Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 5 marzo 2020

La Chiesa e l'abbraccio mortale dello Stato. Stefano Fontana al Circolo Unità di Vita di Firenze

Venerdì 28 febbraio, alle ore 17.30, Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio Card. Van Thuan, ha tenuto una conferenza a Firenze sul tema “Non c’è autorità se non da Dio”, su invito del Circolo Unità di Vita.
L’incontro si è svolto presso l’antica e bellissima Sala della Maddalena nel Complesso di Santa Croce. L’incontro è stato presentato e guidato dal dott. Marco Brilli, presidente del Circolo organizzatore ed ospitante, ed è stato introdotto dal Canonico Federico M. Pozza, dell’Istituto di Cristo Re e Sommo Sacerdote, nonché priore della Chiesa dei SS. Michele e Gaetano a Firenze. Il Canonico Pozza ha ricordato le origini rivelate del principio a tema dell’incontro e ha richiamato alcuni punti della Summa di San Tommaso, soprattutto la definizione di legge e le indicazioni su cosa fare davanti a leggi ingiuste.
Il Relatore ha dapprima illustrato la posizione del principio Omnis potestas a Deo nel magistero di Leone XIII e, in generale, preconciliare. Ha quindi tratto dal principio alcune importanti conseguenze politiche rispetto al rapporto tra autorità politica e religione cattolica. In un terzo momento ha mostrato come nel magistero conciliare e postconciliare ci siano riferimenti impliciti al principio ma esso non venga più espresso con eguale chiarezza. Infine ha proposte alcune strade per rimanere fedeli al principio nella società di oggi.
Riportiamo di seguito questa quarta ed ultima parte della relazione.

* * *
La fedeltà al principio Omnis potestas a Deo ai giorni nostri

Il principio dell’origine divina dell’autorità politica sembra scomparso ai giorni nostri, dimenticato non solo dal contesto civile ma anche dentro la Chiesa stessa, al punto che riproporlo sembra più che altro una provocazione nostalgica da commiserare. Esso però è irrinunciabile. Senza di esso l’autorità politica rimane senza fondamento ultimo e la società rimane senza governo, dato che altrimenti mancherebbe il Garante dei fini, il primo Legislatore e il supremo Governatore. La cultura politica contemporanea, anche teologica, non sente più questo bisogno e ha dimenticato di aver dimenticato questo principio, dato che ha assunto altre categorie intellettuali con esso incompatibili. Ma oggettivamente il problema non viene così risolto, dato che questa cultura che nega il principio non ci ha ancora detto con cosa lo vuole sostituire o se ormai dobbiamo rassegnarsi a vivere nella società senza un fondamento, come sembra essere la pretesa attuale.

Da questa analisi consegue che bisogna rimanere fedeli al principio e riflettere su quali strade percorrere per attenerci realisticamente ad esso in un contesto sociale ed ecclesiale che lo rifiuta.

Una prima strada utile per orientarci consiste nel continuare a costruire istituzioni cattoliche senza diluire la presenza cattolica nell’anonimato. Oggi ci viene detto che si deve collaborare con tutti e che i cattolici devono operare nel mondo assieme a tutti gli altri, senza etichette e senza muri identificativi. Il principio dell’origine divina dell’autorità ci dice però che senza istituzioni cattoliche, non nasce un popolo cattolico. Quando i cattolici operano nella società indifferentemente, “alla chetichella”, individualmente e in modo disperso e dispersivo, le ripercussioni si fanno sentire anche nell’unità della fede, che viene messa in pericolo. Il popolo cattolico ha bisogno di istituzioni sociali e politiche cattoliche. Anche se, per motivi contingenti, si ritiene finita l’epoca di una religione di popolo e si punta di più su piccole comunità secondo la cosiddetta “opzione Benedetto” [quiqui], ugualmente il respiro deve essere di popolo e, anche nel piccolo, si dovrà dar vita a istituzioni espressamente cattoliche. A ciò dovrebbe condurre di fatto anche la constatazione della persecuzione in atto nei confronti dei cattolici anche nei nostri Paesi liberi. La presenza cattolica viene sempre più interdetta nell’ambito pubblico: la risposta non è di rinchiuderci nel privato, né di diluirci in una presenza indistinta, ma di dar vita a istituzioni cattoliche alternative di tipo economico-finanziario, educativo, produttivo, di solidarietà, di informazione e comunicazione, fino anche a configurare istituzioni direttamente politiche come, per esempio, un “comune cattolico”.

