Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 17 dicembre 2020

Il giorno della rivoluzione e della contro-rivoluzione

Volentieri pubblico il testo che segue proposto da un nostro amico portoghese. Orizzonti inediti su questo blog. Spero susciti commenti interessanti. 

È sempre più comune associare i vari giorni dell’anno a determinate cause, anche se molte, o per lo meno la maggior parte, sono controproducenti e promuovono depravazione e immoralità. Guardando agli eventi accaduti, in passato, l’11 dicembre, potremmo forse chiamare questo giorno come quello “della Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione”. Successivamente, cercherò di spiegare, brevemente, perché una tale scelta. 
Nella sua grande opera, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, pubblicata nel 1959, Plinio Corrêa de Oliveira, maestro del pensiero contro-rivoluzionario, presenta la rivoluzione come «un movimento che mira alla distruzione di un potere o di un ordine legittimo e all’instaurazione al suo posto di uno stato di cose (intenzionalmente non vogliamo dire “ordine di cose”) o di un potere illegittimo», identificando, in modo chiaro e dettagliato, le tre rivoluzioni: Pseudo-Riforma, Rivoluzione francese e Comunismo. Logicamente, tutti legati da un cordone ombelicale. 

Con una differenza di otto anni nacquero in quello stesso giorno, rispettivamente nel 1475 e nel 1483, Giovanni di Lorenzo de Medici, futuro Papa Leone X, e l’eresiarca Martin Lutero, padre della prima rivoluzione. Da un punto di vista spirituale, ciò che spinse Lutero e i suoi seguaci a dare inizio alla Pseudo-Riforma fu, essenzialmente, «la rivolta contro l’autorità ecclesiastica, espressa in tutte le sette con la negazione del carattere monarchico della Chiesa universale, cioè con la rivolta contro il papato», che ha portato alla negazione di «quella che si potrebbe chiamare l’alta aristocrazia della Chiesa, ossia i vescovi, suoi prìncipi» e dello «stesso sacerdozio gerarchico, riducendolo a una semplice delegazione del popolo, unico vero detentore del potere sacerdotale». Da un punto di vista morale, «il trionfo della sensualità nel protestantesimo si affermò con la soppressione del celibato ecclesiastico e con l’introduzione del divorzio». Insomma, orgoglio e sensualità erano e continuano ad essere l’oasi degli eretici protestanti, così come dei loro seguaci, che spesso adottano nuove e pompose denominazioni. Qualsiasi somiglianza con il Concilio Vaticano II, fortemente protestantizzante, non è una coincidenza! Soprattutto se ricordiamo che, nel 1983, Giovanni Paolo II, il Papa dello “spirito di Assisi”, partecipò, in un tempio luterano a Roma, alle celebrazioni del 500.º anniversario della nascita di Lutero. 

Poco più di tre secoli dopo, l’11 dicembre 1792, iniziò, a Parigi, il processo al monarca francese Luigi XVI, che, nel gennaio 1793, sarebbe stato ghigliottinato dai rivoluzionari francesi. Plinio Corrêa de Oliveira spiega, in una combinazione molto opportuna della prima e della seconda rivoluzione, che, «profondamente affine al protestantesimo, erede di esso e del neopaganesimo rinascimentale, la Rivoluzione francese fece un’opera in tutto e per tutto simmetrica a quella della Pseudo-Riforma», essenzialmente, su tre pilastri principali: «rivolta contro il re, simmetrica alla rivolta contro il Papa; rivolta della plebe contro i nobili, simmetrica alla rivolta della “plebe” ecclesiastica, cioè dei fedeli, contro l’aristocrazia della Chiesa, cioè il clero; affermazione della sovranità popolare, simmetrica al governo di certe sette, esercitato in misura maggiore o minore dai fedeli». Quando manca la vita di pietà, l’uomo, gravemente colpito dalle conseguenze del peccato originale, cerca false alternative che, certamente, portano ad un eccessivo attaccamento alle cose terrene e ai pensieri devianti, ovvero «dubbi relativi alla Chiesa, negazione della divinità di Cristo, deismo, ateismo incipiente» che, di conseguenza, culmina in una graduale apostasia. Dimenticato Nostro Signore Gesù Cristo e dimenticate le usanze, la figlia maggiore della Chiesa Cattolica iniziò a professare l’irreligione, che ancora oggi è violentemente sentita, proprio guardando i ripetuti attacchi di Emmanuel Macron alla Chiesa Cattolica. Non è stato per casualità che la Vergine Maria, a Fatima, abbia messo in guardia contro il pericolo dell’apostasia all’interno della Chiesa. Ancora una volta, le possibili e probabili somiglianze con lo scenario attuale non sono coincidenza. 

