Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 15 aprile 2016

I cattolici non possono accettare gli elementi della Esortazione Apostolica che minacciano la fede e la famiglia

Un'altra presa di posizione forte e chiara. Viene da Voice of the family, una delle voci cattoliche presenti all'Assise sinodale. È un'Associazione internazionale di laici cattolici di area composta da 26 organizzazioni pro-life e pro-family il cui logo (che raffigura la Sacra Famiglia) recita «riuniti a supporto della dottrina cattolica sul matrimonio» (vedi nelle conclusioni).
Precedenti nel blog: un intervento in riferimento a dichiarazioni del card. Baldisseri [qui]; l'intervista al card. Burke in occasione della conferenza stampa, promossa a Roma proprio durante il Sinodo [qui] e il suo magistrale intervento nel corso dell'evento per la presentazione del suo libro a Chester [qui].

Roma, Conferenza stampa in occasione del Sinodo 2015
organizzata da «Voice of The Family», «LifeSite News»
e «National Association of Catholic Families»
La promulgazione da parte di Papa Francesco dell'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia segna la conclusione di un processo sinodale dominato da tentativi di minare l'insegnamento cattolico su questioni relative alla vita umana, al matrimonio e alla famiglia, su questioni, che includono ma non si limitano all'indissolubilità del matrimonio, alla contraccezione, ai metodi artificiali di riproduzione, all'omosessualità, all' «ideologia di genere» ed ai diritti dei genitori e dei bambini. Questi tentativi di distorcere l'insegnamento cattolico hanno indebolito la testimonianza della Chiesa sulle verità di ordine naturale e soprannaturale e minacciato il benessere della famiglia, in particolare, i suoi membri più deboli e più vulnerabili.

L'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia è un documento molto lungo, che discute una vasta gamma di argomenti collegati con la famiglia. Ci sono molti passaggi che riflettono fedelmente la dottrina cattolica, ma questo non può, e non lo fa, sminuire la gravità di quei passaggi che minano l'insegnamento e la prassi della Chiesa cattolica. Voice of the Family si propone di presentare, nei prossimi giorni e settimane, una analisi completa dei problemi seri presenti nel testo.

Voice of the Family esprime le seguenti preoccupazioni iniziali con il più grande rispetto per il papato, mossa unicamente da un sincero desiderio di aiutare la gerarchia nella sua proclamazione della dottrina cattolica sulla vita, sul matrimonio e la famiglia e per promuovere il bene autentico della famiglia e dei suoi membri più vulnerabili. Nel sollevare le preoccupazioni che seguono riteniamo di adempiere al nostro dovere nel senso chiaramente disposto dal Codice di diritto canonico, così come afferma:
«In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi [i fedeli] hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona». ( Canone 212 § 3 )
L'ammissione del «divorziati risposati» alla Santa Comunione

Amoris Laetitia, nel capitolo VIII (paragrafi 291-312), propone una serie di approcci che preparano ai «divorziati risposati» cattolici l'accesso a ricevere la Santa Comunione senza vero pentimento e cambiamento di vita. Questi paragrafi includono:
  1. (esposizioni confuse della dottrina cattolica sulla natura e sugli effetti del peccato mortale, sulla imputabilità del peccato, e sulla natura della coscienza
  2. l'uso di un linguaggio ideologico al posto della terminologia tradizionale della Chiesa
  3. l'uso di citazioni selettive e fuorvianti da precedenti documenti ecclesiali.
Un esempio particolarmente preoccupante di citazione errata dell'insegnamento precedente si trova nel paragrafo 298, che cita la dichiarazione di Papa Giovanni Paolo II, resa in Familiaris Consortio, in base alla quale esistono situazioni «in cui, per seri motivi, come ad esempio l'educazione dei figli, un uomo e una donna non possono soddisfare l'obbligo della separazione». Tuttavia in Amoris Laetitia la seconda metà della frase di Giovanni Paolo II, in cui si afferma che queste coppie «assumono l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi» (Familiaris consortio, n° 84), viene omessa.

Inoltre, nella nota (329) a questa citazione fuorviante, si legge:
«In queste situazioni, molti, conoscendo e accettando la possibilità di convivere «come fratello e sorella» che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli» (Concilio ecumenico Vaticano II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 51).
Il documento fa riferimento a questa visione errata, ma non spiega perché si tratta di un approccio falso, e cioè che:
  1. Tutti gli atti sessuali al di fuori di un matrimonio valido sono intrinsecamente cattivi e non è mai giustificabile commettere un atto intrinsecamente cattivo, anche allo scopo di ottenere un buon fine
  2. «La fedeltà è messa in pericolo» da atti di intimità sessuale al di fuori del matrimonio, ma la fedeltà è vissuta quando due individui in una unione irregolare si astengono dall'intimità sessuale nella fedeltà alla loro unione originale, che rimane valida
  3. La citazione implica che i bambini soffriranno perché i loro genitori, con l'aiuto della grazia divina, vivono castamente. Al contrario, questi genitori stanno dando i loro figli un esempio di fedeltà, castità e fiducia nel potere della grazia di Dio.
Il documento cita Gaudium et spes, ma il passaggio è menzionato fuori dal contesto e non supporta il discorso fatto. Il contesto chiarisce che la Gaudium et Spes parla dei cattolici sposati, nel contesto della procreazione, non di coloro che convivono in una unione irregolare. La frase completa è la seguente:
«Là dove, infatti, è interrotta l'intimità della vita coniugale, non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli: allora corrono pericolo anche l'educazione dei figli e il coraggio di accettarne altri». (Gaudium et spes , n 51).
È quindi difficile evitare la conclusione che l'Esortazione Apostolica per lo meno favorisca la possibilità che gli atti sessuali extraconiugali possano essere giustificabili in alcuni casi e abbia citato erroneamente Gaudium et spes, per fornirne i motivi.

