Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 24 novembre 2016

Dichiarazione pubblica del Vescovo Athanasius Schneider a sostegno dei 4 Cardinali

Riprendiamo nella nostra traduzione dal sito OnePeterFive il testo integrale della dichiarazione di Sua Eccellenza Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Santa Maria ad Astana.

" Non abbiamo alcun potere contro la verità, ma per la verità " (2 Cor. 13: 8)

La voce profetica di quattro cardinali della Santa Chiesa Cattolica Romana

Mossi da una "preoccupazione pastorale profonda" quattro cardinali della Santa Romana Chiesa, Sua Eminenza Joachim Meisner, Arcivescovo emerito di Colonia (Germania), Sua Eminenza Carlo Caffarra, Arcivescovo emerito di Bologna (Italia), il cardinale Raymond Leo Burke, Patronus del Sovrano militare ordine di Malta, e sua Eminenza Walter Brandmüller, presidente emerito della Pontificia Commissione di Scienze storiche, hanno pubblicato il 14 novembre, 2016, il testo di cinque domande, denominate  dubia  (dal latino = "dubbi"), che il precedente 19 settembre 2016, hanno inviato al Santo Padre e al Cardinale Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, insieme ad una  lettera di accompagnamento. I cardinali chiedono a Papa Francesco di chiarire il "grave disorientamento e grande confusione" circa l'interpretazione e l'applicazione pratica, in particolare del capitolo VIII, dell'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia  e suoi passaggi in materia di ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti e sull'insegnamento morale della Chiesa.

Nella loro dichiarazione dal titolo "Fare chiarezza. Nodi irrisolti dell'Amoris Laetitia. L'appello di quattro Cardinali al papa" [qui], i cardinali dicono che a "molti - vescovi, sacerdoti, fedeli - questi paragrafi alludono o anche insegnano esplicitamente un cambiamento nella disciplina della Chiesa riguardo ai divorziati che vivono una nuova unione". Nel loro esprimersi, i cardinali si sono limitati a indicare fatti reali nella vita della Chiesa. Fatti dimostrati da orientamenti pastorali di diverse diocesi e dalle dichiarazioni pubbliche di alcuni vescovi e cardinali, i quali affermano che in alcuni casi divorziati risposati cattolici possono essere ammessi alla Santa Comunione, anche se continuano a vivere more uxorio secondo i diritti riservati dalla legge divina ai coniugi sposati validamente.

Con la pubblicazione di una richiesta di chiarezza su una questione che tocca la verità e la santità contemporaneamente di tre sacramenti: matrimonio, penitenza, e Eucaristia, i quattro cardinali hanno fatto solo il loro dovere fondamentale, in quanto vescovi e cardinali, che consiste nel contribuire attivamente affinché la rivelazione trasmessa attraverso gli Apostoli possa essere custodita santamente e fedelmente interpretata. È stato soprattutto il Concilio Vaticano II, che ha ricordato a tutti i membri del collegio dei vescovi, successori legittimi degli Apostoli, il loro obbligo, secondo il quale "per istituzione e comando di Cristo devono essere solleciti per tutta la Chiesa, e che questa sollecitudine, anche se non viene esercitata con atti di giurisdizione, dà un contributo notevole a vantaggio della Chiesa universale. Perché è dovere di tutti i vescovi promuovere e salvaguardare l'unità della fede e la disciplina comune a tutta la Chiesa". (Lumen gentium, 23; cfr anche Christus Dominus, 5-6).
Nel rivolgere un appello pubblico al Papa, vescovi e cardinali sono mossi da sincero affetto collegiale per il Successore di Pietro e Vicario di Cristo sulla terra, seguendo l'insegnamento del Concilio Vaticano II (cfr  Lumen gentium, 22) : così facendo rendono "servizio al ministero primaziale" del Papa (cfr  Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, 13).

Ai nostri giorni la Chiesa intera deve riflettere sul fatto che lo Spirito Santo non ha invano ispirato San Paolo a scrivere nella Lettera ai Galati sull'evento [incidente di Antiochia] della sua pubblica correzione di Pietro. Bisogna avere fiducia che Papa Francesco accetterà questo appello pubblico dei quattro cardinali nello spirito dell'apostolo Pietro, quando san Paolo gli ha offerto una correzione fraterna, per il bene di tutta la Chiesa. Possano le parole del grande dottore della Chiesa, san Tommaso d'Aquino, illuminare e confortare tutti noi: "Quando ci fosse un pericolo per la fede, i sudditi sono tenuti a rimproverare i loro prelati anche pubblicamente" e, citando Agostino [Glossa ordinaria su Galati, 2, 14], prosegue: "Pietro stesso diede l'esempio ai superiori di non disdegnare di essere corretti dai sudditi, quando capitasse loro di allontanarsi dalla giusta via". ( Summa Theol., II-II, 33, 4c).

