Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 10 febbraio 2024

Hanno reso le donne malate. Ed inconsapevoli paladine del gender

Ricevo da Disputationes Theologicae e volentieri pubblico. Qui l'indice degli articoli in tema.

Hanno reso le donne malate
Ed inconsapevoli paladine del gender


Proponiamo al lettore un omelia recente tenuta da don Stefano Carusi. Essa è precedente ai fatti di cronaca che hanno ultimamente dato il destro (o piuttosto il sinistro…) alla stampa mondialistico-massonica di innescare una pervasiva, ossessiva e premeditata battaglia da femminismo becero e stantio, sfruttando ad arte dolori altrui. Cosa ancora più triste è vedere gran parte del mondo cattolico al seguito di tale mondana corrente, con uno zelo tra il servile e il ridicolo. L’intento delle centrali del potere è ormai evidente a chiunque abbia occhi per vedere. Abbiamo lasciato lo stile orale.
La Redazione di Disputationes Theologicae

Sia lodato Gesù Cristo
Due miracoli descrive oggi il Vangelo, due donne curate dal Salvatore nel loro corpo, ma quante sono le donne oggi bisognose di essere curate nell’anima. “Molte donne sono ammalate spiritualmente. I tempi moderni, che ci regalarono il trionfo dell’empietà e tante altre brutte cose, intaccarono la mente e il cuore della donna rendendolo inabile alla sua alta missione. Le fanciulle si liberano troppo presto dall’obbedienza e la sottomissione ai genitori, e i genitori troppo sovente le trascurano lasciandole guastare dal soffio corrotto del mondo. Le scuole, le fabbriche, gli stabilimenti, i ritrovi mettono in serio pericolo il cuore della fanciulla, che ha già tanto da lottare contro la sua vanità, la sua leggerezza e le passioni nascenti. Come può salvarsi una giovane in queste circostanze e prepararsi degnamente ed essere una buona sposa e madre virtuosa? Quale luce può invocare per essere illuminata nella scelta dello stato e del compagno della sua vita?” Così scriveva un testo profetico redatto più di cento anni or sono, quando il progetto di corruzione della donna cominciava a prender forma sempre più compiuta. E continuava ricordando che dopo la giovinezza essa entra nella fase più importante della vita, quella in cui dovrebbe dar prova d’aver sale in zucca, ed invece ella trascura i doveri familiari, non sa come impiegare il tempo e col passare dei giorni non amerà i figli, non li riprenderà come essa non è stata ripresa. Ecco il ritratto di tante spose e madri buone a poco, perché da ragazze non educate. E la cosa peggiore è che diventano inguaribili. O quasi. Come le donne del Vangelo, possono essere guarite solo da Dio. Nulla possono i medici umani. Così male educate, male istruite nei loro doveri, saranno incurabili con le ricette del mondo. Virtù di religione ci vuole. Pratica delle religione e delle virtù domestiche. La virtù di religione, così legata alla giustizia verso Dio e alla giustizia verso quello che veramente siamo, verso l’ordine della cose.

Ed ecco fiorire allora quelle qualità uniche della donna. La sensibilità femminile, qualità che l’uomo ama. Il contrario dell’involgarimento della televisione e di internet. La televisione, che una fedele chiamava “istigazione alla prostituzione”.

E l’altra qualità della donna, la generosità, per cui dà se stessa senza contare, con tutto il cuore, per il marito, per i figli.

E la sua capacità di fare mille attività per il bene della casa, della famiglia, del prossimo.

Ecco le qualità che un tempo si mettevano in risalto. Con un’educazione femminile della giovane diversissima da quella dell’uomo. Ecco perché è bene che le attività, se non per necessità, siano il più possibile distinte e non miste. E questo principalmente non per motivi inerenti il sesto comandamento, ma perché le esigenze educative sono profondamente diverse.

Una nobildonna insegnava a sua figlia tutte le faccende domestiche. “Ma ci sono le donne di servizio…” rispondeva la fanciulla (oggi la donna di servizio è diventata la mamma con le figlie fannullone…). E la nobildonna rispondeva che anche per comandare bisogna conoscere. E che Penelope, la regina di Itaca, si metteva al telaio. Perché non è bene stare con le mani in mano. E perché tali attività di regina del focolare, evitano i principali difetti della donna. L’instabilità emozionale ricorrente, invece coltivata in un’epoca di sentimentalismo idiota e di femminilizzazione dell’uomo persino, che addirittura non può fare un apprezzamento cavalleresco oggi senza essere accusato di quella parola che non ripeto ed invito a non ripetere perché forgiata dalla centrali dell’indottrinamento lessicale. Già vien da chiedersi come faranno i ragazzi a far la corte alla ragazza.

E l’altro difetto che è il disordine nella sua generosità, nel far tutto, eccedendo talvolta e ciò persino nella pietà e nella preghiera senza occuparsi del marito.

