Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 17 novembre 2016

Uno strano Concistoro senza incontro con i Cardinali da tutto il mondo. Per non rispondere ai “Dubia”?

In ogni giorno che passa si dipana un tassello della tormentata storia dell'attuale temperie ecclesiale. Ecco il più recente rivelato da Marco Tosatti.

Sabato si svolgerà uno strano Concistoro. Strano perché, a differenza delle altre due occasioni precedenti, il Pontefice non vedrà i cardinali convenuti a Roma nei giorni precedenti.
Un Concistoro per la creazione di nuovi porporati è un avvenimento molto speciale, nella vita della Chiesa; anche perché tutti i cardinali che possono farlo vengono a Roma in quell’occasione, per dare solennità all’evento in cui si creano i nuovi principi della Chiesa, gli speciali collaboratori e consiglieri del Papa.
Ѐ anche un’occasione speciale per il Pontefice; per vedere riunito intorno a sé il Collegio, compresi quelli che di rado giungono ad limina apostolorum, per ricevere informazioni, scambiare idee e percezioni, e mandare messaggi.

Così è stato nelle due precedenti tornate di creazione di cardinali nel regno del Pontefice regnante.
Nel 2014 tutti i porporati, residenziali e di Curia, hanno passato due giorni con il Papa, il 20 e il 21 febbraio, prima della cerimonia ufficiale di consegna del cappello cardinalizio, avvenuta il 22 febbraio.
Lo stesso modello si è ripetuto l’anno scorso, sempre a febbraio. Anche in quell’occasione il Collegio si è riunito cum Petro il 12 e il 13 febbraio, prima della cerimonia ufficiale del 14 febbraio.

Quest’anno invece la riunione con tutti i porporati non ci sarà. Il programma prevede solo la cerimonia di creazione dei nuovi porporati, nella basilica di San Pietro, alle 11 di sabato 19 novembre, e la messa il giorno dopo. Il pomeriggio di sabato dalle 16.30 alle 18.30 sono previste le visite di cortesia, “di calore” come recita il gergo curiale.

E siamo alla chiusura di un Anno Santo voluto fortissimamente dal Pontefice. Quale migliore occasione ci sarebbe stata per discutere di un tema importante come la Misericordia davanti al Collegio dei suoi consiglieri?

Non è stata data nessuna spiegazione ufficiale, a nostra conoscenza, di questa singolare anomalia. E allora facciamo un’ipotesi.

A settembre quattro cardinali si sono fatti espressione di un sentimento molto diffuso nella Chiesa – e certamente anche nel Collegio – e hanno scritto una lettera imbarazzante al Papa e al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Una lettera che – in assenza di una risposta qualsiasi da parte del Pontefice – hanno deciso di rendere pubblica nei giorni scorsi.

Ѐ chiaro che il Pontefice non ha voluto rispondere – e non vuole rispondere – alle domande formulate secondo un preciso schema teologico sotto forma di “dubia” che non ammette svicolamenti e scappatoie nella replica.

Ed è probabile, a nostro parere, che il quesito si sarebbe ripresentato nel corso di un incontro con il Collegio cardinalizio; non solo da parte dei firmatari della richiesta di chiarimenti, ma anche forse da parte di altri porporati, desiderosi di un parola risolutiva da parte del Pontefice.

Ecco, noi pensiamo che proprio per questo nel Concistoro di Novembre non è stato previsto un incontro collegiale con i porporati. Avrebbe potuto avere risvolti davvero imbarazzanti per il Pontefice. E ha preferito evitare…

34 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusate, ma sull'elogio dell'eresia luterana consumatosi in Svezia, i nostri quattro eroi non hanno nulla da dire? Solo l'Amoris Laetitia non andrebbe bene? Si sono accorti che Bergoglio ha ringraziato Dio per l'eresia luterana??? Ha ringraziato Dio per uno dei mali più grandi della Storia della Chiesa!!! Penso che l'AL possa passare per un attimino in secondo piano, noooo? Oltretutto in materia di Sacramenti, è da decenni che ognuno, tra chierici e laici, fa a modo suo: solo adesso si pone il problema?

mic ha detto...

