Secondo Peter Kwasniewski, che interviene ancora su Traditionis Custodes citando Egidio da Viterbo, "le cose sacre devono cambiare gli uomini, e non il contrario". Qui l'indice degli interventi su TC.
Il titolo di questo articolo è tratto dalle parole pronunciate dal cardinale Egidio da Viterbo nel 1512 durante l’orazione inaugurale del Concilio Lateranense V: “Homines per sacra immutari fas est, non sacra per homines”. In questo contesto, immagino la seguente conversazione tra due seminaristi che seguono gli studi in un seminario diocesano. Hanno scoperto di essersi innamorati della tradizionale Messa in latino e vogliono abbracciare le sue ricchezze, ma non sono d’accordo su come farlo.
Michael: È possibile portare la tradizione nella Messa Novus Ordo. Basta che scegliamo i paramenti migliori, miglioriamo la musica, vediamo di migliorare il cerimoniale, usiamo l’incenso e così via… Impariamo dalla Messa in latino come dovrebbero essere fatte le cose.
John: Su questo sono titubante. Qualsiasi tentativo di rendere la nuova Messa più tradizionale non è vista come una innovazione ? Almeno rispetto a quanto si aspettano vescovi, sacerdoti e la maggior parte dei laici, soprattutto se si va molto oltre la griglia delle opzioni a disposizione? E, anche nella migliore delle ipotesi, pensando che un prete possa “farla franca”, cosa accade, a livello interiore, a un sacerdote che rende la sua Messa “più tradizionale” settimana dopo settimana, anno dopo anno ? Non si abitua a pensare che sia lui l’artefice delle sue belle liturgie? Che siano suoi gli accorgimenti per tradizionalizzare al meglio secondo il suo sentire?
Michael: Beh, no, penso che stia cercando di scegliere cosa c’è di meglio dalla tradizione, e quindi non è qualcosa di suo. Sta cercando un riferimento esterno, non solo una bussola interna.
John: Ma è comunque una scelta che deve fare, ed è una scelta che fa avendo come riferimento lo sfondo di mezzo secolo di scelte, per lo più di segno contrario, e le scelte, generalmente meno tradizionali, dei suoi confratelli e della maggior parte delle altre diocesi. Questo è molto diverso da come il culto è stato inteso e praticato nel mondo cattolico prima della riforma.
Michele: cosa intendi?
John: Mentre il clero diocesano “che naviga controvento” è alla ricerca di modi nuovi per conformare il Novus Ordo alla tradizione, i membri degli istituti e delle comunità tradizionali cercano semplicemente il nascondimento e lasciano che sia la tradizione a formarli con il suo potere e la sua perfezione. Il restauratore del Novus Ordo, per quanto aderisca strettamente alla tradizione, promuove comunque un progetto contraddittorio. Perché, per essere genuinamente tradizionale, un discepolo deve diventare sempre più piccolo; mentre invece, per rendere tradizionale il Novus Ordo, lui deve diventare sempre più grande. Il primo percorso è un nascondimento dell’ego: un laico può dire “oh, qualsiasi prete andrà bene, purché celebri la vecchia messa”. L’altro percorso, invece, è un traguardo! Il celebrante diventa famoso anche a molti chilometri di distanza come “colui che offre in modo riverente il Novus Ordo”. Tanto quanto un sacerdote svanisce nel rito antico, l’altro sacerdote, ironia della sorte, ne viene magnificato.
Michael: Da questo punto di vista non sarebbe meglio, cioè più focalizzato sulla strada della santità, essere un laico in una parrocchia tradizionale che un prete conservatore nel mondo del Novus Ordo?
John: È difficile sfuggire a questa conclusione. Il laico è libero di conformarsi a una tradizione oggettiva mentre il sacerdote del Novus Ordo adegua costantemente la liturgia alle proprie idee (probabilmente migliori), di ciò che dovrebbe essere ma non è e non deve essere (e, per alcuni vescovi, non deve mai essere). E non dimentichiamo neanche che non può essere in alcun modo garantita la propria libertà di raggiungere i propri obiettivi di buoni propositi. Molto probabilmente, sarà costretto in continuazione ad andare contro la sua coscienza e contro la sua conoscenza di cosa è meglio.
