Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 23 dicembre 2020

En Grege Relicto. Mons. Viganò sul Presepe in piazza San Pietro.

Al centro di Piazza San Pietro troneggia una tensostruttura metallica, frettolosamente decorata con una luce tubolare, sotto la quale si ergono, inquietanti come totem, poche orribili statue che nessuna persona dotata di senso comune oserebbe identificare con i personaggi della Natività. Lo sfondo solenne della facciata della Basilica Vaticana aumenta l’abisso tra le armoniose architetture rinascimentali e quella indecorosa parata di birilli antropomorfi. 

Poco importa che questi atroci manufatti siano il frutto di studenti di un oscuro Istituto d’Arte abruzzese: chi ha osato mettere insieme questo sfregio al Presepe l’ha fatto in un’epoca che, tra le innumerevoli mostruosità in campo pseudoartistico, non ha saputo fare nulla di bello, nulla che meriti di essere conservato per i posteri. I nostri musei e gallerie d’arte moderna traboccano di creazioni, installazioni, provocazioni partorite da menti malate a cavallo degli anni Sessanta e Settanta: quadri inguardabili, sculture che provocano ribrezzo, opere di cui non si comprende né il soggetto né il significato. E ne traboccano pure le chiese, che non sono state risparmiate, sempre in quegli anni infausti, da ardite contaminazioni di “artisti” apprezzati più per la loro appartenenza ideologica e politica che non per il talento. 

Da decenni architetti ed artigiani realizzano strutture orripilanti, arredi e suppellettili sacre di tale bruttezza da lasciare disgustati i semplici e da scandalizzare i fedeli. Da quella malapianta, in clima migrazionista bergogliano, non poteva non derivare il barcone bronzeo, quale monumento al migrante ignoto [qui e vedi  indice], collocato sulla destra del colonnato berniniano, deturpandone l’armonia, la cui mole opprimente fa sprofondare i sanpietrini nella costernazione dei romani. 

Occorre ricordare che il blasfemo presepe di quest’anno è stato preceduto da quello altrettanto sacrilego del 2017, offerto dal santuario di Montevergine, meta di pellegrinaggi della comunità omosessuale e transgender italiana. Questo anti-presepe, “meditato e studiato secondo i dettami e la dottrina di papa Francesco”, dovrebbe raffigurare presunte opere di misericordia: un uomo discinto a terra, un cadavere con un braccio penzolante, la testa di un detenuto, un arcangelo con una ghirlanda di fiori arcobaleno e la cupola di San Pietro in rovina.[1] 

Tentativi analoghi, in cui la Natività è presa a pretesto per legittimare cimenti infelicissimi, hanno costituito il cruccio di tanti fedeli, costretti a subire le stravaganze del clero e la smania di innovazione a tutti i costi, la deliberata volontà di profanare – nel senso etimologico di rendere profano – ciò che viceversa è sacro, separato dal mondo, riservato al culto e alla venerazione. Presepi ecumenici con improbabili moschee; presepi immigrazionisti con la Sacra Famiglia sulla zattera; presepi fatti di patate o di rottami. 

È ormai evidente anche ai più sprovveduti che questi non sono tentativi di attualizzare la scena del Natale, come facevano i pittori del Rinascimento o del Settecento, abbigliando il corteo dei Magi con i costumi dell’epoca; questi sono piuttosto l’arrogante imposizione della bestemmia e del sacrilegio come anti-teofania del Brutto, quale necessario attributo del Male. 

Non è un caso se gli anni in cui questo presepe è stato realizzato sono gli stessi in cui il Concilio Vaticano II e la messa riformata videro la luce: l’estetica è la medesima, e medesimi sono i principi ispiratori. Perché quegli anni rappresentarono la fine di un mondo e segnarono l’inizio della società contemporanea, così come con essi iniziò l’eclissi della Chiesa Cattolica per cedere il posto alla chiesa conciliare. 

