Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 14 agosto 2025

L'Unione Europea e la guerra permanente: strategia, interessi e fallimento

In attesa dell'esito dell'incontro tra Trump e Putin di domani, il tanto deprimente quanto realistico punto nave della situazione per l'UE. Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina. 

L'Unione Europea e la guerra permanente:
strategia, interessi e fallimento


Sotto la facciata di dichiarazioni solenni sulla "pace giusta" e la "difesa dei valori" (quali? I "gay pride" a Budapest?), l’Unione Europea ha trasformato la guerra in Ucraina da tragedia da risolvere in architrave della propria politica estera e interna.
Non esiste un piano di pace europeo credibile: le istituzioni di Bruxelles non hanno mai assunto l’iniziativa per mediare, limitandosi a ribadire il sostegno a Kiev e a esigere il ritiro russo, sapendo che queste condizioni, in assenza di un equilibrio sul campo, rendono il negoziato impossibile.
Questa scelta non è frutto di ingenuità, bensì di calcolo: il conflitto, congelato ma irrisolto, serve a cementare un blocco politico-militare, benché fortemente messo in discussione dalla seconda presidenza Trump iniziata il 20 gennaio 2025, e a mantenere uno stato di emergenza permanente.

Geopoliticamente, la guerra ha riportato l’Europa sotto il pieno ombrello della NATO e della leadership statunitense, azzerando ogni pretesa di autonomia strategica. La linea dura dettata da Polonia e Baltici ha spostato l’asse dell’UE verso un atlantismo radicale, mentre le diplomazie storiche dell’Europa occidentale, come Francia e Germania, hanno perso peso e capacità di iniziativa. In questo contesto, la pace sarebbe destabilizzante, mettendo in discussione la coesione forzata raggiunta.

Sul piano economico, il prolungamento della guerra ha legittimato una corsa al riarmo senza precedenti: il programma "ReArm Europe" dello scorso marzo, con oltre 800 miliardi di euro previsti, alimenta un’industria bellica che prospera solo in un contesto di tensione costante e di creazione di un nemico immaginario. Allo stesso tempo, il distacco energetico da Mosca ha creato nuove dipendenze, quali gas liquefatto, peraltro costosissimo, dagli Stati Uniti d'America, forniture instabili dal Nord Africa etc., che diventerebbero meno strategiche in tempo di pace.

È evidente, sul punto, che interessi contrattuali e investimenti infrastrutturali, sigillati nel quadro bellico, vincolano l’UE a mantenere alta la conflittualità per preservare il nuovo assetto energetico. Internamente, la guerra è stata e continua ad essere un potente strumento di distrazione e legittimazione. Il richiamo all’emergenza esterna, infatti, ha oscurato problemi strutturali: inflazione, stagnazione industriale, crisi sociali.

Tuttavia, il consenso si sta sgretolando: sondaggi recenti mostrano un calo netto del sostegno a un impegno illimitato per Kiev, soprattutto nei Paesi più esposti al caro energia e all’impatto delle sanzioni che hanno creato piú problemi all'UE che a Mosca, e lo stesso Volodymyr Zelensky è sempre piú contestato dall'opinione pubblica interna.

Il paradosso di questa strategia esplode oggi, alla vigilia dell’incontro Trump–Putin in Alaska. Dopo tre anni di spese e forniture militari colossali, l’UE, al di là della "sceneggiata" della video call con USA ed Ucraina, rischia di essere esclusa dal tavolo dove si decide il destino della guerra. È la prova che Bruxelles non ha mai perseguito una vera capacità negoziale autonoma.

La pace raggiunta senza l’Europa sarebbe, e aggiungo finalmente, la smentita definitiva della sua pretesa di "attore globale". Questo approccio, comunque, è già un fallimento: strategico, perché l’Europa ha rinunciato a decidere del proprio destino; economico, perché il costo della guerra erode competitività e benessere; politico, perché la retorica si sta sgretolando di fronte alla realtà.

