Nella nostra traduzione di The Catholic Thing torniamo sulla novità che i laici vengono inseriti come membri votanti al Sinodo dei vescovi. Ne abbiamo parlato anche [qui]. Qui l'indice degli articoli sul Sinodo della sinodalità.
Il Sinodo dei Vescovi: RIP
Il Sinodo dei Vescovi, come ha osservato Papa Francesco nella sua Lettera del 2014 al Cardinale Lorenzo Baldisseri [qui], è stato istituito da Paolo VI per rispondere “alla necessità di rafforzare con più stretti vincoli l'unione del Vescovo di Roma con i Vescovi che lo Spirito Santo ha costituito per governare la Chiesa di Dio”. Ha aggiunto che “è necessario più che mai ravvivare ulteriormente lo stretto rapporto tra tutti i Pastori della Chiesa” ...non c’è dubbio che il Vescovo di Roma ha bisogno della presenza dei suoi Fratelli Vescovi, della loro guida e della loro prudenza ed esperienza”.
Per promuovere questa rivitalizzazione “il Successore di Pietro deve proclamare a tutti chi è “Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e allo stesso tempo deve prestare attenzione a ciò che lo Spirito Santo ispira sulle labbra di coloro che – accogliendo la parola di Gesù che dichiara: ‘tu sei Pietro’ (cfr. Mt 16,16-18) – partecipano pienamente al Collegio apostolico”. È questa “comunione affettiva ed effettiva che costituisce lo scopo primario del Sinodo dei Vescovi”.
Le Assemblee sinodali “hanno offerto al Successore di Pietro un aiuto e una guida preziosi per salvaguardare e incrementare la fede, per offrire con coraggio l’integrità della vita cristiana e rafforzare la disciplina della Chiesa”.
La suddetta istituzione, tuttavia, non esiste più dal 26 aprile 2023, giorno in cui l’Ufficio stampa della Segreteria generale del Sinodo ha diffuso un comunicato stampa non firmato in cui si annuncia che i laici saranno ora nominati da Papa Francesco come membri votanti dell’assemblea di ottobre del Sinodo sulla sinodalità. Il comunicato stampa sostiene – incredibilmente – che l’inclusione dei laici come membri a pieno titolo e con pari diritti in un’assemblea di vescovi ordinati non altera la natura di questa assemblea: “Queste modifiche, che sono giustificate nel contesto del processo sinodale, non cambieranno tuttavia la natura episcopale dell’Assemblea”.
Il che ovviamente è assurdo. Introdurre come membri votanti persone che non sono vescovi in un’istituzione creata, secondo le parole di Papa Francesco, “per rafforzare con legami più stretti l’unione del Vescovo di Roma con i Vescovi che lo Spirito Santo ha costituito per governare la Chiesa di Dio” cambia radicalmente la natura dell’assemblea sinodale. Affermare il contrario significa fare il doppio gioco [o tenere un comportamento schizoide- ndT]: “Siamo lieti di annunciare un importante cambiamento; non è cambiato nulla”.
Da notare che gli annunziati cambiamenti canonici non possono essere validamente attualizzati per mezzo di un comunicato stampa. L’abrogazione del canone 342, §1 del Codice di Diritto Canonico e di varie disposizioni dell'Episcopalis communio, la Costituzione Apostolica che regola il Sinodo dei Vescovi, non rientra nei poteri dell’Ufficio Stampa del Sinodo.
Perché i laici vengono inseriti in una riunione del Sinodo dei vescovi?Questa decisione rafforza la solidità del processo nel suo complesso, incorporando nell’Assemblea la memoria viva della fase preparatoria, attraverso la presenza di alcuni di coloro che ne sono stati protagonisti, restituendo così l’immagine di una Chiesa-Popolo di Dio, fondata sul rapporto costitutivo tra sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale [idea fissa del concilio a tutto scapito del sacerdozio ordinato, diverso sia per natura che per essenza -ndT], e dando visibilità alla relazione circolare tra la funzione profetica del Popolo di Dio e quella di discernimento dei Pastori.
Un’ulteriore affermazione è che “È dunque nel ruolo/funzione di memoria che si inserisce la presenza dei non vescovi, e non in quella di rappresentanza. In questo modo, la natura specificamente episcopale dell’Assemblea sinodale non viene intaccata, ma anzi viene confermata”.
