Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 28 agosto 2019

Benedetto XVI: «Nelle reazioni al mio testo Dio non appare affatto»

È evidente che il pensiero di Benedetto XVI, affidato a poche righe riportate di seguito, ha una forte valenza, che conferma la sua chiara critica al modo con cui in Vaticano è stata considerata e gestita la questione degli abusi, di cui al documento: La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali . Una critica che si estende anche alla teologia odierna che ha provocato la drammatica crisi della fede che stiamo attraversando. Tuttavia ci si chiede come possa aspettarsi di essere ascoltato chi non lo era neppure da regnante, tant'è che ha abdicato certo non solo per questo; ma ha riconosciuto la sua debolezza che, sostanzialmente, era impotenza a fronteggiare una situazione non più gestibile e nel cui innesco non manca anche una sua responsabilità, se pensiamo al concilio e agli effetti della sua applicazione.
CITTÀ DEL VATICANO, 27 agosto 2019/ 9:00 AM (ACI Stampa) - “Per quanto posso vedere, nella maggior parte delle reazioni al mio contributo, Dio non appare affatto, e perciò non viene affrontato proprio quello che volevo sottolineare come il punto chiave della questione”.
Così il Papa emerito Benedetto XVI risponde con poche righe pubblicate da Herder Korrespondenz ad alcune delle critiche scaturite dal suo testo di riflessione sulla questione degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica [qui - vedi anche]
“Il contributo della Signora Aschmann ("La vera sofferenza cattolica al 1968, HK, luglio 2019, 44-47), nonostante la sua unilateralità - si legge nel numero di settembre della rivista - può ispirare ulteriori riflessioni, ma come risposta alla mia pubblicazione sul Clergy Paper on the Abuse Crisis (No. 4/2019, 75-81) tuttavia è insufficiente e tipico del deficit generale nella ricezione del mio testo.
Mi sembra che nelle quattro pagine dell'articolo della Signora Aschmann non appaia la parola Dio, che ho posto al centro della questione. Ho scritto, "Un mondo senza Dio può essere solo un mondo senza significato" (78). "La società occidentale è una società in cui Dio è assente dal pubblico e non ha altro da dire. Ed è per questo che è una società in cui la misura dell'umanità si perde sempre più "(79).
Per quanto posso vedere, nella maggior parte delle reazioni al mio contributo, Dio non appare affatto, e perciò non viene affrontato proprio quello che volevo sottolineare come il punto chiave della questione. Il fatto che il contributo di Aschmann trascuri il passaggio centrale della mia argomentazione proprio come la maggior parte delle reazioni di cui sono venuto a conoscenza mi mostra la gravità di una situazione in cui la parola Dio sembra spesso emarginata nella teologia”.
Nel commentare il documento dicevo che è già notevole che, nella temperie in cui siamo, abbia ritenuto far sentire la sua voce e abbia voluto render pubblico un suo contributo, dal momento che era stato ignorato dall'Assise e da chi la pilotava. Una riflessione che riteneva indispensabile per come stavano andando le cose in vista dell'incontro dei vescovi (21 al 24 febbraio 2019) sugli abusi, di cui ci siamo ampiamente occupati. Ne estraggo una 'perla' colta al volo: 
"Ci sono beni che sono indisponibili. Ci sono valori che non è mai lecito sacrificare in nome di un valore ancora più alto e che stanno al di sopra anche della conservazione della vita fisica. Dio è di più anche della sopravvivenza fisica. Una vita che fosse acquistata a prezzo del rinnegamento di Dio, una vita basata su un’ultima menzogna, è una non-vita. Il martirio è una categoria fondamentale dell’esistenza cristiana".

37 commenti:

Catacumbulus ha detto...

Ovviamente c'è un valore intrinseco al fatto in sé. Sempre più mi rendo conto che il valore della vita di un intellettuale non può mai misurarsi rispetto al successo nell'attualità. La cultura della verità è come un deposito che viene messo a disposizione delle singole libertà che vi si rivolgono (sempre una élite dell'élite), al di sotto delle tempeste e delle agitazioni che si svolgono alla superficie delle cose. Dunque l'importante è seminare. E quanto viene detto da Benedetto XVI, qui, e non è una novità, è importantissimo, poiché il concetto secondo cui a fondamento del "buon vivere" (etica) sta Dio, è una verità che si è persa anche all'interno delle università cattoliche. Kant ha infine trionfato (in superficie) e si parla solo di "autonomia della morale" dalla metafisica (in particolare dalla teologia razionale) anche in campo tomista!!! Il radicamento di tutto in Dio e la critica fondamentale, di conseguenza, alla cultura del relativismo, sono due punti assolutamente validi del magistero di Benedetto XVI.

Anonimo ha detto...

la teologia 'del sentimento' ha provocato il lassismo morale, da cui gli abusi, e la fede in Dio è svanita al sol dell'uomo.

mic ha detto...

"autonomia della morale" dalla metafisica

Se la morale non discende dalla fede, siamo ancora al discorso della Legge prima che il Signore venisse a redimerci, con l'aggravante che l'antropocentrismo, alla fine, sfocia nel nichilismo e nell'anomia....

Anonimo ha detto...

Una sedicente teologia pone la salvezza dell'uomo nelle mani dell'uomo: scaturita dalla "logica" del peccato originale, la ricetta proposta diversifica gli ingredienti, ma il piatto che poi viene servito ha lo scopo di eliminare Dio dalla scena.

