi in modo uniforme e monotono”, perché ciò significherebbe ignorare questa trasformazione. Sintomaticamente, egli sostituisce l’unità della Chiesa con la sua coesione, prezzo della sua integrazione nell’universo mentale della democrazia moderna: “La coesione non può essere ricercata nell’uniformità, ma nella capacità di accogliere e armonizzare la molteplicità”. Questo è uno dei temi preferiti da Matteo Zuppi.

Padre Spadaro difende certamente la “libertà” del Cammino Sinodale tedesco, ma anche, paradossalmente, come il cardinale Zuppi, quella dei tradizionalisti! Non vede alcun problema nell’attenersi alla vecchia liturgia e al vecchio catechismo, e sottolinea che Papa Francesco ha dato ai sacerdoti della SSPX il diritto di fare confessioni valide, così come, da arcivescovo di Buenos Aires, aveva dato ai sacerdoti lefebvriani il diritto di avere una presenza cattolica legale in Argentina.

Se partiamo dal presupposto che il nuovo pontificato cercherà di governare al meglio la nave in mezzo a un arcipelago di isole e scogli – quelli del sacerdozio degli uomini sposati, del diaconato femminile, delle richieste dei cristiani LGBT e anche dei cattolici che si attengono alla dottrina preconciliare – ci perdiamo in domande e congetture.

Alberto Melloni, leader della Scuola di Bologna, che ha ampiamente curato una monumentale Storia del Vaticano II (alla quale ha partecipato anche il cardinale Tagle) ama dire che il Concilio di Trento è sempre stato presente sullo sfondo dei conclavi dal Vaticano II in poi. Come una coscienza sporca, diremmo noi. Nel conclave appena concluso, Trento è stata più o meno rappresentata dal gruppo dei conservatori (20 cardinali?), con un peso numerico molto basso dopo il rullo compressore che il pontificato di Francesco ha rappresentato per questa tendenza, ma con una significativa presenza morale. In particolare, le dichiarazioni del cardinale Müller sul ruolo del Papa, ovvero confermare i suoi fratelli nella fede, restano una pietra miliare. Come il fatto che i cardinali Burke e Sarah siano noti difensori della liturgia tradizionale.

Possiamo immaginare che questo pontificato, al di là dell’entusiasmo dei primi giorni, soprattutto per il fatto che la Curia e i vescovi potranno respirare e non sentire più il peso dell’esigente autoritarismo del pontificato precedente, si scontrerà con difficoltà insormontabili. Si tratterà di difficoltà dottrinali. A questi testimoni episcopali e cardinali, che, in virtù della speranza cristiana, possiamo augurarci siano sempre più numerosi, spetterà il compito di mostrarsi, con l’aiuto di Cristo e di Sua Madre, all’altezza di questi tempi di crisi drammatica, accresciuta da un pontificato che ha promulgato documenti come la dichiarazione Fiducia supplicans [qui] e l’esortazione Amoris lætitia qui (che al n. 301 afferma che in alcuni casi i coniugi adulteri, pur conoscendo la norma morale, possono essere in grazia divina). Questi Successori degli Apostoli dovranno opporsi profeticamente all’insegnamento di eterodossie di ogni tipo che persistono e possono emergere. E dovranno esortare il Papa a confessare la fede e a confermare i suoi fratelli.
Don Claude Barthe

18 commenti:

Anonimo ha detto...

La notte porta consiglio, nel mio caso un ricordo: una certa penitenza che si faceva da bambini quando si giocava ai giardinetti. Il o la penitente doveva fare un certo percorso rettilineo recitando: vengo da Gerusalemme, senza ridere e senza piangere, nel mentre tutti gli altri bambini intorno facevano di tutto per far ridere o piangere e il/la penitente doveva precedere serio/a alla meta senza farsi confondere dai compagni di gioco che tramutati in folletti.
Questi giochi semplici si scopre nel tempo quanto fossero pedagogici. Questa mattina, dopo tutto il guardare e ascoltare la storia e commenti sulla Chiesa ed il nuovo Papa, questo ricordo mi ha mostrato come bisogna procedere: andare dalla Gerusalemme terrestre a quella Celeste per la via dritta, senza ridere e senza piangere, cioè attenti, seri, concentrati sul da farsi per arrivare alla meta Celeste che ci attende.

Anonimo ha detto...

"...egli sostituisce l’unità della Chiesa con la sua coesione, prezzo della sua integrazione nell’universo mentale della democrazia moderna: “La coesione non può essere ricercata nell’uniformità, ma nella capacità di accogliere e armonizzare la molteplicità”.

La vera Chiesa Cattolica mostra già l'unità auspicata da Cristo nella capacità di accogliere e armonizzare la molteplicità. Dove? Nel fatto che in essa convive con le chiese di Rito Latino (la Romana, Ambrosiana ecc) un'altra ventina di Chiese Orientali Sui Juris, ciascuna con il suo patrimonio originale di tradizioni, ma nell'unità della Fede e della comunione con il successore di Pietro, il cui compito principale è appunto confermare i fratelli nella fede. Tutto questo è più che lecito, anzi doveroso.

