Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 1 marzo 2019

Papa Francesco e l'Islam: dal Concilio alla Religione mondiale

Una ulteriore puntualizzazione, dal Distretto italiano della FSSPX, sul controverso documento di Abu Dhabi. Precedenti qui - qui - quiquiqui - qui - qui

Ha fatto molto scalpore il Documento sulla Fratellanza umana per la Pace mondiale e la convivenza comune [qui] firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar il 4 febbraio scorso, in seguito alla visita del Papa negli Emirati Arabi [qui]. Questa dichiarazione è stata firmata da Papa Francesco «a nome della Chiesa cattolica»: è dunque indispensabile per noi cattolici prendere posizione apertamente contro un testo che di cattolico non ha nulla, per non essere coinvolti in una falsa professione di fede fatta anche “a nostro nome”.
Per quanto firmata dal Papa infatti tale dichiarazione non è un atto magisteriale, e anzi contraddice i dettami stessi del Magistero perenne e della Religione: ecco perché vi possiamo distinguere degli errori e prendere posizione contro.

Il titolo stesso del documento è chiaramente un richiamo a terminologie di stampo massonico: la fratellanza è un tipico concetto delle logge, sostitutivo della carità e della comunione dei Santi (che implicano la Fede cattolica autentica, unica causa di vera unità tra gli uomini); quanto alla “pace mondiale”, feticcio di tutti gli ecumenisti dai tempi del raduno di Assisi 1986, è un mito massonico che giustifica la distruzione di ogni elemento divisivo tra gli uomini, particolarmente del cattolicesimo autentico, e che richiama il titolo e le idee del famoso opuscolo di Kant Per la pace perpetua (1795).

Una "fede" che fede non è

♦ Nella Prefazione si fa menzione di una “fede” in Dio che porterebbe alla fratellanza umana. Vedremo come questa fede non possa essere quella cattolica, ma probabilmente nemmeno quella islamica. In effetti non è una “fede” che possa essere intesa in senso classico, come adesione a una rivelazione esteriore: anzi questa rivelazione è del tutto indifferente, visto che vale tanto per il cristiano (per il quale Dio ha rivelato di essere trino e incarnato) quanto per il musulmano (per il quale Dio ha rivelato di NON essere trino né incarnato). Non è nemmeno il Dio conosciuto dalla semplice ragione, senza ulteriori determinazioni, come vogliono credere alcuni: primo perché si parla di un “Dio” che si rivela alle due religioni, secondo perché si parla di una «grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli», terzo perché vi è almeno una citazione da uno dei libri sacri delle due religioni, ovviamente il Corano. La citazione del versetto 32 della sura 5, fatta propria anche dal Papa come parola di Dio, reciterebbe: «chiunque uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse salvato l’umanità intera». Transeamus sul fatto che tale citazione sia monca e che il Corano esprima in realtà un concetto diverso[1]: fatto sta che ci si riferisce a una sorta di “rivelazione” comune, come afferma anche il passaggio che definisce cattolici e musulmani come «Noi – credenti in Dio, nell’incontro finale con Lui e nel Suo Giudizio».

