Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 18 marzo 2020

Cambiare il mondo non basta. Il problema dell’uomo è il problema dell’adorazione

Sono pensieri che vado rimuginando anch'io, avvertendo l'aria che tira nella storia e nell'interiorità di ognuno. Nel post che riporto di seguito ne trovo sistematizzati molti da cui possiamo partire per qualche approfondimento o aggiustamento del tiro, tenendo conto dell'autentico cambiamento che ha nome Redenzione e che è già presente ma sta a noi accogliere. Consapevoli di non poter conoscere e capire tutto, allargare l'orizzonte può sempre tornare utile, non senza il dono del discernimento, a  indirizzare l'attenzione e calibrar meglio le scelte. E mi sovviene Romano Amerio: « Il problema dell’uomo è il problema dell’adorazione, e tutto il resto è fatto per portarvi luce e sostanza » (Di un bisogno dei contemporanei, «Pagine nostre», giugno 1926.)

Gunther Anders, "L'uomo è antiquato"
Settanta anni fa circa, il mondo è entrato una rapida e potente inflazione di complessità. Sono aumentate le varietà che compongono il sistema umano nel mondo, dagli individui che si sono triplicati in pochi decenni, a gli Stati (triplicati anch’essi), a varie formazioni organizzate non statali. Sono anche molto aumentate le interrelazioni. Tra 1950 e 1973, gli scambi commerciali internazionali crebbero di sette volte, molto prima della “globalizzazione”. L’infrastruttura-mondo, che fosse Internet o i viaggi intercontinentali per affari o per turismo, seguiti poi dall’intelaiatura di interrelazioni economiche e finanziarie esplose a partire dagli anni ’90, si è tessuta velocemente.

Tempo fa leggevo in un interessante libro di quanto i film di Bollywood e la musica pop indiana, oggi coreana, spopolassero nei mercatini di molti paesi arabi ed africani, anche a seguito della silenziosa diaspora dei sarti e commercianti di tessuti indiani. Se con “globalizzazione” intendiamo un preciso format economico-finanziario giuridico legato al WTO ed altre istituzioni, dovremmo anche considerare una concetto più ampio che è quello di “planetarizzazione”. Planetarizzazione è il risultato di molte più varietà e vari livelli di interrelazione dentro un contenitore dato, nel nostro caso il pianeta. Poiché varietà per interrelazioni è l’esatta definizione del concetto di “sistema”, possiamo dire che il sistema umano terrestre, negli ultimi settanta anni, ha subito una inflazione di complessità, poiché “complessità” è ciò che naturalmente emerge da varietà in interrelazione (Varietà X Interrelazioni = Complessità). Siamo dunque da decenni in una inflazione di complessità.

A partire da poco dopo l’inizio di questo potente cambiamento, si è andata strutturando e diffondendo, una nuova attitudine alla previsione. A cominciare da un pioneristico scritto di un giurista e scienziato politico tedesco. O.K. Flechteim nel 1945, inizia la versione moderna dell’antica attitudine umana alla previsione dei tempi a venire, la futurologia. Ma al di là delle vicende specifiche della disciplina che ha intenti scientifici e non divinatori, con diverse cattedre universitarie dagli Stati Uniti alla Cina, dalla Finlandia all’Iran (con una cattedra anche a Sociologia a Trento), si aprono a ventaglio molti centri di studio del futuro sotto diversi aspetti, da quello demografico a quello economico, da quello ambientale a quello tecnologico, politico-sociale-geopolitico. La punta di questo iceberg poco conosciuto, prende le forme di noti rapporti, da quelli del World Economic Forum di Davos di cui parlai qui qualche mese fa, al rapporto annuale “State of the World” giunto alla sua 19° edizione e molti altri. Questi studi tendono a trattare i fenomeni del cosa sarà, non separati tra loro poiché mentre le nostre forme di conoscenza sono disciplinari, il mondo e la sua complessità sono un tutt’uno. Come capita spesso con coloro che ancora di recente, scoprono dopo decenni il rapporto The Limits to Growth del MIT- Club of Rome, che è del 1972, alcuni pensano che queste operazioni di previsione abbiano poi informato il comportamento attivo delle élite, che cioè il presente sia il futuro previsto e voluto di chi ci ha pensato per tempo.