L’UE, proclamandosi custode della pace, ha reso sé stessa prigioniera della guerra. E quando la pace arriverà, si troverà non protagonista, bensì spettatrice irrilevante di un ordine postbellico deciso da altri, dimostrando di aver perduto in questo modo sia la guerra, sia la pace.
Daniele Trabucco

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Per l'ntercessione dell'Immacolata Assunta in Cielo
e di tutti i Santi Patroni d'Italia e d'Europa e di S.
Michele Arcangelo e dei Nove Cori Angelici, siano
sconfitti i figli dei demoni, tacciano le armi e torni
a regnare la Pace di Gesu' su ogni Nazione. Amen!

Anonimo ha detto...

La classe dirigente di molti stati europei e della cosiddetta unione europea è in quei posti ché avvantaggiano loro stessi, delle reciproche e totali popolazioni: chissene...Vergogna!

Anonimo ha detto...

Il dibattito della stampa di regime in queste ore sarebbe davvero divertente, se solo il momento non fosse drammatico.

Questi fenomeni sono passati dal raccontarci di un Putin pazzo, moribondo, col cancro, fuori di testa a causa di malattie cerebrali e incapace di ragionare, al venirci a dire che una delle paure più grandi, nel prossimo vertice tra Russia e USA, è rappresentata dal fatto che Putin possa abbindolare Trump.

Ma come può un personaggio descritto come un cretino in fin di vita prendere per il naso il presidente di uno dei Paesi più potenti al mondo? Vi rendete conto di quante balle ci hanno raccontato in questi ultimi anni?

L’altra cosa, importantissima, sta in queste parole di Putin, non nelle fantasie che continuano a scrivere su concessioni, materie prime, accordi eccetera eccetera di cui nessuno sa nulla. Dice così: «L’America sta compiendo sforzi sinceri per porre fine ai combattimenti in Ucraina».

Questa frase, pesantissima, dice alcune cose: l’Unione Europea, Ursula, Macron, Meloni, Merz, la NATO e compagnia cantante sono politicamente dei morti che camminano. Gli USA, dopo aver scatenato questa guerra, faranno pagare a noi europei ogni singolo prezzo. Mosca e Washington si stanno accordando, facendosi beffe di Bruxelles e soci, per spartirsi, nell’ordine, Ucraina e il resto dell’Unione Europea.

Infine: Putin non è pazzo o cretino come ci hanno raccontato e Trump, da perdente, riuscirà a vincere qualcosa. C’è un detto che recita testualmente: «Se non sei seduto al tavolo, allora sei nel menù». Ecco, la portata si chiama Ucraina e Unione Europea, e i commensali sono Russia e Stati Uniti d’America. E meno male che il cretino era Putin…
T.me/GiuseppeSalamone

Anonimo ha detto...

Il 14 agosto 1480 813 abitanti di Otranto, nel Salento, furono martitizzati dai maomettani per aver rifiutato la conversione all'Islam

mic ha detto...

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/08/oggi-14-agosto-ricordiamo-gli-813.html?m=1

Anonimo ha detto...

La classe dirigente dell’attuale Unione Europea è come quei saraceni che trucidarono i martiri di Otranto. Sono estranei e sono violenti. Sono anche ignoranti perché ignorano la cultura di chi abita dove loro spadroneggiano.

Anonimo ha detto...

Un plauso all'anonimo che ha ricordato questo tragico evento.
Questo è tanto più importante in questa epoca in cui il mondo è diventato molto piccolo, considerando che ancora oggi vi sono in diversi stati islamici (es. Pakistan) conversioni forzate, specie di ragazze cristiane che vengono rapite e costrette a diventare schiave sessuali e mogli di uomini musulmani.
Nessun dorma, perché il risveglio potrebbe essere da incubo.

Anonimo ha detto...