Mettere nella fornace quei manufatti di ceramica deve aver richiesto non pochi problemi, che l’industriosità degli insegnanti di quella scuola abruzzese superò scomponendoli in pezzi. Altrettanto avvenne al Concilio, dove ingegnosi esperti riuscirono a far entrare a forza nei documenti ufficiali novità dottrinali e liturgiche che in altri tempi sarebbero stati confinati alla discussione di un gruppuscolo clandestino di teologi progressisti. 

Il risultato di quell’esperimento pseudo-artistico è un orrore tanto più raccapricciante, quanto maggiore è la pretesa che il soggetto rappresentato sia la Natività. L’aver deciso di chiamare “presepe” un insieme di mostruosi figuri non lo rende tale, né risponde alla finalità per cui esso viene esposto nelle chiese, nelle piazze, nelle case: ispirare l’adorazione dei fedeli nei confronti del Mistero dell’Incarnazione. Così come l’aver chiamato “concilio” il Vaticano II non ha reso meno problematiche le sue formulazioni e di sicuro non ha confermato i fedeli nella Fede, né aumentato la frequenza ai Sacramenti, e tantomeno convertito folle di pagani al Verbo di Cristo. 

E come la bellezza della Liturgia Cattolica è stata sostituita da un rito che eccelle solo in squallore; come l’armonia sublime del canto gregoriano e della musica sacra è stata bandita dalle nostre chiese per farvi risuonare ritmi tribali e musiche profane; come la perfezione universale della lingua sacra è stata spazzata via dalla babele delle lingue vernacolari; così è stato frustrato lo slancio di venerazione antico e popolare ideato da San Francesco, per sfigurarlo nella sua semplicità e strappargli l’anima. 

L’istintiva repulsione che suscita questo presepe e la vena sacrilega che rivela costituiscono il simbolo perfetto della chiesa bergogliana, e forse proprio in questa ostentazione di sfrontata irriverenza verso una tradizione secolare tanto cara ai fedeli e ai piccoli, si può comprendere quale sia lo stato delle anime che lo hanno voluto lì, sotto l’obelisco, come una sfida al Cielo e al popolo di Dio. Anime senza Grazia, senza Fede, senza Carità. 

Qualcuno, nel vano tentativo di trovare qualcosa di cristiano in quelle oscene statue di ceramica, ripeterà l’errore che è stato già compiuto nel lasciar sventrare le nostre chiese, nello spogliare i nostri altari, nel corrompere la semplice e cristallina integrità della Dottrina con fumosità ambigue tipiche degli eretici. 

Riconosciamolo: quella cosa non è un Presepe, perché se fosse un Presepe dovrebbe rappresentare il Mistero sublime dell’Incarnazione e della Nascita di Dio «secundum carnem», l’ammirazione adorante dei pastori e dei Magi, l’amore infinito di Maria Santissima per il divino Infante, lo stupore del creato e degli Angeli. Dovrebbe, insomma, essere la rappresentazione del nostro stato d’animo dinanzi al compimento delle profezie, il nostro incanto nel vedere il Figlio di Dio nella mangiatoia, la nostra indegnità per la Misericordia redentrice. E invece vi si scorge, significativamente, il disprezzo per la pietà popolare, il rifiuto di un modello perenne che richiama l’eternità immutabile della Verità divina, l’insensibilità di anime aride e morte davanti alla Maestà del Re Bambino, al ginocchio piegato dei Magi. Vi si scorge il tetro grigiore della morte, la cupa asetticità della macchina, il buio della dannazione, l’odio invidioso di Erode che vede minacciato il proprio potere dalla Luce salvifica del Re Bambino. 

