Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 5 gennaio 2019

Un tradimento “inaudito”. Ecco perché non ci arrenderemo mai

Bergoglio con i protestanti
Nel giro di alcuni anni, all’incirca una generazione, siamo stati derubati di tutto: come europei, della nostra civiltà, della nostra tradizione, delle nostre stesse radici; come cristiani e cattolici, della nostra chiesa, della nostra dottrina e della nostra fede. 
E a perpetrare il furto sono state le massime autorità: coloro che avrebbero dovuto custodire, con somma cura e diligenza, anche a rischio della vita, il deposito che era stato affidato loro: la sovranità e la cittadinanza europea, la sacralità e l’inalterabilità della fede cristiana. 
A macchiarsi di questo inaudito tradimento, quale mai si era visto in passato, neppure nelle epoche più oscure, sono stati i capi di Stato e di governo, da una parte, i papi, i cardinali, i vescovi e una parte del clero, dall’altra. Ci è stata tolta la nostra ricchezza, ci è stata sottratta la nostra fierezza, siamo stati umiliati, derisi, sbeffeggiati; ora siamo anche minacciati, rispettivamente della prigione e della scomunica, se non ci decideremo a sottomerci. Ci si chiede di essere docili; di accettare il cambiamento; di fare buon viso a cattivo gioco, per noi e per i nostri figli. Ebbene, noi il capo non lo piegheremo mai: se lo scordino. Potranno imprigionarci, scomunicarci e perfino ucciderci, ma non ci arrenderemo. Mai. E per una buonissima ragione, che chiude qualsiasi spazio a possibili transazioni: che ciò a cui ci si chiede di rinunciare, ciò che ci si chiede di tradire, non è nostro. Non è di nostra proprietà, non rientra nei nostri beni, quindi non abbiamo alcun diritto su di esso. Ci è stato affidato, ma è di qualcun altro.
La nostra civiltà è il frutto della fatica, del lavoro, del coraggio e della perseveranza di generazioni e generazioni di nostri antenati: non è nella nostra facoltà venderla o barattarla in cambio di qualcos’altro, lo si chiami in qualsiasi modo: multiculturalità, sincretismo, relativismo, nichilismo o come si preferisce. Quanto alla fede cattolica, la cosa è ancora più chiara, tanto che la capirebbe anche un bambino: la fede ci è stata insegnata da Gesù Cristo, la chiesa è stata fondata da Lui: dunque la fede è sua, la chiesa è sua, non nostra. Se fosse nostra, potremmo anche cedere: dopotutto, nessuno nasce eroe e nessuno è obbligato a fare l’ultimo giapponese. Ma se la chiesa appartiene a Gesù, è chiaro che noi non possiamo cederla: quand’anche lo volessimo, sarebbe impossibile. Dicano pure quel che vogliono; che ci minaccino, che ci lusinghino, che escogitino ogni possibile arte per ingannarci, per indurci a tradire: nulla di quanto possano fare avrà successo. Se la chiesa non è dei cattolici, ma di Dio, i cattolici non la possono vendere o abbandonare. E se anche legioni di cattivi teologi e di falsi pastori ci esortassero, ci supplicassero, ci ricattassero, non otterrebbero nulla: non acconsentiremo mai e poi mai, se lo levino dalla testa; non possiamo disporre di ciò che non è nostro, ma di un Altro; Uno che l’ha pagato a prezzo del suo sangue. 

Se si trattasse di qualcosa che è di nostra proprietà, potremmo anche cedere. Immaginiamo di aver creato una società per azioni e che, dopo un po’ di anni, ci accorgessimo che il nostro socio ci sta ingannando, ci sta truffando, ci sta nascondendo una quota dei profitti: potremmo intentargli causa; oppure, valutato il pro e il contro, potremmo anche lasciar perdere. Dipende da tante cose: dal nostro temperamento; dalle prospettive di ottenere ragione; dalla nostra età, dal nostro stato di salute, dal valore che attribuiamo al denaro; dal fatto di avere dei figli o degli eredi ai quali lasciare  i nostri beni, o di non aver nessuno. In ogni caso, sarebbe una scelta nostra, e nessuno avrebbe il diritto di criticarci. Oppure immaginiamo di aver militato, per tutta la vita, in un certo partito politico; e di vedere che i suoi dirigenti, a un certo punto, stanno tradendo i nostri ideali, stanno imboccando una strada completamente diversa da quella che quegli ideali imporrebbero. Potremmo protestare, potremmo strappare la nostra tessera, oppure potremmo chiuderci in un silenzio sdegnoso, o amareggiato; potremmo anche pensare che loro, forse, di politica ne capiscono più di noi, che devono adattarsi ai tempi, ai cambiamenti sociali; e che essere duri e puri, in fin dei conti, potrebbe anche essere un errore, perché fare politica è l’arte di calare gli ideali nella realtà concreta.

Sia una società per azioni che un partito politico, tuttavia, sono cose interamente umane: e, per quanto chi le ha create possa essere stato animato anche da motivazioni ideali, nessuno può tirare in ballo una verità di ordine superiore, ma solo il gioco degli interessi e il desiderio di creare qualcosa, di dare una risposta a una determinata situazione. In fondo, è come in un matrimonio, o in una famiglia: sarebbe bello che i coniugi fossero sempre leali l’uno con l’altro, che i figli amassero e rispettassero i genitori, ma sappiamo che ciò può non avvenire, e che proprio nel matrimonio e nella famiglia si annidano, a volte, le più amare delusioni.