Come capita con questo video di Bill Gates, che dopo la sua lunga storia in Microsoft, ha deciso di investire il suo restante tempo di vita e parte delle sue sostanze personali, nella lotta soprattutto in Africa, ai rischi epidemici e non solo. Il video è noto, gira molto in questi giorni, è del 2015 e di solito è accompagnato dall’annuncio un po’ malizioso di “La profezia di Bill Gates”. Tenete conto che i rischi pandemici erano precisamente previsti nella cascata di effetti dell’inflazione di complessità che era l’oggetto del rapporto del Club of Rome nel 1972, quasi cinquanta anni fa. In questi giorni mi è capitato di postare nelle varie discussioni un intero documento di decine di pagine su i rischi pandemici del WHO del 2007 e ci sono copertine di Time e dell’Economist sull’argomento di qualche anno fa. Sono parte integrante ovviamente tanto dei rapporti su i “rischi globali” del WEF di cui vi parlai che di quelli “State of the World” già nel 2002. Sono tutte cose stranote da tempo, per alcuni ma non per tutti. E lo sono per la semplice ragione che in ambiente complesso-sistemico, tra il locale ed il globale, c’è il planetario, la semplice e spontanea infrastrutturazione di un sistema macroscopico fatto di densità crescenti in ambiente anelastico, in cui viaggia di tutto, dai dati ai virus. I dati li generiamo noi dall’interno, i virus li importiamo, data la densità, dall’incrocio tra sistema umano e sistema animale, la “zoonosi” , ovvero agenti di malattie di ambiente animale nel quale ormai non producono più malattie, a quello umano.

Tutto ciò appare strano e misterioso a molti. Il fatto che le élite sappiano cose che noi non sappiamo induce il sospetto. La questione qui, che è poi il senso di questo post, si fa molto complicata. E’ vero che alcune élite sanno queste cose e di queste cose discutono da tempo, ed è legittimo razionalmente pensare che nel sentire certe previsioni si possano ingolosire all’idea di usare certi fenomeni a loro tornaconto. Ed in molti casi ciò avviene, tentano effettivamente di manipolare gli eventi ai loro fini. Ma posso assicurarvi (anche se so in anticipo e per certo che -forse giustamente- ve ne fregherete ampiamente delle mie rassicurazioni) che da questo punto di vista, le élite non sono più intelligenti di voi, sono abbastanza stupide, come lo siete voi, come lo siamo tutti. Il fatto è che davanti alla grande complessità del mondo che inavvertitamente abbiamo creato noi stessi, (e che s’è formata per varie cause che qui non posso riportare ma di cui indico almeno un forte vettore inintenzionale: la rivoluzione verde degli anni ’60), siamo tutti disadattati, non sappiamo leggerla, analizzarla, porvi sopra controllo (che dei fenomeni complessi non si dà per principio) o almeno gestione. Oltre all’endemica stupidità, in molti casi, le élite vanno in ontologico conflitto di interesse poiché le vere soluzioni di certi problemi, vere nel senso le uniche che funzionerebbero concretamente a prescindere dalle nostre preferenze ideologiche, annullerebbero le ragioni che le fanno essere élite. Per questo nonostante loro sappiano di queste cose da molto tempo non hanno fatto nulla per evitarle, perché non possono agire contro il sistema da cui dipendono.

In un altro caso noto, la questione ambientale, altrettanto siamo in presenza di previsioni addirittura precedenti quelle epidemico-pandemiche, ignote ai più e deliberatamente negate ed ostracizzate dalle élite per decenni, fino a quando recentemente, una parte di esse (le élite sono plurali sebbene solidali sull’unico principio che è la difesa del loro potere sociale nell’assetto Pochi vs Molti), non ha preso atto che non si potevano più negare perché andavano anche contro i loro interessi e trasformando il problema in opportunità, lo stanno cavalcando come New Green Deal. Anche qui, alcuni, del tutto ignari della sostanza del problema reale sottostante, notato questo improvviso e coordinato fervore ecologista, lo hanno interpretato come una invenzione sposando le tesi dei negazionisti consapevoli, altre élite legate al potere (politico, economico e geopolitico) controllo delle energie fossili. Critici feroci del potere delle élite, si sono scagliati con violenza contro le élite neo-verdi, sposando le tesi delle élite ultra-grigie avversarie delle prime, poiché sostanzialmente ignoranti del problema oggetto della contesa. I critici arguti, non sapendo dove andare di propria intenzione, si sono orientati a naso secondo il noto principio de “il nemico del mio nemico è mio amico”.

