Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 28 agosto 2013

Siria. «Un intervento militare significherebbe una guerra mondiale»

Riprendo dalla Redazione di tempi.it, 26 agosto.
Ora che l'America sembra decisa a intervenire e le cose si complicano, anche la stampa di regime comincia ad esprimere dubbi, con analisi e considerazioni traversali che mettono in guardia su motivazioni ritenute non ragionevoli: da Repubblica al Giornale passando per il Corriere della Sera. Stupisce il cambiamento di atteggiamento, finora orientato più sull'emotività che sulla realtà dei fatti, il dramma della popolazione e i rischi connessi. Non possiamo eludere la notizia che ha una sua gravità densa di rischi ed incognite ancor più serie e preoccupanti. Da inserire nella nostra preghiera.

«Se ci fosse un intervento militare, questo vorrebbe dire – per il mio sentire – una guerra mondiale». Lo ha detto alla Radio Vaticana Antoine Audo, vescovo di Aleppo dei Caldei e presidente di Caritas Siria. Audo avrebbe dovuto partecipare nei giorni scorsi al Meeting di Rimini e in un’intervista a Tempi aveva anticipato quali sarebbero state le sue parole all’incontro finale della kermesse («Le potenze lavorino per la pace invece di schierarsi»). Poi Audo ha fatto sapere agli organizzatori di non poter essere presente a Rimini, al cui dibattito ha invece partecipato Antranig Ayvazian, capo spirituale degli armeni cattolici dell’Alta Mesopotamia, Siria del Nord.

L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO. Nel dialogo con Radio Vaticana, Audo parla delle parole pronunciate da papa Francesco all’Angelus: «Ero veramente molto contento per aver sentito che il Santo Padre è accanto a noi, ha parlato della Siria, di questa “amata nazione”, ha espresso la sua sofferenza e il suo impegno per aiutare la Siria. Ha chiesto alla comunità internazionale di fare tutto quanto sia possibile per la pace, per il dialogo tra le differenti parti in conflitto. È stata veramente una cosa molto personale, molto chiara, molto diretta… Questo dà fiducia a tutti noi che adesso siamo, soprattutto in Aleppo, in una situazione molto difficile. Il messaggio del Santo Padre è molto, molto positivo, ed è stato molto apprezzato da gran parte della popolazione».

NO AL CONFLITTO. Secondo Audo un intervento militare sarebbe una sciagura: «Se ci fosse un intervento militare, questo vorrebbe dire – per il mio sentire – una guerra mondiale. Di nuovo c’è questo rischio… La cosa non è così facile! Speriamo che l’intervento del Papa per favorire un vero dialogo tra le differenti parti in conflitto, per trovare una soluzione sia il primo passo per non usare armi, ma per far sì che la gente possa essere libera di muoversi, di viaggiare, di comunicare, di lavorare… Tutto il Paese è in guerra adesso! Questo è quello che aspettiamo: una forza internazionale che aiuti a dialogare e non a fare la guerra».

«Noi cristiani in Siria siamo tornati all’epoca delle catacombe. Ma la croce vincerà»

Rimini (dal nostro inviato al Meeting). «Se gli stranieri che combattono in Siria se ne andassero, in 48 ore tornerebbe la pace. Noi cristiani siamo tornati a un’epoca catacombale». Così descrive durante l’incontro conclusivo della XXXIV edizione del Meeting la situazione del paese mediorientale, che da oltre due anni è martoriato da una guerra civile che ha fatto oltre 100 mila morti e due milioni e mezzo di profughi, Antranig Ayvazian, capo spirituale degli armeni cattolici dell’Alta Mesopotamia, Siria del Nord. «Tutte le nostre chiese in diverse città della Siria sono distrutte, i fedeli vengono da me nella notte per ricevere i sacramenti».

