Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 15 marzo 2020

Siamo all’abolizione del Sacrificio? - don Elia

Una mattina mi son svegliato… e ho scoperto di esser soggetto a un regime totalitario che ha per complice la gerarchia cattolica, trasformatasi – a quanto pare – in quinta colonna del sistema. È una tirannia peggiore di quelle comuniste, ma si era mimetizzata con un’imbellettatura libertaria. Chi resisteva alla propaganda del pensiero unico ne aveva ben avuto sentore, ma ora la “democrazia” ha di colpo virato verso lo Stato di polizia, in palese violazione dei più elementari diritti dei cittadini. Un intero popolo, senza una giustificazione ragionevole, all’improvviso è stato messo in quarantena da un governo illegittimo [piuttosto che illegittimo diciamo non eletto ma messo insieme da una compagine parlamentare unita contro le istanze sovraniste emergenti -ndr] mentre le guide religiose, come se non bastasse, hanno in pratica colpito di interdetto tutta la nazione e di sospensione a divinis tutti i sacerdoti, proibendo perfino di celebrare le Sante messe coram populo. È pur vero che il popolo, essendo reo di gravissimi peccati in cui persevera ostinatamente, merita ben di peggio; i Pastori, però, non sono certo intervenuti con l’intento di sanzionarli, bensì per supina sottomissione al potere politico, interpretandone i già draconiani provvedimenti in senso ancor più restrittivo anziché tentare di trattarne un’applicazione accettabile: una cosa mai vista nella storia cattolica. A lasciar di stucco, oltre alla paradossalità delle disposizioni ecclesiastiche, è la loro perentorietà, come se il culto di Dio fosse qualcosa di inutile o pericoloso. Una volta annacquata la fede, si oscura pure la ragione e si perde ogni dignità.

Sarebbe certamente assurdo e dannoso negare o minimizzare un’emergenza sanitaria, ma è altrettanto irragionevole prendere misure eccessive, specie dopo aver omesso, quando era il momento, opportune azioni preventive. Non è facile cogliere la logica delle decisioni delle autorità civili, che vanno ben oltre le necessarie precauzioni, ma non sono affatto risolutive. La gente non può riunirsi in chiesa, pur dovendo inevitabilmente frequentare negozi, fabbriche, uffici, stazioni, mezzi pubblici… Sarebbe d’altronde impossibile – nonché irrazionale – fermare la vita di un popolo e interromperne ogni attività in attesa che cessi l’emergenza: i provvedimenti miranti a circoscrivere un contagio hanno dei limiti imposti dal bene complessivo dei singoli come della collettività. Ma sta proprio qui il problema: nella concezione del bene. In una cultura ateo-materialistica la salute fisica assurge a fine supremo ed esclusivo, al punto che, quando è irrimediabilmente compromessa, si prescrive il suicidio assistito. Il benessere attuale dell’individuo rimane l’unico imperativo “etico”, in nome del quale si può pretendere qualsiasi cosa, sacrificando tutto il resto.

Inutile dire che una prospettiva del genere, anche prima che uno contragga una malattia grave, non può indurre che alla disperazione, poiché l’orizzonte dell’esistenza si restringe al godimento, incerto e precario, legato all’istante presente. Che ciò avvenga in una società che ha messo Dio al bando, tuttavia, non sorprende di certo; lascia decisamente più perplessi, invece, il fatto che la conferenza episcopale, con le sue disposizioni, si sia spalmata su questa visione disumana che non solo esclude ogni trascendenza, ma calpesta pure l’uomo riducendolo a bestia. Di molto grave non c’è soltanto il fatto che la gerarchia italiana si getti prona ai piedi del potere civile riconoscendogli implicitamente, in grave violazione del Concordato e della Costituzione, una potestà assoluta persino sul culto divino, ma pure il fatto che, per fronteggiare una pubblica calamità, rinunci totalmente ai mezzi soprannaturali di cui il Signore ha dotato la Chiesa. A parte le apposite processioni e le speciali suppliche cui si è sempre fatto ricorso in casi simili, la protezione più potente deriva dal Santo Sacrificio, che è stato invece sospeso senza alcuna necessità ineluttabile che non sia l’acquiescenza alle gride governative.

Fra i quattro fini della Messa, oltre all’adorazione e al ringraziamento che son dovuti a Dio, ci sono la propiziazione e l’impetrazione. Il Sacrificio di Cristo è offerto dal sacerdote in espiazione dei peccati, che provocano i castighi celesti esponendo l’umanità ai flagelli dell’ira divina, espressione della giustizia retributiva. Il mondo attuale, con i suoi crimini inauditi e la sua ostinata impenitenza, li reclama a gran voce su di sé: l’interminabile sterminio di bambini non nati, la frequente soppressione di malati terminali, la sistematica promozione della sodomia fino alla violazione, fisica o mentale, dell’infanzia, le ingiustizie economiche e lo sfruttamento dei lavoratori configurano – su vastissima scala – tutti i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio: omicidio volontario, peccato impuro contro natura, oppressione dei poveri, frode nella mercede agli operai. Possiamo forse aspettarci che, in ricompensa, il Creatore ci mandi delle benedizioni? Oppure avremmo l’ardire di protestare con Lui? L’oblazione del Sacrificio redentore, tuttavia, riduce la gravità delle punizioni; possedendo inoltre la massima efficacia possibile per ottenere una grazia, essa è tanto più opportuna quanto più urgente è la loro attenuazione o il loro allontanamento.