Papa Francesco spesso richiede un dialogo schietto e senza paura tra tutti i membri della Chiesa nelle questioni riguardanti il bene spirituale delle anime. Nella Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, il Papa parla di un bisogno di "discussione aperta su un certo numero di questioni dottrinali, morali, spirituali, pastorali. Il pensiero dei pastori e dei teologi, se fedele alla Chiesa, onesto, realistico e creativo, ci aiuterà a raggiungere una maggiore chiarezza" (n. 2). Inoltre, le relazioni a tutti i livelli all'interno della Chiesa devono essere scevre da un clima di paura e intimidazione, come Papa Francesco ha chiesto in suoi molteplici pronunciamenti.

Alla luce di queste dichiarazioni di Papa Francesco e del principio del dialogo e dell'accettazione della legittima pluralità delle opinioni, favorito dai documenti del Concilio Vaticano II, le reazioni insolitamente violente e intolleranti da parte di alcuni vescovi e cardinali, contrastanti con la calma e prudente richiesta dei quattro cardinali, provocano grande stupore. Tra queste reazioni intolleranti possono leggersi affermazioni come, ad esempio: i quattro cardinali sono stupidi, ingenui, scismatici, eretici, e nemmeno paragonabili agli eretici ariani.

Tali giudizi impietosi e apodittici rivelano non solo intolleranza, rifiuto del dialogo, rabbia irrazionale, ma dimostrano anche una resa a causa dell'impossibilità di dire la verità, una resa al relativismo nella dottrina e nella pratica, nella fede e nella vita. Una simile reazione clericale contro la voce profetica dei quattro cardinali, in ultima analisi ostenta impotenza, di fronte alla verità. Tale reazione violenta ha un solo scopo: far tacere la voce della verità, che è inquietante e fastidiosa per il pacifismo apparente e per la nebulosa ambiguità di questi critici clericali.

Le reazioni negative alla dichiarazione pubblica dei quattro cardinali assomigliano alla confusione dottrinale generale della crisi ariana nel IV secolo. È utile a tutti citare nella situazione di confusione dottrinale odierna alcune affermazioni di sant'Ilario di Poitiers, l' "Atanasio dell'Occidente".
"Voi [i vescovi della Gallia] che ancora rimanete con me fedeli in Cristo non vi siete arresi quando eravate minacciati all'inizio dell'eresia e ora, di fronte all'insorgere dell'assemblea avete infranto tutta la sua violenza. Sì, fratelli, avete vinto, per l'abbondante gioia di coloro che condividono la vostra fede: e la vostra indomita costanza ha guadagnato la doppia gloria di mantenere una coscienza pura e dare un esempio autorevole" (Hil. De Syn, 3.).
"La vostra [dei vescovi della Gallia] fede invincibile mantiene l'onorevole riconoscimento di un'azione consapevole e, la gioia di ripudiare la furbizia, la vaghezza, o l'azione esitante, rimanendo al sicuro in Cristo, preservando la professione di questa libertà. Infatti, poiché tutti abbiamo sofferto il dolore profondo e doloroso a causa delle azioni dei malvagi contro Dio, la comunione in Cristo può essere trovata solo tra noi da quando la Chiesa ha iniziato ad essere tormentata da disordini come l'esilio dei vescovi, la deposizione di sacerdoti, l'intimidazione della gente, la minaccia della fede, e la determinazione del significato della dottrina di Cristo per volontà umana e per il potere. La vostra fede risoluta non pretende di ignorare questi fatti o professa che li si possa tollerare, percependo che con l'atto di assenso ipocrita si troverebbe di fronte al divieto della coscienza "(Hil. De Syn ., 4).
"Ho espresso ciò che io stesso credevo, consapevole che dovevo alla Chiesa, come mio servizio di soldato, inviarvi attraverso queste lettere l'insegnamento fedele del Vangelo, la voce del compito che custodisco in Cristo. È col vostro discutere, provvedere e agire, che la fedeltà inviolabile in cui rimanete può ancora mantenersi con cuore retto, e permette di continuare a mantenere intatto ciò che oggi mantenete intatto» (Hil. De Syn., 92).
Le seguenti parole di San Basilio il Grande, indirizzate ai Vescovi latini, possono essere in alcuni aspetti applicate alla situazione di coloro che ai nostri giorni chiedono chiarezza dottrinale, compresi i nostri quattro cardinali:
"L'unica accusa certa per assicurare una severa punizione è l'attenta conservazione delle tradizioni dei padri. Non siamo attaccati a causa dei beni della ricchezza o  della gloria o di eventuali vantaggi temporali. Siamo nell'arena a combattere per il nostro patrimonio comune, per il tesoro di far risuonare la fede, ricevuta dai nostri padri. Rattristatevi con noi, voi tutti che  amate  i fratelli, quando vengono chiuse le bocche dei nostri uomini di vera fede, e si aprono le baldanzose e  blasfeme  labbra di che proclama ogni iniquità contro Dio. Le colonne e i fondamenti della verità, sono dispersi. Noi, la cui insignificanza ha permesso di essere trascurati, siamo privati del nostro diritto di libertà di parola". (Ep. 243, 2.4).
Oggi quei vescovi e cardinali, che chiedono chiarezza e che cercano di compiere il loro dovere nel custodire santamente e fedelmente l'interpretazione della Rivelazione divina trasmessa in ordine ai sacramenti del matrimonio e dell'Eucaristia, non sono più in esilio come è stato con i vescovi di Nicea durante la crisi ariana. Contrariamente al tempo della crisi ariana, oggi, come ha scritto Rudolf Graber, vescovo di Ratisbona, nel 1973, l'esilio dei vescovi è sostituito da strategie silenziatrici e da campagne di calunnie (cfr Atanasio und die Kirche unserer Zeit, Abensberg 1973, pag. 23).

