“Ex Oriente lux“, “dall’Oriente, la luce”. Questa frase, risalente a un a sentenza medievale, è stata utilizzata nel corso dei secoli per indicare che è da Est che arriva qualcosa di innovativo, di rivoluzionario, o di illuminante. Come il Sole, appunto, che sorge a oriente. E che metaforicamente è diventata la luce del Cristianesimo, secondo i teologi europei, la cultura dell’Estremo oriente per i romantici, ma anche il comunismo, che nella Germania orientale aveva trasformato il motto in “Ex oriente pax“.
L’Europa occidentale guarda a Est
La frase ritorna ciclicamente nella cultura europea. E sembra tornare anche oggi, dove molti movimenti sovranisti europei vedono nell’Europa orientale non solo un modello ma anche l’area da cui attingere idee, prospettive e programmi sul futuro del Vecchio Continente. Per molte aree conservatrici dell’Europa occidentale, è a oriente che bisogna guardare per riscoprire le radici culturali e politiche delle prossime battaglie.
E non è un caso che sia proprio il cosiddetto Gruppo Visegrad a rappresentare la spina nel fianco dell’Unione europea e ai cui leader e programmi si ispirano i movimenti più euroscettici. Come non è un caso che molti movimenti e gran parte del movimento della nuova destra europea volge lo sguardo a Mosca più che in altre capitali occidentali.
C’è un nuovo modo di considerare l’Europa. E anche questa volta, torna come un avvertimento quella frase, quel “ex Oriente lux” che sembra essere una costante del Vecchio Continente. Ma con alcune precisazioni che occorre tenere presente per non cadere nell’errore di pensare non solo di imitare certi modelli, ma anche di considerarli perfettamente sovrapponibili.
Perché in realtà, Europa orientale ed Europa occidentale sono molto più distanti di quanto si possa credere. E le società che rappresentano sono molto diverse, anche a partire dalla questione religiosa e dell’appartenenza nazionale. Due questioni che a Occidente sono nettamente separate, mentre a Oriente sono ancora vivissime. Nonostante (o forse grazie a) il comunismo dell’Unione sovietica abbia sancito per decenni l’ateismo di Stato.
Identità nazionale e religione
A dimostrarlo, sono le ricerche del Pew Research Centre sul rapporto fra religione e identità nazionale e le differenza fra Europa occidentale e orientale. Come spiegato dall’istituto di ricerca americano,
“in molti Paesi dell’Europa centrale e orientale, la religione e l’identità nazionale sono strettamente intrecciate. Questo è vero specialmente negli ex Stati comunisti, come la Federazione russa e la Polonia, dove la maggioranza della popolazione sostiene che essere ortodossi o cattolici è importante per essere ‘veramente russi’ o ‘veramente polacchi’. È anche il caso della Grecia, dove la Chiesa ha avuto un ruolo centrale nella lotta per l’indipendenza dall’impero ottomano e dove oggi tre quarti degli intervistati (76%) afferma che essere ortodossi è importante per essere ‘veramente greco’”.
Al contrario, come riportano le analisi dell’istituto di ricerca, In Europa occidentale
“la maggior parte delle persone non ritiene che la religione sia una parte importante della propria identità nazionale. In Francia e nel Regno Unito, per esempio, la maggior parte afferma che non è importante essere cristiani per essere veramente francesi o veramente britannici”.
Prospettive totalmente diverse che però si ripercuotono inevitabilmente anche nei programmi di governo, nei rapporti fra Stato e Chiesa e anche nelle radici culturali e storiche su cui si fondano movimenti e leader che puntano a prendere in mano le redini di questi Paesi. In Europa dell’Est, i leader che oggi vengono considerati come simboli del sovranismo si interfacciano con realtà molto più legate alle radici storiche e religiose del proprio popolo. E questo aiuta a utilizzare messaggi, esempi e modelli che in Europa dell’ovest sarebbe difficilissimo da far accettare.
E questo rapporto est-ovest sulla religione può essere riproposto in maniera assolutamente identica sull’appartenenza nazionale. Ad esempio, il Pew Center riporta un altro dato, quello dello sciovinismo culturale. “I sondaggi hanno chiesto agli intervistati di tutto il continente se sono d’accordo con la dichiarazione: ‘Il nostro popolo non è perfetto, ma la nostra cultura è superiore agli altri’. Anche se ci sono eccezioni, i cittadini dell’Europa centrale e orientale sono più inclini a dire che la loro cultura è superiore. Gli otto Paesi in cui questo atteggiamento è prevalente sono tutti geograficamente in Oriente: Grecia, Georgia, Armenia, Bulgaria, Russia, Bosnia, Romania e Serbia”
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I sovranismi aspettano l’Oriente
Un segnale chiarissimo di come l’Est sia culturalmente molto più propenso a produrre movimenti sovranisti e far nascere leader che diventino alfieri di questo mondo. Non perché è in atto una rivoluzione, ma perché è la loro stessa identità culturale, quella dell’Europa orientale, a far sì che esistano alcuni fenomeni politici e culturali.
Fenomeno che però adesso iniziano ad avere un proprio seguito anche a Occidente, dove leader dei Paesi del Gruppo Visegrad o anche lo stesso presidente russo Vladimir Putin ottengono un consenso estremamente importante proprio nell’area sovranista. Un blocco variegato ma unto su alcuni temi e che vede a Est (e non solo negli Stati Uniti di Donald Trump) un riferimento politico e culturale. Bisognerà vedere se, ancora una volta, la frase “ex Oriente lux” avrà un senso nel presente dell’Europa. - [Fonte]
31 commenti:
Nel frattempo l'UE investe dieci milioni per studiare le radici islamiche dell'Europa:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lue-spende-10-milioni-trovare-radici-delleuropa-nel-corano-1626254.html
un vescovo francese si inventa un consiglio episcopale extra-canonico con ampi poteri e due donne:
https://www.riposte-catholique.fr/archives/149241
https://politicaedintorni.it/2019/01/09/il-movimento-5-stelle-presenta-legge-per-legalizzare-la-cannabis-uso-e-coltivazione/
La chiesa valdese accoglitrice, sappiamo che ha un rapporto privilegiato con il Pontefice.