Altra cosa è ripercorrere la parabola discendente verso l'abisso della Chiesa Anglicana, dove già erano compresenti due tronconi autoescludentesi: da una parte gli "anglo-catholics" con liturgia e credenze simili a quelle dei nostri tradizionalisti, e dall'altra i protestanti dalla teologia calvinista. Chiesa che dagli anni 90 del secolo scorso si è ulteriormente suddivisa in chi accetta le donne prete, chi non le accetta, chi accetta le donne vescovo, chi non accetta le donne vescovo, chi accetta i parroci omosessuali con "marito" al seguito, chi non li accetta, chi accetta i vescovi omosessuali praticanti, chi non li accetta... Tutti questi gruppi hanno ciascuno un certo numero di vescovi "volanti" che ne curano le rispettive pastorali.

È chiaro che in una Chiesa che voglia essere veramente Cattolica c'è posto per la multiformità delle Chiese Sui Juris, ma non per la convivenza di Verità e menzogna, di ortodossia ed eresia, e neanche di ortodossia e pastoralita' eretica e neanche perfino ereticale.

Purtroppo la Chiesa Cattolica sinodale si è incamminata su questo percorso autodistruttivo e sembra volerlo percorrere sempre più. Il nuovo Papa cosa farà? Sarà libero dalle pressioni dei Franciscani?
Tutto ciò non significa perdere tempo con "domande e congetture" oziose ma vigilare e lavorare affinché ciò che è già stato distrutto venga restaurato e non si compiano ulteriori demolizioni. Ma se la restaurazione non fosse possibile, una nostra separazione sarebbe giusta e doverosa. E senza scrupoli di coscienza, anche se molto dolorosa.

tralcio ha detto...

Leone XIV ci stupirà. Non so dirvi il perché abbia questa sicurezza, ma posso dirvi che qualcuno me l’ha data. Per nostra grazia le cose non vanno come siamo in grado di misurarle con il nostro metro. Dio che è incommensurabile ha altri progetti. Nulla Gli è impossibile. I bruciori di stomaco e altrove del mainstream è di chi ne tira i fili sono sintomatici.

Anonimo ha detto...

Ricordo che lei era di altro avviso rispetto alla successione papale, quasi si fosse interrotta con la rinuncia di Benedetto o col pontificato di Francesco, per cui in conclave i signori cardinali avrebbero dovuto tirar fuori non si sa cosa per riprendere il trono.

Quanto all'articolo bisogna dire che papa Leone è stato eletto al quarto scrutinio, come Benedetto, mentre Francesco al quinto. È una svista non concessa.

Anonimo ha detto...

La vera sfida non è l’unità ma la diversità

Ma davvero, signor padre Spadaro?
Allora cambiamo il credo:
Credo la Chiesa DIVERSA, PECCATRICE, ECUMENISTA, MODERNISTA.

Di fatto è quanto lor signori professano ormai anche a parole.

Anonimo ha detto...

Bisogna rammendare a tutti i costi le spaccature e non approfondirle.Altrimenti,non c'è bisogno che vi dica a cosa si andrebbe incontro.Questo Papa,che è un uomo saggio,ne è certamente consapevole.Non ci resta che pregare.Dato che lex orandi est lex credendi,cercate di frequentare una Messa Tridentina e se,come nel mio caso,è stata soppressa,piuttosto andate persino con i Greco Cattolici Ucraini,ma rimanete sempre nella Chiesa.Lo so,è difficile,ma Cristo ci chiama alla sofferenza,non all'opulenza.
Luigi.

Luisa ha detto...

Dopo tanti anni durante i quali sono restata sul sagrato per non correre il rischio di perdere la fede, per non alimentare l`amarezza, se non rancore, di fronte al massacro in corso, sono in questo momento abitata da una forma di speranza fiduciosa, non saprei come definire altrimenti, ciò che sento, prego per Leone XIV, che il Signore gli dia la forza di resistere ai lupi, la forza di restaurare ciò che è stato picconato, Dottrina e Liturgia, che egli possa essere il Buon Pastore di cui abbiamo tanto bisogno, di cui ho bisogno.

Anonimo ha detto...

Ogni cattolico é giá " fai da te" da decenni. Quindi nessuna nuova autorizzazione da oggi in poi. Inoltre pensare che Zuppi Parolin Spadaro possano unirsi a Leone XIV, e Pizzaballa forse, al di lá di un' ipocrisia o di una proposta multipla sulla Una Veritá sola, é utopia, se questo si intende. Piuttosto penso che un attentato sul modello di GPI e II, o diverso, sia possibile come sia possibile una guerra massmediale o peggiore, con ricatti pure possibili. Possibile pure un antipapa, come giá avvenuto nei secoli, se non riescono ad imporsi, perché qui agisce un potere nemico che non vuole arrendersi. Ma Iddio tutto puó e Maria ha steso giá il Suo Manto. Report avrebbe denunciato l' azione del card.Burke pro Leone. Se cosí fosse, il nuovo Papa fa ben sperare, ma la macchina del fango é giá partita. Non lasciamoci influenzare.

mic ha detto...

