Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 7 maggio 2023

Maggio 2023 | Con Maria amabile Maestra

Maggio 2023 | Con Maria amabile Maestra 
Albero di Vita
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. (Genesi 2, 8-9)
Contemplo con Luigi di Montfort

Da L’amore dell’eterna Sapienza (AES 204)
«Soltanto Maria è l’albero di vita e soltanto Gesù è il suo frutto. Chiunque, pertanto, vuole possedere quel frutto meraviglioso nel cuore, deve possedere l’albero che lo produce. Chi vuole avere Gesù, deve avere Maria!».
Rifletto

Grignion di Montfort non utilizza mai l’immagine di Maria “albero della vita” in modo isolato, ma sempre associato al suo frutto, Gesù. Come non è possibile separare il frutto dall’albero, così non troveremo mai Gesù senza Maria e Maria senza Gesù.
Il fine della nostra vita spirituale è avere il frutto che è Gesù, ma se vogliamo il frutto, dobbiamo andare all’albero, a Maria! Potrà portare il suo frutto, Gesù, solo se sarà in grado di mettere la sua tenda e di abitare in noi (cfr. VD 29), solo se potrà prendere come sua eredità ciascuno di noi (cfr. VD 31) e solo se potrà gettare le sue radici in profondità in noi (cfr. VD 34). Da qui l’invito del Santo di Montfort a lasciare che lo Spirito Santo pianti nel nostro cuore l’albero della vita che è Maria e la consacrazione a Gesù per le sue mani.
San Luigi di Montfort afferma: «una delle ragioni per cui così poche anime arrivano alla pienezza dell’età di Gesù Cristo, è che Maria (…) non è abbastanza formata nei loro cuori» (VD 164). Non hanno Maria che con disponibilità incondizionata collabora con lo Spirito nella formazione e l’educazione dei grandi santi (cfr. VD 35), e favorisce la sua azione che conduce alla maturità cristiana.
Se lo Spirito Santo ha già piantato in noi l’albero di vita di Maria, ricordiamo però che esso è come un piccolo seme. Per crescere ha bisogno di tempo e di cura, altrimenti rischia di non portare il frutto benedetto che è Gesù, e uniti a lui i frutti di santità e di vita piena. C’è, quindi, una parte che tocca a noi! Come buoni giardinieri occorre che, collaborando con lo Spirito Santo, ce ne prendiamo cura, lo custodiamo, lo coltiviamo con perseveranza. Allora, non solo porta frutto, ma diventa un albero così grande che sui suoi rami tanti faranno il loro nido (cfr. Mt 13,31; Mc 4,31)! Non solo noi facciamo il nido in Maria, ma noi possiamo diventare punti di riferimento per gli altri, che possono trovare in noi la luce e l’amore di Maria, perché lo Spirito con Maria produca anche in loro il frutto di Gesù.
Ne Il segreto di Maria, ai nn. 70-78, Luigi di Montfort suggerisce come coltivare l’albero di vita. Il primo passo è essere riconoscenti per il dono di Maria e della consacrazione. Se è un dono, il suo principio è divino e non ha bisogno di nessun appoggio umano, ma solo ci si può appoggiare sull’aiuto di Maria. La passione quotidiana nel coltivare l’albero di vita chiede di morire a sé stessi, di riporre tutta la fiducia in Dio e nell’intercessione di Maria e non nelle creature, la lotta contro il peccato e l’egoismo, l’incessante sguardo contemplativo, la preghiera e la vita sacramentale. Infine, la fedeltà e la pace nelle prove perché anche se viene scosso dal vento, Maria baderà a fortificare la vera devozione a lei e la consacrazione. Ascesi energica, dunque, non fine a sé stessa, ma perché maturi in noi Gesù e noi lo possiamo gustare, trovando in Lui il sapore della vita e lo facciamo gustare agli altri: «Gustate e vedete come è buono il Signore».

Prego
«Ti ringrazio, Signore,
per avermi rivelato il segreto di Maria.
Ho trovato in lei Gesù,
il mio tesoro nascosto, la mia perla preziosa!
Donami di vendere tutto, di sacrificare tutto in Maria,
di perdermi con gioia in lei, per trovare Te solo!
Spirito Santo, mi hai reso felice
piantando nel mio cuore il vero albero della vita,
Maria e la consacrazione a Gesù per le sue mani.
Con Te lo voglio coltivare adoperando ogni cura,
perché porti il frutto del mio amabile Gesù,
sia nido per me e per tanti,
vi riposi alla sua ombra nella calura del sole
e mi nasconda al sicuro dai miei nemici.
Che io sia più felice
perché in me Maria è cresciuta e fiorita!
Che sia più felice ancora
perché in me Maria porta il frutto benedetto del suo seno, Gesù!
Che sia il più felice di tutti
perché gusto e custodisco Gesù fino alla morte e per sempre. Amen».
(Cfr. SM 70ss)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La devozione alla santa Vergine è un mezzo privilegiato «per trovare Gesù Cristo perfettamente, per
amarlo teneramente e servirlo fedelmente» (Trattato
della vera devozione, 62). Questo centrale desiderio di
«amare teneramente» viene subito dilatato in un’ardente preghiera a Gesù, chiedendo la grazia di partecipare all’indicibile comunione d’amore che esiste tra
lui e sua Madre.

Anonimo ha detto...

La Vergine Addolorata ci ottenga dal suo santissimo Figliuolo di farci penetrare sempre più nel mistero della croce ed inebriarci con lei dei patimenti di Gesù. La più certa prova dell'amore consiste nel patire per l'amato, e dopo che il Figliuolo di Dio pati per puro amore tanti dolori, non resta alcun dubbio che la croce portata per lui diviene amabile quanto l'amore.
Padre Pio.

Anonimo ha detto...

Mentre le nostre chiese si svuotano e alcune,per ora fuori dall'Italia, vengono vendute o demolite, la San Pio X ne costruisce una in Kansas. Vediamo i numeri giusto per capire di che cosa si parla:
- 40 milioni di dollari per l'edificazione proveniente dalle donazioni dei fedeli
- 1500 posti a sedere (Tutti occupati per la cerimonia di consacrazione)
- mi dicono che altri 1500 erano fuori in piedi per non aver trovato posto dentro al tempio
- il video è arrivato, in 3 giorni, ad oltre 50000 visualizzazioni. Più del doppio rispetto a quelle delle celebrazioni papali sul canale Vatican News.

Direi che sarebbe il caso di porsi qualche domanda...ma manca non solo la volontà di farsele; manca l'ONESTA' per rispondere.

Anonimo ha detto...

"L'anima devota non dice il Rosario solo con le labbra, ma medita con la mente e col cuore i Misteri della vita di Gesù, come chiese la Madonna a san Domenico quando gli insegnò questa preghiera domandandogli di diffonderla.
Chi recita il Rosario senza meditare i Misteri si priva liberamente di tante grazie che Dio vuol donargli.
Come vorrei che ognuno, in ogni bisogno e necessità della sua anima, ricorresse alla Madonna con il Rosario, a Lei che è tanto buona!"

Don Ignazio Klopotowski