I valdesi occupano diverse valli in Piemonte, se non ricordo male.
I vandali, del mio libro di lettura, a differenza di tutti gli altri barbari, abbandonarono l'uso di preparare i loro adolescenti alla guerra'...e pagarono duramente questo abbandono...'.
L'interesse dei barbari verso la cultura dei vinti varia da condottiero a condottiero ma, 'la scienza degli agrimensori ha tutto il favore del governo' (Cassiodoro)'...in ogni epoca questa tecnica è stata riservata a specialisti formati nella teoria e nella pratica fin dalla loro giovinezza..'
Queste notizie mi hanno fatto pensare che, prima o poi, sarebbe bene, precedente ad un censimento dettagliato della popolazione presente sul territorio italiano, avere un catasto del territorio nazionale aggiornato con le relative colture, allevamenti, zone abbandonate e/o da bonificare, vecchi e nuovi insediamenti, abbandonati o in via di ripopolamento di italiani o di altre nazionalità. Forse tutto ciò già esiste, ma non so quanto sia aggiornato ed aderente alla realtà dei fatti. Un tempo esisteva il Ministero Agricoltura e Foreste. Esiste ancora?
Se fosse mai possibile vorrei che si facesse un censimento di tutte le edicole sparse lungo gli antichi sentieri sparsi nelle valli, sulle colline e le montagne e piano piano si volessero restaurare. Che gioia sarebbe, che muto insegnamento.
Vi prego ragazzi non cascate nel grande inganno!
Leggete Anatoli Golitsyn i suoi due libri in inglese, in pdf su internet:
-NEW LIES FOR OLD
-PERESTOIKA DECEPTION
Ricordate che i servizi segreti russo sovietici hanno invaso la gerarchia ortodossa dei paesi occupati.
Ricordate le parole di Soloviev!!!
Buona giornata, Davide Troiano
OGGI i servizi segreti russo sovietici non ci sono da un pezzo....
Peraltro la gerarchia ortodossa non sarà certo esente neppure da inquinamenti modernisti. Tuttavia la liturgia e il senso identitario mi pare siano stati preservati...
I russi e il mondo ortodosso hanno conservato il "senso identitario"...
Sembra di sì, però bisogna fare attenzione a tutte le componenti del loro "senso identitario".
Infatti, alberga anche una forte componente anticattolica, antiromana (la vera Roma cristiana sarebbe per loro o la Nuova Roma bizantina [Costantinopoli] o Mosca in quanto supposta Terza Roma. La Roma pontificia per loro è eretica, nemica).
L'assolutismo russo dell'epoca zarista si basava su tre principi: 1. L'ortodossia; 2. L'autocrazia. 3. Il principio di nazionalità, di fatto preponderanza dei Grandi Russi, della Moscovia. I principi furono mantenuti da Stalin, sotto un diverso linguaggio e sostituendo l'ortodossia marxista atea a quella religiosa - religione "secolare" al posto della vera religione.
La coscienza nazionale russa si formò, più ancora che nella lotta contro i mongoli, nelle guerre contro Polacchi e Lituani, entrambi cattolici, sempre visti come il nemico nazionale (in effetti ad un certo punto costituirono grandi ed effimere formazioni statali, che minacciavano lo Stato moscovita). Il principato di Mosca, inizialmente sottomesso ai mongoli, fu poi loro buon amico e se ne servì anche per combattere i suoi avversari. Il dominio mongolo si attenuò gradualmente, grazie anche all'oro dei principi moscoviti. Nel 1380 i russi sconfissero i mongoli a Kulikovo. Ma i mongoli, riorganizzati da Tamerlano, poi occuparono Mosca e la incendiarono. Allora Mosca riprese la sua lenta politica di espansione, basata sul favore dei mongoli, cui pagava il tributo.
I capi della Chiesa russa sono sempre stati docili strumenti del potere civile. L'accordo tra Roma e il Patriarcato bizantino per l'Unione fu fatto fallire in Russia dal principe regnante, nel 1441. Il monaco greco Isidoro, nominato da Costant. a capo della Chiesa russa venne dai Concili di Ferrara e Firenze a Mosca come cardinale e legato apostolico del Papa. La sua prima Messa fu interrotta dal principe Vassili che lo cacciò dalla chiesa perché aveva pregato per il Papa e letto il decreto d'unione. V. fece arrestare Isidoro, rinchiuso in un monastero, poi convocò un sinodo di vescovi "ortodossi" che proclamò la decadenza del metropolita e respinse in nome del popolo russo l'unione con Roma.
Si capisce l'attrazione per la c.d. "ortodossia" tra i cattolici oggi, di fronte allo sfacelo del cattolicesimo, in special modo nella liturgia. Ma non è quella la strada per risorgere. DAll'oriente non viene nessuna luce, è solo retorica. Non dimentichiamo anche il carattere tendenzialmente morboso del misticismo russo, la religiosità pseudomistica intrisa di superstizione e magia che ebbe tanta parte nello squalificare lo zar e la sua corte alla vigilia della rivoluzione.
PP
Cara mic evidentemente sono al corrente che l'Urss non esiste più da un pezzo ma se ho scritto "russo sovietici" l'ho fatto scientemente.
Ognuno di voi può leggersi questi due libri e verificarne l'aderenza logico fattuale al dispiegarsi della realtà successiva ad essi. Se dunque qualitativamente e quantitativamente sono stati predittivi.
Suggerisco anche su youtube i video di Yuri Bezmenov.
