Un’altra Quaresima è alle porte. Prima di inoltrarci in questo cammino di rinnovata conversione, è bene che ci soffermiamo ancora una volta su equivoci e pericoli che possono non solo inficiare alla radice ogni impegno penitenziale, ma farlo addirittura servire al fine opposto: anziché a santificarci, ad allontanarci dalla mèta. Dobbiamo renderci conto che, come l’aria inquinata che siamo costretti a respirare, anche in campo spirituale – volenti o nolenti – abbiamo assorbito un’atmosfera malsana, cioè quella mentalità antropocentrica che genera inevitabilmente individualismo e ripiegamento su di sé. Molto spesso anche la religione è utilizzata in vista della soddisfazione dell’io, anziché come via per donarsi a Dio portando pazientemente la croce e offrendosi a Lui in ogni circostanza. Questa inversione del senso si riscontra non solo fra i modernisti, ma anche fra i tradizionalisti: molti vanno in cerca di ciò che compiace l’ego e alimenta l’orgoglio, rigettando o ignorando, al tempo stesso, quanto disturba le loro convinzioni o non gratifica le loro esigenze soggettive.
Sintomo caratteristico di tale atteggiamento è la preferenza per letture che incontrino un irrequieto bisogno di confronto, disputa, polemica, determinato da qualche disagio personale o teso a placare la voglia di affermare il proprio punto di vista a detrimento degli altri. Esso però, come un mostro insaziabile, tanto più si accresce quanto più lo si nutre. Dominati da questa disposizione selettiva, si diventa progressivamente insensibili alla Sacra Scrittura, ai testi dei Padri e dei Santi, alla letteratura ascetica e mistica, che pongono invece la coscienza di fronte a se stessa, obbligandola a rimettersi salutarmente in discussione. Soltanto rientrando in sé, infatti, l’uomo ritrova Dio e, in Lui, anche il proprio vero io, ossia quel bambino cui è riservato l’accesso al Regno dei Cieli (cf. Mt 18, 3). È triste che, proprio in nome di un apparente zelo per il Signore, si finisca col lasciarlo fuori dal proprio cuore, insieme al prossimo…
Particolarmente pericolosa è la predilezione per messaggi di pretesa origine soprannaturale, di cui c’è attualmente una vera e propria inflazione. I fenomeni che non provengono dal Cielo, di solito, si tradiscono per qualche errore dottrinale o anche, semplicemente, per la loro meccanica ripetitività. Essi comunicano ai loro devoti una falsa tranquillità morale fondata sull’illusione che basti leggerli per essere a posto, mentre di fatto non si verifica alcun reale progresso sul piano morale e spirituale. Anche la sete di sensazionale si acuisce quanto più la si soddisfa, dato che non nasce da un sincero desiderio di ascoltare il Signore ai fini della propria correzione, ma da quello di soddisfare l’ego. Su questa china può accadere che taluni si smarriscano in dottrine e pratiche – solo apparentemente religiose – proposte come spiegazioni esoteriche del cristianesimo, le quali, contrabbandando in realtà la gnosi con il suo zelo contraffatto, espongono incauti e improvvisati studiosi a nocivi legami con il mondo dell’occulto. Sintomo inconfondibile di tale tipo di infestazione è una cocciuta sordità a qualsiasi messa in guardia.
Senza un impegno effettivo nella pratica delle virtù cristiane, specialmente dell’amore di Dio e del prossimo, si corre il rischio di lasciarsi affascinare anche da dottrine pseudomistiche che la rimpiazzano con atti puramente mentali di assimilazione alla volontà divina, rendendo la grazia di fatto superflua e, con la preclusione dell’intervento della volontà umana, impedendole di applicarsi. Lo smarrimento in una mistica immaginaria può condurre a forme di vera e propria alienazione: se si sopprime la distinzione tra i due soggetti, l’uomo e Dio, si finisce con il confondere i propri impulsi naturali con le mozioni dello Spirito Santo, se non con l’aprire inconsapevolmente le porte all’azione di un terzo. Perfino nella Persona divina del Verbo incarnato (nella quale, in virtù dell’unione ipostatica, sussiste la natura umana) ci sono due volontà distinte, di cui l’una è perfettamente sottomessa all’altra, piuttosto che da essa annullata; infatti le due nature, unite, non si confondono né si alterano. Il Salvatore ha riparato ai peccati umani con i suoi atti teandrici, soprattutto quelli della Passione, che hanno un valore infinito; di conseguenza non ha avuto alcun bisogno di ripetere tutte le azioni degli uomini né tanto meno che lo facciamo noi, che per conseguire la salvezza definitiva dobbiamo semplicemente imitarlo con l’aiuto della grazia, frutto della Redenzione.
Non mancano poi coloro – purtroppo sempre più numerosi – che si lasciano irretire da problemi falsi o superflui, spesso sollevati con l’appoggio di presunte rivelazioni o indiscrezioni. Un tipico esempio è l’asserita invalidità della Messa celebrata in comunione con un eretico: è un marchiano errore dottrinale che, sostenuto pervicacemente, diventa a sua volta eresia. Lo scrupolo riguardante la liceità della partecipazione a tale Messa è risolto dal fatto che l’eretico in questione non è stato ancora dichiarato tale, motivo per cui la coscienza dei fedeli ha diritto di rimanere tranquilla. Altro allarme, agitato da qualche anno a questa parte, è quello relativo a una prossima invalidazione del rito, ma – anche ammesso che ciò sia possibile – tale eventualità non si è ancora verificata. Questioni del genere, in definitiva, non fanno altro che togliere la pace interiore, già tanto minacciata, e logorare lo spirito di orazione fino ad annientarlo, quando non spingono addirittura ad astenersi dai Sacramenti senza ragione, rimanendo privi di ogni sostegno soprannaturale e rischiando di ritrovarsi spiritualmente spacciati. Visti questi risultati, si stenta a credere che non ci sia di mezzo il cornuto o, per lo meno, qualcuno che ha interesse a innalzare ulteriormente il livello, già elevato, di confusione o a creare divisione nella resistenza cattolica.