La colletta della Missa tempore mortalitatis, che si celebra in caso di epidemia, compendia in modo mirabile tutte queste verità: Deus, qui non mortem, sed paenitentiam desideras peccatorum: populum tuum ad te revertentem propitius respice; ut, dum tibi devotus exsistit, iracundiae tuae flagella ab eo clementer amoveas (O Dio, che non desideri la morte, ma la conversione dei peccatori, volgi propizio lo sguardo al tuo popolo che a te ritorna, affinché, mentre sta alla tua presenza affidandosi a te, tu allontani con clemenza da esso i flagelli della tua ira). La calamità permessa dal Cielo come mezzo correttivo ha fatto di nuovo rivolgere il popolo errante verso il suo Pastore, da cui si era distolto, ma che, nonostante tutto, vuole risparmiargli la pena eterna e ha quindi stimolato la sua conversione. Questa certezza ha spinto i fedeli a radunarsi nella Sua casa, per offrirsi nuovamente a Lui con la fiducia che ciò, unito al Sacrificio del Capo, possa ottenere la cessazione del castigo. Le letture, poi, rafforzano tale fede ricordando l’efficacia dell’umile preghiera di Davide per la fine della peste (cf. 2 Sam 24, 15-25) e l’attività guaritrice di Gesù durante la Sua missione pubblica (cf. Lc 4, 38-44). Ma come può avvenire tutto questo se le chiese sono chiuse e le Messe sospese?

Tanti paventavano un’imminente abolizione del Sacrificio mediante l’alterazione della formula di consacrazione; invece – almeno per ora – lo hanno sostanzialmente soppresso per altra via (a meno che i sacerdoti non celebrino a porte chiuse). Con la proibizione della comunione in bocca, inoltre, pare vogliano cancellare le ultime tracce di testimonianza pratica della fede nella Presenza reale. Se in futuro qualche “integralista” avesse la sfrontatezza di richiederla di nuovo, potranno gridargli: «Dàgli all’untore!» – e il popolino superstizioso e ignorante lo lincerà sul posto. Si direbbe che non aspettassero altro che il virus per portare a compimento i loro piani… Sarà solo un caso? Ancora una volta mi daranno del complottista, ma la tempistica degli interventi civili ed ecclesiastici pare ben pianificata; ogni azione, da una parte e dall’altra, è così coordinata che è difficile non pensare a un disegno prestabilito. Il sistema ha piazzato ovunque i suoi fantocci; ma, come al solito, ha fatto i conti senza l’Oste: «Non hanno invocato Dio; perciò tremeranno di paura per ciò di cui non c’era motivo di aver paura. Poiché Dio ha disperso le ossa di coloro che piacciono agli uomini: son rimasti senza parole, perché Dio li ha respinti» (Sal 52, 6).

La raccomandazione più urgente, in conclusione, è di non perdere la testa come quelli che non han la fede o non l’hanno più. L’unica sciagura che dobbiamo davvero temere è di dannarci l’anima per l’eternità; invece ci stiamo facendo prendere dal panico a causa di una minaccia fisica analoga ad altre che in passato non hanno provocato la medesima reazione. Chi non conta sull’aiuto divino si sente completamente solo di fronte al pericolo e, sopraffatto com’è dal problema, smarrisce anche la prudenza naturale quale virtù atta ad individuare i rimedi opportuni. Si innesca così una spirale di agitazione che spinge a prendere provvedimenti sproporzionati e, con buona probabilità, inefficaci. L’abbandono di Dio lascia gli uomini senza risorse e senza soluzioni; l’orgoglio insensato di chi, seguendo la tendenza dominante, ha preteso di fare a meno di Lui gli si ritorce contro, beffardo, inchiodandolo alla sua impotenza.

Voi che avete la fede, invece, ricorrete a quei mezzi della grazia che sono a disposizione di tutti: pregate, fate penitenza, chiedete a sacerdoti fidati di comunicarvi fuori della Messa o di celebrare nelle vostre case (prendendo ovviamente le dovute precauzioni per non esporli a un processo penale). Abbiate uno sguardo soprannaturale, sapendo che, quando lo stesso flagello colpisce indistintamente tutti, buoni e cattivi, per questi è una correzione, per quelli un’opportunità. Tramite la stessa prova, infatti, gli uni sono spronati a convertirsi, gli altri hanno modo di rafforzarsi nella fede, di acquistare meriti e di dare gloria al Signore. Inoltre si può ben presumere che Egli, servendosi di strumenti inconsapevoli, abbia voluto imporre una pausa a tante dissacrazioni liturgiche e a troppe comunioni sacrileghe. Ora ci sta dando un drastico avvertimento: se non lo prendiamo sul serio, potremmo rimanere così per un tempo indefinito; se invece la Chiesa si scuote e ritorna sinceramente a Lui, sperimenterà la Sua misericordiosa potenza.