Sono d'accordo. Ma intanto sono state poste delle basi e sostanzialmente è stato varcato un Rubicone al quale sembrava non dovessimo mai arrivare... Intanto non chiama in causa solo l'AL ma il modo di intendere l'"intrinsece malum" et alia. Ed è una base che fa sì che la questione non finisca qui.
Peccato che la vulgata egemone alimenti la gogna mediatica parlando di atteggiamento scismatico (Introvigne) e di azione "contro" il Papa... Quando bastava leggere le motivazioni così prudentemente e rispettosamente (anche se fermamente) formulate. Ma non c'è peggior sordo di chi NON VUOLE intendere.

rr ha detto...

Non c'è peggior sordo...soprattutto se l'argomento tocca questioni personali, personalissime assai...

Alessandro Mirabelli ha detto...

Sarà uno strano concistoro perché il Papa teme che ci sia una rivolta contro di lui su tanti temi,,teme che i. Ardi ali gli rigirino i denti. Quanto alla commemorazione di Lutero, beh ... di stupidaggini in questi quattro anni il Nostro ne ha fatte e dette tante. Sicuramente quanto a priorità viene l'amoris confusio. Diamo tempo al tempo. A piccoli passi si sta arrivando al redde rationem per questo Papa. Anche su Lutero gli chiederanno conto.

Annarè ha detto...

Ancora aspettano risposte? ma che agiscano. Sembra si siano accorti solo ora che qualcosa non va. Chiussà perchè sono decenni che la FSSPX manda in giro i suoi camionisti, ops sacerdoti, a fare Km su Km, per portare dottrina, S.Messa e sacramenti, sarà perchè la crisi c'è da un bel pezzo? Si stanno svegliando solo ora e chiedono anche risposte a chi è chiarissimo nello svolgere a pieno quello che il CVII ha insegnato? Non se ne sono accorti che Bergoglio sta dando le mazzate finali, dove i suoi predecessori più signorilmente hanno minato le fondamenta e fatte detonare?
Intanto mentre i guerrieri di S. Madre Chiesa si svegliano lentamente (e molti rimangono in letargo, perchè la primavera promessa non è ancora arrivata), pochi buoni sacerdoti, continuano a fare il loro dovere tra varie peripezie.

Josh ha detto...

Ora c'è anche l'OARCPF (Osservatorio per l'Attuazione della Riforma della Chiesa di Papa Francesco), libera iniziativa di un gruppo di laici cattolici a sostegno del pontificato di papa Francesco. Ne parla qui:

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/11/15/sodalitium-franciscanum-un-covo-di-spie-a-cattivo-servizio-del-papa/

"C'è un precedente di un secolo fa al quale la memoria corre.
Si chiamava "Sodalitium Pianum". E se sul modello di quel "Sodalitium Pianum" nascesse oggi un "Sodalitium Franciscanum"?
Contro i modernisti dell'epoca il primo, contro gli antimodernisti di oggi il secondo."

Anonimo ha detto...

Come volevasi dimostrare... non risponderà mai.

Anonimo ha detto...


@ Perche' i 4 cardinali hanno dovuto agire cosi'.