Per questa ideologia che mescola con leggerezza il vegano, il gluten-free, il sincretismo, il relativismo e la pretesa di definire ancora teologi (e cattolici) certi suoi professori, il peccato non è più tale, tutto è immanenza, niente è sacro, non c'è trascendenza e così tutto è riportato ad una disponibilità sulla verità, fino a riplasmarla, prometeicamente.

L'erosione del senso delle cose permette di varcare la soglia dell'indisponibile per impadronirsene, modificandolo a piacimento.

Esito disastroso, incapace di affrontare la realtà e soprattutto di fare i conti con il marcio che la abita e la corrompe. Perciò nelle quattro pagine dell'articolo della Signora Aschmann non appare la parola Dio, che Benedetto XVI ha posto al centro della questione.

"Un mondo senza Dio può essere solo un mondo senza significato".
"La società occidentale è una società in cui Dio è assente dal pubblico e non ha altro da dire. Ed è per questo che è una società in cui la misura dell'umanità si perde sempre più".

La "perla" è davvero preziosa: "Ci sono beni che sono indisponibili. Ci sono valori che non è mai lecito sacrificare in nome di un valore ancora più alto e che stanno al di sopra anche della conservazione della vita fisica. Dio è di più anche della sopravvivenza fisica. Una vita che fosse acquistata a prezzo del rinnegamento di Dio, una vita basata su un’ultima menzogna, è una non-vita. Il martirio è una categoria fondamentale dell’esistenza cristiana".

La Chiesa partoral-pastoralista è in evidente difficoltà su questo...
Tuttavia il Cielo non ci priva delle scintille che da sotto la cenere dicono "fuoco vivo".

mic ha detto...

Fa notizia pure sulla stampa_

“La situazione è grave”. Firmato Ratzinger
Torna Benedetto XVI e avverte: “La società occidentale non parla più di Dio”
ilfoglio.it/chiesa/2019/08/28/news/la-situazione-e-grave-firmato-ratzinger-271170/

Anonimo ha detto...

in tema o fuori tema...non è mia intenzione innescare una bomba, ma l'assenza di Dio è ormai l'aria che si respira nel mondo e nella chiesa, fatta da uomini che non vengono certo da Marte!
E l'assenza di Dio invade ogni campo: dalla politica alla religione, ad ogni aspetto della vita.
l'assenza di Dio, tradotta in un "cambiamento di Dio" secondo natura (questo è il modernismo! dio piegato, cambiato secondo la natura dell'uomo) è quasi all'apice. Cosa sono certe teorie se non un creare un dio a proprio uso e consumo, svicolati dalla divina rivelazione e dalla tradizione della chiesa?
Rattrista che la resistenza a questa corsa verso l'abisso non abbia preso corpo negli anni in un movimento unito e compatto. Ho l'impressione che anche lì, quest'aria malsana e superba dell'assenza di Dio-zero unità-zero obbedienza, abbia fatto e faccia i suoi danni.

La bomba:
Nell'ultimo video di don Minutella (cosa succederà alla morte di Benedetto XVI?) pare proprio che si autocandidi al papato per elezione da parte del popolo.
Siamo alla follia.
Dice cose giuste, parte da premesse esatte, valutazioni appropriate...ma la conclusione da dove parte?

Catacumbulus ha detto...

Se la morale non discende dalla fede

Concordo, anche se ritengo fondamentale mantenere ben chiara la distinzione armonica tra l'ordine del soprannaturale (fede, teologia) e quello naturale (filosofia), che viene perfezionato dal primo. Un'altra forma di "autonomia" (leggi: ribellione al Vero) è lo sganciare la fede dai suoi "preambula", come avviene oggigiorno, quando si rende autonoma un prassismo fideistico sganciato dalla dottrina (la quale comprende anche le basi date da una buona filosofia).

mic ha detto...

Nell'ultimo video di don Minutella...

Ho smesso da tempo di occuparmi di un fenomeno su cui ho molte riserve, anche se mi rendo conto, con rammarico, che trascina molte persone.
Da quel che dice mi pare c'è di che preoccuparsi...

Anonimo ha detto...

San Giacomo afferma che la fede si vede dalle opere e le opere sono secondo la morale che si possiede. Un Dio generico citato da un pontefice emerito non mi soddisfa, penso che la Trinità sia stata adombrata anche grazie a lui, ma è la Redenzione operata dal Figlio, col Padre e lo Spirito Santo il Dio vero che salva. Non mi interessano i grandi architetti, ovvero demoni.

Anonimo ha detto...

Su certe opinioni fallaci di Ratzinger, leggere l'inizio dell'articolo.
https://www.radiospada.org/2019/08/s-agostino-i-re-devono-servire-dio-difendere-la-vera-religione-e-punire-gli-eretici/

Gederson Falcometa ha detto...

"Un mondo senza Dio può essere solo un mondo senza significato" (78). "La società occidentale è una società in cui Dio è assente dal pubblico e non ha altro da dire. Ed è per questo che è una società in cui la misura dell'umanità si perde sempre più "(79).