Altri approcci che minano la dottrina cattolica sulla ricezione dei sacramenti saranno discussi da Voice of the Family a tempo debito.

I diritti dei genitori e l'educazione sessuale

Amoris Laetitia include una sezione intitolata «Sì all'educazione sessuale» (paragrafi 280-286). Questa sezione si estende per più di cinque pagine senza fare nemmeno un riferimento ai genitori. D'altra parte c'è un riferimento a «istituzioni educative». Eppure l'educazione sessuale è «un diritto e un dovere fondamentale dei genitori», che «deve attuarsi sempre sotto la loro guida sollecita, sia in casa sia nei centri educativi da essi scelti e controllati». (Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, n° 37 ). L'omissione di questo insegnamento esclude gravemente i genitori in un momento in cui i loro diritti in materia di educazione sessuale sono sotto attacco grave e persistente in molte nazioni del mondo e presso le istituzioni internazionali. In questa sezione Amoris Laetitia non cita nessuno dei precedenti documenti ecclesiali che affermano chiaramente questo diritto; cita, tuttavia, uno psicoanalista, Erich Fromm, esponente della scuola di Francoforte. Precedenti riferimenti del documento ai diritti dei genitori (punto 84), pur apprezzabili, non possono compensare l'esclusione dei genitori da questa sezione.

Unioni omosessuali

Amoris Laetitia, seguendo un approccio simile a quello precedentemente adottato nei documenti sinodali, implica che «le unioni omosessuali» possono offrire una «certa stabilità» e possono avere una sorta di assimilazione o relazione al matrimonio. Essa afferma che:
«Dobbiamo riconoscere la grande varietà di situazioni familiari che possono offrire una certa regola di vita, ma le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso, per esempio, non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio». (Punto 52)
Esiste una grande pressione presso le istituzioni internazionali per il rifiuto della visione tradizionale della famiglia attraverso l'adozione di un linguaggio che si riferisce alla «varietà» o «diversità» nelle forme della famiglia. L'implicazione che «le unioni dello stesso sesso» fanno parte della «grande varietà di situazioni familiari» è esattamente ciò che i gruppi pro-famiglia combattono duramente per opporvisi. Usando un tale linguaggio l'Esortazione Apostolica mina il lavoro del movimento pro-famiglia per proteggere la vera definizione della famiglia e, di conseguenza, per proteggere i bambini, il cui benessere e sano sviluppo dipendono dalla struttura della famiglia voluta da Dio.

Va notato che, al punto 251, l'autentico insegnamento della Chiesa, che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia» viene ribadito.

«Ideologia del genere»

Amoris Laetitia approva un aspetto centrale dell' «ideologia del genere», quando afferma che «sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare». (punto 56). Questa accettazione del principio fondamentale della teoria del genere mina la critica dell'ideologia e dei suoi effetti altrove apprezzabile nel documento. La falsa idea che il sesso biologico sia distinguibile dal cosiddetto «genere» è stata proposta la prima volta nel 1950 ed è il fondamento della «ideologia del genere». L'opposizione alle conseguenze della «ideologia del genere» sarà impossibile se si accetta il primo erroneo principio.

Attentati contro la vita umana innocente

Amoris Laetitia non riesce a cimentarsi con la portata della minaccia per i bambini non ancora nati, gli anziani e i disabili. Stime prudenti indicano che oltre un miliardo di vite non ancora nate sono state distrutte con l'aborto nel corso dell'ultimo secolo. Eppure, in un documento dove si affrontano le sfide alla famiglia, di ben 263 pagine, si trova solo un esiguo numero di riferimenti di sfuggita all'aborto. Non c'è alcuna menzione della distruzione causata dai metodi artificiali di riproduzione, che anch'essi portano alla perdita di milioni di vite umane. In questo contesto l'assenza di una seria discussione sugli attacchi alla vita nascente è una grave omissione.

C'è anche un riferimento irrilevante all'eutanasia e al suicidio assistito, nonostante la crescente pressione per la loro legalizzazione in tutto il mondo. Anche la mancata adeguata discussione di questa minaccia è un'altra omissione molto deplorevole.