Michael: Mi ricorda una famiglia che conosco, dove il papà è diventato un cattolico tradizionale mentre la mamma no, e questo ha comportato problemi di tutti i tipi. È come se un seminarista diocesano amante della tradizione stia entrando in una sorta di matrimonio misto con una tipica diocesi del Novus Ordo. Come si usa, tutti nelle foto sono affratellati e con buona volontà; ma un simile matrimonio può crollare rapidamente.
John: Giusto. Se all’inizio avesse scelto una partner migliore, il “matrimonio” avrebbe probabilità molto più elevate di successo.
Michael: (Dopo una pausa) Cosa dovremmo fare, allora? Qual è la soluzione?
John: Non so se ci sia solo una soluzione. Ma so qual è la mia soluzione: lasciare il seminario diocesano e ricominciare da capo in un istituto o in una comunità tradizionale.
Michael: E se il Vaticano proibisse a questi gruppi di accettare nuovi membri, o addirittura chiudesse i loro seminari, come, secondo le voci che girano, potrebbe accadere presto?
John: Se accadesse questo, i superiori dovrebbero avere la lucidità mentale di riconoscere che si sta attuando un assalto al bene comune della Chiesa, contro la sua fede, la sua tradizione, il suo passato, la sua eredità, contro l’insegnamento di tutti i precedenti papi e concilii, le realtà più sacre, il bene delle famiglie, specialmente dei bambini, e il dono divino delle vocazioni, e dovrebbero avere il coraggio di rifiutare di riconoscere tali divieti o chiusure. I seminari devono restare aperti e funzionanti, proseguendo con tranquillità come prima. Dovrebbero continuare ad accettare nuovi membri, indipendentemente dal loro status canonico, e continuare con la formazione sacerdotale o religiosa, indipendentemente dalle sanzioni minacciate o pronunciate, che sarebbero tutte nulle, in quanto emanate da coloro che agiscono in odio e in disprezzo della fede e contro tutti i principi normativi del diritto. I fedeli laici sosterrebbero generosamente il personale, le strutture e le attività di tutti questi gruppi, sostenendoli finché arriveranno giorni migliori in cui verrà nuovamente riconosciuta la legittimità intrinseca della loro posizione.
Michael: Hai appena fatto una serie di affermazioni audaci!
John: O le facciamo o lasciamo che i modernisti calpestino noi e la Fede tradizionale fino alla morte. Che è quello che vogliono. Perché dovremmo lasciarglielo fare? Non potremmo mai avere pace nelle nostre coscienze se voltassimo le spalle a ciò che il Signore ci ha permesso di ammirare. Siamo uomini cambiati. E dobbiamo vivere come uomini cambiati. Questo è ciò che Dio si aspetta da noi. Non dobbiamo sprecare le Sue grazie. D’altronde questo lo sai bene quanto me: un prete che si è abituato all’incomparabile alimento della Messa antica non può semplicemente metterlo da parte come un vecchio straccio al comando di un meschino dittatore. Sarebbe una specie di eutanasia spirituale. E penso che la stessa cosa sia vera per noi.
Michael: Sì… hai ragione. Non riesco a non vedere quello che vedo adesso. La tradizione è una grazia. Voglio dire, vederla, innamorarsene, lasciarsi modellare dalla mente e dal cuore… Che grazia abbiamo ricevuto! Domine, non sum dignus…
* * *
Questa conversazione può aiutare a focalizzare una verità che rimane poco chiara per troppe persone. È infatti una contraddizione in termini dire che bisogna diventare sempre più grandi (nel senso di esercitare il proprio giudizio e la propria forza volitiva) per rendere “tradizionale” il Novus Ordo quando il più grande beneficio della tradizione è quello di permettere di rimpicciolirsi sempre di più, per far risplendere la sapienza e la carità della Chiesa attraverso la propria rappresentazione iconica di Cristo.