Ad ogni modo, questa situazione ci fa prender coscienza dell’immensità del dono dell’Eucaristia, al quale ci eravamo abituati come a qualcosa di ordinario. Approfittiamo delle circostanze attuali per farci scavare interiormente dalla fame di Lui e suppliamo con la meditazione del Vangelo, che la Provvidenza ci ha proposto con singolare tempismo. Siate certi di essere ogni mattina con me, tutti e ciascuno, sull’altare del Santo Sacrificio, con le vostre croci e le vostre speranze. Nell’assumere il Corpo e Sangue del Signore, Lo imploro di estendere anche a voi, in virtù della Comunione dei Santi, il dono che indegnamente ricevo. Il sacerdote, in persona Christi, è mediatore tra Dio e il popolo: trasmette al Padre le suppliche dei figli e riversa su di loro le grazie. Nulla al mondo può spezzare questo legame tra un pastore e le sue pecorelle; è, questa, una verità che non ho mai sentito in modo così forte. Vi benedico di tutto cuore con le vostre famiglie e, con la corona del Rosario, vi tengo stretti nel Cuore Immacolato di Maria.

NOTA CANONICO-PASTORALE

Il Governo della Repubblica, con i recenti provvedimenti miranti al contenimento del contagio, ha agito in aperta violazione sia della Costituzione che del Concordato. La prima recita testualmente: «Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi» (Art. 7). Il secondo, nella revisione del 1984, afferma: «La Repubblica Italiana riconosce alla Chiesa Cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica» (Art. 2, comma 1). Il Can. 1213 del Codice di Diritto Canonico precisa: «Nei luoghi sacri l’autorità ecclesiastica esercita liberamente i suoi poteri e i suoi uffici». Ciò posto, qualora una situazione eccezionale richieda realmente una momentanea sospensione di queste prerogative, è necessario che essa sia sancita con accordo pubblico tra la Santa Sede e lo Stato italiano, in mancanza del quale non si può esigere dal clero e dai fedeli, con semplici comunicati, la rinuncia all’esercizio dei propri diritti e doveri sacri.

La Conferenza Episcopale Italiana, recependo le disposizioni governative senza alcuna obiezione, ha disposto la sospensione di ogni celebrazione pubblica e la chiusura di tutti i luoghi di culto. Così facendo, ha dato un ordine direttamente contrario alla legge divina. Il I comandamento impone di rendere a Dio il culto che Gli è dovuto, culto che, per sua stessa natura, è pubblico. Il Sacrificio della Messa è l’atto più alto ed efficace del culto cattolico, l’unico che soddisfi pienamente le esigenze del comandamento. La celebrazione della Messa senza il popolo, sebbene sia impropriamente detta privata, ha in radice un carattere pubblico, tuttavia non lo manifesta adeguatamente. La sospensione delle Messe nei giorni festivi, oltretutto, impedisce ai fedeli di adempiere il III comandamento, che sono tenuti a osservare sotto pena di peccato mortale, a meno che non ne siano impediti da cause indipendenti dalla loro volontà (come in questo caso, che rappresenta però una fattispecie paradossale). Nessuno può nemmeno proibire di offrire pubblicamente il Santo Sacrificio, nella chiesa in cui ha titolo per farlo, a un sacerdote che non ne sia impedito dal diritto.

Le conferenze episcopali hanno solo una funzione di coordinamento pastorale (cf. CIC, can. 447) e non possono prendere decisioni vincolanti per i vescovi nel governo delle rispettive diocesi, se non a determinate condizioni: «La Conferenza episcopale può emanare decreti generali solamente nelle materie in cui lo abbia disposto il diritto universale, oppure lo stabilisca un mandato speciale della Sede Apostolica, sia motu proprio, sia su richiesta della Conferenza stessa. Perché i decreti di cui al § 1 siano emanati validamente, devono essere espressi nella riunione plenaria almeno mediante i due terzi dei voti dei Presuli che appartengono alla Conferenza con voto deliberativo e non ottengono forza obbligante se non vengono legittimamente promulgati, dopo essere stati autorizzati dalla Sede Apostolica. […] Nei casi in cui né il diritto universale né uno speciale mandato della Sede Apostolica abbiano concesso alla Conferenza Episcopale la potestà di cui al § 1, rimane intatta la competenza di ogni singolo Vescovo diocesano e la Conferenza Episcopale o il suo presidente non possono agire validamente in nome di tutti i Vescovi, a meno che tutti e singoli i Vescovi non abbiano dato il loro consenso» (CIC, can. 455, §§ 1-2.4; il corsivo è mio).

La comunione sulla lingua, poi, è un diritto dei fedeli garantito dalla legge universale della Chiesa. I Vescovi, pur essendo i moderatori della liturgia entro il territorio della propria diocesi, non hanno facoltà di legiferare in modo contrario alle norme stabilite dalla Santa Sede. Pertanto l’obbligo di ricevere l’Eucaristia sulla mano è illegittimo e si configura come un abuso di potere. Il rischio di contagio, peraltro, è più elevato con la ricezione sulla mano, dato che il sacerdote è tenuto a lavarsi le mani prima della Messa, mentre le mani dei fedeli sono venute a contatto con ogni genere di superficie. Nessun sacerdote, poi, può negare la Comunione a un fedele che la richieda con le debite disposizioni e non ne sia impedito dal diritto; se lo fa solo a motivo della modalità in cui il fedele vuole riceverla, commette un abuso grave, specie se, al tempo stesso, la concede a persone che non possono assolutamente accedervi perché sono in stato di peccato mortale notorio.

