Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 11 luglio 2013

Riccardo Muti sulla Musica Sacra. Commento di Mattia Rossi

Il nostro percorso si articola e si approfondisce anche grazie ai vostri interventi.

Ringrazio Rocco per aver condiviso un parere di Riccardo Muti sulla musica sacra e Mattia Rossi per il suo commento, che ci consente di tornare sul tema.  Purtroppo, anche la musica sacra è stata ed è oggetto dell'iconoclastia selvaggia che ha colpito i tesori più sacri della nostra Fede. Ora siamo in attesa di una restaurazione che, da quel che vediamo, sembrerebbe allontanarsi sempre più. Ma arriverà il momento , perché c'è ancora chi ama e custodisce e non permetterà che restino sepolti o dimenticati i tesori della Chiesa bimillenaria che non rimarrà perennemente trasformata in una squallida ONG, silenziata e neutrale -o peggio connivente- di fronte al mondo e alle drammatiche derive del nostro tempo. Infatti, un papa che decide una strategia non-interventista sui temi più scottanti - che sconvolgono l'antropologia e l'ordine sociale, ignorando la metafisica e la legge naturale - e poi invita ad andare controcorrente dovrebbe spiegarci cosa significa e in che consiste o se è solo uno slogan.

Dice Rocco: volevo farvi leggere le parole di Riccardo Muti:
“La storia della musica deve molto alla Chiesa e non mi riferisco solo al periodo gregoriano che è strepitoso, ma anche ai giorni nostri. Ora io non capisco le Chiese, tra l'altro quasi tutte fornite di organi strepitosi, dove invece si suonano le canzonette.
Probabilmente questo è stato apprezzato all'inizio come un modo di avvicinare i giovani, ma è un modo semplicistico e senza rispetto del livello di intelligenza delle persone.
Perché allora mettere quattro-cinque ragazzi di buona volontà a strimpellare delle chitarre o degli strumenti a plettro con testi che non commento?”.
“E poi -ha continuato Muti- se si sente l'Ave Verum di Mozart in Chiesa, sicuramente anche la persona più semplice, più lontana dalla musica può essere trasportata in una dimensione spirituale. Ma se sente invece canzonette è come stare in un altro posto”.
Ci scrive Mattia Rossi: Mah, indiscutibilmente, Muti, ha ragione (e, voglio dire, se lo dice pure lui che di musica sacra è tra i più digiuni...). Il problema è anche quello che già evidenziavo in un mio articolo:
L’educazione liturgica del popolo di Dio si è trasformata in diseducazione sistematica. Non è forse diseducativo privare l’assemblea orante della più sublime forma di preghiera in musica, il gregoriano (e la musica sacra – sottolineo, sacra – in generale)? Non è forse irrispettoso privare i fedeli di tutto ciò che non risponde alle banali facilonerie delle canzonette pseudo-liturgiche? Non è forse poco elegante propinare alle nostre assemblee prodotti musicali di infima qualità ammettendo, de facto, una sua implicita inferiorità? Possibile che l’unico obiettivo perseguibile debba essere la mediocrità?
È il momento che la Chiesa prenda atto di essersi infilata in un vicolo cieco: Colei che è custode dell’esegesi e della Sacra Scrittura ha fatto apostasia della sua musica e ha lasciato spazio a un vergognoso pop liturgico canzonettaro; coloro, invece, che, nonostante le resistenze,  hanno compreso quanto tutto ciò fosse pericoloso – e non certo per chissà quale “mania” – sono pronti a riconsegnare il canto gregoriano alla sua legittima proprietaria, la Chiesa. È pronta a (ri)accoglierlo e poter gridare, con l’autore sacro, che «il tempo del canto è tornato» (Can 2, 12)? È pronta, finalmente, a tirar fuori dall’oblio e a riproporre quel repertorio che Lei stessa ha auspicato per le chiese minori e per le assemblee che va sotto il nome di Graduale Simplex? È pronta, finalmente, a “incoraggiare” le numerose scholae che vogliono aprirsi al gregoriano e non liquidarle sbrigativamente pensando che siano solamente dei “fissati”? È pronta a favorire, almeno nelle cattedrali, la nascita di gruppi corali che si dedichino seriamente e con impegno allo studio dell’interpretazione gregoriana e del Graduale Triplex?
Certo, tutto questo richiede forza e responsabilità, è l’esatto opposto della banale faciloneria alla quale siamo stati troppo spesso abituati; è l’opposto dell’improvvisazione alla quale troppo spesso assistiamo; è l’opposto delle nostre smanie di protagonismo liturgico… Ecco: è l’opposto del nostro modo antropocentrico di approcciarci alla liturgia"

Ps. sull'"Ave verum". Non amo molto quel pezzo (eh lo so, anche se è di Mozart, sul quale, peraltro, ci sarebbe da discutere, ma è ormai dogma...): è vero, ha un testo liturgico, ma la musica, a volte melensa, risente molto del teatralismo settecentesco. Si rischia l'effetto che si vorrebbe evitare: ovvero prendere i fedeli "per la gola". Per questo, se posso, lo evito in Liturgia...

