Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 11 febbraio 2024

«Cristiani, riposizionatevi», l'era del Cristianesimo è finita; così il card. Ouellet cede al mondo

Interessante articolo di Roberto Marchesini, su La Nuova Bussola Quotidiana del 25 gennaio scorso.
«Cristiani, riposizionatevi», l'era del Cristianesimo è finita;
così il card. Ouellet cede al mondo

Viviamo in tempi parecchio interessanti, nei quali capita di leggere cose straordinarie. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho letto un articolo del cardinale Ouellet sulla prestigiosa rivista teologica Communio.
L’articolo, seppur complesso, è degno di nota e di riflessione. Dopo un paragrafo introduttivo, si parte col botto: «L’era del cristianesimo è finita». Affermazione da brividi; o da grasse risate, a seconda del punto di vista. Come può finire l’era del cristianesimo? Tutta la storia è cristianesimo, dato che Cristo è l’alfa e l’omega. Certamente il porporato ha attratto la nostra attenzione.

«È iniziata una nuova era ‒ spiega ‒, in cui i cristiani devono riposizionarsi in relazione al loro ambiente se vogliono trasmettere l’eredità culturale e spirituale del cristianesimo. Il cristianesimo è estraneo a questo ambiente; è accolto con indifferenza o addirittura ostilità, anche nei paesi tradizionalmente cattolici». Rileggiamo con calma. «Il cristianesimo è estraneo a questo ambiente; è accolto con indifferenza o addirittura ostilità, anche nei paesi tradizionalmente cattolici». Di quale «ambiente» si tratta? Forse del mondo? Se così fosse, non ci sarebbe nulla di strano: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia» (Gv 15, 18-19). Quindi, se il mondo odia il cristianesimo (com’è naturale che sia), «i cristiani devono riposizionarsi»? E cosa significa «riposizionarsi»?

Lo spiega poco dopo: «Dobbiamo riflettere sul futuro del cristianesimo in un contesto che si aspetta che i cristiani adottino un nuovo paradigma per testimoniare la propria identità. Per questo dobbiamo guardare alla diversità culturale e religiosa con disponibilità al dialogo e offrire la visione cristiana gratuitamente e con attenzione alla fraternità umana».

Dunque il mondo (ammesso che sia questo il significato di «contesto») chiede al cristianesimo di «adottare un nuovo paradigma». La locuzione è da brividi, e viene così “spiegata”: «Per questo dobbiamo guardare alla diversità culturale e religiosa con disponibilità al dialogo e offrire la visione cristiana gratuitamente e con attenzione alla fraternità umana». Perché «dobbiamo»? Da quando la Chiesa è tenuta a corrispondere alle aspettative del mondo? E poi: l’apostolato è sempre stato disponibile al dialogo (sebbene quasi sempre unilaterale), gratuito (anzi, pagato a caro prezzo) e attento alla fraternità umana. Questo non è un «nuovo paradigma»: è quello che i cristiani hanno sempre fatto.

Forse, è nel prosieguo che si intuisce che cosa il cardinale Ouellet intenda per «nuovo paradigma», laddove sostiene che «i tradizionali punti di riferimento razionali non possono più rivendicare l’esclusività. Il cambiamento epocale, insomma, prevede il pluralismo come elemento costitutivo di ogni società nel mondo globalizzato». Anche in questo caso, siamo di fronte a un non sequitur. Che «il cambiamento epocale prevede il pluralismo come elemento costitutivo» importa fino ad un certo punto. E non si capisce perché non sarebbe più ammissibile la rivendicazione dell’esclusività dei «tradizionali punti di riferimento razionali». È sufficiente dare un’occhiata alla dichiarazione Dominus Jesus, per capire che invece non è solo possibile, ma necessario.

Insomma, Sua Eminenza usa toni importanti e frasi ad effetto - «l’era del cristianesimo è finita», «i cristiani devono riposizionarsi», «nuovo paradigma»… -, ma non si capisce dove voglia arrivare. Non sta bene usare il termine «supercazzola» quando a scrivere è un cardinale; però sembra proprio esserlo. E tonante. Tra tutti questi slogan, non facilmente decifrabili, appare alla mente una immagine chiara, precisa: un cartello appeso ad un negozio. Su questo cartello, una scritta: «Chiuso per fallimento». Io l’ho capita così: «Se vogliono trasmettere l’eredità culturale e spirituale del cristianesimo» i cristiani devono smettere di trasmettere l’eredità culturale e spirituale del cristianesimo; se vogliono «testimoniare la propria identità», devono piantarla di testimoniare la loro identità. Il sale della terra deve perdere sapore, per essere gettato via e calpestato dagli uomini (Mt 5, 13).