Una comune matrice antropocentrica ed egotistica può spiegare la paradossale convergenza di due orientamenti esternamente opposti (il modernismo e un certo tradizionalismo) in esiti analoghi: il rifiuto preconcetto dell’autorità ecclesiastica e il correlativo trionfo del libero esame, con il prevalere indiscriminato del giudizio privato su quello gerarchico. Ciò non può provocare se non un crescendo di sistematica disobbedienza e insubordinazione, sfociante in uno stato di sostanziale anarchia e, a causa di innumerevoli sfaccettature ideologiche, in una frantumazione senza fine della compagine ecclesiale. Il totale assorbimento delle energie interiori nelle interminabili diatribe di una reciproca e molteplice contestazione dialettica spegne impercettibilmente la vita spirituale e soffoca lo sforzo di santificazione, sostituendo la carità con il surrogato di uno zelo apparente. Non bisogna pertanto sottovalutare questa azione strisciante del nemico, che è capace di neutralizzarci senza che ce ne rendiamo minimamente conto.
Anche gli effetti della condotta seguita dalla gerarchia con i contestatori possono risultare fatali. In passato, le strategie curiali erano più fini e dissimulate: per ammansirli, i superiori ne allettavano l’ambizione con prospettive di carriera, offrendo loro posti prestigiosi in cui, oltretutto, li avrebbero tenuti sotto controllo. L’inconveniente è che i furbi, fingendosi pentiti, si sono infiltrati nel sistema di potere e, anziché lasciarsene assimilare, lo hanno rivoluzionato dall’interno. Oggi, capovoltasi la situazione, la risposta di quelli che comandano a quanti li criticano è rozza e sbrigativa: semplicemente li schiacciano ed escludono, con il risultato – questa volta – che i dissidenti si trasformano spesso in rivoluzionari di segno contrario. Uno dei fatti più dolorosi è per me il dover assistere, praticamente impotente, all’abbandono della Chiesa da parte di sacerdoti e fedeli che, per effetto di un malinteso fervore, son diventati refrattari ad ogni tentativo di persuasione. Causa remota di tale accecamento – mi sembra – è il rifiuto della croce o una superbia camuffata da santo zelo.
È indubbio che il protrarsi della situazione attuale possa spingere all’esasperazione, ma il segreto per evitare questo esito è trasformarla in mezzo di santificazione personale. Il sistema sovietico, con il quale l’odierno regime ecclesiastico mostra una profonda analogia, soppresse tutti i monasteri (a parte quello delle Grotte di Pskov, che riuscì a resistere sino alla fine), risparmiando la sola Lavra di San Sergio come pezzo da museo e strumento di propaganda per mostrare il passato oscurantista del Paese, ormai liberato dal tetro retaggio medievale. Il criterio con cui si lasciano vivere gli istituti facenti capo all’estinta Commissione Ecclesia Dei pare il medesimo; tuttavia, anche se in pubblico sono costretti a far buon viso a cattivo gioco, nessuno può impedire ai loro membri di crescere nella santità accettando questa scomoda posizione come una croce che il Signore fa portare per il genuino rinnovamento della Sua Sposa.
Anche la sorte degli istituti commissariati o di singoli sacerdoti, religiosi e fedeli di orientamento tradizionale, tollerati in contesti del tutto ostili, richiama alla mente quella di quei monaci russi che non furono massacrati come gli altri, ma vennero tenuti in vita nei loro monasteri, riconvertiti in gulag, per il gusto di tormentarli o per ottenerne utili servigi. Essi, per non cedere alla disperazione, scelsero deliberatamente quell’orribile stato quale nuova forma di ascesi e di esercizio della carità, prescritta dalla Provvidenza come dal padre spirituale. Perfino un’anima non cristiana, come Viktor Frankl nel campo di Auschwitz, riesce a sopportare prove spaventose, se può dare ad esse un senso; quanto più è in grado di farlo chi è dotato della grazia e sa unire le proprie sofferenze a quelle di Cristo crocifisso! È pur vero che i miasmi modernisti in cui siamo cresciuti ci hanno tolto lo spirito di pazienza e sopportazione, fino a renderci inviso anche il minimo disagio; ma la nostra situazione non è certo paragonabile a quella dei gulag o dei campi di sterminio.
Purché lo si voglia con volontà determinata, umile e perseverante, con l’aiuto della grazia santificante è possibile a tutti esercitare le virtù, in attesa che il Signore provveda; la Chiesa, in fin dei conti, non è forse Sua? Sulle orme dei Santi, mettiamoci dunque con decisione al Suo seguito per conformarci a Lui e riprodurre in noi, nella misura concessaci da Dio, le Sue fattezze. Vi rendete conto della grazia immensa di esser stati considerati degni di soffrire perché la Chiesa si rinnovi secondo il volere del suo Sposo? Tale consapevolezza riempie l’anima di una pace dolente e di un’afflizione serena, che la rendono pronta a tutto sopportare per amore, senza sterili recriminazioni, con quella soprannaturale mitezza da cui fluisce un’ineffabile dolcezza interiore. Che il Signore la conceda ad ognuno di voi, non senza un umile sforzo e una costante invocazione.
