Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 19 dicembre 2015

Consolidamento della sinodalità e del conciliarismo? Il C9 e la "decentralizzazione" della Chiesa

Consolidamento della sinodalità e del conciliarismo?
di Maria Guarini

Introduzione

Vediamo di dare una lettura non frammentaria alle dichiarazioni del Papa riportate e commentate di seguito, in occasione del recente incontro con il Consiglio dei 9 cardinali da lui nominati come consulenti diretti e meglio noto come "Consiglio della corona" [vedi].
Si tratta di un tema, già venuto alla ribalta con l'EG e successivamente ripreso, che già non aveva mancato di suscitare reazioni da parte del Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, il cardinale Müller. Ma esse risultano totalmente ininfluenti. Bergoglio va avanti come uno schiacciasassi, senza ascoltare nessuno, affiancato dai suoi corifei sulla stessa linea rivoluzionaria, in questo caso orientata ad una collegialità senza limiti. Del resto, una volta aperta la fessura [vedi], è quasi scontato che nel tempo questa diventi voragine [vedi]. 
Ecco la conferma che stiamo entrando nel Sinodo 3.0, visto che il 2.0 dello scorso ottobre non è riuscito a sfondare, a causa di una resistenza più consistente del previsto. Del resto avevamo a suo tempo registrato come, su radio Vaticana, l'arcivescovo di Kiev, Shevchuk, lo avesse già esplicitato. Alla domanda: "che cosa dire in merito al discernimento che il singolo Vescovo sarà chiamato ad assumere nei confronti delle situazioni più delicate e difficili?", Shevchuk ha parlato di Dicasteri specializzati per le situazioni più difficili che dovrebbero emettere orientamenti per i confessori! Ecco quindi che il Sinodo 2.0 di ottobre, come per incanto, viene avviato al Sinodo nuovo Dicastero, 3.0 di dicembre. A questo punto, Bergoglio, giocando d'anticipo, ha già trovato la soluzione che gli chiedono i novatori. Con il Sinodo 2.0 accontenta i tradizionalisti e con il 3.0 aprirà ai modernisti. Quanto prefigurato nella riunione del C9 di questi giorni ne è la dimostrazione.