Un altro campione della fede cattolica durante la crisi ariana fu San Gregorio Nazianzeno. Ha scritto la seguente caratterizzazione indicativa del comportamento della maggior parte dei pastori della Chiesa in quei tempi. Questa voce del grande Dottore della Chiesa dovrebbe essere un avvertimento salutare per i vescovi di tutti i tempi: 
"Sicuramente i pastori si sono comportati scioccamente; ad eccezione di pochissimi, che furono ignorati per la loro insignificanza o hanno resistito per la loro virtù, e che dovevano essere lasciati come seme e radice che spuntassero di nuovo per la rinascita di Israele attraverso l'influsso dello spirito, tutti hanno temporeggiato, differendo tra loro solo in questo: alcuni hanno ceduto subito, e altri successivamente; alcuni erano più importanti campioni e leader nell'empietà, mentre altri si sono uniti nella seconda fase della battaglia, sopraffatti dalla paura, o per interesse, o con lusinghe, oppure, il che è il fatto più giustificabile, per loro stessa ignoranza "( Orat . 21 , 24).
Quando papa Liberio nel 357 firmò una delle cosiddette formule di Sirmio, in cui deliberatamente aveva eliminato l'espressione dogmaticamente definita "homoousios" e scomunicato Sant'Atanasio per mantenere pace e armonia con i vescovi ariani e semi-ariani d'Oriente, i fedeli cattolici e pochi vescovi, in particolare sant'Ilario di Poitiers, rimasero profondamente scioccati. Sant'Ilario trasmise la lettera che papa Liberio aveva scritto ai vescovi orientali, annunciando l'accettazione della formula di Sirmio e la scomunica di sant'Atanasio. Nel suo profondo dolore e sgomento, sant'Ilario aggiunse alla lettera in una sorta di disperazione la frase: “Anathema tibi a me dictum, praevaricator Liberi” (io a te dico anatema, prevaricatore Liberio), cfr Denzinger-Schönmetzer , n. 141. Papa Liberio aveva voluto aver pace e armonia ad ogni costo, anche a scapito della verità divina. Nella sua lettera ai vescovi latini eterodossi Ursace, Valence e Germinio annunciando loro le decisioni di cui sopra, ha scritto che preferiva la pace e l'armonia al martirio (cfr cfr Denzinger-Schönmetzer , n. 142).

In un drammatico contrasto sul comportamento di Papa Liberio sorgeva la seguente convinzione di S. Ilario di Poitiers: 
"Noi non facciamo la pace a spese della verità facendo concessioni al fine di acquisire la reputazione di tolleranti. Facciamo la pace combattendo legittimamente secondo i precetti dello Spirito Santo. C'è il rischio di allearsi furtivamente con l'incredulità sotto il bel nome della pace". (Hil. Ad Cost ., 2, 6, 2).
Il Beato John Henry Newman ha commentato questi insoliti fatti tristi con la seguente affermazione saggia ed equilibrata: "Anche se è storicamente vero, non è in alcun senso falso dottrinalmente, che un Papa, come dottore privato, e molto più i Vescovi, quando non insegnano formalmente, possono sbagliare, come è accaduto nel quarto secolo. Papa Liberio avrebbe potuto firmare una formula eusebiana a Sirmio, e la massa dei Vescovi a Ariminum o altrove, eppure avrebbero potuto, a dispetto di questo errore, essere infallibili nelle loro decisioni  ex cathedra" ( Gli Ariani del IV secolo, Londra, 1876, p. 465).

I quattro cardinali con la loro voce profetica, chiedendo chiarezza dottrinale e pastorale hanno un grande merito davanti alla loro coscienza, davanti alla storia, e davanti agli innumerevoli semplici fedeli cattolici dei nostri giorni, che sono spinti ai margini nella Chiesa, a causa della loro fedeltà all'insegnamento di Cristo sull'indissolubilità del matrimonio. Ma, soprattutto, i quattro cardinali hanno un grande merito agli occhi di Cristo. A causa della loro voce coraggiosa, i loro nomi brilleranno fulgidamente nel Giudizio Universale. Perché obbedirono alla voce della loro coscienza ricordando le parole di San Paolo: "Non abbiamo alcun potere contro la verità, ma solo per la verità" (2 Cor 13: 8). Sicuramente, nell'ultimo giudizio  i suddetti critici per lo più clericali dei quattro cardinali non avranno una risposta facile per il loro attacco violento davanti a un simile atto, degno e meritevole, di questi quattro membri del Sacro Collegio dei Cardinali.