Esaudisci con clemenza, te ne preghiamo, Signore, le preghiere del tuo popolo, affinché noi, che giustamente veniamo percossi per i nostri peccati, siamo misericordiosamente liberati per la gloria del tuo nome (dalla Liturgia).
29 commenti:
Secondo nell'articolo di Don Elia, che pure non manca di parole e consigli saggi, manca l'attenzione ad alcuni problemi pratici che vorrei segnalare.
1) La sempre maggiore ostilità di molti vescovi al VO (Cremona docet) e la conseguente impossibilità di molti fedeli di poter assistere alla Messa di sempre.
2) cosa bisogna fare: andare in parrocchia ad ascoltare prediche politiche o starsene a casa? Forse è il mio caso particolare ma certe prediche su di me hanno un effetto fortemente depressivo e mi passa la voglia di andare a Messa, anche se so che questo atteggiamento è sbagliato.
3) dal punto di vista dottrinale cosa dobbiamo credere? Faccio un esempio: ormai quasi tutta la Gerarchia cattolica ha sposato la dottrina delle salvezze parallele considerando obsoleta la teologia della sostituzione. Il semplice laico che cosa deve credere in questo caso?
4) Ci si può fidare del CCC figlio del Vaticano II o è meglio attenersi al Catechismo del Concilio di Trento? Infatti non dicono le stesse cose con un linguaggio diverso, dicono proprio cose diverse.
5) In questo enorme caos, dottrinale prima e pratico poi, a chi bisogna obbedire ?
A quale autorità: a Papa Francesco, ai suoi vescovi, ai suoi entusiasti preti ecumenici immigrazionisti e filoislamici?
A me sembra che la neochiesa, come l'ha chiamata Alessandro Gnocchi, ci stia dicendo questo: o vi adeguate o siete fuori. La mia domanda è: cosa fare?
Per l'Anonimo delle 13,28
Innanzitutto sia chiaro che nessuno al mondo può costringerci ad abbandonare la Chiesa.
1) Per la Messa, andate al VO quando vi è possibile, altrimenti - almeno la domenica - andate al NO; il precetto festivo va comunque osservato.
2) Se l'omelia vi fa venire la depressione, uscite dopo il Vangelo e rientrate al Credo. Per meditare il Vangelo, si trovano in Rete anche prediche ortodosse.
3) Riguardo alla fede, dobbiamo credere ciò che la Chiesa ha sempre insegnato in modo costante e ignorare ciò che gli è contrario; nessuno può forzare la nostra coscienza ad aderire all'errore.
4) Quanto al catechismo, attenetevi a quello di san Pio X e a quello del Concilio di Trento; sui problemi attuali, consultate i siti di orientamento tradizionale.
5) L'obbedienza va data ai Pastori di provata ortodossia e, in ultima analisi, alla propria coscienza retta e ben formata nella dottrina cattolica.
"Ci si può fidare del CCC figlio del Vaticano II o è meglio attenersi al Catechismo del Concilio di Trento?" : guardi, caro amico, per quel che può valere il mio parere, io mi fermo a Pio XII ed al Concilio Vaticano PRIMO, più in là non vado, se ci si salvava e santificava con essi prima della rivoluzione modernista, perché ciò non dovrebbe valere ancor oggi? se c'è continuità di dottrina, varrà certamente (la famosa e subdola "ermeneutica della continuità" di Ratzinger), se non ci fosse tale continuità, a maggior ragione mi terrei saldamente ancorato alla Tradizione bimillenaria di Santa Romana Chiesa.
"o vi adeguate o siete fuori": da cosa? dalla Chiesa di Cristo? quella misericordiosa con tutti i nemici storici di Cristo, tranne che con i veri, umili cattolici? ma per carità, da quella bolgia infernale è vene esserne fuori. Sa quante catechiste sono state messe alla porta, in lacrime, perché volevano usare il catechismo di san Pio X? Mi creda, l'attuale è una falsa "chiesa", una controchiesa gnostica e massonica, che prepara il regno dell'Anticristo (che sarà breve, però).
Anonimo 13,28. Mi unisco al suo disagio deprimente, nel timore di sbagliare strada.Ottimo argomentare quello di don Elia ma....i punti interrogativi restano enormi e ubbidire a don Elia significa apostatare:domenica scorsa nella preghiera dei fedeli hanno pregato SECONDO L'INTENZIONE DI FRANCESCO UNO di considerare le religioni uguali, cioè contro il Vangelo ove Gesù afferma che chi non crede in LUI si danna. Dobbiamo unirci al pancristianesimo? Nella ricerca affannosa di salvare le forme esteriori non rischiamo di offendere Dio? Gesù nei 40 giorni di deserto non è andato in sinagoga al sabato. Noi siamo nel deserto. Maria e Giuseppe in Egitto non avevano sinagoghe e noi pure siamo in Egitto: attendiamo che un sogno ci avverta di poter andare a Messa? Siamo abbandonati a noi stessi.