Umanamente parlando, anche il matrimonio più felice e la famiglia più armoniosa vivono appesi a un filo, sospesi perennemente sull’abisso: a volte basta poco, pochissimo, perché quella felicità e quell’armonia se ne vadano in mille pezzi, quasi senza causa apparente.

Ma il fatto di essere cittadini italiani non è come entrare in una società per azioni, non è come aderire a un partito politico; non è neppure come contrarre un matrimonio o avere dei figli: è molto di più, perché italiani si nasce, è un dato originario, inscritto nella nostra essenza e nel nostro destino, un qualcosa che non si può scegliere, perché non dipende da noi. Si può tradire un socio in affari; si possono tradire i militanti di un partito; si può tradire un coniuge: ma ciascuna di tali azioni è pur sempre un atto volontario che restituisce libertà, e sia pure una libertà negativa, a chi, volontariamente, aveva contratto un sodalizio in certa misura artificiale. Ogni sodalizio è una creazione artificiale, compreso il matrimonio, anche se l’amore, si spera, stenderà una nota gentile e disinteressata su quello che è, formalmente, nient’altro che un contratto.

Ma chi è italiano, perché nasce italiano, non compie una scelta, è: è quello che è e non potrebbe essere diversamente. Perciò chi lo tradisce nel suo essere italiano, che sia il suo sindaco o il presidente della Repubblica; chi lo inganna, chi lo disprezza, chi lo umilia, svendendo non solo la sua sicurezza, ma perfino il suo orgoglio di appartenenza, svuotando di significato la cittadinanza italiana e spalancando le porte a chiunque voglia entrare in Italia, chiedendo diritti e non osservando alcun dovere; oppure sottomettendosi a dei poteri extranazionali che ordinano di tagliare le spese sociali e accollano a ciascun cittadino gli interessi spropositati su un debito pubblico che quegli stessi poteri esterni hanno creato, o enormemente ingigantito: costui compie un tradimento senza uguali, un qualcosa di talmente mostruoso che a stento si arriva a concepire.

Ancora più mostruoso, ancora più inconcepibile è il tradimento di chi, sacerdoti, vescovi, cardinali e papa, invece di custodire intatta la fede dei credenti, invece di difendere e proclamare la dottrina, si adoperano ogni giorno, con diabolica perseveranza e con astuzia infernale, per sgretolare la fede, per stravolgere la dottrina, e quindi per tradire centinaia di milioni di credenti.

Ecco; se qualcuno nutrisse per caso dei dubbi sull’esistenza del diavolo e dell’inferno, non ha che da osservare quel che fa e che dice, e tutto quel che non fa e non dice, il signore argentino che indegnamente siede sulla cattedra di San Pietro; la luce malvagia che brilla nei suoi occhi quando offende, scandalizza, disorienta e addolora milioni di fedeli, e si compiace della servile idolatria che le folle - sempre più assottigliate, in verità; ma questo i mass-media non lo dicono – gli tributano, in forme quasi superstiziose; e paragonare tutto ciò, e l’opera, altrettanto sciagurata, dei suoi servitori e di molti vescovi e sacerdoti, con quel che dicevano e facevano i papi del passato, fino allo sciagurato Concilio Vaticano II; perché, inutile girarci attorno, è quello lo spartiacque, e non altro.

Ora stiamo assistendo a un’impressionante accelerazione della strategia autodistruttiva da parte del clero apostatico; ma l’apostasia è partita da lì: non dal post-concilio, da una deformazione dei suoi documenti, da una serie di abusi e di forzature delle sue affermazioni. Quando mai un papa, parlando ai fedeli nel corso di un’omelia della santa Messa, ha chiamato cani selvaggi quelli che lo criticano? Eppure il signore argentino lo ha fatto, poco dopo l’affare Viganò: invece di rispondere a quel dossier – lui non risponde mai, lo si era già visto coi dubia dei quattro cardinali – ha chiamato cani selvaggi quelli che lo criticano, e pur se non li ha citati esplicitamente, tutti quanti hanno capito a chi si riferiva.

Come ha osservato Marcello Veneziani, che non è sospettabile di simpatie integraliste e tradizionaliste, questo signore, fin da quando è stato eletto – ma bisogna vedere, appunto, come è stato eletto: ad opera di una congiura massonica che i suoi autori non si sono neanche dati la pena di nascondere più di tanto – si è posto l’obiettivo di spaccare la chiesa, di cacciare i cattolici che non ci stanno e di farli sentire in colpa, costringendoli ad andarsene. È lui, e non loro, ad aver lanciato l’attacco: è lui a portare la responsabilità di questo fatto senza precedenti nella storia: di un papa che vuol creare uno scisma, che vuole rompere del tutto con la tradizione, che vuole instaurare, forse, una nuova religione, nella quale il cattolicesimo sarà solo, annacquato e geneticamente modificato, una delle componenti.

