Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 15 marzo 2019

Fedeli figli della Chiesa - Appello ai Cardinali

“Quando l’eresia s’impadronirà della Chiesa, sappiate che non ci sarà prova di vera fede e di cristianità se non con le Sacre Scritture, perché quelli che si volgeranno altrove periranno” (san Giovanni Crisostomo, “Homelia 49, Mattheum”).
Da tempo cerchiamo di lavorare in sintonia con diversi siti e blog cattolici (ne cito uno per tutti: (Cooperatores Veritatis), con i quali condividiamo il testo che segue: la denuncia di un sacerdote che ha voluto raccogliere le voci di un Popolo che non solo non si arrende, ma che vuole incoraggiare i propri Vescovi a non temere
Siamo coscienti di non poterci aspettare nulla dai Sacerdoti coraggiosi i quali, non appena si esponessero, oppure si azzardassero a sostenere la Veritas in pubblico, verrebbero (e vengono) immediatamente messi a tacere, spostati, rimandati a casa… quando va bene, con grave nocumento per il loro infaticabile apostolato. Troppe volte ci sentiamo rinfacciare che dovremmo supinamente rimanere inermi come i Santi, i quali peraltro non tutti e non sempre sono rimasti inermi... Intanto continuiamo a non tacere.
Spesso ribadiamo: "La Chiesa non sarà mai in fase terminale, solo i membri corrotti di essa...".
In quanto "corpo mistico di Cristo" la Chiesa non può entrare in fase "terminale". Giusto. La sua parte soprannaturale non può esser distrutta e sparire. C'è anche la promessa divina del non prevalere dell'inferno nei suoi confronti, riferita alla Chiesa visibile, ossia alla parte della Chiesa naturale o nel mondo, includente la Gerarchia e i fedeli.
Questa promessa resta valida però è un fatto che la Chiesa appunto visibile sembra un malato terminale perché da un lato la dottrina, la pastorale, i costumi di parte consistente della Gerarchia, tutto ciò appare corrotto e non cattolico; dall'altro, c'è un impressionante e costante calo nelle vocazioni, nella frequenza alla Messa mentre le apostasie abbondano, a favore di sette protestanti e delle altre religioni. In passato, nei periodi di crisi e di decadenza, non si assisteva alla "desertificazione" della Chiesa. Scoppiavano lotte terribili, nel Medio Evo, ma la Chiesa visibile rimaneva nonostante tutto vitale, trovando la forza di reagire e migliorarsi.
Con lo scisma protestante il cristianesimo ha subito una sostanziale mutazione, non in bene, ovviamente, con l'introduzione dell'individualismo del "libero esame" (per limitarci a questo). Ma tuttavia si erano conservati valori cristiani (alcuni) anche presso gli eretici mentre la Chiesa mostrò una notevole capacità di ripresa, sul piano religioso e morale.
Oggi, invece, si ha l'impressione che, per la prima volta nella sua storia, la Chiesa cattolica non abbia più le forze per riprendersi. Il guasto provocato dal famigerato Vaticano II sembra esser stato appunto di carattere letale: tutto è stato cambiato a favore della mentalità del Secolo, dalla liturgia alla dottrina (ecumenismo, nuovo concetto di Chiesa, di Incarnazione etc) alla pastorale (sinergia con tutte le altre religioni per realizzare l'unità del genere umano etc). Di fatto, questa Chiesa visibile non è più cattolica in molti suoi aspetti, giusto che sia in piena decadenza.
La promessa del Signore, che l'inferno non prevarrà, rimane sempre valida, ovviamente. Si spera quindi che le forze che stanno ancora timidamente cercando di opporsi al disastro dall'interno della Chiesa possano per grazia di Dio prevalere, un giorno. Timidamente assai, bisogna dire: è incredibile che, di fronte allo sfacelo dominante e sempre più ampio (che fa giustamente parlare di "fine della Cristianità"- J. Seifert) non si abbia ancora il coraggio di risalire alla sua causa prossima più ovvia ossia al Vaticano II; che si appaia ancora terrorizzati di discutere il tabù, il feticcio rappresentato da quel funesto Concilio.

Fedeli figli della Chiesa

Appello ai Cardinali

Sia il vostro parlare: sì, sì; no, no.
Il di più viene dal maligno 
(Mt 5, 37).
Se questi taceranno, grideranno le pietre (Lc 19, 40).