Pensando proprio al fatto che stanno gettando la maschera, negli Stati Uniti c’è la setta del Satanic Temple che è arrivata con astuzia a introdursi in alcuni istituti per il doposcuola ai bambini, e che cerca di piazzare in uno spazio pubblico la statua di Bafometto davanti a quella dei Dieci Comandamenti. Il cristianesimo nel mondo di oggi arretra e anche molti battezzati non realizzano che con l’arretramento del cristianesimo non si crea un clima “neutro”, ma avanza per gradi il suo opposto, cioè il male.
Certo, il terreno fertile per il satanismo è proprio la progressiva apostasia, il rinnegamento della fede. Se noi sottraiamo lo spazio della nostra libertà a Cristo, il cuore dell’uomo non rimane vuoto: o è pieno di Dio o si lascia corrompere e riempire dal maligno. Anche una casa disabitata viene occupata alla fine. L’effetto della devastazione del peccato è tale che spesso non avvertiamo la gravità di tutto questo, anzi molte volte lo sminuiamo, parlando di scherzo, di gioco. Ma è un gioco molto pericoloso perché rischi di perderci l’anima.
http://lanuovabq.it/it/lesorcista-le-immagini-di-supreme-una-ribellione-a-dio
Caro anonimo, in fin dei conti mi sembra che lei abbia già intuito la risposta alle sue domande. La fede non può cambiare, quindi resti fedele a quella che non aveva mai creato problemi. Il CCC è figlio del Concilio? Nessuno le impedisce di istruirsi sulla base del tridentino. A chi bisogna obbedire? A chi non tradisce la Tradizione cattolica. A coloro che professano quanto la Chiesa aveva sempre professato.
Lei queste cose le sa già. Secondo me il problema è dovuto al fatto che spesso per nostra sicurezza e conforto vorremmo conferme di quanto crediamo da altri. È naturale, la fede condivisa ci rafforza. Invece in questi brutti tempi, spesso siamo soli. Incomprensione in famiglia, tra amici e conoscenti, e spesso coi pastori la situazione è ancor peggiore...
E non si scordi che solo il Cielo sa chi è che appartiene veramente al Corpo mistico di Gesù, alla Chiesa. Non è detto che tutti coloro che al momento pensano di reggere le sorti della Chiesa cattolica vi appartengano veramente. E similmmente coloro che questi personaggi vogliono escludere e magari scomunicare, in Cielo saranno accolti con maggior calore di tanti altri.
Soffrire in solitudine non è sicuramente facile. Credo che a tanti veri cattolici capiti spesso di vivere nell'incomprensione e solitudine. Anche questa è una prova. E molto meritoria!
https://www.tempi.it/george-pell-abusi-australia-condanna/
Anima vittima ?
L'EUCARESTIA VIENE IMPARTITA SOLO SULLA LINGUA. Dalla Chiesa di Sant'Anselmo e dalla Basilica di Santa Sabina, Processione penitenziale, Santa Messa, benedizione ed imposizione delle Ceneri presiedute da Papa Francesco - 6 marzo 2019
https://gloria.tv/video/PwPmDZdm3YAu2Mk4QMaWtX4CS
Purtroppo non seguo TV 2000 ne' giornali afferenti ma se questa notizia e' vera non possiamo che gioirne .
Per quanto mi riguarda , sono andata in una libreria delle Paoline per acquistare un pacchetto di santini con la preghiera del Memorare e non l'avevano , girando lo sguardo ho visto in bella mostra un libretto di 6/7euro intitolato "Sii educato" ( piu' o meno quello era il titolo ). Questo libretto tratta del comportamento del cristiano in Chiesa e durante la Messa ; sono andata alla Consacrazione ed e' tutto giusto , sono andata a leggere la Comunione ed e' così riportato : " Disporsi in due file ordinate , mettere la mano destra sotto la mano sinistra per accogliere la particola e portarla alla bocca "....e nulla piu' ! Questo e' il solo modo , per l'autore , di ricevere la Eucarestia ed e' contro le disposizioni della Redemptionis Sacramentum .
Da far cascare le braccia , avessi avuto denaro sufficiente li avrei acquistati tutti per poi buttarli nel cestino della carta .
I DIECI COMANDAMENTI PER LA CASA DEL SIGNORE
http://www.amicidifradaniele.it/sito/galateo-di-comportamento-in-chiesa/
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/03/08/adulterio-e-omosessualita-le-due-parole-sparite/
Il biritualismo non è una cosa buona, va evitato
Consigliare di andare alla Messa NO anche solo la domenica, se non se ne
trova una OV, non sembra un buon consiglio. Non si possono servire due
padroni, ha detto Gesù. Le due Messe, prediche incluse, non sono uguali.
Lo sappiamo bene che il NO è "nuovo" proprio perché possiede uno spirito
diverso, che sposta il significato della celebrazione dall'officiante
alla comunità dei fedeli, dal sacrificio propiziatorio e satisfattorio
alla Risurrezione, inclinando al Banchetto di lode dei protestanti.
Il precetto pasquale, stante la situazione di necessità, si può soddisfare
stando a casa, leggendo il Vangelo del giorno, recitando delle preghere
(parte o tutto un Rosario), andando quando si può a una Messa OV.
Agendo così non si viola nessun comandamento.
Ringrazio di cuore Don Elia e tutti coloro che hanno risposto alle domande formulate nel mio commento iniziale. Mi siete stati di grande aiuto. Grazie anche a Mic per il suo preziosissimo lavoro quotidiano.