L'elogio a Lutero, Papa Bergoglio l'ha fatto parlando a braccio in aereo. Non ci si poteva basare su un "testo" fornito in questo modo, parlando si' vestito da Papa e in missione ufficiale ma come individuo privato, in quel momento e in quel modo.
Il "chiarimento" andava richiesto sulla base di un documento di magistero, un atto ufficiale, di governo. Anche perche' la grande confusione che regna in campo matrimoniale ha la sua origine soprattutto da quel documento.
I 4 cardinali hanno seguito la corretta procedura della Chiesa in questi casi, anche se si tratta qui di un caso rarissimo, se non unico, coinvolgendo esso il Papa. Chiedere dei chiarimenti tramite la Congreg. della Dottr. della Fede (CF) e' prassi plurisecolare. E' come se si chiedessero al Papa, che risponde tramite il cardinale prefetto della CF. Non credo sia mai accaduto che la CF (ex Sant'Uffizio) abbia ignorato un quesito, che pone sempre la richiesta di un chiarimento dottrinale. Qui invece il Papa non ha finora risposto, tramite il cardinale Mueller, attuale prefetto.
Il fatto e' che non gli e' facile rispondere perche' la richiesta di chiarimenti lo mette da un lato in contraddizione con se stesso, se risponde ribadendo la dottrina di sempre; dall'altro con la dottrina di sempre, se risponde ribadendo se stesso, ossia quello che ha scritto ed autorizzato nella AL.
Il documento e' scritto molto bene e mostra la mens di quattro autentici cardinali, principi della Chiesa. Chiede in sostanza al Papa di riaffermare che certi principi fondamentali della morale cristiana sono ancora validi, dal momento che il suo documento rende possibile una prassi antinomica cioe' contraria a questi stessi principi: contro la legge (nomos) rappresentata da questi principi, immutabile perche' di origine divina. Una richiesta terrificante, a ben vedere, perche' essa contiene l'accusa implicita al documento del Papa di aver propalato o comunque favorito l'errore dottrinale e persino l'eresia. Ma assolutamente fondata per quello che si trova in certi paragrafi del documento, ben noti e citati nei Dubia.
"L'aspettar risposte" non e' qui una perdita di tempo, ma l'atteggiamento necessario di chi ha fatto domande alle quali e' impossibile non rispondere ed anzi non rispondere nel modo dovuto, cioe' secondo la dottrina di sempre della Chiesa. E poiche' la pastorale del Papa non e' nel caso di specie conforme alla dottrina di sempre della Chiesa, che anzi ne esce distrutta, ecco che lui sta zitto. Pero' anche il tacere non e' indolore: manifesta una grave omissione da parte del Papa e puo' esser inteso come un acconsentire di fatto all'errore, che continua ad imperversare nella prassi. Percio' il card. Burke, eminente canonista, ha fatto sapere che si sta studiando come superare l'impasse del silenzio pontificio: con la misura eccezionale della censura dottrinale grave nei confronti del Papa, ad opera dei cardinali o di una parte di essi, la "pars sanior". Questa misura non deporrebbe il Papa ma lo delegittimerebbe sul piano morale e quindi religioso. PP

Catholicus ha detto...

Come ho fatto tempo fa per la lettera scritta a Bergoglio dal prof. Pranzetti dopo la cerimonia svedese di Lund, vorrei adesso segnalare un’altra bellissima e ammirevole lettera, scritta stavolta da un laico belga, titolare di un blog cattolico; anch’essa è diretta a papa Francesco, per comunicare la propria dissociazione dalle sue parole e dal suo comportamento, apertamente e meticolosamente confutati :
https://apostatisidiventa.blogspot.it/2016/11/cio-che-molti-pensano-in-sordina.html
Lettera aperta a Papa Francesco
di Jean-Pierre Snyers
tratta dal sito “Riposte catholique ”
11 novembre 2016
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1720_Snyers_Lettera_aperta_a_Papa_Francesco.html

Alessandro Mirabelli ha detto...

@ Paolo Pasqualucci.
Eminente risposta la tua. Mi spieghi per favore qual è la differenza fra errore dottrinale ed eresia? Non sono la stessa cosa? L'eresia è sempre erronea.

Luisa S. ha detto...

E lui li scomunicherà e siccome il popolo non è più quello dei tempi di S. Attanasio che faremo?

Sacerdos quidam ha detto...

Seguendo il commento di 'PP' qui sopra: il silenzio di Papa Bergoglio non costituisce affatto per lui una scappatoia indolore e sicura.
Questo suo atteggiamento furbesco, come anche il furbesco voler evitare il confronto con i cardinali nell'imminente Concistoro, può essere solo una soluzione momentanea.
Ciò provocherà infatti la preannunciata censura dottrinale pubblica da parte dei 4 Cardinali, e di fronte ad un atto clamoroso come questo anche gli altri membri del Collegio cardinalizio, nonché i Vescovi, dovranno prendere posizione. Necessariamente.
In ogni caso, il caos iniziato ufficialmente col Vaticano II deve terminare, in un modo o nell'altro: dopo 50 anni la situazione non è più sostenibile.

Anonimo ha detto...