In coscienza, in qualità di fedeli della Chiesa Cattolica, non possiamo considerare normale l’odierna situazione ecclesiale. La costituzione divina della Chiesa militante, stabilita dal suo Fondatore in modo immodificabile, vuole che essa abbia, quale principio di unità visibile, un unico capo; infatti il governo di uno solo e l’obbedienza che gli è dovuta da ogni membro della Chiesa assicurano la comunione di tutti sia con il Capo invisibile, che dal cielo la regge tramite il Suo Vicario in terra e gli altri vescovi, sia tra di loro. Per volontà divina, il primato papale consiste nella piena e suprema, immediata e universale giurisdizione del Successore di Pietro su tutti i battezzati. L’ufficio di Romano Pontefice ha pertanto carattere giuridico e non sacramentale: esso è conferito mediante elezione canonica e decorre a partire dal momento dell’accettazione. La rinuncia ad esso è sempre possibile, purché sia debitamente manifestata, ma comporta la perdita totale dell’ufficio, permanendo soltanto il grado episcopale.

Da questi irrefutabili dati risulta inequivocabilmente che la qualifica di papa emerito è destituita di qualsiasi fondamento dogmatico e canonico. Chi rinuncia all’ufficio di Sommo Pontefice rimane semplice vescovo e perde ogni diritto di usare ancora il nome, l’abito e lo stemma indicanti la dignità connessa all’ufficio medesimo. Mantenerli dopo l’abdicazione è fonte di confusione, soprattutto se la relativa dichiarazione esprime soltanto l’intenzione di non esercitare più il ministero attivo a partire da una certa data e non – come sarebbe logico – l’atto di volontà con cui si effettua la rinuncia. Se poi è intesa in rapporto a un ipotetico aspetto distinto dell’ufficio, la rinuncia stessa è invalida per errore sostanziale circa il proprio oggetto. L’ufficio di Romano Pontefice è per essenza, come già detto, la suprema giurisdizione su tutta la Chiesa; perciò non lo si può detenere senza esercitarlo attivamente, né si può rinunciare al suo esercizio conservandone la dignità. Diverso è il caso del vescovo emerito, il quale ha rinunciato al potere di giurisdizione ricevuto dal Papa (e quindi non lo detiene più), ma conserva il potere di ordine (legato all’indelebile carattere sacramentale conferitogli dalla consacrazione episcopale). Riguardo alla rinuncia di Benedetto XVI, dunque, è assolutamente necessario un chiarimento autorevole (vedi indice articoli qui).

L’eventualità di una rinuncia invalida rende infatti nulla l’elezione del successore, che nel caso presente appare dubbia anche per un altro ordine di gravi motivi: la cospirazione che ha condotto all’elezione, pubblicamente testimoniata da uno dei principali artefici (al cui riguardo la Costituzione Universi Dominici gregis di Giovanni Paolo II commina la scomunica latae sententiae a quanti ordiscono un accordo prima del conclave e a chi lo accetta); le irregolarità procedurali dell’elezione stessa (che in forza delle norme stabilite dalla medesima Costituzione la rendono nulla); la manifesta eterodossia, precedente all’assunzione al Soglio di Pietro (da cui la bolla Cum ex apostolatus officio di Paolo IV esclude gli eretici). L’universale accettazione da parte della Chiesa può pure sanare le irregolarità procedurali, ma è arduo ammettere che possa sanare la carente ortodossia del candidato e lo stato di scomunica di alcuni elettori e dell’eletto stesso. È vero che l’eterodossia di quest’ultimo, pur essendo notoria, non era stata formalmente dichiarata prima dell’elezione, ma successivamente ad essa egli ne ha dato ulteriore, ampia conferma.

A tutti i quesiti sopra sollevati, allo stato attuale, pare impossibile fornire una soluzione definitiva. Tuttavia è indubitabile che l’insegnamento di Jorge Mario Bergoglio non sia conforme alla dottrina cattolica: la lista delle affermazioni ad essa contrarie o con essa difficilmente compatibili si allunga di giorno in giorno, aggravando sempre più lo sconcerto e lo smarrimento degli autentici fedeli, che vedono contraddetta la fede trasmessa in continuità dalla Chiesa per due millenni (si veda anche qui). I laici e i semplici sacerdoti non hanno però l’autorità di intervenire in questo campo, ma possono soltanto reclamare che lo facciano quanti ne hanno il compito, cioè i Vescovi e soprattutto voi Cardinali, collaboratori immediati del Papa. In caso di evidenti errori o ambiguità dottrinali, voi avete l’ineludibile obbligo di redarguirlo severamente e di esigerne la rettifica, come avvenne nel caso di Giovanni XXII quando, tra il 1331 e il 1333, a voce e per iscritto, espresse opinioni contrarie alla sentenza comune circa la condizione dei defunti dopo la morte. I Cardinali di allora lo spinsero a ritrattare, prima di morire, quel singolo errore; nel caso attuale, ne abbiamo a fasci.