Per questo sceglie di parlare ai non cattolici; per questo va in visita nei Paesi non cattolici; per questo non parla di Gesù Cristo, se appena ne può fare a meno; per questo non difende la dottrina, ma l’attacca; e per questo rifiuta perfino d’impartire una benedizione ai fedeli, o di rivolgersi a loro con un linguaggio religioso. Per questo corteggia i protestanti, i giudei, gli islamici; per questo parla sempre e solo di politica; per questo gode ad apparire come l’icona mondiale delle sinistre, siano queste di stampo liberale o di stampo radicale. Per questo ostenta stima verso la Bonino e amicizia verso Scalfari; per questo esalta don Milani, ma tace padre Pio; per questo magnifica i ribelli e ignora i veri Santi, i mistici, le anime spirituali; per questo fa stampare francobolli in onore di Lutero e minimizza i cinquecento anni delle apparizioni di Fatima: ha fastidio del culto mariano, ha fastidio della pietà cattolica, ha fastidio della vera devozione.

E per questo permette all’eretico Enzo Bianchi di asserire che Gesù Cristo era solo un profeta; per questo consente alla Comunità di Sant’Egidio di trasformare chiese e basiliche in sale mensa per i poveri; per questo ha finto di non vedere l’eutanasia perpetrata sul piccolo Alfie Evans, e ha lasciato che i vescovi inglesi ringraziassero quell’ospedale per ciò che aveva fatto; per questo ha fatto commissariare i Francescani dell’Immacolata, spingendoli a uscire a centinaia dalle loro case; per questo si rifiuta di fare pulizia nell’orribile congrega di pervertiti che spadroneggia nelle sacre stanze e che profana la santità di molte curie vescovili. 

Ormai bisogna essere ciechi per non vedere chi è e che cosa vuole fare costui: è passato il tempo della prudenza, dell’esitazione: è arrivato il momento di alzarsi in piedi e dire no, gridare basta allo scempio diabolico che costui vuole fare a danno dei fedeli.

La chiesa non è sua, e neppure nostra. È stata voluta da Gesù Cristo, è stata difesa con il sangue da decine di generazioni di fedeli; i martiri della fede si contano a milioni nel corso della storia. Non possiamo consentire a questo signore argentino, ignorante, narcisista, squilibrato, cinico e insolente, di distruggere un’opera che è stata realizzata a così caro prezzo; non possiamo permettere a una generazione di preti da nulla, infarciti di politica di basso profilo, gonfi di pregiudizi ideologici, senza nulla di spirituale, senza nulla di cristiano, di usurpare le loro parrocchie, perfino di chiudere le chiese, a loro piacimento, nel giorno di Natale, per protestare, come dicono, contro il decreto sicurezza voluto dal ministro Salvini.

Questi signori vanno cacciati a pedate nel sedere. Le chiese non sono loro, la santa Messa non è loro. Se si permettono di abolirla, offendono i fedeli e li privano del loro nutrimento spirituale: il Sangue e la Carne di Gesù Cristo. La cosa, dal loro punto di vista, si spiega e non è poi tanto grave: per loro la Messa è ben altro; non è il rinnovarsi del Sacrificio di Cristo, ma un pulpito dal quale distribuire sermoni di carattere politico e sociale.

Questi infingardi sfrontati hanno usurpato la Sposa di Cristo, la manomettono, la insozzano: gente che, se lavorasse nel privato, verrebbe licenziata in tronco in meno di ventiquattro ore, perché si comporta come se avesse il diritto di fare o dire qualsiasi cosa, anche la più contraria allo spirito del lavoro che sono chiamati a svolgere. Guadagnano male il loro salario, così come abusano di tutti i beni materiali che la pietà dei fedeli ha accumulato nel corso dei secoli. Le chiese, i seminari, le curie episcopali, gli uffici diocesani, gli oratori, le parrocchie, le missioni, il denaro per mandare avanti tutto ciò, non  è loro: è stato loro affidato, affinché lo adoperino per i fini della religione cattolica. Per aiutare i poveri, gli orfani, le vedove; ma anche per diffondere la verità di Cristo, per convertire il mondo: non per inchinarsi davanti al mondo, né per approvare l’immoralità del mondo.

Che ci fa la signora Bonino nelle chiese cattoliche? Che ci fanno i sacerdoti gay, gli animatori parrocchiali gay, che si proclamano tali in pubblico? Che ci fanno le mense dentro le chiese, nei luoghi di preghiera? Non ci sono altri locali per allestire il pranzo di Natale? Bisogna proprio farlo dentro le basiliche? Sì: essi vogliono farlo proprio lì al preciso scopo di desacralizzare le chiese, di desacralizzare la religione, di ridurre Gesù, come dice l’eretico Enzo Bianchi, e come vorrebbe l’indegno signore argentino, al ruolo di un semplice profeta. 

Ebbene, non s’illudano: noi non ce andremo mai, sono loro che devono uscire. Che siano coerenti e che fondino la loro chiesa protestante. A noi basta Gesù, Figlio di Dio: ci basta la fede dei nostri padri, delle nostre nonne. I Rahner e i Kasper li lasciamo ad altri...
Francesco Lamendola - [Fonte]

37 commenti:

Paolo84 ha detto...