Bergoglio il C9 e la "decentralizzazione" della Chiesa

Apprendiamo da Vatican Insider [qui]
Concluso il lavoro sul nuovo dicastero «pro laicis, familia et vita», il C9, il consiglio di porporati che collabora con il Papa per la riforma della Curia romana e il governo della Chiesa universale ha iniziato a studiare l'accorpamento di un altro polo, «per la giustizia, la pace e le migrazioni». E nella riunione del prossimo febbraio inizierà a parlare di come rendere concrete le parole di Francesco sulla «sinodalità» e sulla decentralizzazione». Lo ha annunciato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che ha anche reso nota la costituzione, da parte del cardinale George Pell, di un gruppo di lavoro sull'economia vaticana, le entrate e le uscite.
Dall'articolo che segue, tradotto da LifeSiteNews dalla nostra redazione, ricaviamo le stesse notizie ma con ulteriori sottolineature interessanti.
Il Consiglio di 9 cardinali consulenti di Papa Francesco, noto come il "C9", ha tenuto con il Santo Padre il dodicesimo incontro dal dicembre 2010, nel quale è stato discusso, tra l'altro, l'invito di Francesco a decentralizzare la Chiesa. Secondo il portavoce Vaticano p. Federico Lombardi, «i membri del Consiglio hanno rilevato l’importanza del discorso del Santo Padre del 17 ottobre scorso, in occasione della commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi».
Il Papa ha detto che al momento «si sente la necessità di procedere a un "salutare 'decentramento'" del potere alle "Conferenze Episcopali".... Dobbiamo riflettere sulla realizzazione ancor più attraverso queste istituzioni», perché la «speranza del Concilio che tali organismi contribuiscano ad accrescere lo spirito della collegialità episcopale non è stata ancora pienamente realizzata».
Nella riunione di questa settimana, il portavoce vaticano ha osservato anche: « Il Consiglio ha rilevato la necessità di approfondire il significato di tale discorso e il suo rilievo anche per il lavoro di riforma della Curia, tanto da decidere di dedicare a esso una specifica sessione durante la prossima riunione nel febbraio 2016».
All'inizio del suo pontificato, in Evangelii Gaudium, Francesco aveva già chiesto una "conversione del papato" [vedi]. Riporto di seguito il passaggio dal citato Discorso del 17 ottobre 2015 nell'Anniversario dell'istituzione del Sinodo dei vescovi [qui].
«Dobbiamo riflettere per realizzare ancor più, attraverso questi organismi, le istanze intermedie della collegialità, magari integrando e aggiornando alcuni aspetti dell'antico ordinamento ecclesiastico. L'auspicio del Concilio che tali organismi possano contribuire ad accrescere lo spirito della collegialità episcopale non si è ancora pienamente realizzato. Siamo a metà cammino, a parte del cammino. In una Chiesa sinodale, come ho già affermato, «non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori. In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare "decentralizzazione"»
La richiesta di devoluzione del potere, tra cui la «vera e propria autorità dottrinale» è stata espressa al Sinodo ordinario da parte di coloro che respingono la dottrina cattolica sulla sessualità umana. L'Abate Jeremias Schröder, che ha partecipato al Sinodo in qualità di rappresentante dell'Unione dei Superiori Generali, ha detto che sia «l'accettazione sociale dell'omosessualità» che il comportamento con i «divorziati risposati» erano esempi «in cui dovrebbe essere consentito alle conferenze episcopali formulare risposte pastorali in sintonia con ciò che può essere predicato annunciato e vissuto in un contesto diverso. L'abate ha affermato che tale delega è stata sostenuta dalla maggioranza dei padri sinodali.