Per venire ad alcuni aspetti più circoscritti, la fedeltà al principio dell’origine divina dell’autorità oggi dovrebbe esprimersi nella scuola parentale e homeschooling con l’obiettivo di tornare a rivendicare così non solo il dovere/diritto dei genitori, ma anche e soprattutto il dovere/diritto della Chiesa a svolgere in via sopra-eminente e primaria il proprio ruolo nell’educazione pubblica. Questo ruolo pubblico della Chiesa nell’educazione è conseguenza appunto del principio dell’origine divina dell’autorità. Certamente l’autorità educativa dei genitori va ribadita in quanto espressione del diritto naturale. Ma il diritto naturale, seppure dotato di una sua legittima autonomia, non riesce ad essere risolutivo, in quanto rimanda al proprio fondamento. È quindi insufficiente rivendicare solo il diritto educativo dei genitori. E se poi questi genitori usano quel diritto in modo contrario alla legge naturale? Dovremo acconsentire, in ossequio al diritto naturale, ad un insegnamento contrario al diritto naturale? Attraverso la scuola parentale deve essere la Chiesa, tramite i genitori, a reimpossessarsi del proprio dovere/diritto originario nel campo educativo.

Un secondo aspetto su cui puntare l’attenzione e l’azione per rimanere fedeli al principio dell’origine divina dell’autorità riguarda la legislazione sul matrimonio. Bisogna prendere atto della incongruità del concordato del 1929-1984 tra la Chiesa e lo Stato italiano nel punto in cui si prevede gli effetti civili del matrimonio religioso. Sarebbe un modo per rivendicare il diritto originario della Chiesa ad esercitare una giurisdizione in questo campo. La cosa avrebbe due utili conseguenze. La prima è di non farsi compromettere nella deriva dissolutoria del matrimonio, dato che lo Stato può sciogliere dal punto di vista civile il matrimonio celebrato in Chiesa dopo soli pochi giorni concedendo il divorzio e sta approvando una serie di leggi distruttive del matrimonio anche sul piano naturale. Continuare a considerare partner affidabile in materia matrimoniale questo Stato significa compromettere la Chiesa. La seconda conseguenza riguarda in positivo la riproposizione di un diritto originario ed esclusivo della Chiesa in materia matrimoniale oggi completamente dimenticato e che deriva direttamente dal principio dell’origine divina dell’autorità.

Infine sottolineo un’ulteriore necessità, quella di sciogliersi dall’abbraccio dello Stato. Oggi la Chiesa tende a concepirsi come una componente della società civile, una formazione sociale, un corpo sociale intermedio che colloca la propria azione all’interno delle leggi civili e della Costituzione. La fretta con cui si è voluta applicare l’ordinanza amministrativa sul coronavirus con la sospensione delle messe, oppure la messa da parte del diritto canonico nel caso delle accuse di abusi con l’accettazione diretta del diritto civile in materia testimoniano un progressivo e radicale allontanamento dal principio che ogni autorità viene da Dio e un riposizionamento inaccettabile della Chiesa rispetto all’autorità politica nel segno della sottomissione.
Stefano Fontana - Fonte

12 commenti:

Su La Verità di oggi ha detto...

Giuseppi ci ha inguaiato nel mondo. Ma forse il virus viene dalla Germania

La cattiva gestione della crisi e le comparsate in tv del premier ci hanno fatto percepire dagli altri Stati come il focolaio da cui parte il pericolo. Ma alcuni scienziati ipotizzano una relazione tra il ceppo di Codogno e quello che infettò un tedesco ben prima del nostro paziente uno: cioè già in gennaio, quando incontrò una collega cinese. Dalla Baviera il morbo si sarebbe poi diffuso in Lombardia

• Il governo crea il caos, poi chiude le scuole
• La Chiesa che rinuncia alla messa rinnega Gesù Cristo
• Le grinfie di Renzi sul gioiello dell’energia

http://edicola.laverita.info/

Anonimo ha detto...