La situazione in Ucraina.
Secondo gli ultimi articoli apparsi su ilGiornale l'Ucraina sarebbe ormai al collasso dal punto di vista strettamente militare. Non riuscirebbe a contenere l'avanzata russa. Commento : è evidente che il c.d. "rullo compressore russo" si sta facendo valere ancora una volta. Nonostante le perdite, che devono esser state piuttosto gravi, Mosca alla fine riesce a schiacciare l'avversario sotto il peso del numero, con le grandi masse di fanteria ed artiglieria che martellano implacabilmente un nemico assottigliatosi sempre di più, mentre dal cielo si martellano gli obbiettivi civili, demoralizzando ulteriormente la popolazione.
Alla fine della II gm un generale tedesco disse: -- Eppure avevamo calcolato di aver distrutto ben 216 divisioni russe. Vero, probabilmente. Tuttavia Stalin riuscì a metterne in campo 316, raschiando anche il fondo del barile, ossia arruolando anche i giovanissimi. Un sforzo pagato caro, ma la guerra la vinse (anche grazie all'aiuto degli Alleati).
Che si sarebbe giunti a questo punto lo temevano sicuramente in molti e lo si era anche detto più volte in passato, su questo blog. Gli errori della politica estera nato ma in realtà americana perché l'EU e la nato non contano come organizzazioni indipendenti sulla scena internazionale, questi errori ora vengono tutti al pettine.
Sembra pertanto che in Alaska Trump debba mettere insieme i cocci ed evitare il collasso completo dell'Ucraina. Il che non sarà facile. Evitarlo almeno per questo momento poiché non si può escludere che, ottenuti i territori occupati (dalla Crimea al Donbass), Mosca decida in un secondo momento di procedere oltre. Anche se non subito e non solo per far rifiatare le truppe. Dopo l'imposizione di una pace cartaginese, in Ucraina potrebbero esserci rivolgimenti favorevoli a Mosca, che così si potrebbe accontentare in breve periodo di un regime ad essa amico.
L ' esercito ucraino merita comunque rispetto per aver tenuto testa per 3 anni e mezzo ad un nemico tanto più forte. Ha avuto l'appoggio occidentale in armi e logistica varia, anche satellitare. Ma ha indubbiamente combattuto valorosamente, mostrando anche comandanti ed un corpo ufficiali di alto livello.

Anonimo ha detto...

I martiri di Otranto.
La puntata ottomana su Otranto fu solo un assaggio. Il Sultano del tempo, Maometto il concquistatore, che si proclamava signore dei due mari (Mediterraneo dell'Est e Mar Nero), progettava una successiva spedizione in grande stile, alla quale sarebbe stato difficile resistere da parte degli Staterelli italiani dell'epoca. Ma problemi con la Persia ritardarono il progetto e successivamente la morte lo colse. Così l'invasione dell'Italia meridionale, con l'idea di conquistare Roma (la "Mela Rossa") fu definitivamente accantonata.
Da anni i maomettani stanno impiantandosi in Europa e in Italia, deducendo colonie a nostro svantaggio, con la complicità di una Gerarchia cattolica che ha smarrito il ben dell'intelletto, a partire dal Vaticano II.

Anonimo ha detto...

Quelli che Lei chiama staterelli sono riusciti (quasi da soli) alcuni decenni dopo a vincere la battaglia di Lepanto. Loro hanno fatto quella che in tedesco si chiama Weltgeschichte. L'Italia degli ultimi cento anni ha qualcosa di paragonabile? Roberto

Anonimo ha detto...

Les États-Unis, de l'aveu des meilleurs analystes (Scott Ritter, Douglas Macgregor, Williamson, Mearsheimer, etc.), sont complètement entre les mains des juifs, c'est-à-dire d'Israël, qui ne cesse d'inciter les gouvernements européens à ouvrir toutes grandes les portes à l'invasion musulmane, chargée de balayer la civilisation chrétienne européenne — ou ce qu'il en reste !
N'est-ce pas le rabbin David Touitou, grand ami de Netanhyahu, qui déclarait naguère que « l'islam est le balais d'Israël, chargé de nettoyer l'Europe » (de sa saleté chrétienne) ?

https://www.youtube.com/watch?v=PSeQThlyemY

Anonimo ha detto...

OT
Assolutamente azzeccato.

All'inizio di questa settimana, il leader del partito Vox di destra, Santiago Abascal, ha lanciato un attacco alla Chiesa cattolica spagnola. Durante un'apparizione podcast, ha detto di essere "perplesso e rattristato" dalle posizioni liberali della Chiesa sull'immigrazione e sull'Islam. Egli ha inoltre sostenuto che questa "debolezza" derivava dai finanziamenti governativi ricevuti dalla carità della Chiesa, Caritas, per il suo sostegno ai rifugiati...