Ancora una volta, dobbiamo esser riconoscenti al Signore anche in questa prova, apparentemente di minore impatto ma pur sempre coerente con le tribolazioni più grandi che stiamo subendo, perché ci aiuta a far cadere dai nostri occhi le bende che li rendono ciechi. Questa mostruosità irriverente è il marchio della religione universale del transumanesimo auspicato dal Nuovo Ordine Mondiale; è l’esplicitazione dell’apostasia, dell’immoralità e del vizio, della bruttezza eretta a modello. E come tutto ciò che viene costruito dalle mani dell’uomo senza la benedizione di Dio, anzi contro di Lui, è destinato a perire, a scomparire, a sgretolarsi. E questo avverrà non per l’avvicendarsi al potere di chi ha gusti e sensibilità diverse, ma perché la Bellezza è necessaria ancella della Verità e della Bontà, così come la bruttezza è compagna della menzogna e della malvagità. 
+ Carlo Maria Viganò
23 Dicembre 2020
Feria IV infra Hebdomadam IV Adventus   
__________________________
[1] https://www.corrispondenzaromana.it/lanti-presepe-piazza-san-pietro/

37 commenti:

Pietr ha detto...

GRAZIE monsignore

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha letto la Nota della CDF sulla liceità del vaccino ottenuto su linee cellulari di feti abortiti?
Cosa ne pensate?

Anonimo ha detto...

....e che si fa? Dobbiamo cercare di fermare questo paganesimo luciferiano riciclato, nientemeno che sotto il nome di cattolico!
Qualcuno ha ancora dubbi su come si è giunti alle varie religioni pagane dalla verità della vera unica Chiesa a cui venne chiamata la prima coppia, di cui si cita alla nascita di Set l'inizio del culto pubblico? Deformazione dell'una e sola verità in vari rivoli, e sostituzione col nemico, che posso come tesi far partire da Caino, e conferma di ciò si trova nella gnosi e sette varie massonico-gnostiche.

Anonimo ha detto...

Mah! Resto perplesso a proposito dell'azione di mons. Viganò. A me pare che si stia trasformando sempre più in un personaggio dei social, certo il più lucido e titolato, ma pur sempre un prodotto di questo tipo di comunicazione. Qualche settimana fa ha annunciato che avrebbe combattuto; francamente non mi pare. Egli semplicemente si limita a inviare ad alcune testate di sua fiducia i suoi scritti, per "vedere l'effetto che fa". Prigioniero forse anche lui della logica perversa alla quale obbedisce, più o meno inconsapevolmente, la gran parte di noialtri: "quante condivisioni?", "quanti like?".

Alcune domande mi paiono lecite e quanto mai opportune: dove si trova adesso mons. Viganò? Perché si nasconde? Da cosa e da chi scappa? Perché non si fa riprendere mentre celebra una Messa, mentre pronuncia un'omelia? È isolato o è semplicemente un portavoce di altri prelati?

Sarebbe utile avere qualche risposta. Scrive scrive scrive, e vabbè. E poi!?

Anna Casali Pastorelli ha detto...

Birilli antropomorfi

Viganò è geniale

Anonimo ha detto...

https://m.youtube.com/watch?v=u86T9gftiWA&feature=share

O Emmanuel

Anonimo ha detto...


Mgr Viganò a mangé du lion ! Bravo, Monseigneur ! Et merci.

Anonimo ha detto...

Mí dispiace per la censura al commento "non in linea". Mi pareva pertinente. Mons. Viganò si rivela essere sempre più un personaggio evanescente.

Bah ! ha detto...

Cardinale di un dormitorio*
https://gloria.tv/post/614Pd6Vsi2kjAdRA3QVJedk33

* Le truppe operanti dei pontieri di Sant'Egidio l'avranno informato ?

Anonimo ha detto...

Gli studenti sono lo specchio dei loro insegnati, genitori, ambiente.

machiavellismo versus tomismo ha detto...

Vaccinismo, feti abortiti, manipolazione genetica e S.Tommaso.

La teologia morale è gerarchicamente superiore alla scienza.
Questa è una mela; chi non è d'accordo...

