Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 1 agosto 2013

«Non anni, ma anime!»

Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime.

La risposta di Francesco fu immediata: “Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.

E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”. Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E Francesco: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”.

E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.
(Da “Il Diploma di Teobaldo”, FF 3391-3397).

Perdono di Assisi
Dal mezzogiorno del primo agosto alla mezzanotte del giorno seguente (2 agosto), oppure, col permesso dell’Ordinario (Vescovo), nella domenica precedente o seguente (a decorrere dal mezzogiorno del sabato fino alla mezzanotte della domenica) si può lucrare una volta sola l’indulgenza plenaria.

Tale indulgenza è lucrabile, per sé o per le anime del Purgatorio, da tutti i fedeli quotidianamente, per una sola volta al giorno, per tutto l’anno in quel santo luogo (Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola) e, per una volta sola, da mezzogiorno del 1° Agosto alla mezzanotte del giorno seguente, oppure, con il consenso dell’Ordinario del luogo, nella domenica precedente o successiva (a decorrere dal mezzogiorno del sabato sino alla mezzanotte della domenica), visitando una qualsiasi altra chiesa francescana o basilica minore o chiesa cattedrale o parrocchiale. 

CONDIZIONI RICHIESTE:
  1. Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l’indulto e recita del “Padre Nostro” (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del “Credo” (con cui si rinnova la propria professione di fede).
  2. Confessione Sacramentale per essere in Grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti).
  3. Partecipazione alla Santa Messa e Comunione Eucaristica.
  4. Una preghiera secondo le intenzioni del Papa (almeno un “Padre Nostro” e un’”Ave Maria” o altre preghiere a scelta), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
  5. Disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato, anche veniale.
Le condizioni di cui ai nn. 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti quello in cui si visita la chiesa; tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.
_________________________________
[Fonte]

3 commenti:

rafminimi@infinito.it ha detto...

Brani di ciò che scrissi tre anni fa "Non ne uscirai, finchè non avrai pagato l'ultimo spicciolo" (Luca XII,59)
1 AGOSTO 2010 a.D., San Pietro in Vincoli e, tra gli altri, Sant'Eusebio da
Vercelli
CHIEDIAMO LA GRAZIA CHE SI FORMI IN OGNUNO DI UNA NOI UNA COSCIENZA RETTA,
BUONA E RIFLESSIVA
.[....] Vorrei ricordare a
tutti che, almeno per quel che concerne me e la mia famiglia, cercheremo di
seguire l'uso antico, [...]. Gli
anticlericali hanno sempre fatto delle sonore risate sul "trasi e iesci"
CHE, in questi giorni i devoti facevano dalle chiese. Certo è che il
purgatorio si svuotava. Soffrire lo scherno per liberare le anime sante del
purgatorio, è, per loro, ulteriore suffragio, oltre che ulteriore merito per
chi ne è fatto oggetto. E poi "ride bene chi ride ultimo". Avvenivano abusi?
A prescindere che "l'abuso non abolisce l'uso", ricordiamo tanti devoti che,
da mezzanotte al mezzogiorno seguente (36 ore filate) NON MANGIAVANO, NON
DORMIVANO E NON ANDAVANO DI CORPO, presi dalla foga di suffragare i defunti.
Preghiamo di essere degni e capaci di seguire almeno una scheggia del loro
esempio. Le Anime Sante del Purgatorio ci saranno eternamente grate. Costa
fatica? Impegno? Espone al pericolo dello scherno? A parte che possiamo
ricorre a piccoli "accorgimenti" per non farci notare troppo (anche se
sarebbe preferibile farsi notare, dare qualche spiegazione e, magari,
potremmo avere compagnia, almeno il prossimo anno), le indulgenze, si dice
in termine "tecnico" vanno "LUCRATE", cioè bisogna GUADAGNARSELE.
DIO ci benedica
vostro
UomochenonfuMAI

Rafminimi@infinito.it ha detto...

ci fu chi mi rispose così:
Mi dispiace deludervi, ma il Papa Paolo VI ha ridotto ad una sola anima (la
propria o quella di un defunto) l'indulgenza della Porziuncola. Quindi non è
più possibile, per volere del Sommo Pontefice, lucrare multiple indulgenze
con il titolo della Porziuncola.
Ed io avevo risposto:
Montini, di manica larga su tutto, in questa materia ha stretto i cordoni
della borsa. Per quel che mi concerne, so bene cosa ha fatto e, onestamente,
prefirisco l'uso precedente, Non credo che DIO, San Pietro e San Francesco
si offendano. Cosa sucederà nell'altro mondo, onestamente, lo affido alla
divina clememza e, ripeto, non credo che di star facendo male
Mi era stato replicato:
Non è questione di far male, ma di divulgare via email a tante persone
convinzioni e pratiche che, se la Chiesa ha ristretto, non sono più in
vigore nella forma precedente. Quindi rischia di ingenerare confusione tra i
cristiani che sentono dire una cosa in parrocchia e ne sentono un'altra da
lei. Solo il Papa, attraverso la Penitenzieria Apostolica, può decidere
liberamente sulle indulgenze: questa è la Tradizione.

rafminimi@infinito.it ha detto...