L'Unione Europea è la "casa comune" di Gorbaciov. L'abbraccio a Putin verso cui stanno spingendo gli unici svegli oggi sarà però letale!
Saluti
DAVIDE T.
Vorrei però evitare che mi si accusi di "stranezze".
L'utilità di Golitsyn non verte sul ptoblema Russia sì Russia no, il comunismo non è mai morto o cose del genere, tipo il nemico è ad est invece che ad ovest. No.
Se però questi libri aiuteranno a dubitare del revaival "ortodosso" ( indipendentemente dalla questione scisma-eresia per un attimo ) e la difesa dei diritti naturali in Russia sarà utile leggerli perchè nei riguardi degli Stati Uniti siamo sovraesposti ( non a torto, si badi! )
Eppure mi rendo conto che questi suggerimenti potrebbero portare ad identificarsi con una qualsivoglia fazione ed il problema è proprio questo. La verità manifesta è il Teantropo e la sua Chiesa: altrove ciò non sarà mai possibile e soprattutto oggi ogni informazione per definizione descrive parzialità. Dire parziale vuol dire essere di parte e quindi "indurre". Non vorrei che qualcuno invece di pensare alla propria anima ed a testimoniare la Fede anche nell'agape al prossimo, possa perdersi nei rivoli della disinformazione e del depistaggio.
Lo sappiamo tutti che Satana si traveste da angelo di luce e che sà essere molto devoto, e che per eseguire un obiettivo e portarlo a termine è bene influenzare OGNI gruppo in campo in OGNI àmbito.
Neanche noi stessi possiamo esserci da rifugio...e dunque?
A buoni intenditori. In Cristo
Davide T.
Il mito di Mosca quale terza Roma è, anche da un punto di vita cattolico, più che rispettabile, perché supportato da ragioni metapolitiche, dinastiche e spirituali, oltre che da una vasta letteratura ed apologetica ortodossa, ma non solo.
L'ostilità di alcuni riguardo a tale mito, tra l'altro collegato a quello del katéchon, oggi certamente non più riconducibile a Roma, si collega a una russofobia e ortodossofobia di provenienza protestante (l'odio anglicano della Gran Bretagna per la Russia e l'infatuazione per il sultanato ottomano in funzione anticattolica e antiortodossa impedì con la forza delle sue cannoniere in diverse occasioni la liberazione di Costantinopoli da parte delle forze Russe tra la fine del diciottesimo e il diciannovesimo secolo).
Nella mia esperienza di cattolico "tradizionalista", ho sempre constatato come l'ortodossofobia sia una caratteristica costante, et pour cause, tra i modernisti e sia una naturale inclinazione dei protestantizzanti.
Silente
Col senno di poi non si può dire che é stata una grazia se i Russi e gli ortodossi non si sono uniti a Roma? Almeno hanno mantenuto una liturgia e un sistema ecclesiale vicini a quelle della chiesa dei padri antichi
Non confondiamo la giusta critica con la c.d. "russofobia" etc
Altrimenti ci mettiamo ad applicare etichette, come i laicisti che gridano alla "omofobia" o alla "islamofobia" ad ogni stormire di fronda. Ci vorrebbe anche, io credo, un maggior "senso storico".
Non credo di essere protestante se dico che il mito di Mosca Terza Roma è un mito fasullo, del tutto inaccettabile e proprio da un punto di vista cattolico. Così come era inaccettabile il mito di Costantinopoli quale Seconda Roma (sul piano religioso) che si sarebbe sostituita alla prima, cioè alla Roma dei Papi non, ovviamente, non a quella dei Cesari. Il mito bizantino sfruttava la posizione di Costantinopoli quale capitale dell'impero romano [poi detto l'Oriente] per attribuire al Patriarca di Cost. il primato sulla cattolicità. Tutti e due i "miti" di queste c.d. nuove Rome si intrecciavano ad istanze politiche o nascevano addirittura da esse.
Che sia stata una grazia che i Russi e gli Ortodossi non si siano uniti a Roma, non direi. Ci siamo dimenticati della Rivoluzione Russa e dei guasti immani che ha prodotto? Era certo anticristiana al massimo, tuttavia, nel suo estremismo, nata da un ambiente come quello russo intriso da sempre di una spiritualità malata, fanatica, portata alla violenza e alla crudeltà; spiritualità da attribuirsi anche all'influenza negativa della loro eresia.
Ma chi ha detto che hanno mantenuto liturgia e "sistema ecclesiale" dei Padri antichi? Passi per la liturgia (ma alcuni aspetti non sarebbero da discutere?) ma non per il sistema ecclesiale, visto che in Russia la chiesa locale è sempre stata serva del potere civile, almeno da quando ha cominciato a prevalere in Russia il principato di Mosca.
Chi continua a cercare improbabili modelli nell'oriente bizantino e russo per il risorgere della Chiesa cattolica, si sbaglia di grosso. Anche nella liturgia, dobbiamo ritornare alla Messa Ordo Vetus non abbiamo bisogno di copiare i modelli dei grecoeretici. La vera liturgia cattolica ce l'abbiamo in casa, basta darsi una mossa.
PP
@ PP
1. Sulla questione delle 'nuove Rome', se Mosca come terza Roma è frutto di un progetto del tutto politico e quindi legittimamente contestabile (anche per l'Ortodossia, l'ordine di prestigio delle sedi Patriarcali, dopo Roma Antica e Costantinopoli/Nuova Roma, presenta Alessandria, Antiochia, Gerusalemme e solo in sesto luogo Mosca). Costantinopoli come Nuova Roma, con un primato d'onore subordinato al maggior primato di Roma Antica, è però cosa sancita da un canone del Concilio di Calcedonia, non un "mito". Poi che oggi Bartolomeo stia pasticciand con questo ruolo di Costantinopoli fino a conferirle un primato inaudito di giurisdizione, è tutt'altra cosa.