Quindi, i laici presenti non rappresentano altri, sono semplicemente presenti perché hanno partecipato alle varie fasi di discussione sinodale. Devono possedere “cultura generale e prudenza” e “conoscenze, sia teoriche che pratiche”. Non è richiesto che siano cattolici credenti e praticanti.
Alcuni di noi ricordano che il Vademecum sinodale affermava che “[s]i dovrà avere particolare cura di coinvolgere ...cattolici che raramente o mai praticano la loro fede” nelle riunioni locali sinodali. Infatti, “nessuno – indipendentemente dalla sua appartenenza religiosa – dovrebbe essere escluso dal condividere il proprio punto di vista e le proprie esperienze, nella misura in cui vuole aiutare la Chiesa nel suo cammino sinodale di ricerca di ciò che è buono e vero”.
Così, un non vescovo non credente potrebbe essere scelto come membro del sinodo, godendo di un voto pari a quello di coloro che sono stati nominati da Cristo come pastori della sua Chiesa.
Il documento ci assicura anche che “la natura episcopale dell’Assemblea sinodale non è intaccata, ma anzi è confermata” perché i non vescovi saranno “meno del 25% del numero totale dei membri dell’Assemblea”. Mi chiedo quale sia la percentuale di non vescovi necessaria per viziare la natura episcopale dell’Assemblea sinodale. Il Papa è libero di nominare, oltre ai 70 non vescovi previsti, quanti altri membri non vescovi desidera, quindi la percentuale potrebbe essere superiore al 25%.
I 70 membri non vescovi nominati da Francesco saranno estratti da liste di 20 nomi presentate da ciascuna delle 7 assemblee regionali sovradiocesane, in gran parte geograficamente determinate. Sembra probabile che ogni regione avrà quindi 10 membri non vescovi al sinodo in rappresentanza del popolo di quella regione.
Se i membri non vescovi dell’Assemblea sinodale non hanno un ruolo di “rappresentanza”, perché si “chiede che il 50% di essi sia costituito da donne e che si sottolinei anche la presenza di giovani”? Sembra un tentativo di dimostrare che le donne come “gruppo demografico” sono equamente rappresentate. E perché i giovani dovrebbero essere menzionati in modo speciale, se la loro presenza non è intesa a segnalare che rappresentano tutti i giovani della Chiesa? Nel comunicato stampa non si fa riferimento a una simile riserva per i sacerdoti, i diaconi, i monaci, le monache contemplative, i frequentatori della Messa quotidiana, i catechisti, i membri dei nuovi movimenti, i carismatici, le persone che frequentano la Messa tradizionale antiquior, ecc.
La “funzione profetica del popolo di Dio” si contrappone alla “funzione di discernimento dei pastori”. Questa dicotomia implica che il ruolo dei vescovi sia quello di ascoltare la voce collettiva dei laici, considerandoli profeti. Piuttosto, sono i vescovi – come pastori – che esercitano i ruoli di sacerdote, profeta e re per il gregge assegnato loro da Cristo.
Il Sinodo di ottobre sarà un incontro di vescovi e non vescovi alla pari. Non è più espressione dell'”unione del Vescovo di Roma con i Vescovi che lo Spirito Santo ha costituito per governare la Chiesa di Dio”. Proprio per questo rappresenta una grave minaccia per la corretta comprensione della natura della Chiesa come società gerarchica composta dai pastori ordinati e dai fedeli laici che essi sono chiamati a guidare.
La nomina di membri non vescovi in un sinodo di vescovi è come avere membri non cardinali nel collegio dei cardinali. Nessuno potrebbe affermare in modo plausibile che il voto di membri non cardinali nel prossimo conclave non cambierebbe radicalmente la natura di tale conclave. La stessa logica si applica nel caso in esame.
Gerald E. Murray[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731
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9 commenti:
Il problema è il Concilio, e non è vero che il Vaticano II fu una cosa buona ma venne interpretato e usato male.
Non è vero, come sostenne Ratzinger, che ci fu un Concilio dei padri e un Concilio dei mass media e che le deviazioni sono nate da quest’ultimo. Certo, il Concilio è stato ed è ampiamente strumentalizzato dal neo-modernismo, ma il male è nel Concilio stesso e cioè nella sua illusione di dar vita a una Chiesa che possa piacere al mondo. Illusione e deviazione, perché la Chiesa non deve piacere al mondo.