UN PAESE TOLLERANTE. «Io sono nato in Siria», racconta padre Antranig, «e durante l’infanzia andavo a scuola e a messa insieme a musulmani ed ebrei. Il nostro paese è sempre stato aperto ed accogliente e il più bel ricordo che ho della mia infanzia è quando arrivava la Pasqua ebraica, perché un amico di mio fratello veniva a casa e ci portava il pane azzimo, che noi mangiavamo in quantità». Poi, nel 2011, è cominciata la Primavera araba, «il caos creativo», che ha colpito anche la Siria. «Dicono che nei nostri paesi ci sono tante ingiustizie ed è vero. Ma io chiedo: dove non ci sono? E ora siamo qui a domandarci: dove sono i nostri sacerdoti e vescovi rapiti? Nessuno lo sa. Che cosa fa l’Onu per noi?».

«ESTIRPARE GLI INFEDELI». Mentre padre Antranig racconta degli estremisti e dei terroristi legati ad al-Qaeda che combattono in Siria mostra foto di chiese distrutte e di statue decapitate. «Ne ho incontrati diversi di loro, gli ho chiesto che cosa volevano da noi, non parlavano neanche arabo, e mi hanno risposto: “Ci è stato affidato il compito di riportare queste terre all’islam. Dobbiamo uccidere e distruggere per estirpare da questo paese gli infedeli”». E ancora: «In una delle città dove prima vivevamo hanno distrutto tutte le chiese, l’aula dedicata ai giovani è diventata un tribunale della sharia. Qui hanno processato una crocifisso di metallo e l’hanno distrutto».

IL PROCESSO ALLA MADONNA. Particolarmente impressionante la descrizione del processo da parte degli estremisti islamici a una statua della Madonna: «Siccome non era interamente ricoperta dal velo l’hanno giudicata colpevole e fucilata. Poi, visto che l’hanno considerata un’immagine idolatra, l’hanno decapitata». Già 562 mila cristiani hanno lasciato la Siria «e non sanno dove andare». I rifugiati, soprattutto in Libano, vengono soccorsi anche grazie al sostegno di Aiuto alla Chiesa che soffre, come ricordato da Massimo Ilardo, direttore italiano dell’opera pontificia: «Dall’inizio del conflitto abbiamo dato un milione e 100 mila euro ai siriani in difficoltà, quasi quanto all’Iraq in dieci anni. Noi aiutiamo i vescovi e offriamo sostegno economico attraverso le diocesi. Io dico a tutti, però, che oltre al sostegno economico serve il sostegno della preghiera, perché se c’è una cosa che tutti ci chiedono è questa: “Pregate per noi”».

L’AIUTO DEI GESUITI. La guerra in Siria ha anche creato «tre milioni e mezzo di sfollati dentro il paese che non sanno più dove vivere. In generale c’è un’emergenza lavoro e i cristiani, essendo i più deboli, soffrono più di tutti gli altri siriani». Ad aiutarli a sopravvivere c’è il Jesuit Refugee service, il cui responsabile per Medio Oriente e Nord Africa, Nawras Sammour, è intervenuto all’incontro: «Siamo al servizio di 17 mila famiglie tra Damasco, Aleppo e Homs. Facciamo servizio di mensa e assistenza medica per oltre 12 mila persone. L’80 per cento di quelli che aiutiamo sono musulmani, il restante cristiani. Purtroppo oggi i gruppi radicali ed estremisti hanno più armi e sono i più forti ma finché c’è Dio non possiamo dire che tutto è perduto, il cristianesimo è l’avventura della croce».

«LA CROCE VINCERÀ». Fa eco alle sue parole ancora padre Antranig: «Giovanni Paolo II, facendo visita al paese, ha detto: “È Dio che protegge la Siria”. Noi cristiani dobbiamo essere testimoni della verità, la croce vincerà alla fine. Ecco perché non abbiamo paura, torneremo qui perché amiamo questa terra e la piangiamo, sappiamo di essere martiri ma qui abbiamo il nostro unico rifugio. Abbiamo fede e preghiamo per la Siria perché come dice il Papa “Credere è affidarsi a un amore misericordioso”».
@LeoneGrotti

21 commenti:

Anonimo ha detto...

L'Occidente, ha dichiarato il vice-premier russo Dmitri Rogozine, si muove nel mondo islamico "come una scimmia con una granata"...

