nella condanna della Massoneria:
Nel pensiero di Leone XIII, pontefice dal 1878 al 1903, la condanna della massoneria si radica in una visione del reale intrinsecamente metafisica, che interpreta l’ordine dell’essere come partecipazione all’Essere sussistente, principio e fine di ogni cosa.
La critica alla massoneria, espressa in modo compiuto nella Lettera Enciclica "Humanum genus" del 1884, non è, dunque, una reazione sociologica a un fenomeno storico, ma l’esito coerente di un’antropologia e di una cosmologia fondate sul realismo ontologico e sull’ordine finalistico della natura.
La massoneria, nella sua essenza ideologica, rappresenta per Papa Leone XIII la negazione di tale ordine e l’affermazione di un razionalismo immanentista che pretende di edificare l’umano prescindendo da Dio, fonte della verità e del bene. La contrapposizione delineata dal Pontefice di Carpineto Romano non è semplicemente quella tra la Chiesa e un’associazione segreta, bensì quella tra due concezioni del mondo: da un lato, la "civitas Dei", ordinata al fine ultimo trascendente, fondata sulla legge naturale e sulla rivelazione; dall’altro, una "civitas hominis" che eleva l’uomo a misura assoluta del bene, rifiutando ogni verità oggettiva e universale.
In questo senso, Leone XIII riprende e sviluppa, nella temperie moderna, la grande intuizione agostiniana del conflitto fra due amori: l’"amor Dei usque ad contemptum sui e l’amor sui usque ad contemptum Dei". La massoneria si colloca, in questa chiave, come espressione storica e strutturata di quell’"amor sui" che assolutizza l’autonomia umana sino a sostituire alla legge divina la volontà mutevole dell’uomo.
Il Papa coglie con chiarezza la portata filosofica del progetto massonico: esso si fonda su un naturalismo che esclude ogni riferimento all’ordine soprannaturale e che considera la religione una costruzione simbolica, priva di valore ontologico. In questa visione, il diritto non è più fondato sull’essere, quanto sul consenso; la libertà non è più ordinata al vero, ma alla pura autodeterminazione; la politica non è più arte del bene comune, ma tecnica del dominio.
Tutto ciò rivela, agli occhi di Leone XIII, una deriva gnostica mascherata da filantropia: una religione dell’uomo che si erge contro la religione del Dio incarnato. La condanna della massoneria si configura così come una difesa della verità sull’uomo e su Dio, contro le pretese prometeiche della modernità emancipata.
Nel richiamo alla filosofia di san Tommaso d’Aquino(1225-1274), che Leone XIII propone e promuove con l' "Aeterni Patris" del 1879, si trova il fondamento di questa critica: il tomismo offre gli strumenti concettuali per riconoscere l’ordine oggettivo del reale, la struttura teleologica della natura umana, la necessità di un fondamento trascendente per la moralità e la convivenza civile. La massoneria, negando tali fondamenti, si presenta come una forma di nichilismo velato, che corrode dall’interno i presupposti stessi della razionalità e della libertà autentiche.
Per questo Leone XIII insiste sull’incompatibilità radicale tra l’appartenenza alla Chiesa e l’adesione alla massoneria: si tratta di due visioni inconciliabili dell’uomo, della verità e della società. Nel contesto della modernità, segnata da una crescente secolarizzazione delle istituzioni e da un relativismo etico-politico sempre più pervasivo, la posizione di Leone XIII si staglia come una critica profonda alle radici filosofiche della crisi contemporanea.
Egli non si limita a denunciare le conseguenze pratiche dell’azione massonica, ma ne smaschera il principio teorico: la sostituzione dell’essere con il divenire, del vero con l’utile, del bene con il consenso. Tale errore filosofico, che ha avuto nella massoneria uno dei suoi principali veicoli culturali e politici, viene da Leone XIII combattuto non solo con la forza del magistero, bensí anche con la luce di una ragione aperta alla trascendenza e ordinata al Logos.
La sua condanna della massoneria, allora, non è un atto di chiusura, ma un gesto di verità: è l’affermazione che solo riconoscendo l’ordine ontologico e morale dell’universo, solo accettando il primato del Creatore sul creato, è possibile edificare una civiltà veramente umana.
