Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 7 maggio 2025

Il cardinale Zen: «Una questione di vita o di morte per la Chiesa»

Un cardinale coraggioso, al di là di un evidente conservatorismo. Qui l'indice degli articoli sulla questione sino/vaticana comprendente diversi interventi del card. Zen.

Il cardinale Zen: 
«Una questione di vita o di morte per la Chiesa»

È con queste parole del titolo, particolarmente forti, che il cardinale Joseph Zen Ze-kiun ha concluso il suo intervento durante la Congregazione Generale del 30 aprile 2025. L’ex vescovo di Hong Kong, di 93 anni, ha criticato spesso il defunto Pontefice su diversi argomenti: accordo fra il Vaticano e la Cina; dura repressione contro la Messa tradizionale; sinodalità.

È quest’ultimo argomento che il cardinale ha preso di mira nel suo intervento, il quale è stato pubblicato il 4 maggio dal sito The Pillar, che ne ha ottenuta una copia. Cosa questa che costituisce un problema delicato, perché, in base alla Costituzione Apostolica Universi Dominici gregis, tutti cardinali che partecipano alle Congregazioni Generali fanno il giuramento di mantenere il segreto sui loro interventi. Ma occorre precisare: i cardinali si impegnano a mantenere il segreto sulle discussioni relative agli affari della Chiesa e a tutto ciò che riguarda l’elezione del Papa, ma non su altri argomenti.

Il cardinale Zen incomincia con una captatio benevolentiae: un modo per attirare l’attenzione richiamandosi ad alcuni ricordi su Papa Francesco. Poi spiega che è venuto a Roma «perché la Chiesa attraversa un momento cruciale di confusione e di divisione, e che una grave responsabilità ricade ora sugli elettori».

Egli constata che sono numerosi coloro che parlano del defunto Pontefice come di «un Papa riformatore». E aggiunge: la riforma è sempre necessaria perché noi siamo peccatori. Ma una riforma che mina gli elementi essenziali della Chiesa fondata da Gesù – Una, Santa, Cattolica e Apostolica – non è una vera riforma», e lascia indovinare il seguito.

A proposito del concilio Vaticano II, egli parla di «sedicente “spirito del Concilio” che ha preso il sopravvento sul discorso dominante» e del «fumo di Satana che è entrato attraverso le fessure della Chiesa», come affermò Paolo VI, e della «barca di Pietro che imbarca acqua», come affermò Benedetto XVI. Affronta poi la crisi degli abusi e critica coloro che non ne hanno saputo vedere la causa: la rivoluzione sessuale infiltratasi perfino nei seminari.

Ma, e questo è il punto a cui voleva arrivare, «si è data la colpa al “clericalismo”, raddoppiando così l’umiliazione e lo scoraggiamento del clero fedele e perfino usando la stessa crisi come pretesto per rimodellare completamente la costituzione della Chiesa». L’accusa è pertinente e un certo numero di cardinali dovranno cominciare a sentire un fischio nelle orecchie.

L’ex vescovo di Hong Kong prosegue: «Senza soffermarci sui casi scandalosi e inspiegabilmente tollerati del cardinale McCarrick, del sacerdote Rupnik e di altri ecclesiastici riconosciuti colpevoli dai tribunali laici, non si può non vedere un tentativo maldestro di adattarsi allo spirito del mondo piuttosto che di opporvisi con fermezza». Il cardinale Zen ne è consapevole: «È un’accusa grave, ma la realtà sembra confermarla, soprattutto se si guarda alla recente riuscita dei Sinodi dei vescovi, in particolare alla vicenda in corso del Sinodo sulla sinodalità». E’ per mezzo della storia dei Sinodi svoltisi sotto il pontificato di Francesco che il cardinale proverà ciò che afferma.

La storia del Sinodo dei vescovi
Il vescovo emerito di Hong Kong ricorda l’istituzione del Sinodo dei vescovi effettuata da Paolo VI col Motu Proprio Apostolica Sollicitudo, nonché alcune Esortazioni Apostoliche post-sinodali che egli ritiene essere i fruttuosi risultati di questa istituzione.
E nota che Paolo VI aveva sottolineato che questa iniziativa poteva essere migliorata. (sulla sinodalità vedi)

Forse incoraggiato da questo, Papa Francesco «all’inizio del suo pontificato pubblicò la Costituzione Apostolica Episcopalis Communio, un documento quattro volte più lungo di quello di Paolo VI, col quale abrogava il documento precedente e modificava considerevolmente la natura del Sinodo (i suoi membri, il suo scopo e le sue procedure)».