Non vi rimpiangero'.

Anonimo ha detto...

Mons. Viganò scrive scrive scrive, e vabbè. E poi!?

Anonimo ha detto...

Mario Minetti:
Cerco disperatamente un politico che respinga, o almeno contrasti, la narrazione covid.
Uno solo non basterebbe a cambiare questa corsa verso il precipizio, lo so, ma sarebbe una mia piccola soddisfazione personale prima del tonfo finale..
P.S. il vaccino fatevelo voi.

Anonimo ha detto...

Dimissioni di Papa Francesco?

https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/papa-francesco-dimissioni-31-dicembre-fonte-vaticana-177961/

Anonimo ha detto...

"Mons. Viganò scrive scrive scrive, e vabbè. E poi!?"

La coda del mio commento: bene. Forse mons. Viganò non ama le critiche negative, e di conseguenza se ne vede una evita poi di mandare i suoi scritti ai blog che ospitano tali commenti critici. Se è così, va bene la censura. Rimangono tuttavia, anzi si irrobustiscono, le mie perplessità. Non è necessario che pubblichi questa chiosa finale.

Anonimo ha detto...

Grande Mons. Viganò.. La giustezza delle sue riflessioni lo rendono Uomo Credibile, equilibrato e, giusto condivisibile.
Angela Volo

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Premesso che il Presepe in questione appare non solo brutto e osceno, ma anche come opera NON d'arte di persone molto probabilmente senza talento, per cui devono supplire con la provocazione e l'eccentricità, ammettiamo pure, per ASSURDO, che sia un'opera innovativa e geniale.
Anche in questo caso il "Presepe del Papa" non raggiunge però lo scopo che qualunque presepe "normale", in qualunque casa del popolo, invece riesce a raggiungere, che è lo stesso scopo voluto da San Francesco a Greccio: rinnovare la devozione.
Se anche fosse un'opera d'arte, al popolo non genera devozione, ma ribrezzo (e poi si criticano i mostruosi cartoni animati giapponesi! Con che faccia!).
Anche fosse un'opera d'arte, la possono capire solo in pochi.
Anche fosse un'opera d'arte sembra servire solo a soddisfare il ghiribizzo di alcuni monsignori vanitosi che, con una pelliccia addosso, verrebbero scambiati per delle monsignore.
Ma se un Presepe è per pochi eletti, allora si configura come un insulto al Popolo di Dio. E, forse, si configura anche come espressione di un Papato che, in nome del popolo e in nome dei poveri, si fa compare delle elite e delle multinazionali.
Se sono i fatti che contano... questo è o, almeno, sembra essere.

Felice ha detto...

E cosa dovrebbe fare? Sparare?

Anonimo ha detto...

https://www.recnews.it/2020/12/04/armando-siri-dpcm-conte-tso-obbligo-vaccini-obbligo/

@per Mario Minetti ha detto...

Cerco disperatamente un politico che respinga, o almeno contrasti, la narrazione covid.
Faccio dur nomi: Sara Cunial e Vittorio Sgarbi .

Anonimo ha detto...

Le rispondo senza tirarla per le lunghe:

Sparare no. Chi lo dice!? Sta sul pezzo, il monsignore. C'era bisogno anche del suo saggio di "critica d'arte", dopo tutto quel che è stato scritto su questo presepe! Non lo credo. L'arcivescovo è molto di moda in certi ambienti, ma non muove un dito; se ne sta inguattato non so dove e due o tre volte a settimana ci tiene a farci sapere la sua. Valutazioni il più delle volte condivisibili, che ogni tanto rasentano l'ovvietà. Ho apprezzato molto di più la coraggiosa omelia del card. Burke del 12 dicembre scorso, pronunciata nel Santuario della Madonna di Guadalupe della sua diocesi d'origine. I pastori veri stanno in mezzo al gregge, parlano dietro un ambone imbracciando il pastorale, celebrano la Messa 'cum populo' e non si occultano alla vista né si camuffano per non farsi riconoscere (vs. Viganò a Monaco di Baviera qualche mese fa). Da un certo punto di vista, arrivo perfino a rivalutare quel tal sacerdote siculo, molto controverso, che almeno appena può gira in lungo e in largo la Penisola con la dichiarata intenzione di radunare quello che lui definisce il "piccolo resto".

