Ne dà notizia Peter Kwasniewski sulla sua pagina Facebook insieme all'immagine a lato.
Ora il Collegio Benedettino (nel Kansas) ha una Messa tradizionale domenicale. Ieri, alla prima celebrazione, hanno partecipato circa 500 persone.
L'effetto Traditionis custodes continua.
"Ecco un piccolo segreto: la Messa antica è quanto cercano i giovani. Il XX secolo ha risuonato delle voci della gerarchia per entrare in contatto con l' "Uomo moderno". Ora i figli dell'Uomo Postmoderno sono qui, hanno cercato seriamente il Trascendente, con cui molti di questi vecchi gerarchi non vogliono entrare in contatto? Che gioia vedere lo Spirito Santo operare nella Chiesa nonostante noi."
7 commenti:
avete letto questa lettera dal Foglio
Al direttore - Concordo con la lettera di sabato del lettore Mattia Rossi. Ma consentire la messa in latino da parte di Papa Benedetto era in fondo un gesto di pietà nei confronti di fedeli che intendevano accudire fino all’estremo ciò che andava a morire spontaneamente. Sopprimere la messa in latino con un atto di forza sembra piuttosto un gesto di “eutanasia liturgica”, non diverso dalla eutanasia dei corpi, in cui peraltro si avverte rabbia e spirito di rivalsa.
Serafino Penazzi
https://www.ilfoglio.it/lettere/2021/10/05/news/meno-estremisti-piu-moderati-la-sconfitta-che-fa-bene-alla-destra-3103015/
è completamente fuori dal mondo, visto che non stava morendo ma risorgendo
"Non c'è albero buono che dia frutti cattivi" (Lc 6,43) - Contra factum non valet argomentum...
«La riforma liturgica ha fatto un notevole passo avanti e si è avvicinata alle forme liturgiche della chiesa luterana» (13 Ottobre 1967, mons. Annibale Bugnini - principale artefice del Novus Ordo - su "L'Osservatore Romano").
Lo dicevano SFACCIATAMENTE
A proposito del motu proprio e di quel "cui prodest?" che ronza nella testa di molti di noi, ho trovato interessante questo articolo che vi propongo.
http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2021/09/traditionis-custodes-e-i-giochi-del.html
... e non morirà mai il S. Sacrificio della Messa...
Allora l'eterogenesi dei fini e' una teoria esatta.
Eugenio Alipede
DAL DISCORSO DI BENEDETTO XVI AI VESCOVI FRANCESI (LOURDES 14/09/2008).
Il culto liturgico è l’espressione più alta della vita sacerdotale ed episcopale, come anche dell’insegnamento catechetico. Il vostro compito di santificazione del popolo dei fedeli, cari Fratelli, è indispensabile alla crescita della Chiesa. Nel “Motu proprio” Summorum Pontificum sono stato portato a precisare le condizioni di esercizio di tale compito, in ciò che concerne la possibilità di usare tanto il Messale del Beato Giovanni XXIII (1962) quanto quello del Papa Paolo VI (1970). Alcuni frutti di queste nuove disposizioni si sono già manifestati, e io spero che l’indispensabile pacificazione degli spiriti sia, per grazia di Dio, in via di realizzarsi. Misuro le difficoltà che voi incontrate, ma non dubito che potrete giungere, in tempi ragionevoli, a soluzioni soddisfacenti per tutti, così che la tunica senza cuciture del Cristo non si strappi ulteriormente. Nessuno è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni, in essa deve potersi sentire “a casa sua”, e mai rifiutato. Dio, che ama tutti gli uomini e non vuole che alcuno perisca, ci affida questa missione facendo di noi i Pastori delle sue pecore. Non possiamo che rendergli grazie per l’onore e la fiducia che Egli ci riserva. Sforziamoci pertanto di essere sempre servitori dell’unità!
"Alcuni invocano la più ampia libertà nella Chiesa ma, con mio grande stupore, non vogliono permettere una più ampia sopravvivenza dell'antica forma del rito romano. È curioso che tollerino abusi volontari o involontari nelle celebrazioni secondo la forma recente del rito romano. Da parte mia, auspico con forza che il Santo Padre si esprima nel senso di una maggiore libertà dell'uso del rito romano antico"
Card. Jorge Arturo Medina Estevez, già Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, in memoriam.
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