Il "Dio" dei modernisti

♦ Quale è dunque questo Dio, in nome del quale si fa la dichiarazione? I lettori dell’enciclica Pascendi lo hanno capito da più di cento anni: semplicemente è il “Dio” dei modernisti, il Dio panteistico che vive e parla dentro il sentimento religioso dell’uomo. Un Dio di cui tutte le religioni sono legittime espressioni, perché esternazioni umane e storiche di un’esperienza interiore dell’uomo, non di una rivelazione esterna. I dogmi contradditori delle varie fedi non devono spaventare, se li si capisce come espressioni poetiche che le culture umane hanno elaborato per parlare del divino che è nell’uomo. Certo se si volesse farli corrispondere a verità esistenti all’esterno dell’uomo, allora le religioni diventerebbero pericolosamente contradditorie, come nel Medioevo, e necessariamente violente e fomite di scontro: ma per fortuna non è così, ci dicono il Papa e il Grande Imam. Se vengono capite al modo dei modernisti (ovvero se svuotate di ogni significato reale), le religioni saranno fonte di fratellanza umana. Il vero senso religioso, dice il documento, la vera fede, può portare solo a giustizia e misericordia. Anzi, i «valori religiosi», sempre intesi nel senso vago, sono il rimedio «a una coscienza umana anestetizzata» e al predominio del materialismo: il mondo moderno non deve relegare le religioni tra le subculture, ma tra gli elementi capaci di dare un valido contributo alla società. Riappare chiaramente la funzione “sociale” e strumentale delle religioni (intese sempre nella loro versione modernistica), tanto cara anche a Ratzinger [qui]. È dunque importante il «risveglio del senso religioso[2] … delle nuove generazioni, tramite l’educazione sana e l’adesione ai valori morali e ai giusti insegnamenti religiosi (sic) per fronteggiare le tendenze individualistiche, egoistiche, conflittuali, il radicalismo e l’estremismo cieco in tutte le sue forme e manifestazioni». Ricordiamo sempre che siamo in una dichiarazione comune catto-islamica: quali sono i “giusti insegnamenti religiosi” se non quelli generici e purificati dal modernismo, senza più dogmi se come rivestimento poetico di un’educazione socialmente utile? I capi religiosi, accusati di dividere, si presentano alla politica mondiale come capaci di unire in nome di un senso religioso condivisibile proprio perché indeterminato. Talmente indeterminato da essere formulato con la seguente agghiacciante tautologia: «Il primo e più importante obiettivo delle religioni è quello di credere in Dio, di onorarLo e di chiamare tutti gli uomini a credere che questo universo dipende da un Dio che lo governa, è il Creatore che ci ha plasmati con la Sua Sapienza divina e ci ha concesso il dono della vita per custodirlo». Come si possa pensare di onorare Dio al di fuori della religione cattolica da Lui rivelata, solo un modernista può concepirlo.

Una vacua "religione"

♦ Ecco dunque la professione nell’utilità e innocuità delle religioni (sempre al plurale): «Altresì dichiariamo – fermamente – che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune fasi della storia – dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini per portali a compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità della religione, per realizzare fini politici e economici mondani e miopi. Per questo noi chiediamo a tutti di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione. Lo chiediamo per la nostra fede comune in Dio». Qui l’affermazione grave, oltre a quella della fede comune in “Dio” e del “sentimento religioso” (vedi sopra), riguarda l’idea (estranea alla fede cattolica) che l’esercizio della forza in difesa della fede sia sempre e comunque illegittimo e abusivo. La Chiesa insegna e in certi casi legittimamente proclama la guerra giusta, e questo non è un semplice fatto storico ma una parte essenziale della sua dottrina. Negarla, come negare la liceità della pena di morte, è affermare un’eresia. Qui invece le religioni (sempre al plurale), rivedute e corrette secondo la necessità politica del tempo moderno, possono cambiare i loro contenuti, il Cristianesimo come l’Islam. Perciò (in modo furbescamente contraddittorio) per il Papa sarebbe stato solo opportunismo politico l’aver affermato, per il passato, che la guerra in nome di Dio potesse essere lecita; ma sarebbe vera e pura religione l’affermare, sotto spinta delle opportunità politiche attuali, che non c’è mai guerra lecita in nome della fede.

"Diversità" e "libertà religiosa"... 

♦ Altro punto gravissimo riguarda la riaffermazione del diritto personale alla libertà religiosa, già proclamata dal Concilio e già condannata da numerosi documenti pontifici. Si afferma in particolare, in modo blasfemo, che la diversità di religioni è frutto della «sapiente volontà divina» (così attribuendo a Dio l’errore e la falsità: ma per chi ha capito che si parla del Dio del modernismo, cioè del sentimento religioso dell’uomo, il problema non si pone). Da questa sapiente volontà divina che ha creato la diversità deriverebbe il diritto personale alla libertà di credo e di «essere diversi» (sic). Del resto lo stesso Ratzinger [qui] ci aveva spiegato che la libertà religiosa del Concilio andava intesa proprio così, proprio come un vero diritto personale e inalienabile: «Tra i diritti e le libertà fondamentali radicati nella dignità della persona, la libertà religiosa gode di uno statuto speciale (…) Essa è un bene essenziale: ogni persona deve poter esercitare liberamente il diritto di professare e di manifestare, individualmente o comunitariamente, la propria religione o la propria fede, sia in pubblico che in privato, nell’insegnamento, nelle pratiche, nelle pubblicazioni, nel culto e nell’osservanza dei riti. Non dovrebbe incontrare ostacoli se volesse, eventualmente, aderire ad un’altra religione o non professarne alcuna». Tale affermazione è la contraddizione letterale dell’insegnamento di Gregorio XVI e Pio IX.