Le sfide del card. Marx: nella Evangelii Gaudium i prodromi di quanto accade

LifeSiteNews ricorda anche che il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga e membro del C9, aveva chiesto una maggiore delega per le conferenze episcopali. Lo aveva fatto, in termini di sfida, nel febbraio scorso. Ne abbiamo parlato qui:
«Non siamo solo una filiale di Roma... Ogni conferenza episcopale è responsabile della cura pastorale nella propria cultura e deve annunciare il Vangelo nel suo modo unico. Non possiamo aspettare fino a quando un Sinodo ci dirà come dobbiamo comportarci qui sul matrimonio e la pastorale familiare»
Il problema è che la questione riprende un passaggio piuttosto esplicito della Esortazione Evangelii Gaudium[1]:
«Ancora non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. Un'eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria».
Le puntualizzazioni, inascoltate, del Card. Müller

Riporto di seguito le affermazioni del cardinale Gerhard Ludwig Müller. In una intervista rilasciata al settimanale francese Famille Chrétienne nell'imminenza del Sinodo di ottobre 2015 [qui] il Prefetto della Dottrina della Fede — oltre a ribadire la sua posizione sui temi sinodali espressa sin dal 2013 [qui] nell'imminenza del Sinodo, del tutto divergente dalla tesi-Kasper — mette chiaramente in discussione la possibilità di concedere ampi poteri alle conferenze episcopali nazionali, che è appunto uno dei capisaldi della Evangelii Gaudium:
L'idea di «delegare alcune decisioni dottrinali o disciplinari sul matrimonio o la famiglia alle conferenze episcopali è assolutamente anticattolica», visto che le conferenze episcopali locali – pur avendo autorità su determinate questioni – «non non costituiscono un magistero affiancato a un Magistero, senza il Papa e la comunione con tutti i vescovi». ... «La Chiesa non è un insieme di chiese nazionali, i cui presidenti votano per eleggere il loro leader a livello universale».
Nella relazione: La natura teologica delle Commissioni Dottrinali e il compito dei Vescovi come maestri della fede (Esztergom, 13 gennaio 2015) [qui] il cardinale Müller mette ogni cosa al suo posto: distingue tra il potere supplementare delle conferenze episcopali e dei loro organi – come per esempio le commissioni dottrinali incaricate dell’armonizzazione tra le varie orientazioni pastorali – e il diritto divino dei successori degli apostoli, di natura alquanto diversa, che li costituisce come dottori della fede e guardiani delle loro chiese particolari, allo stesso tempo in cui essi si prendono cura dell’intera Chiesa, in comunione col Pontefice.
Nella stessa relazione: Parte II. La funzione dottrinale dei Vescovi, Müller richiama un documento di Joseph Ratzinger, suo predecessore in qualità di Prefetto della Dottrina della Fede
«Nelle sue “Considerazioni” del 1998 sul primato del Successore di Pietro, la Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che “il Romano Pontefice è — come tutti i fedeli — sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è garante dell’obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum [Dei]. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all'uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; in altri termini, la episkopè del Primato ha i limiti che procedono dalla legge divina e dall'inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione. Il Successore di Pietro è la roccia che, contro l’arbitrarietà e il conformismo, garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio».
Eppure nessun si muove!

