Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 26 maggio 2021

Il vescovo di Cesena assolve il compito di «sentinella». Alcuni approfondimenti

Pubblichiamo alcuni stralci della lettera che il vescovo di Cesena-Sarsina ha inviato ai fedeli con data 16 maggio 2021, il titolo è «Per amore del mio popolo» e il documento integrale è consultabile sul sito web della diocesi [qui]. Un'altra sentinella [vedi qui - qui]. Dignità della persona e della famiglia; denatalità. Temi basilari sui quali l'ideologia al potere negli ambiti sia civile che ecclesiastico rema contro e di soluzioni adeguate per ora non se ne parla... Per questo non potevo esimermi dall'aggiungere considerazioni di seguito.

[…] Accanto ai problemi creati dalla pandemia, si sono evidenziati, proprio in questi giorni, altri gravi problemi d’indubbia rilevanza sociale. Sento perciò il dovere d’intervenire e di alzare la mia voce «per amore del mio popolo».
Dopo la lunga riduzione, più o meno accentuata, dell’attività pastorale e dell’azione sacramentale, ora è tempo di riprendere con lena. Richiamando le ultime indicazioni, invito tutti, giovani e anziani, a riappropriarsi della vita ordinaria pastorale, naturalmente con le dovute attenzioni. Non dobbiamo avere paura. Ci attendono eventi ecclesiali importanti come la veglia di Pentecoste (22 maggio), il pellegrinaggio mariano al Monte (31 maggio), la festa del Corpus Domini (3 giugno) e la festa di san Giovanni Battista (24 giugno). Le nostre comunità parrocchiali hanno bisogno di ritrovarsi in presenza e, con gradualità, riprendere la vita consueta (celebrazioni delle Prime Comunioni e delle Cresime, campi e centri estivi, attività catechistiche…).
...sollecitato da diversi fratelli e sorelle, sento il dovere di dire una parola chiara su alcuni temi che in questi giorni sono assurti alle cronache e che vorrei porre all’attenzione della comunità diocesana. Sono temi importanti che – benché molto diversi tra di loro – tuttavia fanno tutti riferimento al dono della vita, alla dignità della persona e della famiglia. Sento il bisogno di parlare per esprimere l’amore che anch’io nutro per il mio popolo, affidato alle mie cure pastorali, pensando così di assolvere al compito di essere come la sentinella (cfr. Is 21, 6.8).

La dignità della persona e della famiglia
Il primo tema su cui desidero intervenire si riferisce al disegno di legge sulla omotransfobia in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere (il cosiddetto DDL Zan), in discussione in questi giorni al Senato, dopo aver ricevuto l'approvazione della Camera.

Non si tratta solo di opporsi alla violenza nei confronti delle persone in ragione del loro orientamento sessuale: questo già è previsto dalla Costituzione (vedi art. 3 e Codice penale). Il testo va oltre e induce a ritenere che il solo pensare ed esprimersi diversamente rispetto alle definizioni contenute nel disegno di legge potrebbero apparire come una istigazione e una discriminazione, quindi possano esporre all’accusa di omotransfobia.

Nella definizione dei termini pare ci sia, inoltre, una pericolosa sovrapposizione della dimensione soggettiva con quella oggettiva. Questo è evidente soprattutto quando il DDL definisce l’identità di genere: cioè, «identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrisponde al sesso, indipendentemente dall’aver concluso il percorso di transizione». Si chiedeva sulle pagine di Avvenire Francesca lzzo: «È progresso consentire di dichiararsi donna o  uomo  in  base  alla  propria  percezione  soggettiva annullando il sesso? O è progresso agire perché donne e uomini, i due sessi che costituiscono l’umanità, siano riconosciuti entrambi pari e liberi?»

L’espressione ‘identità di genere’ mira chiaramente ad annullare la differenza, il dualismo uomo-donna, a vantaggio di un’autopercezione individuale, tesa a cancellare la differenza sessuale, a creare una confusione antropologica che confonde e sicuramente lede il principio di condivisione, reciprocità uomo-donna, su cui si fondano la famiglia e l’educazione. Anche solo a partire da queste poche osservazioni sul DDL Zan non possiamo esprimere che forti perplessità e dubbi.

Noi ci richiamiamo piuttosto a quanto la Dottrina della Chiesa espone con chiarezza a proposito di questi temi. Mi limito a tre citazioni: «Ogni genere di discriminazione circa i diritti fondamentali della persona, sia in campo sociale che culturale, in ragione del sesso, della razza, del colore, della condizione sociale, della lingua o della religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio». «Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere e accettare la propria identità sessuale.  La differenza e  la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L’armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto». «La Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati».