E qui vengo ad un punto dolente, che un pastore non può tacere, specie in tempi di spopolamento e famiglie quasi volontariamente senza figli : i diritti coniugali sempre difesi dalla Chiesa per la stabilità del matrimonio e per il benessere della società dando figli a Dio. Ovvero la disponibilità pressoché incondizionata al marito per quegli atti che portano alla procreazione e che, se svolti nel matrimonio, allontanano l’uomo da tentazioni pericolosissime. E questo è tanto più vero in un’epoca che istiga al peccato incessantemente e ovunque. Ma siccome veniamo dal Sessantotto e - peggio - siamo in epoca di gender, le donne pensano che anche su questo sono come gli uomini. Follia! Se il Creatore ha voluto l’uomo attivo, dice San Tommaso, e per così dire procreativamente più aggressivo, significa che tale ordine va accettato in sé e per dare figli a Dio. E il rifiuto dei diritti coniugali si confessa come un peccato grave. Perché tra l’altro ha indotto il coniuge alla concupiscenza disordinata, oltre ad averci privato forse della venuta al mondo dell’anima d’un altro bambino. E troppo poco si sente al confessionale “ho mancato ai diritti coniugali”.

Quindi, care donne, che il mondo vuol rendere malate, vestitevi il più possibile da donne e così vestite le vostre figlie, educandole ad essere spose e madri, non modelle di vanità. Ricordatevi che vostro marito è diverso da voi, che vostro figlio va educato da uomo. Care donne non siate, seppur inconsapevoli, paladine del gender. E pensate sempre: la Madonna Santissima che mi consiglierebbe di fare per il bene della famiglia?

Sia lodato Gesù Cristo
Disputationes Theologicae
17 gennaio 2024, Sant’Antonio Abate

12 commenti:

Anonimo ha detto...

In parte condivisibile, in parte arcaico.

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente l'omelia del reverendo don Stefano Carusi, che sarebbe piaciuta anche a mia madre, partita per il Cielo sette anni orsono, il 19 di febbraio. Pie Jesu Domine, dona ei requiem sempiternam.

Anonimo ha detto...

L'uomo è immagine e gloria di Dio, mentre la donna è gloria dell'uomo (San Paolo).

Anonimo ha detto...

Preghiera del Venerabile Pio XII alla Madonna di Lourdes

Docili all’invito della Tua materna voce, o Vergine Immacolata di Lourdes, accorriamo ai Tuoi piedi presso l’umile grotta ove Ti degnasti di apparire per indicare ai traviati il cammino della preghiera e della penitenza e dispensare ai languenti le grazie e i prodigi della Tua sovrana bontà.

Accogli, o pietosa Regina, le lodi e le preci che popoli e nazioni, stretti da amare angustie, fidenti levano a Te.

O candida visione di Paradiso, fuga dalle menti le tenebre dell’errore con la luce della Fede.

O Mistico Roseto, solleva le anime affrante col celeste profumo della Speranza.

O sorgente inesausta di acqua salutare, ravviva gli aridi cuori con l’onda divina della Carità.

Fa’ che noi Tuoi figli, da Te confortati nelle pene, protetti nei pericoli, sostenuti nelle lotte, amiamo e serviamo il Tuo dolce Gesù, in guisa da meritare i gaudî eterni presso il Tuo trono nei cieli. Amen.

Salve Regina.

Si ricordano oggi ha detto...

Gli esuli istriani, fiumani e dalmati: perseguitati dai comunisti della repubblica jugoslava, oltraggiati dai comunisti della repubblica italiana

Catholicus.2 ha detto...

"Preghiera per i martiri delle foibe"
composta nel 1959 da Mons. Antonio Santin, Arcivescovo di Trieste e Capodistria.