A questo punto non possiamo non chiederci come chi ha responsabilità pastorali nella Chiesa possa ancora tacere — oppure come possa continuare ad esprimersi da improprie tribune mediatiche, anziché dalla posizione istituzionale di responsabilità rivestita in questo difficile momento ecclesiale — su questa ed altre questioni. Alcune risultano evidenziate nei nostri Memoranda [qui], mentre cito in nota[2] una delle più recenti. In realtà nella Chiesa assistiamo a cambiamenti, negli esordi del concilio travestiti da aggiornamento, rivelatosi oggi vera e propria rifondazione in chiave rivoluzionaria.

Interrogativi tuttora senza risposta

L'interrogativo posto qua su — di come si possa tacere — è quello più immediatamente ineludibile anche a motivo dell'indizione di un anno santo anomalo, che diffonde un'idea non cattolica della Divina Misericordia, nonché dei due motu proprio, entrati in vigore l'8 dicembre, che dissolvono il fondamento, cioè la vera natura del rapporto pensato dal Creatore tra l'uomo e la donna, tra Cristo e la Chiesa.
E restano realisticamente aperti ed irrisolti altri interrogativi su problemi dei quali non si intravede alcuna soluzione umanamente possibile. Li esprimo, ma temo che risultino solo grida del cuore rivolte al cielo, poiché mi pare manchi completamente il chi e il come risolverli. E, anche se mi sembra di scrivere sull'acqua, non dubito che il Signore provvederà; ma di solito Egli si serve dei Suoi...
  1. In base ai ricorrenti presupposti sul concilio — a) come evento unico e mal applicato, secondo alcuni pastori e studiosi più moderati o b) addirittura non sufficientemente applicato, secondo altri indiscriminatamente aperti alla rivoluzione bergogliana —, si deve constatare che nella Chiesa è di fatto precluso ogni confronto, soprattutto teologico e quindi anche pastorale, su alcuni punti controversi di documenti conciliari individuati da teologi amanti della tradizione, che renderebbero ragione della "cattiva applicazione" e quindi di alcune cause non secondarie della terribile crisi che stiamo attraversando.
    Come poter pensare di attuare rimedi, se non si individuano le radici del male? Ricordate la supplica di Mons. Brunero Gherardini et alii [vedi], rimasta purtroppo senza esito tanto da indurre il monsignore, ultimo esponente della Scuola Romana, a scrivere il libro "Il discorso mancato" [vedi]? È oltrepassabile questo ostacolo, posto che i anche i pastori che attualmente difendono la morale e la corrispondente dottrina, come apparirebbe ad esempio il card. Müller, di fatto sono conservatori, sì, ma del concilio?
  2. L'attuale gerarchia, compreso il Trono più alto, è quasi tutta orientata in senso nemmeno più conciliare ma conciliarista, mentre sembrano venir meno o rimanere strategicamente defilati anche quei pochi che potrebbero esser disponibili ad una critica costruttiva delle 'deviazioni' che si vanno consolidando. Come pensare dunque alla possibilità di un'azione pubblica e autorevole che renda più efficace, coesa e soprattutto coordinata l'ineludibile "resistenza", al fine di impedire che diventi incolmabile lo iato generazionale tra una high ed una low Church di fatto esistenti? Chi e come potrebbe, per questo, farsi promotore di una pastorale tradizionale, che non rinneghi il concilio tout-court ma ne rifiuti le ombre, recuperando il munus docendi regendi et sanctificandi di Sacerdoti non più dispersi ed emarginati?
Maria Guarini
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1. Francesco afferma: «Sottolineo che ciò che intendo qui esprimere ha un significato programmatico e dalle conseguenze importanti». Programmatico, non magisteriale. Ma, per chi è avvezzo ad un linguaggio ecclesiologico più tradizionale diventa un inganno, perché ormai è evidente quanto vadano sempre più liquefacendosi le distinzioni tra prassi e magistero. Il card Burke ha ricordato [qui] che «la E.G. non è parte del Magistero perché lo stesso Papa afferma al principio del documento che esso non è magisteriale, offre solo indicazioni sulla direzione verso cui condurrà la Chiesa. Nell'Evangelii gaudium ci sono affermazioni che esprimono il pensiero del Papa. Le riceviamo con rispetto, ma non insegnano una dottrina ufficiale». Tuttavia ciò non impedisce che nel frattempo i suoi danni possa farli... E mi sorge spontanea una domanda: si può condurre la Chiesa in una direzione in base a coordinate che, in questi termini, apparirebbero inedite o per lo meno non sancite dal magistero infallibile? Mentre ormai, in un contesto totalmente storicista, non c'è più alcun linguaggio comune sul Magistero infallibile...
2. Come si può passare sotto silenzio la seguente esternazione sulla Presenza Reale del Signore!
«Lei [una luterana] va davanti al Signore e chiede perdono; Suo marito fa lo stesso e va dal sacerdote e chiede l’assoluzione. Sono rimedi per mantenere vivo il Battesimo […] quando voi insegnate ai vostri figli chi è Gesù, perché è venuto Gesù, cosa ci ha fatto Gesù, fate lo stesso, sia in lingua luterana che in lingua cattolica, ma è lo stesso. […] mi diceva un pastore amico: “Noi crediamo che il Signore è presente lì. È presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza?” – “Eh, sono le spiegazioni, le interpretazioni…”. La vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni […] Oggi abbiamo pregato insieme. Pregare insieme, lavorare insieme per i poveri, per i bisognosi; amarci insieme, con vero amore di fratelli. “Ma, padre, siamo diversi, perché i nostri libri dogmatici dicono una cosa e i vostri dicono l’altra”. Ma un grande vostro [esponente] ha detto una volta che c’è l’ora della diversità riconciliata» (Vatican.va – 15 Novembre 2015).
Quella dei Luterani è una presenza simbolica, non Reale. E la Presenza Reale non la stabiliscono "i nostri libri dogmatici", ma accade il Signore si è consegnato e si consegna al Padre e a noi attraverso i Suoi Sacerdoti fino alla fine dei tempi. Così ha stabilito in quel drammatico e benedetto Giovedì Santo!

Vedi, nel blog : Conciliarità, Sinodalità. Come cambia la Chiesa?

17 commenti:

RR ha detto...

Sempre meno Catholica, sempre più protestante. Beh ormai al 2017 manca proprio poco. Poi potrà ritirarsi nella "pampa".
Lo scisma da "Roma" da dentro "Roma" stessa. Incredibile !
RR

Luís Luiz ha detto...

