Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 16 dicembre 2020

“Veni, Emmanuel: captivum solve Israël”! Una Meditazione sul Natale di Mons. Viganò.

Nell'imminenza del Santo Natale, Meditazione di mons. Carlo Maria Viganò su quanto abbiamo vissuto e ciò che ci aspetta. Per chi fosse interessato al nutrito indice dei precedenti.
NOLITE TIMERE
MEDITAZIONE NELL’ATTESA DELLA NASCITA
DEL SANTISSIMO REDENTORE

Dormi, o Celeste: i popoli
Chi nato sia non sanno;
Ma il dì verrà che nobile
Retaggio tuo saranno;
Che in quell’umil riposo,
Che nella polve ascoso,
Conosceranno il Re.

Manzoni, Il Natale










Tra meno di due settimane, per grazia di Dio, si concluderà questo 2020 segnato da avvenimenti terribili e da grandi sconvolgimenti sociali. Mi sia permesso formulare una breve riflessione, con la quale rivolgere uno sguardo soprannaturale tanto al recente passato quanto all’imminente futuro. 

I mesi che ci lasciamo alle spalle rappresentano uno dei momenti più bui nella Storia dell’umanità: per la prima volta, dalla nascita del Salvatore, le Sante Chiavi sono state usate per chiudere le chiese e limitare la celebrazione della Messa e dei Sacramenti, quasi anticipando l’abolizione del Sacrificio quotidiano profetizzata da Daniele, che avverrà durante il regno dell’Anticristo. Per la prima volta la Pasqua di Risurrezione ha costretto molti fra noi ad assistere alle funzioni via internet, privandoci della Comunione. Per la prima volta ci siamo accorti, con dolore e sgomento, della diserzione dei nostri Vescovi e dei nostri parroci, asserragliati nei loro palazzi e nelle loro canoniche per timore di un’influenza stagionale che ha mietuto quasi lo stesso numero di vittime degli ultimi anni. 

Abbiamo visto – per così dire – i generali e gli ufficiali abbandonare il loro esercito, e in alcuni casi raggiungere lo schieramento nemico, imponendoci una resa incondizionata alle assurde ragioni della pseudo-pandemia. Mai, nel corso dei secoli, tanta pusillanimità, tanta codardia, tanta smania di assecondare i nostri persecutori ha trovato terreno fertile in chi dovrebbe essere per noi guida e condottiero. E ciò che maggiormente ha scandalizzato molti di noi è stata la constatazione che questo tradimento ha coinvolto i vertici della Gerarchia molto più dei sacerdoti e dei semplici fedeli. Proprio dal più alto Soglio, dal quale ci saremmo dovuti aspettare un intervento autorevole e fermo in difesa dei diritti di Dio, delle libertà della Chiesa e della salvezza delle anime, ci sono giunti gli inviti ad obbedire a leggi inique, a norme illegittime, a ordini irrazionali. E nelle parole che da Santa Marta i media hanno prontamente diffuso, abbiamo riconosciuto tanti, troppi ammiccamenti al linguaggio iniziatico dell’élite globalista: fraternità, reddito universale, nuovo ordine mondiale, build back better, great reset, niente sarà più come prima, resilienza. Tutte parole della neolingua, che testimoniano l’idem sentire di chi le pronuncia e di chi le ascolta

Si è trattato di un’intimidazione vera e propria, una minaccia neppure troppo velata, con la quale i nostri Pastori hanno ratificato l’allarme pandemico, seminato terrore tra i semplici, abbandonato a se stessi i moribondi e i bisognosi. Si è giunti, nel colmo di un cinico legalismo, a proibire ai sacerdoti di ascoltare le Confessioni e di amministrare gli ultimi Sacramenti a chi era abbandonato nelle terapie intensive; a privare di una sepoltura religiosa i nostri morti, a negare il Santissimo Sacramento a tante anime. 