Un tempo i vescovi si azzuffavano nei concili. La crisi scoppiava lì e poi era pace. Con il Vaticano II si è preferito non far scoppiare alcuna crisi nel concilio e si ha cercato il massimo consenso possibile. Ma siccome le basi erano ambigue (quanto meno) la crisi è scoppiata dopo. Che ora divenga sempre più palese fino ai massimi livelli lo ritengo provvidenziale perché diverrà chiaro a tutti cosa sta succedendo. Solo così si potrà iniziare a cambiare la situazione. Temo quanto oramai si sta diffusamente dicendo: il cattolicesimo si ritroverà ridotto e spaccato in "obbedienze" tradizionali e in "obbedienze" modernistiche.

Sacerdos quidam ha detto...

"E lui li scomunicherà e siccome il popolo non è più quello dei tempi di S. Attanasio che faremo?"

S. Atanasio avrebbe difeso la Fede in ogni caso, con o senza il popolo. E anche noi faremo così.

Aloisius ha detto...

Ribadisco la mia ammirazione per il card. Brurke e gli altri tre cardinali, che hanno reagito nel modo più giusto, rispettoso, centrato, prudente e nelle giuste modalità formali e formale e soetanziale.
Che Dio li benedica, li fortifichi e li illumini.
La reazione tanto auspicata è arrivata nel modo più giusto: meglio tardi che mai.
Preghiamo assai per la Chiesa, perché lè intenzioni del papa tornino ad essere conformi alla Volonta' di Dio.

Anonimo ha detto...


@ Sul rapporto tra errore ed eresia

Ringrazio per l'apprezzamento. Per quanto sta a me, posso cercare di esporre il concetto come l'ho capito e salvo errore. La definizione di eresia si trova nel Codice di diritto canonico (CIC) del 1983 e riprende quella del codice precedente, del 1917. Can. 751: "Vien detta eresia l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verita' che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa; apostasia, il ripudio totale della fede cristiana; scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti".
L'eresia e' evidentemente un errore nella fede che diventa o s t i n a t o . Quindi: non ogni errore nella fede e' eresia mentre l'eresia e' sempre un errore. Un errore che in se' consiste o 1. di una "negazione" della verita' di fede o anche 2. del "dubbio" su di essa. Pero' sia la negazione che il dubbio devono essere "ostinati". Inoltre, la verita' negata deve essere "di fede divina e cattolica", frase tradizionale con la quale si indica un vero e proprio dogma della fede.
La definizione dell'eresia appare lineare. La situazione potrebbe apparire piu' complessa quando si tratti di determinare "l'ostinazione". Ci si puo' chiedere: perche' "l'ostinazione"? Perche' si puo' errare anche in buona fede, ci sono stati erranti che, di fronte a convincenti dimostrazioni,hanno ritrattato il loro errore. O che sono morti prima di essere condannati per quell'errore, senza esser stati accusati in vita di ostinazione nello stesso. Ci sono stati invece quelli che non hanno voluto sentir ragioni. Questi sono i veri eretici.
Il caso classico e' quello di Lutero. Comincio' la sua ribellione nell'ottobre del 1517 ma la bolla che lo condannava come eretico fu emanata il 15.6.1520 quasi tre anni dopo. Perche' tanto ritardo? Solo per motivi accidentali, politici, etc.? No. Si tento' di farlo ragionare, ci furono diverse dispute sia private che pubbliche con lui da parte di inviati del Papa. Non ci fu niente da fare.
C'e' poi un altro aspetto. L'ostinazione dell'eretico, da chi deve esser dichiarata, per aver valore di condanna effettiva, con la relativa pena, che e' la scomunica latae sententiae o ipso iure, cioe' per il solo fatto di esser eretico (can. 1364 e can 1336 per le ulteriori pene comminabili a un reo che fosse chierico). Deve esser dichiarata dall'autorita' ecclesiastica. L'ostinazione nell'errore viene considerata indice o segno della presenza nel reo dell'animus dell'eretico e quindi di una volonta' malvagia a deviare, che fa emergere il peccato di eresia. E questo e' appunto l'eretico in senso formale (cosi' ho capito) che cioe', con la sua pervicacia, realizza nella sua forma compiuta la volonta' di errare contro la verita' di fede (forma dat esse rei). L'eresia in senso materiale sarebbe invece costituita dal contenuto erroneo delle sue credenze, la materia teologica, per cosi' dire, che il soggetto organizza in modo sbagliato nella sua mente. Cosi' se, per dire, mi mettessi a discutere dubitando di un qualsiasi dogma di fede, questo non mi renderebbe di per se' ancora eretico in senso formale. Comincerei ad esserlo ma in senso materiale, a causa del contenuto delle mie affermazioni, dal quale posso ancora emendarmi se ritorno sulla retta via.
Da tutto cio' si capisce la difficolta' di condannare un Papa per eresia, in senso formale voglio dire. PP