Poiché non consta affatto che tutti e singoli i Vescovi abbiano dato il loro consenso alla decisione di chiudere le chiese e di sospendere il culto (anche ammettendo che abbiano facoltà di deliberare in tal senso), i sacerdoti e i fedeli non sono tenuti all’obbedienza e conservano la piena libertà di regolarsi secondo la propria coscienza rispetto alle ultime disposizioni della C.E.I., protestando con tutti i mezzi leciti contro tale inaudito abuso di potere. L’obbedienza ai Pastori, per quanto doverosa, non può essere contraria alla legge, sia divina che ecclesiastica, né giungere a privare i fedeli dei loro diritti, andando a detrimento del loro bene spirituale. Al contrario, i Pastori hanno l’obbligo grave di fare quanto è in loro potere per assicurare ai fedeli la necessaria assistenza mediante la predicazione, il governo e l’amministrazione dei Sacramenti, fino – se necessario – al rischio della vita. Sottrarsi a questo dovere è una grave omissione, che in caso di piena avvertenza e di deliberato consenso costituisce peccato mortale. Perciò richiamare i Pastori ai loro doveri di stato è anche un atto di carità nei loro confronti, oltre che un diritto di ogni fedele. Se poi si considera che l’offerta del Santo Sacrificio è il mezzo più potente in assoluto per rendere Dio propizio e ottenerne l’aiuto, bisogna seguire l’esempio dei vescovi polacchi e moltiplicare le Messe, anziché sospenderle. In caso di pubblica calamità, nella storia cristiana, si è sempre implorata la divina clemenza.

31 commenti:

Anonimo ha detto...

Prossimi possibili (che si concretizzano) scenari: la quarantena si prolungherà fino a oltre Pasqua e la Settimana santa sarà celebrata senza concorso di popolo. Già la Prefettura annuncia quest'ultimo scenario, cui potrebbero accodarsi le varie diocesi. Chissà il mondo tradizionale cosa farà!

http://www.vatican.va/various/prefettura/index_it.html

saldi in veritate ha detto...

In Francia il governo ha deciso la chiusura gli esercizi pubblici "non strettamente necessari" alla salute pubblica . Fra questi anche le chiese. E lo possono fare perché in Francia molte chiese sono di proprietà dello stato.Vedremo come l'episcopato di quella nazione reagirà. Certo la civiltà moderna considera la religione un bene non necessario al più un bene da gestire privatamente basta che non intralci il padrone del vapore.

SIV

Amici della Tradizione Cattolica - Forlì ha detto...

Ma sì, cosa te ne fai di Cristo morto e risorto se hai la Pachamama? #pasquaconchivuoi

Anonimo ha detto...

Vaticano annuncia : «Tutti i riti di Pasqua saranno senza fedeli»

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/coronavirus_papa_pasqua_senza_fedeli_15_marzo_2020-5111459.html

Anonimo ha detto...

"Non si chiede certo a tutti di andare incontro alla morte, né tantomeno è obbligatorio subire il martirio. Si chiede solo di lasciare liberi coloro che hanno fede di compiere l’atto eroico della carità. San Luigi Gonzaga fu uno di loro: incurante per la propria salute fisica, rimase assieme agli ammalati di tifo, durante l’epidemia del XVI secolo, rimanendo contagiato. E la Chiesa di quel tempo glielo permise".
Silvio Brachetta

Anonimo ha detto...

https://www.lanuovabq.it/it/coronexit-la-sfida-di-johnson-ha-basi-scientifiche

REGNO UNITO
Coronexit, la sfida di Johnson ha basi scientifiche
ATTUALITÀ15-03-2020 Paolo Gulisano
La strategia anti-coronavirus annunciata dal premier Boris Johnson e fonte di numerose polemiche, si basa sugli studi di due importanti scienziati britannici, Patrick Vallance e Chris Whitty, che mirano a ritardare il picco dei contagi per creare una immunità di gregge.

N.B. La chiesa ha perso un'altra occasione scientifica di tacere. Quando re/imparerà a pensare con la sua zucca?

Ireneo ha detto...

Scusate, una informazione importante, ormai ho spento la tv da un paio di anni, era come sentire i diavoli sussurrare una tentazione al minuto. Ci sono canali youtube che oggi trasmetteranno la Santa Messa domenicale? Grazie.

Specchietto iniziale ha detto...

Elenco di Sante Messe tridentine feriali e festive in streaming
http://campariedemaistre.blogspot.com/2020/03/messe-tridentine-in-streaming.html

Anonimo ha detto...

Ma tutte le centinaia di migliaia di cattolici di Idlib potranno assistere alla S.Messa? Avranno chiuso le chiese anche lì?

tralcio ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=v3pDIz9RLfg

Qui sopra è il link da ascoltare meditando quanto segue.

Mentre degli uomini valorosi si adoperano a rischio della propria stessa vita e tra inevitabili passaggi a vuoto (mascherine inservibili, respiratori introvabili...) per curare migliaia di persone sospese tra la vita e la morte a causa di un gravissimo problema respiratorio, l'umanità abbisogna di chi dia -anche a quei salvatori terreni- una cura per l'insufficienza pneumatica che ha quasi azzerato il corto respiro di miliardi di anime.