In sintesi

In riassunto, il documento di Abu Dabhi pone due punti problematici:

♦ Islam e Cristianesimo hanno in comune lo stesso Dio, quindi i dogmi sulla Divinità del Cristo o la Trinità sono irrilevanti, perché dello stesso Dio possono essere affermate o negate queste verità senza che questo ponga problemi. Questo è spiegabile avendo capito la teoria modernista su Dio e sulla fede come sentimento religioso, che può quindi legittimamente esternarsi in formule contraddittorie, proprio perché espressione di sentimento e non di realtà esteriori all’uomo.

♦ Le religioni, opportunamente adattate alle necessità attuali del mondo, possono cooperare al bene comune (fratellanza) degli uomini, anzi sono un’importante fattore di quest’opera di costruzione del nuovo mondo di pace.

Una triste continuità nell'errare

Sono concetti nuovi, inediti, usciti dalla perfida mente di Papa Bergoglio? No. Li ritroviamo letteralmente espressi da Giovanni Paolo II in numerose occasioni. Qualche citazione:

Discorso del 29 novembre 1979 ai cattolici di Ankara (Turchia): «Oggi voi, cristiani residenti qui in Turchia, avete la sorte di vivere nel quadro di uno Stato moderno, che prevede per tutti la libera espressione della fede senza identificarsi con nessuna, e con persone che nella grande maggioranza, pur non condividendo la fede cristiana, si dichiarano “obbedienti a Dio”, “sottomessi a Dio”, anzi “servi di Dio”, secondo le loro stesse parole, che coincidono con quelle di San Pietro già citate (cf. 1Pt 2,16); essi, dunque, condividono con voi la fede di Abramo nel Dio unico, onnipotente e misericordioso. Voi sapete che il Concilio Vaticano II si è pronunciato apertamente su questo argomento, e io stesso nella mia prima enciclica Redemptor Hominis ho ricordato “la stima che il Concilio ha espresso verso i credenti dell’Islam, la cui fede si riferisce anche ad Abramo” (Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis, 11)». Non solo quindi lo stesso Dio, ma addirittura le definizioni coraniche del musulmano come “servo di Dio” corrisponderebbero a quelle del cristiano secondo san Pietro. E continua, con termini e concetti pressoché identici a quelli della dichiarazione di Abu Dabhi: «Miei fratelli, quando penso a questo patrimonio spirituale e al valore che esso ha per l’uomo e per la società, alla sua capacità di offrire soprattutto ai giovani un orientamento di vita, di colmare il vuoto lasciato dal materialismo, di dare un fondamento sicuro allo stesso ordinamento sociale e giuridico, mi domando se non sia urgente, proprio oggi in cui i cristiani e i musulmani sono entrati in un nuovo periodo della storia, riconoscere e sviluppare i vincoli spirituali che ci uniscono, al fine di “promuovere e difendere insieme, come ci invita il Concilio, i valori morali, la pace e la libertà” (Ivi). La fede in Dio, professata in comune dai discendenti di Abramo, cristiani, musulmani ed ebrei, quando è vissuta sinceramente e portata nella vita, è sicuro fondamento della dignità, della fratellanza e della libertà degli uomini e principio di retta condotta morale e di convivenza sociale. E vi è di più: in conseguenza di questa fede in Dio creatore e trascendente, l’uomo sta al vertice della creazione. È stato creato, si legge nella Bibbia, “a immagine e somiglianza di Dio” (Gen 1,27); benché sia fatto di polvere, si legge nel Corano, libro sacro dei Musulmani, “Dio gli ha insufflato il suo spirito e l’ha dotato di udito, vista e di cuore”, cioè di intelligenza (Sura, 32,8)». Già allora, Bibbia e Corano sono citati alla pari.