Anonimo ha detto...

Bergoglio ha come punto di riferimento privilegiato, esclusivo da tenere in considerazione e con cui dialogare solo quello degli ambienti progressisti alla Scalfari per intenderci o quelli catto-progressisti e quelli delle altre religioni. Il resto, ciò che era la vecchia Chiesa Cattolica, o quel che ne rimaneva prima di lui, non lo vede nemmeno o comunque lo disprezza scartandolo. E' un mondo che Bergoglio colloca fuori dalla Chiesa, destinato a essere liquidato. Al massimo arriverà uno schiaffo o uno sberleffo.
Miles

berni/exodus ha detto...

Sto ascoltando i TG dalla prima mattinata; non fanno altro che elogiare in continuazione Bergoglio per tutto ciò che ha fatto.
Ormai i mass media sono completamente nelle sue mani che non fanno altro che metterlo su un piedistallo - vorrei solo capire se è lui che ha rimbecillito il mondo, oppure le grandi lobby sono talmente forti da abbattere non solo i 45 oppure le novecentomila firme dei cattolici oppure abbattere anche le richieste pubbliche dei grandi 4 Cardinali.
Ho capito solo una cosa che ormai in vaticano possono contare su tutto e tutti, meno che far sentire la Dottrina Cattolica.
hanno capito che stanno capitolando, si stanno attaccando sui vetri, ma continuano a demolire come ruspe.

Anonimo ha detto...

Intanto ieri e oggi alla Rota Romana è in corso un indottrinamento dei vescovi sui temi dell'agenda. ...

Anonimo ha detto...

Guardate fin dove arriva la superficialità e forse anche l'impostura in questa conclusione prceduta da.
http://people.unipi.it/pierluigi_consorti/quattro-cardinale-dubbiosi/

""... Così – absit iniura verbis – i quattro meschini cardinali appaiono alla mia classe come i sacerdoti di antica memoria, intenti a ricordare le leggi di Mosè, seduti sulla cattedra per giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite. Cercano nella Tradizione scritta quella luce che altrimenti non giunge ai loro cuori.
....
...Molto si potrebbe ancora dire, ma più urgenti questioni richiamano la nostra attenzione. I quattro anziani cardinali che ostinatamente si concentrano sul peccato dei divorziati risposati – mettendo così a dura prova la pazienza dei fedeli – non sanno che cosa si perdono a non gustare la gioia che nasce dall’amore che si vive nelle famiglie, che è giubilo anche della Chiesa.""

La conclusione non vi pare un tantino lasciva?

mic ha detto...

Ecco la risposta:

Papa, intervista di fine-Giubileo. Risposta ai conservatori: "Non protestantizzo la Chiesa"
Bergoglio in tre anni di pontificato non aveva mai parlato con il giornale dei vescovi. E a chi lo accusa, ribatte citando proprio Lutero e la sua reazione alla "tentazione di costruire una Chiesa autoreferenziale, che porta alla contrapposizione e quindi alla divisione"

http://www.repubblica.it/vaticano/2016/11/18/news/papa_francesco_intervista_avvenire-152249699/

mic ha detto...

appaiono alla mia classe come i sacerdoti di antica memoria, intenti a ricordare le leggi di Mosè, seduti sulla cattedra per giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite.

Sulla "cattedra di Mosè", in realtà, sono seduti costoro che cercano scappatoie "per la durezza dei loro cuori", come ha detto il Signore.