E se sul versante religioso ci siamo visti trattare come estranei e sbarrare l’accesso alle nostre chiese come ai Saraceni d’un tempo, mentre continuava implacabile l’invasione di immigrati irregolari a rimpinguare le casse delle associazioni sedicenti umanitarie; sul versante civile e politico abbiamo scoperto la vocazione alla tirannide dei nostri governanti, che una retorica ormai sconfessata dalla realtà vorrebbe farci considerare rappresentanti del popolo sovrano. Dai capi di Stato ai Primi Ministri, dai governatori delle regioni ai sindaci, ci sono stati imposti i rigori della legge come a sudditi ribelli, a sospetti da sorvegliare fin nell’intimità delle mura domestiche, a criminali da inseguire nella solitudine dei boschi o lungo la riva del mare. Abbiamo visto persone trascinate a forza da militari in assetto antisommossa, anziani multati mentre andavano in farmacia, negozianti costretti a tenere abbassate le serrande, ristoranti a cui venivano imposte costose misure di sicurezza per poi decretarne la chiusura. 

Abbiamo sentito con sconcerto decine e decine di sedicenti esperti – la maggior parte dei quali privi di qualsiasi autorevolezza scientifica e in buona parte in grave conflitto di interessi per i loro legami con le case farmaceutiche o con organismi sovrannazionali – pontificare nei programmi televisivi e sulle pagine dei giornali a proposito di contagi, vaccini, immunità, positività a tamponi, obbligo di mascherine, rischi per gli anziani, contagiosità degli asintomatici, pericolosità dello stare in famiglia. Ci hanno rintronato con parole arcane quali “distanziamento sociale” e “assembramenti”, in una serie infinita di contraddizioni grottesche, di allarmi assurdi, di minacce apocalittiche, di precetti sociali e cerimonie sanitarie che hanno sostituito i riti religiosi. E mentre costoro – tutti lautamente pagati per i loro interventi ad ogni ora del giorno – terrorizzavano la popolazione, i nostri governanti e i politici ostentavano la mascherina davanti alle telecamere, per poi togliersela appena possibile. 

Forzati a mascherarci come esseri anonimi e senza volto, ci hanno imposto una museruola, assolutamente inutile per evitare il contagio e nociva alla salute, ma indispensabile per farci sentire sottomessi e omologati. Ci hanno impedito di esser curati con le terapie conosciute e valide, promettendoci un vaccino che ora vogliono rendere obbligatorio ancor prima di conoscerne l’efficacia, dopo averlo testato in modo incompleto; e per non mettere a rischio gli enormi profitti delle case farmaceutiche, hanno concesso l’immunità per i danni che i loro vaccini dovessero causare alla popolazione. Un vaccino gratuito, ci hanno detto, ma che verrà pagato con i soldi dei contribuenti anche se i produttori non garantiscono che proteggerà dal contagio. 

In questo scenario che ripropone gli effetti disastrosi di una guerra, l’economia dei nostri Paesi è prostrata, mentre si arricchiscono le aziende del commercio online, le società di consegna a domicilio, le multinazionali della pornografia. Chiudono i negozi ma rimangono i centri commerciali e i supermercati: monumenti al consumismo in cui chiunque, anche con il Covid, continua a riempire il proprio carrello di prodotti stranieri, mozzarelle tedesche, arance del Marocco, farina canadese, telefonini e televisori made in China. 

Il mondo si appresta al Great Reset, ci dicono ossessivamente. Nulla sarà più come prima. Dovremo abituarci a «convivere con il virus», sottomessi a una perpetua pandemia che alimenta il Moloch farmaceutico e legittima sempre più odiose limitazioni delle libertà fondamentali. Coloro che sin dall’infanzia ci hanno catechizzato al culto della libertà, della democrazia, della sovranità popolare oggi ci governano privandoci della libertà in nome della salute, imponendo la dittatura, arrogandosi un potere che nessuno ha mai conferito loro, né dall’alto né dal basso. E quel potere temporale che la Massoneria e i Liberali hanno contestato ferocemente ai Romani Pontefici viene oggi rivendicato da loro a parti invertite, nel tentativo di sottomettere la Chiesa di Cristo al potere dello Stato, con l’approvazione e la collaborazione degli stessi vertici della Gerarchia. 

Da tutto questo quadro umanamente sconsolante emerge un dato ineludibile: vi è una spaccatura tra chi detiene l’autorità e chi vi è sottoposto, tra governanti e cittadini, tra Gerarchia e fedeli. Un monstrum istituzionale, in cui il potere civile e religioso sono quasi interamente nelle mani di personaggi senza scrupoli, nominati in ragione della loro assoluta inettitudine e ampiamente ricattabili; il loro ruolo non è quello di amministrare l’istituzione ma di demolirla, non di rispettarne le leggi ma di infrangerle, non di tutelarne i membri ma di disperderli e allontanarli. Ci troviamo insomma dinanzi alla perversione dell’autorità, non dovuta al caso o all’imperizia ma perseguita con determinazione e seguendo un piano prestabilito, un unico copione sotto un’unica regia. 

