Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 4 luglio 2013

Toccare le piaghe per professare Gesù o professare Gesù per toccare le piaghe?

Il Papa a Santa Marta il 3 luglio da L'Osservatore Romano. Tacere non possumus (Atti 4,20).
Mi soffermo solo sulla prima parte e sul riferimento alla Risurrezione e tralascio i punti successivi con la stroncatura in poche battute della preghiera contemplativa e della vita mistica della Chiesa, sommariamente liquidata come gnostica; il che è sempre un rischio, che però non può essere assurto a ipotesi generalizzata. Così come non possono essere liquidate in una battuta come pelagiane le pratiche ascetiche, che la Chiesa non ha mai assolutizzato, ma fanno parte di un equilibrato e sapiente cammino nella vita sacramentale, nella preghiera e nell'azione a seconda del proprio ruolo. Mi ha colpito al riguardo una frase di Sam sul blog di Raffaella: "È come negare in un colpo il Magistero infallibile che ha canonizzato tanti santi che hanno amato e baciato le piaghe di Cristo in Lui e nella Santa Eucaristia chiudendosi nella preghiera, mortificazione e penitenza di una clausura".
Questi discorsi appaiono tutti nell'alveo di una prassi ateoretica, che si va sempre più evidenziando e ha la particolarità di far precedere l'agire al conoscere in asserzioni 'monche' che possono sviare, se non ricondotte nell'alveo della sana dottrina e con essa completate. Ma perché non c'è nessun sacerdote,   nessun vescovo che dice queste cose?

Bisogna uscire da noi stessi e andare sulle strade dell’uomo per scoprire che le piaghe di Gesù sono visibili ancora oggi sul corpo di tutti quei fratelli che hanno fame, sete, che sono nudi, umiliati, schiavi, che si trovano in carcere e in ospedale. E proprio toccando queste piaghe, accarezzandole, è possibile «adorare il Dio vivo in mezzo a noi».
"I poveri" non sono Dio [Ne abbiamo parlato anche qui]. Possiamo vedere nel povero l'immagine sfigurata dell'uomo che ci riporta all'Ecce Homo, alla Sua immagine sfigurata - che è anche la nostra perché da Lui liberamente assunta - e onorarla nel povero, facendo la volontà del Padre nelle "opere di misericordia corporale e spirituale (ci sono anche queste)". La vera adorazione, dovuta a Dio solo e al nostro Signore Gesù Cristo Vero Dio e Vero uomo - Realmente Presente nell'Eucaristia e nel SS.Sacramento - è ascolto profondo, accogliendo ed effondendo il nostro cuore, lasciandoci guardare liberare guarire plasmare, con gioia e gratitudine, nel sacro silenzio. È una familiarità che ci trasforma, che ci rende connaturali al Figlio diletto e, da qui, ci rende possibile uscire dal nostro egoismo (non da noi stessi, perché la Grazia perfeziona la natura non la esclude) per toccare le piaghe del corpo e dell'anima che incontriamo sul nostro cammino, a partire dalle nostre.
[...] Dopo le letture (Efesini 2,19-22; Salmo 116; Giovanni 20,24-29) il  Santo Padre si è innanzitutto soffermato sul diverso atteggiamento assunto dai discepoli «quando Gesù, dopo la risurrezione, si è fatto vedere»: alcuni erano felici e allegri, altri dubbiosi. Incredulo era anche Tommaso al quale il Signore si è mostrato solo otto giorni dopo quella apparizione.  «Il Signore — ha detto il Papa spiegando questo ritardo — sa quando e perché fa le cose. A ciascuno dà il tempo che lui crede più opportuno». A Tommaso ha concesso otto giorni; e ha voluto che sul proprio corpo apparissero ancora le piaghe, nonostante fosse «pulito, bellissimo, pieno di luce», proprio perché l’apostolo, ha ricordato il Papa, aveva detto che se non avesse messo il dito nelle piaghe del Signore non avrebbe creduto. «Era un testardo! Ma il Signore — ha commentato il Pontefice — ha voluto proprio un testardo per farci capire una cosa più grande. Tommaso ha visto il Signore, è stato invitato a mettere il suo dito nella piaga dei chiodi, a mettere la mano nel fianco. Ma poi non ha detto: “è vero, il Signore è risorto”. No. È andato oltre, ha detto: “mio Signore e mio Dio”. È il primo dei discepoli che fa la confessione della divinità di Cristo dopo la risurrezione. E l’ha adorato». Da questa confessione, ha spiegato il vescovo di Roma,  si capisce quale era l'intenzione del Signore nei confronti di Tommaso: partendo dalla sua incredulità lo ha portato non tanto ad affermare la risurrezione, ma piuttosto la sua divinità. «E Tommaso — ha detto il Papa — adora il Figlio di Dio. Ma per adorare, per trovare Dio, il Figlio di Dio ha dovuto mettere il dito nelle piaghe, mettere la mano al fianco. Questo è il cammino». Non ce n'è un altro.
Speriamo che questa ed altre affermazioni che ci disorientano siano frutto del linguaggio approssimativo del parlare a braccio e anche di possibili difficoltà linguistiche. Ma non può non lasciarci basiti un'affermazione così netta come "lo ha portato non tanto ad affermare la risurrezione, ma piuttosto la sua divinità." Il Signore si è mostrato ai suoi discepoli Risorto ed è questo che Tommaso non credeva. Ovvio che nella Risurrezione c'è anche la sua divinità, ma questa preesiste anche alla Risurrezione: è il Verbo di Dio che si è Incarnato e si è fatto-uomo. In Cristo è risorto l'uomo nuovo secondo il disegno del Padre, la natura umana redenta e rigenerata, il nuovo Adamo, la Creazione nuova, quella dell'ottavo giorno, il primo dopo il Sabato, che il Signore nella sua Ascensione al cielo ha ricollocato alla destra del Padre per continuare a vivificarla fin dalla Pentecoste nella sua Chiesa col suo Spirito di Risorto fino alla fine dei tempi. E le piaghe sono i segni indelebili e divenuti gloriosi della Passione. Non sono lì per far credere Tommaso e con lui tutti "i testardi", che riconoscono, insieme a Tommaso, anche la sua divinità. 