Il post che ha un che di antipatico perché non s’iscrive alla corrente facile del “odiamo qualcuno”, ed anzi porta ad auto-accusarci di una sostanziale grave ignoranza di cui pagheremo grave prezzo se non vi poniamo rimedio, era solo per dire: tenete conto che ci sono molte, ma molte cose che non sapete. Tenete aperta l’ansiosa porta della necessaria conoscenza di fatti complessi, non chiudetela subito, non passate subito al giudizio, non siete in grado –forse– di dare giudizio, a volte è prematuro dare giudizi quando non si conoscono i vari aspetti delle questioni complesse. Dopo decenni di spensieratezza in cui queste e molte altre questioni della realtà concreta, erano ai più del tutto ignote, non è saggio passare di colpo dall’ignoranza al giudizio. Siete reclusi a casa? Investite tempo nell’apprendere cose nuove, incamerate capitale di conoscenza, chi avrà più capitale di conoscenza potrà meglio giocarsi la partita dell’adattamento ai tempi nuovi. Non vi orientate a naso, non guardate cosa dice tizio o caio, cercate di approcciare i problemi non le opinioni che altri hanno su quel problema. Nei prossimi tempi, il mondo andrà rifatto daccapo, non lasciate che il mondo si faccia da sé e venga rifatto da chi sta dando ampie dimostrazioni di drammatica incapacità il cui prezzo tanto poi pagherete voi stessi ed i vostri cari, come già lo state pagando. Chiudo con le belle parole di un filosofo che negli anni ’70, a proposito dell’incessante cambiamento del mondo richiamava la necessità di interpretare attivamente e non passivamente questo cambiamento … “E ciò, precisamente, per cambiare il cambiamento. Affinché il mondo non continui a cambiare senza di noi”. (Pierluigi Fagan)

12 commenti:

tralcio ha detto...

I manovratori (gli "illuminati" dei duecento anni in cui la Chiesa sarebbe rimasta ancora alle candele mentre impazza la meraviglia della ville lumière), mostrano un inequivocabile punto focale: il mondo, questo mondo.
Fossero anche sinceramente mossi da intenti filantropici, il loro orizzonte è quello.
Contendendosi un orizzonte limitato anche quelli che hanno idee differenti, sul cambiamento necessario per essere più buoni degli altri, finiscono con il collidere con una controparte.

Infatti ogni ideologia pecca di semplificazione della realtà: chi troppa giustizia, chi solo misericordia; chi solo regole, chi solo libertà; chi stoico e chi epicureo...
La modernità ha trovato solo modi differenti di farsi guerra, ma c'è sempre qualche illuminato che dispone il necessario per farne una, reclutando ignari e consenzienti, carnefici e vittime. Una volta avevano una lingua e una nazione, oggi spesso sono transnazionali e non è l'unica modalità trans che spopola... Chissà, forse con aiutini aggiunti al cibo, all'aria o ai programmi dispensati dal sistema dell'infotainment.

Fatto sta che chi comanda e chi ha il potere di dirigere, con quell'orizzonte che si diceva, non pensa nemmeno che ve ne sia un altro e fa di tutto per delegittimare chi si sottrae al loro schema. In alternativa premiano chi, teoricamente fuori da tale schema, diventa loro amico per esempio a motivo della suddetta filantropia.

Giustamente, spiega l'articolo proposto, chi finisce nelle maglie di questa rete (o gabbia) può solo accelerare o fermarsi, come il criceto sulla ruota, ma ormai è dentro lo schema.
La domanda da farci è: ma perché a noi dovrebbe piacere quello che ci fanno piacere, specialmente se, avendo altri orizzonti, non dovrebbe affatto piacerci?