Abbiamo così governanti che perseguitano i cittadini e li trattano come nemici, mentre accolgono e finanziano l’invasione di criminali e clandestini; forze dell’ordine e magistrati che arrestano e multano chi infrange il distanziamento sociale, mentre ignorano ostentatamente delinquenti, stupratori, assassini e politici traditori; insegnanti che non trasmettono la cultura e l’amore del sapere, mentre indottrinano gli allievi al gender e al mondialismo; medici che si rifiutano di prestare le cure ai malati, ma impongono un vaccino geneticamente modificato di cui ignorano l’efficacia e gli effetti collaterali; Vescovi e preti che negano i Sacramenti ai fedeli, ma che non perdono occasione per propagandare la propria incondizionata adesione all’agenda globalista in nome della Fratellanza massonica. 

Chi si oppone a questo rovesciamento di ogni principio del vivere civile si trova abbandonato, solo, senza una guida che permetta di unire le forze. La solitudine, infatti, consente ai nostri comuni nemici – poiché tali si sono ampiamente dimostrati – di instillare la paura, lo sconforto, la sensazione di non poter far fronte comune per resistere agli assalti di cui siamo fatti oggetto. Sono soli i cittadini davanti agli abusi del potere civile, soli i fedeli davanti all’arroganza dei Prelati eretici e viziosi, soli quanti nelle istituzioni vorrebbero dissentire, levare la voce, protestare. 

La solitudine e la paura aumentano quando diamo loro una consistenza, mentre svaniscono se pensiamo che ognuno di noi ha meritato che la Seconda Persona della Santissima Trinità si incarnasse nel seno purissimo della Vergine Maria: qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis. E qui veniamo ai Misteri che ci apprestiamo a contemplare in questi giorni: l’Immacolata Concezione e il Santissimo Natale. Da essi, cari fratelli, possiamo trarre una rinnovata speranza con la quale affrontare gli eventi che ci attendono. 

Anzitutto, dobbiamo ricordare che nessuno di noi è mai davvero solo: abbiamo al nostro fianco il Signore, che vuole sempre il nostro bene e che per questo non ci fa mai mancare il Suo aiuto e la Sua grazia, se solo gliela chiediamo con fede. Abbiamo accanto la Vergine Santissima, Madre amorevole e nostro sicuro rifugio. Abbiamo vicino le schiere degli Angeli e la moltitudine dei Santi, che dalla gloria del Cielo intercedono per noi al Trono della divina Maestà. 

La contemplazione di questa sublime comunità che è la Santa Chiesa, la mistica Gerusalemme di cui siamo cittadini e membra vive, dovrebbe persuaderci che l’ultima cosa che dobbiamo temere è di esser soli, e che non vi è alcun motivo di avere paura, anche se il demonio si scatena per farcelo credere. La vera solitudine è all’Inferno, dove le anime dannate non hanno alcuna speranza: quella è la solitudine di cui dobbiamo veramente avere terrore; e dinanzi ad essa dobbiamo invocare la perseveranza finale, ossia poter meritare dalla Misericordia di Dio una santa morte. Una morte alla quale dobbiamo essere sempre preparati conservandoci in stato di grazia, nell’amicizia con il Signore. 

Certo, le prove che stiamo affrontando in questo momento sono tremende, perché ci danno la sensazione che il male trionfi, che ognuno di noi si trovi abbandonato a se stesso, che i malvagi siano riusciti ad avere la meglio sul pusillus grex e sull’intera umanità. Ma non era forse solo Nostro Signore nel Getsemani, solo sul legno della Croce, solo nel Sepolcro? E per tornare al mistero del Natale ormai imminente: non erano forse soli la Madonna e San Giuseppe, quando si trovarono costretti a trovare rifugio in una stalla perché non erat locus illis in diversorio? Immaginate come doveva sentirsi il padre putativo di Gesù, nel vedere la Sua santissima Sposa prossima al parto, nel freddo della notte della Palestina; pensate alle loro preoccupazioni nel fuggire in Egitto, sapendo che il Re Erode aveva sguinzagliato i propri soldati per uccidere il Bambino Gesù. Anche in quei terribili frangenti la solitudine della Sacra Famiglia era solo apparente, mentre Dio disponeva tutto secondo i Suoi piani, inviava un Angelo ad annunciare la nascita del Salvatore ai pastori, muoveva nientemeno che una stella per chiamare dall’Oriente i Magi ad adorare il Messia, mandava i cori dei Suoi Angeli a cantare sulla grotta di Betlemme, avvertiva San Giuseppe di fuggire per scampare alla strage di Erode. 