Rischiamo di essere solo degli individui vivi, eroici servitori di questa patria, ma restando spiritualmente morti, rivolti al mondo persino attraverso gli atti di religione, ma incapaci di protenderci Oltre, nostro Fine e nostra vera Patria.

Dio Padre è garante della giustizia e dei diritti del Suo Regno anche in un mondo, regno asservito al principe della menzogna, che pullula di ingiustizia, pretese e vizi, grondando di peccato.

La vita spirituale esiste solo dove si fa verità su tutto ciò che ci separa da Dio.

Solo questa vita ci trasforma, con la forza di Dio, oltre le nostre forze. E' questo il necessario della vita sacramentale, non la sua forma o il suo diritto, nel rispetto di una legge e dell'autorità che ne dispone l'esercizio. La vita spirituale NON è un prodotto dell'intelletto o dell'agire umani: è mettersi nelle braccia di Dio ed esserne trasformati.

La preghiera di un cuore abitato da Dio è efficace perché "costringe" Dio ad intervenire con potenza. Ogni accadimento che la nostra mente è in grado di percepire ci parla di Dio prima ancora che di protezione civile, di virologia o di politica. La preghiera è utile per i vivi e anche per i morti, attualmente entrati -almeno molti- in un tempo di purificazione. Anche i vivi sono in un tempo di purificazione coincidente con la quaresima.

Con la preghiera NON possiamo evitare ciò che Cristo stesso ci ha anticipato, a motivo della giustizia di Dio che è il rovescio della stessa medaglia che ci offre la sua infinita misericordia. Tuttavia Gesù ci ha detto di pregare in quel tempo, tempo popolato da falsi cristi, perché sia di giorno e non di notte, d'estate e non di inverno.
Evidentemente non è una questione di orario o di clima: è l'avere la Sua luce invece delle tenebre dell'asfissia spirituale... i frutti utili e buoni della natura generosa, invece dell'assenza di ogni conforto dell'inverno dai rami spogli.

La vita spirituale è questo respiratore, purtroppo introvabile per molte anime che non colgono l'occasione per rientrare in se stesse. Purificando il cuore e vedendo Dio, in spirito e verità, il male e la prova che sferza i corpi e le menti non sono evitabili, ma si riesce a controllarli e a diminuirne l'orrore, mentre portiamo una croce che dice Vita.

mic ha detto...

Anonimo 08:48
La Bussola quotidiana si basa sulla conferenza stampa di due "esperti" al soldo di Johnson. Uno dei due "esperti" lavorava per la Glaxo, quell'azienda che usava per cavie proprio i poveri, venendo per questo multata da alcuni giudici di taluni paesi.

Ma approfondendo:
Coronavirus, Mantovani: «L’immunità di gregge è da irresponsabili: l’Italia deve essere fiera delle sue scelte coraggiose»
L’immunologo Mantovani critica la scelta di Londra di lasciare «correre» il virus: «Nessun sistema sanitario può reggere all’impatto di migliaia di malati»
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_marzo_15/coronavirus-mantovani-l-immunita-gregge-irresponsabili-l-italia-deve-essere-fiera-sue-scelte-coraggiose-b56556e8-6635-11ea-a287-bbde7409af03.shtml

Anonimo ha detto...

Non è abolito e sempre celebrato. È sottratto al popolo.

Elle ha detto...

S. Messa - 15 marzo
Chiesa S.Benedetto del Querceto
https://www.youtube.com/watch?v=SbRLQWJAezI

Mi permetto di segnalare l'ascolto di questa omelìa in cui Don Alfredo M.Morselli , come nella settimana enigmistica , unisce tutti i puntini al fine di ricavare un disegno .

Anonimo ha detto...

Non so se i due studiosi siano al 'soldo' di Johnson, quello che, per il momento, so è che la chiesa neanche si sforza ad avere un suo pensiero o meglio che la chiesa non osa più neanche manifestare quello che fu ed è stato il suo pensiero tradizionale, di sempre. Quando tutto sarà finito si faranno i conti definitivi dei contagiati, dei guariti e dei morti. La chiesa non potrà, ancora una volta, dire niente di suo e si inchinerà allora al mondo come sempre ha fatto nella nuova splendente epoca scientifico/tecnologica.

mic ha detto...

I vescovi dell’Ucraina di rito latino, cioè i cattolici, allarmati dall’epidemia di coronavirus, come hanno fatto i vescovi polacchi, hanno chiesto la riduzione della possibilità di contagio aumentando il numero di messe (in modo che ci siano meno persone in ognuna) e alzando gli occhi al cielo, come hanno fatto sempre cristiani.

Ecco il testo completo della loro dichiarazione, tradotto in italiano.

*

Dalla peste, dalla carestia, dal fuoco e dalla guerra, salvaci, Signore.

Nelle parole di questa preghiera di supplica, la Chiesa si rivolge con fiducia al Signore per proteggerci da cataclismi, carestie, incendi, guerre e peste, cioè da una massiccia malattia contagiosa. Con questa parola, i cristiani descrissero le varie epidemie del Medioevo.

Di fronte all’epidemia di COVID-19, vogliamo anche fare appello a Colui che è il Datore della vita. Possano i nostri occhi e cuori andare verso l’alto, da dove verrà il nostro aiuto, perché il nostro aiuto viene dal Signore che ha creato il cielo e la terra (cfr Sal 121).