Si obietta che mons. Viganò è un diplomatico e non un pastore. Non mi risulta. Nunzio cosa vuol dire? Forse semplicemente ambasciatore? Non credo. Egli è innanzitutto un vescovo cattolico.

Guardi, tanto per non strafare nel mio giudizio "a pelle": io leggo quello che ha da dire, ma più passa il tempo e più non capisco dove voglia andare a parare. A volte ho la sensazione che egli reciti semplicemente una parte in commedia. Perché Bergoglio non gli commina la scomunica, dopo tutto quello che di "ingiurioso" ha diffuso tramite i suoi canali? Io ho tanti dubbi. Invidio le sue certezze.

Non so se avrà modo di leggere. Causa pubblicazione inopportuna.

Aloisius ha detto...

E poi Mons. Viganò, da servo fedele, prega e confida nel Signore.
E così facendo conferma noi piccoli nella fede vera, ci guida, fa il Pastore di anime.
Peraltro in un momento in cui coloro che scrivono e parlano secondo Cristo si contano nelle dita di una mano.
Sta anche subendo dolore per questo, segno inconfondibile di fedeltà.
Il mio ringraziamento instsncabile a Mons. Viganò, oltre stima, affetto e preghiere.
Aloisius

Anonimo ha detto...

Ieri la figura istituzionale di Sgarbi in ascesa Provvidenziale verso ruoli alti alti ha rasserenato e pacificato la mia giornata. A volte basta una carta-mattone ben piazzata a far crollare il castello di carte-fuffa!

mic ha detto...

"Hódie sciétis quia véniet Dóminus: et mane vidébitis glóriam ejus".
(Antífona Breviarium Romanum)

Fiat ! ha detto...

Nonostante tutto, buon Natale!
https://www.corriereregioni.it/2020/12/24/nonostante-tutto-buon-natale/

Buon Natale a Lei , gentile Signora regista del blog e naturalmente a tutti i blog-nauti . Oggi , ultimo giorno della novena , supplichero' Nostra Signora di venire quanto prima con Suo Figlio e San Giuseppe a liberarci da queste catene !
Eterno Padre , abbi peta' di noi , donaci ancora la Tua Misericordia .Amen

Anonimo ha detto...

Una osservazione. D'accordissimo su tutto con il coraggioso Monsignore. Però...una piccola preghiera. Non definiamo "semplici" coloro che provano disgusto per le forme e gli atteggiamenti della neochiesa. Non sono semplici, ma anzi anime più vicine a Dio. Se li definiamo "semplici", legittimiamo il pensiero di chi ritiene che la Fede sia roba passata, per ingenui o per nostalgici. Non è così. Non sono semplici, ma anime che hanno il carisma del discernimento del Bene. Detto questo, grazie, caro Monsignore, per il coraggio e la sapienza. Dio che stanotte si incarna per redimerci La assista e La benedica.

Anonimo ha detto...

Bellissimo il passo relativo all'oscura epifania del Male contro la luminosa teofania del Bene. Grandioso. Porto un piccolo esempio, solo apparentemente frivolo, di questa ideologia malata. Stavo cercando su un sito web di abbigliamento un regalo per una persona cara. I fotomodelli che indossavano i capi, però, rendevano l'immagine inquietante invece che invogliante all'acquisto: volti devastati dalla vitiligine, braccia completamente coperte da tatuaggi colore melanzana, code di cavallo lunghissime più adatte a una ragazzina che a dei maschi, e via dicendo. Ho rinunciato ad acquistare e mi sono diretti su un altro sito. Chi di massoneria ferisce, di massoneria perisce. I miei soldi non li avranno. Il Brutto, inteso come ricerca antiestetica e quindi antisalvifica, non passerà.

