Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 30 novembre 2025

Dominica prima Adventus

Ripercorriamo, come ogni Domenica, l'anno Liturgico per trarne, dalla ripetizione i tesori di grazia sempre nuovi. Qui trovate l'Ordinario delle Messe tradizionali e qui il proprio della Santa Messa di oggi. 
Richiamo alcuni precedenti: Tempore Adventus [qui]; L'Avvento è tempo di silenzio... Il Cielo presente sulla terra [qui]; Nell’Avvento viviamo l’innocenza e l’eterna infanzia di Dio [qui]; È di nuovo Avvento [qui].

Dominica prima Adventus
Intróitus
Ps. 24, 1-3 - Ad te levávi ánimam meam: Deus meus, in te confído, non erubéscam: neque irrídeant me inimíci mei: étenim univérsi, qui te exspéctant, non confundéntur. Ps. 24, 4 - Vias tuas, Dómine, demónstra mihi: et sémitas tuas édoce me. Glória Patri… Ps. 24, 1-3 - Ad te levávi ánimam meam:
Introito
Sal. 24, 1-3 - A Te ho innalzato l’ànima mia: Dio mio, in Te confido, che io non abbia ad arrossire, né abbiano a deridermi i miei nemici: poiché quelli che confidano in Te non saranno confusi. Sal. 24, 4 - Mostrami le tue vie, o Signore, e insegnami i tuoi sentieri. Gloria al Padre… Sal. 24, 1-3 - A Te ho innalzato l’ànima mia:…

Questa Domenica, la prima dell’Anno Ecclesiastico, è chiamata, nelle cronache e negli scritti del medioevo, la Domenica Ad te levavi, dalle prime parole dell’Introito, oppure anche la Domenica Aspiciens a longe, dalle prime parole d’uno dei Responsori del Mattutino.

EPISTOLA (Rm 13,11-14). – Fratelli, riflettiamo che è già l’ora di svegliarsi dal sonno; perché la nostra salvezza è più vicina ora di quanto credemmo. La notte è inoltrata e il giorno si avvicina: gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Viviamo onestamente, come di giorno; non nelle crapule e nelle ubriachezze; non nelle mollezze e nell’impudicizia; non nella discordia e nella gelosia; ma rivestiti del Signore Gesù Cristo.

Il Salvatore che aspettiamo è dunque la veste che coprirà la nostra nudità. Ammiriamo in questo la bontà del nostro Dio il quale, ricordandosi che l’uomo si era nascosto dopo il peccato, perché si sentiva nudo, vuole egli stesso servirgli di velo, e coprire tanta miseria con il manto della sua divinità. Siamo dunque preparati al giorno e all’ora in cui egli verrà, e guardiamoci dal lasciarci cogliere dal sonno dell’abitudine e della mollezza. La luce risplenderà presto; facciamo sì che i suoi primi raggi rischiarino la nostra giustizia, o almeno il nostro pentimento. Se il Salvatore viene a coprire i nostri peccati affinché non appaiano più, noi almeno distruggiamo nei nostri cuori ogni affetto a quegli stessi peccati; e non sia mai detto che abbiamo rifiutato la salvezza. Le ultime parole di quest’Epistola caddero sotto gli occhi di sant’Agostino quando egli, spinto da lungo tempo dalla grazia divina a consacrarsi a Dio, volle obbedire alla voce che gli diceva: Tolle, lege; prendi e leggi. Esse decisero la sua conversione; egli risolse d’un tratto di romperla con la vita dei sensi e di rivestirsi di Gesù Cristo. Imitiamo il suo esempio in questo giorno: sospiriamo ardentemente la cara e gloriosa divisa che presto sarà messa sulle nostre spalle dalla misericordia del nostro Padre celeste, e ripetiamo con la Chiesa le commoventi suppliche con le quali non dobbiamo temere di affaticare l’orecchio del nostro Dio.