14 commenti:

Anacleto ha detto...

Il problema è specificamente italiano. La cultura musicale in questo paese è pessima ed anche in ambienti tradizionalisti, se non si ricorre a dei professionist (a pagamento) è molto difficile avere della buona musica liturgica.
Situazione del tutto differetnte in Germania, dove lo studio della musica è praticato in tuttte le scuole fin dai primi anni. Anche nelle criticabili liturgie moderne si sente il gregoriano ed i canti in lingua tedesca hanno origini antiche e sono più che dignitosi, come quelli tradizionali italiani. Quasi tutti i fedeli partecipano al canto e seguono la schola, presente in tutte le cattedrali e moltissime chiese. L'organo la fa ovunque da padrone. Le chitarre non esistono, almeno non ne ho mai viste.
La musica, per far parte della persona, deve essere insegnata fin dalla prima infanzia e curata durante tutto il percorso scolastico e non solo per una elite di appassionati, ma per tutti.

RIC ha detto...

In Italia anche la mancanza di un'adeguata cultura musicale è un risultato del famigerato '68 che altrove è durato qualche mese, da noi interi decenni distruggendo ciò che di buono era stato costruito per secoli.
I disastri del 68 si sono poi felicemente accoppiati con le follie post conciliari, creando un mix perverso che è sotto gli occhi di tutti.
E ancora più grave è il fatto che ancora oggi nessuno abbia il coraggio di dire "ci siamo sbagliati, proviamo a ricominciare sulla giusta strada"..

Anonimo ha detto...

La musica è importantissima per sottolineare la spiritualità di un evento come può essere una funzione religiosa e lo dico da non credente.
Mi capita spesso di essere a Parigi anche di domenica e qualche volta vado a Notre Dame per assistere alla S. Messa. Per me ascoltare l'organo in un ambiente particolarissimo come è la maestosità di una cattedrale è un evento sublime e al tempo stesso commovente, diciamo pure da “pelle d’oca”. Poi è chiaro che chi assiste alla S. Messa rafforzato dalla fede il tutto assume un’atmosfera mistica di grande coinvolgimento e spiritualità.
Si fa tanto per insegnare alle persone il giusto abbinamento dei vini per valorizzare un piatto e non si fa nulla, proprio nulla almeno qui in Italia, per avvicinare le persone alla musica con la “M” maiuscola, che non è soltanto quella classica.
L'inadeguatezza della nostra classe dirigente non è ascrivibile al '68, che da nessuna parte è durato soltanto qualche mese, ma è atavica. Non siamo capaci di valorizzare i nostri beni culturali e artistici che stanno lì a disposizione, figuriamoci il resto.
Vero è che non tutte le chiese sono dotate di mezzi adeguati come possono essere un organo e un coro affiatato, ma oggi è sufficiente un modestissimo portatile per riprodurre e amplificare qualsiasi brano.
Guardate questo filmato e capirete cosa intendo dire. Mario
H**p://www.youtube.com/watch?v=IpJX7z1xFF0

rocco ha detto...

la cosa bella e' che sono troppo d'accordo con Mattia ,infatti la frase che piu' mi aveva colpito di Muti era:"Probabilmente questo è stato apprezzato all'inizio come un modo di avvicinare i giovani, ma è un modo semplicistico e senza rispetto del livello di intelligenza delle persone."
e mi trovo d'accordo anche sul post scriptum. ma era proprio l'analisi dell'atteggiamento mentale di alcuni prelati nei confronti dei fedeli. non serve attirare i fedeli alla messa con questi metodi che danno per scontato che "il popolino" non sappia apprezzare o contemplare la bellezza della liturgia. ma il problema e' sempre quello della retorica del "capire" a dispetto della verita' dell'ammirare e contemplare. ma e' chiaro che un tale atteggiamento rivela presunzione sia verso la liturgia stessa che verso i fedeli. verso la liturgia, ritenuta ormai incapace di convertire e attirare perche non piu' capita da un popolino becero e ignorante, e con la scusa di andare incontro ai fedeli li si e' insultati e si e' snaturata la liturgia portandola ad un livello inferiore. verso i fedeli che non possono arrivare tanto in alto, o in profondita'. ma il problema e' che la messa come mistero non puo' essere del tutto compresa, e sicuramente la sua eventuale comprensione , non passa per le vie umane della stessa.