Il mondo sempre è stato senza Dio (1 Gv 5, 19 - Gc 4, 4), per questo è stato sempre considerato uno dei tre nemici del cristiano. Il problema è stato quello di aggiornare la Chiesa al mondo moderno. Ora, per fare un'aggiornamento esiste il bisogno di assorbire la cultura in base alla quale se vuole fare questo aggiornamento... Se tratta di fare la famosa inculturazione. Così se può domandare, ad esempio: la Chiesa è stata invasa dal maggio 68 o è voluto fare un'aggiornamento anche a cultura natta in quello tempo? Oggi se vede chiaramente lo stesso processo con la cultura gay. Il punto a considerare è: quale il limite dell'aggiornamento (inculturazione)? Quale sono i suoi criteri?

Benedetto XVI, nel suo famoso discorso 22 diciembre 2005, afferma che la Chiesa ha fatto sua la legge della libertà religiosa dello Stato Moderno, e così ha recuperato un precioso patrimonio. Ora, se ha recuperato un patrimonio del depositum fidei è perchè l'aveva perso. Quindi, la Chiesa, guardiana del depositum fidei, per recuperare questo patrimonio ha dovuto dare assenso di fede divina e cattolica ad una legge civile dello Staico laico? Questo non è stato accaduto tramite il dialogo della nouvelle théologie che è il mezzo di realizzazione dell'inculturazione? Una volta che se è trovato un patrimonio del depositum fidei, al di fuori della Chiesa, che cosa impedisce di pensare che ci sono altri punti del depositum fidei perduti in altre culture e religioni? In questo punto il problema non è un mondo senza Dio e sì una Chiesa che ricerca Dio in altri culture e religioni. Percchè, una volta riconosciuta la legge della liberta religiosa dello Stato moderno, come parte del depositum fidei, se riconosce che i Papi che gli hanno condannato hanno sbagliato e che questo Stato Moderno è un rappresentante di Dio (in quanto depositario di una dottrina contenuta nella rivelazione). Alla fine aprirono la scatola di Pandora...

Anonimo ha detto...

Joseph Ratzinger è dotato di una straordinaria ironia: è come se dicesse ad un'assemblea formata da saccenti armatori, ammiragli, pescatori, velisti e bagnini, chiamati a far fronte a gravi problemi riguardanti spiagge, imbarcazioni e pesci, che non nominano mai il mare...

E' fatto così: non alza la voce, non accusa veemente questo o quello. Fa semplicemente emergere l'illogicità, l'insipienza, l'ipocrisia, la poca sapienza della dittatura del relativismo... Mostra il ridicolo di chi crede di saperla lunga. Impugnare la verità conosciuta è uno dei peccati imperdonabili contro lo Spirito santo, che è fonte di "cioia".
Si vede perciò con quanta finezza spirituale la "cioia" smaschera tristi trame e manovratori.

Anonimo ha detto...

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/vaticano_papa_francesco_ratzinger_pedofilia_68-4698676.html

Ratzinger rompe di nuovo la clausura per difendersi dalle critiche sul '68 e gli abusi nella Chiesa

Pensare che aveva promesso di rispettare la clausura e il ritiro, di non interferire nella vita della Chiesa, di vivere appartato e, soprattutto, di non parlare. Il Papa emerito, già Benedetto XVI, deve avere di nuovo cambiato idea, visto che ancora una volta il suo pensiero sta facendo il giro del mondo. Dalla sua palazzina di mattoni rossi in cui vive sulla sommità del Colle Vaticano con don Georg Gaenswein e cinque suore laiche, il teologo Joseph Ratzinger ha affidato un suo scritto ad una rivista tedesca. Un po’ come aveva già fatto a marzo con il pamphlet inviato ad un periodico bavarese, Klerusblatt e ai vertici della Santa Sede a proposito del summit sulla pedofilia in cui radiografava gli ultimi 50 anni, vedendo nel '68 l'origine del male, e scrivendo che: «Tra le libertà che la Rivoluzione del 1968 voleva conquistare c'era anche la completa libertà sessuale, che non tollerava più alcuna norma». E che «della fisionomia della Rivoluzione del 1968 fa parte anche il fatto che la pedofilia sia stata diagnosticata come permessa e conveniente».
Una lettura di quel periodo storico che gli ha scaricato addosso una montagna di critiche alle quali, ad alcuni mesi di distanza, ha replicato con un altro contributo scritto affidato stavolta a «Herder Korrespondenz» di settembre. «Per quanto posso vedere - scrive Ratzinger -, nella maggior parte delle reazioni al mio contributo, Dio non appare affatto, e ciò non discute esattamente ciò che volevo enfatizzare come il nocciolo della domanda».  Il Papa emerito parla di «deficit generale nella ricezione del mio testo». In particolare rivolgendosi alla storica Birgit Aschmann che gli aveva rivolto articolate critiche. «nelle quattro pagine dell'articolo della signora Aschmann non compare la parola Dio, che ho posto al centro della questione». «La maggior parte delle reazioni che mi sono note mi mostra la gravità di una situazione in cui la parola Dio in teologia sembra addirittura essere spesso emarginata».

Anonimo ha detto...

Per me qualcuno farnetica, scusate, come avete inteso la catechesi di don Minutella sulla morte di Benedetto? Lui si riferiva alla preoccupazione per il fatto che attualmente i papabili sono tutti della stessa pasta progressista di Francesco. Non aveva secondi fini come intendete voi. Se non siete in grado di discernere quel che dice, non ascoltatelo nemmeno, non ha bisogno di voi.

Gederson Falcometa ha detto...