In vista della possibile introduzione della quarantena generale in Ucraina, vorremmo informarti e sollecitarti ai seguenti passaggi:

1. Preghiera al Signore.

Le preghiere per la cessazione della diffusione dell’epidemia di coronavirus e le sopracitate Suppliche possano essere ascoltate nei nostri templi dopo la benedizione finale di ogni Santa Messa. Nella nostra preghiera personale e comune, ricordiamo innanzitutto i malati e gli operatori sanitari che combattono contro la malattia.

2. Il pericolo di morte fa riflettere ogni persona sulla propria vita. Possa questo periodo essere un esame di coscienza e un’occasione di espiazione, in particolare nel sacramento della Riconciliazione e della Penitenza (chiediamo ai sacerdoti di prendere ulteriori misure di sicurezza durante la confessione).

3. Durante questo probabile focolaio di epidemia, non perdiamo il Pane della vita : l’Eucaristia. Per limitare la possibilità di malattia e allo stesso tempo non rinunciare alla partecipazione all’Eucaristia, abbiamo deciso:

Che il numero delle Sante Messe sia aumentato, se necessario, in modo che in ognuna ci siano meno persone.

Lascia svuotare le pile di acqua santa nei templi.

Che i credenti provino a tenersi a distanza di sicurezza gli uni dagli altri.

Durante il periodo di quarantena, il “segno di pace” sarà dato da inchini reciproci o movimenti della testa, senza stretta di mano.

Le categorie più vulnerabili di fedeli (bambini, anziani e malati) devono essere protette.

Queste persone sono incoraggiate a rimanere a casa, a pregare e ad unirsi alla Liturgia della Chiesa con l’aiuto di Radio Maria e la Televisione EWTN, durante il periodo di quarantena, ricevendo spiritualmente la Santa Comunione.

È assolutamente inaccettabile che un malato venga ad adorare mettendo a rischio se stesso e gli altri! Tali persone dovrebbero avere l’opportunità di ricevere i Santi Misteri a casa, osservando così le regole precauzionali e prevenendo possibili infezioni.

Durante questo periodo, incoraggiamo noi stessi e i nostri sacerdoti con maggiore disponibilità a servire i malati, riflettendo l’eroismo di santi come San Carlo Boromeo o San Luigi Gonzaga.

Non facciamoci prendere dal panico e seguiamo le istruzioni del Ministero della Salute e di altri dipartimenti governativi. Ricorda le parole del Libro del Siracide: “Onora il medico come si deve secondo il bisogno, anch’egli è stato creato dal Signore” (Sir 38,1).

In Esodo, leggiamo le seguenti parole: «Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce» (Es 15,26).

Possa il Signore misericordioso mostrarsi come nostro Guaritore, e possiamo tornare ancora di più a lui!

I vescovi della Chiesa cattolica romana in Ucraina

Anonimo ha detto...

L'avevo cancellato per un momento temendo che fosse una notizia falsa. Invece ora è confermato.
Nemmeno durante la Repubblica Romana del 1849, quando il pavido Pio IX era fuggito da Roma, si era svolta la Settimana Santa senza concorso di popolo.
Sentinella, quanto resta della notte?

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda l'acqua benedetta ho sempre con me l'acqua benedetta delle ampolline acquistabili in alcune Chiese (certo non adesso !).

Stephen Neville ha detto...

Un testo bellissimo, profondo, vibrante, netto, chiaro che trasuda vera fides, ahimé tesoro raro in questi tempi di tribolazione.

Mi vien fatto di pensare che in un certo qual modo a questo punto nelle catacombe – reminiscenza storica che fino a poco fa utilizzavamo solo come metafora – ci siamo davvero. Ma ciò, ben lungi dallo spaventarmi, mi induce a pensare che quando si arriva a un punto come questo, oggi come allora il crollo dell'impero – avatar terreno del principe di questo mondo – è prossimo.

Anonimo ha detto...

In attesa di tempi migliori, mi sono detto domenica scorsa con un filo di rassegnazione, tocca accontentarsi della Messa in televisione. Questo fino a che, oggi, non ne ho seguita una, ripetendo un’esperienza l’ultima volta fatta non ricordo neppure quando, probabilmente da piccolo, accanto alla mia bisnonna. Ebbene, seduto e inginocchiato davanti allo schermo, enorme è stata per me la sorpresa nell’avvertire un sollievo ed una pace che no, non potevano essere solo effetti speciali.

Tanto è vero che, per quanto ovviamente diversa e certo limitata rispetto a quella in chiesa, la celebrazione catodica ha già propiziato perfino conversioni, come quella del giovane padre Yvon Fillebeen, ateo non battezzato francese convertitosi appunto seguendo una Messa trasmessa durante il programma Jour du Seigneur. Ne ricavo, per quanto davanti alla televisione ci si possa comunicare solo spiritualmente, che davvero il Signore non smette mai di assistere il suo gregge.

Anche perché la Messa in televisione, se ci pensiamo, è esperienza tipica dell’ammalato nonché dell’anziano impossibilitato per ragioni fisiche, come all’epoca era la mia bisnonna, a recarsi fisicamente in chiesa. Dunque, pur nella comunque dolorosa privazione determinata da non potersi recare in chiesa, per una volta mi sono sentito vicino sia a Dio sia, per analogia, a chi soffre ed alternative non ne ha. Ero, cioè, solo apparentemente solo. Sì, maledetto coronavirus, pure tu insegni qualcosa.