Chiamare papa all'antipapa Bergoglio è una bestemmia e una mancanza di rispetto all'istituzione papale e a tutti i successori di Pietro fino a Benedetto XVI. Un po' più di serietà, per favore. L'unico titolo di validità dell'eretico rotariano è la codardia dei prelati e l'ottusità dei "canonisti". Mentre l'antipapa distrugge gioiosamente la Chiesa, aspettano che faccia una definizione solenne ex cathedra di una eresia grossolana per denunciarlo. Pio X ha visto più giusto quando ha condannato i modernisti, così innocenti comparati ai bergogliani, non per una eresia esplicita, ma per l'ensemble de l'oeuvre. E continuano a chiamarlo "Santo Padre" e fanno tutte le acrobazie immaginabili per difendere la validità del suo pontificato... Puro farisaismo, quel farisaismo che Gesu Cristo, Nostro Dio e Nostro Salvatore ci ha insegnato a disprezzare.

Cesare Baronio ha detto...

Avanti, sempre avanti, senza alcun intoppo! Bergoglio ha già deciso di demolire la Chiesa e nessun Presule, nessun Vescovo, nessun Cardinale osa levar la voce per anatematizzare - ripeto: ANATEMATIZZARE - queste innovazioni che, lette nel contesto generale, sono più eloquenti dei singoli discorsi, peraltro inquietanti, che ci vengono propinati quasi quotidianamente.

Quando la Chiesa sarà stata ridotta al nulla da Bergoglio, qualcuno dovrà spiegare ai fedeli perché, per rispetto umano e nell'assoluta noncuranza dei sovrani diritti di Dio, ha taciuto e si è reso complice col proprio silenzio di questa demolizione luciferina.

Certo, abbiamo le promesse diCristo. Ma non fu Cristo stesso a chiederci se avrebbe trovato fede sulla terra, nel giorno del Suo ritorno? Se le cose continuano così. le Due parole suonano di condanna per solo per i Suoi nemici dichiarati, ma anche - ed oserei dire soprattutto - per i molti, troppi pavidi che, sotto falso pretesto di una deviata obbedienza, antepongono il culto idolatrico di Bergoglio a Dio stesso.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Et le Sinodo 4.0, ce sera l'ordination des femmes, non ?

Anonimo ha detto...

C'è da ammettere che sono stati abili, molto abili, direi di una abilità oltre l'umano: hanno capito che la Chiesa non avrebbe mai potuto essere espugnata dall'esterno e così l'hanno conquistata dall'interno. Non commettiamo l'errore di discuterne come se la cosa deve ancora avvenire perchè è già avvenuta. Ora la stanno solo mettendo a sacco come da prassi.
Miles

bernardino ha detto...

@RR ""sempre meno cattolica e sempre più protestante"" -

Bergoglio è solo la punta dell'aisberg, il tutto è cominciato nel 1958, e l'esempio è come se in una costruzione di dieci piani, tagli qualche colonna di cemento armato;
anche se le colonne sono molte il palazzo comincia a piegarsi, poi il più piccolo terremoto o smottamento del terreno (a volte basta solo un pò di pioggia) viene giù tutto il fabbricato.
Ora che è arrivato sul Trono un gruppo guidato da Bergoglio con coloro che la pensano come lui, ci sembra che sia lui a far venire giù tutto.
No, non è così, tutto è iniziato a demolire le basi della Dottrina e della Chiesa Bimillenaria con la rivoluzione conciliare che aveva tenuto in piedi la Chiesa cattolica per duemila anni. Dobbiamo ripensare l'arianesimo e come aveva ridotto la Chiesa in quella enorme eresia; siamo allo stesso punto.
Comunque basta che resta in piedi un piccolo gregge guidato anche da un piccolo Pastore vero che crede davvero nel Credo Cattolico apostolico - in fondo Cristo Nostro Signore, non ci ha forse avvertito ""Portae inferi non prevalebunt"" che contro la Sua Chiesa il demonio non prevarrà? accontentiamoci anche se ci resterà anche una piccola Chiesa Cattolica composta da pochi numeri, poi ci guiderà Dio; dobbiamo solo avere fiducia in Lui.
Avere centinaia di milioni di falsi o pseudo/cattolici che non ci credono a che serve se non a rovinare altre centinaia di milioni di anime che potrebbero invece salvarsi?
Quello che conta, che venga predicata una vera e sana Dottrina Cattolica di un Dio Cattolico.
Non possiamo mica fermare con i mitra chi vuole andare con i protestanti e non vuole credere nel nostro Dio Trinitario e la Madonna? dobbiamo fare solo la volontà di Dio.
Eppure mentre si costruiva quella falsa chiesa dove tutti potevano entrare, Dio aveva altri progetti (B. Emmerich). La fede al primo posto e preghiera.
Sempre meno Cattolica e sempre più protestante.
Bernardino.

bernardino ha detto...