"Domanda: Pensa che la teologia di Joseph Ratzinger potrebbe essere una via d’uscita dalla crisi della Chiesa?

Mons. Livi: Assolutamente no. A causa di ciò che ho già detto. Già nella «Introduzione al Cristianesimo» egli dimostrava una cultura cattolica sotto l’influenza della cultura protestante, e nella teologia egli agiva già sulla base della scelta di combattere il neo-tomismo e la neo-scolastica, con i loro preambula fidei e la teologia naturale. Secondo lui, si passa direttamente dall’ateismo alla fede, cosa che, dogmaticamente, la Chiesa non accetta, come afferma il concilio Vaticano I; l’enciclica Fides et ratio dice il contrario. Non si passa dall’ateismo alla fede, si passa dalla conoscenza naturale di Dio alla fede, solo attraverso i preambula fidei, se si cerca la salvezza e si ha la possibilità di comprendere la giustezza del messaggio di Cristo.
Comunque sia, mi sembra che il pensiero di Ratzinger possa essere criticato come teologo; altra cosa è la sua azione pastorale come Prefetto della Congregazione per la Fede e poi come Papa. Come Papa ha fatto molto poca pastorale dogmatica, ha fatto della pastorale che io chiamo «letteraria». Ha prodotto dei documenti che derivano più dalla teologia che dal magistero. Se si fa della teologia e si mette il proprio lavoro sullo stesso piano di quello dei teologi, non si fa più del magistero, che consiste nel riproporre il dogma e spiegarlo. Le sue encicliche sono al 90 % della pura teologia ed egli ha impiegato una gran parte del suo pontificato a scrivere i tre volumi del «Gesù diNazareth».

Domanda: Nel 2005, il cardinale Ratzinger ha detto che i non credenti vivono anch’essi come se Dio esistesse. Com’è possibile questo?

Mons. Livi: Con il più grande rispetto per il cardinale Ratzinger – che in seguito ha ripetuto la stessa cosa come Papa – si tratta di una sciocchezza. Non si può presentare agli uomini l’esistenza di Dio come fosse un’ipotesi. Questo è solo fideismo. L’esistenza di Dio è una certezza e bisogna richiamare gli uomini alla sincerità del loro cuore, che dice loro che Dio esiste e che hanno il dovere di cercare sempre il vero Dio che si manifesta nella storia. Questo discorso, Ratzinger l’ha sempre fatto parlando alle istituzioni politiche, economiche e sociali, perché egli si preoccupa giustamente per la dottrina sociale della Chiesa e per il bene comune, cioè per la giustizia sociale. Egli diceva che le persone che lavorano in politica, in economia e per la giustizia sociale, se non accettano l’esistenza di Dio e ancor più la fede cristiana, dovrebbero tuttavia mantenere questa ipotesi dell’esistenza di Dio. Il che non ha né capo né coda! Colui che ammette l’ipotesi – sia il Papa sia gli atei – nega una verità sapendo che è una verità. Nessuno può convincermi che vi sia veramente qualcuno che, apoditticamente, neghi l’esistenza di Dio.In Francia, negli anni sessanta, Étienne Gilson, mio maestro, scrisse un libro, L’Athéisme difficile, nel quale affermava che per un filosofo è impossibile affermare che Dio non esiste. La fonte della filosofia mondiale, che viene dalla Grecia, parte dal presupposto che Dio esiste". L'eresia al potere, Mons. Antonio Livi

Anonimo ha detto...

Bravo! Mons.Antonio Livi è un grande.

Anonimo ha detto...

In onore alla verità, confermo ciò che dice l'anonimo 17.34: ad un ascolto attento del discorso - e non prevenuto - si sente che don Minutella dice semplicemente che nei tempi antichi il popolo elesse alcuni papi (ad es. Gregorio VII) e che alla morte di BXVI la Chiesa avrà bisogno di un papa dello stampo di San PIo X: nient'altro che questo. Non vi è nelle sue parole la benchè minima allusione alla propria persona, come l'altro anonimo crede di aver colto. Non c'è alcuna istigazione al culto della sua persona.
Poi certamente restano tutte le serie riserve sulla sua posizione e tesi sostenute (per tanti versi discutibili), riserve che io condivido, non essendo fan del sacerdote, ma osservando il fenomeno di quel gruppo ecclesiale con l'attenzione e imparzialità che esso richiede, in questi tempi così difficili.

Ave Maria ! ha detto...

Ave, Signora Santa, Ave Regina,

Madre di Dio,

* Maria. (* 3v)

Sei la sempre Vergine,

eletta dal Padre del cielo,

* Maria! (* 3v)

R.: Ave, sua dimora,

Ave, suo tabernacolo,

Ave, sua casa,

Ave, sua veste,

Ave, sua ancella,

Ave, o Madre.

E col diletto Figlio e con lo Spirito

Ti consacrò,

* Maria. (* 3v)

Ave, Sposa diletta, ogni pienezza

di grazia è in Te,

* Maria. (* 3v)

http://www.padreguglielmo.it/new/ave-signora-santa/

Anonimo ha detto...

Comunque, amici cari, questo intervento più che ironico, è allarmante, vuol dire una sola cosa, che il tempo è finito, o Dio o niente, e questa volta l'hanno capito in parecchi editorialisti che l'appello di Ratzinger è drammatico, rivolto a noi laici e soprattutto ai 'religiosi', si vocifera da più parti che in Vaticano non lo vogliono più e che dovrà andarsene dal monastero........intelligenti pauca.