Discorso del 19 maggio 1985 alla comunità musulmana di Bruxelles: «Cristiani e musulmani, ci incontriamo nella fede al Dio unico, nostro Creatore, nostra guida, nostro giudice giusto e misericordioso. Noi tutti ci sforziamo di mettere in pratica nella nostra vita quotidiana la volontà di Dio seguendo l’insegnamento dei nostri rispettivi libri santi. Noi crediamo che Dio trascende il nostro pensiero e il nostro universo e che la sua presenza d’amore ci accompagna ogni giorno. Nella preghiera ci mettiamo in presenza di Dio per adorarlo e rendergli grazie, per chiedere perdono delle nostre colpe e ottenere il suo aiuto e la sua benedizione». Il discorso continua sulla necessità di emulazione tra credenti nelle opere buone, perché tutta la società ne benefici.

Discorso del 19 agosto 1985 ai giovani musulmani nello stadio di Casablanca (Marocco): «Cristiani e musulmani, abbiamo molte cose in comune, come credenti e come uomini. Viviamo nello stesso mondo, solcato da numerosi segni di speranza, ma anche da molteplici segni di angoscia. Abramo è per noi uno stesso modello di fede in Dio, di sottomissione alla sua volontà e di fiducia nella sua bontà. Noi crediamo nello stesso Dio, l’unico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea i mondi e porta le sue creature alla loro perfezione. È dunque verso Dio che si rivolge il mio pensiero e che si eleva il mio cuore: è di Dio stesso che desidero innanzitutto parlarvi; di Lui, perché è in Lui che noi crediamo, voi musulmani e noi cattolici, e parlarvi anche dei valori umani che hanno in Dio il loro fondamento, questi valori che riguardano lo sviluppo delle nostre persone, come pure quello delle nostre famiglie e delle nostre società, nonché quello della comunità internazionale» (…) «Credo che noi, cristiani e musulmani, dobbiamo riconoscere con gioia i valori religiosi che abbiamo in comune e renderne grazie a Dio. Gli uni e gli altri crediamo in un Dio, il Dio unico, che è pienezza di giustizia e pienezza di misericordia; noi crediamo all’importanza della preghiera, del digiuno e dell’elemosina, della penitenza e del perdono; noi crediamo che Dio ci sarà giudice misericordioso alla fine dei tempi e noi speriamo che dopo la risurrezione egli sarà soddisfatto di noi e noi sappiamo che saremo soddisfatti di lui». Non si può non notare la corrispondenza quasi letterale con i passaggi più controversi e problematici del documento di Abu Dabhi. I commenti sono superflui.

♦ Parole del tutto simili furono pronunciate da Papa Wojtyla in Senegal il 22 febbraio 1992, a Cartagine in Tunisia il 14 aprile 1996, a Sarajevo il 13 aprile 1997…

Il fomite è nei documenti conciliari

♦ La fonte di tutti questi discorsi, come ha chiaramente affermato Papa Francesco, sta nel Concilio Vaticano II, e precisamente nella sua lettera, non solo nel famigerato “spirito”. Papa Francesco può a pieno titolo rivendicare di non essersi mosso un millimetro dal Concilio (né, come abbiamo visto, da Giovanni Paolo II), perché il Concilio era già abbastanza “avanti”.

Riportiamo qui il passaggio di Nostra aetate n. 3, già citato da Giovanni Paolo II stesso:
«La Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano (“insieme con noi”, si legge in un altro testo del Concilio, la Costituzione Lumen Gentium [n. 16]) il Dio unico, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini; essi si sforzano di sottomettersi con tutto il cuore ai suoi decreti anche misteriosi, come si è sottomesso Abramo, al quale la fede islamica si riferisce volentieri. Venerano Gesù come profeta, pur non riconoscendolo Dio, onorano la sua Madre verginale, Maria, che talvolta invocano devotamente. E attendono il giorno del giudizio, quando Dio darà la ricompensa a tutti gli uomini risuscitati. E per questo tengono in onore la vita morale e si rivolgono a Dio moltissimo, con la preghiera, le elemosine e il digiuno».
Al n. 5 si ricorda che ogni forma di discriminazione tra gli uomini, anche su base religiosa, deve essere condannata, perché tutti gli uomini sono fratelli. Nel citato discorso di Casablanca, Giovanni Paolo II fa riferimento proprio a questo paragrafo conciliare per dire che la Chiesa «afferma che tutti gli uomini, specialmente gli uomini di fede viva, devono rispettarsi, superare ogni discriminazione, vivere insieme e servire la fraternità universale».