Giuliano Guzzo

Anonimo ha detto...

Un appunto sulla strategia UK è un tipo di provvedimento che viene usato negli allevamenti animali, avicoli,suinicoli ed ovinicoli, ricordate la mucca pazza? Bene, si tratta di ammucchiare tutte le bestie e farle contagiare e morire, chi resta vivo ha sviluppato una sorta di antivirus che quantomeno non manifesta la malattia, è una cosa disumana, non mi interessa perché gli diano anche una veste scientifica è una cosa da nazi, punto e basta, lo fanno perché non hanno strutture sanitarie adeguate, d'altra parte non è in UK che fanno tranquillamente fuori tutti gli anziani soli ricoverati? Anche Churchill sacrificò cinicamente Coventry e dintorni, ma si era in guerra, qui si vuole solo salvare la City in onore della Brexit che sarà molto costosa anche per loro, alla festa di S.Patrizio che in USA è stata proibita,2 giorni fa, in tutto il regno bande di ubriachi a torso nudo tutti insieme appassionatamente......se loro hanno scelto il suicidio di massa e di stato casi loro, io preferisco i nostri eroi della sanità e sono fiero di essere italiano, noi facciamo finta per fare la siesta? State sereni, cari inglesi, la vostra sarà eterna, contenti voi......

Anonimo ha detto...

Vere Sanctus es Domine et merito te laudat omnis a Te condita creatura quia per Filium Tuum Dominum Nostrum Iesum Christum Spiritus Sancti operante virtute vivificas et sanctificas universa et populum tibi congregare non desinis ut a solis ortu usque ad occasum Oblatio munda offeratur Nomini Tuo.

Anonimo ha detto...

@ mic
15 marzo 2020 10:05

Riflettendo dal punto di vista spirituale: da un lato in molti di noi alberga il desiderio di creare delle piccole comunità nelle quali vivere il nostro essere cristiani, ben sapendo però che, quand'anche riuscissimo a fondare queste piccole comunità cristiane in cima ad alcune delle nostre mille colline, comunque il diavolo si aprirebbe un varco; dall'altro lato viviamo nelle nostre città gomito a gomito con il ladro, l'omicida, la prostituta, da giovani non si distinguono ma, da vecchi si sono identificati anche sotto le parvenze più educate e signorili, proprio perché vecchi non cessiamo di uscire il tempo necessario, nè veniamo meno al nostro impegno di occuparci del Bene, del Sommo Bene e continuiamo imperterriti ben sapendo che il nostro mantenerci spiritualmente sani gioverà, Dio solo sa come, a molti altri che indeboliti, corrotti e diventati corruttori sono spiritualmente agonizzanti. Siamo, cerchiamo di essere sale e lievito.
Personalmente ho sempre guardato alla piccola comunità con grande interesse e grande desiderio, so che al suo interno si può far moltissimo, so anche che lì le battaglie sono ben più aspre delle nostre e il male può incistarvisi. Si incista anche in una società spalancata, come ben sappiamo. Un popolo che è stato vaccinato con tutti i vaccini possibili, corrotto con tutte le corruzioni possibili, fondamentalmente ateo e godereccio, non ha grandi risorse per combattere una crisi e qualsiasi crisi.Tuttavia diceva un professore di letteratura(?), ieri l'altro su byoblu, gli italiani non eccellono nell'ordinaria amministrazione ma, nella straordinaria sono insuperabili. Che Dio lo ascolti!

Anonimo ha detto...

Soli non siamo mai anche perche' con noi c'e' sempre L'Angelo Custode , quindi siamo sempre in due .
Mi stavo chiedendo se non fosse giunta l'ora di sferrare l'attacco ! Intendo con questo dire che tutte le varie Messe tridentine concordino tra loro , si avvicinino ed affraternino in modo da stilare programmi di Messe , Catechesi , solida formazione cristiana , proprio adesso che in Italia si e' costretti agli arresti domiciliari imposti : lo Spirito Santo soffia , occorre sospingerLo nelle case , in tutti imezzi di comunicazione .

Lara ha detto...

Ave Maria Dio benedica questo Santo Sacerdote.. Vorrei sapere dove si trova

Anonimo ha detto...

La messa in televisione è il male minore ed il massimo che si possa fare di questi tempi. Io la seguo su rete 4 alle 10 del mattino. Quella trasmessa dalla rai mi è insopportabile visto che durante la messa c'è un giornalista che spiega ed interviene rendendo la partecipazione veramente difficoltosa.Quindi per evitare cattivi pensieri ed arrabbiature io preferisco rete 4.

Anonimo ha detto...

Se la Chiesa Cattolica Italiana parlasse e scrivesse come la Chiesa Cattolica romana in Ucraina sarebbe una cosa meravigliosa.Eppure c'è stato un tempo in cui anche il clero italiano si esprimeva a quel modo.Adesso invece hanno optato per un modo di comunicare più simile a quello dei volantini sindacali o delle assemblee condominiali.Però i pensieri e le preoccupazioni di tanto clero sono costantemente rivolti a guerre ed a conflitti lontani e mai per difendere i cristiani che ,loro malgrado e senza alcuna colpa , ne sono dolorosamente coinvolti.