- La Chiesa non deve dialogare con il mondo.
- La Chiesa deve convertire il mondo.
- Gesù non disse “Andate in tutto il mondo e dialogate”. Disse: “Andate il tutto il mondo e predicate il Vangelo”.
Sono manovre di trasformazione della Chiesa in circolo ricreativo, fase finale prima del suo scioglimento.
N°1 : RIP sta per Riposi in pace ?
N°2 : Della serie : "Oh quanto ci siamo divertiti, oh quanto ci siamo divertiti"..
https://gloria.tv/hashtag/diinabandhu
N°3 : Di che stupirsi se abbiamo letto anche questo : Tra i compiti nel partito, Bella Dodd aveva anche quello di infiltrare comunisti nei seminari cattolici !
Adesso c'è la tirannide dell'autorità, perché non ci sono più regole. Non ci si può più riferire al passato. Noi abbiamo a che fare con della gente che ha una filosofia diversa dalla nostra, un altro modo di vedere, influenzato da tutti i filosofi moderni e soggettivisti. Per loro non c’è una verità fissa, non ci sono dogmi. Tutto è evoluzione. Si tratta di una concezione del tutto massonica. È veramente la distruzione della fede.
(Mons. Marcel Lefebvre)
Che Dio lo abbia in Gloria.
Il nuovo e-book gratuito:
La Ratio Studiorum
apogeo dell’educazione
è scaricabile gratuitamente da:
http://www.totustuus.cloud
Uno dei segni indicanti che viviamo in un "mondo alla rovescia" è nella cronaca di poche ore fa: uno studente accoltella una insegnante.
Si tratta di un fatto ricco di profondi significati che, ovviamente, i massmedia non dicono.
Le varie opere a carattere pedagogico del Prof. Casotti, presenti su questo sito possono aiutare.
L'e-book che abbiamo scelto di diffondere è, invece, un "segno": c'è stato un tempo in cui il mondo conosceva l'ordine.
L'espulsione dei Gesuiti da molti stati pre-unitari (iniziata nel 1767 nel Regno di Napoli), indica quanto, già allora, il mondo fosse "alla rovescia".
La riforma del Casati (1859, Regno di Sardegna) e poi di Coppino (1877), segnano l'inizio, nel nostro paese, dell'uso delle scuole come "Instrumentum regni".
L'uso della scuola come strumento politico è confermato da Dina Bertoni Jovine (storica di impostazione gramsciana): "l'Italia era fatta, bisognava fare gli italiani. E lo strumento scelto fu la scuola di Stato".
Fa, pertanto, sorridere il rimpianto di una certa destra verso la Riforma Gentile (1923).
E' del 1929 il principale e unico documento della della Chiesa Cattolica sull'educazione. L'ormai tardiva enciclica Divini illius Magistri, interveniva per ricordare che NON è compito della Stato "educare" ma può, invece, soltanto "istruire".
L'educazione è diritto dei genitori, non dello Stato. E anche la Chiesa ha diritto ad educare i battezzati.
Oggi, nel 2023, lo Stato "educa" a 360°. Per giunta, non istruisce... e noi non abbiamo più nemmeno nozione della differenza.
Ciascuno di noi è stato o viene OBBLIGATORIAMENTE educato al relativismo e al socialismo. Per almeno dieci anni di vita.
Ma ecco che, dal passato, viene a noi un piccolo libro.
Un libro che ha formato centinaia di migliaia di persone, per circa 150 anni: tra queste, le classi dirigenti d'Europa e dell'America Latina.
Un libro che, oggi, può aiutarci a capire perchè ci educano "alla rovescia" e ci indica come, invece, dovrebbero educarci.
Totustuus.it
Però, però se spassionatamente si guarda alla vita dell uomo si vede che di progresso non se ne è avuto tanto. Della tanto conclamata scienza si è sviluppata solo la parte meccanica, la parte vitale, ben conosciuta nei monasteri del buio Medioevo, se ne è persa perfino la traccia. Ora si parla dell aspetto olistico, però sempre come assemblaggio di parti e non come Unità particolare irripetibile delle sue componenti. Il Medioevo, l'uomo medievale aveva l occhio capace di abbracciare, di aver cognizione dell insieme, del tutto, occhio che noi abbiamo perduto assolutizzando l analisi. Spero che molti giovani ritornino ai mestieri fondativi della conoscenza umana, quelli legati alla terra, flora, fauna, giorno e notte, la settimana, i mesi, le stagioni e per tetto un cielo di stelle. Allora sarà più facile ritrovare la Fede, ritrovare Dio, Uno e Trino.