Rigorosamente, da questo punto di vista, essere un laico che vive una vita liturgica pienamente tradizionale sarebbe superiore all’essere un sacerdote che deve celebrare il Novus Ordo in modo esclusivo o frequente. Non si tratta qui di attribuire la colpa a qualcuno; la maggior parte dei sacerdoti che hanno scoperto le benedizioni della tradizione lo hanno fatto dopo la loro ordinazione, quando (per così dire) era troppo tardi per orientarsi esclusivamente verso di essa. Un sacerdote che avesse saputo in anticipo che, rimanendo in una diocesi, avrebbe nuotato perennemente contro corrente nei suoi sforzi per rendere il nuovo rito qualcosa che non era mai stato concepito, avrebbe, d’altra parte, più di un motivo per risvegliarsi dalla notte dei dormienti e chiedersi cosa diavolo stia combinando.
Non sorprende, quindi, che il clero del Novus Ordo, che si “sveglia” in seguito alla piena comprensione della grandezza del problema liturgico, viva una crisi enorme. Alcuni di loro cercano di lasciare la propria diocesi per entrare a far parte di una comunità tradizionale, un passo non facile da fare, con tutti i permessi necessari da entrambe le parti, e la sfida di incarichi temporanei durante il periodo di prova, e nessuna certezza del risultato. Altri, come Fr. Bryan Houghton (autore dei classici Judith’s Marriage e Mitre & Crook), si rendono conto che devono andare in pensione anticipata o trovare un diverso “ambito di lavoro”. Fr. Houghton si dimise dal suo ufficio pastorale piuttosto che celebrare il Novus Ordo, si stabilì nel sud della Francia e finì per diventare un felice cappellano di un piccolo e piuttosto informale gruppo di laici che assisteva alle sue messe in latino. Oggi si possono trovare laici che sono pienamente disposti a mettere volontariamente in gioco le proprie risorse per sostenere il “clero cancellato” che cerca di offrire la TLM (Messa Tradizionale in Latino), perché sanno che deve essere fatto.
C’è, ovviamente, un futuro molto diverso che un giorno potrebbe nascere. Visto che i potenziali candidati al sacerdozio sono sempre più attratti dalla messa in latino, una diocesi lungimirante, anche sulla scia della Traditionis Custodes, potrebbe creare tranquillamente una “impronta della messa in latino”, dalla quale i seminaristi che desiderano offrire esclusivamente la liturgia tradizionale potrebbero essere eventualmente destinati a santuari, basiliche, oratori e cappelle (non parrocchie, si badi…), che si specializzerebbero in essa, per il numero crescente di fedeli che ne fanno richiesta, e per le loro famiglie in continuo aumento. Le diocesi che desiderano sopravvivere dovranno adattarsi alle mutevoli esigenze dei fedeli ed ai cambiamenti delle aspirazioni dei seminaristi attuali o potenziali. Alcune diocesi più sagge nei giorni pre-Traditionis Custodes lo avevano già attuato ed hanno iniziato a pianificare in anticipo l’inevitabile, come ha riferito Fr. Zuhlsdorf.
Però, a meno che, e fino a quando, ciò non accadrà, gli uomini che sono tra i «giovani [che] hanno scoperto questa forma liturgica, ne hanno sentito l’attrazione e hanno trovato in essa una forma di incontro con il Mistero della Santissima Eucaristia, a loro particolarmente adatta». (Lettera ai Vescovi che accompagna la Lettera Apostolica Summorum Pontificum) si ritroveranno nella posizione di Michael e John del mio dialogo immaginario: bisogna trovare un ordine o una comunità tradizionale. Anche questo è nella Provvidenza di Dio, poiché Egli sta innalzando fari della tradizione per illuminare le tenebre dell’anarchia ecclesiale. E non è da meno, nel piano provvidenziale di Dio, che le forze nemiche in Vaticano si stiano mettendo in linea contro i veri guardiani della tradizione. La battaglia è in corso. C’è una grande gloria da conquistare, o la miseria della diserzione e della resa.