O Dio, Signore della vita e della morte, della luce e delle tenebre, dalle profondità di questa terra e di questo nostro dolore noi gridiamo a Te. Ascolta, o Signore, la nostra voce. De profundis clamo ad Te, Domine. Domine, audi vocem meam.
Oggi tutti i Morti attendono una preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto. E anche noi siamo venuti qui per innalzare le nostre povere preghiere e deporre i nostri fiori, ma anche per apprendere l’insegnamento che sale dal sacrificio di questi Morti.
E ci rivolgiamo a Te, perché tu hai raccolto l’ultimo loro grido, l’ultimo loro respiro.
Questo calvario, col vertice sprofondato nelle viscere della terra, costituisce una grande cattedra, che indica nella giustizia e nell’amore le vie della pace.
In trent’anni due guerre, come due bufere di fuoco, sono passate attraverso queste colline carsiche; hanno seminato la morte tra queste rocce e questi cespugli; hanno riempito cimiteri e ospedali; hanno anche scatenato qualche volta l’incontrollata violenza, seminatrice di delitti e di odio.
Ebbene, Signore, Principe della Pace, concedi a noi la Tua Pace, una pace che sia riposo tranquillo per i Morti e sia serenità di lavoro e di fede per i vivi.
Fa che gli uomini, spaventati dalle conseguenze terribili del loro odio e attratti dalla soavità del Tuo Vangelo, ritornino, come il figlio prodigo, nella Tua casa per sentirsi e amarsi tutti come figli dello stesso Padre.
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà.
Dona conforto alle spose, alle madri, alle sorelle, ai figli di coloro che si trovano in tutte le foibe di questa nostra triste terra, e a tutti noi che siamo vivi e sentiamo pesare ogni giorno sul cuore la pena per questi nostri Morti, profonda come le voragini che li accolgono.
Tu sei il Vivente, o Signore, e in Te essi vivono. Che se ancora la loro purificazione non è perfetta, noi Ti offriamo, o Dio Santo e Giusto, la nostra preghiera, la nostra angoscia, i nostri sacrifici, perché giungano presto a gioire dello splendore dei Tuo Volto.
E a noi dona rassegnazione e fortezza, saggezza e bontà.
Tu ci hai detto: Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia, beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio, beati coloro che piangono perché saranno consolati, ma anche beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati in Te, o Signore, perché è sempre apparente e transeunte il trionfo dell’iniquità.
O Signore, a questi nostri Morti senza nome ma da Te conosciuti e amati, dona la Tua pace. Risplenda a loro la Luce perpetua e brilli la Tua Luce anche sulla nostra terra e nei nostri cuori, E per il loro sacrificio fa che le speranze dei buoni fioriscano.
Domine, coram te est omne desiderium meum et gemitus meus te non latet. Così sia”.

Anonimo ha detto...

Parte condivisibile + parte arcaica = totalmente condivisibile

Anonimo ha detto...

Va di moda parlare di un’etica centrata sull’umano.
Ma è proprio l'"etica centrata sull'umano" che "fa paura" perché rischia d'essere una limitazione soggettivisticamente centrata ed autodeterminata con l'ulteriore rischio di far assurgere a verità ciò che verità non è.
Quando manca uno sguardo metafisico…

Anonimo ha detto...


La parte dell'omelia che ribadisce la femminilità tradizionale - la natura della donna è quella di essere fidanzata, moglie, madre, saggia amministratrice della casa e della famiglia, "madre del buon consiglio", perché in tal senso la inclina la sua sensibilità naturale, nel suo aspetto sano e costruttivo - viene considerata oggi "arcaica".
Ma è proprio grazie al venire meno di questo sostrato "arcaico" che le nostre società stanno scomparendo, nella denatalità e nei vizi.
Infatti, le donne si consideragno oggi uguali ed anzi superiori all'uomo e vogliono far tutto tranne che le mogli, le madri, e, in definitiva, non vogliono più fare i figli. Pretendono una libertà assoluta, a cominciare da quella dei costumi.
Non vogliono fare le donne, vogliono fare gli uomini. Si vestono anche come gli uomini.
Vivono una vita contronatura e la impongono al resto della società.
La maggioranza se ne sarà forse abituata ma non sembra accorgersi di vivere in un mondo capovolto. E di questo rovesciamento dei valori naturali le donne, tramite il femminismo, sono tra le maggiori responsabili.
C'è anche la grave responsabilità di tanti politici uomini che hanno permesso al femminismo di ottenere le sue "conquiste" invece di stroncarlo sin dall'inizio.
ar

Anonimo ha detto...

https://www.aldomariavalli.it/2024/02/11/il-ritorno-del-paganesimo-della-carne-anche-nella-chiesa/
Ritorno al "priapismo"?

Anonimo ha detto...

Suor Linda Pocher, teologa italiana presente al Consiglio dei Cardinali: papa Francesco «è molto favorevole al diaconato femminile»
https://blog.messainlatino.it/2024/02/suor-linda-pocher-teologa-italiana.html#more
Vergine Immacolata Mater boni consílii, alle Tue cure affidiamo questa consacrata.
Ave Maria purisima, sin pecado concebida !

Anonimo ha detto...


La componente della natura mascolina che tende ad evolvere in valori positivi (l'esser a sua volta l'uomo fidanzato, marito, padre, protettore della donna e artefice assieme ad essa dell'educazione dei figli, insomma l'uomo virile che per natura protegge la vergine, l'orfano e la vedova, come si diceva, che si assume le sue responsabilità sino in fondo, cercando sempre di controllare il lato violento e passionale) - anche questa componente è stata liquidata come "arcaica".
Con i risultati che vediamo: uomini effeminati, succubi di femmine spiritate e via di testa, proni anch'essi a tutti i vizi, specie in via di estnzione come tutto il resto.
In via di estinzione in Occidente, mentre si aprono sempre più le porte all'invasione del c.d. "terzo mondo", nel quale mascolinità e femminilità mantengono i loro ruoli tradizionali, "arcaici" appunto, con prevalenza della componente aggressiva e persino barbarica della mascolinità.
Sull'esito finale non vi è alcun dubbio, finché resterà in piedi l'attuale sistema di sgoverno dei popoli occidentali, vittime sacrificali di un'ideologia che più sordida non potrrebbe essere.