Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 5 agosto 2019

Continuità nell'Errore

Essenziale e significativo il commento che estraggo dalla discussione sulle trasformazioni dell’Istituto Giovanni Paolo II, che tanto scalpore stanno suscitando [vedi qui - qui - qui - qui - qui : precedenti sulla PAV qui - qui - qui - qui]. Il problema è tutto nello storicismo della pseudo continuità, attribuita al soggetto Chiesa (con la mutevolezza dei tempi) invece che quella oggettiva della Rivelazione, che ha inficiato in maniera meno immediatamente riconoscibile Giovanni Paolo II e che oggi rende possibile oltrepassarlo. La rivoluzione mangia i suoi figli....

La continuità con gli errori professati dai papi precedenti c'è tutta :
  • fede in Abramo comune a noi e alle altre due grandi religioni monoteiste, compresi i musulmani [sic] (qui - qui); 
  • unità interconfessionale ed interreligiosa del genere umano per la pace nel mondo [sic] (qui); 
  • rinuncia a convertire (qui); 
  • richieste di scusa per praticamente tutta la storia della Chiesa e per certi aspetti del suo insegnamento; 
  • matrimonio concepito come unione che arricchisce i due coniugi "aperta alla vita", senza la procreazione della prole come fine primario; 
  • assenza del Sovrannaturale, silenzio sul peccato originale, sui Novissimi
  • oblio della dottrina sull'esistenza del Limbo; 
  • impostazione della pastorale in modo da adattarsi alle esigenze del mondo, tipica della Chiesa conciliare, che da docente si è voluta fare discente, tradendo clamorosamente la missione affidatale da Cristo...
Prominente, forse, l'errore della Salvezza garantita a tutti perché, come sragiona il Concilio, con l'Incarnazione il Verbo si sarebbe in un certo modo unito ad ogni uomo, ontologicamente, in quanto tale... Quest'errore lo si riscontra in particolare nella predicazione di Giovanni Paolo II, che vedeva nella nuova concezione della libertà religiosa [vedi] (ripresa dal pensiero profano) e nell'istanza ecumenica radicale [qui], l'opera più valida del Concilio, dovuta secondo lui ad un intervento diretto dello Spirito Santo nel Concilio, considerato letteralmente quale Nuova Pentecoste!! Sia Giovanni Paolo II che Ratzinger hanno insinuato l'idea assurda che il perseguire la propria salvezza individuale sarebbe egoistico, la salvezza dovrebbe intendersi in modo comunitario, qualsiasi cosa ciò voglia dire (questo vuol dire: già data a tutti, a priori dall'Incarnazione del Cristo cosmico, quello di Blondel e Teilhard de Chardin) [qui].
Di suo, Bergoglio non sta facendo altro che portare alle estreme conseguenze e in modo ruvido gli errori dei suoi predecessori immediati, arricchendoli delle false e perverse dottrine di moda oggi tra i gesuiti (teologia della Liberazione etc), che è inutile ripetere qui. L'involuzione e corruzione della dottrina e della pastorale ora mirano apertamente a fare del cattolicesimo una nuova religione, neopagana,dedita al culto della Madre Terra, con sacerdoti-sciamani e sacerdotesse-sciamane, fine del celibato ecclesiastico e di tutto il resto [vedi].

14 commenti:

irina ha detto...

La Chiesa docente, facendosi totalmente ascoltatrice del mondo, ha perso memoria e nozione del suo compito di insegnante la Parola di Dio al mondo, diventando così ripetitrice pedissequa del mondo ascoltato. Cioè da insegnante la Parola di Dio, Uno e Trino, a ripetente le opinioni, le suggestioni, le emozioni, le illusioni, gli abbagli mondani.

Anonimo ha detto...