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Romano dice,

Mic, sono d'accordo: la repetizione del detto "i poveri" sono Dio o Cristo...come Bergolio fa, sembra molto più che una metafora...

ma come altri hanno detto, Bergolio non ha un dottorato in teologia; spesso fa errore grandi nei scelti egli fa dei termini teologici...

è stupido o ignorante o eretico (del tipo panteista)...?

La insistenza di lui di dire che i poveri sono Dio o Cristo mi porta a pensare che è veramente un panteista...questa può spiegare il suo concetto di egualianza tra vesovi e fideli...

è una cosa da guardare nei suoi detti futuri...

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Communque, non ascolta gli schemi che criticano i cattolici che convengono sul Suo blog...il fatto che usano disprezzi prova che non hanno ragione per niente...ma essere attenta, perchè gli maglini di nostra epoca spesso usa metodi di abuso psicologico per far tacere Cattolici che parlono la verità in fori pubblici...

Anonimo ha detto...

Il contenuto dell'omelia è davvero inquietante, mi sembra davvero che questo papa, di nuovo, voglia realizzare il Concilio (e siamo sempre lì!).
Vi faccio riflettere con un apologo sul tanto predicato uscire da se stessi per andare nelle periferie esistenziali.
Negli anni Settanta, causa la riflessione sulla ridefinizione dei carismi di vita degli ordini tradizionali, la Provincia Lombarda dei Padri Carmelitani Scalzi, in cui facevano sentire la loro forte voce i tre fratelli Bettati, decise di aprire a Lessolo (Torino) un convento di nuova concezione, aperto a tutti, in cui giovani operai, ragazze madri e spostati vari potessero convivere con i padri carmelitani (naturalmente in abiti laici). Conseguenze: i "padri operai" divennero operai e basta; le giovani vocazioni che chiedevano di fare un periodo là si persero e si sposarono.
Il resto di questa inquietante storia la potete trovare al link http://www.ilcarmelo.it/conventi/index.php
Arduo sperare in un'autocritica.
Domanda a conclusione dell'apologo: è qui che vuole condurci il Santo Padre Francesco? Cosa resterà della CHiesa? Cosa resterà del Corpo Mistico di Cristo? Un'associazione umanitaria benemerita?
Camminante

Andrea Carradori ha detto...