Ma quando i vescovi tedeschi ed altri ci dicono chiaramente che non possono aspettare
le decisioni del (Papa) questo non è già scisma in atto? cosa dobbiamo aspettare che conclamino canonicamente lo scisma? che si riuniscano in un nuovo concilio per dire che hanno partorito la loro chiesa democratica secondo le loro opinioni e le loro modalità?
Ma i vescovi tedeschi, non sono come tutti i vescovi, Successori degli Apostoli? e quando predicano, dobbiamo prendere sul serio ciò che dicono.
Poi stà anche a noi Cattolici adulti capire se hanno parlato con verità oppure no, e se il Capo ed i capi non battono ciglio, significa che è così.
Bernardino.

Anonimo ha detto...


@ Abolire le Conferenze episcopali, altro che "decentralizzazione"

La collegialita' spuria introdotta dal Vaticano II ha potenziato le Conferenze Episcopali facendone gli organi fondamentali della nuova collegialita', quella che, a dispetto della Tradizione della Chiesa, attribuisce la suprema potestas, oltre che al Papa uti singulus, anche al Collegio con il Papa (si e' mai visto un Collegio senza Capo?). Ha creato due titolari della suprema potestas (il Papa da solo, come da tradizione, e il soggetto collettivo del collegio con il Papa non sotto il Papa). La continuita' con la Tradizione sarebbe stata conservata dal fatto che mentre il Papa puo' esercitare la potestas da solo, il collegio dei vescovi non puo' perche' deve avere sempre l'autorizzazione del Papa a tale esercizio.
Nella Prassi cio' crea attriti tra i vescovi e il Papa, perche', in quanto Collegio, ora i vescovi sono e si sentono investiti della summa potestas su tutta la Chiesa, uguale a quella del Papa, quanto alla sua titolarita'.
E se la potestas e' la stessa, perche' i vescovi hanno bisogno dell'autorizzazione del Papa al suo esercizio, forse che essi sono, in quanto Confer. Episc., "una filiale di Roma", come ha detto il tronfio cardinale Marx? E anche i soggetti che esercitano tale potestas sono ora due: il collegio con il Papa e il Papa da solo. UN pasticcio formidabile.
Ma "il collegio" viene poi ad articolarsi in Conferenze Episcopali che si sono in pratica sostituite al singolo vescovo e che tendono sempre di piu' a costituire delle Chiese cattoliche nazionali, dissolvendo l'universalita' della Catholica, favorite in questo anche dalla sciagurata introduzione del principio di creativita' (locale, nazionale) nel rito.
E' chiaro, per la sopravvivenza della Chiesa, che, a questo punto, le Conferenze episcop. dovrebbero essere abolite ed i vescovi restituiti alla loro responsabilita' individuale di Pastori a capo di una diocesi, sub Papa, come prima.
L'ulteriore decentralizzazione che Papa Francesco vuole introdurre, sviluppando ulteriormente la riforma conciliare, non fara' altro che accelerare il processo di disgregazione. Pero', come lamenta giustamente MG, da dentro la Chiesa non si sviluppa una vera critica, per il semplice motivo che essa dovrebbe mettere in discussione il Vaticano II. E quindi, al momento, non se ne esce. parvus

irina ha detto...