In conclusione

♦ Appare chiaro quanto la dichiarazione di Abu Dabhi si allontani non solo e non tanto dalla fede cattolica, quanto dalla stessa concezione classica di “fede” e di “rivelazione” per assumere un senso palesemente modernistico e quindi gnostico, in cui Dio appare puro frutto di elaborazioni umane, considerando il contenuto contraddittorio delle religioni “rivelate” come totalmente irrilevante;

♦ Appare come le religioni vengano presentate come puro servizio umano alla massonica “fratellanza” universale, come animazioni spirituale delle necessità di un mondo nuovo;

♦ Abbiamo mostrato come la chiesa conciliare persegua esplicitamente tali ideali almeno dal 1965, e come da quella concezione non ci si sia spostati, per dirla con Papa Bergoglio, nemmeno di un millimetro. - [Fonte]
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[1] Questo il testo completo: «Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. I Nostri messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla terra. La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso» (5, 32-33)

[2] Secondo la tipica terminologia modernista, il “senso religioso” insito nell’uomo è la fonte della fede, non la rivelazione di un Dio trascendente.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

«chiunque uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse salvato l’umanità intera»

Un pensiero simile era presente in un film o documentario sulla Shoah.

Anonimo ha detto...

La nausea per un mondo “corretto”

Ma quando finirà la dittatura del politicamente corretto? Passano gli anni, cambiano i governi, insorgono i popoli. Ma da Hollywood a Sanremo, dalla tv ai premi letterari, dai fatti di cronaca alla storia adattata al presente, la dominazione prosegue incurante della vita, della verità e della realtà. Il copione si ripete, all'infinito.
Marcello Veneziani

Anonimo ha detto...

anonimo 7,19 infatti chi uccide un cristiano fa opera meritoria sia per l'islam che per il talmud. Ma Gesù è stato chiaro: chi crede in ME (Dio rivelatoSI) si salva, chi NON crede in ME si danna, e credere vuol dire cambiare vita prioritariamente, il che con i chiar di luna sodomiti si vede per niente e neppure con le novità , diventate essenziali nella nuova religione, tanto che il non accettarle è l'unico peccato contro lo spirito santo (questo però non è lo Spirito Santo) e queste cose si sentono localmente, non solo dai biancovestiti che erano vescovi al tempo dei GP I e II ma ora non si sa cosa sono, o meglio si constata che non sono cattolici, come giustamente disse il firmatario della dichiarazione . L'anticristo nasce da un vescovo e da una ebrea falsa religiosa, dice Maria Ss a La Salette, dalla gnosi talmudica e dall'eresia dei vescovi non papi.

Japhet ha detto...

L'Islamismo progredisce in Europa e gli atteggiamenti di Bergoglio lo favoriscono.

“La Francia è una bomba di islamismo e correttezza politica” dichiara lo scrittore algerino Boualem Sansal a Le Figaro, mentre guarda con apprensione al suo paese che ribolle di proteste. “In alcuni distretti, la Francia è un'aspirante repubblica islamica. È una grande preoccupazione per noi, i sopravvissuti algerini dell'incubo: dove fuggiremo? Una nuova destabilizzazione sarà terribile per la Francia. Nello stato di frattura sociale e politica in cui si trova, potrebbe esplodere e affondare”. C’è nessuno in ascolto?

Anonimo ha detto...

A Como, tre albanesi e due marocchini hanno sequestrato 4 minorenni e ne hanno stuprata una. Questa violenza sulle donne continua a non essere denunciata. Le femministe sono le migliori alleate degli stupratori immigrati. http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/branco-azione-como-cinque-ragazzi-tre-origine-albanese-due-196991.htm

Anonimo ha detto...