Una spiegazione può essere l'impazienza: chi non è contento, chi vuole il cambiamento, cerca il modo di cambiare in fretta. E quindi, se serve, delega a dei decisori che "hanno i mezzi" senza sottilizzare troppo sui fini. Troppa fatica cambiare me stesso in funzione di un Fine che si protende oltre questa vita. Meglio qualche comodità qui, subito. L'impazienza, fattasi imprudenza, vuole ammirare risultati. Siamo stati così affascinati dalle macchine, ci siamo tanto sforzati di avere macchine di ogni genere, che siamo diventati macchine che pensano e c'è chi ci pensa macchine.
Siamo ridotti a immagine e somiglianza dell'homo faber.
Siamo fermi e ridotti al creato. Senza più Creatore.
Le macchine in effetti non hanno una mente. Qualcuno pensa per esse e le programma.

Il mondo è soggetto ad un Principe che è padre della menzogna e omicida fin dal principio.
Dovremmo saperlo. Eppure intere nazioni, centinaia di milioni di battezzati, se ne disinteressano.

Ci vuole innanzitutto un altro orizzonte, più ampio. Esso è estraneo agli illuminati secondo il mondo. Prende luce Altrove. La Grazia consiste nell'assimilare la luce che può essere riflessa da un'anima purificata e orientata verso la Sua Fonte. Ma gli illuminati hanno cancellato la nozione stessa di anima. C'è solo la ragione e della mente hanno fatto terreno di psicologia freudiana.
Ci manca una direzione differente, per cui non ne prendiamo altre o non ce le fanno prendere. In fondo, restringendo l'orizzonte, le strade si somigliano un po' tutte. Finiscono tutte in una buca, al buio, anche per gli illuminati che non sanno andare oltre quel punto lì.

Anonimo ha detto...

61 anni, professionista ed imprenditore per 23 anni. Da più di quindici anni ritirato a "confuciana vita di studio", svolge attività di ricerca da indipendente.Si occupa di "complessità", nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica, culturale e soprattutto filosofica. L'applicazione più estesa è in geopolitica. Nel 2017 ha pubblicato il libro: Verso un mondo multipolare, Fazi editore. Ogni tanto commenta notizie di politica internazionale su i principali media (Rai3, la7, Rai RadioTre Mondo, Radio Blackout ed altre testate on line). Fa parte dello staff che organizza l'annuale Festival della Complessità.
https://pierluigifagan.wordpress.com/author/pierluigifagan/

Anonimo ha detto...

Questa fuga in avanti è, a mio parere, una fuga dal qui ed ora; prima di tutto una fuga da se stessi, dal limite, da Dio, Uno e Trino. Fuggendo fuggendo abbiamo creato nel mondo tanti altri mondi quasi quanti sono gli esseri umani; mondi fondati unicamente su l'illusione della nostra creatività, delle infinite possibilità aperte ad ognuno e... bla bla. Queste forsennate corse in avanti sono simili alle cellule tumorali che si diffondono oltre il loro limite, a danno di ogni ciclo vitale, entro il corpo umano fino a farlo soccombere. Ma questo nostro comune mondo non ha bisogno della chemioterapia che, insieme alle cellule tumorali puà distruggere anche la vita dell'essere umano. Non abbiamo bisogno della scienza assassina. Non abbiamo bisogno di un sapere fraudolento. Non abbiamo bisogno di ottusi ed illuminati. Abbiamo bisogno di conoscere e riconoscere Dio, Uno e Trino nella nostra e nella altrui vita ed in questa bella d'erbe famiglia e d'animali. L'essere umano deve rinunciare alla sua superbia, alla sua furia del voler conoscere il bene ed il male. L'essere umano deve imparare a riconoscere La Santa Trinità nella sua vita e deve imparare ad avere l'onesta umiltà di saper ricevere il bene e i doni buoni che il Signore vuol donare a lui ed a ognuno di noi. Insisto nel dire che l'essere umano veramente e realmente proiettato nel futuro è stato ed è Padre Pio, nel suo santo stare d'un balzo è arrivato dove scienza e tecnologia assassine non avrebbero mai potuto portarlo. Questa è la strada, il resto chiacchiere ed incantamenti di apprendisti stregoni.