VANGELO (Lc 21,25-33). – In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: Vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra costernazione delle genti spaventate dal rimbombo del mare e dei flutti; gli uomini tramortiranno dalla paura nell’aspettazione delle cose imminenti a tutta la terra; perché le potenze dei cieli saranno sconvolte. E allora vedranno il Figlio dell’uomo venire con grande potenza e gloria sopra le nubi. Or quando cominceranno ad avvenire queste cose, alzate il vostro capo e guardate in alto, perché la redenzione vostra è vicina. E disse loro una similitudine: Osservate il fico e tutte le altre piante. Quando le vedete germogliare, voi sapete che l’estate è vicina. Così pure quando vedrete accadere tali cose sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico, che non passerà questa generazione avanti che tutto ciò s’adempia. Cielo e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Dobbiamo dunque aspettarci di veder giungere d’improvviso la tua terribile Venuta, o Gesù! Presto tu verrai nella tua misericordia per coprire le nostre nudità, come veste di gloria e d’immortalità; ma tornerai un giorno, e con sì terrificante maestà che gli uomini saranno annientati dallo spavento. O Cristo, non perdermi in quel giorno d’incenerimento universale. Visitami prima nel tuo amore. Voglio prepararti la mia anima. Voglio che tu nasca in essa, affinché il giorno in cui le convulsioni della natura annunceranno il tuo avvicinarsi, possa levare il capo, come i tuoi fedeli discepoli che, portandoti già nel cuore, non temevano affatto la tua ira.

PREGHIAMO
Risveglia, Signore, la tua potenza e vieni; affinché meritiamo d’essere sottratti colla tua protezione e salvati col tuo aiuto dai pericoli che ci sovrastano a causa dei nostri peccati.
(da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – I. Avvento – Natale – Quaresima – Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 36-40)

13 commenti:

Il Santo del giorno ha detto...

“Cercate ogni giorno il volto dei santi …”
30 novembre SANT’ ANDREA, apostolo

« ... Una tradizione …, racconta della morte di Andrea a Patrasso, ove anch’egli subì il supplizio della crocifissione. In quel momento supremo, però, in modo analogo al fratello Pietro, egli chiese di essere posto sopra una croce diversa da quella di Gesù.

Nel suo caso si trattò di una croce decussata, cioè a incrocio trasversale inclinato, che perciò venne detta “croce di sant'Andrea”.
Ecco ciò che l’Apostolo avrebbe detto in quell’occasione, secondo un antico racconto (inizi del secolo VI) intitolato Passione di Andrea: “Salve, o Croce, inaugurata per mezzo del corpo di Cristo e divenuta adorna delle sue membra, come fossero perle preziose. Prima che il Signore salisse su di te, tu incutevi un timore terreno. Ora invece, dotata di un amore celeste, sei ricevuta come un dono.

I credenti sanno, a tuo riguardo, quanta gioia tu possiedi, quanti regali tu tieni preparati. Sicuro dunque e pieno di gioia io vengo a te, perché anche tu mi riceva esultante come discepolo di colui che fu sospeso a te ... O Croce beata, che ricevesti la maestà e la bellezza delle membra del Signore! ... Prendimi e portami lontano dagli uomini e rendimi al mio Maestro, affinché per mezzo tuo mi riceva chi per te mi ha redento. Salve, o Croce; sì, salve davvero!”.

Come si vede, c'è qui una profondissima spiritualità cristiana, che vede nella Croce non tanto uno strumento di tortura quanto piuttosto il mezzo incomparabile di una piena assimilazione al Redentore, al Chicco di grano caduto in terra. Noi dobbiamo imparare di qui una lezione molto importante: 𝗹𝗲 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝗰𝗿𝗼𝗰𝗶 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝗼 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲 𝘀𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗮𝘁𝗲 𝗲 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗼𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗖𝗿𝗶𝘀𝘁𝗼, se raggiunte dal riverbero della sua luce. Soltanto da quella Croce anche le nostre sofferenze vengono nobilitate e acquistano il loro vero senso.