"Oggi il Sinedrio di Bruxelles - mentre l'intero continente trema innanzi ad una epidemia severissima che rischia di portare al Creatore una buona parte della popolazione e prostrare duramente l'economia dei Paesi membri, e ad oriente la proterva politica di un satrapo delinquenziale mette in scacco un Paese come la Grecia, già in ginocchio per via dell'infame Troika che lo ridusse vilmente all'ombra di sè stesso, e con esso i quattro cialtroni di plenipotenziari europei, capaci soltanto di piegarsi ignobilmente innanzi al diktat che strumentalizza in modo vergognoso migliaia di poveri cristi - non trova di meglio che ricevere in pompa magna una mocciosa trecciuta e semianalfabeta svedese con evidenti problemi psichici, manipolata in maniera evidente da oscuri poteri, per accogliere la di lei demenziale proposta di una "Legge sul Clima" onde avere la "neutralità climatica" entro il 2050.
Innanzi a queste cose, non solo per un attimo, sei tentato di pregare Dio che il contagio sia selettivo.
Altamente selettivo e cominci a far giustizia di queste mostruosità inaudite."
https://video.corriere.it/esteri/clima-standing-ovation-greta-thunberg-parlamento-europeo/12715018-5e1a-11ea-8e26-25d9a5210d01

Cit. Alberto Lacchini

mic ha detto...

si ritiene finita l’epoca di una religione di popolo e si punta di più su piccole comunità secondo la cosiddetta “opzione Benedetto” [qui - qui], ugualmente il respiro deve essere di popolo e, anche nel piccolo, si dovrà dar vita a istituzioni espressamente cattoliche. A ciò dovrebbe condurre di fatto anche la constatazione della persecuzione in atto nei confronti dei cattolici anche nei nostri Paesi liberi.

E' un discorso da approfondire anche al di là dell'immediata osservazione che i nostri paesi non sono più liberi...

Anonimo ha detto...

Il titolo "LA CHIESA E L’ABBRACCIO MORTALE DELLO STATO" inverte le cause con gli effetti.
E' la Chiesa che ha abbracciato il mondo con esiti a dir poco perniciosi...

Viator ha detto...

Rende l'idea questa osservazione di Andrea Sandri:

Nelle Università italiane (e non solo) l’appartenenza alla sinistra è generalmente, e salve poche oasi libere e senza gran potere accademico (non necessariamente di “destra”), presunta. Ti si rivolgono come se fossi uno di loro, provi imbarazzo, dai risposte generiche e diplomaticamente cortesi, e, appena si accorgono che stoni nel coro, ti considerano “poco scientifico”. La cosa più grave e triste è che gli studenti spesso non immaginano di che cosa è fatta la salsiccia che gli somministrano. Se tornassero un Bartolo o un San Tommaso non riconoscerebbero quelle cose che continuiamo disgraziatamente a chiamare “Atenei”.

Anonimo ha detto...

Parole che fotografano la decadenza culturale, sociale e spirituale dell'Italia.

EquesFidus ha detto...

Questa, d'altro canto, è la mia esperienza: le Università sono i templi della rivoluzione, quindi salvo eccezioni o si è di sinistra o si è massoni. Quanto detto vale in particolar modo per le facoltà scientifiche, dove la sinistra liberal-comunista è al potere dagli anni '60 e non tollera alcun dissenso. Se si accorgono che non la pensi come loro muori, ti escludono e potresti avere ripercussioni alla carriera; il timore, se sei uno studente, è che potrebbe finire prima ancora di cominciare.

Anonimo ha detto...

Atenei? Senza il "ne"! Atei, bisognerebbe chiamarli!

Da Fb ha detto...

Secondo me questo sarebbe il tempo della preghiera. Il tempo di un atto di fede pubblica. Il momento di una preghiera corale e accorata e non della chiusura delle chiese e della rinuncia al sacrificio di Gesù fonte di guarigione dell'anima e del corpo.
Vedrete che ciò non ci porterà alcun bene.
Poi per dirla con il professor Stefano Fontana e' errata l'idea della Chiesa che obbedisce allo Stato in quanto è ad essa più proprio, e' errata l'idea della Chiesa che si concepisce come un elemento della comunità politica ad essa obbediente e non come il fondamento di quella società politica. In altri tempi essa pensava di essere il Sole che dava luce alla Luna. Poi c’è stata la secolarizzazione e la situazione di fatto è mutata e capovolta. Non sono per un cristianesimo liquido ma identitario. Se il sale perde sapore...

Anonimo ha detto...