La denatalità
Un altro tema legato alla vita e alla famiglia, alla dignità della persona e al nostro futuro demografico è quello dell’allarmante calo della natalità. È il secondo problema che desidero mettere a fuoco. Ha scritto il nostro quotidiano Avvenire, in questi giorni: «Il calo delle nascite è, in tutto il mondo, un effetto collaterale della pandemia. Anche la Cina ne è stata interessata con una drastica riduzione demografica, soprattutto a partire dal 2021». Venerdì scorso, il 14 maggio, si sono aperti gli Stati generali della natalità. Papa Francesco era presente e ha rivolto la sua parola invitando tutti ad approfondire la sfida dell’inverno demografico e sollecitare una nuova narrazione sul tema della natalità. Il direttore del nostro settimanale diocesano Corriere Cesenate, a questo proposito, ha scritto, sul numero scorso, che l’Italia, assieme al Giappone, è uno degli Stati più vecchi del mondo e ha auspicato «robustissime politiche demografiche a sostegno delle famiglie con figli. […] Da noi, un retaggio ideologico frena legislazioni in favore della famiglia in quanto soggetto unico nei confronti dello Stato». Condivido il suo appello: «Ora tocca a noi. Non si può fare finta di non sapere. L’anno di lockdown ha fatto affossare ancora di più, se era ancora possi bile, il tasso di natalità, con un – 4 per cento in Emilia-Romagna». […] [Fine brani scelti dalla lettera di mons. Douglas Regattieri]

Una citazione che è un masso erratico 
Sulla denatalità non basta una citazione che alla fine trae in inganno i più, anche se viene accennato il retaggio ideologico contro la famiglia. Per chiarire meglio cosa intendo riproduco pari pari, a seguire, un vecchio articolo che mostra e dimostra il pensiero e l'atteggiamento assolutamente invariati del papa attuale e richiamo l'indice degli articoli sull'immigrazionismo [qui] dei quali Bergoglio, con i suoi mantra ossessivamente ricorrenti, è il protagonista. 
Intanto il calo delle nascite non è connesso alla pandemia - basti pensare all'aborto oltre alle politiche contro la famiglia - ma la denatalità e lo squilibrio demografico rappresentano le prime grandi emergenze italiane in questa fase storica in cui la popolazione invecchia e aumenta il numero di stranieri. Senza figli siamo destinati a scomparire: la demografia è il primo problema che l'Italia deve affrontare ed è venuto il momento di arrestare un processo che ci condanna a una lunga e inesorabile decadenza. La destra pone con forza da anni nell’agenda italiana - inascoltata perché l'ideologia dominante va in tutt'altra direzione -  questo tema strategico per il nostro futuro, superando la tendenza alle proposte di corto respiro che affliggono la politica e creano sfiducia nei cittadini.  

Puro delirio della parte modernista della Chiesa:
  1. Il papa, in un colloquio con il Corriere della Sera, arriva a definire i clandestini come il seme miracoloso che consentirà all'Europa di tornare ad essere fertile sul piano demografico, paragonandoli addirittura alla grazia divina che permise di avere un figlio a Sara, la moglie di Abramo, sterile per l'età avanzata : "l'Europa è come Sara", la moglie sterile di Abramo, "che prima si spaventa ma poi sorride di nascosto". Praticamente è nettamente favorevole al meticciato antropologico e culturale che dovrebbe prodursi : " L'Europa deve e può cambiare. Deve e può riformarsi. Se non è in grado di aiutare economicamente i paesi da cui provengono i profughi, deve porsi il problema di come affrontare questa grande sfida che è in primo luogo umanitaria, ma non solo".
Sì, è vero. Sara ha riso per il dubbio perché conosceva la sua sterilità; ma poi ha accolto il disegno d'amore di Dio, che era sulla discendenza di Abramo, e ha avuto il figlio della promessa. Ed era il figlio della libera, mentre il figlio della schiava (è questa la stirpe di chi ci sta invadendo) lo ha mandato altrove...