In un’epoca che celebra l’autonomia dell’individuo come assoluto, Leone XIII ricorda che la libertà senza verità è illusione e che ogni società che voglia dirsi giusta deve riconoscere un ordine che la precede e la fonda. In questo orizzonte, la sua lotta contro la massoneria si inserisce in una più ampia battaglia culturale e spirituale per il destino dell’uomo, della ragione e della civiltà cristiana.
Daniele Trabucco
8 commenti:
Rare immagini di Papa Leone XIII
https://www.youtube.com/shorts/jdNY6OP1zAA
La firma papale di Sua Santità Leone XIV
https://gloria.tv/post/33ULKipXTzrD4mC7hVETjm1RZ
https://gloria.tv/post/9ejsPxnrNPcV4zLBHEfvyfFL9
A proposito di Leone...
Di seguito un estratto del quinto sermone natalizio di San Leone Magno, sull'ufficio del pontefice
Per questo nessun pontefice è così perfetto, nessun vescovo è tanto immacolato che possa offrire la vittima di propiziazione soltanto per i delitti del popolo e non debba offrirla anche per i suoi peccati.
Se tale condizione è propria di ogni vescovo, quanto più aggrava e lega noi, per i quali la stessa grandezza dell'ufficio ricevuto è prossima occasione d'inciampo? I singoli pastori presiedono con particolare sollecitudine ai loro greggi e sanno che dovranno rendere conto delle pecorelle loro affidate.
Ma noi abbiamo una cura comune con tutti: non vi è amministrazione di alcuno che non sia parte della nostra fatica. Infatti, se da una parte da tutto il mondo si ricorre alla sede di Pietro, dall'altra si esige dal nostro ministero quella carità verso la Chiesa universale che il Signore raccomandò a san Pietro.
E noi siamo tanto più consapevoli del peso che portiamo, quanto è maggiore il nostro debito verso tutti. Tra questi motivi di timore potremmo noi nutrire fiducia per l'esercizio del nostro ministero per altro, se non perché non sonnecchia né dorme chi custodisce Israele? se non perché si degna essere non solo il custode del gregge, ma anche il pastore dei pastori colui che ai discepoli suoi disse: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo»?
Secondo un tweet di un giornalista cattolico americano, l'allora cardinal Prevost avrebbe celebrato più volte la liturgia tridentina, anche negli anni '90. Roba che neanche il Ratzinger.
Vogliamo sperare che in quanto cattolico e blogger non abbia confuso la Vetus Ordo con la Novus Ordo celebrata in latino.
Bravo Professore, pregevole e utile sintesi di una critica filosofica complessa e profonda, che conferma l' elevato spessore di Leone XIII. Sarebbe interessante il II capitolo: un Suo post sull'influenza del pensiero massonico sul clero post Concilio Vaticano II Il quale ha abbandonato e addolcito questa critica basilare di Leone XIII. E siamo arrivati al punto che i "Grandi Maestri" della Massoneria hanno pubblicamente elogiato Bergoglio (appena eletto dissero entusiasti che "la Chiesa non sarà più come prima", gli unici conoscerlo appena eletto), così Parolin, amico dell' anziano massone Raffi, e chissà quanti altri.
https://www.grandeoriente.it/il-gran-maestro-raffi-con-papa-francesco-nulla-sara-piu-come-prima-chiara-la-scelta-di-fraternita-per-una-chiesa-del-dialogo-non-contaminata-dalle-logiche-e-dalle-tentazioni-del-potere-temporale/
Aloisius
"E in proposito vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione, in tale cammino, alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II. Papa Francesco ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium..."
Che ne pensate?
Roberto
Papa Leone XIV incontra i Cardinali: "Rinnoviamo piena adesione al Concilio".
Giusto per mettere le cose a posto. Cosa diranno gli "ottimisti", "aperturisti", etc...
L' adesione incondizionata al Concilio non era di certo un atto dovuto, solo voluto. Chi ha orecchi per intendere...
In questi giorni l' ho ripetuto più volte, inutile farsi illusioni.
Antonio
https://www.maurizioblondet.it/un-testo-illuminante-di-padre-prevost-leone-xiv-del-2012-la-controcultura-della-nuova-evangelizzazione/
Sarebbe utile farne un post.
Confidiamo, senza correre. Papa Leone è figlio del Concilio, non stupiamoci, forse più dei predecessori potrà averne uno sguardo non ideologizzato, soprattutto da papa, raccogliendo i cocci dentro e fuori dalla Chiesa
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