2. La spiritualità russa vista come 'malata' e torbida è un luogo comune piuttosto diffuso, ma di cui ho trovato scarsi riscontri nel leggere i santi e gli asceti della Chiesa Russa. Certo, se ci poniamo con mente razionalista di fronte ad essi ci parranno fantasie campate in aria, ma non dissimilmente allora ci parrebbero malati i Padri della Chiesa... per inciso, alla violenza e alla crudeltà mi paiono più inclini le pratiche di autoflagellazione di certi occidentali nel Medioevo, mai contemplate nella spiritualità orientale (se non da qualche setta comunque eretica rispetto all'Ortodossia).
3. Non sto a discutere di ecclesiologia perchè non porterebbe a molto, ma vorrei puntualizzare sulla liturgia che:
a) la vera liturgia cattolica non esiste, o meglio non è solo quella Romana, ma quelle Orientali parimenti. Nemmeno in Occidente la liturgia romana è mai stata l'unica. Nemmeno Pio IX o Pio V, due tra i più centralisti tra i Papi, hanno mai osato sostenere l'inferiorità o la minor legittimità di altri riti rispetto al romano. Il primato della sede non è in alcun modo primato del rito.
b) Quali aspetti secondo lei sarebbero da ridiscutere delle liturgie orientali, che vantano un'antichità che le fa rimontare a epoche ben anteriori allo scisma?
NG
Unam Sanctam
Vedo che non mi sono spiegato bene. Allora cercherò di chiarire.
1. Con il "mito" di Costantinopoli come autentica Roma, in quanto "Nuova Roma" come dicono loro, intendevo la pretesa bizantina di rappresentare il centro della cristianità, al posto della Roma antica (cioè papale) sfruttando il fatto di essere sede imperiale. Calcedonia non c'entra.
2. Mi riferivo alla spiritualità malata della società russa, affiorante nel popolo russo (mito della "Santa Russia" quale autorappresentazione dei russi) non alle pratiche monastiche. Ho infatti citato il clima allucinante che si respirò per anni alla corte dell'ultimo zar, una delle cause della rovina finale della monarchia. Che poi le pratiche di mortificazione corporale di certi santi (non parlo dei flagellanti) possano esser considerate manifestazione di violenza e di crudeltà, dire questo è assurdo.
3. La vera liturgia cattolica non esiste? Essa risulta dalla Messa il cui canone risale ai tempi apostolici, il canone della Messa OV, come hanno sempre sostenuto i Papi. La mia fonte è mons. K. Gamber.
Quali aspetti da ridiscutere nelle liturgie orientali? Sembra che agli "orientali" non stia bene il concetto della transustanziazione, che sarebbe troppo intellettualistico. Non sembra intendano allo stesso modo il significato dell'azione dell'officiante nella Consacrazione (vedi: P. Evdokimov, L'Ortodossia, tr. it. dal fr. il Mulino, 1965, p. 357 ss per il primo punto; pp. 362-3 per il secondo: "Per i latini i verba substantialia della consacr., le parole istituzionali di Cristo, sono pronunciate dal prete in persona Christi, il che dà loro immediat.te un valore consacratorio. Per i Greci una simile definizione dell'azione sacerdotale - in persona Christi - che identifica il prete a Cristo [ma è vero? chi agisce "in persona" solo rappresenta un altro], era del tutto sconosciuta, addirittura impensabile. Per essi il prete invoca lo Spirito Santo appunnto perché la parola di Cristo riprodotta, citata dal prete acquisti tutta l'efficacia della parola di Dio". Il prete ortodosso si limita a "citare",nella consacrazione?
PP
A me di fanatico in san serafino di sarov non ci trovo nulla, cosi come non capisco tutta sta storia che le autorità religiose erano in combutta col potere statale russo dato che dopo la prese al potere dei bolscevichi hanno iniziato a fare strage di religiosi per decenni, se andavano cosi d'accordo non penso che fosse necessario massacrare questi ortodossi già collusi con il potere statale. Diciamo che la storia é un po più complessa. Ma perché poi trattare male la mistica ortodossa e la liturgia greca? Solo a livello pratico la preghiera del cuore, la confutazione dei pensieri malvagi, i canti di tradizione bizantina, i consigli spirituali dei monaci dell'athos.. Siam pazzi a buttar via tutto sto ben di Dio che é forse l'unica fonte di luce che ci resta?
https://www.vietatoparlare.it/video/putin-e-impossibile-immaginare-la-russia-senza-la-cristianita/
Domanda retorica ovviamente, dato che il pazzo non si dà a nessuno
Ma in che lingua bisogna scrivere per farsi capire?
Forse che io mi sono riferito al solo periodo comunista? Partivo dal presupposto che certi dati elementari della storia russa fossero noti. Nel tema che ci interessa, il dato della sudditanza del clero russo al potere civile è un fatto arcinoto. Soprattutto da quando il principato di Mosca diventò progressivamente la potenza dominante in Russia. La sudditanza raggiunse livelli tremendi sotto Pietro il Grande, il cui famigerato Sinodo, se ben mi ricordo, fu abolito solo all'inizio della Rivoluzione Russa. Ma poi arrivarono i comunisti.
Perseguitarono e sterminarono la Chiesa ma,appunto, l'episcopato superstite collaborava con il regime,non aveva scelta. La collaborazione continuò anche dopo la caduta diStalin.
La "collaborazione" tra i due poteri non è certo un male in sé, bisogna vedere come viene fatta. Mosca ereditò il cesaropapismo bizantino e forse lo aggravò. Bisogna dire che il nesso religione-nazionalità è essenziale per un popolo. Ma in Russia tale nesso è sempre stato vissuto con forti accenti nazionalistici e antiromani, anti cattolici. Questo è un fatto che non si può negare. Idem in altri Paesi di religione grecoscismatica, per esempio la Grecia.