Anche a noi, nella solitudine del lockdown a cui molti di noi sono costretti, nell’abbandono in ospedale, nel silenzio delle strade deserte e delle chiese chiuse al culto, il Signore viene a portare la Sua compagnia. Anche a noi Egli manda il Suo Angelo a ispirarci santi propositi, la Sua Santissima Madre a consolarci, il Paraclito a darci conforto, dulcis hospes animae

Non siamo soli: non lo siamo mai. Ed è questo, in fondo, che gli autori del Great Reset temono maggiormente: che ci rendiamo conto di questa realtà soprannaturale – ma non per questo meno vera – che fa crollare il castello di carte dei loro inganni infernali. 

Se pensiamo di avere al nostro fianco Colei che schiaccia il capo del Serpente, o l’Arcangelo che ha sguainato la spada per scacciare Lucifero negli abissi; se ci ricordiamo che il nostro Angelo Custode, il nostro Santo Patrono, i nostri cari in Cielo e in Purgatorio sono con noi: di cosa mai dovremmo aver paura? Vogliamo credere che il Dio degli eserciti schierati si faccia qualche scrupolo a sbaragliare qualche servo dell’eterno sconfitto? 

Colei che nel 630 ha salvato Costantinopoli dall’assedio, terrorizzando gli Avari e i Persiani apparendo terribile in cielo; che nel 1091 a Scicli, invocata come Madonna delle Milizie, si è mostrata su una nuvola splendente scacciando i Saraceni; che nel 1571 a Lepanto e che nuovamente a Vienna, nel 1683, come Regina delle Vittorie, ha concesso la vittoria all’armata cristiana contro il Turco; che durante la persecuzione anticattolica del Messico ha protetto i Cristeros e respinto l’esercito del massone Elias Calles non ci negherà il Suo santo aiuto, non ci lascerà soli nella battaglia, non abbandonerà quanti ricorreranno a Lei con la preghiera fiduciosa nel momento in cui il conflitto è decisivo e lo scontro si avvicina alla fine. Abbiamo avuto la grazia di comprendere in cosa questo mondo potrebbe trasformarsi, se rinneghiamo la Signoria di Dio e le sostituiamo la tirannide di Satana. Questo è il mondo ribelle a Cristo Re e a Maria Regina, in cui ogni giorno si offrono a Satana migliaia di vite innocenti nel ventre delle loro madri; questo è il mondo in cui il vizio e il peccato vogliono cancellare ogni traccia di bene e di virtù, ogni memoria della Religione cristiana, ogni legge e vestigio della nostra civiltà, ogni traccia dell’ordine che il Creatore ha dato alla natura. Un mondo in cui bruciano le chiese, si abbattono le Croci, si decapitano le statue della Vergine: questo odio, questa furia satanica contro Cristo e la Madre di Dio è il marchio del Maligno e dei suoi servi. Dinanzi a questa Rivoluzione totale, questo maledetto Nuovo Ordine Mondiale che dovrebbe preparare il regno dell’Anticristo, noi non possiamo ancora credere che sia possibile alcuna fratellanza se non sotto la Legge di Dio, né che sia possibile costruire la pace se non sotto il manto della Regina della Pace. Pax Christi in regno Christi

Il Signore ci darà la vittoria, solo quando ci inchineremo a Lui come nostro Re. E se non possiamo ancora proclamarLo Re delle nostre Nazioni a causa dell’empietà di chi ci governa, possiamo nondimeno consacrarGli noi stessi, le nostre famiglie, le nostre comunità. E a chi osa sfidare il Cielo in nome del «Niente sarà più come prima» noi rispondiamo invocando Dio con rinnovato fervore: «Com’era nel principio, e ora e sempre, e nei secoli dei secoli». 