@anonimo 7 marzo 2019 17:32
non scrivo quasi più. Cmq sia, passando da questi lidi, mi sento di rispondere 2 righe alle sue affermazioni: obbedire a don Elia, che ha già gentilmente risposto e dettagliato sopra, non significa affatto apostatare come scrive lei. Non mi pare Elia abbia consigliato l'apostasia (!!!) o l'approvazione delle deviazioni, ma abbia indicato come scansarle e restare saldi.
La sua affermazione finale "Siamo abbandonati a noi stessi" mi trova in profondo disaccordo proprio come credente. Il rischio, se fosse veritiera, ma non lo è, è dimenticare CHI è Dio e la Sua onnipotenza e onnipresenza costante.
Non intendo sottovalutare i problemi o il frangente, ma un credente non può affermare "siamo abbandonati a noi stessi" e restare credente.
la fede di un credente deve essere fondata sulla Trinità, non sul favore delle circostanze o sulla buona compagnia che (non) ci circonda al presente. Ma forse questo lo capisce solo chi ha toccato più volte il fondo nella propria esistenza ed è stato risollevato da Dio solo. Quindi smette di curarsi delle situazioni contigenti che ha intorno.
Attenzione a non cercare Dio nell'uomo...nell'uomo giusto, magari, che oggi non si trova.
perchè è anche scritto... cfr Geremia 17:5
«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,
che pone nella carne il suo sostegno
e dal Signore si allontana il suo cuore. (Geremia 17, 5)
Se si confida in Dio, non si può sostenere mai "siamo abbandonati a noi stessi"
...come quando le acque del lago si alzavano in tempesta quando Gesù si era addormentato per un attimo sulla barca...per mostrare l'immaturità della fede degli Apostoli, e ancora una volta, la potenza di Dio (Marco 4, 35-41)
p.s. sicuramente, se i vizi ideologici del mondo progressista mondialista sono noti anche nella chiesa modernista o neochiesa,
ha ragione da vendere don Elia quando nota altri difetti di parte del mondo della Tradizione.
Per es. la parte di mondo tradizionale che frequento io passa TUTTA la santa settimana a lamentarsi, a fare inutili e infinite cahiers de doleances sulle condizioni della Chiesa come structura e dogma,
ma ha cessato di crescere in autoanalisi e santificazione.
Si guarda cioè agli altri, al perenne compianto sugli altri, a come era meglio prima...etc, cose note e arcinote,
e ci si dimentica che ognuno di noi domani, e comunque presto, deve rendere conto di sè, singolarmente, a Dio.
Non quindi spendere tanta energia per criticare gli altri, l'aderenza o meno degli altri, ma vedere bene se io, prima di tutto, se io ripeto
sono accetto a Dio o lo prendo in giro nella mia giornata, davanti all'onore della Sua chiamata, per me deve essere il primo problema di ogni credente, anche e soprattutto del mondo della Tradizione.
https://www.riscossacristiana.it/disobbedire-alla-falsa-chiesa-per-obbedire-a-dio-di-francesco-lamendola/?fbclid=IwAR2Mm2_mhM5x9-B9ceRDxbtVdlv7uGvTQSPy4O5Y_1WqYD1npdpeKllGhuI
disobbedire alla falsa chiesa ed ai lupi x obbedire a DIO
Ringrazio Josh e Viandante per le osservazioni sagge ed equilibrate.
Ripara Madre della Sapienza le nostre sufficienze :
CORONCINA DELLA SANTA VERGINE
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Accogli la nostra lode, Vergine Santa!
Rendici forti contro i tuoi nemici.
Padre nostro
Ave Maria
Beata sei tu, Vergine Maria, che hai portato in grembo il Signore e Creatore del mondo: hai generato colui che ti ha creata, e sei rimasta sempre Vergine.
Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
O Vergine santa e immacolata, non so con quali lodi esaltare degnamente la tua grandezza, perchè hai portato nel tuo grembo colui che i cieli stessi non possono contenere. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
Vergine Maria, tutta bella sei, e nessuna macchia è in te! Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
Vergine Santa, le tue virtù sono più numerose delle stelle del cielo. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Gloria
Padre nostro
Ave Maria
Gloria a te Maria, imperatrice del mondo; portaci con te alle gioie del Paradiso. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
Gloria a te Maria, tesoriera delle grazie del Signore; rendici partecipi del tuo tesoro. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
Gloria a te Maria, mediatrice fra Dio e gli uomini; rendici benigno l'Onnipotente. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
Gloria a te Maria, che vinci le eresie e schiacci i demoni; sii tu la nostra santa condottiera. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Gloria
Padre nostro
Ave Maria
Gloria a te Maria, rifugio dei peccatori; intercedi per noi presso il Signore. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
Gloria a te Maria, madre degli orfani; rendici benevolo il Padre onnipotente. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
Gloria a te Maria, gioia dei santi; conduci anche noi con te alla gioia del Cielo. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Ave Maria
Gloria a te Maria, nostro immancabile soccorso in vita e in morte; portaci con te al Regno dei cieli. Rallegrati, Vergine Maria.
Rallegrati in eterno.
Gloria
Preghiamo:
Ave Maria, Figlia prediletta di Dio Padre.
Ave Maria, Madre ammirabile di Dio Figlio.
Ave Maria, Sposa fedelissima di Dio Spirito Santo.
Ave Maria, Tempio augusto della santissima Trinità.