Questo lo sappiamo per certo: una persona ha l’obbligo di tirarsi fuori da situazioni in cui è continuamente bombardata da esigenze o richieste che affaticano o feriscono la propria coscienza. Anche se potesse trincerarsi dietro una affrettata riserva mentale per giustificare (o scusare) qualche atto di complicità, è come vivere sul filo di un rasoio affilato e spietato. Non è un modo sano di vivere. Dovremmo essere in grado di abbandonarci alla liturgia come a un trainer superiore a cui possiamo assolutamente affidare il nostro benessere spirituale.
Peter Kwasniewski, 15 settembre 2021 - Fonte
12 commenti:
Nella parrocchia del mio paese, il prete ha adottato un piccolo stratagemma che, a mio avviso è geniale. A parte l'offertorio in cui sta all'altare egli si posiziona di lato e non di fronte ai fedeli. Si rivolge a loro un pò girato verso sinistra. Si è anche tolto dalla linea di vista del tabernacolo. In questa maniera l'occhio del fedele passa sempre davanti al tabernacolo senza che nessuno si frapponga davanti ad esso. Genio. In più devo dire che nelle sue prediche cerca di fare catechismo e non di commentare cose di mondo che tanto piacciono agli atei che vanno a messa. La pecca sua è che nella mia parrocchia i fedeli sono pochi e l'etá media è di 65 anni minimo. Fra 10 anni ci sarò solo io e qualcun'altro.
Ho sentito una conferenza di padre Serafino Tognetti sul segreto di La Salette, in cui esprime questo pensiero, e precisamente di fronte alle manifestazioni di Dio stesso, quali le apparizioni Mariane dalle prime alle ultime (e cita anche Medjugorje che in questa sede è invece disprezzata) l'uomo non ha diritto alcuno di rifiutarle , anche se la Gerarchia le rifiuta. E di norma il popolo le segue, e la superbia di rifiutare una Voce di Dio, al contrario, conduce a guai gravi. La mancata consacrazione al Cuore Immacolato richiesta a Fatima,infatti ci ha portati ai disastri attuali mentre l'obbedienza della gerarchia portò sempre benedizioni come avvenuto in Portogallo. Mette in evidenza pure come anche dopo il 2000, quando a dire del vaticano era stato manifestato tutto il terzo segreto, si impose ancora a suor Lucia di non poter parlare ad alcuno, il che di per sè è nota che non tutto è stato detto come sbandierato. Queste menzogne al popolo di Dio non sono gradite dall'Ente Supremo e ne viviamo le tristi conseguenze.
La prima lettura odierna invita i sacerdoti a gridare.
A gridare che con il Signore, indubbiamente buono e misericordioso, non "vale tutto".
A gridare che Dio vede quando la sua casa è in disordine.
Viene il giorno in cui Dio rimette ordine, "come una devastazione dall’Onnipotente".
Quel giorno è vicino.
giorno di tenebra e di oscurità, giorno di nube e di caligine.
Il Redde Rationem Magnum. Deleo, Erado... Ctrl Alt Canc...
Il vangelo vede Gesù cercare di far chiarezza in un notevole caos tra luce e tenebre.
Che riguarda innanzitutto Lui stesso. E quelli che sono veramente Suoi.
"Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me, disperde". C'è poco margine.
Non è che Gesù sia certo di essere compreso, ma almeno fa capire che non hanno compreso.
E credono di sapere tutto, sapienti del mondo e dell'uomo: i comitati tecnico scientifici.