Spigolature

--La decadenza delle universita' italiane: e' la stessa di quelle di tutto l' Occidente.
Quelle americane stanno anche peggio, quanto a decadenza culturale e morale. Li' ci sono le minoranze dei non-bianchi o femministe che si rifiutano di studiare classici del passato, in vari campi, con la scusa che si tratta di "vecchi uomini bianchi", prodotto di una societa' "patriarcale", che non hanno nulla piu' da dire, secondo le minoranze. Tipico il recente episodio dell' Universita' di Yale che ha abolito un corso introduttivo molto seguito da tanti anni sulla storia dell' arte, basato in gran parte (per forza di cose) sull' arte italiana del Rinascimento ("troppo bianco, troppo maschile", non ci si vergogna di sparare cavolate del genere). E' solo il trionfo dell' ignoranza e della malafede.
-- L' "l'ipotesi Benedetto" e' da sfigati.
-- Le proposte del prof. Fontana sembrano per certi aspetti astratte. Prefigurano una opposizione di gruppi e gruppetti cattolici all' attuale sistema o un atteggiamento di rifiuto verso intere istituzioni, quali il matrimonio o l' insegnamento, cosa che appare utopistica, quanto alla sua capacita' di creare un sistema alternativo a livello nazionale. Circa il matrim. concordatario del '29 ricordo che allora non c' era il divorzio. Mussolini non poteva abolire il matrimonio civile ma concesse il massimo spazio a quello religioso, con il prete che poteva sostituirsi all' ufficiale dello Stato civile nel deposito dell' atto di m. Certo, per noi cattolici il matr. civile non dovrebbe esistere.
-- Ogni tentativo di restaurare una concezione veramente cattolica della politica e dello Stato, definendo l' origine divina di ogni potere o forma di governo, e' destinato a naufragare finche' la Chiesa cattolica attuale non cambia rotta, non si emenda dalle false dottrine che essa stessa ha fabbricato a partire dal Concilio, assorbendo molteplici aspetti della visione laica del mondo. I preti devono tornare a professare la vera morale cattolica, a condannare gli errori circolanti, a dare al mondo contemporaneo il fatto suo - dopodiche' possono aprire il discorso sulla origine divina del potere e opporsi frontalmente agli Stati laici attuali, responsabili di infinite nefandezze in campo morale e politico.
Sull' origine divina del potere, che risale a Rom cap 13, bisognerebbe pero' chiarirsi bene le idee, per non cadere in equivoci (del tipo: l' unico potere autentico e' quello di un re o imperatore consacrato da un papa, perche' il potere deve avere un fondamento "sacrale", cosa ben diversa e che tende a sfociare in una concezioen magica del potere stesso).
sp

Da Fb ha detto...

Sopra l'abitato di Gazzaniga, più precisamente sopra la frazione chiamata Rova, nella Media Valle Seriana, oggi focolaio del Coronavirus nella bergamasca, c'è il monte Ganda.
Sulla cima del monte Ganda, proprio sul cucuzzolo della montagna, nel XVII secolo i valligiani eressero una piccola chiesa intitolata a san Rocco, in adempimento di un voto fatto quando imperversava la peste. La chiesa era popolarmente chiamata in dialettto Trebülì, in italiano Tribulino.
Dal sito dove c'era quella chiesetta si ha un bellissimo panorama sull'intera Media Valle Seriana, partendo da Alzano Lombardo, poi Nembro, Albino e Gazzaniga, e più in là, la Val Gandino.
Quando ero bambino spesso andavo in quell'area, poichè i miei nonni avevano una baita di montagna proprio in un appezzamento di terreno confinante a quello dove si trovava quella chiesetta. In quei tempi la chiesetta era già diroccata.
Mio zio Augusto Bianchi, marito della sorella di mia madre, oggi defunto, che era ingegnere, diceva sempre che era disposto a progettare una nuova chiesetta, anche gratuitamente, aggiungendo, con un sorriso, che gli sarebbe bastato che si ponesse una targhetta con il suo nome quale progettista. Si interessò presso la Curia vescovile di Bergamo, ma non se ne fece nulla.
Anni dopo qualcuno, interessato ad avere una villa proprio su quel punto che dava sull'intera Media Valle Seriana, comprò il terreno, così si diceva a Gazzaniga, dalla Curia vescovile e fece costruire la casa che si trova anche adesso, esattamente là dove una volta c'era la chiesetta votiva.
Oggi, quindi, la chiesa dedicata al santo protettore contro la peste non c'è più. Il voto a san Rocco degli abitanti della zona per avere aiutato al tempo della peste non è stato rispettato, e questo proprio dalla Chiesa.
Oggi tutta l'area che si può vedere da quel punto è diventata focolaio locale di un'altra, pericolosa epidemia.
Un caso? Può darsi, così come può darsi che non sia un caso.

da La Verità ha detto...

Molti cattolici lombardi non si accontentano delle celebrazioni in tv. E per partecipare all'eucarestia la domenica vanno in Svizzera in piccoli gruppi: «La fede non ha dogane».