Anonimo ha detto...

Tra poco più di un mese comincia il Sinodo amazzonico che si annuncia terrificante. È stupefacente che, tranne lodevolissime eccezioni, quasi nessuno dica niente. Qual’è la ragione del silenzio di vescovi e cardinali? La maggioranza non ha nulla da dire?

Anonimo ha detto...


Un silenzio omicida

Molto probabilmente la maggioranza di vescovi e cardinali non ha letto l'allucinante
testo preparato per il Sinodo Amazzonico. Sono sommersi da quintali di carte da
smaltire, di ogni tipo. L"hanno letto i gruppi che hanno contribuito a prepararlo, in
particolare nel clero tedesco e, ovviamente, i sudamericani, che saranno in pratica gli unici veri protagonisti del Sinodo.
Il documento non è una bozza. E'di fatto un documento già definito in ogni sua parte, dichiarata applicazione della teologia c.d. india elaborata in questi ultimi anni dalle Conferenze Episcop. sudamericane. Un forte impulso l'ha dato l'attuale pontefice, del cui
"pensiero" il documento è dichiarata applicazione, con una autentica miriade di citazioni.
Forse anche per questo stanno tutti zitti, quelli che potrebbero parlare in aggiunta ai pochi che si sono coraggiosamente fatti avanti, quasi tutti però "emeriti".

Un documento del genere, se approvato, segnerebbe in pratica la fine del cattolicesimo in senso proprio ovvero quale religione rivelata dalla divina MOnotriade - la fine perché il documento (in nome dell'ecologia) sostituisce alla divina Monotriade una divinità androgina, quella delle religioni amerindie e primitive in generale, il dio padre-madre, maschio e femmina, padre cielo e madre terra, Gaia; le divinità degli idoli di un tempo. In tal modo si vuol ritornare alla barbarie primordiale non solo religiosa ma anche culturale poiché lo Instrumentum laboris pretende che la "sapienza indigena" venga recuperata in tutti i suoi aspetti e modi di vita, presentati in modo edulcorato e quindi falso, e serva di modello anche a noi occidentali!
PP

Catholicus ha detto...

Ma questi sono pazzi da legare, pericolosissimi, e chi li manovra ha veramente una mente diabolica, ma dovrà fate i conto col Padrone della Vigna, e si accorgerà a sue spese che il Signore non paga il sabato. Deus non irrudetir, caroBergoglio, si prepari a sperimentarlo di persona; lo sa che anche i tiranni non campano in eterno, vero?

Anonimo ha detto...


Se non si ribelleranno a un documento del genere, allora quando?

Il documento per il sinodo sull'Amazzonia propugna quindi, tra altre novità, l'ordinazione di uomini sposati, da scegliersi tra i saggi dei villaggi o comunque delle comunità indigene, saggi indicati con vari nomi indigeni, tra i quali quello di sciamano; e propugna di inserire le donne nella struttura sacerdotale, in un modo da studiare. Fa un elogio sperticato della mentalità femminile in quanto tale e giunge a dire, ad un certo punto: "che la Chiesa accolga sempre più lo stile femminile di agire e di comprendere gli avvenimenti", art. 129 c 4. Lo stile "femminile" può essere solo quello di una Chiesa (di una Gerarchia) effeminata. E difatti il prete tedesco che ha apprezzato entusiasticamente tale documento, non è forse gay-friendly? Gli sciamani e le sciamane sono poi noti per la loro bisessualità, un dato ancestrale.
Di fronte a queste oscenità, qui solo accennate, a un tradimento della fede ormai così palese e persino sfrontato, se non scoppia finalmente una rivolta nel clero sano, che sicuramente ancora c'è, quando scoppia?
PP

Requiem ! ha detto...

Ieri mattina è morto all’età di 95 anni il cardinale Achille Silvestrini. Grande amico di Prodi, era considerato una sorta di padre spirituale del centrosinistra italiano. Pare che spinse per la scomunica di Lefebvre, contro il parere di Ratzinger. Assieme agli altri membri del “gruppo di San Gallo” cercò, nel 2005, di stoppare l’elezione di Benedetto XVI e nel 2013 accolse con favore quella di Bergoglio.

http://www.lanuovabq.it/it/in-morte-di-silvestrini-regista-del-gruppo-di-san-gallo

Se n’è andato proprio nel giorno in cui il suo ‘figlioccio’, Giuseppe Conte, si apprestava a ricevere l’incarico di formare un nuovo governo, retto da una maggioranza - probabilmente - più gradita a quel mondo del cattolicesimo democratico di cui per decenni fu il più influente rappresentante ecclesiastico. Il cardinale Achille Silvestrini è tornato al Signore alla veneranda età di 95 anni. Si è spento ieri mattina in Vaticano, nell’appartamento a lui in uso da tempo nella Palazzina della Zecca.

«Absolve Domine animas omnium fidelium defunctorum ab omno vinculo delictorum et gratia tua illis succurrente mereantur evadere iudicium ultionis, et lucis aeternae beatitudine perfrui.»

irina ha detto...

"... Fa un elogio sperticato della mentalità femminile..."