Connessioni mentali: un inverno dopo Natale mi trovai in Inghilterra ospite in una scuola che si era sviluppata all'interno di una grande residenza dell'800 privata con giardino che era quasi un parco. Erano tempo di Natale allievi, insegnanti e personale vario erano in vacanza così mi fu data una camera nelle soffitte nel corpo principale della grande dimora dove potevo avere tutte le mie comodità, incontrare i miei amici e passeggiare indisturbata nel parco.Oltre me stessa in quei giorni all'interno e fuori non c'era nessuno. Molto tempo prima avevo sentito dire che in questa casa vi erano fantasmi e un fatto di sangue vi era avvenuto, quella dei fantasmi mi sembrò una gran fesseria e la misi nello scomparto delle stravaganze inglesi senza più pensarci. Un giorno,quando avevo ormai preso confidenza con i grandi spazi, con scale e scaloni, mi trovai in una sala, al pian terreno,con grandi finestre a vetri che davano sul parco,ero in piedi, che guardavo il grande camino quando udii uno straziante urlo di donna, pensai subito a qualche allievo che cominciava a tornare così mi affrettai in direzione della voce per prestare aiuto e/o scoprire gli artefici di uno scherzo di pessimo gusto, girai girai e nessuno trovai. Fu allora che quel ricordo lontano di strane presenze riemerse dalla mia coscienza. A pranzo quando fui con i miei amici mi feci raccontare quel fatto di sangue dell'800:lui lei e l'amante di lei, lui parte, lei incontra l'amante mentre il marito è creduto ormai lontano, il marito in sospetto torna indietro certamente ammazzò lei, non ricordo se anche l'amante o no. Così fu che i miei pensieri sarcastici sulle 'voci' presenti in certi luoghi cominciarono a cambiare. Però da noi questi fatti e queste voci non si sentono e non è che qui non si ammazzi con grande facilità.
La sera quando sono a letto spesso apro il Catechismo di San Pio X a caso per avere qualcosa di buono con cui addormentarmi. Ieri sera è uscito il Numero 348: Che cosa è la Santa Messa? La Santa Messa è il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo, che sotto le specie del pane e del vino, si offre dal sacerdote a Dio all'altare, in memoria e Rinnovazione del sacrificio della Croce.
La mia attenzione si è fermata su 'rinnovazione', vocabolo desueto; nello sforzo di intendere rinnovazione, in contemporanea, sono usciti dalla mia memoria,
«Elì, Elì, lemà sabactàni?» e quel grido di donna inglese morta ammazzata nell'800.
Quel grido è rimasto impresso nel corpo sottile di quella casa, di quel luogo, mi son detta, il grido del Signore certamente si è impresso nell'anima del modo,si è impresso nell'intero creato, con la differenza che la donna era colpevole, il Signore Innocentissimo e Santissimo è morto per la nostra salvezza.
Dunque al momento mi sembra plausibile che nella rinnovazione sia anche contenuto il
«Elì, Elì, lemà sabactàni?» che poi è anche il nostro grido di oggi.
Ma perché da noi non ci sono così tante'voci' come in Inghilterra? Credo perché noi abbiamo tanti sacramentali, almeno prima ne avevamo tanti, tra cui preghiere, processioni, acqua santa e benedizioni attraverso le quali questi frammenti dell'essere umano dopo la morte possono disciogliersi, trovare pace e trovare la via della loro completa purgazione.
Il vecchio parroco, non so in quale festa, regalò un bottiglia da un litro di acqua benedetta, l'ho ancora, la uso con parsimonia, ma la uso con sempre maggiore convincimento e gratitudine. Credo che se si facessero più processioni, digiuni, preghiere, benedizioni si monderebbero un po' per volta le nostre città.