Le parole che seguono, ispirate dallo Spirito Santo, mantengono il loro valore profetico soprattutto in vista del diffondersi della confusione dottrinale e pragmatica per quanto riguarda il sacramento del matrimonio ai nostri giorni: "Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero". (2 Tim. 4: 3-5).

Possano tutti coloro, che ai nostri giorni ancora prendono sul serio i loro voti battesimali e le loro promesse sacerdotali ed episcopali, ricevere la forza e la grazia di Dio, per poter ribadire insieme a sant'Ilario le parole: "Posso rimanere sempre in esilio, se solo la verità comincia a esser predicata di nuovo!" (De Syn., 78). Questa è la forza e la grazia che desideriamo con tutto il cuore per i nostri quattro cardinali, così come per coloro che li criticano.
23 nov 2016
+ Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Santa Maria in Astana
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

39 commenti:

M.G. ha detto...

Grazie, Maria, per averci proposto questo testo commovente per la limpidezza delle argomentazioni totalmente cattoliche e per l'amore alla Verità che lo ispira. Nella fosca temperie attuale questi cinque pastori sono luminosi ed eroici testimoni di Cristo.

berni/exodus ha detto...

Cara Maria, grazie infinite per aver esposto una così belle dichiarazione del Vescovo Schneider a supporto dei dubia dei valorosi Cardinali, e che fino a questo momento non hanno ancora avuto una risposta si,si, no,no.
Quello che non riesco a capire è, come mai una grande massa di vescovi e Cardinali nonchè di sacerdoti, che sicuramente non sono progressisti/modernisti, e che di certo non apprezzano in pieno le riforme bergogliane degli ultimi tre anni, stanno in silenzio, tradendo la loro missione, che è quella di predicare la sana Dottrina Cattolica (poichè non posso credere che oltre i 4 Cardinali e Mons. Schneider, tutti gli altri siano davvero tutti per ribaltare la Chiesa di sempre e farne una chiesa senza piu i Sacramenti ed i Comandamenti di Dio).
Ed è certo che il gruppone al seguito di Bergoglio, si senta intoccabile finche non vede che esistono migliaia di sacerdoti guidati dai loro Vescovi e Cardinali che fanno cio che hanno fatto i 4 Cardinali e Monsignor Schneider, e cioè mettersi a gridare dai tetti cio che ha fatto Paolo ad Antiochia quando pubblicamente riprese Pietro per non farlo cadere in eresia.
Se i vescovi e Cardinali, insieme ai loro sacerdoti faranno sentire la loro voce, e da tiepidi diventano come Paolo di Tarso, di certo le cose in pochissimo tempo potrebbero rimettersi sui giusti binari.
Per far questo basterebbe solo un po di coraggio e non essere tutti come era don Abbondio che poi alla fine si converti a diventare forte nello spirito.

mic ha detto...

Alla luce di queste dichiarazioni di Papa Francesco e del principio del dialogo e dell'accettazione della legittima pluralità delle opinioni, favorito dai documenti del Concilio Vaticano II, le reazioni insolitamente violente e intolleranti da parte di alcuni vescovi e cardinali, contrastanti con la calma e prudente richiesta dei quattro cardinali, provocano grande stupore.

Se le reazioni violente e intolleranti provocano grande stupore in relazione alla legittima pluralità delle opinioni, figuriamoci cosa devono provocare in ragione della difesa della verità, che non si esprime attraverso opinioni, ma asserzioni veritative!

Anonimo ha detto...

E sono cinque. Pochi, pochissimi, mentre gli altri continuano a tacere. Ma è un inizio. Deo gratias!

Anonimo ha detto...

"Quello che non riesco a capire è, come mai una grande massa di vescovi e Cardinali nonchè di sacerdoti, che sicuramente non sono progressisti/modernisti, e che di certo non apprezzano in pieno le riforme bergogliane degli ultimi tre anni, stanno in silenzio, tradendo la loro missione"

Così ha detto mons. Livi in un discorso citato anche qui ieri:

Parlo molto coi cardinali di Curia che la pensano come me ma poi non riescono a fiatare. Ma di che hanno paura? Mi dicono: «Ha visto che è successo al cardinale Burke?». Sì, lo so, ma voi siete ormai emeriti, come lo sono io, quel che hanno potuto fare contro di me ormai lo hanno fatto. Di che avere paura? Io rispetto l’autorità, ma se una pastorale è sbagliata ho tutto il dovere (oltre che il diritto) di dire che si tratta di una pastorale sbagliata.

Potenza della distruzione dei simboli, in questo caso il colore rosso delle loro vesti.

--
Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...

GIà già ...legittima pluralità di opinioni? Ha ragione MIC , la Verità è una sola non plurima, e va difesa quella! Che stanchezza un mondo "cattolico?" di opinioni!

Giovanni C. ha detto...

Merita un monumento. Oggi si conta una caterva di adulatori e di teologi da strapazzo che stando conducendo il popolo di Dio alla deriva. Il tempo farà giustizia.

Anonimo ha detto...

Evidentemente quelli che stanno zitti hanno paura! Grazie comunque al coraggioso Monsignor Schneider che Dio lo benedica!

Anonimo ha detto...