L'apostolo Andrea, dunque, ci insegni a seguire Gesù con prontezza (cfr Mt 4,20; Mc 1,18), a parlare con entusiasmo di Lui a quanti incontriamo, e soprattutto a coltivare con Lui un rapporto di vera familiarità, ben coscienti che solo in Lui possiamo trovare il senso ultimo della nostra vita e della nostra morte. »
(Benedetto XVI, Udienza generale, 14/06/2006)

Anonimo ha detto...

Dóminus secus mare Galilææ vidit duos fratres, Petrum et Andréam, et vocávit eos: Veníte post me, fáciam vos fíeri piscatóres hóminum. Mt 4,18-19 Auguri a tutti gli Amici e a tutte le Amiche che portano il nome dell'Apostolo Andrea.

Anonimo ha detto...

Spesso siamo cristiani per origine e non per destinazione. L’Avvento capovolge il corso usuale del tempo e ci proietta a sentirci cristiani perché abbiamo una meta, un fine, uno scopo, un traguardo. La vita non basta alla vita. C’è un oltre che è altro e che ha scelto di farsi presenza per noi. Il fuori è già qui e, proprio per questo, ci spinge e sospinge più avanti e più oltre. L’avvento è il farsi presente del nostro futuro, è lasciare che il presente sia gravido di storia nuova. Nella profondità del nostro vissuto, nelle pieghe di questi tempi, c’è già l’inizio del tempo ultimo e nuovo.

Prima Domenica di Avvento ha detto...

“…L’Avvento è il grande tempo in cui ci “ricompattiamo” interiormente per non “perderci” Cristo che viene.
“Vegliate dunque…” (Mt 24,42): non per paura, ma per amore. Perché chi ama non dorme. Chi ama riconosce subito i passi dell’Amato che si avvicina. E sa che ogni incontro con Lui fa avanzare un po’ il giorno dentro la notte…”

𝗔𝗖𝗖𝗔𝗗𝗗𝗘 𝗢𝗚𝗚𝗜, Domenica 30 Novembre 1969 ha detto...

Entra in vigore il nuovo rito della Messa voluto da Paolo VI che sostituisce la messa bimillenaria della Chiesa Cattolica

Anonimo ha detto...

“Dóminus dabit benignitátem: et terra nostra dabit fructum suum"

Anonimo ha detto...

PRIMA DOMENICA D'AVVENTO

La Cappella Papale si celebrava nella Sistina (o nella Paolina del Quirinale).
L'altare era parato di paonazzo (stesso colore delle coltri del trono papale e dei cuscini del faldistorio) e su di esso veniva esposto l'arazzo dell'Annunciazione.
Il Pontefice vi prendeva parte in manto rosso e mitria di lama d'argento. Cantava messa un patriarca (ragion per cui sulla cancellata della cappella ardevano sei candele come per i cardinali).
Il Sacro Collegio vi assisteva con le cappe ornate d'ermellino, così come gli altri prelati che ne avevano diritto.
Il sermone era tenuto dal Procuratore Generale dei Domenicani.
Durante il canto dell'offertorio si distribuiva ai porporati l'avviso dell'ora della predica che tutti i mercoledì del sacro tempo d'Avvento veniva svolta da un frate cappuccino nella Sala del Concistoro (lo stesso si praticava durante la Quaresima).
Poiché in questa prima domenica d'Avvento, secondo l'istituto di papa Clemente VIII, si dava avvio alle Quarantore, alla messa si consacravano due ostie grandi, una delle quali (posta nell'ostensorio) veniva portata dal Papa nella Cappella Paolina dove il Santissimo Sacramento veniva esposto nella grandiosa macchina costruita da Gian Lorenzo Bernini.

Anonimo ha detto...

Diretta Santa Messa Prima Domenica di Avvento in rito tradizionale - Vocogno 30/11/2025
radicatinellafede
https://www.youtube.com/watch?v=2C49v-7MXMY

Anonimo ha detto...

C'e' una immagine della macchina costruita dal Bernini per tale solennita'?