Anonimo ha detto...

Preghiamo per la Siria e in particolare per i nostri fratelli cristiani
John

Michele ha detto...

Santi Sergio e Bacco, Patroni della Siria (cui è intitolata la bellissima chiesa ucraina di Roma, dove sono stato spesso a Messa) San Pietro Apostolo e Martire, che ad Antiochia hai avuto la prima Sede e TUTTI I SANTI DI DIO, che proprio i terra siriana, siete stati chiamati per la prima volta CRISTIANI, pregate per noi e per loro.

Max7 ha detto...

il più bel ricordo che ho della mia infanzia è quando arrivava la Pasqua ebraica, perché un amico di mio fratello veniva a casa e ci portava il pane azzimo, che noi mangiavamo in quantità
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Non la Prima Comunione, o la cresima, o leprime preghiere recitate con i genitori in chiesa o in casa. Vabbè, ognuno ha i suoi tempi più belli. Ma un prete, già ecumenico sin dall'infanzia!

Anonimo ha detto...

Caro Max7,
convivenza civile e ricordi d'infanzia comune non è necessariamente ecumenismo.

Ricordo che l'ex rabbino capo di Roma, Zolli, che si convertì al cattolicesimo in tempo di guerra, racconta di aver avuto i suoi primi incontri con Cristo, nel Crocifisso che aveva sempre davanti agli occhi nella cucina dell'amico d'infanzia col quale studiava da bambino...

E i ricordi più belli d'infanzia, a prescindere da questo fatto emblematico, hanno il sapore delle cose semplici condivise.

Japhet ha detto...

Ne parla anche Riscossa cristiana

http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2720:siria-il-gas-soffoca-la-verita-di-piero-laporta&catid=54:societa-civile-e-politica&Itemid=123

Anonimo ha detto...

PROPONGO NOTIZIE CHE I MASS MEDIA EVITANO ACCURATAMENTE DI FAR CONOSCERE.

http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=12493

http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=12589

http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=10582

E voglia il caso che, l'America l'Inghilterra, la Germania e la Francia siano tanto, troppo interessate ad un certo "ordine" politico, nella zona più ricca del globo, la Mezzaluna Fertile.

Rcchezza storico, culturale, archeologica, insomma LA culla della civiltà.

E voglia il caso che, le "primavere arabe" SIANO SCOPPIATE in quella zona... la mezzaluna fertile.

E voglia il caso che, tutti i musei Iracheni, Egiziani e Siriani, Giordani siano stati svuotati dei preziosimmi reperti, ancora da analizzare,tradurre e decifrare.

Chi li ruba o li distrugge, lo sa bene per cosa e agiscono per conto di qualcuno, questo è certo.
Spesso nelle tavolette d'argilla o papiri, vi sono scritte che se tradotte RIBALTEREBBERO, la storiografia ufficiale di regime anticlericale e sionista.

La guerra in Siria,in Iraq, in Egitto, devono essere considerate anche sotto questo aspetto.

Spesso quando in archeologia, vengono rinvenuti reperti che non rispondono ai canoni ufficiali, vengono distrutti o tenuti nascosti, da pseudo archeologi che lavorano per il regime.

Quando invece, a lavorare ci sono archeologi seri e quando questi vengono a scoprire qualcosa di importante, voglia il caso che gli scavi vengano interrotti da una guerra...

Analizziamo sotto questo aspetto, anche quello che successe, quando in Giordania vennero ritrovati i famosi Rotoli di Qumram.La guerra dei cosiddetti 6 giorni chi la dimentica? E chi ha sequestrato quei reperti? Chi sciolse la meritevole equipe che li stava studiando per crearne un'altra?

I "vincitori" e chi ha vinto quella guerra?

Pezzi straordinari,quei Rotoli di Qumram, troppo scomodi per qualcuno, tanto che furono definiti una bomba teologica....