"Se Egli non si mostra, noi comunque non giungiamo fino a Lui.
La cosa nuova dell'annuncio cristiano è la possibilità di dire ora a tutti i popoli: Egli si è mostrato.
Egli personalmente.
La novità dell'annuncio cristiano non consiste in un pensiero ma in un fatto: Egli si è mostrato.
Ma questo non è un fatto cieco, ma un fatto che, esso stesso, è Logos - presenza della ragione eterna nella nostra carne Verbum caro factum est: proprio così nel fatto ora c'è il Logos, il Logos presente in mezzo a noi.
Il fatto è ragionevole."
(Benedetto XVI, dal “discorso ai Bernardins)

In mezzo a fatti ciechi.
E senza direzione.
Nel garbuglio sanguinoso della storia.
Nell’apparente casualità, senza scopo, dell’accadere.
Tesse una ragione che annoda il tempo all’eterno, segna una strada, dona utilità al nostro piccolo agire quotidiano.
“Perché senza significato non c’è tempo”.
E Dio resta un’incolmabile assenza.
O una innominabile nostalgia.
Solo se Egli qui, a spiegare il mistero che siamo, con parole che si fanno carne, ad ogni mattino, possiamo parlare di ciò che è,
Dentro ciò che sembra.

Anonimo ha detto...

OT ma attenzione:

Anche in Germania il progetto di silenziare i terapeuti che non hanno abbracciato la “terapia affermativa” per chi sperimenta attrazioni omosessuali e disturbi dell’identità sessuale rischia di diventare realtà con una legge liberticida che ne limita la professione vietando le cosiddette “terapie di conversione”. Una nota psicoterapeuta, la d.ssa Christa Meves ha lanciato un appello alla comunità civile e scientifica per fermare il progetto di legge presentato dal ministro della salute Spahn, a sua volta omosessuale e spalleggiato da una delle più antiche associazioni per i diritti gay della Germania.

Anonimo ha detto...

https://www.lifesitenews.com/blogs/prominent-psychotherapist-rejects-germanys-plan-to-ban-therapy-for-unwanted-same-sex-attraction

fabrizio giudici ha detto...

Carmelitane alla riscossa: https://www.aldomariavalli.it/2019/08/05/migranti-e-monasteri-lettere-alle-sorelle-ditalia/

mic ha detto...

Le vergini savie che scrivono alle vergini stolte...

Anonimo ha detto...

La Chiesa Corpo mistico deve morire a somiglianz a del Capo, onde salvare un maggior numero di anime, se il Capo ha dovuto versare il Suo Sangue, così il Corpo si è svenato oggi per salvare l'umanità. Era necessario, perché così è stato di Cristo.Lo scandalo della morte di Dio, lo scandalo della morte del Corpo, vista nella visione di Fatima (diffusa nel 2000: morte del papato e di tutti i cristiani davanti ad una croce di sughero), visione di cui non ancora è stato diffuso il testo del famoso segreto occultato, lo scandalo oggi come ieri, solo la fede vivrà, disse Maria Ss nel 1946 a La Salette, la fede di Maria del sabato santo, stiamo in attesa della risurrezione del Corpo col trionfo del Cuore Immacolato che crede contro ogni apparenza:non praevalebunt, crediamo.
Quanto ad ottobre la gravità del contenuto del sinodo è tale che solo chi non crede potrà tacere e continuare a seguire le parrocchie, dove si ode già parlare di terra, energia,di vittima spirituale, e non più nelle omelie ma nelle parole del rito. Forse qualche cardinale o vescovo avrà il coraggio di dire basta? Se non lo faranno saranno apostati anche loro, per complicità, anche se nelle loro belle isole insegnassero retto. Si tratta di introdurre in modo soft il sacerdozio femminile che sarebbe nullo, i preti sposati che sarebbero sacrileghi (già lo sono moltissimi, in peccato mortale con amichetti vari ed anche amichette),pontefici del tipo gli imperatori romani, idem clero, riti pagani, sciamanici, magici, abolizione totale sacramenti. Giurisdizione pagana ovvero luciferiana.

Anonimo ha detto...


Trionfo di chi?