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=9pJesTsN0aY

FRANCIA E GERMANIA HANNO SOLO UN OBIETTIVO: LASCIARE L'ITALIA SENZA OSSIGENO - Francesco Amodeo

mic ha detto...

La tragedia di questo nostro tempo è la secolarizzazione e il fatto che è stata messa all'angolo la metafisica ed espunto il soprannaturale. E dunque tutto è ridotto all'orizzonte terreno. Per questo assistiamo alla diffusa incapacità di intuire le cause metafisiche che trascendono la natura fisica dei fenomeni.  Il che, nella Chiesa, è stato avallato dal concilio, seguendo il mondo attraverso l'antropocentrismo, che ha sostituito il Cristocentrismo in ogni suo documento.
Il Coronavirus ha senz'altro delle cause metafisiche, oltre a quelle fisiche. Ma ora prevale la pretesa di spiegare le cose attraverso la tecnoscienza sperimentale, quindi attraverso le cause fisiche. E ciò avviene a causa dell'incapacità - che diventa perfino divieto - di vedere le cause metafisiche.
Invece la conoscenza metafisica era quella che animava i santi e i dottori della Chiesa, mentre il clero di questa generazione ha ricevuto la formazione distorta, che ha deviato dalla scienza sacra e della dottrina perenne e ci lascia in un mondo senza senso. 
Anche per il Coronavirus esistono le cause metafisiche, prima di quelle fisiche. 
Ed è su queste che dovremmo interrogarci e disporci e agire di conseguenza. Anche per sapere, per quanto possibile, prefigurare e gestire (piuttosto che subire) i cambiamenti che certamente ci saranno, con i frutti dell'adorazione, come ben richiama Romano Amerio. 
Infatti, cessate queste emergenze così dure e imprevedebili, niente potrà essere come prima. Dei governanti illuminati (non nel senso comune ma secondo il cuore del Signore) dovrebbero fin da ora fare scelte coraggiose e inedite per prevenire possibili scenari di caos e di violenza su cui non mi soffermo ma che sono da temere. Invece mancando la visione metafisica, manca anche quella in prospettiva che non resti ancorata ad un oggi imbrigliato nella ricerca di tappare buchi nell'ottica di non perdere il consenso invece di innescare processi per il bene comune...

mic ha detto...

E purtroppo, insieme ad una Chiesa uscita da se stessa per perdersi nel mondo anziché salvarlo, abbiamo un governo non solo miope ma prono ai poteri dissolutori della nostra identità anche cristiana... Questo anche ci portiamo nel cuore nella nostra preghiera, che diventa affidamento totale, adorazione e richiesta di discernimento, che tuttavia viene da sé come conseguenza e dono...

Viator ha detto...

Quando si è in guerra, e questa è una guerra, è l'ora delle scelte epocali.

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=YX2EDUZwi6o&feature=youtu.be

Di notte, nel mare in tempesta, un faro acceso. Deo gratias!

Anonimo ha detto...

"una Chiesa uscita da se stessa per perdersi nel mondo anziché salvarlo, un governo non solo miope ma prono ai poteri dissolutori della nostra identità"
concordo totalmente, bellissima sintesi
OS

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/dio-non-punisce-ma-prima-torniamo-al-padre-meglio-e/

“Dio non punisce”? Ma prima torniamo al Padre, meglio è.
Maurizio Blondet 18 Marzo 2020 51 commenti

Anonimo ha detto...

Sospetti più che legittimi ne abbiamo in abbondanza, ma non abbiamo prove e siamo niente di fronte ai poteri global, Bill Gates, il 'filantropo' di family planning che ha fatto abortire 300.000.000. di femmine in Asia, India in primis.....da non sottovalutare i maligni influssi della royal family britannica i cui membri sono, quasi, tutti a capo di potentissime organizzazioni ONU, oltre alla comprovata appartenenza alle più alte logge, regina Elisabetta esclusa in quanto donna, ma.......

Josh ha detto...

chiediamo insieme all'autenticità dell'adorazione, anche la vera conversione dei cuori