Il discorso è semplice e molto triste al contempo: mentre la gerarchia cattolica, nonostante i suoi limiti che poi sono i limiti dell'umano, nel passato esprimeva una pastoralità cattolica e cristiana (il vescovo era veramente a capo del suo popolo credente), oggi pare che non sia più così. Un vescovo o un papa non sembrano più l'espressione di un popolo credente, i pastori di tale popolo ma i deviatori o i capi di un movimento che non solo non è più cattolico ma neppure cristiano.
E qui sono i cristiani che devono farsi sentire! Chi mai permetterebbe che i suoi possedimenti venissero venduti o rovinati a sua insaputa? Qualche genitore permetterebbe che il proprio figlio gli vendesse di nascosto la casa? I papi incontrano gente non cristiana, firmano con loro trattati e convenzioni, formulano documenti senza sentire minimamente il popolo credente e questo... lascia fare?!?!? Il clero non è il padrone della Chiesa ma il servitore e il popolo ha il diritto di sentirsi servire e confermare nella fede. Ora tutto questo non accade poiché, in effetti, è in atto non solo una deviazione ma una vera e propria rivoluzione. Ma stravolgere la Chiesa non è altro che stravolgere, senza permesso, il bene più prezioso che vive nell'anima dei fedeli, è far loro la più volgare e brutale violenza!

Japhet ha detto...

L'ultima bergoglionata su La Stampa di oggi

Per fare oltrepassare al dialogo tra ebrei e cristiani «le frontiere della comunità scientifica» sarebbe bello che «nella stessa città rabbini e parroci lavorassero insieme, con le rispettive comunità, al servizio dell’umanità sofferente e promuovendo vie di pace e di dialogo con tutti»: lo ha suggerito Papa Francesco nell’udienza riservata ad un convegno che si svolge a Roma per commemorare il 50esimo anniversario della morte del cardinale Agostino Bea, che, ha ricordato il Pontefice, «pur accusato e calunniato» portò avanti con perseveranza il suo lavoro per il dialogo.

Japhet ha detto...

Leggere anche il resto!

https://www.lastampa.it/2019/02/28/vaticaninsider/papa-francesco-sarebbe-bello-che-rabbini-e-parroci-lavorassero-insieme-VfGPk5Bn6NtHBtwp3ijxvM/pagina.html

Alessandro Mirabelli ha detto...

Chiedo agli internauti:
In Egitto, dove ha sede l'Università di al Azar, i copti da secoli costituiscono una minoranza combattiva e che conosce bene cos'è l'islam.
Secondo voi, il Papa copto di Alesandria, Teodoro II, avrebbe firmato una dichiarazione del genere?

Alessandro Mirabelli ha detto...

Correlata indirettamente a questa dichIrazione congiunta sta il finanziamento alla CEI.
Battere e ribattere da oggi e fino alla fine di giugno e fino alla nausea sul boicottaggio dell8 X 1000 alla CEI .

Anonimo ha detto...

Guardate chi predicherà gli esercizi del papa...

https://rivistacontrorivoluzione.blogspot.com/2018/10/nuove-tendenze-clerical-chic-di-filippo.html

Anonimo ha detto...

Sette moschee sono state chiuse perché accusate di "apologia del terrorismo, odio e discriminazione". È quanto emerge dal rapporto del ministero degli Interni francese dopo il giro di vite sui luoghi di culto a rischio jihadismo. E i risultati ci sono. Infatti l'intelligence nota un profondo cambiamento nei quartieri dove le moschee sono state chiuse.

Anonimo ha detto...

Dalla seconda lettera di Giovanni - versetti 7-10.
Gli anticristi
Perché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l'anticristo ! Fate attenzione a voi stessi , perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo , non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina possiede il Padre e il Figlio.
Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo ; perché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse.

SACRA BIBBIA DELLA CEI 1971.

Anonimo ha detto...

C'est trop tard.

Anonimo ha detto...