Anonimo ha detto...

Ringrazio Rocco della vicinanza di visione ;-)
Sulla restaurazione, cara Mic, la vedevo già difficile con il Papa pianista, figurati ora... L'unico scenario che (purtroppo) mi auguro è quello della totale indifferenza del "Vescovo di Roma" in tema musico-liturgico: è vero, sarebbe la legittimazione di ogni abominio (ma finora cosa c'è stato di diverso?), ma al contempo una garanzia (si spera) per la nostra difficile sopravvivenza.
Ci tornerò su con più calma (e non da telefono! Che scomodità!), prometto.
MR

Massimo ha detto...

Vorrei "spezzare una lancia" in favore del un gruppo stabile a cui appartengo: quello di Trento la città del Concilio (NON il VAT II come vorrebbe fare passare la curia).
Il giovane Maestro Matteo Enrico Balatti suona praticamente tutte le domeniche l'organo e canta (da solista oppure coadiuvato dalla moglie, tranne le poche volte in cui viene un coro gregoriano). Tutto questo completamente GRATIS con notevole dispendio di tempo e conseguente mancato introito economico. Ci terrei che fosse pubblicato per dar lustro a un caso, spero non così raro, di dedizione ammirevole per la S. Messa in Rito Antico, anche a costo di sacrifici e scelte non sempre facili, ma fatte "secondo il Cuore di Gesù".
Grazie.

rocco ha detto...

vorrei veramente studiare e cimentarmi con il gregoriano. dove a Roma?

Mattia , sai dove posso recarmi?

se la bellezza salvera' il mondo...: http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/07/cio-che-di-piu-bello-ce-al-mondo.html

Anonimo ha detto...

Rocco, se abitassimo vicini sarei ben lieto di aiutarti. Ma, ahimè, vivo in terra piemontese (dove non c'è ombra alcuna della tradizione... Sono circondato).
A Roma non saprei. Ci "sarebbe" il Pontificio Istituto di Musica Sacra... Però, non so più chi vi insegna (e il segreto è tutto lì).
mr

rocco ha detto...

grazie Mattia, se vivessi in piemonte di sicuro approfitterei della tua gentilezza! tra l'altro, credo di aver capito la tua affermazione su Mozart , che sicuramente non riguarda le sue opere musicali "profane", ma alcuni aspetti della sua vita che sicuramente ne hanno condizionato la musica sacra e non in senso buono. anzi se mi potessi dare qualche indizio...per un indirizzo nell'approfondimento che poi continuerei da solo :-)

Kyrieeleison ha detto...

Il PIMS è affidabile, un po' meno il suo preside attuale... ma si può sempre contattare qualche bravo allievo da lì uscito. Poi c'è anche la realtà di S. Cecilia in Trastevere per un approccio più blando. Magari eviterei corsi tenuti dai monaci stessi... fin'ora non mi sono sembrati granchè!

Anonimo ha detto...

Sull'attuale preside del Pims concordo con Kyrieeleison (e, in parte, ne ho parlato anche su queste pagine - "Esiste una musica Sacra?").
So che fino a qualche anno fa i corsi di c.g. erano tenuti da dom Saulnier di Solesmes, ma ora chi li tiene?
mr

rocco ha detto...

grazie mille per le risposte !

ho guardato subito su internet

c'è la pagina docenti!

http://www.musicasacra.va/content/musicasacra/it/organico.html

Anonimo ha detto...

Permettetemi di dire qualcosa a favore di Mons. De Gregorio. Al di là delle sue idee in materia di fede, musica sacra etc. (sulle quali non sono preparato), devo dire che, a Napoli, nella sua qualità di Abate Prelato della Cappella del Tesoro di S. Gennaro, si è sempre mostrato apertissimo verso i Sacerdoti che volessero celebrare in Rito Romano antico e sono già parecchie le SS. Messe tradizionali che sono state celebrate in Cappella (anche da un Vescovo, Mons. Rifan). A ben vedere, Mons. De Gregorio si è dimostrato e tuttora si dimostra molto più utile alla causa della Messa di sempre che non i Francescani dell'Immacolata nostrani, i quali sono giunti a cacciare dalla Chiesa i fedeli del coetus fidelium costituito presso la loro Chiesa solo perché hanno osato chiedere che la S. Messa VO domenicale, da loro faticosamente ottenuta, venisse spostata ad un orario più decente delle 9 del mattino! Antonio

Anonimo ha detto...

Sulle qualità di mons. De Gregorio, nulla da eccepire. Però, siccome di musica si tratta, date le sue "idee" cosa ci sta a fare al Pims?
Ori