Cercano nella Tradizione scritta quella luce che altrimenti non giunge ai loro cuori

Errore: essi cercano la Verità ch'è anche luce e gioia piena, non gioia effimera, non nella Tradizione scritta, ma in quella 'viva' e feconda di eternità da incarnare anziché in quella storicisticamente 'vivente' secondo le mode del tempo introdotta dal concilio (è qui la differenza).
Non cercano la morale della situazione ma quella dei cuori trasformati dalla Grazia, quando si adeguano alla Legge che non muta e che il Signore non ha cambiato, ma ha portato a compimento proprio attraverso la sua azione divino-umana redentrice e rigeneratrice.
E' questo che gli adepti della neo-chiesa dimenticano e rinnegano!

Anonimo ha detto...

"E lui li scomunicherà e siccome il popolo non è più quello dei tempi di S. Attanasio che faremo?"

Ci affideremo come sempre a Dio, che è sempre quello dei tempi di S. Atanasio, prima, e dopo, e sempre.

Semplicemente, man mano che ci avvicineremo alla resa dei conti la situazione diverrà sempre più incandescente. Comunque, insomma, non venite a dirmi che è un caso che questo succeda a fine 2016, con il 2017 alle porte... Quindi...

Che Francesco abbia fatto pubblicare articoli ovunque, pur pieni di cose false, è un bene. Ora tutti i lettori sono informati dell'esistenza del problema e dell'accusa di "protestantizzazione". È vero che ne sono informati male, e che gli ortodossi vengono additati come reprobi, ma penso che sia molto meglio che il problema venga reso evidente piuttosto che ignorato.

--
Fabrizio Giudici

Sacerdos quidam ha detto...

https://www.avvenire.it/papa/pagine/giubileo-ecumenismo-concilio-intervista-esclusiva-del-papa-ad-avvenire

"Papa Francesco: non svendo la dottrina, seguo il Concilio".

Qui Papa Francesco ha - purtroppo - perfettamente ragione: e questo, come è stato già fatto notare, è un po' il punto debole delle argomentazioni dei quattro Cardinali e degli altri 'conservatori'.
E' la Fede che regge la morale, non viceversa. Ora, nei principali documenti del Vaticano II si contraddice, a volte apertamente ed altre in modo obliquo, la precedente dottrina costante della Chiesa in diversi punti (ad es. ecumenismo, liberalismo, collegialità).
E allora, perché mai i novatori non dovrebbero ora proseguire attaccando anche la morale? Non è forse nella logica delle cose? Perché mai dovrebbero fermarsi nel processo rivoluzionario 'vitalistico' e neomodernista inaugurato dal Vaticano II?

Ecco perché è necessario, assolutamente necessario affiancare alle critiche all'Amoris laetitia anche quelle verso le famigerate novità conciliari. Cercare di afferrare un toro per la coda - quella della sola morale - non risolve i problemi (ed è pericoloso).

Anonimo ha detto...

LA risposta, se mai ci fosse stato bisogno di essere più chiari, l'hanno ricevuta, e mo'??? Ritorno ai ranghi come se nulla fosse??? Già godevano di poca credibilità, questa volta verrebbero asfaltati!

http://www.radiospada.org/2016/11/bergoglio-conferma-cio-che-abbiamo-sempre-detto-e-il-cammino-del-concilio-non-sono-io/

mic ha detto...

Queste le sottolineature di Radio Spada (vedi il Foglio e intervista ad Avvenire)
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/11/18/news/papa-francesco-intervista-avvenire-tante-critiche-non-oneste--vogliono-fomentare-divisione-107125/
https://www.avvenire.it/papa/pagine/giubileo-ecumenismo-concilio-intervista-esclusiva-del-papa-ad-avvenire

a) Bergoglio è pienamente consapevole di ciò che compie, non è “mal consigliato”;
b) la dottrina cattolica è per il modernista una “opinione” alla pari di tutte le altre;
c) il rigore cattolico è “rigidità” che – freudianamente – cela un’insicurezza personale;
d) Bergoglio non innova, COMPIE ciò che in nuce era già pienamente contenuto nel Concilio Vaticano II, in barba a chi desidera contrapporlo ai predecessori;
e) conferma appieno la “stima” per l’eresiarca Lutero, senza il minimo ripensamento o sconto;
f) il modernista vede la Chiesa non come società perfetta ma come “processo” e “cammino” in cui nulla è “garantito a priori”.