Preghiamo la Vergine Immacolata, tabernacolo dell’Altissimo, perché nella meditazione del Santo Natale del Suo divin Figlio ormai prossimo, Ella dissipi la nostra paura e la solitudine, raccogliendoci adoranti intorno alla mangiatoia. Nella povertà del presepe, nel silenzio della grotta di Betlemme risuona il canto degli Angeli; risplende la vera e unica Luce del mondo, adorata dai pastori e dai Magi; si inchina il creato ornando la volta celeste con una splendente cometa. Veni, Emmanuel: captivum solve Israël. Vieni, o Emanuele: libera il tuo popolo prigioniero. 
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
13 Dicembre 2020 Dominica Gaudete, III Adventus

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Qualunque sia lo stato d’animo in cui ci sorprenderà “questo” Natale, nel tempo del dolore o della letizia, della perdita o della soddisfazione,

Egli verrà,
già viene in ogni attesa.

Anonimo ha detto...

...l’Avvento è chiamato “tempo silenzioso” – “staade Zeit”.
La natura fa una pausa; la terra è coperta dalla neve; non si può lavorare, nel mondo contadino, all’esterno; tutti sono necessariamente a casa. Il silenzio della casa diventa, per la fede, attesa del Signore, gioia della sua presenza. E così sono nate tutte queste melodie, tutte queste tradizioni che rendono un po’ “il cielo presente sulla terra”. Tempo silenzioso, tempo di silenzio.

Oggi l’Avvento è spesso proprio il contrario: tempo di una sfrenata attività, si compra, si vende, preparativi di Natale, dei grandi pranzi, eccetera. Così, anche da noi. Ma le tradizioni popolari della fede non sono sparite, anzi, sono state rinnovate, approfondite, aggiornate. E così creano isole per l’anima, isole del silenzio, isole della fede, isole per il Signore, nel nostro tempo, e questo mi sembra molto importante. E dobbiamo dire grazie a tutti coloro che lo fanno: lo fanno nelle famiglie, nelle chiese, con gruppi più o meno professionali, ma tutti fanno lo stesso: rendere presente la realtà della fede nelle nostre case, nel nostro tempo. E speriamo che anche in futuro questa forza della fede, la sua visibilità, rimanga ed aiuti ad andare avanti, come vuole l’Avvento, verso il Signore…”.
(Benedetto XVI dal “Discorso dopo l’Oratorio natalizio delle Alpi e proiezione del film ‘Dal cielo in terra’, 2 dicembre 2011)

Perché anche le cose parlano
della nostalgia del cuore.
O della sua pienezza.
E continuiamo ad accendere luci, allestire presepi,
illuminare abeti e tessere carole di musica e parole.
E scambiarci strenne di letizia.
Anche nello strano silenzio di questo dicembre.
Così ritroviamo lo stupore negli occhi dei figli
che trapunta di stelle il cielo
buio del nostro disincanto.
Per far festa al Bambino che viene,
qualsiasi cosa ancora significhi.
Nella nostra vecchiaia e in quella del mondo.
Il bene e il bello che non sappiamo.
E a cui non possiamo rinunciare.
Ma a chi è data la sapienza, che riempie i segni
della carne della vita
sarà chiesto di più.
Di sperare per tutti
L’incombenza grata di un altro Natale.

Anonimo ha detto...

Rallegrati, o Vergine Madre, del tuo parto gioioso; rallegrati, perché il tuo casto e fecondo seno ha portato un Figlio divino. Scorre il latte dal puro tuo petto, o Maria, con liliale candore, e Tu ne sostenti le tenere membra del Figlio, o Vergine pura.

L’Unigenito Figlio del Padre, per cui tutto fu fatto, viene in terra come uomo, sottomesso ad una Madre poverella. Nei cieli sostenta gli angeli con la sua felicità, e in terra Egli soffre la fame e la sete, infante poverello. In alto regge tutto, e in terra è retto dalla Madre, in alto comanda e in terra obbedisce alla sua serva. In alto è assiso sulle sublimi altezze del suo trono, e in terra avvolto da fasce, vagisce nel presepe. Ricordati, o uomo, e considera quanto sono grandi le opere della divina clemenza.