Anonimo ha detto...

Penso che la Cina sia intervenuta, diciamo così, a salvare il pericolante stato di salute del Torrione San Nicolò e siccome pecunia non olet...si restituisce il favore. Grondante sangue innocente.

Anonimo ha detto...

Comunque, scegliendo il prossimo papa, sarebbe bene che il conclave, San Gallo, Bill Gates o chi per loro prestasse anche un attimo attenzione al physique du role. L'espressione di quella bazza è inquietante e tutt'altro che papale. Basta limitarsi all'aspetto esteriore e allo sguardo per capire molto.

Anonimo ha detto...

Bravo! Sono gli adulti ad essere marci. Mi piace molto che Lei abbia aggiunto i genitori. Gli insegnanti hanno molte colpe, ma genitori scellerati, viziosi e infantili non sono da meno.

Anonimo ha detto...

La faccio corta, è di una bruttezza repellente e stop, non ha niente né del presepio né dell'arte ceramica, un obbrobrio. Auguro Buon Natale a tutti i frequentatori del blog ed alla dott.ssa Guarini che sopporta di tutto e di più. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

Monsignor Viganò fa già più di quello che umanamente può fare. Sveglia le coscienze, come le trombe di Gerico dettero inizio al crollo delle mura. Le sue sono parole ispirate e sante.

Anonimo ha detto...

Come Ravasi, particolarmente colore vino in viso, che due sere fa sviolinava da un. Mentana gongolante. Ho usato saggiamente il telecomando, cambiando decisamente canale.

Anonimo ha detto...

Verso quali ruoli? È un post un po' criptico? Puoi chiarire? Anche a me piace Sgarbi, con l'età sta acquistando in saggezza.

Anonimo ha detto...

Sì, buon Natale alla valente e cara Titolare di questo blog e a tutti noi, cari fratelli. Che la Parola di Dio possa sempre donarci Amore, Fede e Fortezza.

Anonimo ha detto...

Presepe aggiornato, musica aggiornata, pittura aggiornata, omelie aggiornate...e tanto altro ancora nel grande calderone dell'aggiornamento. Non è questa la via maestra che la chiesa avrebbe dovuto percorrere. Mons.Viganò ha citato recentemente,'... ora e sempre nei secoli dei secoli...', questa citazione avrebbe dovuto far da bussola alla chiesa in ogni suo intervento religioso, culturale, politico, giuridico, economico..., ma così non è stato. La chiesa invece aggiornandosi al mondo ha finito solo col fare il verso al mondo. E sempre a scoppio ritardato. Inoltre.

Allora cosa deve fare la Chiesa? La Chiesa deve essere se stessa nel tempo e nello spazio e...nell'eternità, cioè nella durata, fedele a Gesù Cristo, al Suo insegnamento. Quindi deve essere sale, lievito.E setaccio. Per essere setaccio deve essere in grado di setacciare, filtrare quello che il mondo pensa, fa e dice. Ma per fare da setaccio deve essere in grado di formare e formare e formare i consacrati UNICAMENTE sull'Insegnamento del Signore. Insegnamento che è setaccio in se stesso. Direi attraverso una formazione permanente, non nel senso del cambiamento, ma nel senso dell'approfondimento della propria Fede e quindi nel saper sempre meglio riconoscere ed individuare dove si annida la zampa del Nemico.

Una volta individuata l'orma della zampa, la chiesa DEVE individuare quali suoi insegnamenti sono stati violati e/o sono sul punto di esserlo.