Nel finale, l’articolo assume toni prescrittivi: «Questa nuova situazione deve essere accettata come permanente». A quale situazione si riferisca il cardinale, non è chiaro: all’odio del mondo nei confronti del cristianesimo? A un oscuro «nuovo paradigma»? Al fatto che un principe della Chiesa si esprima come il conte Mascetti? Una cosa è chiara: «Questa nuova situazione deve essere accettata come permanente». Così vanno le cose, così devono andare.

A preoccupare ulteriormente è il fatto che l’articolo intende lanciare un Convegno che si terrà in Vaticano il 1° e il 2 marzo prossimi, con la partecipazione di papa Francesco (e del cardinale Fernández), dal titolo “Uomo-donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni”. Se le premesse sono quelle indicate da Ouellet, c’è poco da star sereni.

Qualcuno, a questo punto, citerà Lenin e si chiederà: che fare? Per quanto mi riguarda, non ho dubbi: «Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato» (Mt 24, 13). 
 interessante sul "convegno sinodale" https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2023-10/cardinale-ouellet-simposio-sacerdozio-atti-vocazioni-vaticano.html tra una marea di sofismi spicca l'espressione "la reciprocità delle vocazioni"... in mezzo alle sfide poste dalle tendenze culturali contemporanee, le quali sollevano molte domande e incertezze sull'identità umana e cristiana.  Intuibile dive andranno a parare, poste le tante premesse. Rimane da tenere ben saldi il fronte, continuando a fare la nostra parte secondo la volontà di Dio.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa nuova situazione deve essere accettata come permanente.

La "nuova situazione" non è altro che il nuovo ordine mondiale, del quale il "cardinale" è un alfiere e per il quale lavora. Non perdo la mia abituale serenità per via di personaggi come quello in questione, autentici lupi nell'ovile. Il Convegno dei primi due giorni del mese dedicato a San Giuseppe su Uomo-donna immagine di Dio indica e rischiara alla strada verso la quale gli impostori vaticani intendono proseguire. La metà è l'Inferno!

Gederson Falcometa ha detto...

L’era cristiana non è iniziata con una docile accettazione del cristianesimo. Uomini della Chiesa, come il Card. Ouellet, pensano che il cristianesimo è il miele e non il sale della terra. Come l’attuale pontefice che ha detto che voleva la chiesa come ospedale da campo, ma l'ha trasformata in una dolceria...

Torniamo al cristianesimo: L'indifferenza e l'ostilità da parte dell'Impero Romano possono essere viste nel martirologio romano. Ciò che fece trionfare il cristianesimo contro l'impero romano, e convertirlo, fu la fede degli apostoli, dei Padri della Chiesa, dei fedeli e dell'intera Chiesa. Ciò era basato su una visione soprannaturale della storia. Come è possibile oggi l'atto di fede, se si crede che il soprannaturale è contenuto nel naturale e che la grazia è dovuta alla natura?

Gederson Falcometa ha detto...

Ricordiamo sempre il memorabile insegnamento del cardinale Pie di Poitiers:

"Sì, sperando contro la stessa speranza. Infatti voglio dirlo a quei cristiani pusillanimi, a quei cristiani che si rendono schiavi della popolarità, adoratori del successo e che sono sconcertati dai più piccoli progressi del male: Ah! Leziosi come sono, piaccia a Dio che siano loro risparmiate le angosce dell'ultima prova! Che questa prova ultima sia prossima o remota, nessuno lo sa ed io non oso prevedere nulla a questo proposito, perché condivido l'impressione di Bossuet che diceva: «Je tremble en mettant les mains sur l'avenir» «Tremo nell'occuparmi dell'avvenire.» Tuttavia è certo che, mano a mano che il mondo si avvicinerà al suo termine, i malvagi ed i seduttori avranno sempre più il sopravvento: Mali autem et seductores proficient in pejus, non si troverà quasi più la fede sulla terra, cioè essa sarà quasi completamente scomparsa da tutte le istituzioni terrene, ed i credenti stessi a malapena oseranno fare professione pubblica e sociale di quello in cui credono. La scissione, la separazione, il divorzio delle società da Dio, che san Paolo offre come segno precursore della fine: nisi venerit discessio primum, andrà consumandosi di giorno in giorno, e la Chiesa, società indubbiamente sempre visibile, sarà sempre più ricondotta a proporzioni meramente individuali e domestiche; essa, che ai suoi albori affermava: «Sono allo stretto, dammi spazio dove abitare»: Angustus est mihi locus, fac spatium mihi ut habitem, si vedrà disputare il terreno da ogni parte, sarà accerchiata, stretta da ogni parte; quanto i secoli l'avevan fatta grande, tanto ci si impegnerà a restringerla. Infine la Chiesa della terra subirà come una vera e propria disfatta: «sarà dato alla bestia di far guerra ai santi e vincerli»; l'insolenza del male sarà al culmine.