Non disperare del perdono anche se hai molto peccato, innanzi allo spettacolo di tanta meravigliosa carità. Cerca in Maria rifugio, cerca il perdono, poiché Ella tiene in grembo la fonte della misericordia; salutala spesso con fiduciosa speranza, dicendole in ginocchio: Salve, o piena di grazia! Quante volte, o Maria, calmavi il pianto del tuo divin Figlio col tuo petto! Placalo ancora con le tue preghiere, oggi che Egli è irato per le nostre colpe. Guarda, o Gesù, quelli che son caduti nel peccato, e per le preghiere della Madre tua rendili puri, rendili degni della Patria eterna. Amen.
Don Dolindo Ruotolo

Anonimo ha detto...

Da 300 anni la nostra società ha voluto fare a meno di Gesù Cristo, poi negli ultimi 60 anni la stessa Chiesa si è allontanata di fatto da Cristo per assomigliare al mondo laico e mondano ... infine ognuno di noi è debole e peccatore rispetto a Dio ... l'insieme di queste cose ha determinato lo stato attuale di afasia e di suicidio storico dell'intera civiltà ... quindi oggi avremmo bisogno di santi e profeti veri come Mosè Davide san Francesco san Benedetto santa Caterina santa Giovanna d'Arco - i santi innocenti - e gli altri grandi santi e martiri della storia cristiana. L'esistenza stessa dei santi è il più grande dono che Dio possa fare all'umanità per salvarla. La situazione è più che drammatica, è tragica. Se continuiamo così ci ritroveremo mussulmani o cinesizzati o semplicemente schiavizzati tra pochi anni. I santi di oggi, in particolare, devono unire la vita intima e la vita politica e culturale. Ci vuole un piccolo esercito di santi e di profeti che passino dalla preghiera alla politica, dalla teologia all'arte, dalla spiritualità al combattimento anche militare, dalla economia alla vita mistica. Il nemico è riuscito a colpire attraverso la politica e, da quella ora colpisce tutto il resto. Male hanno fatto i cristiani ad abbandonare la politica e il servizio militare. Male hanno fatto i cristiani ad abbandonare i padri e le tradizioni. Male ha fatto la nostra civiltà ad abbandonare Cristo e la Madonna. Ora abbiamo in mano un pugno di mosche atee. rdv

Anonimo ha detto...

La mia netta impressione è che lo stato di cose attuale ci accompagnerà ancora per molto tempo, e che a nulla serviranno gli sforzi umani asserviti a strani disegni delle élite mondiali.
Anzi, quando il completo fallimento degli sforzi dell'uomo diventerà manifesto, allora gli uomini disperati alzeranno gli occhi verso Colui che solo, per puro Amore e Misericordia (che non meritiamo), può tirarci fuori dai guai. Ma dovremo sopravvivere fino a quel momento, e non sarà semplice.
Tuttavia dovremo meritarci questo aiuto, adesso tuttavia stiamo facendo tutto il contrario.
A cominciare da quelli che dovrebbero guidarci ai pascoli dell'eterna salvezza, che invece si sono arruolati nell'esercito di quelli che meritano quella durissima frase del Signore attraverso il profeta Geremia: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo".
Quando negli anni novanta la gente correva nei rifugi durante i bombardamenti serbi, l'unica cosa che facevano gli adulti croati era pregare il santo Rosario, senza sosta.
E il Cielo è intervenuto e ha dato la vittoria.
Pregate, pregate, pregate. Visto che non ce lo ricordano i nostri pastori, molti dei quali sono diventati semplici mercenari, e non possono suggerire agli altri ciò che neppure loro fanno, ce lo ricorda la Madonna, da quarant'anni ormai. Evidentemente non viene nel mondo a fare una passeggiata, ma perché ce n'è il bisogno.
Questa è l'unica soluzione.
Guido Villa su Fb

Anonimo ha detto...


Merci à Mgr Viganò pour cette magnifique méditation. Que le Bon Dieu le protège et le garde.

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/i-simboli-di-morte-nel-presepio/

I simboli di morte ed alieni nel presepio di El Papa
Maurizio Blondet 16 Dicembre 2020
Seeker in Bible

Questo articolo è legato alla necessità di denunciare apertamente la simbologia occulta del nuovo presepe che è stato collocato in piazza San Pietro quest’anno per il Natale 2020...