Al che io ho risposto:
Lei, se ho ben capito, mi sta dicendo che,
"esotericamente", posso fare quel che mi aggrada, purché non lo diffonda.
[...]Carissimo, Non la disapprovo. In definitiva, da parte di chi, come
Lei, è convinto che, nella Chiesa, non vi sia crisi e/o stato di necessità,
non mi potevo aspettare nulla di diverso.[...] Comunque, e concludo, le indico tre libri che potranno illuminala
circa Paolo VI, la trilogia che gli ha dedicato Mons.Luigi Villa
di "Chiesa Viva": "Paolo VI beato"; "Processo ad un papa" e " La nuova
Chiesa di Paolo VI" Il quadro è desolante.
DIO ci benedica
Raffaele Minimi terziario carmelitano.
Se c'è un ambito, dove il Vat II (o se preferite il postVatII) è stato
devastante, è proprio la vita religiosa. Come disse un vecchio monaco, i
voti si sono arricchiti di attributi: Castità "arrangiata" (quando non
proprio "coniugata"), obbedienza "dialogata" e povertà MEGLIO NON PARLARNE!
O, come disse un altro, in convento è entrato il D.D.T. . E non si riferiva
solo all'insetticida tossico e cancerogeno, ma, anche a DONNE, DANARI &
TITOLI (Accademici e nobiliari). La maggior parte delle congregazioni
tradizionaliste ,[...]sono nate in seguito a FUGHE da parte
di monaci che si vedevano impediti nell'Osservanza della regola.. E si
tratta di istituti, quelli tradizionalisti, che toccano con
mano la benedizione divina, non fosse altro per le tante vocazioni che vi
bussano. Tutti nati da errori dei fondatori? Avrebbero fatto meglio a fare
come tanti altri che, soffrendo in silenzio sono rimasti? Forse questi
ultimi si sono santificati personalmente ma di certo, coloro che sono andati
via hanno fatto ben di più PER LA SOPRAVVIVENZA della regola monastica che
hanno professato a suo tempo! Se le interessa, le posso dare i riferimenti
di alcune congregazioni di Cappuccini ed altre di Clarisse, che sono su
posizioni vicine alla FSSPX

A QUESTO PUNTO, IL DISCORSO SI è, PER IL MOMENTO ALMENO, CHIUSo
Ricordiamoci che dal mezzogiorno del 1° Agosto, alla mezzanotte del 2
Agosto, si puo' lucrare l'Indulgenza Plenaria di Assisi!
Organizziamo le nostre prossime giornate per ottenere l'indulgenza:
CONDIZIONI PER RICEVERE L'INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI, (per sé *E* per i defunti)
-Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni
precedenti o seguenti il 1° e il 2 agosto);
-Partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica negli 8 giorni prima o
dopo il 1° e il 2 agosto;
-Visita ad una chiesa francescana o parrocchiale nel 1° o 2 agosto, dove si
rinnova la Professione di Fede, mediante la recita di 6 CREDO, per
riaffermare la propria Identità Cristiana; la recita di 6 PATER NOSTER, di
6 AVE MARIA, e di 6 Gloria per riaffermare la propria dignità di Figli di Dio ricevuta nel
Battesimo; Una preghiera secondo le intenzioni fissate per
sempre, dei Romani Pontefici, (***che SONO l'estirpazione
dell'eresia, la concordia dei governanti cristiani e l'esaltazione della
Santa Madre Chiesa***) per riaffermare la
propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di
unità è il Romano Pontefice, questo per ottenere l'Indulgenza Plenaria per
noi stessi,
per chiederla per i nostri defunti dobbiamo sostituire i 6 GLORIA con 6 REQUIEM. Si
può chiedere più di un Indulgenza al giorno entrando in Chiesa, recitando
quanto elencato sopra,poi uscendo e rientrando,ripetendo le Pie Pratiche
sopra citate.
SANCTE FRANCISCE, ORA PRO NOBIS