Gederson Falcometa ha detto...

Tuttavia, una volta giunti all'estremo, in questo stato disperato, su questa terra abbandonata al trionfo del male e che sarà prossima ad essere invasa dalle fiamme, che cosa dovranno fare ancora tutti i veri cristiani, tutti i buoni, tutti i santi, tutti gli uomini di fede e di coraggio? Ostinandosi in un'impossibilità più palpabile che mai, diranno raddoppiando le energie e con l'ardore delle loro preghiere e con l'attività delle loro opere e con l'intrepidezza delle loro battaglie: O Dio, nostro Padre, che siete nei cieli, sia santificato il vostro nome sulla terra così come nel cielo, venga il vostro regno sulla terra così come nel cielo, sia fatta la vostra volontà sulla terra così come nel cielo: Sicut in coelo et in terra! Sulla terra così come nel cielo...! Essi mormoreranno ancora queste parole, e la terra si occulterà sotto i loro piedi. E come un tempo si vide il senato di Roma e tutti gli ordini dello Stato, a seguito di uno spaventoso disastro, andare incontro al console vinto felicitandosi con lui per non aver disperato della repubblica, così il senato dei cieli, tutti i cori degli angeli, tutti gli ordini dei beati verranno al cospetto dei generosi atleti che avranno sostenuto il combattimento fino alla fine, sperando contro la stessa speranza: Contra spem in spem. Ed allora questo ideale impossibile, che tutti gli eletti di tutti i secoli avevano ostinatamente perseguito, diverrà infine una realtà. In questo secondo ed ultimo avvenimento il Figlio rimetterà il regno di questo mondo a Dio suo Padre, mentre la potenza del male sarà stata evacuata per sempre nel fondo degli abissi; tutto ciò che non avrà voluto assimilarsi, incorporarsi a Dio per mezzo di Gesù Cristo, per mezzo della fede, per mezzo della carità, per mezzo dell'osservanza della legge, sarà relegato nella cloaca delle immondizie eterne. E Dio vivrà, e regnerà pienamente ed eternamente non solo nell'unità di sua natura e nella società di tre persone divine, ma nella pienezza del corpo mistico del suo Figlio incarnato, e nel perfezionamento dei suoi santi". GESÙ CRISTO È RE, ED IL SUO REGNO È NEL MONDO - CARD. PIE -https://pascendidominicigregis.blogspot.com/2020/08/cardinale-pie-di-poitiers-gesu-cristo-e.html

QUARANTORE/Sacre Ceneri. ha detto...

https://mcusercontent.com/823fc110b4b1064dbf823b4dc/files/f6eec49b-1de8-613c-d075-8c60129be557/Settimana_dal_11_al_18_febbraio_2024.pdf

QUARANTORE: ecco, appunto, riposizioniamoci lì! ha detto...

https://roma.fssp.it/

Catholicus ha detto...

Caro Anonimo 11:53, sono convinto anch'io che la loro meta sia l' inferno ( a meno di un miracolo, di un ravvedimento in srticulo mortis), e che questi poveri disgraziati intendano finirvi dentro, portandosi dietro quanta più gente possibile. Ad essi vada dunque il nostro Anatema! come ci ordina di fare San Paolo. Poi un piccolo dettaglio : non chiamiamoli più con titoli ecclesiastici, quale che sia la posizione che occupano, indegnamente, dissacrandola; non attrbuiamo più a loro alcun titolo religioso, ecclesiastico, facciamo come se non esistessero, non guardiamoli, non ascoltiamoli, non leggiamo i loro scritti. Lasciamo tali compiti a chi è in grado di fronteggiarli, sbugiardarli, magari anche esorcizzarli. LJC !