L'atteggiamento di Vox nei confronti dell'opposizione della gerarchia della Chiesa spagnola è meglio esemplificato dalla risposta del parlamentare europeo Jorge Buxadé a un sermone dell'arcivescovo di Santiago lo scorso mese. Rispondendo a un video dell'arcivescovo che esorta i politici davanti a lui a "alzare la voce" in difesa dei migranti, Buxadé cita dal Vangelo di Matteo: "Render a Cesare ciò che è di Cesare. ”

La legge naturale avrà il suo giorno; Dio è il suo garante. Una futura gerarchia cattolica, castigata, unirà le forze con i restanti cristiani del continente per promuovere ancora una volta la tradizione e l'identità culturale.

Anonimo ha detto...

# La battaglia di Lepanto e gli Staterelli italiani.
Per via di terra nessuno Stato italiano era in grado di organizzare una valida coalizione militare con gli altri, capace di opporsi validamente all'esercito ottomano. L'espansionismo turco era in pieno sviluppo anche dal lato italiano, c'erano stati raids di navi ottomane sin quasi a Venezia e di eserciti in Friuli. Ho letto da qualche parte che quando i turchi stabilirono la testa di ponte ad Otranto, il papa aveva preparato un progetto di fuga da Roma verso Nord. Notizia da controllare. Sicuro è invece, a quanto sembra, il compiacimento di ambienti della dirigenza fiorentina per lo sbarco ottomano a Otranto, perché metteva in grave difficoltà il Regno di Napoli, nemico di Firenze. Moralmente dunque "Staterelli" perché sempre pronti a gioire delle disgrazie dei vicini e a chiamare se del caso lo straniero o ad approvarne l'azione, fosse pure il turco. Maometto II, il conquistatore, morì il 3 maggio 1481. Il successore Bayazed ebbe subito problemi interni e alla frontiera orientale dell'impero e abbandonò al suo destino il presidio ottomano di Otranto, che si arrese l' 11 settembre di quell'anno.
Certo, Venezia era ancora uno Stato degno di questo nome. La battaglia di Lepanto fu vinta soprattutto da veneziani e spagnoli, le cui truppe imbarcate (i tercios) contavano anche soldati italiani.
La vittoria di Lepanto fu certamente molto importante poiché, distruggendo quasi tutta la flotta ottomana con i suoi quadri, impedì a quest'ultima di dilagare nel Mediterraneo orientale, con le conseguenze del caso, alleata com'era ai Barbareschi del Nord Africa. Ma già nel 1565 i turchi avevano subito una sconfitta strategicamente decisiva, fallendo la conquista di Malta (maggio-settembre), porta del Mediterraneo occidentale. Qui oltre ai Cavalieri e ai locali precettati avevano combattuto anche parecchi fanti italiani.
Lo Stato italiano unitario non ha fatto nulla di rilevante per la storia mondiale? Non è obbligatorio farlo per viver in pace con Dio e gli uomini, le faccio comunque un promemoria:

-- contributo essenziale alle forze dell'INtesa alla vittoria nella Grande Guerra. Sissignore, senza la tenuta del fronte italiano, l'Intesa sarebbe quasi sicuratmente stata costretta ad una pace di compromesso prima dell'arrivo in forze degli americani. Oggi quella vittoria non la si vuole ricordare, bisogna tramutarla scorrettamente in sconfitta e vergognarsene (questo è clima in cui viviamo, pestilenziale).
-- sistemazione da parte del fascismo (di Mussolini) della Questione Romana, in modo soddisfacente per la Chiesa, un fatto di indubbia rilevanza nella politica mondiale. Oltre al potere temporale del papa, in una forma adatta a questi nostri tempi, ci fu il riconoscimento del matrimonio cattolico da parte dello Stato etc. Finiva il predominio del laicismo che aveva costituito l'ala sinistra del Risorgimento, quella garibaldino-massonica.
-- contributo decisivo dell'Italia fascista alla vittoria dei Nazionali nella Guerra civile spagnola. Pur dovendo di fatto appoggiare i reazionari latifondisti della Spagna, avversati anche dalla "destra sociale" iberica (la Falange), fu comunque una campagna militare che contribuì in modo decisivo alla restaurazione della civiltà (cristiana e non) annichilita da anarchici, socialisti e comunisti, la cui rivoluzione faceva tabula rasa di tutto e già annunciava la futura Rivoluzione sessuale. Dare una valutazione positiva di quella campagna è oggi proibitissimo, essendo sempre appiccicata al fascismo l'etichetta di "male assoluto", cosa che non è stato, nonostante gli errori e le ingiustizie commesse. La sconfitta di Guadalajara, una modesta sconfitta tattica, fu trasformata dalla propaganda in una apocalittica disfatta, lasciando, notava uno storico americano, "un'impronta indelebile sull'intervento fascista in Spagna" - tanto indelebile quanto falsa, perché occulta tutte le vittorie cui contribuì validamente l'Italia fascista in quella terribile guerra.
Come promemoria penso possa bastare.