Anonimo ha detto...

Il sangue di San Gennaro non si è sciolto. Niente miracolo. I napoletani ricordano solo tre casi analoghi: la guerra mondiale, il colera e il terribile terremoto in Irpinia.

La frustata del Santo, alla chiesa dei don Abbondio che si piegano al regime della menzogna. Chi ha orecchie per intendere, intenda

Da fonte partenopea ha detto...

La liquefazione dicembrina è quella civile, rivolta alla sola città partenopea e alle sue istituzioni civili ed ecclesiastiche

Anonimo ha detto...

Ma non è stato appena nominato il nuovo arcivescovo bergogliano?

Anonimo ha detto...

Il sangue di San Gennaro non si è lique fatto.

"Nolite dare sanctum canibus, neque mittatis margaritas vestras ante porcus ne forte conculcent eas pedibus suis, et conversi dirumpant vos."
(S. Matthaeus 7,6)

L'unica "reazione" alla situazione presente che ci aspettiamo è quella di Gesù Cristo Nostro Signore.

DEUS NON IRRIDETUR.

Anonimo ha detto...

As Christians everywhere know, the birth of our Lord and Savior changed history forever. At Christmas we give thanks to God that God sent his only Son to die for us and to offer everlasting peace to all humanity.

- Donald Trump. Christmas Message 2020

mic ha detto...

"Come cristiani ovunque sappiamo che la nascita del nostro Signore e Salvatore ha cambiato la storia per sempre. A Natale rendiamo grazie a Dio perché Egli ha mandato il Suo unico Figlio a morire per noi e offrire per sempre la pace a tutta l'umanità."
(messaggio natalizio del 2020 del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nel giorno di inizio della novena di Natale)

Anonimo ha detto...

"... Ci troviamo insomma dinanzi alla perversione dell’autorità, non dovuta al caso o all’imperizia ma perseguita con determinazione e seguendo un piano prestabilito, un unico copione sotto un’unica regia..."

Deve esserci chiaro che i governanti NON rispondono più agli Italiani. Rispondono ad un potere che è lo stesso che muove le marionette della ue. Altresì deve esserci chiaro che siamo stati divisi al nostro interno da settanta anni di martellante propaganda in cui chi non si allineava e non si allinea a loro era ed è fascista. Fascismo che alla luce dell'oggi sembra un gioco da ragazzi finito male.

Quindi mettiamoci il cuore in pace, oltre il Signore nostro Gesù Cristo, insieme all'Angelo Custode di ciascuno, non abbiamo nessuno a cui possiamo dar fiducia capace e determinato a fare i nostri interessi, il nostro bene comune.

Non sono gli italiani che interessano questo potere FINANZIARIO nascosto, no. E' l'Italia, cioè il territorio che oggi,e per poco forse, appartiene ancora agli Italiani. E' questo molo, al centro del Mediterraneo, che unisce il Nord Europa con l'Africa, con il MO e con l'Oriente.

Non crederete che l'ilva sia stata salvata per i nostri occhi belli? No, sarà la più importante acciaieria d'Europa, hanno detto loro. E' la ue che vi ha messo le mani sopra, forse per conto di finanzieri con mascherina, per il momento abbiamo una quota partecipativa importante che, secondo copione, verrà erosa nel tempo, magari per ripianare il famoso e fumoso debito pubblico.

Questo è l'ultimo esempio, in ordine di tempo, per spiegare che non sono gli Italiani il centro del loro interesse, ma è la nostra terra con le sue ricchezze. Noi italiani possiamo solo diventare cavie della loro farmacopea.

Nel mentre il vaticano va a braccetto con il potere finanziario dei soliti noti, sempre comunisti e de sinistra radicale, accalappia/masse da corrompere e mettere a loro disposizione come masse-di-manovra-sovversiva e come masse-di-sperimentazione -tecnico-scientifica-sociale.

Anonimo ha detto...

"... Ci troviamo insomma dinanzi alla perversione dell’autorità, non dovuta al caso o all’imperizia ma perseguita con determinazione e seguendo un piano prestabilito, un unico copione sotto un’unica regia..."