Circa il falso misticismo della religiosità popolare, non mi riferivo evidentemente al monachesimo ma appunto alla fasulla "religiosità" intrisa di superstizione, magia, esoterismo, etc. diffusa nella società russa (e non solo in quella, ma della Russia si stava parlando). Ho citato appunto il clima della corte zarista di Nicola II. C'è nella spiritualità "orientale" una componente negativa, pseudomistica, sentimentale, che sfocia in una "religiosità" di tipo torbido. A mio modesto avviso, dipende anche dal modo errato di intendere la Terza Persona della S.ma Trinità, rispunta la questione del Filioque.
Sulla liturgia, ho risposto puntualmente alla domanda che mi era stata fatta dal contraddittore precedente, riportando argomenti precisi, finora rimasti senza risposta. Gli Ortodossi credono certamente nella Presenza Reale e tuttavia rifiutano la nozione della transustanziazione. E perché? Come l'intendono allora la Presenza? E sulla Consacrazione, sembra abbiano idee diverse quanto al significato dell'azione del sacerdote officiante. Sono solo dettagli, privi di importanza?
Bisognerebbe rispondere entrando nel merito. O no?
Il "ben di Dio e l'unica fonte che ci resta", lo ripeto, ce l'abbiamo in casa, da secoli, è la vera tradizione cattolica, la S. Messa di rito romano antico, i nostri santi e mistici, non abbiamo bisogno di andare a cercare modelli stranieri. Senza volerlo, si contribuisce in tal modo alla crisi della Chiesa invece di aiutare a risolverla.
Esterofilia e passione perl'esotismo (ex Oriente lux e roba del genere) sono difetti antichi del carattere nazionale. Certamente non c'è nulla di male a leggere i mistici russi (quelli veri) o la Vita dell'Arciprete di Avvakum. Bisognerebbe però farlo cum grano salis, sempre tenendo conto delle fondamentali differenze tra noi e loro. Se davvero vogliamo n o i risorgere.
PP
Rammento sommessamente, senza voler guastare l'entusiasmo, che gli ortodossi negano verità di Fede, ergo sono eretici.
Circa la questione liturgica: nella mentalità ortodossa, che non ha conosciuto un certo razionalismo che ha invece caratterizzato da un certo punto in poi la riflessione teologica latina, il concetto di "transustanziazione" inteso come percezione piena e precisa di ciò che avviene in ogni momento sull'altare. La transmutazione (come la chiamano i Greci) non avviene QUANDO il sacerdote pronuncia le parole consacratorie, e non avviene nemmeno QUANDO il sacerdote pronuncia l'epiclesi (come credono certi ortodossi poco formati), ma PERCHE' il Sacerdote supplica lo Spirito Santo d'intervenire sui presenti e sui Doni. Le parole consacratorie sono parte inscindibile e inamovibile del rito di consacrazione, ma -nella concezione ortodossa che poi è quella patristica- non è possibile (né in fondo necessario) conoscere cosa avviene in ogni preciso momento, ma perché le ciò avvenga.
In ogni caso, queste sono differenze che riguardano la teologia liturgica, non il rito liturgico in sé, ed era di quest'ultimo che (mi pare d'aver capito) si parlava. La concezione ortodossa della Presenza Reale è ben spiegata da una lettera dei Patriarchi agli anglicani datata 1723: "Noi crediamo che in questo sacramento il N.S. Gesù Cristo non sia presente solo simbolicamente o figurativamente, bensì veramente e realmente, sicché dopo la santificazione del pane e del vino questi sono stati mutati nel vero Corpo e Sangue del Signore".
Io sono d'accordo con mons. Klaus Gamber sull'antichità apostolica del Canone Romano (fatte salve alcune preghiere di cui è evidente il carattere leggermente posteriore), ma ciò non nega che altre anafore, segnatamente quelle orientali, abbiano la stessa veneranda antichità. In generale, bisogna preservarsi da un certo latinocentrismo del tutto fuori luogo, come bisogna preservarsi da un'esotismo nient'affatto cristiano: questi sono frutto di un'assolutizzazione. Quando qualche italiano si converte all'Ortodossia, di solito inizia ad abbandonare la sua cultura per far propria quella russa piuttosto che greca: questo processo del tutto snaturante, tuttavia, non ha nulla a che fare con l'Ortodossia, anzi ne è contraria (potrebbe rientrare nelle deviazioni etnofiletiste condannate dal Sinodo di Costantinopoli del 1871?). La cultura di un occidentale, anche ortodosso, è quella occidentale (ovviamente quella occidentale sana, non quella fuorviata della modernità); e la liturgia che rispecchia la mentalità occidentale e la fede ortodossa è la Messa Romana. Identicamente, l'orientale che si converte al cattolicesimo avrà come liturgia che rispecchia la sua mentalità (pienamente legittima e cattolica) quella orientale. Giustissimo dunque invitare i cattolici italiani (perché tali sono i lettori) a riscoprire le proprie radici tradizionali religiose (id est, la Messa romana), ma sbagliato è sostenere che la Messa romana sia l'unica a poter vantare il nome di liturgia cattolica.
[continua]
[continuazione]
La sudditanza del clero russo allo stato zarista prima e (purtroppo) comunista poi, è cosa arcinota. In realtà, però, ha ben poco a che fare con la situazione della corte imperiale c.d. bizantina (romana in realtà). Il teologo Ioannis Romanidis sosteneva che il "cesaropapismo" fosse un fenomeno prettamente occidentale (citò a proposito il Ducato di Venezia, la situazione precedente lotta per le investiture e la Chiesa d'Inghilterra), poi passato e amplificatosi a dismisura in Russia. Il termine "cesaropapismo" ha comunque origine nella storiografia otttocentesca occidentale, è dunque non è completamente affidabile (anzi, lo è assai poco) quanto alla storia della pars orientalis dell'Impero.