SAN PIO X E L'AVVENTO ha detto...

Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Avvento

1 D. Perché si chiamano Avvento le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale?

R. Le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale si chiamano Avvento, che vuoi dire venuta, perché in questo tempo la Chiesa ci dispone a celebrare degnamente la memoria della prima venuta di Gesù Cristo in questo mondo colla sua nascita temporale.

2 D. Che cosa ci propone la santa Chiesa a considerare nell’Avvento?

R. La Chiesa nell’Avvento ci propone a considerare quattro cose:
le promesse che Dio aveva fatte di mandarci il Messia per la nostra salute;
le brame degli antichi Padri, che ne sospiravano la venuta;
la predicazione di S. Giovanni Battista, che esortata il popolo a far penitenza per disporlo a ricevere il Messia;
l’ultima venuta di Gesù Cristo nella sua gloria per giudicare i vivi ed i morti.

3 D. Che cosa dobbiamo noi fare nell’Avvento per secondare le intenzioni della Chiesa?

R. Per secondare le intenzioni della Chiesa, nell’Avvento dobbiamo fare cinque cose:
meditare con viva fede e con ardente amore il grande beneficio dell’incarnazione del Figliuolo di Dio;
riconoscere la nostra miseria e il sommo bisogno che abbiamo di Gesù Cristo;
pregarlo istantemente che venga a nascere e crescere spiritualmente in noi colla sua grazia;
preparargli la strada colle opere di penitenza, e specialmente col frequentare i santi sacramenti;
pensar sovente all’ultima terribile sua venuta, e in vista di questa conformare la nostra alla sua santissima vita per poter essere con Lui a parte della sua gloria.

Anonimo ha detto...

Sacred Heart Church - Limerick - ICKSP
Sunday 30th November 2025: First Sunday of Advent
https://www.youtube.com/watch?v=U7_1u3z8V_g
"Idem velle, idem nolle"

I Domenica di Avvento ha detto...

I DOMENICA D'AVVENTO

Questa Domenica, la prima dell'Anno Ecclesiastico, è chiamata, nelle cronache e negli scritti del medioevo, la Domenica Ad te levavi , dalle prime parole dell'Introito, oppure anche la Domenica Aspiciens a longe , dalle prime parole d'uno dei Responsori del Mattutino.

La Stazione [1] è a S. Maria Maggiore. È sotto gli auspici di Maria, nell'augusta Basilica che onora la Culla di Betlemme, e che perciò è chiamata negli antichi monumenti S. Maria ad Praesepe , che la Chiesa Romana ricomincia ogni anno il Ciclo sacro. Non era possibile scegliere un luogo più conveniente per salutare l'avvicinarsi della divina Nascita che deve finalmente allietare il cielo e la terra, e mostrare il sublime prodigio della fecondità d'una Vergine. Trasportiamoci con il pensiero in quell'augusto Tempio, e uniamoci alle preghiere che vi risuonano; sono le stesse preghiere che verranno esposte qui.

All'Ufficio notturno, la Chiesa comincia oggi la lettura del Profeta Isaia (VIII secolo a. C.), colui fra tutti che ha predetto con maggiore evidenza i caratteri del Messia, e continua tale lettura fino al giorno di Natale compreso. Sforziamoci di gustare gl'insegnamenti del santo Profeta, e l'occhio della nostra fede sanno scoprire con amore il Salvatore promesso, sotto i segni ora graziosi, ora terribili, con i quali Isaia ce lo dipinge.

Le prime parole della Chiesa, nel cuore della notte, sono le seguenti:

Il Re che sta per venire, il Signore, venite, adoramolo!

Dopo aver compiuto questo supremo dovere di adorazione, ascoltiamo l'oracolo di Isaia che ci viene trasmesso dalla santa Chiesa.

Qui comincia il libro del Profeta Isaia [2] .

Visione ch'ebbe Isaia, figlio di Amos, intorno a Giuda e Gerusalemme ai tempi di Ozia, Iotam, Achaz ed Ezechia, re di Giuda.