Felice ha detto...

La differenza tra errore dottrinale ed eresia sta non solo e non tanto nell'ostinazione (anche un errore dottrinale che non sia eresia può essere ostinato), bensì nell'oggetto dell'errore. Nel caso di eresia deve trattarsi di errore o dubbio ostinato su una delle verità centrali della fede (cd verità de fide credenda). Gli errori su verità meno importanti sono sempre cosa grave ma non eresia.

Anonimo ha detto...

Lunedì p.v. uscirà la nuova enciclica del vdr titolo Misericordia misera, verrà illustrata e presentata alla stampa da mons.Fisichella.

Anonimo ha detto...

Deo gratias. Sia un novello '68, '48 fino al 1789 e oltre, in retromarcia rapida con revisione dal 1958 e riforme montiniane.
Aggiungo alla perfetta analisi di Mic l'insegnamento della parrocchia: una volta l'albero portava foglie verdi d'estate perché quello era un tempo, ora le porta blu perché i tempi sono cambiati.

Laura Fabbricino ha detto...

Mi dispiace dirlo con franchezza ma Francesco parla come il ladrone cinico. Propone al Cristo di salvare con la potenza della Misericordia se stesso e l' uomo. Ma Dio salva morendo. Tutta la visione antropologica e falsa-messianica sta nella visione dell' altro ladrone. Che sul serio non voleva stare in croce ma scendere col favore del Re.
L' uomo sfida Dio a dimostrargli la sua Misericordia. La Chiesa non è bianca o nera. Ma santa e soprattutto scarlatta. E beato lui che non perde mai il sonno! Mi sovviene che Gesù rimproverò chi dormiva e non vegliava pregando perché lo Spirito è forte ma la carne è debole. Niente di più vero anche oggi! Francesco giustifica la debolezza della carne dicendo che basta lo Spirito forte. Ma mai...mai...Gesù divide le due cose.
E meno male che si definisce docile allo Spirito! Dormendo.

Anonimo ha detto...


@ Ancora sulla nozione di eresia

Approfondisco la notazione di "Felice", per quanto mi e' possibile.
Che l'eresia sia un errore concernente obbligatoriamente il dogma della fede (verita' de fide credenda) mi sembra di averlo detto chiaramente. Tra l'altro e' precisato anche nell'articolo del Codice di diritto canonico, sul quale mi sono basato ("dubbio o negazione ostinati di una qualche verita' che si deve credere per fede divina e cattolica", secondo la formula tradizionale che si usa per il dogma). Che l'errore nella fede sia come tale cosa diversa dall'eresia mi sembra quindi chiaro dal mio intervento. Credo quindi di aver espresso il nesso corretto nell'aver detto che, se l'eresia e'sempre un errore, non ogni errore e' un'eresia.
Non ho ritenuto di approfondire il punto essendomi invece concentrato a cercare di capire il perche' dello "ostinato". L'ostinazione nell'errore che riguarda il dogma della fede e' evidentemente di fondamentale importanza per la definizione canonistica (giuridica) dell'eresia. E perche' lo e'? Anche se non e' ostinata un'eresia non cessa di esser tale, vale a dire un errore professato pro tempore (mancando l'ostinazione) su una verita' di fede che si deve credere come dogma.
L'ostinazione deve ritenersi fondamentale ai fini della condanna dell'eretico in quanto eretico. La condanna formale dell'eretico in quanto eretico lo individua come eretico in senso formale ma questo non puo' avvenire, secondo la mens della Chiesa, se l'eretico non commette il peccato di eresia. Cioe', se oltre all'errore del suo intelletto non c'e' anche l'errato apporto della sua volonta', vale a dire la volonta' perversa di violare il Deposito, di mantenere comunque la sua opinione contra Ecclesiam. Come fece Lutero.
In tal modo si spiegherebbe la differenza tra eresia in senso materiale e in senso formale, categorie che vengono impiegate diffusamente anche negli interventi in rete. L'eretico in senso formale sarebbe quindi quello che, oltre all'errore dottrinale (contenuto materiale dell'eresia) manifesta anche il peccato di eresia, desumibile appunto dall'ostinazione pervicace nell'andare contro la dottrina di sempre della Chiesa, nonostante i pubblici ammonimenti dell'autorita' ecclesiastica.
Rovistando nella memoria, l'individuazione dell'eresia in senso formale come peccato l'ho letta da qualche parte, forse nel DTC (Dict. de Theol. Cathol.). Guardando invece velocemente ieri nel Bartmann e nel libro del P. Cavalcoli sull'eresia, ho visto che, per quanto riguarda le definizioni, quella dell'eresia e' stata lasciata alla dottrina per cui si hanno diversi modi di intendere l'eresia in senso materiale e in senso formale. Diversi, anche se non necessariamente confliggenti. PP