La propaganda nuoce sempre alla realtà, più è martellante e pervasiva più le nuoce.
Che poi, a voler essere cattolici, qualsiasi mente, qualsiasi modo di funzionare della mente, qualsiasi contenuto della mente, qualsiasi mentalità se non è purificata dal Signore, se non è sempre rinnovata, passo passo, dai sacramenti, se non è onesta discepola di Gesù Cristo è meglio lasciarla bollire nel suo brodo e passare oltre.

Fiat Voluntas Tua ! ha detto...

Muore il cardinale Achille Silvestrini nel giorno dell'incarico al suo pupillo Giuseppe Conte
L'annuncio della comunità di Villa Nazareth: "È tornato alla casa del padre"

https://www.huffingtonpost.it/entry/e-morto-il-cardinale-silvestrini-era-presidente-della-comunita-di-villa-nazareth_it_5d67d530e4b063c341fbfd68

Per quel che ne so da quando e' stata usata da Mons. Sandri per la dipartita del S.Padre Giovanni Paolo II l'espressione " è tornato alla casa del Padre " va molto di moda . Personalmente preferisco " si e' spento" oppure "e' spirato".... .
Questo articolo mi suscita una serie di riflessioni e domande :

1) Villa Nazareth = come vivaio per futuri catto/adulti ?

2) Dalla prima parola di questo articolo all'ultima scopro un importante artefice del filo rosso che come il filo di Arianna ha condotto la Chiesa Cattolica fino alla primavera dell'oggi . Un "tralcio" ( o forse sarebbe meglio di re -i tralci-) si e' staccato in parte dal fusto principale ma rimanendovi per una parte appeso e' sopravvissuto suggendone la linfa ma come una ferita aperta e' stato infettato da mosche e mosconi restituendo così al tronco stesso un bel po' di infezione . I tralci menzionati si tengono tutti al filo rosso , per così dire si "passano il testimone " , si susseguono e si sostengono l'un l'altro costituendo un fogliame lanuginoso soffocante e parallelo al tronco principale

3) Adesso potranno dire "tutto e' compiuto ", finalmente gli errori del comunismo si sono propagati per ogni dove , abbiamo la chiesa che agognavamo , la valanga e' ingrossata e innescata a dovere ?

4) Forse e' per questo che Dio Padre Onnipotente gli ha intimato di uscire da questo secolo ?

5) Le greggi sono state consegnate mani e piedi ai lupi ? Ma ..hanno fatto i conti senza l'oste : avremo quel che ci meritiamo ( tutti ) e la Vergine ci otterra' dalla SS.Trinita' il regalo di un nuovo inizio .
Forse quello qui vaticinato :


"Dalla chiesa odierna emergerà una chiesa che avrà perso molto.
Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi.
Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità.
Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali.
Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede al centro dell’esperienza.
Sarà una chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con al sinistra ora con la destra, sarà povera e diventerà la chiesa degli indigenti ."

Cardinale Joseph Ratzinger
1969. Lezione letta il giorno di Natale ai microfoni della “Hessian Rundfunk.”

Il Cardinale riposi in pace .Amen

Anonimo ha detto...

Stefano Fontana: Principi non negoziabili, Benedetto XVI non negozia

http://www.lanuovabq.it/it/principi-non-negoziabili-benedetto-xvi-non-negozia

Anonimo ha detto...

SILVESTRINI, BERTONE E I 150MILA EURO ANNUI DALLO IOR A VILLA NAZARETH.
“Bertone ha detto al Presidente IOR di elargire l’intera somma richiesta da Silvestrini”.

https://www.marcotosatti.com/2019/08/31/silvestrini-bertone-e-i-150mila-euro-annui-dallo-ior-a-villa-nazareth/

mic ha detto...

Ratzinger aveva rifiutato di scrivere l'introduzione alla collana sulla teologia di Papa Francesco precisando che uno degli autori della collana aveva attaccato il magistero di san Giovanni Paolo II e anche quello dello stesso Benedetto XVI. Il 12 marzo Viganò ha letto parzialmente la missiva omettendo i passaggi critici e stravolgendone il senso.
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/03/si-e-ipotizzato-di-tutto-vera-falsa.html

Ora QUEL Viganò, Dario E. Viganò, viene nominato vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze

Anonimo ha detto...

La Sala stampa della santa Sede con un comunicato ha reso noto che Monsignor Dario E. Viganò è stato nominato da Papa Francesco Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, con specifica competenza per il settore della comunicazione. A quanto riportano i giornali, la carica di Vice Cancelliere non esisteva in precedenza.

Congratulazioni ha detto...

Ci congratuliamo con Monsignore DarioEdoardoMaria Vigano' per la proprieta' commutativa conseguita .

Anonimo ha detto...

L’indignazione fu tale che lo scrittore George Weigel, biografo e amico di papa San Giovanni Paolo II, disse:
“Se un funzionario vaticano, per quanto basso di rango, può impunemente dire stupidaggini per coprire un regime malvagio, c’è qualcosa di gravemente sbagliato in uno dei pochi centri di potere del mondo il cui fine principale è dire la verità”.

https://www.sabinopaciolla.com/dario-e-vigano-nominato-vice-cancelliere-della-pontificia-accademia-delle-scienze/

Qui il fatto -

Anonimo ha detto...