E sono 5 diciamo... Spero che molti cardinali e vescovi escano dal loro nascondiglio o nicodeismo e uniti combattano la buona battaglia.

Dubbio ha detto...

"Papa Francesco spesso richiede un dialogo schietto e senza paura tra tutti i membri della Chiesa nelle questioni riguardanti il bene spirituale delle anime "

A che gli serve un dialogo schietto e senza paura tra tutti i membri della Chiesa , per stilare l' elenco dei buoni e dei cattivi ?

5+1 = 6 ha detto...

http://sinodo2015.lanuovabq.it/con-giovanni-paolo-ii-non-cera-bisogno-di-interpretazioni/

Secondo il presidente del Consiglio per la famiglia della Conferenza episcopale polacca, monsignor Jan Wątroba, la decisione dei quattro cardinali che hanno presentato 5 “dubia” al Papa su alcune questioni sollevate dall’esortazione Amoris laetitia, «non [è] riprovevole».
Si tratta, invece, «dell’espressione di una preoccupazione per la corretta comprensione della dottrina di Pietro». Lo ha detto ad una agenzia polacca (KAI), sostenendo che «è un peccato che non ci sia nessuna interpretazione generale e passi un messaggio non chiaro del documento, al punto che si devono aggiungere interpretazioni al documento. Io personalmente – forse per abitudine, ma anche con profonda convinzione – preferisco un interpretazione come era solito fare Giovanni Paolo II dove non c’era bisogno di commenti o interpretazioni del magistero di Pietro»

Anonimo ha detto...

C'é un contrasto fortissimo tra il preambolo CVIIesco (almeno tre citazioni + dialogo, pluralismo di opinioni ecc) e l'affondo con la lama a doppio taglio della verità limpidamente esposta con serena pacatezza.

Ciò che dice questo coraggioso pastore e il modo in cui lo dice mi convince della sua integrale cattolicità e quindi che i suoi preamboli di omaggio al CVII siano solo prudenza (ogni cosa a suo tempo).

Un uomo che é legato a doppia catena a Cristo-Verità, un uomo che osserva il principio di identità e di non contraddizione, un uomo che si esprime con chiarezza cristallina, che costruisce i suoi pensieri unendo Tradizione viva (non vivente, come giustamente precisa Maria)e realtà, secondo il magistero perenne della Chiesa, un uomo che non piega il la Rivelazione ai bisogni dell'uomo ma ritiene che i veri bisogni (eterni, con riflessi nel temporaneo) dell'uomo non possano che essere soddisfatti a partire dalla Verità , non può non avvertire i famosi bachi del CVII. Anzi non può non avvertire l’ambiguità e la fumosità di tutti i documenti conciliari, strumentali al nascondimento e poi alla sovversione della immutabile dottrina cattolica.

La mia preghiera e il mio ringraziamento va ai 4 martiri dei “dubia” e AS, 5° martire in ordine cronologico di esposizione mediatica . In quest’ultimo pongo una speciale fiducia, perché leggendolo veramente mi sembra di sentire, preamboli CVII a parte, la vera e fedele Chiesa, maestra e madre, santa sempre, che, anche nei periodi più bui, non smette di far luce con la luce degli uomini santi, che la misericordia di Dio sempre ci invia.

Anna

rr ha detto...

Monsignor Schneider è cresciuto sotto l'URSS, viene da una famiglia vittima di Stalin. Figuriamoci se ha paura di una Junta sudamericana !

Anonimo ha detto...

Mi unisco al Deo gratias per quest'altra presa di posizione di un altro Cardinale.
Molti si chiedono il perchè tanti altri hanno paura di uscire allo scoperto.
Certo, le motivazioni saranno tante, ma noi occorre pregare per loro e per la Chiesa (attenzione, il mio è un auspicio che faccio a me stesso che mi sembra di non pregare mai abbastanza, non un'accusa). Vorrei che non giudicassimo con severità chi ha paura, chi stenta ad uscire allo scoperto.
Spesso ci ricordiamo, a proposito della Passione di nostro Signore, solo del tradimento di Giuda e del pavido Pietro che giunse a rinnegare il Cristo.
Dobbiamo ricordarci però anche degli apostoli, dei discepoli che in quei tre giorni si barricarono in casa impauriti per la loro sorte.

Giuseppe M.

mic ha detto...

Dobbiamo ricordarci però anche degli apostoli, dei discepoli che in quei tre giorni si barricarono in casa impauriti per la loro sorte.

Sì. Ma il Signore non era ancora Risorto!

Anonimo ha detto...

"Sì. Ma il Signore non era ancora Risorto!"

E lo Spirito Santo non era ancora sceso.

Anonimo ha detto...