Certamente, come ho già scritto, in tutta questa corsa innovativa non è solo. E tutto non è iniziato nel 2013. Nel 2013 è iniziato il lavoro allo scoperto. Quello al tavolino chissà da quanto,oltre S.Gallo, durante le estati magari, seminari a porte chiuse, per pochi intimi scelti.Un po'come l'Europa, parti teoriche al chiuso e la pratica, servita in dosi aggiustabili, all'aria aperta. In tempi largo, adagio, andante, moderato, allegro, presto.Quello che incuriosisce è perchè? Bertrand Russel disse:se vuoi che tuo figlio studi, impedisciglielo. Questi stanno impedendo di praticare la sana dottrina a migliaia di persone.Ci sono buone probalità che tutte queste persone man mano torneranno al sano pane, alla sana dottrina, e questi corruttori non riscuoteranno più nenche uno sguardo. A dir poco e dir bene. Da soli si saranno coperti di ridicolo e di vergogna. Hai voglia a tirarti su con l'amor proprio, l'amor di Dio chi lo conosce lo riconosce.

Rr ha detto...

La cosa pazzesca di tutto cio' è che cercano di attuare con 40 anni di ritardo ciò che fu attuato allora in Italia nelle scuole, univerista', comuni, fabbriche, che a sua volta copiava quanto fatto dalla Rivoluzione bolscevica 60 anni prima in Russia, e poi Cina, Cuba, ecc. !
Decentrlizzare, creare consigli di fabbrica, d'istituto, di redazione, di facolta,' di circolo, di circoscrizione, ec.ecc. L'Urss, fondata sui consigli ( i Soviet) è crollata, la Cina si è modificata per non crollare anch'essa. e questi vanno avanti imperterriti come se niente fosse, e se questo fosse il" nuovo", quando è vecchio di quasi un secolo!
E' proprio vero che "Zeus dementat quos perdere vult" . Del resto l'eta' media di questi " geni" e' entro l'eta' dell' Alzheimer e della demenza senile aterosclerotica.
Rr

Cesare Baronio ha detto...

Chissà che Bertran Russel non abbia ragione anche per i sacerdoti, i Vescovi ed i Cardinali: a fuori di impedir loro di esser cattolici, forse si scuoteranno dal proprio torpore, e quantomeno vedremo quanti sono i buoni e quanti i malvagi. Ma come per i persecutori d'Israele - colpevoli di colpire il popolo eletto ancorché fossero essi stessi strumento della vendetta divina -così i persecutori della Chiesa dovranno render conto a Dio delle proprie azioni, nonostante siano anch'essi strumenti della giustizia di Dio. Nihil inultum remanebit. Jota unum, aut unus apex non praeteribit. Noi facciamo la nostra parte, chiedendo alla Gerarchia di tornare in sé e di difendere i diritti sovrani di Dio e della Sua santa Chiesa. Chiediamo loro di esser veri pastori, per difendere il gregge loro affidato, ora nelle mani di un mercenario senza scrupoli. Chiediamo loro di trovare in Dio la forza di affrontare a viso aperto chi sta dimostrando giorno per giorno di voler creare una controchiesa infernale sulle macerie della Sposa di Cristo. Chiediamo loro di saper leggere la storia di questi ultimi decenni, individuando il germe satanico di questa controchiesa nelle deviazioni introdotte col Modernismo e divulgate con il Concilio. Vogliamo una conversione radicale, senza compromessi, senza finzioni, senza mezzi termini, senza calcoli politici, senza tentennamenti. I laici stanno facendo fin troppo; il basso clero sta iniziando a muoversi; adesso tocca ai Prelati. Prima che sia troppo tardi.

Catholicus ha detto...