E leggete ancora qui - Ho sentito evocare ancora una volta con le mie orecchie l'assurdo 'bisogno' di migranti non più tardi di ieri sera a Stasera Italia, una delle tante agorà televisive i cui dibattiti reiterano le narrative del mainstream, posto che - more solito di tutti i talk del genere - la maggioranza degli ospiti è di sinistra con uno scarno contraddittorio (in genere uno contro cinque)
  1. Il direttore della Fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, intervenuto alla trasmissione “A Sua Immagine” su Rai Uno, in occasione dell’odierno Giubileo dei Kabobo: “Per rigenerare l’Europa serve l’incontro con il Sud del mondo”.
    Cos'è un via libera agli stupri etnici?
    "L'Europa - ha aggiunto - senza migranti muore. Nei prossimi 5 anni avremo il 30 per cento in meno di giovani, e solo in Italia abbiamo avuto l'anno scorso un saldo negativo tra morti e nascite di 168 mila persone, un dato che ci riporta alla Prima Guerra Mondiale".
  2. Il direttore di Avvenire è arrivato a dire - siamo sul surreale! - che le aggressioni alle donne da parte di africani in varie località europee “non sono espressioni della cultura islamica quanto piuttosto di un incontro con una cultura come quella occidentale che mercifica e strumentalizza troppo spesso il corpo delle donne“.
    Visto che le donne europee non portano il burqa, siamo tolleranti con gli stupratori?
Stiamo assistendo impotenti ad una tragedia epocale. Un'invasione che già ci sta soffocando e che lascia preludere eventi peggiori, nella totale incosciente politica suicidaria. E perché anche questo Papa insiste tutti i giorni sull'accoglienza incondizionata dei clandestini? Perché contribuisce ad incentivare l'eutanasia delle popolazioni europee e la cancellazione della nostra civiltà dalle radici ebraico-cristiane, greche e romane? Perché viene sempre più offuscata la funzione della Chiesa, portatrice di Cristo, che è l'Unico a poter trasformare nel Suo Regno questo inferno con tutte le sue storture sociali e morali che nessun umanitarismo può risolvere, perché solo in Lui avviene la trasformazione autentica del cuore dell'uomo redento, da cui soltanto può scaturire l'intenzione e l'azione secondo il progetto di Dio? Signore, fino a quando?

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Puoi vivere serenamente la tua esistenza, ma dentro e non oltre il recinto ad hoc costruito. Puoi analizzare i fatti, la realtà delle cose, attivare il tuo senso critico, eppure non v'è salvezza o verità fuori dall'ortodossia. Sei in democrazia, eppure vivi sotto dittatura. Sei libero, eppure ti tolgono il volto e ti trattano come fossi uno animale da cortile. Se non ti viene qualche dubbio, se non si attivano i tuoi neuroni, la mascherina non ti tappa soltanto la bocca. È arrivata a coprire, irreversibilmente, anche i tuoi occhi.

A noi pare ovvio. Ma ormai non lo è più per tutti ha detto...

Avv. Mauro Ronco, Camera dei deputati, 21 maggio 2020

"L'eventuale estensione del reato d'odio alla manifestazione di idee per motivi di orientamento sessuale o di identità di genere segnerebbe il passaggio abnorme del diritto penale verso un modello che punisce la manifestazione di idee per correggere gli individui in ordine alla loro disposizione interiore. Non v'è alcuna base empirica per distinguere tra giudizi espressi sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere per ragioni d'odio, da un lato, ovvero, da un altro lato, per ragioni religiose, metafisiche, etiche e sociali». Infatti, «chi esprime opinioni critiche sulla tendenza omosessuale per ragioni metafisiche o sugli atti omosessuali per ragioni etiche, psicologiche, mediche o sociali, non per ciò è indotto a tali critiche per ragioni d'odio. Anzi, il più delle volte, il motivo per cui esprime tali opinioni risiede in ragioni del tutto contrarie allo stato interiore dell'odio. L'assurdità ancor maggiore sta nel conferire a un giudice il compito di decidere se una determinata opinione sia stata espressa per convinzione scientifica, per convinzione religiosa, per scelta culturale, per tradizione familiare, ovvero, tutto al contrario, per odio. Ma per odio verso chi? Verso una tendenza, un orientamento, una dottrina, una opinione o verso delle persone in carne e ossa? Anche qui la distinzione tra l'oggetto del presunto stato d'animo d'odio non può essere precisato se non attraverso una critica delle intenzioni, del tutto inaccettabile nel diritto penale poiché non è il giudice che può discriminare tra le intenzioni buone e quelle cattive"

Anonimo ha detto...

26 maggio - San Filippo Neri

Erano, insomma, le sue stanzie una schola di santità e di hilarità christiana.

- Marco Antonio Maffa, Deposizione

Anonimo ha detto...