La terza rivoluzione, quella Comunista, trova le sue origini nelle due precedenti. «L’orgoglio, nemico di ogni superiorità, attaccherà necessariamente l’ultima disuguaglianza, cioè quella economica. E così, ebbro del sogno di una Repubblica Universale, della soppressione di ogni autorità ecclesiastica e civile, dell’abolizione di qualsiasi Chiesa e, dopo una dittatura operaia di transizione, anche dello stesso Stato, ecco ora il neobarbaro del secolo XX, il più recente e più avanzato prodotto del processo rivoluzionario». È inattaccabile la descrizione che il Prof. Corrêa de Oliveira fa della macchina comunista. Una macchina che, oggi, continua ad alimentare l’ego e le frustrazioni di molti filosofi marxisti che, tra le altre cose e guardando il COVID-19, sostengono, ad esempio, che la disoccupazione strutturale «non è una destinazione disastrosa, ma al contrario, una sfida alla maledizione biblica che condannava gli uomini a guadagnarsi, a fatica, il pane quotidiano». Diventa quindi inconcepibile che, nel Vaticano II, la Chiesa non abbia condannato con veemenza il Comunismo, contrariamente a quanto innumerevoli Padri Conciliari, nel frattempo votati per l’“ostracismo conciliare”, avevano chiesto dopo il consiglio di Corrêa de Oliveira. Ma fu anche l’11 dicembre, questa volta del 1990, che una delegazione, composta da membri delle varie TFP, consegnò, nel Cremlino, a Mosca, i microfilm della petizione, promossa in tutto il mondo, chiedendo la liberazione della Lituania dal giogo sovietico. Anche adesso, va notato che questa petizione è considerata, dal Guinness World Records, quella che il maggior numero di firme è riuscita a raccogliere. E che bella causa poter liberare una nazione e un popolo dai tentacoli dei bolscevichi! 

Queste sono, dunque, le ragioni che mi portano a suggerire che questo 11 dicembre possa essere considerato il giorno “della rivoluzione e della contro-rivoluzione”, senza tralasciare che, secondo il Calendario Tradizionale, si celebra il giorno di San Damaso I, il Pontefice che, fedele alla Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, ha condannato e combattuto valorosamente le eresie del suo tempo, in particolare quella ariana. A San Damaso, come modello di santità, affidiamo le nostre intenzioni e, soprattutto, chiediamo che, insieme alla Madonna, Mater intemerata, ci aiuti a schiacciare la testa del serpente rivoluzionario! D.C.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

A dire il vero Martin Lutero nacque il 10 novembre 1483 e non l'11 dicembre (non per niente si chiama Martino). Mi pare quindi che venga a mancare il collegamento che l'articolista vuole mettere tra rivoluzione e contro-rivoluzione. Ma ciò che mi sfugge è perché questo 11 dicembre (del 2020) sarebbe il giorno della rivoluzione/contro-rivoluzione. O mi è sfuggito qualche nesso o l'articolista non l'ha chiarito a sufficienza

Anonimo ha detto...


FT ma non troppo

Ieri la Russia si è congratulata con Biden, nuovo presidente degli USA.

I russi hanno aspettato la votazione di conferma da parte del famoso collegio elettorale.
Giochi finiti, dunque? SEmbra di sì, per quanto Trump continui a non concedere la
vittoria al suo avversario. E a ragione, secondo me.
Il 6 gennaio i voti verranno contati davanti alle due Camere riunite.
Per quanto appaia a questo punto altamente improbabile che Trump possa rovesciare la situazione, visto il muro che i giudici gli hanno opposto, inclusi quelli della Corte Suprema (7 a 2), credo valga la pena di acclarare alcuni punti delle accuse di brogli.
L'ex procuratrice Sidney Powell ha quattro ricorsi urgenti pendenti alla Corte Suprema.