Ave Maria, mia cara Sovrana, mia buona Madre, Regina del mio cuore, mia vita, mia dolcezza e speranza, cuore mio e anima mia, dopo Gesù. Io sono tutto tuo; tutto ciò che ho, appartiene a te. Vergine benedetta più di ogni altra creatura, ti prego che oggi la tua anima sia in me, per glorificare il Signore; il tuo spirito sia in me, per rallegrarsi in Dio.
Vergine fedele, sii come un sigillo d'amore impresso sul mio cuore, affinchè per mezzo di te e in te, io rimanga fedele a Dio.
O madre benigna, concedimi di essere oggi tra coloro che tu ami, istruisci, nutri, guidi e proteggi come tuoi figli. O Regina dei cieli, non permettere che vi sia in me qualcosa che non ti appartenga, perchè già da ora vi rinuncio.
O figlia del Re dei re, la cui gloria più grande è interiore, non permettere che mi disperda nelle cose esteriori e passeggere; con l'abbondanza delle tue grazie, fa che io sia sempre occupato nel mio interiore, per trovare qui, in Dio, la mia gioia, il mio tesoro, l'onore, la gloria e il riposo, affinchè, per mezzo dello Spirito Santo, tuo Sposo fedele, e per mezzo di te, sua fedele Sposa, Gesù Cristo, il tuo carissimo Figlio, sia formato perfettamente nei nostri cuori, alla maggior gloria di Dio nostro Padre, per i secoli dei secoli. Amen.
Fonte: "Il Segreto di Maria"; ed. Shalom; pag. 121
Bentornato, Josh.
Condivido in pieno quello che scrivi e l'articolo di Don Elia, i cui consigli sono sempre preziosissimi in questo periodo.
Purtroppo, ogni volta che don Elia mette in guardia dai pericoli spirituali del c.d. Tradizionalismo, ma in realtà solo cattolicesimo, si hanno numerose conferme che quelle osservazioni e ammonimenti sono fondatissimi.
Come se essere tradizionalisti volesse dire, per ciò solo, essere perfetti e senza rischio di peccato.
Ed e'invece proprio quando ci si sente forti, o dalla 'parte giusta', che arriva la tentazione ancora piu' forte e spesso anche la caduta rovinosa.
Anche se si sta veramente dalla parte giusta. Lo insegna Gesù, ad esempio con San Pietro
Satana è forte e bene armato, gli basta uno spiffero.
Dice bene don Elia:il diavolo ci puo' allontanare da Dio, appestare e avvelenare senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.
E poi, è così difficile il cammino cristiano, che è meglio impiegare le proprie energie su noi stessi.
A cosa serve, altrimenti, la conoscenza della sana dottrina della Chiesa, che abbiamo avuto la grazia di conoscere e difendere?
Non serve proprio a guidarci nel cammino di fede con le opere?
Non corriamo forse il rischio di passare il tempo a ruminare giudizi, senza pensare ai travi nei nostri occhi?
Quello che scrive don Elia, è conforme al'insegnamento del Vangelo e ne faccio tesoro.
A me pare che la questione non sia di facile soluzione. Trovo giusto tutto quello che dice qui Aloisius, approvando don Elia, soprattutto perchè in questo marasma dottrinale e morale (che palesa certo la grande apostasia) abbiamo più che mai bisogno di ricorrere ai Sacramenti. Quindi è necessario, vitale, che coltiviamo le virtù teologali, curiamo la nostra vita cristiana nella coerenza Fede/opere. Però....
quando si esorta il povero fedele frastornato ad appoggiarsi alla "conoscenza della sana dottrina della Chiesa, che abbiamo avuto la grazia di conoscere e difendere ecc." io chiedo:
non vi pare che è proprio qui il nocciolo gravissimo della situazione, cioè che oggi NON sono più reperibili i pastori che INSEGNINO la sana Dottrina cattolica e che CURINO le anime e che le guidino alla salvezza, senza deviazioni e senza inquinamenti col pensiero che ormai dominante travia le coscienze, offuscando le Verità di Fede e anche la morale cattolica ?
il fedele non può con certezza AUTO-guidarsi nel seguire la Dottrina e applicarla alla propria vita senza sbagliare. I sacerdoti, tutti proni (almeno nella mia città) al regime modernista devastatore dell'identità cattolica, tutti inquinati spiritualmente, come possono guidarci nel retto sentiero, se ESSI STESSI l'hanno perduto ? ho avuto bruttissime prove al riguardo, in sede di Confessione, come dire in sostanza: "guai a te se non ti uniformi a ciò che ci viene imposto dalla dittatura, senza discutere: sei in peccato gravissimo e rischi la scomunica!". Caro Aloisius, preti che osano definire i vizi capitali semplici "fragilità", perchè così insegna il vertice malfidato ! e sorvolano sulle questioni morali poste....ma una volta erano causa di dannazione, e si insegnava l'ascesi, con attenzione e prudenza dei direttori spirituali (specie estinta ahimè).
Dunque già il Sacramento della Penitenza non è più affidabile, perchè viene amministrato in modo approssimativo (a volte col fastidio di ascoltare i peccati, troncandone l'autoaccusa!); allora, chiedo a don Elia, come farà quel fedele incerto ad accedere all'Eucaristia, dopo una Confessione di incerta conduzione, dove ha ricavato l'impressione che quei peccati erano solo chiacchiere perditempo (per il prete infastidito)?
a chi chiederà consigli riguardo a tanti problemi di coscienza ?
dobbiamo allora decidere per il FAI-DA-TE dottrinale, morale e spirituale? grandissimo rischio, a mio avviso.