26 maggio: San Filippo Neri (Firenze, 21 luglio 1515 - Roma, 26 maggio 1595)

Nato a Firenze il 21 luglio 1515, ricevette buona istruzione e fece pratica nell'attività del padre, che era notaio. Intorno ai diciotto anni, tuttavia, influenzato da esperienze presso domenicani e benedettini, sorse in lui la vocazione e si trasferì a Roma; lì, mentre studiava filosofia e teologia, fu precettore e scrittore.
Nel 1538 fondò una comunità di laici che si impegnava nella preghiera e si occupava dell'assistenza a pellegrini, convalescenti ed altre persone in stato di necessità.
Rapito da un'estasi nel 1544, il suo cuore ne rimase fisicamente modificato in modo permanente.
Ricevette l'Ordinazione Sacerdotale nel 1551 e divenne presto celebre come confessore. L'affluenza numericamente importante di fedeli presso di lui determinò la nascita di un primo nucleo di quello che sarebbe poi diventato il suo Oratorio.

«La confessione frequente de' peccati è cagione di gran bene all'anima nostra, perché la purifica, la risana e la ferma nel servizio di Dio.»
(San Filippo Neri)

Nel 1575 Papa Gregorio XIII eresse ufficialmente la Congregazione dell'Oratorio e concesse a questa, come sede, la chiesa di Santa Maria in Vallicella.
Le attività che lì si svolgevano si rivolgevano principalmente ai giovani. Come facilmente si deduce dal termine "oratorio", la preghiera ebbe sempre, e naturalmente, un ruolo d'importanza fondamentale.

«L'uomo che non fa orazione è un animale senza ragione.»
(San Filippo Neri)

Considerato da molti come un Santo "bizzarro", un "buffone di Dio", rifiutò più volte la porpora cardinalizia, temendo le tentazioni dell'attaccamento ai beni materiali che ne sarebbero potute derivare.
Anche nel suo caso cifra immancabile di santità era la devozione ferventissima a Maria Santissima, che chiamava "il mio amore", "la mia consolazione", "la mamma mia".

«Figliuoli miei, siate devoti della Madonna! Siate devoti a Maria!»
(San Filippo Neri)

Le sue condizioni di salute cominciarono ad incrinarsi già dal 1581, ma i malanni si acuirono in particolar modo nei primi mesi del 1595, finché il 25 maggio fu colpito da un'emorragia. Abbandonò le sue spoglie mortali durante il mattino del giorno seguente, 26 maggio 1595, dopo aver benedetto la sua comunità.

Fu constatato che il cuore del Santo era dilatato al punto da aver modificato la posizione di alcune costole, a causa di quella sovrabbondante effusione di Spirito Santo che su di lui si riversò nell'estasi del 1544.
Benché celebre per la sua pazienza, San Filippo Neri è ricordato anche per un'esclamazione che si attenua solo sul finale, con l'augurio della grazia del martirio: «Che 'tte possi morì ammazzato... pa 'a Fede!».

San Filippo Neri, prega per noi.

Da La Verità ha detto...

Maurizio Belpietro:
La solidarietà è qualche cosa di volontario, che nasce dalla condivisione dei medesimi principi e da interessi comuni. Tuttavia, da ieri abbiamo appreso che esiste anche una solidarietà obbligatoria, ossia una fratellanza forzosa, che dovrebbe costringere le persone ad azioni solidali. (Soprattutto nei confronti chi ci sta invadendo)

Anonimo ha detto...

Secondo San Tommaso, nel Commento alla Lettera ai Tessalonicesi, la Chiesa è il lato spirituale di un unico Impero romano (il lato secolare dell'impero è ormai quasi tramontato in seguito alla discessio di gran parte dei regni europei). L'Impero romano (secolare) era composto di famiglie (si pensi al Senato) e la Chiesa, oltre a esercitare sin dall'inizio il governo divinamente istituito delle anime (Mt 16 e Gv 21), eredita questa struttura naturale dell'Impero, insieme alla funzione del "katechon" che attorno all'anno 1000 il monaco Adson assegnava ancora all'Impero/imperatore romano. L'ingresso dell'Anticristo avverrà con la discessio (apostasia) dei Regni dalla Chiesa. A mio parere, siccome i Regni non sono gli Stati, proprio perché hanno base familiare (monarchie e repubbliche antiche), tale condizione si realizza con la discessio delle famiglie dalla Chiesa. Evidentemente gli Stati e l'Anticristo, già presente nella storia, si stanno impegnando nella realizzazione di un unico progetto.
(Andrea Sandri)

Anonimo ha detto...