Inoltre, sono stati finalmente resi noti i dati dell'analisi forense sullo strumento elettronico che aveva smistato per così dire 6000 voti da Trump a Biden, nella contea di Antrim, Michigan. La percentuale ammessa di errore (error rate) dalla Commissione Elettorale Federale è di 1 su 250.000 schede elett (,0008%). La percentuale riscontrata nello strumento indagato risulta essere del 68,05%. Questo vuol dire che più di due terzi dei voti sono stati registrati erroneamente dalla macchina come "illeggibili". Dopo di che sono stati mandati elettronicamente a uno "scrutatore" situato in un luogo remoto per esser "aggiudicati" ossia per decidere a chi i votanti li volessero dare. L'indagine afferma, secondo l'opinionista che riferisce queste cose, Steve Mosher, ripreso da LSNews del 14 dicembre, che questi strumenti sono difettosi non per caso ma intenzionalmente. Essi hanno portato ad aggiudicare voti senza controllo. I risultati della contea di Antrim non avrebbero dovuto esser registrati, ha concluso l'indagine.
Ora, questi strumenti elettronici sono stati usati oltre che in Michigan in altri 27 Stati dell'Unione. Basterebbe verificare le stesse irregolarità in alcune contee di altri Stati e trarne le dovute conseguenze, per far vincere le elezioni a Trump, conclude Mr. Mosher.
Ma come accedere a questo sistema elettronico. Il suo software dipende da un'altra compagnia che, è stato accertato, fu penetrata da pirati informatici alcuni mesi prima delle elezioni.
Nel settembre del 2018 Trump ha emanato un decreto in base al quale, se si prova un'interferenza straniera nelle elezioni, il Presidente può intervenire d'urgenza ordinando il sequestro di tutti gli strumenti elettronici impiegati nelle elezioni e la loro indagine forense. Però il Presidente deve avere un rapporto del Direttore della National INtelligence entro 45 giorni dal giorno delle elezioni. Cioè entro il 18 novembre, se non vado errato.
Di questo rapporto, osservo tuttavia, non si ha finora notizia.
Il sequestro su scala nazionale dei "gadgets" elettronici impiegati nelle elezioni, come quello fasullo sequestrato in Michigan, sarebbe la cosa da fare, dal punto di vista della giustizia. E questo vorrebbe Sidney Powell che accadesse. NOn si poteva chiederlo prima dei risultati dell'analisi forense, giunti tardi.
Con l'aria che tira, appare altamente improbabile che si consenta a Trump un passo del genere (nel paese domina la paura, grazie al clima intimidatorio instaurato dai Dem e dai Media).
Continuiamo tuttavia a pregare, spes contra spem, e anche per le elezioni suppletive del Senato della Georgia, in corso dal 5 dic al 5 gennaio 2021.
Policratico











Anonimo ha detto...

Terremoto a Milano.
In Brianza non s'è mossa neanche una foglia. Si potrebbero fare speculazioni metafisiche sulla Babilonia lombarda.
(Andrea Sandri)

Gabriele Casari ha detto...

È il popolo cattolico per primo a non voler fare alcuna controrivoluzione, esso accetta di tutto , qualche borbottio sulla rete ma nulla più .

Anonimo ha detto...

il vangelo del NWO viene annunciato al mondo, imperniato sulla necessità planetaria di "convincere" tutti i popoli a vaccinarsi contro il covid
(Dentro la notizia: 11 notizie cambieranno il mondo)
https://www.youtube.com/watch?v=rpuuNRmn__Y

Anonimo ha detto...


Si usa sempre un lessico preso in presto dall'Avversario, qui da una visione manichea
ricca di difficoltà sul piano semantico

"Controrivoluzionario" era termine fondamentale del linguaggio politico dei Giacobini.
Esprimeva perfettamente la visione manichea loro propria: la Rivoluzione, per loro,
proclamando l'uguaglianza di tutti gli uomini e il diritto alla libertà (nell'ambito
delle leggi create dalla volontà generale), rappresentava tutta l'umanità e quindi
il Bene in assoluto. Chi avversava la Rivoluzione era un malvagio, un cospiratore, un contro-rivoluzionario. La Contro-rivoluzione era il Male assoluto. Veniva sempre definita in termini di perfidia, inganno, malvagità.

"Oui, quoi que puisse penser l'imprévoyante légèreté, quoi que puisse dire la perfidie contre-révolutionnaire, les destinées de la République ne sont pas encore entièrement affermies, et la vigilance des représentants du peuple français est plus que mais nécessaire." (Dal discorso dell'8 luglio 1794, durante la Festa dell'Essere Supremo).
Nello stesso discorso, al semplice popolo patriota, buono, virtuoso etc contrappose Robespierre "..ce peuple de fripons [bricconi], d'étrangers, de contre-révolutionnaires hypocrites, qui se place entre le peuple français et ses représentants, pour tromper l'un et calomnier les autres..". I contro-rivoluzionari andavano ovviamente sterminati, il Terrore sistematico era l'arma adatta.