Più che alla vigilia del tracollo precedente il trionfo del Cuore Immacolato, sembra
qui di essere alla vigilia del tracollo finale della Chiesa, salvata all'ultimo momento dal ritorno sulla terra di Cristo Giudice! Quest'interpretazione si basa sul noto passo di Luca:"Ma il Figlio dell'Uomo, alla sua venuta, troverà forse la fede sulla terra?" (18, 8).

La gravità di quanto contenuto del famigerato Instrumentum Laboris per l'Amazzonia supera in effetti tutte le enormità finora professate dalla Chiesa conciliare. Ed è questo che induce al pessimismo: che di fronte a un documento del genere, che vuole trasformare apertamente il cattolicesimo in una religione neopagana, dedita al culto dell'androgino primordiale (il Dio Padre-madre, natura divinizzata), la reazione sia stata così limitata, circoscritta ai soliti noti, per così dire. E tutto sommato blanda, visto che nessuno ha avuto il coraggio di accusare apertamente il vero responsabile del tutto, Papa Francesco, la cui "dottrina" viene citata più di 70 volte nel documento stesso.
Stiamo ancora a temere di essere etichettati dai conformisti di turno come "nemici del Papa"!
Questo è il frutto di 50 anni di codardia di fronte agli errori propalati dal Vaticano II e dai papi successivi, tutti fedelissimi a quel Concilio: non era mai il momento di denunciarli, bisognava sempre aspettare l'occasione propizia; bisognava sempre aspettare, fidarsi dei "buoni" fra i sacerdoti, che al momento opportuno avrebbero provveduto. E adesso, di fronte alle oscenità teologiche (e non solo) dello Instrumentum, che rappresenta in pratica l'atto di morte del cattolicesimo, anche adesso "non è il momento"?
PP

mic ha detto...

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/08/05/che-cosa-direbbe-benedetto-xvi-al-sinodo-dell%E2%80%99amazzonia/

Anonimo ha detto...

Com'è diventato scomodo Giovanni Paolo II (Il Papa non l'Istituto)

Riepilogo delle puntate precedenti: da settimane, presso il Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia è in corso una campagna di singolari avvicendamenti – per usare un eufemismo – che ha visto l’eliminazione di corsi fondamentali, in cui venivano trasmessi gli insegnamenti cari al pontefice polacco, ma soprattutto l’allontanamento di stimati docenti primi fra tutti monsignor Livio Melina e padre José Noriega; ed altri ancora. Tutto ciò sotto la regia del Gran cancelliere dell’Istituto, monsignor Vincenzo Paglia, il quale ovviamente sconfessa l’idea che queste siano epurazioni preferendo parlare di opera di«ristrutturazione».

Ora, la notizia sarebbe rimasta confinata nella cronaca ecclesiastica se non fosse per tre esplosivi “dettagli”: l’Istituto in questione fu fondato da Giovanni Paolo II, i docenti allontanati sono fedeli continuatori della sua linea teologica e uno di costoro – monsignor Livio Melina – è stato ricevuto da Benedetto XVI, che ha voluto incontrarlo per ascoltarlo e manifestargli, hanno riferito le agenzie, la sua personale «solidarietà». Tre aspetti, quelli poc’anzi esposti, che delineano in modo chiaro come l’oggetto della«ristrutturazione» non sia tanto un Pontificio Istituto quanto, invece, un pontefice, Karol Wojtyła, il cui pensiero su matrimonio e famiglia pare essere divenuto ingombrante, anacronistico, da «ristrutturare» appunto.

Che la posta in gioco sia ben di più di una ordinaria «ristrutturazione» è testimoniato – oltre che dalla lettera-appello degli studenti contro i cambiamenti del Gran cancelliere Paglia, appello che ha superato le 920 adesioni – dalla decisione di Benedetto XVI di incontrare monsignor Melina cui si diceva; sempre che, ovvio, non si arrivi a sostenere (ultimamente le arrampicate sugli specchi vanno alla grande) che sia prassi che un pontefice emerito ultranovantenne incontri e solidarizzi con un monsignore per la perdita della sua cattedra. Viene dunque ora da chiedersi: come mai? Per quale motivo papa Wojtyła sta diventando scomodo all’interno dello stesso mondo cattolico?