Ormai se la cantano e se la suonano tra autorità civili ed ecclesiastiche, in perfetta armonia di intenti che si possono sintetizzare in "Serva Chiesa in Padrone Stato".
E quando il buon Stefano Fontana si definisce "allibito" per la consegna del Premio Paolo VI a Mattarella non mi trova concorde, perché Montini fu uomo profondamente politico affine a quella sinistra DC (da cui esce Mattarella), che tanto danno ha fatto al nostro Stato, rivelandosi per quello che già Gramsci aveva capito essere il Partito Popolare, vale a dire il miglior strumento di affermazione del comunismo in Italia (cioè il gregario che porta acqua al mulino di colui che deve vincere).
Dunque non è più il caso di stupirsi di Bergoglio, in perfetta continuità con Montini, nel sostegno del cattolico "adulto", politicamente corretto e ampiamente flessibile in termini di dottrina e morale.
Lo stupore e lo scandalo dovrebbero stare a monte, pensando a come l'eresia modernista abbia potuto rivoltare la Chiesa Cattolica come un calzino, e oggi il Papato sia del tutto svalutato agli occhi del cattolico integrale.
# Si cita qui sopra l'Enciclica di Pio XI nella quale ammonisce che non è diritto dello Stato educare ma della Chiesa e della famiglia. Si dice anche: fa sorridere il rimpianto di certa destra per la riforma Gentile.
Si cita anche il libro della Bertoni Giovine, un libro fazioso, anticlericale.
Chi ha scritto questo commento mostra di ignorare fatti fondamentali. Specialmente a proposito della Riforma Gentile e del fascismo. Il fascismo non ebbe il monopolio della scuola. Lasciò in piedi la scuola privata e consentì anche l'educazione parentale, come si dice oggi.
Bastava osservare il programma ministeriale, si poteva presentarsi agli esami di Stato come privatisti, dopo essersi preparati a casa.
Fu Gentile se non erro a riconoscere o creare l'Istituto della "libera università", cioè un istituto privato riconosciuto dallo Stato. Nel 1924, con questa formula fu riconosciuta dallo Stato fascista la Cattolica di Milano, da poco fondata da P. Gemelli come istituto privato. E fu riconosciuto anche un istituto magistrale di Milano, sempre fondato dal clero.
Nell'Italia fascista accanto alla scuola pubblica, che non costava niente, c'era quella privata, invece costosa. Nel 1932 circa 4 milioni di alunni nella pubblica, circa 180.000 nella privata. Al Liceo Apollinare pontificio di Roma, scrisse Del Noce, la borghesia cattolica benestante che voleva sottrarre i figli al clima troppo fascista della scuola pubblica vi mandava senza problemi i propri.
In cosa avrebbe sbagliato Gentile nella sua riforma?
La preparazione culturale che si offriva era eccellente. Forse eccessiva, avrebbe dovuto snellire un po' e dare maggior spazio ai classici cristiani nella letteratura classica.
Ma la preparazione della scuola superiore italiana era rispettata anche all'estero. E c'erano fior di professori, di tutte le tendenze politiche. Parlo della scuola di un tempo.
La critica di Pio XI allo Stato fascista non è obbiettiva, lo presenta come se avesse strappato i figli ai genitori per impadronirsene nelle organizzazioni del regime. Ma questo non era vero. L'educazione politica fascista nell'Opera Nazionale Balilla etc si affiancava a quella che ragazzi e ragazze ricevevano in famiglia, nella scuola, in parrocchia. E nelle organizzazioni fasciste c'erano sempre i cappellani, si celebravano sempre le Messe al campo.
Documentarsi, prima di ripetere certi luoghi comuni, non sarebbe male.
Sono d'accordo. Aggiungo che l'Italia del dopoguerra è vissuta di rendita finché c'è stata quella classe dirigente. Poi sono arrivati i sessantottini . I veri parvenus.
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