Vero è che nella religiosità popolare (opportuna la precisazione del suo secondo intervento che esclude il mondo monastico da questa considerazione) russa c'è sempre stato un certo clima di superstizione (giustamente lei dice: non solo in quella; anche la società tirolese aveva dei caratteri di "religiosità" molto simili). Il rischio secondo me è quello di far credere che sia l'Ortodossia a comportare un misticismo torbido, cosa assolutamente falsa, visto che in Grecia non si sono mai avute dette deviazioni fanatiche (anzi!), e anzi l'impostazione mistica e ascetica bizantina è generalmente più equilibrata di quella latina sotto alcuni punti. Inoltre, la questione del Filioque riguarda la processione generativa dello Spirito, non quella economica (dove latini e greci sono di fatto d'accordo, solo che non era questa a essere inserita nel Credo...); il problema semmai è nella concezione aristotelica agostiniana per cui lo Spirito, non potendo agire direttamente nel cosmo, si serve di mezzi creati, onde la grazia non è più l'azione deificante dello Spirito, ma banalmente qualcosa di soprannaturale ma creato. Ma questa è tutt'altra questione rispetto al Filioque, e pur rivelando due atteggiamenti molto diversi tra Oriente e Occidente non attiene strettamente al dogma.
NG
(p.s. Avvakum è il nome dell'Arciprete che guidò la protesta dei fedeli di Vecchio Credo contro le riforme nikoniane, non il titolo della sua arcipretura).
Penso che di stravaganze ce ne siano state anche nella religiosità nostrana, vedi statue e roba varia in certe processioni nel sud italia. Ma lasciando stare il gioco di contrapposizioni, parlando di transustanziazione, non mi pare che la neghino, avranno un altro modo per esprimerlo. Per loro il corpo é corpo e fine. Che sia lo Ss a rendere il pane il corpo di Cristo é sicuro. Cosi mi dicono amici ortodossi. E lungi da me dal ritenerli eretici.
Ultima replica
1. Avvakum, certo, è il nome dell'arciprete. Ho la vecchia edizione di Boringhieri nella mia libreria, avrei dovuto controllare il titolo. Che sbadato.
2. La critica al dogma della transustanziazione appare oscura. Non si capisce bene dove starebbe il razionalismo, nel dire che al di là delle apparenze (specie) la sostanza del pane e del vino si converte in corpo, sangue, anima e divinità del Salvatore? Razionalismo, potrà esserci semmai in chi intende queste cose solo meri simboli o vede L'Ucaristia come semplice ripetizione della Cena, senza transustanziazione alcuna.
Da quello che capisco, il prete bizantino non ha nessun ruolo nella Consacrazione, essa viene fatta dallo Spirito Santo, che l'officiante si limita a invocare.
Nella consacrazione del vino degli Ortodossi c'è l'invocazione del mistero della fede e la messa in rilievo del carattere propiziatorio del SAcrificio? Propiziatorio ed espiatorio. Oppure i pope si limitano a dire: " questo è il mio corpo", "questo è il mio sangue"?
Se non è prevalente il significato propiziatorio del Sacrificio Eucaristico, allora il significato della Messa degli Ortodossi non è lo stesso che per noi cattolici. (Fosse mai che la Messa NO l'ha presa dagli Ortodossi l'idea che la Messa celebra l'intero Mistero Pasquale, cioè Passione, Morte, Resurrezione allo stesso titolo? Se fosse così, un ulteriore motivo per non andarci alle loro interminabili funzioni).
3. Sappiamo che anche il modo di concepire la Grazia è diverso tra cattolici e ortodossi. Non so se lei rappresenta correttamente il pensiero di Agostino sul punto. hO citato il Filioque solo per ricordare che dalla concezione dello Spirito Santo che hanno gli Ortodossi viene una certa spiritualità, messianica, visionaria (Gioacchino da Fiore), che poi, soprattutto in un paese come la Russia, ha assunto i tratti torbidi che sappiamo. Fin dall'inizio ho parlato di una religiosità torbida, di tipo diffuso, che non riguardava i monasteri o i seminari. Anche se poi (suppongo) anche qui sarebbe da vedere. Penso a certe pagine di Berdiaev sul rapporto tra nichilismo e i seminaristi nella Russia della seconda metà dell'Ottocento.
4. Non so che significato lei dia al termine "liturgia cattolica", non appare esser quello cattolico.
5. Dire che il cesaropapismo è in realtà un fenomeno occidentale, non vedo come si possa. Certo, anche gli imperatori d'Occidente e i governanti occidentali a volte si sono intromessi nelle questioni religiose. Ma se pensiamo a Giustiniano o all'imperatore che iniziò l'eresia iconoclastica,che dobbiamo dire? E non sono i soli esempi, che si potrebbero fare.
6. Le auguro di convertirsi al cattolicesimo, quello vero, professato p.e. dalla FSSPX, che si è mantenuta fedele alla Tradizione della Chiesa. POtrebbe andare a trovarli. Le farebbe bene, proprio perché sono digiuni di sottigliezze di tipo bizantino.
PP
Anonimo 17:54
parlando di transustanziazione, non mi pare che la neghino, avranno un altro modo per esprimerlo. Per loro il corpo é corpo e fine. Che sia lo Ss a rendere il pane il corpo di Cristo é sicuro. Cosi mi dicono amici ortodossi. E lungi da me dal ritenerli eretici.
la dottrina cattolica, infallibilmente proclamata da Trento, stabilisce che sono le Parole non l'Epiclesi (invocazione dello Spirito Santo), ad operare la Transustanziazione.