"Sembra che anche nelle catacombe nel celebrare la s. Messa, quando si poteva, si usassero vesti tessute d’oro e ornate di gemme. I primi cristiani solevano consacrare al servizio di Dio l’oro e le pietre preziose che avevano usate ad offenderlo"
«Per inciso, l'articolo afferma anche che papa Francesco "probabilmente si è consultato o almeno ha fornito copie anticipate del documento al papa emerito Benedetto". Mi è stato detto che l'articolo che ho pubblicato su The Remnant il 1° giugno 2021, sei settimane prima che fosse promulgata Traditionis Custodes, e che descriveva ciò che c'era nella prima e nella terza bozza, è stato dato a Papa Benedetto XVI. Una fonte attendibile mi ha detto in seguito che il papa emerito era "scioccato". È quindi difficile credere che sia stato consultato in modo significativo» . Articolo di Diane Montagna.
https://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/5633-traditionis-custodes-separating-fact-from-fiction
@ Mic
secondo alcune fonti vicine a papa Benedetto, il vdr gli fa pervenire tutti i documenti in bozze e in versione definitiva, non credo proprio per avere un suo parere, si riferisce anonimamente che, durante un incontro privato col card. XYKWJ, dopo aver letto il documento, sono entrambi scoppiati a piangere......
Mi domando con quale coraggio... Con quale coraggio si prospetta di aver interpellato per un pronunciamento un vecchio novantaquattrenne che ha appena un fil di voce che gli consente di rimanere in vita,che gia' nel 2013 non vedeva piu' da un occhio ed era sia ipovedente che ipoudente figurarsi se uno con quasi sicuri problemi del sistema cardiocircolatorio potrebbe applicarsi (leggasi spendere energie che non ha) a leggere o farsi leggere tutto 'sto materiale cartaceo.
Ecco perché Francesco vorrebbe cancellarla
"(...) Più un sacerdote celebra la Messa tradizionale, più scopre di essere non tanto il presidente di un'assemblea, ma il ministro di Gesù Cristo che si offre sulla Croce. È solo un caso che diminuisca il numero dei sacerdoti diocesani mentre dove si celebra la messa tradizionale nascono molte più vocazioni sacerdotali, in proporzione -?
Più i fedeli assistono alla Messa tradizionale, più comprendono che la partecipazione attiva non consiste in atteggiamenti esteriori (leggere una lettura, battere le mani, ecc.), ma in un profondo atteggiamento di unione con la Croce di Nostro Signore. È solo un caso che dove si celebra la Messa tradizionale fioriscano più che altrove, con spirito di sacrificio, famiglie numerose e vocazioni religiose?
Più gli uomini si avvicinano alla Messa tradizionale, più intravedono il significato e la gravità del peccato. È solo un caso che le persone che arrivano nei nostri centri di massa trovino spesso contemporaneamente la via del sacramento della penitenza? E non osino più, come avevano fatto fino ad allora, fare la Comunione in stato di peccato senza essersi confessati?
Più pratichiamo la Messa tradizionale, più ascoltiamo la predicazione della chiara e potente Verità di Gesù Cristo. È solo una coincidenza che molti fedeli cattolici ignorino o addirittura neghino le verità essenziali della fede? E trovino, invece, con la messa tradizionale idee più ortodosse sulla fede cattolica?
Più assistiamo alla Messa tradizionale, più comprendiamo che la Regalità di Nostro Signore non è solo quella del Giudizio Universale e della vita eterna, ma che inizia già qui sulla terra, nelle nostre famiglie e nelle nostre patrie carnali (...)".
https://laportelatine.org/actualites/la-messe-qui-enterre-vatican-ii
Dottrina Cattolica
https://gloria.tv/post/t3ZS8vSL3Z1X2YnT1s8BEsNu6
ddl zan vs Sacra Scrittura e Catechismo. Risposta ad un'obiezione
Matrimonio di Valentino Fusco e Carling Anne Kalicak
https://www.youtube.com/watch?v=6RnKhAuWQdg
Bello!Un matrimonio cristiano cattolico al tempo d'oggi.
Lui, lei e NSGC (naturalmente con la Sua Mamma, S.Giuseppe e tutta la Corte Angelica).
Semplicemente un Sacramento, come nel quadro di Raffaello "Lo sposalizio".
Don Luca Paitoni
S. ROSARIO MEDITATO - 10 OTTOBRE
L'Inferno
https://www.youtube.com/watch?v=WhgUnNAHkP4
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