Giusto Mic.
Ma io non li sto giustificando, sto cercando di capirli.
Gli apostoli, è vero che non avevano ancora visto Signore Risorto, ma è anche vero che avevano avuto un rapporto diretto e personale con il Signore.
Ma, ripeto, non voglio giustificare così la "paura" dei cardinali, vorrei solo che noi fossimo guidati da maggior affetto e comprensione nei loro confronti.
Non mi riferisco a questo blog, ma a commenti durissimi che leggo in altri blog. Commenti che mi fanno pure un pò paura perchè sembra che molti di questi siano schiumosi di rabbia, che abbiano emesso una sentenza di condanna inappellabile verso i pavidi che non gridano dai tetti.
Comunque anche adesso non sono sicuro di essermi spiegato, vorrei solo che il nostro giudizio non sia solo accecato da severità, ma mitigato dall'affetto per la Chiesa Cattolica in tempesta che oggi sembra fare acqua da tutte le parti.
Ma arriverà ad un porto sicuro e navigherà in acque placide e tranquille.
Sono così stanco cara Mic

Giuseppe M.

Anonimo ha detto...

http://www.farodiroma.it/2016/11/24/rinviato-a-giudizio-padre-manelli-ma-le-accuse-per-gli-abusi-sessuali-risultano-prescritte/

Finanche in questa notizia si prende di mira una certa parte della chiesa, giustamente a destra....
La foto...il post scriptum riferito alla stessa....
Rova da matti! I giornalidi regime!

Felice ha detto...

Dobbiamo ricordarci però anche degli apostoli, dei discepoli che in quei tre giorni si barricarono in casa impauriti per la loro sorte.

Non solo il Signore non era ancora Risorto, ma lo Spirito Santo non era ancora sceso. Questa situazione per la Chiesa è assai simile alla Passione di Gesù.

S. Eutizio ha detto...

Non capisco proprio l'aspettativa di tanti. Per me già è un miracolo che 5 cardinali abbiano preso questa posizione,coraggiosissima,e qualche altro vescovo abbia espresso consenso e simpatia. Sento parlare di preti (addirittura a migliaia) che dovrebbero venire allo scoperto. E perché mai? Chi gielo chiede? Ma li conoscete i Kattolici che frequentano le parrocchie, movimenti ed associazioni? Cloroformizzati da anni di indottrinamento modernista, cresciuti a pane e ammoore e accoglienza. Senza dottrina, senza cultura,senza coraggio, senza orgoglio, tali e quali ai loro parroci senza vocazione, senza dignità,senza abito talare, depressi spiritualmente e repressi come uomini, ridotti a fare gli animatori socio religiosi. Ma chi glielo fa fare, dove trovano il coraggio e la forza? Questi svolgono un mestiere finché dura. Al mio parroco ho chiesto di prendere una posizione, mi ha risposto "non mi è richiesto e non mi compete". A parte chiedere soldi per la karitas, l'oratorio, il dopo compiti,il campo estivo e quello invernale, il grest, le cene alpha....cosa compete a questi cattoragionieri? Mi raccomando censura anche questa!

Pietro C. ha detto...

Un commento all'attuale situazione del Cattolicesimo. Prendetelo come uno stimolo positivo. http://traditioliturgica.blogspot.it/2016/11/nelloccidente-cattolico-dove-sono-i.html

Anonimo ha detto...


@ I numeri dell'eletta schiera

Ai quattro cardinali si sono aggiunti due vescovi, finora. Sono sei. Aggiungerei anche le dichiarazioni (sia pure in un'intervista) di mons. Livi, decisamente critiche della AL e di aperto appoggio all'azione dei quattro. Diciamo allora: 7. Pochi, eh? Davide contro Golia, non c'e' dubbio. A vincere tuttavia fu Davide, perche' Dio era con lui.
Percio', animo: la battaglia decisiva e' appena cominciata. Ricordiamoci di questa data: 19 settembre 2016, giorno in cui furono mandati i cinque Dubia al Papa. Non per questioni di "numerologia" piu' o meno cabalistica ma perche' restera' nella storia della Chiesa. PP

Anonimo ha detto...

“Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male”, così la Parola di Dio. E come non vedere la tenace ostinazione a non voler rispondere ai dubia che con garbo e zelo quattro Cardinali hanno posto?

Lo hanno fatto prima privatamente, restando totalmente ignorati, poi seguendo quello che Gesù ci insegna nel Vangelo, lo hanno fatto pubblicamente. Ma ancora ostinato silenzio.

A volte anche il silenzio è terribilmente arrogante. E superbo.


https://linformatoreweb.wordpress.com/2016/11/24/lostinato-silenzio-verso-i-dubia-posti-dai-cardinali/

Anna

mic ha detto...

Finanche in questa notizia si prende di mira una certa parte della chiesa, giustamente a destra....

Bisognerebbe evitare di usare, a proposito della Chiesa, categorie politiche, tipo destra e sinistra....
Quanto al sito di cui al link è tra i più allineati, con la caratteristica del linguaggio fumoso e di parte senza argomenti.

Aloisius ha detto...

E'il caso di dire che si contano sulla punta delle dita: cinque dubia e cinque cardinali.
Hanno colto nel segno, i regnanti non sanno che pesci prendere.
Sembrano i farisei con Gesù, non reggono sul piano della logica e del cuore, e reagiscono tramando nell'ombra, in modo calunnioso e vile.

Oggi si lavora diversamente, ma le trame per ostacolare i cinque dell'Ave Maria (alla lettera) saranno identiche a quelle dei farisei.
Niente fratellanza, niente misericordia, niente dialogo, niente accoglienza.