Si, credo che sarebbe ora che anche i seguaci di Bergoglio &co si convincessero dell'enorme inganno diabolico: far si che, la dottrina eterodossa dell'Amoris, del "chi sono io per giudicare", del "meglio atei…" della Madonna non Vergine, delle sdolcinate sentimentali dichiarazioni circa l'accoglienza, l'accompagnamento etc etc etc, che questa sia creduta la vera dottrina ortodossa sino al dichiarare scismatici noi cattolici obbedienti alla vera dottrina di Cristo e della sua Chiesa. Tutto cio' in ossequio a coloro i quali manovrano al fine di creare il cd Nuovo Ordine Mondiale - con una nuova asservita religione sincretica.

E la peppa! ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/croce-rossa-italiana-in-rosso-dove-sono-finiti-i-soldi-che-fine-fa-la-valanga-di-denaro-che-ogni-anno-sommerge-lorganizzazione-non-potremmo-per-esempio-chiedere-spiegazioni-ai-nababbi-della-cla/
E' mai possibile che non si trovi in Italia un/a ragioniere/a che semplicemente faccia quadrare le entrate e le uscite , che tenga in ordine i conti , che faccia gli interessi della Repubblica ? Ma.... stanno tutti lì per mungere ?

Anonimo ha detto...

Grazie, una voce sincera e veritiera. Ci voleva… e continuiamo la battaglia. Se ne vadano o si convertano andando a far penitenza. Vogliamo che gli usurpatori se ne vadano da dove stanno…. e che i confessori che parlano della bontà di Francesco vadano a fargli compagnia in penitenza (compresi gli emeriti delle varie categorie)-

Anonimo ha detto...

LA SANTA IRA
(dedicato a chi ha ridotto il fuoco della fede a un pavido galateo da signorine perbene)
"Soltanto colui che si arrabbia senza motivo è colpevole; chi si adira per un motivo giusto non incorre in nessuna colpa. Poiché, se mancasse la collera, non progredirebbe la conoscenza di Dio, i giudizi non avrebbero consistenza ed i crimini non sarebbero repressi. Ed ancor più: chi non si incollerisce quando lo esige la ragione, commette un peccato grave, poiché la pazienza non regolata dalla ragione propaga i vizi, favorisce le negligenze e porta al male, non soltanto i cattivi, ma, soprattutto, i buoni".
San Giovanni Crisostomo
(Hom. XI, In Nath., 344-407)

Silente ha detto...

C'è molto poco da aggiungere a questo testo. Drammatico e veritiero. Appassionato e coinvolgente. Accurato e coraggioso. Cosa possiamo fare? L'eresia modernista, diabolica - nel senso letterale - somma di tutte le eresie, si è ormai impadronita della Chiesa, l'ha stravolta, pervertita, invertita. Parliamo certo della Chiesa "umana", perché l'Istituzione divina, anche se oscurata, è incorruttibile. Come laici, dobbiamo pregare ma anche agire in coerenza col nostro stato, ad esempio appellandoci ai sacerdoti e ai vescovi perché avvenga una sana Restaurazione della Tradizione e della Dottrina. Esemplare e ammirevole, a questo proposito, è l'appassionato appello rivolto da Roberto de Mattei, con l'acquisto di due pagine de LaVerità di oggi, ai Vescovi perché si oppongano al diabolico ribaltamento in corso nella Chiesa.
Ma è anche nostro dovere intervenire attivamente, coraggiosamente e decisamente nella società civile. "Loro", i liberal massonici, abortisti, eutanasici, antifascisti, antirazzisti, spregiatori della cultura europea, della nostra etnia, della nostra civiltà, della nostra storia, hanno tutto: università, scuole, case editrici, giornali, radio, televisioni, magistratura, dettano legge nel linguaggio, forgiano parole-trappola (razzismo, xenofobia, omofobia) minacciano con leggi liberticide i dissidenti, scatenano la violenza della "nuova polizia" dei criminali dei centri sociali. Dovremmo iniziare una "lunga marcia" per liberare tutte le istituzioni civili e culturali da questo cancro di perversione intellettuale, riappropriandoci di tutte le "agenzie datrici di senso" che ho sopra citato, per "riorientare" culturalmente la società in senso religioso, identitario, antiegualitario, comunitario, antieconomicista. Dovremmo utilizzare una "strategia gramsciana" di conquista di quei gangli della società civile che poi ne determinano l' idem sentire, il senso comune, le idee condivise. L'azione politica dal basso, anche coraggiosa, di forze sovraniste è necessaria, importante, condivisibile e da supportare attivamente, ma non sufficiente sul lungo periodo se non si cambia la mentalità collettiva e le "idee ricevute": in sostanza, i valori accettati da tutti.
Anche se non vedo, allo stato, soggetti culturali e civili in grado di studiare e attuare una strategia metapolitica di tal fatta, non è detto che prima o poi non sorgano...
Silente

irina ha detto...

Ennio Flaiano, La solitudine del satiro, p.143, BUR, Milano 1989.

"Ecco come io mi immagino l'inferno" mi diceva R. "Un luogo dove i peccatori ripetono di continuo e per sempre le azioni che predilessero e che hanno determinato la loro condanna. Esempio: il lussurioso proverà tutti gli orrori e i disgusti degli accoppiamenti, il violento ripeterà instancabilmente le sue violenze, ma senza esito, il goloso dovrà divorarsi ripugnanti montagne di cibo e il suo stesso vomito, il traditore continuerà a tradire, sempre,persino se stesso, l'iroso..."
"Basta" gli dico "tu stai descrivendo la vita."