Deve esserci chiaro che i governanti NON rispondono più agli Italiani. Rispondono ad un potere che è lo stesso che muove le marionette della ue. Altresì deve esserci chiaro che siamo stati divisi al nostro interno da settanta anni di martellante propaganda in cui chi non si allineava e non si allinea a loro era ed è fascista. Fascismo che alla luce dell'oggi sembra un gioco da ragazzi finito male.

Quindi mettiamoci il cuore in pace, oltre il Signore nostro Gesù Cristo, insieme all'Angelo Custode di ciascuno, non abbiamo nessuno a cui possiamo dar fiducia capace e determinato a fare i nostri interessi, il nostro bene comune.

Non sono gli italiani che interessano questo potere FINANZIARIO nascosto, no. E' l'Italia, cioè il territorio che oggi,e per poco forse, appartiene ancora agli Italiani. E' questo molo, al centro del Mediterraneo, che unisce il Nord Europa con l'Africa, con il MO e con l'Oriente.

Non crederete che l'ilva sia stata salvata per i nostri occhi belli? No, sarà la più importante acciaieria d'Europa, hanno detto loro. E' la ue che vi ha messo le mani sopra, forse per conto di finanzieri con mascherina, per il momento abbiamo una quota partecipativa importante che, secondo copione, verrà erosa nel tempo, magari per ripianare il famoso e fumoso debito pubblico.

Questo è l'ultimo esempio, in ordine di tempo, per spiegare che non sono gli Italiani il centro del loro interesse, ma è la nostra terra con le sue ricchezze. Noi italiani possiamo solo diventare cavie della loro farmacopea.

Nel mentre il vaticano va a braccetto con il potere finanziario dei soliti noti, sempre comunisti e de sinistra radicale, accalappia/masse da corrompere e mettere a loro disposizione come masse-di-manovra-sovversiva e come masse-di-sperimentazione -tecnico-scientifica-sociale.

Aloisius ha detto...

Ottimo intervento Anonimo h. 8.30, condivido parola per parola

Aloisius ha detto...

Perfetto come sempre Mons. Viganò: consapevolezza della situazione reale, ma parole di fede e di conforto.
Niente vittimismo, ne' sentimentalismi, ne' illusioni, né compromessi, ma fede, speranza e carità.
Conforto e forza spirituale nel Signore Gesù, nella Sua Santissima Madre e nella Chiesa Santa intera che intercede presso l'Onnipotente.
Così parla un Vescovo di Santa Romana Chiesa.

Quello che dovremmo sentire ripetere nelle omelie domenicali, da preti e parroci, i quali, invece, ci propinano con insistenza il solito cibo insipido e adulterato, come adulterate sono le preghiere del nuovo messale.

Ma si sa, 'il pesce puzza dalla testa' e le cause di questo puzzo infernale sono l'apostasia nei vertici e la sua figlia disonesta e pestifera: l'eresia.

Dice Mons. Viganò sui governanti:
"...il loro ruolo non è quello di amministrare l’istituzione ma di demolirla, non di rispettarne le leggi ma di infrangerle, non di tutelarne i membri ma di disperderli e allontanarli"

La tragedia è che questa evidente situazione, per singolare coincidenza, si è realizzata contemporaneamente nello Stato e nella Chiesa.
Con la differenza che gli uomini che guidano la Chiesa non sono ignoranti come i politici nostrani e hanno giurato fedeltà dell'Onnipotente.
Per questo mi sa che il loro tradimento sia ancor più grave, per quanto si sforzino di riabilitare Giuda l'Iscariota e illudersi che anche lui sia in Paradiso, contro quello che e' scritto nel Vangelo.

Il lato positivo della zona rossa è che abbiamo maggior raccoglimento per pregare.
Perché noi piccoli possiamo migliorare sulla via stretta.
E perché il Signore mandi nuovi operai nella Sua messe, come il 'nostro' Mons. Viganò.
Preghiamo sempre per lui e quelli come lui.

E a denti stretti, perché non sono un santo, mi sforzero' di pregare anche per i traditori vari che ci perseguitano e denigrano, affinché si pentano e si ravvedano.

Lo ha fatto il Signore, martoriato e inchiodato sulla Croce, lo devo e posso fare anch'io, sulla comoda poltrona della mia casa riscaldata.
E davanti al Tabernacolo, se trovassi la Chiesa aperta.
Aloisius