Gradirei qualche risposta dalla bravissima mic, da don Elia e (se fosse presente) dallo simatissimo prof. Pasqualucci.
In realtà con 2000 anni di tradizione, le s. Scritture, la fede e l'assistenza dello Spirito Santo tutto questo fai da te non lo vedrei.
Una soluzione, se non fosse a disposizione in tutta la città un buon confessore, potrebbe essere lo sprone giusto per troncarla una volta per tutte con i peccati in materia grave....
non dimentichiamo che i Sacramenti rettamente celebrati sono fondamentali ma è a Dio stesso che ci confessiamo, mediante il sacerdote che in quel momento è alter Christus.
Se si vive un'esistenza profondamente rinnovata e santificata, ovvio abbiamo bisogno sempre della grazia, che ci è comunicata anche attraverso i Sacramenti,
ma troncarla una volta per tutte con i peccati gravi renderà forse meno tediosa la ricerca regionale o nazionale del confessore giusto per scaricarsi la coscienza, perché avremmo compiuto un passo in più verso il Signore offendendolo meno
Il fedele non potrà sempre autoguidarsi, ma è anche vero che non deve autoguidarsi, abbiamo un Dio vivente....
http://itresentieri.it/lo-sai-che-le-ultime-scoperte-fisiche-ed-astrofisiche-attestano-che-san-tommaso-caveva-preso/
Giusto Iosh, quindi facciamo a meno dei preti, mi sembra di capire che questo sia il suo consiglio. Non è un piacere né masochismo affrontare il tema, ma un disagio che viene a sentirsi richiamare dal clero, che secondo chi parla, afferma una cosa o un'altra. Sono scrupoli e tentazioni a cui i sacramenti validi rinforzando lo spirito con la grazia danno un contributo notevole, direi. Quindi avere una Messa (valida e lecita) non è irrilevante, una Messa che sia gradita a Dio. Può gradire Egli una comunione con l'apostata, che stando a san Paolo e san Giovanni, è scomunicato? Non è dichiarato questo? Già, ma neanche Caifa fu dichiarato decaduto. semplicemente i cristiani non lo seguirono più, ma altri lo seguirono.Nessuno possiede una ricetta certa, per cui, mi si contesti se si può, ognuno applica il fai da te. Il problema è rilevante: accettiamo i nuovi insegnamenti o ci asteniamo. E capire cosa è gradito a Dio importa. Capisco che un prete che non abbia apostatato non comprenda la profondità della cosa, quanto un fedele.
Dopo tanti tentativi (non pubblicati) arriva la versione più soft 11:55
Non possiamo accettare il 'fai da te' e poi da quale autorità ci arrivano le sue apodittiche affermazioni?
per Josh devo precisare: non credo di avere peccati gravi, da tanti anni, mi pare....non era questo il mio problema. Il discorso era generale, per l'incertezza diffusa dato il lassismo della docenza, e nel mio caso accennavo a "situazioni o problemi di coscienza" in cui mi pareva indispensabile il parere illumiato di un buon confessore, per agire da veri cristiani secondo il Vangelo e le virtù teologali, cosa che è diventata introvabile, perchè oggi non vogliono neppure sentire i peccati veniali, vanno di fretta e non sanno o non vogliono PIU' guidare le anime alla santificazione. (Se poi volessi chiedere a costoro consigli sulla scelta o rinuncia alla Messa, ove dannosa per la Fede, immaginate un po'....)
Quindi: confessioni "mordi e fuggi", forse perchè il vertice anni fa prescrisse che il penitente poteva anche non nominare i peccati commessi come elemento NON-necessario ? per leggeri che siano, una volta si diceva che giova segnalarli per correggerli.....ma oggi è tutto all'insegna del sottinteso, ti assolvo e prosegui così (...ché Dio ti ama "come sei") ?
Confessioni "mordi e fuggi" etc - il motivo profondo
Sono inevitabili, non solo per l'ormai scarso numero dei preti ma anche perché questo clero (papi inclusi) professa l'errore della Salvezza garantita a tutti (Allerloesung). E'l'errore di Rahner e compagnia e se ne vede una traccia nel famoso passo di Gaudium et Spes 22.2 ove si dice che "con l'Incarnazione il Figlio di Dio si è in certo modo [quomodo] unito ad ogni uomo", frase che Giov. Paolo II citava anche senza lo "in certo modo" (e anche nel CCC si trova il passo una volta senza l'avverbio e una volta con). Se L'Incarnazione, avendo provocato l'unione del Cristo con ognuno di noi [!], ci ha in qualche modo divinizzati, onde la salvezza è già precostituita per tutti (potrebbe un individuo cui la Divinità si è "unita" nel diventare uomo in Gesù di Nazareth, andare all'Inferno?), è ovvio che confessare i propri peccati diventa del tutto inutile. Tanto alla fine tutti sono salvi perché già salvati dall'evento cosmico che è stata l'Incarnazione! Todos caballeros! come disse in una certa occasione dal balcone l'imperatore CArlo V, a una folla di postulanti che volevano esser fatti tutti "cavalieri", senza esaminarne caso per caso i meriti effettivi. Quest'idea bislacca di una Incarnazione che ci avrebbe reso tutti "cristiani anonimi"(Rahner) esprime anche il cd "pancristismo" di Blondel, il quale mirava appunto ad elidere la distinzione tra natura e sovrannaturale, un tema assai caro a de Lubac (uno degli ispiratori di Ratzinger, oltre che di tanti altri). La natura cosmica del Cristo è tale, da tradursi necessariamente nella natura umana da salvare, che è allora già salvata: una sorta di panteismo cristiano, se si può dire. Insomma, dietro il declino del confessare e confessarsi c'è un simile retroterra di errori ed eresie imperversanti, che qui ho solo accennato.