Ilario di Poitiers:
"Noi non facciamo la pace a spese della verità facendo concessioni al fine di acquisire la reputazione di tolleranti. Facciamo la pace combattendo legittimamente secondo i precetti dello Spirito Santo. C'è il rischio di allearsi furtivamente con l'incredulità sotto il bel nome della pace". (Hil. Ad Cost ., 2, 6, 2).

Straordinario ritratto della situazione attuale!
L'ultimo capoverso, in particolare, rappresenta in pieno il papato di Francesco, che si allea, manco tanto furtivamente, anzi platealmente, all'incredulita', nonché alle ideologie opposte al Vangelo.
Sono curioso di sentire cosa dira', o se tacera'.

Silvano M. ha detto...

Socci ci fa sapere che la Chiesa polacca sostiene i cardinali che esprimono dubbihttp://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/11/24/news/papa-vescovi-polonia-amoris-laetitia-giovanni-paolo-ii-107457/

Japhet ha detto...

I vescovi polacchi: “Con Giovanni Paolo II non c’era bisogno di interpretare il magistero di Pietro”
Il presidente del Consiglio per la famiglia della locale conferenza episcopale appoggia la lettera su Amoris laetitia inviata al Papa: “Domande legittime”
di Matteo Matzuzzi

Roma. Il dibattito sull’esortazione post sinodale Amoris laetitia è all’insegna della parresia più spinta come poche altre volte si era visto nei tempi recenti della chiesa. Dopo la pubblicazione dei Dubia e della lettera con richiesta di chiarimenti che quattro cardinali (Carlo Caffarra, Raymond Leo Burke, Walter Brandmüller e Joachim Meisner) avevano inviato lo scorso 19 settembre al Papa senza ottenere risposta, altri porporati e vescovi sono intervenuti nel dibattito, chi accusando di fatto i quattro di essere un manipolo di congiurati, chi prendendone le difese e rilanciando le perplessità sul documento pubblicato dal Papa pochi mesi dopo il Sinodo.

Se il titolare del dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, il neo cardinale Kevin Farrell, ha detto a mezzo stampa che il Pontefice non deve rispondere proprio a nessuno e che il testo di Amoris laetitia è chiarissimo – rimproverando anche il connazionale Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia, di aver presentato ai fedeli della sua diocesi linee-guida non in sintonia con le aperture romane – è dalla Polonia che è arrivato il sostegno più rilevante (e simbolico) a favore dei quattro cardinali. Mons. Jan Watroba, presidente del Consiglio per la famiglia della Conferenza episcopale polacca, infatti, ha definito “non riprovevole” la pubblicazione della missiva di Caffarra, Burke, Brandmüller e Meisner. Anzi, si è trattato “dell’espressione di una preoccupazione per la corretta comprensione della dottrina di Pietro”.
Io, altri vescovi e parroci siamo sopraffatti da queste o simili domande”, ha aggiunto il presule, a giudizio del quale “è un peccato che non ci sia nessuna interpretazione generale” del documento e che passi un messaggio “non chiaro”, al punto che bisogna “aggiungere interpretazioni”. “Io, personalmente – ha chiosato Watroba – forse per abitudine ma anche con profonda convinzione, preferisco un’interpretazione tale (come era solito fare Giovanni Paolo II) dove non c’era bisogno di commenti o interpretazioni del magistero di Pietro”.

Carmelo G. ha detto...

Carissima dott.ssa Maria Guarini, la ringrazio con tutto il cuore ... che sollievo per l'anima questo articolo! Sento il dovere di pregare per lei, per il prezioso lavoro che svolge ... grazie ancora ... Gesù e Maria aiutateci!

Japhet ha detto...

http://www.onepeterfive.com/third-bishop-comes-defense-four-cardinals/

Catholicus ha detto...

@ S. Eutizio : magistrale descrizione del parroco "tipo" dell'attuale chiesa bergogliana :pavido, colluso, appiattito su incombenze burocratiche, completamente alieno da ogni pur minimo slancio di zelo apostolico, di amore per Dio e per la salvezza delle anime a lui affidate. Mi ricorda il mio parroco (ottantenne, ex insegnante, di profonda cultura) a cui tempo addietro chiesi cosa ne pensava della querelle tra il "pro multis" ed il "pro omnibus" nella Messa; apriti cielo! era quasi scandalizzato, riteneva ovvio e chiaro per tutti che Dio avesse pregato per tutti, perché tutti fossero salvi, e mi snocciolò una sfilza di citazioni (sicuramente manipolate dai vaticansecondisti), concludendo poi con un bel "per fortuna abbiamo Papa Francesco" ! e ha 10 anni più di me, ha frequentato il seminario ai tempi di Pio XII, come ha potuto farsi fare il lavaggio del cervello ? mistero. Da allora non gli ho chiesto più niente che avesse attinenza alla religione, gli parlo soltanto del tempo, del traffico, della famiglia, e non vado più alle sue messe.

Pietro C. ha detto...