Cara MIC ne abbiamo parlato ieri con alcuni Sacerdoti . Uno mi ha detto " Io sarei meno cristiano perchè non ho la forza fisica e la resistenza di baciare le piaghe dei miei fratelli"?
Poi ci siamo occupati d'altro ... http://traditiocatholica.blogspot.it/2013/07/il-supereroe-e-la-conducta-escandalosa.html

Un caro saluto

Anonimo ha detto...

Nella Chiesa ci sono sempre stati e ci saranno sempre gli gnostici e i pelagiani e tutte le altre esemplificazioni negative che il papa categorizza con l'accetta. E tutti siamo sempre a rischio, quindi quello dice vale sempre anche per noi.

Quello che sconcerta è la continua focalizzazione della 'deviazione' di qualche aspetto tradizionale, messo in parallelo con il suo contrario frutto di un atteggiamento molto pragmatico, senza valorizzare o esprimere la parte positiva che, alla fine, può risultare stroncata insieme alla deviazione.

Angelo ha detto...

Se i contemplativi sono gnostici, a parte la condanna del cuore del Cristianesimo, la Chiesa è divenuta un'associazione umanitaria (nella migliore delle ipotesi). Non credo di parlare a vanvera se dico che tutte queste prediche sono viste dal mondo come semplici e umili, ed invece sono di rara ignoranza e superbia.

Anonimo ha detto...

Angelo, parlare di ignoranza e superbia, mi sembra un giudizio temerario.
A me sembra ci sia una buona dose di ideologia di stampo pragmatico e di conio pentecostale, piuttosto che sana teologia.

E' certamente il frutto della sua formazione ed esperienza; ma oggi ha bisogno della necessaria 'universalizzazione' e collocazione nel Magistero per poter essere dispensata urbi et orbi.

Speriamo che abbia ancora solo bisogno di tempo.

Anonimo ha detto...

Mic, può un cardinale gesuita di 76 anni, proveniente da una diocesi molto grande e importante, e con la formazione che ha alle spalle, aver bisogno di tempo?
Credo invece che ce lo terremo così, esattamente come successo con Giovanni Paolo II, e poi toccherà a noi mettere dello scotch per tenere assieme gli errori dottrinali detti con il Magistero della Chiesa. Nel frattempo la lobby che vuole ridurre la Chiesa ad un ente spirituale dal motto "volemose bene" continuerà la sua opera di distruzione. Ottobre, col suo convegno di 8 cardinali, è sempre più vicino.
Camminante

RIC ha detto...