Anonimo ha detto...

... segue

Le spiegazioni possibili sono molte, ma una le riassume tutte: lungo tutto il suo pluridecennale pontificato, Giovanni Paolo II ha riproposto con forza e coraggio l’inattualità della morale cattolica. Senza mai fare sconti. Che parlasse di aborto, di eutanasia, di contraccezione o di altro, il papa polacco – che pure ha intrattenuto un rapporto fecondo con i giovani (si pensi alle Giornate Mondiali della Gioventù) – non ha mai anteposto alcuna necessità pastorale al dovere di diffondere integralmente la proposta di vita cattolica. Non solo. Con le sue encicliche, su tutte la Veritatis splendor, Giovanni Paolo II sfidò apertamente la modernità, ricordando che la verità anticipa la libertà. Di più: la fonda.

Tutto questo, si badi, senza mai dimenticare i fedeli feriti dal peccato (commovente, tra i tanti, il pensiero alle donne reduci dall’aborto nell’enciclica Evangelium vitae), ma comunque – come si diceva – senza mai abbassare la guardia dinnanzi alle provocazioni di una «cultura dominante» (nella Veritatis splendor viene chiamata esattamente così) non da accogliere bensì da sfidare. Ebbene, tutto ciò oggi appare scomodo, terribilmente scomodo per un mondo cattolico che – a partire dalle sue gerarchie – da anni sembra intimorito ed ormai convinto che senza «ristrutturazione» morale la Chiesa abbia ormai ben poco da dire e da dare. Una rivoluzione i cui artefici oggi sono disposti a tutto. Anche a mandare in soffitta un papa santo.

Un simile stravolgimento è chiaramente gravissimo. Non solo per l’Istituto Giovanni Paolo II e per la memoria di Karol Wojtyła, ma soprattutto per la Chiesa. Lo prova il fatto che, quando l’Istituto in questione venne fondato, il cardinale Carlo Caffarra – che fu per decenni il teologo morale di riferimento di Wojtyła – scrisse a suor Lucia dos Santos ricevendo una risposta che non si attendeva (il cardinale, con la sua lettera, aveva chiesto alla veggente di Fatima solo preghiere) e in cui è contenuta una profezia sconvolgente: «Lo scontro finale tra Dio e Satana è su famiglia e vita». Ebbene, ora quella lettera si trova proprio negli archivi dell’Istituto Giovanni Paolo II. E riletta oggi suona come un avvertimento che, a quanto pare, si preferisce ignorare. Si passerà a «ristrutturare» anche suor Lucia e la Madonna di Fatima?
Giuliano Guzzo

mic ha detto...

Sul Card. Caffarra e Suor Lucia di Fatima, vedi:

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/05/rome-life-forum-il-card-caffarra.html

Anonimo ha detto...


I lati negativi del pontificato di Giovanni Paolo II, Giuliano Guzzo non li scorge.
Non riguardano la famiglia e la morale (anche se ci sarebbe da ridire sulla definizione
del matrimonio, che è quella del Vaticano II non della tradizione della Chiesa) ma l'ecumenismo spinto, le aperture ai musulmani (lo scandalo di Assisi, del bacio al Corano); la messa sotto accusa di tutto il passato della Chiesa con le sue continue richieste di scusa, a cominciare dalle Crociate; l'adozione del principio della libertà della coscienza, come postulato dal Vaticano II. GPII celebrava la Messa NO dicendo "tutti" al posto di "molti". Ha promosso un'esaltazione del "genio femminile" che di cattolico ha assai poco.
Ha poi lasciato marcire certe situazioni di malcostume all'interno della Gerarchia, sulle quali ha cominciato ad intervenire Benedetto XVI, quando ormai era tardi.

Ma i neo-modernisti alla Paglia di GPII respingono quasi sicuramente i (pochi) aspetti positivi, connessi all'etica e alla difesa dell'istituto della famiglia.

Japhet ha detto...

https://www.laverita.info/avvenire-censura-il-vescovo-sul-caso-gpii-2639686824.html