Anonimo ha detto...

https://www.ilmessaggero.it/video/primopiano/gli_occidentali_si_preparino_a_un_onda_di_sharia_ed_islam_il_documentario_choc_dal_quartiere_islamico_di_bruxelles-1257370.html

Anonimo ha detto...

per Irina: il peccato di gola è peccato, ma non peccato grave perchè pur se disordinatamente, è azione comunque diretta al suo fine naturale.

Unknown ha detto...

Bellissimo piano , bellissime parole , e quindi come intendi procedere per l'attuazione?

Unknown ha detto...

Io mi confessavo come iracondo, ora potrò fare 1 discernimento + approfondito ma non avere sempre senso di colpa: grazie mille

mic ha detto...

La gola non fa parte dei 7 peccati capitali?
Insieme a Ira, Avarizia, Invidia, Superbia, Accidia, Lussuria....

A differenza del globalista di Baires ha detto...

IL "MIELE AMARO" DELL'EMIGRAZIONE: PAROLE SCOMODE PER IL MAINSTREAM

Conosco le vostre difficoltà nella vita quotidiana, a causa della mancanza di stabilità e di sicurezza, della difficoltà di trovare un lavoro o ancora del sentimento di solitudine e di emarginazione. In un mondo in continuo movimento, siete messi a confronto con numerose e gravi sfide. Anche la disoccupazione e la precarietà non devono spingervi ad assaggiare il «miele amaro» dell'emigrazione, con lo sradicamento e la separazione in cambio di un futuro incerto. Per voi si tratta di essere protagonisti del futuro del vostro Paese, e di occupare il vostro ruolo nella società e nella Chiesa.

BENEDETTO XVI AI GIOVANI LIBANESI, 2012

Dal Vangelo di oggi ha detto...

La storia dei Magi ci ricorda che ai piedi di Gesù ci si arriva o di cuore (come i pastori) o di testa (come i Magi). Ma al di là di quale strada abbiamo deciso di percorrere per arrivare da Lui, una volta giunti bisogna usare testa e cuore, perché usare solo la testa ci porterebbe a non capirlo perché una testa senza cuore non può mettere dentro tutto l'Infinito, deve imparare a contemplarlo senza volerlo per forza possedere, e il solo cuore rischierebbe di essere confuso con un sentimentalismo da quattro soldi, un tipo di fede melassa che fa diventare spiritualmente diabetici anche le pietre. Allora prendete sul serio il cuore ma vi prego usate anche la testa. O se avete il problema contrario allora usate bene la testa sapendo che il cuore arriva prima.

Anonimo ha detto...

Purtroppo è la verità, detta con appassionata veemenza, ma è la verità! Cosa possiamo fare oltre a pregare? Forse comincerei a non versare più l'8 per mille alla Chiesa e a negare sovvenzioni ad enti ed eventi non pienamente e propriamente cattolici, sovvenendo alle necessità della Chiesa aiutando e sostenendo sacerdoti e religiosi che si distinguono per pietà e fedeltà alla Chiesa e alla fede e dottrina di sempre; grazie a Dio non ne mancano! Che ne dite?

Anonimo ha detto...

@ anonimo 00.59."il peccato di gola è peccato, ma non peccato grave perchè pur se disordinatamente, è azione comunque diretta al suo fine naturale" ..questa è una contraddizione in termini, in quanto la golosità ha come fine il piacere in se stesso e non il sostentamento. Nel caso della gola, come degli altri, la Chiesa parla di vizi capitali in quanto peccati abituali che ne generano una molteplicità di altri. Secondo San Tommaso, un vizio capitale è quello che ha un fine eccessivamente desiderabile, di modo che desiderandolo un uomo commette molti peccati, tutti originati da quel vizio, che ne è la fonte principale. Per questo la pericolosità della gola, e' dato proprio dal fatto di essere relativo all'atto di prendere
cibo, cui vi è connesso un maggior piacere. Infatti la tradizione ascetica orientale lo pone come primo nell'ordine dei vizi (passioni). Massimo

Anonimo ha detto...

In teoria ogni cardinale è tale anche perché ha le qualità per fare il Papa. Ascoltando l'omelia dell'aquilano Petrocchi si capisce che, nel riempire il Sacro Collegio di minus habens, si vuole perseguire il chiaro obiettivo di non dare alla Chiesa alcun Pontefice ma solo nuovi funzionari ministeriali del NWO.

Anonimo ha detto...

I peccati capitali gola, accidia, superbia, ira, avarizia, invidia, lussuria, sono sia dei sensi fisici che dei sensi spirituali, esiste la gola spirituale (di avere il bel rito,le consolazioni spirituali, ecc.), l'accidia di tacere, di aver paura degli altri , soprattutto se sono in alto, ecc., l'invidia dei frutti spirituali altrui, ecc., ecc.
Quanto a iniziative, c'è Danilo Quinto con don Nitoglia a Roma il 10 febbraio prossimo...crux fidelis...Io non approvo l'assenza di striscioni...ed ho dei dubbi anche sui sofismi del don… ma comunque se si vuole ….
https://www.gloria.tv/article/7pEaAcDcyMaf2Z1XN8Mh9dJwx

Silente ha detto...