Perdonate questo fuori tema, ma non ce la faccio proprio più…
Tutti ricordiamo le stroncature costanti alle quali è stato sottoposto Benedetto XVI fin dall’inizio del suo Magistero (da Ratisbona in poi..) con accuse che andavano dagli errori commessi nella scelta degli uomini della Segreteria di Stato (accuse non del tutto campate in aria, a dire il vero) siano al fatto che fosse troppo impegnato nello studio e nella lettura ed incapace di gestire e risolvere i problemi vaticani.
Ebbene, guarda caso, nei primi 100 giorni di Bergoglio le gaffes,gli errori, gli atti di scortesia (quando non di vera e propria maleducazione) non sono certo mancati ma, sempre guarda caso, sono stati passati sotto silenzio o incensati come prova di un nuovo corso, di quell’aria fresca di cui tanto c’era bisogno. E dunque
1. Papa Bergoglio non si presenta ad un Concerto in suo onore, lasciando di stucco prelati, pubblico e orchestrali? Non fa niente, aveva cose ben più serie da fare, mica si tratta di un principe rinascimentale (nessuno che osi dire, invece, che si tratta semplicemente di un gesto di cattiva educazione)
2. Bergoglio nomina Mons. Ricca (da ultimo gestore di un albergo….) come suo uomo di fiducia allo IOR e poi sul medesimo vengono fuori storie imbarazzanti che, sembra, porteranno al ritiro della deleghe assegnate? Nessun problema è stato un errore dovuto a cattiva informazione (ricordate come venne trattato dai media Benedetto XVI per la “cattiva informazione” sul caso Williamson?)
3. Ora leggo che il nostro, in occasione della prossima visita a Lampedusa, avrebbe chiesto di non volere né vescovi (fatti suoi, ovviamente) né il Ministro degli interni della Repubblica Italiana. Se ciò fosse vero, qualcuno potrebbe per cortesia spiegare al signor Bergoglio che
a) Anche se la cosa non gli fa piacere, lui è considerato da tutti come il Papa (e non solo come il Vescovo di Roma) e quindi come un Capo di Stato?
b) Che esistono norme protocollari che, piaccia o meno, un capo di stato che visita uno STATO ESTERO deve rispettare?
c) Che tali regole valgono ancora di più per un Papa che visita il territorio italiano e che è ospite di un Paese che gli mette a disposizione mezzi di trasporto e soprattutto un dispositivo di sicurezza pagato dai cittadini italiani?
d) E che dunque nell’ipotesi che il Signor Papa non voglia espressamente rappresentanti del governo italiano a Lampedusa si tratterebbe non solo di un atto di inaudita cafonaggine ma di scortesia istituzionale senza pari????

Anonimo ha detto...

Ci sono molti risvolti poco considerati in questo viaggio:

John L. Allen Jr.
in “National Catholic Reporter” del 2 luglio 2013
...
"Il viaggio ha una dimensione interreligiosa, dato che una gran parte di coloro che finiscono a Lampedusa sono musulmani. Ha anche un chiaro significato politico, riguardante anche gli Stati Uniti, dove i vescovi cattolici stanno guidando la carica per una riforma dell'immigrazione."

http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201307/130703allen.pdf

Non solo, ma anche qui in Italia e in tutta Europa, mi pare che sia giusto preoccuparsi di una "immigrazione controllata" e non indiscriminata... E non è una questione politica in senso ideologico, ma di salvaguardia del bene pubblico in un momento, tra l'altro, di crisi molto seria.

Anonimo ha detto...

Se non sbaglio, San Francesco d'Assisi ha prima amato Cristo, solo dopo a abbracciato il lebbroso. Di cui, peraltro, prima della conversione, aveva disgusto.

Unknown ha detto...

Questo è il video dell'omelia di Papa Francesco nel giorno della festa di S.Tommaso Apostolo:

http://www.gloria.tv/?media=468642

Anonimo ha detto...

Qualcuno di voi ha ascoltato e potuto verificare la corrispondenza con quanto riferito da L'Osservatore?

Blas ha detto...

Non bisogna approfondire tanto su queste prediche a braccio. Dopotutto quando in Argentina si avvicinava il matrimonio gay, si é rivolto a le suore di clausura a chiedere aiuto.

Anonimo ha detto...

Dunque, ho ascoltato. Purtroppo il pezzo della Risurrezione non c'è, il filmato finisce prima.
Comunque ho colto un parlare molto sentito e, nell'ascolto, ho colto una frase significativa, che l'Osservatore riporta e che richiedeva maggiore attenzione: "Gesù ci chiede di fare un atto di fede a lui tramite queste piaghe". In questo modo il discorso si sposta su Gesù...

Devo pensare che, come è stato riferito esattamente questa parte, lo stesso sia anche per la successiva.
In ogni caso trovo deleterio insistere nella pubblicazione di queste omelie - a braccio ed estemporanee, quindi - che non possono essere prese come oro colato e mi riprometto per l'ennesima vota di non ricascarci...