Udite, o cieli, ascolta, o terra, che parla il Signore:

“Dei figli ho ingranditi ed innalzati, ed essi mi sono ribelli.

Conosce il bue il suo padrone e l'asino la greppia del suo possessore [3] ;

ma Israele non ha conoscenza, il mio popolo non intende”.

Ah! gente traviata, popolo carico di colpe, genia di malfattori, figli snaturati,



che avete abbandonato il Signore, spregiato il Santo d'Israele; tralignaste un ritroso!


Perché attirarvi nuovi colpi persistendo nella rivolta?

Tutto piagato è il capo e tutto languido il cuore.

Dalla pianta dei piedi sino alla testa non c'è parte intatta [4] ,

ma contusione e lividura e fresca piaga, non compresse né fasciate, né lenite con olio.

(Is 1,1-6)

I Domenica di Avvento ha detto...

Segue
Queste parole del santo Profeta, o meglio di Dio che parla per bocca sua, debbono destare una viva impressione nei figli della Chiesa, all'inizio del sacro periodo dell'Avvento. Chi non tremerebbe sentendo il grido del Signore misconosciuto, il giorno in cui è venuto a visitare il suo popolo? Egli ha deposto il suo splendore per non atterrire gli uomini; ad essi, lungi dal sentire la divina forza di Colui che si abbassa così per amore, non l'hanno conosciuto e la mangiatoia che egli ha scelto per riposarvi dopo la nascita non è stata visitata che da due animali senza ragione. Sentite, o cristiani, quanto amari sono i lamenti del vostro Dio? quanto il suo amore disprezzato soffre della tua indifferenza? Egli prende a testimoniare il cielo e la terra, scaglia l'anatema alla nazione perversa, ai figli ingrati. Riconosciamo sinceramente che fino ad ora non abbiamo compreso tutto il valore della visita del Signore, che abbiamo imitato troppo l'insensibilità dei Giudei, i quali non si commossero affatto quando egli apparve in mezzo alle loro tenebre. Invano gli Angeli cantarono nel cuore della notte, ei pastori furono chiamati ad adorarlo ea riconoscerlo; invano i Magi vennero dall'Oriente per chiedere dove fosse nato. Gerusalemme fu turbata un istante, è vero, alla notizia che le era nato un Re; ma ricadde tosto nella sua indifferenza, e non si occupò nemmeno del grande annunzio.

È così, o Salvatore! Tu vieni nelle tenebre, e le tenebre non ti comprendono . OH! fa che le nostre tenebre comprendano la luce e la desiderino! Verrà il giorno in cui lacererai le tenebre insensibili e volontarie, con la terribile folgore della tua giustizia. Gloria a te in quel giorno, o Giudice supremo! Ma salvaci dalla tua ira, durante i giorni di questa vita mortale! Perché attirarvi nuovi colpi? – dici – Il mio popolo non è ormai più che una piaga . Sii dunque Salvatore, o Gesù! nella Venuta che noi aspettiamo. Tutto piagato è il capo e tutto languido è il cuore. Vieni a risolvere le fronti che la confusione e troppo spesso anche vili attaccamenti curvano verso la terra. Vieni a consolare e ristorare i cuori timidi e abbattuti. E se le nostre piaghe sono gravi e indurite, vieni, tu che sei il caritatevole Samaritano, a effondere su di esse l' olio che fa sparire il dolore e ridona la salute.

Il mondo intero ti attende, o Redentore! Vieni e rivelati ad esso, salvandolo. La Chiesa, tua Sposa, comincia in questo momento un nuovo anno; il suo primo grido è un grido di angoscia verso di te; la sua prima parola è: Vieni! Le nostre anime, o Gesù, non vogliono più camminare senza di te nel deserto di questa vita. Si fa tardi: la sera s'avvicina, le ombre sono scese. Levati, o Sole divino; vieni a guidare i nostri passi, e salvaci dalla morte.