Lascia perplessi il voler definire i valori positivi della civiltà e cultura cristiane come "contro-rivoluzione", come se la Rivoluzione rappresentasse il parametro essenziale per determinare il valore della civiltà cristiana. Che il cattolicesimo, politico e religioso, sia contro i valori profani della Rivoluzione, borghese prima e proletaria poi, va da sé. Ma questo suo esser "contro-rivoluzionario" è una caratteristica secondaria del cattolicesimo non ne è l'essenza, ricavata per di più specularmente al concetto di rivoluzione.
Inoltre la contrapposizione è manichea. È lo stesso schema manicheo dei Giacobini, però di segno opposto, nel senso che in esso il valoro positivo, il Bene assoluto, è la contro-rivoluzione.
E poi, sul piano semantico, "contro-rivoluzionario" si è storicamente affermato come stereotipo del tutto negativo, concentrato di pregiudizi e perfidie: trasformarlo in senso
positivo, attribuendo invece alla Rivoluzione tutto il male - attuare un rovesciamento semantico di questo tipo non è affatto facile.

A mio avviso, questo schema dualistico-manicheo andrebbe ripensato, non nel senso di cercare un compromesso tra i valori del cattolicesimo e quelli della "Rivoluzione" (l'ha fatto la Chiesa attuale e ne vediamo i risultati disastrosi) ma nel senso di cercare di definire i valori cattolici in se stessi, a prescindere dalla loro antitesi alla Rivoluzione: questi valori non possono esser ridotti ad essere semplicemente il contrario di quelli della Rivoluzione, cosa che secondo me li diminuisce, appiattendoli in una dimensione essenzialmente politica, e comunque ristretta, limitata.
PP

Anonimo ha detto...


Mettere sulla stessa linea, come se costituissero uno sviluppo lineare da un unico principio, neopaganesimo rinascimentale,Riforma, rivoluzione liberale, comunismo mi sembra alquanto azzardato.
L'individualismo affermatosi con lo scisma protestante porta al culto della libertà individuale, allo Stato di diritto, alla democrazia di tipo parlamentare, insomma all'affermarsi del principio della libertà individuale nelle sue varie forme,
dalla libertà d'espressione alla democrazia rappresentativa, sempre sotto il
governo delle leggi, che devono però esser espressione della volontà generale,
da non intendersi qui in senso giacobino.
Il marxismo nasce in opposizione a tutto questo, mira ad un'utopia collettivistica che dovrebbe scaturire dopo che la dittatura del proletariato, guidato dal partito rivoluzionario, abbia distrutto lo Stato e la società borghesi.
INsomma, il rovesciamento della prassi marxiano è l'opposto della visione della realtà dell'individualismo borghese, e le due visioni del mondo sono state sempre fieramente nemiche.
Mettendo tutto sullo stesso piano senza dare alla cosa un espresso e valido fondamento, si finisce col perdere di vista il carattere specificio dei fenomeni, qui di visioni del mondo piuttosto ben delineate.


Anonimo ha detto...

"... ma nel senso di cercare di definire i valori cattolici in se stessi,..."

Ecco il punto di tutte le questioni, grazie PP. I valori cattolici in se stessi oggi sono i grandi valori ignoti ai cattolici consacrati e non. Ragionamento che si riallaccia alla citazione qui di Mons. Viganò del 16/12/2020 «Com’era nel principio, e ora e sempre, e nei secoli dei secoli». In questa vacanza di valori cattolici si innesta il grande inganno vecchissimo dell'aggiornamento d'obbligo alle mode del mondo; mode che sono sempre le stesse rappresentanti dei sette vizi capitali con cambio d'abiti e preteso innovativo parlar forbito. Parole, parole, parole...Cioè, tanto fumo negli occhi e tanto rumore nelle orecchie per nulla.

Anonimo ha detto...

"... ma nel senso di cercare di definire i valori cattolici in se stessi,..."

Ecco il punto di tutte le questioni, grazie PP. I valori cattolici in se stessi oggi sono i grandi valori ignoti ai cattolici consacrati e non. Ragionamento che si riallaccia alla citazione qui di Mons. Viganò del 16/12/2020 «Com’era nel principio, e ora e sempre, e nei secoli dei secoli». In questa vacanza di valori cattolici si innesta il grande inganno vecchissimo dell'aggiornamento d'obbligo alle mode del mondo; mode che sono sempre le stesse rappresentanti dei sette vizi capitali con cambio d'abiti e preteso innovativo parlar forbito. Parole, parole, parole...Cioè, tanto fumo negli occhi e tanto rumore nelle orecchie per nulla.