Beh, insomma, secondo alcuni farisei sarò peccatore, però qualche sano eccesso alimentare è una forma di santificazione delle feste e di glorificazione della bontà (in tutti i sensi) del Creato. Quindi considero la definizione di "peccato di gola" da limitarsi a casi estremi e pervertiti. Un buon pranzo in famiglia o con gli amici con delle buone bottiglie di vino non mi risultano che possano essere rubricate neppure come peccato veniale. Non considero cattolica una visione penitenziale, pauperistica e triste del desco familiare e amicale. Grandi autori cattolici come Tolkien e Chesterton amavano, e molto, la buona tavola. Il primo e l'ultimo miracolo di Cristo sono avvenuti a tavola, e con il vino. L'odio per i piaceri della tavola è tipicamente protestante (e calvinista in particolare); da questo punto di vista, il film "Il pranzo di Babette" è un film pienamente "cattolico".
Quindi, se pensate che essere cattolico significhi mangiare cavallette e bere acqua, beh, o sono eretico io, o siete eretici voi.
E ora vado a finire il pranzo dell'Epifania con un buon panettone e con qualche buon bicchiere di spumante. Buon appetito e buona Epifania a tutti voi.
Silente

mic ha detto...

Buon appetito anche a te Silente!
Il punto non è acqua e cavallette ma distinguere gli eccessi (il vizio) da una sana convivialità.

Socci su twitter ha detto...

LA CHIESA STA SPROFONDANDO, MA IL VATICANO LANCIA LA CROCIATA CONTRO SALVINI.

Bergoglio ormai da tempo fa un comizio politico al giorno..... francamente è alquanto irritante, soprattutto se si pensa che è anche un Capo di Stato estero, per quanto sui generis.... un'ingerenza politica scorrettissima.....

Anonimo ha detto...

gola:
http://www.unionecatechisti.it/Testi/Teologia/SummaTeol/P0202/Q148/Art02.htm

Anonimo ha detto...

49 migranti da qualche giorno su una nave di trafficanti di esseri umani tedesca, smuovono la compassione di Bergoglio, sindaci e politici di sinistra, organi di stampa, tv pubbliche, sindacati ed intellighenzia buonista! Cosa che I terremotati di Amatrice, Norcia, Castelluccio, Pieve Torina, Arquata del Tronto, Visso, Ussita, ecc., ormai da anni in condizioni disumane e sotto la neve e gelo, non sono riusciti a fare! Figli di un Dio minore o di interessi minori???

irina ha detto...

Repubblica uguale, da una voce amica so che oggi l'editoriale di Scalfari verte sulla tirannia di Salvini...l'ozio è il padre dei vizi!
La corazzata Potiomkin 'de noantri' s'è schierata accanto Vatican Sea Watch o viceversa. Mah?!
Ormai le menti sono state formate da Repubblica, è l'imprinting. Menti Repubblica-formate. Avete idea del lavoro da fare, per smantellare questa mentalità? Fiumi di quattrini. Comunque noi non ci mettiamo in competizione con il mondo, si organizzassero la loro battaglia navale sul bracciolo della Sedia a dondolo. Noi proteggiamo i nostri eroi civili con il rosario.

Imola oggi ha detto...

Ma, eminenza, se lei é il presidente dei vescovi europei, perché si rivolge solo ai sindaci italiani e al decreto sicurezza di Salvini? Mi sembra che tutti i paesi europei stiano rifiutando l'approdo della nave. La chiesa dovrebbe essere ecumenica, a cosa dobbiamo la sua parzialitá?
http://www.imolaoggi.it/2019/01/05/decreto-sicurezza-bagnasco-obiezione-coscienza/

Anonimo ha detto...

Su Bagnasco e l'autentica obiezione di coscienza leggi Fontana su La n.bussola quotidiana

Anonimo ha detto...

RIVOLUZIONE!
Forse questo è il mio ultimo messaggio. Forse ci sarà da attendere ad altri impegni non più di opinione ma di azione.
La Repubblica è allo sfascio totale.
Il Capo dello Stato ha manifestato il suo vero ruolo, quello di Capo dell’opposizione, venendo meno al suo obbligo di fedeltà alla Costituzione, di rappresentanza di tutto il Popolo, di terzietà nella competizione partitica.
La magistratura in larga misura disattende le leggi o le applica ideologicamente e dunque prostituisce la funzione all’interesse di parte e di Partito.
Le Forze Armate, anch’esse in larga misura, ormai da tempo demotivate e prive di valori che vadano oltre meschini interessi di carriera, hanno perso consapevolezza del ruolo di difesa della Repubblica e del territorio della Nazione.
La democrazia parlamentare rappresentativa è in crisi irreversibile ed è ormai preda di quelle che una volta si chiamavano le “demomassoplutocrazie”. Il Parlamento non rappresenta più niente e nessuno.
Il Governo che si regge su una scricchiolante maggioranza, è sotto attacco di stampa e televisione, di centri illeciti della finanza internazionale, di squallidi personaggi come Giorgio Soros.
L’Unione europea, ormai unione di banche e finanzieri, ci rende schiavi nella sua gabbia e ci soffoca con l’euro.
L’Italia è già in recessione economica. L’illegittimo debito pubblico non sarà mai estinguibile. Il Governo può pagare solo in parte gli interessi. L’usura di cui parlava Ezra Pound è strumento di nuova schiavitù.
Il Governo non è in grado di recuperare sovranità monetaria rendendo così impossibile il benché minimo sviluppo.
La disoccupazione specie giovanile aumenta. I poveri in assoluto hanno superato i quattro milioni.
La gerarchia delle norme giuridiche, i rapporti tra i poteri locali e il potere centrale, sono saltati.
La Nazione è nel caos. Qualsiasi correttivo è improponibile.
Si è perso il senso dell’etica, della appartenenza, del bene comune.
I traditori interni e stranieri insidiano le nostre libertà.
Si vorrebbe ancora continuare nell’accoglienza senza limiti di masse di genti extracomunitarie che, in larga misura, portano delinquenza nelle sue forme più spietate.
Il Capo dello Stato lo sa ma tace e tacendo conferma un oscuro sodalizio con personaggi noti come il nipote di Giuseppe Cascio Ferro, e ignoti.
Un mio concittadino non culturalmente e inutilmente blasonato, ma uomo di grande saggezza e onestà intellettuale, Gaetano Donato, con i suoi scritti ammonisce da tempo sulla gravità della situazione e, da ultimo, oggi egli ha nuovamente ammonito sulle “eque condizioni di vita, che possono essere ristabilite solo con la ribellione”.
Capita nella storia che la rivoluzione sia adempimento di un dovere.
AUGUSTO SINAGRA