Ma ecco che stranamente nel 2012 in Siria successe quanto segue, senza che i mass media ne abbiano reso conto:


Siria – Una misteriosa città è stata scoperta nel deserto della Siria, di età superiore a quella delle piramidi, ma la zona, devastata dalla guerra, impedisce al momento di decodificare i suoi enigmi da parte degli archeologi.

Frammenti di strumenti di pietra, cerchi di pietre e linee sul terreno, e anche la prova di tombe trovati nel deserto, nei pressi del monastero di Deir Mar Musa, 50 miglia a nord di Damasco, lo ha detto l’archeologo Robert Mason del Royal Ontario Museum.
Lo scienziato ha paragonato le formazioni alla "Stonehenge della Siria."

A chi disturbano le scoperte archeologiche nella Mezzaluna Fertile? Chi vuole destabilizarla per impadronirsi delle ricchezze e distruggere le pietre cariche di storia tutta Cristiana?

Li, succede questo ma anche da noi non sono da meno.... Le chiese antiche o altro prezioso materiale, lasciato in balia del degrado.

Ma i soldi per costruire mostri di cemento che hanno pure il coraggio di chiamre chiese, quelli ci sono...

Preghiamo Gesù Cristo e meditiamo anche questo aspetto, poichè nessuno finora, lo ha preso in considerazione.

l'ARCHEOLOGIA SERIA e non quella di regime, è lo strumento che avvalorerà storicamente e così anche scientificamente, darebbe ragione alla Bibbia Vecchio e Nuovo Testamento.

Se la Bibbia ha ragione, Gesù Cristo E' IL MESSIA!

MEDITIAMO!

R.

don Camillo ha detto...

Purtoppo la guerra è stata decisa già 4 anni fa! Israele oggi fa il pompiere ma si è dimenticato tutta la campagna anti-Siriana che ha promosso e armato fino a 6 mesi fa!

Una guerra in Siria sarebbe un disastro per tutti. Penso solo agli amici di Maalula, questa comunità cristiana che ancora parla aramaico, la stessa lingua di Gesù, custodita e amata da secoli dal "regine" islamico (!). C'è una chiesa del primo secolo con un altare di epoca appena post-Apostolica.

www.youtube.com/watch?v=Ou853QadfBE

Preghiamo molto! è la terra di Gesù, e lo possiamo ben dire perchè al tempo della sua nascita la Palestina era una provincia Siriana!

Luigi ha detto...

...e così ci si avvia al meritato castigo materiale. Quello spirituale è in atto da alcuni decenni. Non ci resta che pregare. ah, se avessimo cominciato col pregare! ...

Anonimo ha detto...

La preghiera non è mai mancata, Luigi. E ora dovrebbe intensificarsi.
Ma purtroppo il mondo è quello che è. Noi cerchiamo di fare quel che possiamo per come ci è dato in tutti gli ambiti in cui ci muoviamo.

Qualcuno ha detto (non ricordo chi) che il Signore non guarda al risultato, ma alla fatica. E forse un risultato, a sua maggior gloria, se non lo vediamo noi, fiorisce in chissà quale sconosciuta situazione...

Anonimo ha detto...

C'è, in questi americani esportatori della "democrazia" (colle bombe!), un'insipienza, e un'ipocrisia, che fa paura.

Speriamo che la nostra Italia, e la nostra Europa, non li seguano in questa follia.

E preghiamo per la Siria e per la pace.

Maso

Japhet ha detto...

Patriarca Sako:
...

R. – Per me sarebbe un disastro! Abbiamo avuto anche noi lo stesso scenario. Trovare delle scuse è molto facile, ma devono cercare anche la verità e la giustizia se vogliono raggiungere una soluzione. La guerra non aiuta mai, anzi complica la situazione. Noi, in Iraq, dopo l’invasione degli americani, dopo dieci anni, dove stiamo andando? Dove va il Paese? E’ diviso, ci sono problemi di sicurezza, di lavoro, di corruzione, tutto viene creato in maniera “confessionale”. Dove sono la democrazia e la libertà? Sono questi i progetti? Se l’Occidente vuole aiutare questi Paesi a trasformarsi in democrazie aperte, devono educare la gente, e non con le bombe! Devono pensare anche alle conseguenze per la Siria ma anche per l’Iraq, per il Libano e per l’Iran. È facile bombardare un Paese, dopo però bisogna fare i conti con la coscienza.