Veritas liberavit vos! Gv. 8,32 "...Benedetto XVI aveva detto che la “dissoluzione della concezione cristiana della morale” e della teologia morale cattolica è dovuto proprio al fatto che “preferiamo non parlare di Dio”. Ed eccoci al punto: questa esclusione di Dio dalla morale e dalla vita pubblica avviene mediante la negazione dei principi non negoziabili, ossia dell’esistenza di azioni “che non possono mai diventare buone”. La loro esistenza ci dice che “ci sono beni che sono indisponibili. Ci sono valori che non è mai lecito sacrificare in nome di un valore ancora più alto e che stanno al disopra anche della conservazione della vita fisica. Dio è superiore anche alla vita fisica. Una vita che fosse acquistata a prezzo del rinnegamento di Dio, una vita basata su un’ultima menzogna, è una non-vita. Il martirio è una categoria fondamentale dell’esistenza umana”. Senza principi non negoziabili, senza intrinsece mala, “il martirio non sarebbe più necessario”, e ne andrebbe dell’essenza stessa del cristianesimo.
Se nella morale viene meno l’indisponibile, allora tutto diventa disponibile e Dio non serve più a nulla, non avendo più alcun diritto nella sfera pubblica. Allora non ci sarebbe più nulla di dovuto a Dio in modo assoluto e, quindi, più nulla di dovuto semplicemente. La vita degli uomini sarebbe completamente autonoma e misura di se stessa nel campo della morale. Il bene e il male troverebbero non più in Dio ma in noi la loro misura, una misura che tenderà ad uniformarsi sempre di più a noi stessi, “all’io e alle sue voglie”. Senza l’indisponibile, ciò che va reso a Dio ad ogni costo, anche la competenza della Chiesa in campo morale viene meno. In un mondo adulto che moralmente decide secondo la propria misura, cosa avrebbe più da dire la Chiesa? Si attuerebbe così una separazione tra fede e morale già molto evidente nella vita cristiana di oggi. Ma il rapporto tra fede e morale è quanto impedisce alla prima di essere privata, soggettiva, propria solo di una minoranza. La fede cristiana ha invece una vocazione pubblica che, senza il suo aggancio con una morale oggettiva ed assoluta in alcuni suoi punti indisponibili, verrebbe meno...".
Stefano Fontana

Gederson Falcometa ha detto...

Caro P. Stefano Fontana,

È la Chiesa che fa Dio presente nel mondo. Se Dio è assente al mondo, è percchè, purtroppo, prima è assente nella Chiesa. Parlare di Dio se parla ancora oggi, e se parla molto, il problema è di quale Dio se parla. Una Chiesa che ha posto l’uomo al centro può solo parlare in Dio in uno senso deista (non teista come prima). Quindi, è una questione di distinguire tra il vero Dio tre volte santissimo e i falsi dei (ad esempio, è falsa la predicazione del Dio che è adorato insieme dagli ebrei, musulmani e cristiani). Spesso, sembra, abbiamo più di un Gesù. San Paolo ha condannato come falso quello che è stato presentato ai Galati.

Una volta ho letto una frase di Sant'Agostino che diceva "a volte devi parlare di Dio". Il motivo della frase è che le nostre azioni parlano più delle nostre parole. È come insegnò sant'Ignazio di Loyola "Fatti, non parole". Se andiamo ai fatti dal Concilio Vaticano II, fino ad oggi, la Chiesa stata in uno processo di negoziata senza fine. Ho sempre trovato strano il termine "principi non negoziabili" in quanto trasmette l'idea che ci sono quelli principali negoziabili. Per me non ci sono principi non negoziabili. Ragione per la quale non posso credere che il Dio adorato dagli ebrei, musulmani e cristiani è lo stesso Dio. Ma chi crede che è lo stesso Dio non ha negoziato un principio fondamentale della nostra fede? Un’altro esempio è che il próprio Benedetto XVI, ancora come cardinale, ha datto la comunione al protestante Frere Roger de Taize, priore di Taizé (Vede: Il fondatore di Taizé era protestante o cattolico? Un cardinale scioglie l'enigma - http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/206302.html). Questo è stato possibile solo percchè se è stato negoziato un principio della nostra fede.

Dobbiamo anche ricordare che: la tesi sostenuta dal cardinale Ratzinger, nello iscritto sugli scandali degli abusi sessuali, fu che la Chiesa fu invasa dalla mentalità del maggio 1968. Il cardinale Siri ha parlato in una intervista alla rivista Renovatio, 1970 “Un altro principio della cultura mondana moderna è il freudismo, ma un freudismo dimezzato. Si è dimenticato il senso della morte, ed è rimasto solo il sesso. Il freudismo è divenuto moneta corrente come affermazione dell’identità fra l’umanità e la sessualità, come tesi della pansessualità dell’uomo. Così la psicoanalisi è monetizzata nella cultura di massa solo in senso materialistico”. Già il P. Cornelio Fabro, nell’anno 1973, ha parlato di una “Pornoteologia” in questi termini: “Quale principio di rinnovamento può essere una teologia che secolarizza senza scrupoli la morale e, quasi vergognosa dell’ideale di purezza e povertà cristiana, irrompe anch’essa per un’esistenza all’insegna del piacere, al rifiuto del sacrificio, per la celebrazione aperta del sesso (pornoteologia): brevemente, per allinearsi alla lotta di classe, per proclamare l’innocenza liberatrice degli istinti con la brutalità della psicanalisi più retriva? Che deve fare il mondo, o cosa può fare di una teologia senza pudore, che disarma di fronte al male?” E la gerarchia della Chiesa, che cosa faceva in quanto il magio 68 la invase? In qualche modo, il fatto è che siamo di fronte a una Chiesa indifesa e le ragioni di questa incapacità di difendere la Chiesa sono state fornite dal cardinale Ratzinger stesso:

“Il fatto è, come disse Hans Urs von Balthasar già nel 1952, … che essa [la Chiesa] deve abbandonare molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che ha considerato come date per scontato. Essa deve abbatere gli antichi bastioni ed affidarsi solamente allo scudo della fede”. Cardinale Ratzinger, Principles of Catholic Theology, p. 391

Gederson Falcometa ha detto...