Mi scrive un carissimo amico sacerdote

"Cara Maria,
Colgo l'occasione, dopo aver letto, commenti di diverso segno, circa la personalità e l'elezione di Papa Leone XIV, essendo stato suo confratello per circa sette anni (poi per le vicende della vita le nostre strade si sono diversificate) nel Collegio S.Monica-Augustinianum, e per la quotidiana comunione nella comunità, posso dire che per me è sempre stato esempio di fede, di equilibrio, di mitezza e di studio. Sicuramente le Sue doti di grazia, potranno fare molto bene alla "Catholica", sballottata dalle tempeste che abbiamo vissuto negli ultimi tempi. Preghiamo dunque per la missione che lo attende: "pacificare et coadunare"!"

Anonimo ha detto...

"un attentato sul modello di GP I o GP II.." scrive un commento qui sopra.
Giovanni Paolo I è morto all'improvviso ma per cause naturali. Le tesi su un complotto che lo avrebbe ammazzato o comunque fatto morire sono pura leggenda.

tralcio ha detto...

Che cosa sia successo in conclave noi non lo sappiamo. Leone XIV è un canonista. Suppongo che sia stato ripristinato il papato anche da quel punto di vista. Non devono venirlo dire a me. Mi fido. Bergoglio non era un papa come gli altri e la declaratio di Benedetto XVI non ha abdicato al munus. Che sia stata manipolata è chiaro. Bergoglio ha retto il ministero in modo devastante. Ho pregato per lui e gli devo molto, per aver capito più che mai che la Chiesa non è una semplice istituzione umana.

Laurentius ha detto...

Per la gran parte siete caduti in trappola a piedi pari. Si direbbe che non aspettavate altro. Poco v'importa della conclamata fedeltà al Concilio dell'eletto. Tanto vale, allora, abbassare il sipario. Io però, non mi lascio circuire, né ammaliare. No al modernismo moderato.

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VIVA CRISTO RE!
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6 Humiliamini igitur sub potenti manu Dei, ut vos exaltet in tempore visitationis : 7 omnem sollicitudinem vestram projicientes in eum, quoniam ipsi cura est de vobis. 8 Sobrii estote, et vigilate : quia adversarius vester diabolus tamquam leo rugiens circuit, quærens quem devoret : 9 cui resistite fortes in fide : scientes eamdem passionem ei quæ in mundo est vestræ fraternitati fieri. 10 Deus autem omnis gratiæ, qui vocavit nos in æternam suam gloriam in Christo Jesu, modicum passos ipse perficiet, confirmabit, solidabitque. 11 Ipsi gloria, et imperium in sæcula sæculorum. Amen.

Anonimo ha detto...

Rev.Padre, grazie per le rassicurazioni, nel frattempo abbiamo letto che stamane ha dato la Benedizione a tutti i giornalisti presenti all'udienza fossero essi credenti, non credenti, atei e questo e' un punto a suo a favore, a favore di un Vicario di Cristo, che opera per Suo conto, di un Papa Cattolico Apostolico. Se avra' modo di sentirlo, per favore, porga
il mio ringraziamento di affettuosa figlia della Chiesa nonche' il mio desiderio* di considerare dopo il Giubileo della Speranza, un anno "tutto di Maria, tutto dedicato a meglio conoscere la Madre di Dio"...e chissa' che non sia proprio questo Papa quello del V Dogma . Se Dio vorra' si fara'! SLGC!
*Domanda:
Agostino sarebbe diventato S.Agostino senza le lacrime della madre S.Monica?
La cristianita' ha bisogno della Madre!

Anonimo ha detto...

pure leggenda, si, se non fosse stato seguito da un papa che ha subito un attentato ed un altro rinunciatario (guarda caso col chiaro intento di voler far luce e addrizzare il tiro) ... seguito a sua volta da un rivoluzionario in cappa e senza tiara. anzi senza neanche cappa....

Luisa ha detto...

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https://riposte-catholique.fr/archives/203399

Anonimo ha detto...

Che emozione ! Bentornato, Pietro !

https://www.iltempo.it/tv-news/2025/05/12/video/leone-xiv-riapre-l-appartamento-papale-del-palazzo-apostolico-42585068/

Anonimo ha detto...

il Papa riapre l'appartamento del Palazzo Apostolico
https://www.youtube.com/shorts/t0gSd5Y88hs

Anonimo ha detto...

Come persino?
La Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo e San Basilio il Grande, celebrata dai Cattolici Ucraini è di una Sublime bellezza.
Io ho la possibilità di partecipare a questa Divina Liturgia la domenica, a Ceccano, nella Chiesa di San Sebastiano.
Nel confronto con la Nuova Messa di Paolo VI, vince la Divina Liturgia Greco Bizantina Ucraina per dieci a zero!
Il dramma vero è l'odio che c'è in Vaticano per il Rito Romano della Santa Messa.
Stefano Gizzi Ceccano