Anonimo ha detto...

Caro Silente, dispiace aver urtato la tua suscettibilità con il mio commento. Hai perfettamente ragione quando dici che con un buon desinare si glorifica il Signore, soprattutto se fatto con rendimento di grazie. Sconfinare nell'eccesso, come ad esempio uscire abbastanza alticci da un buon ristorante (ed è facile), credo invece costituisca comunque un peccato veniale. L'eccesso e quindi il peccato, più o meno veniale, è ravvisabile qualora si indugi nel piacere.
Quando invece scrivi "considero la definizione di "peccato di gola" da limitarsi a casi estremi e pervertiti" beh allora dovresti considerare il fatto che per molte persone anziane e con pochi stimoli e interessi coltivati, il mangiare abbondante e/o raffinato è - per loro pacifica ammissione - l'unica gioia della vita. Questa condizione ottunde l'anima e la opacizza, rendendola permeabile ad altri mali o peccati che dir si voglia. Purtroppo è il frutto di un materialismo e di una cultura consumistica in cui siamo a bagno e di cui non ci si rende ben conto. Inoltre ti risulta sconosciuto il culto dedicato agli chefs pentastellati? Sei sicuro che si tratti di un ambito condiviso da pochi casi estremi e pervertiti? Massimo

Silente ha detto...

Caro Massimo
il gradimento per la buona tavola non ha nulla di anticattolico o di peccaminoso. Non vedo peccato nell'indulgere ai piaceri della buona tavola. La grande cucina nasce spesso nei conventi: grandi piatti, grandi vini: lo champagne è stato inventato dai frati. La buona cucina fa parte dell'estetica cattolica e il goderla non è affatto peccato, non più di quanto lo sia il contemplare un tramonto o un'opera d'arte.
E' invece l'etica calvinista a condannare i buoni cibi, per cui il gusto di questi è peccato: non per nulla nei paesi protestanti non esiste una "alta cucina": il cibo deve nutrire e basta.
Lei scrive: per molte persone anziane e con pochi stimoli e interessi coltivati, il mangiare abbondante e/o raffinato è - per loro pacifica ammissione - l'unica gioia della vita. E allora? dove sta il peccato? forse in quelli che glielo vogliono impedire.
Diffido dei cattolici, soprattutto se laici, che predicano l'astinenza, il digiuno fuori dai tempi canonici o peggio il veganesimo. Solo in pochissimi casi sono santi (ma San Tommaso d'Acquino era famoso per la sua pinguedine). Non sempre, ovviamente (vi sono casi ammirevoli di mortificazione), ma talvolta sono solo esaltati o anoressici mascherati. Ripeto, a scanso di equivoci: non sempre, ovviamente.
C'è una brava autrice cattolica, Susanna Manzin, che ha scritto un bel libro sulla cultura del cibo visto da un punto di vista cattolico: Pane e focolare, (è il titolo anche del suo interessante blog) edito da D'Ettoris. Lo consiglio a tutti.
Poi, caro Massimo, d'accordissimo con lei sul fastidio procurato da chef superstellati che impestano i canali televisivi: il loro successo fa disperare sui gusti di molti nostri connazionali.
Silente

Anonimo ha detto...

A proposito di peccati veniali questa omelia di P.Farè può essere forse di qualche interesse. Massimo https://youtu.be/yCtcLIBr5I0

Anonimo ha detto...