Anonimo ha detto...

Queste omelie vanno colte nell' "hic et nunc" dell'evento puntuale e non si possono prendere come scuola di pensiero...

Anonimo ha detto...

Cara MIC ne abbiamo parlato ieri con alcuni Sacerdoti . Uno mi ha detto " Io sarei meno cristiano perchè non ho la forza fisica e la resistenza di baciare le piaghe dei miei fratelli"?

Caro Andrea, credo che non sia un discorso da prendere alla lettera!
Ci sono tanti tipi di piaghe e tanti 'modi' per 'baciarle'...

Di certo il 'baciarle' implica un coinvolgimento non superficiale.
Comunque credo che sia sempre un punto di arrivo che solo il Signore rende possibile.

Sam su Raffaella blog ha detto...

HO VOGLIA DI GRIDARE e se potessi griderei ancora più forte!
Mi sono guardata la registrazione su GloriaTV: quanto è affascinante questo Papa, mamma mia che belle cose che dice... ma insieme ne affetta altre in modo spaventoso!!!
E non può essere un equivoco perchè questa è almeno la quinta occasione in cui sembra palesare a parole questa teologia affascinante ma falsa ("I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me" Gv 12,8) dell'incarnazione di Cristo nei poveri, che sembrerebbe confermata anche dal gesto di inginocchiarsi nella Solennità del Giovedì Santo davanti ai poveri e non alla Santa Eucaristia.
Forse non mi crederete, ma per qualche grazia di Dio sto riuscendo a voler bene a Papa Francesco, nonostante tutto questo mio sconcerto e dolore per le sue parole, ma no, non starò zitta, pur pregando il Signore di illuminarmi e fermarmi Lui se sto sbagliando.
Ribadisco che sono sempre più fortemente sconcertata da queste estremizzazioni e schematizzazioni che tendono all'omologazione e alla riduzione dei carismi nella Chiesa.
Non esiste un solo modo per arrivare a Gesù, anzi non esiste proprio nessun modo automatico nelle forze dell'uomo per arrivare a Gesù, perchè se l'andare in giro a toccare e baciare piaghe fosse un modo automatico per arrivare a Gesù sarebbe gnostico o pelagiano anch'esso, quanto la meditazione o la mortificazione così intese.
E' Gesù che ci raggiunge e ci spinge ad andare, ci spinge ad amare e si fa riconoscere nei poveri che mette sulla nostra strada.
Ma senza Santa Eucaristia, senza la Chiesa dei Sacramenti, dove è Gesù che ci raggiunge e si fa presente, senza dei santi sacerdoti che celebrino con amore, trovandosi tra le mani, riconoscendo ed amando lì il Corpo piagato di Cristo e porgendocelo da amare e da adorare come Cristo vivo e vero e lì realmente presente, tutta la carità cristiana si esaurirebbe in un soffio!
I Sacerdoti sono i più vicini a Gesù, anche se non hanno mai baciato le piaghe dei poveri e persino quando non se ne rendono conto, Gesù è lo stesso nelle loro mani!
L'Eucaristia è Cristo sacramentato, i poveri non sono Cristo, anche se in essi amiamo Lui!
Nei poveri amiamo e serviamo Cristo, ma nell'Eucaristia Lo adoriamo Dio vivo e vero! Quella E' la sua carne, non misticamente ma realmente!
Non esiste vera carità senza contemplazione e la carità si porta sempre dietro penitenze e mortificazione. Ma la prima Carità è Cristo, da Lui e per Lui!

"E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova."
1 Cor 13,3

Amore di Dio e amore del prossimo sono inscindibili, ma la Chiesa ha molti carismi e non riterrò mai un contemplativo che non abbia mai toccato la piaga di un povero meno vicina a Gesù di me che l'ho fatto, avendo realmente in un caso riconosciuto nel volto del povero il volto di Cristo.

Ma se ha questo pallino, non potrebbe Papa Francesco promuovere questa forma di carità e di misericordia senza disprezzare le altre?
Perchè deve esaltare dei Cristiani ed escluderne degli altri?

"Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito;
vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore;
vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti."
1 Cor 12, 4-6

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con quel che dice Sam.
E' dura e difficile la situazione.

Anonimo ha detto...

Anonimo dice:

Il contenuto dell'omelia è davvero inquietante, mi sembra davvero che questo papa, di nuovo, voglia realizzare il Concilio

1. inquietante sei tu e questo blog che si autodefinisce cattolico ma riesce ad essere protestante e tradizionalista insieme.
2. il papa vuole realizzare il concilio. Ma perchè c'erano dubbi?
Ma non per Francesco...per benedetto...c'erano dubbi?

Fuori dal mondo e dalla storia.
Siete fuori dal mondo e dalla storia.

Marco P ha detto...

Fuori dal mondo e dalla storia.
Infatti, in quanto al mondo: Gv 15, 18-19:
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.

In quanto alla storia: chi è nel Signore è oltre la storia, è nell'eternità, ora nella sofferenza e nella prova, domani, nel giorno finale ed eterno nella beatitudine.

Marco P ha detto...

Nel Catechismo Tridentino, alla spiegazione dell'articolo: "patì sotto Ponzio Pilato, morì, fu sepolto"
è chiarito esemplarmente che la divinità non ha mai abbandonato né l'anima né il corpo, anche dopo la morte, quando queste due parti della natura umana di Gesù si sono separate (come accade per ciascuno di noi, la morte è la separazione di anima e corpo).
La resurrezione è la vittoria sulla morte in quanto anima e corpo si ricongiungono e non potranno mai più separarsi, la morte è sconfitta per sempre e con lei il suo padrone, il diavolo).
Questo fatto è SCONVOLGENTE e va proclamato a TUTTI è parte del Credo, è parte della Fede nella quale Pietro DEVE CONFERMARCI.
Confessare Gesù risorto è confessare questa vittoria. Confessare la divinità di Gesù è altrettanto importante, ma le due cose non possono essere separate.

Jacobus ha detto...

Non è cambiata solo l'immagine mediatica della Chiesa e del papato, ma dal linguaggio teologico di Benedetto XVI si è passati a una colloquialità superficiale e scopertamente progressista. Con lacune ormai frutto maturo della rivoluzione conciliare.

Anonimo ha detto...

Concordo, Jacobus.
Ratzinger ha fatto da traghettatore, Bergoglio e' il realizzatore dello "spirito" del concilio , che in fondo Ratzinger aveva cercato in parte di moderare.

viandante ha detto...

Leggo tra i commenti:

Non bisogna approfondire tanto su queste prediche a braccio.

Queste omelie vanno colte nell' "hic et nunc" dell'evento puntuale e non si possono prendere come scuola di pensiero...

Scusatemi ma non sono d'accordo, vorrei anzi dire che in questo modo di agire c'é del metodo!
Prima butti là qualche idea ed intanto lasci che questa penetri nella mente collettiva e dopo un po' la dai per acquisita.
Supporto teologico? Nessuno o comunque non necessario. Difatti lo stesso papa Francesco ebbe a dire che i teologi stanno meglio nelle Università e che non é questo un requisito per fare il Vescovo!

Anonimo ha detto...

Caro Viandante,
non posso che convenire con quel che affermi.

Cercavo, forse, di attenuare il peso di una critica che 'costa', perché rivolta ad un Papa. Ho i miei personali momenti di scrupolo. Poi riemerge la consapevolezza e l'esigenza di non tradire mai la verità.

E dunque riconosco che è bene essere realisti, guardare le cose in faccia senza più farsi illusioni. Anche perché la situazione ha avuto una parabola ingravescente che ho già sottolineato nell'articolo sul primato petrino. Non possiamo ignorarlo e dobbiamo trarne le conseguenze secondo Fede e coscienza.

Ti ringrazio per l'osservazione, che mi dà modo di meglio precisare.

Unknown ha detto...

La prima forma di carità è dire la Verità!