Anonimo ha detto...

E se guardiamo con attenzione il grande sforzo della gerarchia per aggiornare la chiesa, capiamo che l'aggiornamento non aveva altro scopo che sdoganare i loro vizi capitali, le loro eresie, la loro apostasia, l'assenza della loro vocazione cattolica, sostituita però da granitica determinazione, attraverso la vita sacerdotale, a salire i gradini della mondana scala politico/sociale. Questi furono e sono i consacrati al loro IO. Difficile per molti distinguere l'io da Dio, Uno e Trino.

Anonimo ha detto...

"Il sogno di un’élite globalizzata occidentale è precisamente quello di stabilire una nuova religione mondiale. Per questo piccolo gruppo, le antiche religioni, e in particolare la Chiesa Cattolica, devono trasformarsi oppure morire. Devono abbandonare la propria dottrina e il proprio insegnamento morale, così da riuscire a realizzare una religione mondiale planetaria, una religione senza Dio, senza dottrina e senza insegnamento morale, una religione del consenso. Questa religione finirebbe in realtà per mettersi unicamente al servizio degli interessi finanziari… Siamo di fronte a un’iniziativa politica, ideologica, atea, a una dittatura aberrante e inammissibile.”

Card. Robert Sarah

Catacumbulus ha detto...

@PP
A ben guardare, però, ciò che in primis e nichilisticamente si oppone è la "ri-voluzione", il "ri" in questo caso sta per "contro": ri-voluzione = volgere contro; esattamente come sul piano teologico vale per il termine "ri-forma" (= contro la forma originaria). Dunque, se renstando fedeli all'uso latino, manteniamo il valore grammaticale della doppia negazione logica, "contro-ri-forma" o "contro-ri-voluzione" semplicemente significano ristabilimento dell'ordine veritativo originario. E in questo non scorgo alcuna diminutio che possa essere attribuita alla visione dei controrivoluzionari, proprio perché la loro azione mira al ristabilimento integrale della verità attaccata e negata dalla rivoluzione. Rivoluzione che compie questo attacco nichilistico per passi successivi e ciò è quanto a mio avviso vale nella visione di Plinio C.

Antonio ha detto...

Gnosticismo.

Anonimo ha detto...


Il dr. Plinio trova bella anche la servitù della gleba, per lui
controrivoluzione significa ristabilire una società cristiana
avente a modello la società medievale, un Medio Evo idealizzato,
piuttosto lontano da quello reale, storico.
Così "l'ordine veritativo originario" verrebbe a comprendere istituzioni
sociali defunte ed impossibili a resuscitarsi.
Bisognerebbe chiarire cosa si intende con "ordine veritativo originario".
Se è quello delle verità di fede e della morale cristiana, nulla quaestio.
Ma se include anche forme sociali e politiche prese di peso da un lontano
passato, allora non andiamo da nessuna parte.

Catacumbulus ha detto...

@Anonimo del 18 dicembre 2020 16:38
Sono abbastanza d'accordo con lei.

Il mio apprezzamento di "Rivoluzione e Controrivoluzione" è relativo soprattutto all'idea di base che ravvisa un processo unitario e progressivo di rivoluzione, spesso attuato da forze socio-politico-culturali occulte o semi-occulte. Questo è un punto fondamentale di cui a livello accademico si fa molta fatica anche solo ad accennare. Ci si limita quasi sempre a svolgere analisi, pur molto pregevoli, acutissime e interessanti, che riguardano esclusivamente il livello ESSOTERICO. E si fa molta fatica a concedere anche solo la possibilità teorica di un motore ESOTERICO, che in realtà è presentissimo. Basti pensare a quanti filosofi, pensatori e scienziati, non solo dell'antichità, ma della prima e seconda modernità erano dediti a studi esoterici di vario tipo e natura. Molti di loro erano (e sono) massoni.

Anonimo ha detto...

Dpcm Natale, Zingaretti incalza Conte: "Se Governo non decide il Lazio farà ordinanza"
https://www.romatoday.it/attualita/ordinanza-lazio-natale-a-roma.html
E' notizia di ieri.
Tipo di colore : direi rosso vinaccio , piu' cupo del rosso porpora.

IL RE E' LUI ! ha detto...

Per certi versi mi vien da ridere : berciano fra "rossi" per quanti giri di garrota dovranno darci..
Temono forse che se non si attengono alla tabella di marcia perderebbero le prebende ?

Nel frattempo :
REGEM VENTURUM DOMINUM ..
IL RE che sta per venire E'IL SIGNORE !