Il godimento che si prova nel buon cibo è dono di Dio. Ma la buona tavola può facilmente scadere in un "culto". Così è ed è sempre stato, anche purtroppo in molti conventi. Non è così difficile da comprendere. E' un fatto di misura e consapevolezza. La carne si oppone allo spirito c'è poco da girare intorno alle cose. Il Calvinismo non c'entra. Infatti La penitenza cristiana origina in Mc 2,19-20 ...quando lo Sposo verrà loro tolto allora digiuneranno. E non credo che Gesù si riferisca solo ai consacrati. Oltretutto non c'è un santo che non abbia rigidamente sorvegliato sulla propria gola. S. Francesco d'Assisi faceva 5 quaresime e anche se non è un esempio da imitare non credo che sia da annoverare nella schiera degli anoressici o esaltati. Forse a troppi cristiani adulti e tanto preoccupati di perder qualcosa di buono nel tempo presente sfugge qualcosa circa il significato e il senso dell'austerità di tanti santi cristiani, le cui vite la Chiesa ci offre come esempio da seguire. Infine, caro Silente, rispetto agli anziani (ma non solo)sei veramente convinto che una vita vissuta nell'orizzonte del proprio ventre, non sia almeno da compatire?. Eppoi ho forse affermato che andrebbe loro impedito? In questo tuo modo di argomentare leggo una sorta di pregiudizio verso una presunta rigidità...qualcosa di argentina memoria... Auguri. Massimo

Anonimo ha detto...

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/06/grecia-altro-che-successo-il-paese-affonda-e-tsipras-distribuisce-regali/4873974/

Ciò che ci attenderebbe se non avessimo questo governo, non ideale ma non più zerbino d'Europa. A parte l'imprevedibilità dei 5stelle...

Anonimo ha detto...

CHI SBAGLIA TEOLOGIA, SBAGLIA POLITICA. Il clero modernista e traditore non sbaglia politica per caso o (soltanto) per opportunismo. Sbaglia politica perchè da mezzo secolo (dal Concilio) sbaglia teologia. Il mondialismo immigrazionista per un uomo di Chiesa è la naturale conseguenza dell'ecumenismo interreligioso, dell'antropocentrismo e dell'umanitarismo dirittoide.Una teologia antropocentrica ed ecumenica dà NECESSARIAMENTE certi frutti. Frutti marci.

fabrizio giudici ha detto...

, però qualche sano eccesso alimentare è una forma di santificazione delle feste e di glorificazione della bontà (in tutti i sensi) del Creato

La santificazione delle feste infatti non è un eccesso. Possiamo dire che la convivialità è un cibarsi aggiuntivo rispetto alle necessità fisiologiche, ma non è un eccesso in senso peccaminoso, se il senso è appunto onorare la festa. Cristo stesso era definito "mangione e beone", certo per ipocrisia, ma fondandosi sul fatto che partecipava a pranzi e cene. E d'altronde compì persino il miracolo del vino a Cana.

Il cibo e il vino oltretutto sono legati anche al territorio e alla tradizione.

L'eccesso si ha quando la cosa diventa un'ossessione e un fine in sé: a giudicare dal proliferare di certe trasmissioni televisive, direi che non è purtroppo roba da pochi (questa esaltazione del mangiare in sé e per sé non per niente è definita in inglese "food porn", e per certi è vista in sostituzione del sesso - mi pare che Umberto Eco fosse tra queste persone).

Invece, per quanto riguarda i digiuni, non credo sia il caso diffidarne in senso assoluto. I vegani lasciamoli perdere, chi sminuisce il cibo basandosi su una prospettiva protestante pure (mi viene in mente il film "Il pranzo di Babette"), ma credo sia una buona pratica da seguire in modo equilibrato qualche volta anche fuori dal periodo quaresimale, se è legata alla preghiera. Ovvio che non tutti sono chiamati a digiunare come certi santi, così come San Francesco fu chiamato alla povertà totale di beni materiali, cosa che non è richiesta a tutti.

Anonimo ha detto...

Siamo di fronte ad uno scontro culturale: da una parte la Chiesa di Bergoglio a favore dell'immigrazione incontrollata e indifferente rispetto ai temi prioritari per il cattolicesimo (crisi della fede, abbandono della frequenza alla messa, unioni civili, tutela della famiglia naturale,...); dall'altra parte Salvini sostenitore della sicurezza e dell'ordine, contrario all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani, difensore dei simboli del cattolicesimo, della famiglia naturale, del diritto alla vita, della moralità. E' uno scontro insolito: mai nella storia la Chiesa cattolica si era schierata contro un difensore della cristianità e dei valori umani.Mai una crociata così dura e spietata da parte della Chiesa che per assurdità aveva taciuto di fronte all'approvazione della legge sulle unioni civili e aveva condiviso la linea politica di Renzi e Gentiloni, cattocomunisti traditori della Tradizione e del Magistero della Chiesa.

Silente ha detto...

Ecco, mi sembra che la posizione fi Fabrizio Giudici sia equilibrata e condivisibile. E il bel film "il pranzo di Babette", che anch'io ho sopra citato, rappresenti bene, implicitamente, la visione cattolica sul cibo. E su questa mi fermo, anche se il tema è intrigante e meriterebbe uno spazio adeguato. Ci torneremo sopra. Rinnovo la segnalazione del sito e del libro "Pane e focolare", di Susanna Manzin. Una visione cattolica della cultura del cibo. Per il momento, auguro a tutti di potersi gustare una buona bottiglia di "Dom Perignon", pur con tutto il rispetto per gli ottimi spumanti italiani che abbiamo.
Silente

Anonimo ha detto...

https://www.antoniosocci.com/la-chiesa-sta-sprofondando-ma-il-vaticano-lancia-la-crociata-contro-salvini/

Bobseul ha detto...

Dico poche parole: sono d'accordo in pieno è tutto quello che sento anche io nel mio cuore. Che la Chiesa si svegli e si scrolla da questa tirannia.