La follia che non fa più scandalo. La più grande cattedrale cattolica d'Olanda – che stava lì da 500 anni – sarà venduta a 1 euro al vicino museo. Fossi Papa Francesco, oltre che a Lampedusa, ogni tanto me lo farei un giro nel cuore della vecchia Europa, lì dove il cristianesimo è diventato storia, nazioni, identità, civiltà, cultura, da Carlo Magno in poi, e dove sta venendo giù tutto. La resa dei conti arriverà anche per questi cardinali che passano metà del proprio tempo a difendersi in tribunale dalle accuse di pedofilia e l'altra metà a recitare il vangelo dell'accoglienza.
Giulio Meotti

Anonimo ha detto...

Quando l'Onu ha stabilito che il Muro del Pianto non c'entra niente con gli ebrei ma solo con gli islamici ha proclamato una bestialità antistorica talmente eclatante che gli ha fatto perdere anche la più piccola credibilità.
Come dire che il Colosseo non c'entra nulla con l'Italia e la sua storia: più o meno siamo a quel livello lì.
In attesa che qualcuno si degni di scusarsi con gli ebrei e mostri segni di un ritrovato senso della ragione, tutto quello che dice e stabilisce l'Onu vale meno di zero.

La vera centrale dell’antisemitismo odierno? L’Onu
( di Giovanni Sallusti )

"Né quei pochi dementi dei nostalgici nazi, né i barbari populisti additati dall’establishment, e nemmeno solo l’islamo-gauchisme delle banlieu francesi, che è piuttosto un derivato. Se volete trovare la vera centrale dell’antisemitismo contemporaneo, dovete recarvi al 760 United Nations Plaza, New York, Palazzo di Vetro. La sede dell’Onu.

Un carrozzone multiculti ormai saldamente in mano a teocrazie islamiste e autoritarismi vari, che ha accusato Israele di “crimini contro l’umanità”, per la risposta militare ai reiterati tentativi di violare la frontiera con la forza durante le proteste nella striscia di Gaza del maggio scorso. Molti dei morti furono riconosciuti come propri membri da Hamas, il gruppo terrorista che ha nel proprio statuto costitutivo la distruzione dello Stato ebraico, e che in quei giorni spingeva i palestinesi ad invadere il suolo israeliano, immaginiamo non per impostare un dibattito sul pluralismo religioso. La commissione che accusa Tel Aviv, “indipendente” secondo la dicitura prestampata dei giornaloni nostrani, è stata incaricata dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu, un grazioso ossimoro per indicare un consesso dove 27 Paesi su 45 sono dittature, tra cui storiche patrie del diritto come il Qatar, la Cina, l’Arabia Saudita (che ha persino avuto la presidenza!).

Gli Stati Uniti ne sono recentemente usciti, in quanto ormai “fogna della faziosità politica”, secondo le parole dell’ex ambasciatrice Nikki Haley. Dove la faziosità è ovviamente antioccidentale, e anzitutto anti-israeliana. Per darle il peso oggettivo dei numeri: 70 risoluzioni approvate contro l’unica democrazia del Medio Oriente, 7 contro il regime liberticida degli ayatollah iraniani, una contro i tagliateste dello Stato islamico. Forse, un lieve pregiudizio antisemita circola, nel prestigioso foro.

Del resto, parliamo dello stesso Onu che sotto la voce ipocrita di “fondi per lo sviluppo dei Territori palestinesi” da anni finanzia Hamas, e quindi de facto i tunnel scavati per portare attentati e morte nelle viscere d’Israele e i razzi lanciati a getto continuo sui suoi civili (spesso più di 100 al giorno, ma non li trovate mai nei giornali e nei tiggì mainstream). Lo stesso Onu che tramite la sua agenzia Unesco arrivò a stabilire che il Muro del Pianto è un sito sacro solamente musulmano, che non c’entra nulla con l’ebraismo, una rilettura storica di cui andrebbe fiero il dottor Goebbels. Eccoli, i nuovi antisemiti".

Giovanni Sallusti, 1 marzo 2019, dal blog di Nicola Porro.

Anonimo ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/milano/clochard-affamato-ruba-filetto-branzino-piatto-cliente-e-1655333.html
La Caritas era chiusa per inventario ?

Anonimo ha detto...

Il clochard era bianco, quindi niente Caritas, il muro del pianto è quello che resta della fortezza romana Antonia, documentarsi prima di scrivere, poi su Israele stato ci sarebbe molto da dire, ma non si può.......