Anonimo ha detto...

Un'altro che ha perso la fede!

Anonimo ha detto...

Molti indizi forniscono prove incontrovertibili che siamo entrati in un'era neopagana.
Il problema è che questi uomini di Chiesa fanno di tutto per assecondare il processo.
Va detto, a onor del vero, che il Cardinale dimentica che la Chiesa si è già riposizionata in tempi non sospetti, a partire dal CVII.
A noi laici, pertanto, il dovere di ostacolare il processo in corso e di "riposizionarci" facendo un passo indietro e rimettendo Dio al centro del mondo, contrariamente a quanto fatto dal CVII con la sua esaltazione del culto dell'uomo.

Gz

Claudio Gazzoli ha detto...

Visto il contesto, mi sembra che "riposizionatevi" sia il termine giusto..

Anonimo ha detto...


Il cardinale Ouellet finge di ignorare che il cristianesimo, ossia il cattolicesimo, si trova nella condizione di "riposizionarsi" soprattutto per colpa degli uomini di chiesa, che l'hanno "riposizionato" già a partire dal VAticano II, quando hanno sostituito il "dialogo" alla "missione", rinunciando a convertire il mondo, violando quindi il comando del Signore.

Anonimo ha detto...


Un homme intelligent comme est supposé être le cardinal Ouellet devrait bannir de son vocabulaire les expressions toutes faites. et qui ne signifient rien, comme "changement de paradigme". Quand on utilise ce genre d'"éléments de langage" qui traînent aujourd'hui dans les bouches comme les revues de mode sur la table d'un dentiste, c'est que, en vérité, on en est au degré zéro de la réflexion.

Dall'IBP di Roma ricevo e trasmetto : ha detto...

Sia lodato Gesu' Cristo!

*Lunedì 12 Febbraio, S.Messa 12h
*Mercoledì 14(Sacre Ceneri)S.Messa con benedizione ed imposizione delle ceneri alle 12h,una S.Messa sara' celebrata alle 19h
*Giovedì 15, S.Messa alle 12h e nel pomeriggio dalle 17h30 alle 18h30 ci sara' l'Ora Santa di Adorazione con la Benedizione Eucaristica e seguita dalla S.Messa
*Venerdì 16, S.Messa alle 12h ed alle 19h
*Sabato 17,S.Messa ale 12h ed alle 19h

Buona Settimana!

Anonimo ha detto...

Questa Eminenza conferma che non poteva e non può esservi coesistenza tra gli eretici modernisti e i cattolici (aggiungiamo "tradizionali" per rendere meglio l'idea).
Non si può mescolare il diavolo e l'acqua santa. Non si può accettare la c.d. "Chiesa conciliare". Non si possono fare accordi con la Chiesa conciliare, semplicemente per il fatto che con ci si accorda con l'eresia.
Il grande merito di Mons. Lefebvre di aver saputo organizzare l'armata antimodernista negli anni 70/80 va purtroppo unito alla sua tenace ricerca di un accordo con il Vaticano, che lo avrebbe portato a quell'abbraccio con il "sistema" che lui stesso definiva anticristico. Bisogna essere consapevoli che col Modernismo non si tratta, né ora né domani, altrimenti si finisce strangolati in un abbraccio mortale, quello in cui, se si segue la logica conciliare e postconciliare, rischia di finire la Chiesa abbracciando il mondo.

Gz

Anonimo ha detto...

La continua ricerca di un accordo col Vaticano modernista fu la debolezza di Mons. M. Lefebvre, il quale, per esempio, volle imporre alla Fraternità il Messale Romano del 1962, in quanto - come egli affermò - il Vaticano, nel caso di un accordo, non avrebbe mai accettato l'uso di quello precedente, nonché la Settimana Santa ante-1955.

Anonimo ha detto...


"La continua ricerca di un accordo con il Vaticano modernista fu la debolezza di mons. Lefebvre..."

Ma quale continua ricerca di accordo? Se l'avesse davvero fatta sarebbe forse stato sospeso a divinis e poi scomunicato?
Chi si esprime così ignora la vera storia della FSSPX.
Bisognerebbe leggere la biografia di mons. Lefebvre di mons. Tissier de Mallerais, tradotta anche in italiano.