Forse varrebbe la pena di tentare con la FSSPX per trovare un buon confessore, cominciando magari con gli Esercizi Spirituali Ignaziani, quelli di una volta, organizzati dalla suddetta Fraternità. Durante gli esercizi, che durano 5 giorni, maschi e femmine rigorosamente separati e silenzio obbligatorio, si può mettere a punto con i sacerdoti il problema della confessione e del confessore. Gli esercizi presso la FSSPX li ho fatti sei volte e ne ho tratto sempre grande giovamento sul piano spirituale.
Ringrazio per il benevolo attestato di stima,
PP
È di fronte alla miseria dei propri peccati che un uomo scopre la sua grandezza. Una grandezza che non gli è data gratis, ma che è stata pagata a caro prezzo da Gesù e che si trasferisce anche in quel piccolo essere umano del quale l’opinione pubblica non sapeva nulla, come del resto di tutti gli altri milioni di bambini abortiti nella storia, ma del quale oggi anche noi dobbiamo farci carico. Per alleviare la sofferenza del suo papà e della sua mamma. E per consolare Roncato. quel perdono che cerca lo sta già ottenendo riconoscendosi bisognoso di misericordia. Un ultimo sforzo e Qualcuno saprà abbracciarlo come padre buono per cancellare quel dramma e fare pace finalmente con quella coscienza così tormentata.
http://blog.messainlatino.it/2019/03/andrea-roncato-e-laborto-alla-ricerca.html#more
Grazie Josh per il suo intervento da cristiano virile , sembra piacerci impiegare il tempo in pianti , lamenti e contumelie . Facciamo l'esame di coscienza secondo i 10 Comandamenti e i Precetti della Chiesa , ogni giorno)e arriveremo pian piano a sfrondare quello che dev'essere sfrondato e poi.... fidiamoci di Dio .
Per jn
Per gli eventuali peccati gravi, in emergenza, va bene l'assoluzione di qualsiasi sacerdote, a prescindere dal modo in cui soggettivamente li considera; ma per risolvere i problemi di coscienza è sicuramente importante avere un buon confessore o padre spirituale. Per trovarlo, bisogna anzitutto chiederlo insistentemente al Signore, poi cercarlo con perseveranza, anche facendo un po' di strada. Ci sono ancora tanti buoni preti, sebbene un po' nascosti o defilati. Come "extrema ratio", se questa modalità non vi mette a disagio, potete scrivermi a questo indirizzo:
parrocchiavirtuale.slmgm@gmail.com
Non dimentichiamo, infine, che l'invocazione dello Spirito Santo, con la mediazione della Madonna, può ottenere risultati inimmaginabili. Quando non sappiamo proprio che pesci pigliare, il Suo aiuto, richiesto con fede, non ci delude mai.
A proposito del non celebrare e quindi del non frequentare la Messa NO
Testimonianza di mons. M. Lefebvre.
"Veniamo alla sospensione a divinis che mi ha colpito il 22 luglio 1976. Essa fu conseguente alle ordinazioni del 29 giugno a Econe [che non si dovevano fare perché la FSSPX era stata soppressa, ma illegalmente]. Già da tre mesi ci erano giunti da Roma rimproveri, suppliche, ordini, minacce per dirci di cessare la nostra attività, di non procedere alle ordinazioni sacerdotali. Durante i giorni precedenti, non abbiamo cessato di ricevere messaggi e inviati: che cosa ci dicevano? A sei riprese mi hanno chiesto di ristabilire normali relazioni con la S. Sede, accettando il nuovo rito, celebrandolo io stesso. Si è arrivati fino a mandarmi un monsignore che si è offerto di concelebrarlo con me; mi hanno messo in mano un nuovo messale, promettendomi che se io avessi detto la messa di Paolo VI il 29 giugno davanti a tutta l'assemblea venuta a pregare per i nuovi preti, tutto si sarebbe ormai appianato tra Roma e me.
Ciò significava che non mi si interdiva di tenere le ordinazioni ma si voleva avvenissero secondo la nuova liturgia. Era chiaro, da quel momento, che sul problema della Messa si sarebbe svolto tutto il dramma tra Roma ed Econe, tuttora in corso [...].
Si può aver ragione contro tutti? A una conferenza stampa un inviato di Le Monde mi diceva: "Ma infine, lei è solo. Solo contro il Papa, solo contro tutti i vescovi. Che significato ha la sua battaglia?". Ebbene, no, io non sono solo. Ho con me tutta la Tradizione. La Chiesa esiste nel tempo e nello spazio. E poi io so che molti vescovi la pensano come noi nel loro intimo [...] La Verità, d'altra parte, non si fa con il numero: il numero non fa la Verità. Anche se fossi solo, anche se tutti i miei seminaristi mi abbandonassero...io sono attaccato al mio Credo, al mio catechismo, alla Tradizione che ha santificato tutti gli eletti che sono in Cielo, e voglio salvare la mia anima..."(Lettera aperta ai cattolici perplessi, cap. XX).
Al contrario della cinica battuta di quel Re di Francia, Parigi n o n vale una Messa.
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