Una cosa della quale pochi hanno la percezione, soprattutto tra chi non conosce la storia della Chiesa degli ultimi decenni, è che la loro indignazione per le "novità" provenienti dalla Germania e dagli altri Paesi dell'area linguistica tedesca è destinata a essere di breve durata, poiché in poco tempo tutte queste cose entreranno a fare parte della normalità quotidiana.
Anzitutto va detto che quelli delle ultime settimane sono delle rappresentazioni tutt'al più provocatorie destinate a fare titoloni sulla stampa.
Perchè dico questo? Perché queste cose già vengono fatte in modo del tutto NORMALE da decenni.
Un esempio tra tutti.
Nel 2005 la mia sposa e io, freschi di matrimonio, partecipammo alla Giornata mondiale della gioventù di Colonia. Fummo ospitati nella parrocchia di Hamm, non lontano da Leverkusen, da una famiglia cattolica, con la quale potemmo parlare senza problemi poichè ovviamente so il tedesco (e la mia sposa, pur non parlandolo, lo capisce).
Venne fuori che loro, pur essendo cattolici, andavano regolarmente a domeniche alterne alla funzione domenicale protestante e ricevevano il "pane", "simbolo" del Corpo di Cristo.
Dissero che trovavano inaccettabile l'ostracismo della Chiesa cattolica verso le coppie omosessuali, ed erano favorevoli alla (pseudo) ordinazione di donne al sacerdozio.
Posso dire dalla testimonianza di amici che oggi ancora di più questo è il pensiero del cattolico medio in Germania, non solamente tra i fedeli, ma anche ovviamente nel clero e nei quadri dirigenziali (si sa, i tedeschi sono sempre tedeschi, e anche grazie all'enormità di soldi di cui possono disporre, hanno davvero dei "Quadri dirigenziali" di laici anche nella Chiesa).
Queste idee ormai sono diventate pane quotidiano anche tra i cattolici italiani, grazie alla massiccia propaganda in questo senso di Avvenire, il quotidiano di proprietà della Conferenza Episcopale, la cui linea editoriale notoriamente viene decisa "molto in alto".

Anonimo ha detto...

Domenico Pennino:
La più potente immagine del Padre: Enea Figlio di Anchise e padre di Ascanio: portando in salvo il padre mette in salvo la memoria (che fu Troia), mettendo in salvo il figlio assicura il futuro (che sarà Roma). Ecco uno dei motivi per cui l'attuale guerra alla famiglia è distruttiva: si vuole costruire una civiltà basata solo sul presente, senza passato né futuro. Il presente è un ponte tra passato e futuro. Una civiltà basato solo sull'oggi non avrà domani. Patrum memoria futuris salutem generis semine.

Anonimo ha detto...

https://www.byoblu.com/2021/05/27/la-testimonianza-di-un-pompiere-di-lione-ictus-ai-vaccinati-dopo-15-giorni-il-video-censurato-da-youtube/


Che figli di buona donna, questi dei social media, servi dei massoni, tutti i media ufficiale sono sotto il loro controllo, nascondono la verità e diffondono menzogne, a quella non sfuggiranno. Magari nessuno li processerà in questa vita, poiché la setta maledetta, come dice Mons. Viganò si è infiltrata in tutti i centri di potere, di cultura, di informazione, ma quando saranno dinanzi a Cristo Giudice saranno cavoli amari per loro, molto amari.

Aprendo il link dal computer si apre il video con la confessione del pompiere: impressionante : i sanitari sanno degli ictus frequenti, che i vaccinati sviluppano, sempre più spesso, nei 15 giorni successivi al vaccino,
hanno fatto presente alle autorità politiche e sanitarie il rapporto causa effetto tra vaccino recente e insorgenza degli ictus, ma senza ottenere alcuna risposta, nessuno si è mosso.

Anonimo ha detto...


Ma perché "servi dei massoni"?
La vogliamo smettere con insulti gratuiti?
Quando si capirà che fanno solo danno?
Mai?

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=VoTJWYlq0hE

Elisabetta Frezza: "L'alunno è la cavia preferita dal sistema dominante"

visione tv

Anonimo ha detto...

Perché, sevondi lei stanno facendo un servizio alla cittadinanza, a coloro che moriranno facendo il vaccino e subendo l' ictus, e che si salvetebbero se vedessero quel video? Perché le cure efficaci ci sono, ma sono osteggiate, nascoste e vietate, e le autorità ( sanitarie, politiche e false religiosr) vogliono vaccinare il mondo inyero, e di chi ci lascia la pelle non gli importa un fico secco. Questo è il orogramma dei massoni e chi fa il loro giuoco, chi sta servendi secondo lei? Si legga mons. Viganò e forse capirà. Buona sera.