Anonimo ha detto...

L'indegna sceneggiata dell'apri - e - chiudi delle chiese di Roma (che ha esposto al ludibrio quel poveretto del Vicario De Donatis) quasi certamente è frutto del bipolarismo del capo. (Se non proprio di una marcia indietro demagogica, di pura marca peronista di sinistra, dopo la prima raffica di indignate proteste e la consultazione nottetempo dei 4 cialtroni strapagati di esperti di immagine, corte di ruffiani e ballerine senz'arte e nè parte, e men che mai dotati di un briciolo di fede).

Rr ha detto...

Anonimo 17.52,
ruffiani e ballerine che gli han consigliato il giretto a S. Maria Maggiore e S.Marcello stamane.

Anonimo ha detto...


A ognuno il suo, se possibile

Ma l' ordinanza del Governo italiano che vieta gli assembramenti etc proibisce esplicitamente anche quelli religiosi, come in Francia? Dice apertamente che sono proibite Messe, processioni e consimili adunanze? Che i luoghi di culto si devono chiudere?
Se non lo dice, non ha violato il Concordato con la Chiesa.
E' stata poi la S. Sede ad applicare, in piena libertà, queste norme anche alle Messe etc.
In piena libertà in quanto non formalmente costretta, si capisce; una coercizione indiretta c' era evidentemente. Ma dato il gravissimo stato di necessità, si deve pensare che la S. Sede abbia ritenuto opportuno adeguarsi.
Tuttavia, se la celebrazione del Sacrificio è mantenuta all' interno della chiesa vuota con la presenza del solo celebrante, mentre i fedeli possono seguire in televisione e fare eventualmente la comunione spirituale, non si può dire che la celebrazione usuale del Sacrificio sia stata sospesa, in tutta onestà. Per ragione del grave stato di necessità derivante da pubblica calamità ne è stata sospesa la partecipazione diretta del pubblico dei fedeli, non quella indiretta tramite la teletrasmissione dell' evento religioso in diretta.
Va notato che anche la FSSPX si è adeguata, celebrando in streaming.

Qualcuno ha voluto fare un riferimento alla mazziniana Repubblica Romana del 1849: pur laico-massonica lasciò libero corso al culto cattolico. Lì comandava soprattutto Mazzini, deista che aspirava a superare il cattolicesimo in una utopica fratellanza di tutta l' umanità grazie alla religione della Patria, l' avversione garibaldina per il cattolicesimo fu tenuta abbastanza sotto controllo, anche se non del tutto. Ma intanto 1. non c'era la peste in giro, come oggi; 2. se i rivoluzionari avessero sospeso il culto e chiuso le chiese, il popolo, che in qualche componente mostrava una certa simpatia, gli si sarebbe rivoltato contro.
Resta il problema del Viatico che non si riesce a portare negli Ospedali. Non sono un teologo, ma forse il Papa dovrebbe impartire la assoluzione collettiva come ai soldati prima dell assalto, come ha detto qualcuno__?
Z.

Ave Maria ! ha detto...

Iesu dulcis memoria
Dans vera cordis gaudia
Sed super mel et omnia
Eius dulcis praesentia.

Nil canitur suavius
Nil auditur iucundius
Nil cogitatur dulcius
Quam Jesus Dei Filius.

Iesu, spes paenitentibus
Quam pius es petentibus
Quam bonus Te quaerentibus
Sed quid invenientibus?

Iesu dulcedo cordium
Fons vivus lumen mentium
Excedens omne gaudium
Et omne desiderium.

Nec lingua valet dicere
Nec littera exprimere
Expertus potest credere
Quid sit Iesum diligere.

Iesu Rex admirabilis
Et triumphator nobilis
Dulcedo ineffabilis
Totus desiderabilis.

Mane nobiscum Domine
Et nos illustra lumine
Pulsa mentis caligine
Mundum reple dulcedine.

Quando cor nostrum visitas
Tunc lucet ei veritas
Mundi vilescit vanitas
Et intus fervet Caritas.

Iesum omnes agnoscite
Amorem eius poscite
Iesum ardenter quaerite
Quaerendo in ardescite.

Iesu flos matris Virginis
Amor nostrae dulcedinis
Tibi laus honor numinis
Regnum beatitudinis.

Iesu summa benignitas
Mira cordis iucunditas
In comprehensa bonitas
Tua me stringit Caritas.

Iam quod quaesivi video
Quod concupivi teneo
Amore Iesu langueo
Et corde totus ardeo.

O Iesu mi dulcissime
Spes suspirantis animae
Te quaerunt piae lacrymae
Et clamor mentis intimae.

Sis, Iesu, nostrum gaudium,
Qui es futurus praemium:
Sit nostra in te gloria
Per cuncta semper saecula.

Amen.
https://www.cantualeantonianum.com/2008/12/la-festa-del-nome-di-ges-jesu-dulcis.html

Anonimo ha detto...

Rosa Rosa......comunque scenetta disgustosa, GP2 e B16 andavano spesso ,senza clamore, al Santuario del Divino Amore la mattina presto per non farsi vedere in pubblico, qua siamo sempre alla stessa commedia, lasciamo perdere, anche io ho preferito rete 4, una bella messa, sobria e coinvolgente, rai 1 ha sempre fatto pena.....Lupus et Agnus da una città sempre più infetta.....