Anonimo ha detto...

http://confini.blog.rainews.it/2016/11/18/il-legalismo-non-ferma-la-riforma-di-papa-francesco-intervista-ad-andrea-grillo/

mic ha detto...

Grazie PP per le importanti riflessioni su errore ed eresia. :)

Anonimo ha detto...


# Ancora sulle fonti

Prego. Approfitto dell'occasione per riproporre altre fonti, che possono esser utili ai lettori sull'importante e difficile questione.
Abbiamo visto che, nel "Documento dei 45" si usa tutta una terminologia oggi desueta, tipica delle "censure ecclesiastiche": proposione eretica, prossima all'eresia, erronea nella fede, prava, scandalosa, etc. Come orientarsi?
Ho trovato utili riferimenti in OTT, Louis, Precis de theologie dogmatique, tr. fr. Salvator, Castermann, 1954, dell'abbe' Marcel Grandclaudon. Bartmann scrisse la prima edizione del suo manuale nel 1928, Ludwig Ott era suo allievo. Ecco cosa dice sulle "censure teologiche", a p. 24.
"Si chiama censura teologica un giudizio con il quale una proposizione concernente il dogma o la morale e' considerata contraria alla fede o almeno come sospetta [di essere contraria]. A seconda che sia profferita dall'autorita' ecclesiastica o dalla scienza teologica essa consta di un giudizio dell'autorita' giudiziaria [ecclesiastica] o di un giudizio scientifico privato (censura authentica vel iudicialis - censura doctrinalis).
Le censure piu' utilizzate sono le seguenti: propositio haeretica (contraria a un dogma della fede), propositio haeresi proxima (contraria ad una sentenza prossima alla fede), propositio haeresim sapiens o de haeresi suspecta, propositio erronea (contraria a una verita' non rivelata ma in relazione con la rivelazione e definita dal magistero ecclesiastico errore nella fede ecclesiastica o contrario a una dottrina considerata in generale come certa dai teologi, errore teologico), propositio falsa (contraria a un fatto dogmatico), propositio temeraria (che si allontana senza motivo dalla dottrina generale), propositio piarum aurium offensiva (perche' ferisce il sentimento religioso), propositio male sonans (che appare confusa nei suoi termini), propositio captiosa (volontariamente ambigua), propositio scandalosa".
A p. 436-7, elencando chi non appartiene alla Chiesa (i non battezzati, gli apostati ed eretici pubblici, gli scismatici, gli scomunicati da evitare), scrive: "...Anche gli eretici pubblici in buona fede (eretici materiali) non appartengono al corpo della Chiesa ossia alla comunione ecclesiastica. Cio' non impedisce loro di appartenere all'anima della Chiesa, per via del loro desiderio di far parte della Chiesa (votum Ecclesiae) e pertanto di ottenere la giustificazione e la salvezza".
L'eretico in buona fede sarebbe dunque quello "materiale". Quello "formale" sarebbe allora, ne deduco, quello non in buona fede, appunto quello che si e' ostinato nell'errore nonostante i pubblici avvertimenti dell'Autorita', giusta la definizione giuridica dell'eretico. PP