L'enfasi sull'epiclesi non tiene conto che le parole della Consacrazione, ipsissima verba del Signore consegnateci fino alla fine dei tempi, non fossero pronunciate da Lui stesso, presente già nella persona del Sacerdote. Lui, il Verbo, la Seconda Persona della Santissima Trinità, Incarnatasi nell'uomo Gesù di Nazareth, nel quale è contemporaneamente presente il Padre il Figlio e lo Spirito Santo. E come se le Parole del Verbo non producessero ciò che Egli pronuncia.
Il mio pensiero è confortato da Sant'Ambrogio e dai suoi seguaci che parlano delle "parole efficaci (sermo operatorius)" di Gesù Cristo come causa della conversione eucaristica.
@ PP
Le faccio solo alcune brevi precisazioni, perché la polemica risulterebbe altrimenti infinita e, vista l'inconciliabilità di alcune posizioni, sterile.
ad 2. Questo è il testo preciso della santificazione del pane e del vino nella Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo. Λάβετε, φάγετε· τοῦτό μού ἐστι τὸ σῶμα, τὸ ὑπὲρ ὑμῶν κλώμενον, εἰς ἄφεσιν ἁμαρτιῶν. [...] Πίετε ἐξ αὐτοῦ πάντες· τοῦτό ἐστι τὸ αἷμά μου, τὸ τῆς καινῆς Διαθήκης, τὸ ὑπὲρ ὑμῶν καὶ πολλῶν ἐκχυνόμενον, εἰς ἄφεσιν ἁμαρτιῶν. [Prendete, mangiate: questo è il mio corpo, franto per voi, in remissione dei peccati. [...] Bevetene tutti: questo è il mio sangue, della nuova Alleanza, effuso per voi e per molti in remissione dei peccati].
Come vede il riferimento al Sacrificio c'è, ed è presente in tutta la liturgia ortodossa, e assai ben evidente nella proskomidia (l'equivalente dell'offertorio latino, anche se si compie in un momento diverso: ciò testimonia che il carattere sacrificale dell'offertorio, checché ne dicano Lutero o i novatori del secolo XX, non è un'invenzione tridentina): incidendo con la Sacra Lancia il Santo Pane il sacerdote dice: Ὡς πρόβατον ἐπὶ σφαγὴν ἤχθη καὶ ὡς ἀμνὸς ἄμωμος ἐναντίον τοῦ κείροντος αὐτὸν ἄφωνος, οὕτως οὐκ ἀνοίγει τὸ στόμα αὐτοῦ (Come bestia condotta al macello, e come agnello senza macchia muto dinnanzi a colui che lo immola); poi Θύεται ὁ ἀμνὸς τοῦ Θεοῦ ὁ αἴρων τὴν ἁμαρτίαν τοῦ κόσμου ὑπὲρ τῆς τοῦ κόσμου ζωῆς καὶ σωτηρίας (E' sacrificato l'agnello di Dio, colui che porta su di sé il peccato del mondo, per la vita e la salvezza del mondo). Versando il vino e l'acqua: Εἷς τῶν στρατιωτῶν λόγχῃ τὴν πλευρὰν αὐτοῦ ἔνυξε· καὶ εὐθέως ἐξῆλθεν αἷμα καὶ ὕδωρ. Καὶ ὁ ἑωρακὼς μεμαρτύρηκε καὶ ἀληθινή ἐστιν ἡ μαρτυρία αὐτοῦ (Uno dei soldati trafisse il suo costato con una lancia: e subito ne uscirono sangue e acqua. E chi ha visto ciò ha reso la sua testimonianza, e la sua testimonianza è verace). Etc. etc.
Altra cosa è il fatto che la Liturgia in sé rappresenti anche l'Incarnazione e la Risurrezione, oltre ovviamente che la Passione: queste erano le concezioni patristiche, vedansi a proposito le omelie di S. Gio. Crisostomo.
Per inciso, se quando una liturgia si prolunga più di un'ora (la liturgia bizantina ordinaria non dura più di un'ora e un quarto, Mattutino escluso) le pare interminabile, le consiglio di leggere questo articolo: http://traditioliturgica.blogspot.com/2019/01/tempo-liturgico-tempo-cosmico.html
[continua]
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ad 4. Il termine "liturgia cattolica" indica l'azione liturgica (TUTTA la liturgia, che ha il suo culmine nella Divina Liturgia Eucaristica, ovvero la Messa, nella ripresentazione del Sacrificio di Nostro Signore, ma comprende anche l'ufficio divino etc.) che esprime in sé l'ortodossia della Fede e iconizza la liturgia celeste delle schiere angeliche. Non so piuttosto quale significato lei dice essere quello "cattolico".
ad 5. "L'imperatore che iniziò l'eresia iconoclastica": si riferisce a Leone III Isaurico? Io non sono convinto che il cesaropapismo sia un fenomeno prettamente occidentale come vorrebbe Romanidis: certo è che ritenerlo un fenomeno solo orientale o caratteristico dell'Oriente è un'analisi parziale.
ad 6. La FSSPX l'ho conosciuta, ho conosciuto alcuni dei suoi sacerdoti (tra cui invero ve ne sono di ottimi e di pessimi), e anche meditando le loro posizioni, raffrontandole a quelle dei Padri e considerando la storia religiosa in modo non ideologico, ho affrontato le mie conversioni (parlo al plurale, perché anche passare dall'indifferentismo alla religiosità, dalla religiosità alla devozione, dalla devozione alla fede, dalla fede all'ascesi etc. sono conversioni), per giungere, nella ricerca incessante della Verità che dovrebbe animare ogni Cristiano, alla Vera Fede. Da parte mia non le auguro nulla, ma piuttosto pregherò per lei, oltre che per tutti noi peccatori, per l'illuminazione dello Spirito Santo.