Il seguito dell’intervento contiene delle note che devono essere servite al cardinale per proseguire. «Tuttavia, l’ultimo Sinodo è andato ancora più lontano dell’ Episcopalis Communio» e fa rilevare che più di un terzo dei membri (99 su 277) non erano vescovi, e conclude: «questo non è più il Sinodo dei vescovi».

E sottolinea anche che vi erano 237 eletti e membri di diritto contro 139 invitati personalmente dal Papa, cioè più della metà, «mentre secondo Apostolica Sollicitudo questo gruppo non poteva superare il 15%». E aggiunge diverse critiche sullo svolgimento del Sinodo, così che sotto Papa Francesco Sinodo è uguale a «cambiamento, cambiamento, cambiamento».

Il cardinale parla degli obiettivi nascosti dei Sinodi. Quello sulla famiglia [qui]: «comunione ai divorziati risposati». Quello sulla gioventù [qui]: «Fate casino!». Quello sull’Amazzonia [qui]: «ordinazione dei viri probati e fine del celibato obbligatorio». Quello sulla sinodalità [qui]: «morale sessuale, struttura del potere nella Chiesa, donne diaconesse, autonomia dottrinale delle Conferenze Episcopali, Chiesa sinodale».

E il cardinale continua sul Sinodo della sinodalità. I piccoli gruppi: «pregare, condividere, pregare, condividere». Nell’Assemblea generale: «poche discussioni (più di psicologia che di dottrina)» e infine «il controllo assoluto degli animatori». Quanto alla conversazione nello Spirito, essa è destinata a calmare le emozioni prima delle discussioni, non ad aiutare il discernimento.

L’approccio al processo sinodale, la sua discussione in ogni chiesa che dovrà essere valutata, la sua ricezione in un nuovo processo avviato molto di recente, «questo approccio rischia di avvicinarci alla pratica anglicana» … «Sarà possibile fare marcia indietro dopo anni di sperimentazione? Come sarà preservata l’unità della Chiesa cattolica?».

E il cardinale Zen conclude: «Gli elettori del prossimo Papa devono essere coscienti che egli avrà la responsabilità di proseguire questo processo o di interromperlo in maniera decisiva. Ne va della vita o della morte della Chiesa fondata da Gesù».

Ecco il merito di essere chiari: il cardinali elettori sono messi davanti alla loro pesante responsabilità.
6 Maggio 2025 - Fonte

5 commenti:

Cum clave ha detto...

Le porte si possono aprire in tre modi: a spallate, con le chiavi, senza le chiavi (con la maniglia).

La Porta della Salvezza dev’essere buttata giù a spallate: «Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono» (Mt 11, 12).

La Porta del Mistero non può essere aperta, se non da Dio: «Quando egli apre nessuno chiude, e quando chiude nessuno apre» (Ap 3, 7).

La Porta del Regno è aperta solo dal clero: «Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16, 19). «In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo (Mt 18, 18)».

La Porta dell’Amore non ha bisogno di alcuna chiave e chiunque la può e la deve spalancare: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me (Ap 3, 20)».

Laurentius ha detto...

Sempre il disinganno fu pascolo della prudenza e delizia dell'integrità d'animo.

Baltasar Gracián y Morales, Oracolo manuale e arte della prudenza, 1647


Anonimo ha detto...

La Porta del Regno, della vera Chiesa cioé, aprire e chiudere, accogliere e scomunicare.. serve un Pontefice fondato su Cristo che lanci scomuniche per scacciare i lupi e i cinghiali

Anonimo ha detto...

https://lanuovabq.it/storage/docs/intervento-alla-congregazione-generale-del-30-aprile-2025-del-cardinale-joseph-zen-sdb-revised-250503-1.pdf

Anonimo ha detto...

Concordo, questa Vigna si e' riempita di troppi rovi e bestiacce e disubbidienze e tormenti varii.