Bravo Cesare, parole sante. Rscalda il cuore sentire una persona che parla chiaramente, attribuendo ai modernisti ed al CV II le colpe dello sfacelo attuale nella Chiesa di Cristo. Quindi niente "ermeneutica della continuità", almeno non con la Chiesa preconciliare; l'unica continuità che vedo, dal 1958 ad oggi, è quella dell'accanimento nell'opera di distruzione del Cattolicesimo, e adesso anche delle nostre radici di civiltà europea, grazie all'appoggio indiscriminato dato dal clero modernista all'invasione selvaggia dei musulmani. Ben diceva il saggio card. Biffi di favorire l'immigrazione di latino americani (od almeno di ortodossi dell'est europeo), ma no, le sinistre e la gerarchia cattolica modernista, entrambe accecate dall'ideologia nichilista, hanno preferito spingere sul meticciato sulla scomparsa della ostra cultura cristana e della nostra civiltà europea. Ne rispondeanno alla Storia ed al Suo Signore, Cristo Re (il concetto di Regno Sociale di Cristo, come noto, è stato rinnegato dai modernisti al CV II).

Anonimo ha detto...

Un vescovo dice di essere disposto a ritirare il presepe e i simboli cristiani dalla vita pubblica, un altro vuole dare il bonus agli immigrati, un altro ancora cita la Costituzione e la bontà del comunista Palmiro Togliatti. Adesso il monsignore, che veste paramenti di Armani, favorevole alle nozze gaie è indagato per la sparizione di 180mila euro. Le loro affermazioni sono ancora più gravi degli atti, perchè diffondono l'errore tra i fedeli già confusi. Non fate quello che fanno ma non fate nemmeno quello che vi dicono? Come dovremo comportarci? Obbedienza a chi e a quali principi? “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?” (Lc.6,39). Booooh

tralcio ha detto...

Cara Mic,
in fondo alla tua inappuntabile disamina poni alcune domande.
Per me la risposta non è più principalmente negli uomini di Chiesa: non per loro pavidità (qualcuno reagirà) ma perchè la sfida è ormai posta a livello soprannaturale.
Dietro all'inganno c'è il principe di questo mondo; dietro a Giuda c'è chi "vi è entrato".
Persino il Pietro che sguainasse la spada potrebbe poco (e Gesù lo rimproverò dopo aver ferito Malco), salvo poi ritenere più opportuno defilarsi e piangere amaramente al chicchirichì.
Questa neochiesa è in dialogo con il principe delle tenebre.
Non tiene conto della lotta.
Protestantizzata com'è non si affida a colei che schiaccerà il capo alla serpe.
Anzi: chi sono io per giudicare la serpe?
E soprattutto: guai a calpestare la serpe, visto che proiettiamo le bestie in faccia alla basilica pontificia, inneggiando alla natura e spegnendo il presepe.
Dunque: se non si tiene conto della lotta e la spada è inadeguata, ma il nemico è scatenato, significa che abbiamo altre risorse, con l'Immacolata a garanzia di vittoria.
A noi è richiesta la fede. E di avere pietà di questo schifo, come ne ha Dio del nostro.
Siamo, più che mai, nelle mani del Signore. Non abbiamo poco da fare: dobbiamo fidarci!

Japhet ha detto...

Esempio di comunicazione ambigua: un colpo al cerchio e l'altro alla botte:

Cardinale Müller: La fede non è un'opinione Fermiamo la deriva protestante della Chiesa
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-cardinale-mller-la-fede-non-e-unopinionefermiamo-la-deriva-protestante-della-chiesa-14420.htm#.VnSUCYOR6VM.facebook

Non emergono le VERE responsabilità, anzi....

mic ha detto...

Dunque: se non si tiene conto della lotta e la spada è inadeguata, ma il nemico è scatenato, significa che abbiamo altre risorse, con l'Immacolata a garanzia di vittoria.
A noi è richiesta la fede. E di avere pietà di questo schifo, come ne ha Dio del nostro.
Siamo, più che mai, nelle mani del Signore. Non abbiamo poco da fare: dobbiamo fidarci!


Sì, è così...

Josh ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/cristiani-deboli-coi-musulmani-e-immigrato-zittisce-prete-1206520.html

Durante l'omelia il prete accusa i fedeli debolezza di fronte alle rivendicazioni degli islamici. Uno straniero interrompe la Messa e lo zittisce

http://www.abruzzoin.com/Teramo-inaspettata-reazione-di-un-giovane-straniero-all-omelia-del-parroco.htm