Individuati i suoi insegnamenti violati o sul punto di esserlo avrebbe dovuto e dovrebbe approfondire quegli insegnamenti SENZA stravolgerli, SENZA piegarli al mondo per compiacerlo, ma trovando in ciascuno di essi la connessione a tutto il resto della Sua Dottrina e della Sua Fede.

Insegnamento, Dottrina e Fede se sono realmente trasmessi in verità e fedeltà al Signore, son veri e propri rivolgimenti, risanamenti, Santificazioni della persona nella sua interezza. Questo senza aggiornarsi al mondo, ma comprendendo e correggendo con onestà la propria superbia, le proprie omissioni, la propria accidia 'del popolo intanto non capisce'. Il popolo capisce se l'insegnamento è chiaro prima di tutto nelle testa e nel cuore di chi insegna. Prendiamo l'esempio della parola 'amore' e vediamo, con onestà intellettuale, quanti rifiuti, alterazioni e velini si spacciano con questo vocabolo, mollezze rivoltanti e violenze atroci vengono veicolate con questa parola. Allora, ad esempio, bisognerebbe chiarirsi bene l'uso proprio ed improprio di questa parola alla luce della lingua Italiana e alla luce della Fede Cattolica.

Anonimo ha detto...

Presepe aggiornato, musica aggiornata, pittura aggiornata, omelie aggiornate...e tanto altro ancora nel grande calderone dell'aggiornamento. Non è questa la via maestra che la chiesa avrebbe dovuto percorrere. Mons.Viganò ha citato recentemente,'... ora e sempre nei secoli dei secoli...', questa citazione avrebbe dovuto far da bussola alla chiesa in ogni suo intervento religioso, culturale, politico, giuridico, economico..., ma così non è stato. La chiesa invece aggiornandosi al mondo ha finito solo col fare il verso al mondo. E sempre a scoppio ritardato. Inoltre.

Allora cosa deve fare la Chiesa? La Chiesa deve essere se stessa nel tempo e nello spazio e...nell'eternità, cioè nella durata, fedele a Gesù Cristo, al Suo insegnamento. Quindi deve essere sale, lievito.E setaccio. Per essere setaccio deve essere in grado di setacciare, filtrare quello che il mondo pensa, fa e dice. Ma per fare da setaccio deve essere in grado di formare e formare e formare i consacrati UNICAMENTE sull'Insegnamento del Signore. Insegnamento che è setaccio in se stesso. Direi attraverso una formazione permanente, non nel senso del cambiamento, ma nel senso dell'approfondimento della propria Fede e quindi nel saper sempre meglio riconoscere ed individuare dove si annida la zampa del Nemico.

Una volta individuata l'orma della zampa, la chiesa DEVE individuare quali suoi insegnamenti sono stati violati e/o sono sul punto di esserlo.

Individuati i suoi insegnamenti violati o sul punto di esserlo avrebbe dovuto e dovrebbe approfondire quegli insegnamenti SENZA stravolgerli, SENZA piegarli al mondo per compiacerlo, ma trovando in ciascuno di essi la connessione a tutto il resto della Sua Dottrina e della Sua Fede.

Insegnamento, Dottrina e Fede se sono realmente trasmessi in verità e fedeltà al Signore, son veri e propri rivolgimenti, risanamenti, Santificazioni della persona nella sua interezza. Questo senza aggiornarsi al mondo, ma comprendendo e correggendo con onestà la propria superbia, le proprie omissioni, la propria accidia 'del popolo intanto non capisce'. Il popolo capisce se l'insegnamento è chiaro prima di tutto nelle testa e nel cuore di chi insegna. Prendiamo l'esempio della parola 'amore' e vediamo, con onestà intellettuale, quanti rifiuti, alterazioni e velini si spacciano con questo vocabolo, mollezze rivoltanti e violenze atroci vengono veicolate con questa parola. Allora, ad esempio, bisognerebbe chiarirsi bene l'uso proprio ed improprio di questa parola alla luce della lingua Italiana e alla luce della Fede Cattolica.