Anonimo ha detto...

È proprio così sicuro che l Ucraina abbia perso?
A me non sembra per niente.
La resistenza continua nonostante i Russi abbiano nelle ultime settimane intensificato i bombardamenti.
La verità è che se l Ucraina è supportata logisticamente - e con le armi più moderne - dall Europa e dagli USA, una resistenza efficace può continuare e la Russia più di tanto non può sfondare.
Certamente i militari dell esercito di Kiev stanno dimostrando di essere valorosi, e lo saranno fino alla fine.

Anonimo ha detto...

Stefano Rocca
"Nel sogno di Zelensky l’Ucraina non deve apparire perdente: come se la guerra non fosse avvenuta o addirittura Kiev l’avesse vinta. [...]
Le ragioni di Zelensky si possono capire: perdere una guerra è terribile, soprattutto se si tiene a mente che fu lui a negoziare con Mosca un accordo che ancora non includeva cessioni di territori, poche settimane dopo l’Operazione Speciale di Putin, e che furono i governi di Stati Uniti e Gran Bretagna a opporre il veto a qualsiasi trattativa e a imporre il proseguimento della guerra.
Zelensky nel frattempo non ha più il paese alle spalle e neanche soldati a sufficienza. Un sondaggio Gallup degli inizi di luglio dice che il 69% degli Ucraini chiede “la fine alla guerra al più presto”, e il 24% preferisce la sua continuazione “fino alla vittoria”. All’inizio della guerra, il 73% voleva la guerra fino alla vittoria."

Anonimo ha detto...

Zelensky non ha più il Paese alle spalle e neppure soldati a sufficienza...

Anonimo ha detto...

Stefano Rocca
"I confini in Europa sono stati già illegalmente cambiati per volontà occidentale, nella guerra in Jugoslavia."

"La dura realtà dei fatti, indigesta per gli Occidentali: la Nato ha perduto questa guerra europea, e ora tocca gestire la disfatta fingendo che non sia tale."

"Trump sogna di essere beatificato come costruttore di pace. Gli europei e Zelensky sognano una tregua seguita da ritirata russa, e soldati occidentali in Ucraina che mantengano la pace. Putin sogna la fine dell’aggressività Nato ai propri confini. Dietro questo guazzabuglio di sogni la dura realtà dei fatti, indigesta per gli Occidentali: la Nato ha perduto questa guerra europea, e ora tocca gestire la disfatta fingendo che non sia tale."

Anonimo ha detto...

Speriamo che Zelensky capisca che, nella vita reale, vendersi non paga!

Anonimo ha detto...

Veramente c'e' da restar stupìti che ci siano ancora ucraini e ancor piu' che il 24%preferisce la sua continuazione “fino alla vittoria”. Ma..sono sani di mente?

Anonimo ha detto...

L'Unione Europea è diventata la nostra peggior nemica. E' così a causa di chi sono coloro ai quali appartiene: non sono i popoli, ma una casta. Non una casta di funzionari autoreferenziali, ma uno stuolo di incaricati di un'élite sempre più avida e pericolosa. Noi non siamo più i cittadini degli Stati dell'Europa, ma le loro vittime, i polli da spennare. Dovendo rendere impercettibile questa situazione, gli attori recitano ottimamente la parte, fingendosi alternativi. Invece il programma lo eseguono come da copione: immigrazione, ecologismo, genderismo, depopolamento, guerra... Da anni.