Japhet ha detto...

http://www.news.va/it/news/il-patriarca-sako-basta-violenza-attacco-in-siria

Anonimo ha detto...

Perché il Papa dalla cornetta facile, non telefona ad Obama, Cameron e Hollande per farli desistere dalla folle idea di attaccare la Siria?

Micus

rocco ha detto...

buona idea micus!

Amicus ha detto...

"Devono pensare anche alle conseguenze per la Siria ma anche per l’Iraq, per il Libano e per l’Iran. È facile bombardare un Paese, dopo però bisogna fare i conti con la coscienza."

Perché, hanno una coscienza?

bernardino ha detto...

Ad anonimo del 28 agosto delle 18,10 -

GIOVANNI XXIII, MALE O BENE, SI MISE ALLA RADIO E CONVINSE SIA KENNEDY CHE KRUSCEV, CHE FECERO RETROMARCIA, ED EVITO' LA TERZA GUERRA MONDIALE, - CUBA -
BERGOGLIO CHE FA'? TELEFONA...TELEFONA... ALLA GENTE COMUNE.

Anonimo ha detto...

Quelques raisons de l’intervention occidentale en Syrie.

- Les États-Unis, la Grande-Bretagne et la France sont entre les mains de la judéo-maçonnerie, création du judaïsme talmudique.
- L’islam est aussi une fabrication du judaïsme talmudique.
- Il est donc naturel que la judéo-maçonnerie, machine de guerre anti-chrétienne, instrumentalise à nouveau l’islam radical contre les chrétiens.
- Bachar el-Assad, musulman alaouite, modéré, protège objectivement les chrétiens (comme, avant lui, Moubarak et Saddam Hussein). Il doit donc disparaître.
- Poutine, allié de Bachar el-Assad, est aussi le protecteur des chrétiens. Il faut le neutraliser ; ce sera plus difficile ; mais les “alliés” disposent pour cela de nouvelles armes de guerre qu’ils ont grande envie de tester.
- En France, les instances politiques dirigeantes (aussi bien à “gauche” qu’à “droite”) sont truffées de juifs et de franc-maçons. Le ministre des affaires étrangères (Fabius) est juif. Et il vient de recevoir l’appui de l’actuel leader de l’”opposition”, Copé, qui est, lui aussi, juif.
- Dans la guerre, déjà bi-millénaire, du judaisme talmudique et du christianisme (catholique et orthodoxe), nous allons voir qui va gagner…

Fuori tema... ha detto...

...ma importante. ...
Il commissario dei frati FI ha scritto per le professioni perpetue ... una lettera da leggere e commentare mic! ...apre un'altra guerra...

Anonimo ha detto...

Ho letto, ma c'è ben poco da commentare.
Oltre ad essere, nell'ultima parte, capzioso, il messaggio fa allusioni esplicite alla peculiarità dell'istituto ed è evidente l'intenzione di cambiarne i connotati.
Credo che gli unici a dover parlare, a questo punto, siano i diretti interessati. Avranno un percorso ad ostacoli tutto in salita ma la scelta spetta a loro. Ho il sentore che, se ubbidiscono fino in fondo, perderanno la loro identità che è anche il loro carisma.
Noi non possiamo far altro che accompagnarli con la nostra preghiera; ma le parole che abbiamo sentito rivolgere a loro le vedremmo piuttosto appropriate per altre realtà ecclesiali che stanno inquinando la Chiesa invece di edificarla.
Sdegno e sofferenza ci sono compagni in questo momento. Ma affidiamo tutto al Signore e alla Vergine protettrice dell'Ordine e confidiamo che col loro aiuto il buon grano possa essere separato dalla pula...

Anonimo ha detto...

I venti di guerra sembrano meno minacciosi per effetto dell'intervento della Cina all'ONU.
Continuiamo a pregare.