Il vostro silenzio siderale, insieme alle anomale modalità delle dimissioni di Benedetto XVI, può essere interpretato come effetto di una permissione divina e, quindi, elemento di un piano superiore mirante a far emergere il reale stato, sul piano della fede e su quello della morale, di parte del clero e dei fedeli, stato che, fino a Francesco I, veniva dissimulato, mentre adesso si appalesa senza più alcuna remora, esibendo tutta la sua ripugnante immondezza. «Doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri. Di fatto, ora molti anticristi sono apparsi; da questo conosciamo che è l’ultima ora» (1 Gv 2, 19.18). Se questa intuizione di fede ci spinge ad avere fiducia nei segreti disegni della Provvidenza, ci chiediamo nondimeno fino a che punto il Popolo santo di Dio dovrà esser messo alla prova sopportando scandali abominevoli e quante anime dovranno ancora essere esposte alla dannazione eterna dall’eterodossia di tanti ministri ordinati. Forse non bastano le inadempienze dei Vescovi nel correggere gli eretici e i viziosi, perché si debba aggiungere la vostra omissione di una doverosa riprensione di colui che continua a smantellare la dottrina e a promuovere i corrotti?

Siamo ben consapevoli che spetta al Signore dirigere la storia, fissandone tempi e scadenze, ma sappiamo parimenti che la nostra preghiera e la nostra azione, previste dall’eternità dalla prescienza divina, sono incluse nel Suo governo e possono pertanto affrettarli. Che cosa preferite, Eminenze Reverendissime? Il martirio per fedeltà alla fede che siete stati chiamati a difendere, simboleggiato dalla porpora che indossate, o la morte ignominiosa che un castigo celeste potrebbe infliggervi per mano dei nemici della Chiesa? Un’opposizione franca e dignitosa, sull’esempio dell’apostolo Paolo, a colui che è ritenuto successore di Cefa, per quanto possa provocare la revoca dei vostri incarichi, o l’umiliazione di una condanna civile, con la relativa berlina mediatica e la concreta eventualità del carcere?

È pur vero che c’è chi, fra voi, ha perso l’ufficio non soltanto per un’aperta contestazione, ma persino per aver fatto semplicemente il suo dovere di guardiano della dottrina, come pure chi, da un’altissima responsabilità economica, è stato gettato in pasto alle belve nell’arena di un processo-farsa; non ignoriamo affatto che le presenze scomode possano essere neutralizzate con scandali orchestrati ad arte. Ma non siete certi che il Signore protegga coloro che si pongono senza riserve al Suo servizio e Gli danno coraggiosa testimonianza?

Se la vostra non è la nostra stessa fede, dovete rinunciare al vostro compito e ritirarvi a vita privata. Chi non professa la dottrina cattolica e non è disposto ad abiurare le sue convinzioni erronee deve andarsene, perché non è più membro della Chiesa e deve quindi uscirne anche visibilmente; il suo ministero è del tutto illegittimo. Che ci crediate o no, Dio vi chiederà conto delle vostre scelte e vi castigherà, se non saranno state conformi alla Sua santa volontà. Se invece vi alzerete in piedi e proclamerete a gran voce la verità, noi vi seguiremo con entusiasmo e benediremo il Signore per voi, implorandolo di difendervi da ogni male.

C’è tutto un popolo che aspetta solo un segnale per mettersi in moto, ma ha bisogno di guide. Siamo fedeli figli della Chiesa; perciò non vogliamo fare da soli. Riconosciamo pienamente il ruolo vostro e dei Vescovi; non intendiamo affatto sminuirlo. Gli attacchi che subite ci fanno terribilmente soffrire, perché amiamo il Signore e coloro che Lo rappresentano. È per la fede in ciò che siete e per la stima che nutriamo nei vostri confronti che vi supplichiamo di intervenire. La vostra ricompensa sarà molto grande, già su questa terra, quando il Signore avrà ristabilito le sorti della Sua amata Sposa. Se non farete in tempo a vedere ciò, morirete con la pace di una buona coscienza e sarete ammessi all’eterna beatitudine, nonché ricordati per sempre come veri Pastori.

10 commenti:

irina ha detto...

Dopo riverenze, eccezioni, scuse, domande rispettose e molti altri possibili salamelecchi, rimbalzati, tutte e tutti, su sempre uguali risposte silenziose, su rimandi al discernimento e premeditati atti d'imperio, infine chissà dove, chissà quando, entrerà in azione la canaglia. E allora...Ciaone! Cioè, per le pecorine, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Questo è quello che insegnano i fatti della Storia, nudi e crudi, senza interpretazioni ed aggiustamenti ideologici.

Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis (Cicerone, De Oratore, II, 9, 36), ovvero La storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell'antichità.

Anonimo ha detto...

LA SUA PARTE SOPRANNATURALE NON Potrà MAI ESSERE DISTRUTTA O SPARIRE. Ecco risolto il mistero: sta sopravvivendo solo la parte autentica, divina e santa, è decaduta in quanto putrescente la parte umana, (è caduta e non si rialzerà…. ha scritto qualche mistico-a), siamo effettivamente nel sepolcro a somiglianza del Capo, nel quale la parte umana fu uccisa ma la natura Divina rimase vivente, essendo impossibile la morte. La risurrezione del corpo mistico sarà di un Corpo glorioso, per questo è stata definita più bella da s Ildegarda ed altri santi, dopo la prova.Questo significa che anima e corpo saranno uniti ed indissolubili allora. Questa lettera aperta mi piace assai, è corretta ed andrebbe pubblicata su molti giornali o tv. Si può firmare?

Anonimo ha detto...

O.T. ma non troppo: indovina indovinello, quale è in Italia la professione che:
1) Ti permette di decidere spesso in mezz'ora della vita e del futuro altrui
2) Ti permette di intimidire chiunque solo dicendo che lavoro fai
3) Ti permette di rovinare la vita delle persone senza dovere in caso di errore alcun risarcimento (se succede -ogni morte di Papa- tanto ti surroga lo Stato)
4) Spesso (anche se procede con assunzione da concorso....) vede nonno, papà e nipote fare lo stesso mestiere dai tempi dell' Unità.di Italia
5) Non permette ad alcuno di giudicare o criticare il tuo operato
6) Non prevede alcuna selezione di tipo psicologico o.psichiatrico
7) Che tu renda molto, poco o niente ti garantisce un ghiotto stipendio e scatti automatici di carriera.
Vi ricorda qualcosa?

Anonimo ha detto...

Tre settimane, l'anziano frate francescano (!) della parrocchia dove vado a Messa (?!) ha detto in apertura del rito che non ci si deve scandalizzare per le molestie nella Chiesa, tanto percentualmente ce ne sono di più in famiglia. Presente un ipocritissimo deputato, in passato condannato per peculato, con moglie a fianco che ascoltando fingeva raccolta compunzione. Nell'ipocrita e provinciale città, colonizzata e metastatizzata da CL e Opus dopo esserlo stata per quaranta anni dal sindacalismo rosso più osceno, le intemerate dello svalvolatissimo sacerdote non sono mai contestate... nella città di avidi affaristi tutti tacciono. La povera gente onesta é rovinata dalle banche che crollano, ma a loro che importa...
Io alle parole del prevosto ho accennato un borbottio di riprovazione. Risultato: una coppia con lei impellicciata come d'ordinanza si è rifiutata di darmi poi il segno di pace... evidentemente, anche in parrocchia, non abbiamo tutti gli stessi valori.

Anonimo ha detto...

Il Papa, per gli attentati in Nuova Zelanda, esprime "tutta la sua solidarietà, in particolare alla comunità musulmana." Quando vengono massacrati i cristiani, Bergoglio tace. Quando vengono massacrati i musulmani, Bergoglio parla.
https://t.co/cOwPK4aDTG

Anonimo ha detto...

Posso chiederti in quale città?

Anonimo ha detto...

Segnalo questo interessante articolo sui cristiani siriani.
http://www.occhidellaguerra.it/cristiani-della-siria-bilancio-della-guerra/
Chi fosse interessato all'aramaico parlato dai cristiani siriani può utilmente consultare questi due siti:
http://www.surayt.com/
https://jesusspokearamaic.com/home

Anonimo ha detto...

Grazie a tutti coloro che hanno pensato questa Lettera. Vorrei poter sottoscriverla

Anonimo ha detto...

Una città dove le donne "bene" indossano mocassini bassi color cuoio a tacco basso e cardigan blu o verde scuro da novizia, ma dove il tasso di aborti e' il più alto di Italia. Come del resto é la citta' con meno matrimoni e nascite. Se la conosci....la eviti.

Adeste fideles ha detto...

Evviva il nuovo blocco di pensiero libero, innestato sull'albero della tradizione cristiana come il vostro.
Rimaniamo saldi per continuare la lotta impari contro un sistema che manipola le coscienze e tenta di condizionarci in ogni modo!