Questo vuoi dire che “gli antichi bastioni” erano dei principi negoziabili? In qualche modo se vede percchè il Concilio è stato rubato dai mass media, percchè Lei è stata invasa dal maggio 68, perchè per uno solo Concilio ci sono due ermeneutiche e percchè ci sono atei, eretici e infedele in tutti gradi della gerarchia della Chiesa: i bastioni sono stati abbatuti. Per fine, la dissoluzione della morale viene da lontano. Pio XII ha condannato la morale di situazione sotto il suo pontificato, come se può leggere dal testo “Dalla nouvelle théologie alla morale di situazione” del giornale Sisi Nono:

Pio XII condanna la nuova morale
La Chiesa, con lungimiranza, aveva già condannato negli anni Cinquanta la nuova morale della situazione con tre solenni dichiarazioni pontificie di Pio XII: Radiomessaggio agli educatori cristiani del 23 marzo 1952 (AAS, n. 44, 1952, p. 273); Discorso ai delegati della Fédération mondiale des jeunesses féminines catholiques (AAS, n. 44, 1952, p. 414); Discorso in occasione del quinto Congresso mondiale di psicologia clinica del 13 aprile 1953 (AAS, n. 45, 1953, p. 278). Infine il S. Uffizio emanava il Decreto del 2 febbraio 1956 (AAS, n. 48, 1956, pp. 144-145).
Il Papa, nel primo intervento, condannava il voler sostituire alla legge divina e naturale il proprio arbitrio soggettivo; nel secondo equiparava la nuova morale alla filosofia idealista, attualista, esistenzialista e soggettivista ed infine, nel terzo, metteva in guardia dal voler lasciare la morale tradizionale per adattarsi ed aggiornarsi alle esigenze dell’ uomo moderno e concreto in tutte le situazioni in cui si trova ad agire.
Il S. Uffizio, poi, ricordava che la morale oggettiva e tradizionale ha sempre studiato le circostanze (quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando/chi, cosa, dove, con quali mezzi, perché, come, quando) che accompagnano l’atto umano, ma non ha mai messo le circostanze, le esigenze soggettive e le situazionali al posto della legge morale oggettiva, naturale e divina. Le circostanze possono mutare la specie del peccato (per esempio, se “chi / quis” viene ucciso è una persona che ha fatto il voto di religione ci si macchia anche di sacrilegio oltre che di omicidio), possono diminuirla ed anche annullarla (se qualcuno è costretto sotto tortura, “con quali mezzi/quibus auxiliis”, a rivelare un segreto) oppure possono aggravarla (se si ruba una materia grave si commette peccato mortale, mentre se si ruba una materia lieve si commette peccato veniale), ma non sono la legge e la morale. La circostanza è qualcosa che sta attorno (“circum-stare”) ad un nucleo essenziale, come suo accessorio. In teologia morale si parla delle circostanze dell’atto umano, le quali sopravvengono a modificare la moralità dell’ atto, che è data essenzialmente dall’oggetto, mentre le circostanze ne sono la parte secondaria e  accessoria, anche se non insignificante. Dalla Nouvelle Théologie alla morale di situazione, Sisi Nono, http://www.sisinono.org/anteprime-dei-numeri-in-abbonamento/52-anno-2014/229-anno-xxxx-n%C2%B013.html

P. Stefano Fontana, ti accompagno dal Brasile, fai un ottimo lavoro (ho tradotto la presentazione del libro “La nuova Chiesa di Karl Rahner: il teologo che ha insegnato ad arrendersi al mondo). Dio te benedica!

Un caro saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...

Sul film "I due Papi"

"Non ci sarà bisogno di andare a vedere il film per capire dove si vuole arrivare. Bergoglio è l’astro nascente di una nuova chiesa moderna e progressista che si lascia consigliare dal suo “nemico” numero uno, Ratzinger, l’ultimo astro decadente di una chiesa del passato da cancellare e far dimenticare.
Bergoglio, nel film ne esce vincitore dopo una lotta intestina fatta di incontri e di dialoghi surreali, tra segreti detti e non detti con un Ratzinger stanco di lottare, ma che sentendosi responsabile davanti a Dio arriva a sfidarlo per poi arrendersi, dando piena fiducia al suo successore. Così il papato stesso viene identificato non certo nella storia di Pietro e della Chiesa e della sua missione divina, ma si chiude nell’esperienza tra due persone che finiscono per fare della chiesa il luogo del confronto e delle decisioni personali.
Se tutto ciò non è vergognoso, cosa è per questi registi la vergogna?"
Maurizio L.

Anonimo ha detto...

Quale rapporto lega Rolando Maria Rivi (1931-1945) i cattolici dell'Emilia Romagna? Non pochi di loro hanno intrapreso la vita sacerdotale sul suo esempio o sull'esempio dei suoi carnefici?