... ha frequentato il seminario ai tempi di Pio XII, come ha potuto farsi fare il lavaggio del cervello ? mistero. Da allora non gli ho chiesto più niente che avesse attinenza alla religione, gli parlo soltanto del tempo, del traffico, della famiglia, e non vado più alle sue messe...

È la stessa e identica cosa che faccio io nei riguardi di preti simili.

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente la descrizione del parroco "tipo" e di molti fedeli dell'attuale chiesa bergogliana. Purtroppo, non mi ero reso conto, prima di tre anni fa, di come ci fossimo ridotti. Se non rimanesse la speranza per la promessa di Dio, ci sarebbe davvero da disperarsi perchè risorse umane non se ne vedono!

Anonimo ha detto...

“Questa confusione preoccupante è un dato assolutamente reale. Posso poi sostenere che sia nel mio ruolo di professore sia di pastore riscontro una crescente divisione alimentata da questa confusione. Perciò penso che l’intervento dei cardinali a precisare i loro dubbi sia un atto di carità lecito e anche giusto nei confronti del Santo Padre, il quale, è bene ricordare, ha il compito di custode della dottrina.”
(George Woodall, professore di teologia morale e di bioetica alla Regina Apostolorum di Roma)

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dubia-appellolecito-per-salvare-anime-18091.htm

Anonimo ha detto...

il Papa, essendo assolutamente convinto di essere ispirato dall'alto in quello che dice e in quello che fa, ignorerà ogni voce contraria, la considera critica ingiustificata, insubordinazione, mancanza di riguardo; potrà mai smentire ciò che ha fatto o scritto!? Perderebbe credibilità o la faccia, come si suol dire... se i quattro cardinali sono sulla scia della verità, quali alternative rimangono al Pontefice!? Eppure una presa di posizione dovrà pur esserci, perchè non c'è nessuna intenzione di resa dall'altra parte e perchè assolutamente si deve fare chiarezza per il bene elle anime e per non rendere la vita difficile, complicata a chi lavora nel campo della pastorale famigliare e non.

Anonimo ha detto...

Ora io non so, è certamente vero che la saggezza umana non è la sapienza divina...ma dico io, se non avessimo dato (al di là dei disastri ecclesiali dell'ultimo mezzo secolo) pari cittadinanza a tutte le opinioni saremmo mai arrivati a questa difformità di interpretazioni partendo da uno stesso testo? Prima i preti spudorati filo luterani a trento poi i dubbi e i casini sulla amoris laetitia e il mio vescovo che dice che bisogna rievangelizzare andando per le case come i testimoni di Geova...cosa ci vuole ancora per capire a che punto è la protestantizzazione del Vaticano?MD

S. Eutizio ha detto...

Non pretendo che tutti i post che invio vengano pubblicati. Anche perché tengo per buono il vecchio detto "ciascuno è padrone a casa propria". Ma completavo, in risposta a Catholicus, la descrizione dell'ambiente dei chierici e dei laici da un decennio a questa parte,di chi ci ha vissuto e ci vive dentro, alzando la voce e facendosi odiare,con l'annunzio e la testimonianza nel solco della tradizione. Una voce anche ascoltata,sia pure non da tutti e forse da pochi. Senza ritenersi né elite ne cosca, come è costume nell'ambiente kattolico modernista e tradizionalista. Non so se l'ha disturbata il riferimento a don Elia ed allora le spiego meglio.Lo stesso percorso e discernimento che ha fatto Lui come sacerdote l'ho fatto io da laico.Entrambi vittime dell'insegnamento modernista, l'uno del seminario l'altro della predicazione delle parrocchie e dei movimenti. Entrambi vittime di maestri che abbiamo scoperto depressi, che la loro depressione ci trasmettevano. Tutto qui e siccome a chi mi apre gli occhi e mi salva dico grazie,per me don Elia è una grazia.

mic ha detto...

Anche dal Regno Unito:
Catholics everywhere should be grateful for the four cardinals’ appeal

http://www.catholicherald.co.uk/commentandblogs/2016/11/24/catholics-everywhere-should-be-grateful-for-the-four-cardinals-appeal/

Rr ha detto...

E se leggeste certi commwmti su FB, vi cadrebbero ancora di più le braccia. L'ignoranza che regna sovrana sui fondamenti della nostra Fede è spaventosa. Ma proprio sull'ABC, non è necessario essere laureati in Teologia per capirlo. Ignoranza e assenza totale di spirito critico.
Se veramnte in Vaticano vuole la riabilitqzione di Lutero, l' otterrà, e la stragrande mggioranza dei fedeli andrà loro dietro, senza chiedersi nulla, semplicememte perché ignorano tutto, ma sanno che il Papa, sempre scelto direttamente dallo Spirito Santo, ha sempre ragione (apparentemente gli altri dogmi e cardini dottrinali li ignorano, ma il dogma dell infallibilità lo conoscono, a modo loro, s'intende).

Anonimo ha detto...

Il Vescovo di Mostar ricorda ai sacerdoti della sua diocesi le parole di san Paolo nella prima lettera a Timoteo , di non farsi complici dei peccati altrui
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-medjugorje-niente-comunione-a-divorziati-risposati-18157.htm