Βασιλεῦ οὐράνιε, Παράκλητε,
τὸ Πνεῦμα τῆς ἀληθείας,
ὁ πανταχοῦ παρών, καὶ τὰ πάντα πληρῶν,
ὁ θησαυρὸς τῶν ἀγαθῶν, καὶ ζωῆς χορηγός,
ἐλθὲ καὶ σκήνωσον ἐν ἡμῖν,
καὶ καθάρισον ἡμᾶς ἀπὸ πάσης κηλῖδος,
καὶ σῶσον, Ἀγαθέ, τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Re celeste, Paraclito,
Spirito della verità,
ovunque presente e che tutto riempie,
tesoro di ogni bene e reggitore della vita,
vieni e prendi dimora in noi,
e purificaci da ogni macchi,
e salva, o Buono, le nostre anime.
NG
Le parole che il Signore ci ha consegnato, e che il sacerdote pronuncia in persona Christi, sono Actio del Signore e rappresentano anche il grande insostituibile valore e ruolo del sacerdozio sacramentale... ruolo che peraltro nel NO subisce una diminutio notevole perché il sacerdote agisce come Presidente dell'Assemblea celebrante! E la formula consacratoria ha subito una modifica che sembra sostituire la narrazione all'azione...
Questo ed molto altro è approfondito nel mio libro sulla questione liturgica.
Mi scusi mic. Sono sempre l anonimo di cui sopra.. Questa é ignoranza che parla: Come fa una parola ad operare un miracolo come la transustanziazione? Sarà qualcosa o meglio qualcuno che opera attraverso il sacerdote e lo penetra attraverso le sue mani, non la misera formula credo.. No?
La transustanziazione avviene in conseguenza delle parole del Sacerdote
Sessione XIII (11.10.1551) del Concilio di Trento
La presenza reale si ha in conseguenza delle parole della Consacrazione.
Decreto dell'Eucarestia - cap. III sull'eccellenza della sant.ma eucarestia
"La santissima eucarestia ha questo di comune con gli altri sacramenti: che è simbolo di una cosa sacra e forma visibile della grazia invisibile. Tuttavia in essa vi è questo di eccellente e singolare: che gli altri sacr. hanno il potere di santificare solo quando uno li riceve, mentre nell'eucar. vi è l'autore della santità già prima dell'uso. Difatti gli apostoli non avevano ancora ricevuto l'eucar. dalla mano del Signore e Egli affermava che quello che Egli dava era il suo corpo.
Sempre vi è stata nella Chiesa di Dio questa fede, che, cioè, subito dopo la consacrazione, vi sia, sotto l'apparenza del pane e del vino, il vero corpo di nostro Signore, e il suo vero sangue, insieme con la sua anima e divinità. In forza delle parole, il corpo è sotto la specie del pane e il sangue sotto la specie del vino etc".
(Giuseppe Alberigo, a cura di) "Decisioni dei Concili Ecumenici", tr. it. di R. Galligani, UTET, 1978, pp. 578-579.
In forza delle parole, come ha ricordato giustamente Mic, perché con le sue parole (Questo è il mio corpo etc) GCNS ha operato la transustanziazione, di fronte agli Apostoli.
Che sia così, corrisponde ai Testi, alla Tradizione. Si tratta di una credenza "fidei proxima" dice il Bartmann, II vol., par 183. "I Greci intendono le parole di Cristo come una semplice citazione e pretendono di consacrare mediante l'epiclesi, vale a dire invocando lo Spirito Santo, pregandolo di convertire gli elementi [nelcorpo e sangue etc del Signore]. La tradizione e la pratica latine sono diverse: secondo questa tradizione la consacrazione avviene mediante le parole di Cristo [Tridentino, cit., Denz. 876]." Le parole di GCNS sono "consacratorie", il Signore non ha invocato lo Spirito Santo, che doveva ancora far venire sui discepoli.
PP
Anonimo 23:59
Lei non legge tutto o non capisce. L'efficacia delle parole dipende dal fatto che chi le pronuncia è il Signore perché il sacerdote lo fa "in persona Christi" e questa è Azione del Signore....
E lo avevo specificato meglio nel post 22:00
La testimonianza di S. Giustino, circa AD 150, sulla consacr. operata dalle parole
Nello scrivere una Apologia per spiegare alle autorità romane il significato della Eucarestia, S. Giustino scrisse che noi non prendiamo del pane volgare o del vino volgare (del semplice pane o del semplice vino) ma prendiamo un pane e un vino resi carne e sangue di Cristo "per il verbo di Dio, Gesù Cristo nostro salvatore".
Qui viene affermata 1. la presenza reale; 2. quello che gli scolastici chiameranno poi "la forma dell'Eucaristia" vale a dire "le parole stesse di Gesù, sovranamente efficaci per consacrare, per trasformare gli elementi nei cui confronti sono applicate".
S. Giustino diceva che così era stato insegnato. Tradizione quindi costante con gli Apostoli, a quanto pare. (Ho riassunto da: Eucharistia. Encyclopédie populaire sur l'Eucharistie, dir. da M. Brillant, Bloud & Gay, Paris, 1947, pp. 46-7. Enc. popolare ma con contributi di studiosi e accademici. Orig. del 1937).
Si può dire che il sacerdote cattolico imiti quello che ha fatto NSGC (imitazione di Cristo), agendo al suo posto (in persona, impersonandolo, rappresentandolo) ma senza ovviamente identificarsi con Cristo.
Si può dire che questa concezione è "fidei proxima"(Bartmann). Se fosse "de fide", ossia dogmaticamente definita (credo), il Tridentino avrebbe inflitto l'anatema a chi non la ammetteva. Ma questo anatema non c'è. Però credo si possa dire che essa concezione appartiene all'infallibilità del magistero ordinario della Chiesa.
Si può dire, infine, che tale modo di intendere la consacrazione risale ai primordi del Cristianesimo e non rappresenta affatto una supposta variazione della Chiesa latina rispetto alla tradizione originaria della Chiesa, a quanto professavano di credere i Padri.
PP
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