Contraccezione

Amoris Laetitia non riesce a ribadire in modo adeguato la dottrina cattolica sull'uso della contraccezione. Questa è una svista preoccupante dato che
  1. la separazione degli aspetti procreativo e unitivo dell'atto sessuale è un importante catalizzatore per la cultura della morte e che 
  2. vi è una diffusa disobbedienza e ignoranza della dottrina della Chiesa in questo campo proprio a causa del fallimento della gerarchia nel trasmettere questa verità.
La discussione del documento sulla coscienza è anche viziata sia al punto 222, che si occupa di «paternità responsabile», che nel capitolo VIII, che si occupa dell'ammissione ai sacramenti di coloro che si trovano in una situazione di pubblico adulterio. Il paragrafo 303 è particolarmente preoccupante, soprattutto nella seguente asserzione:
«Ma questa coscienza può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo. In ogni caso, ricordiamo che questo discernimento è dinamico e deve restare sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettano di realizzare l’ideale in modo più pieno».
Questa affermazione sembra adottare una falsa comprensione della «legge della gradualità» e suggerisce che ci sono alcune occasioni in cui il peccato non è solo inevitabile, ma addirittura attivamente voluto da Dio per quella persona. Questo sarebbe nettamente inaccettabile.

Conclusioni

Questa è solo una breve introduzione ai molto numerosi problemi che si trovano all'interno di Amoris Laetitia. Occorreranno ulteriori studi per disegnare pienamente tutte le implicazioni del testo, ma è già evidente che il documento non riesce a dare una esposizione chiara e fedele della dottrina cattolica e conduce inevitabilmente a conclusioni che potrebbero comportare violazioni della dottrina immutabile della Chiesa cattolica, e delle discipline inscindibilmente fondate su di essa. La nostra prima panoramica fornisce un motivo sufficiente per considerare questo documento come una minaccia per l'integrità della fede cattolica e per l'autentico bene della famiglia.

Ribadiamo ancora una volta che formuliamo queste critiche con grande riverenza per l'ufficio del papato, ma con la consapevolezza dei nostri doveri come laici cattolici circa il bene della Chiesa, e dei nostri doveri di attivisti / pro-famiglia per la vita impegnati a battersi per proteggere la famiglia e i suoi membri più vulnerabili.

Voice of the Family è una coalizione internazionale di 26 organizzazioni / pro-famiglia per la vita ed era presente a Roma in entrambi i Sinodi straordinario (2014) e ordinario (2015) per la Famiglia. Voice of the Family ha pubblicato approfondite analisi dei documenti ufficiali dei Sinodi.

Voice of the Family può essere contattata su:
cellulare +44 (0) 7507 742.957 - telefono fisso +44 (0) 20 7820 3148
e-mail enquiry@voiceofthefamily.com

[Traduzione a cura di  Chiesa e post-concilio]

61 commenti:

Maurizio ha detto...

BRAVI. Una delle più belle posizioni: chiara, forte e indiscutibile!
"Ma il vostro parlare sia SI SI NO NO ciò che è in più vien dal maligno".

Luisa ha detto...

A proposito del card. Baldisseri leggete quel che ha detto a Rusconi, dire che certi suoi propositi sono scioccanti è dir poco, a mio avviso :

http://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-cardinali/583-amoris-laetitia-intervista-al-card-lorenzo-baldisseri.html

Sulle "unioni" omosessuali come dice Socci, che riprende la presa di poszione di Voice of the family sulla sua pagina facebook:


"Dobbiamo riconoscere la grande varietà di situazioni familiari che può offrire una certa regola di vita, ma le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso, non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio." (AL n. 52)

Ciò implica:

(I) che "le unioni omosessuali" sono una deilla "grande varietà di situazioni familiari"

(Ii) che "le unioni dello stesso sesso" offrono una "certa regola di vita (stabilità)" e

(Iii) che "le unioni omosessuali" possono essere "equiparate" al matrimonio ad un certo livello, (anche) se non "semplicisticamente".

Anonimo ha detto...

Una seconda questione balza agli occhi. Ciò che monsignor Galantino e altri hanno detto in questi giorni lascia intendere che nel corso degli anni questi sacerdoti hanno tranquillamente privilegiato la propria opinione rispetto a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e raccomandato. A dire il vero non è neanche così sorprendente visto che da decenni nei seminari e nelle facoltà teologiche viene insegnato un magistero parallelo, lontano da quello ufficiale della Chiesa. E i risultati si vedono. Ma la domanda che ci poniamo è un’altra: se i primi a disobbedire sono certi preti, in base a quale criterio poi, questi stessi preti – magari diventati anche vescovi e cardinali - si aspettano l’obbedienza dei fedeli?

irina ha detto...

Il grande dramma è stato che i chierici hanno orecchiato quello che il mondo andava sbandierando al grido libertà, libertà, senza approfondire l'insegnamento della Chiesa e farsene una ragione propria.Hanno rinunciato due volte alla propria capacità di giudizio: una quando non si sono chiesti onestamente perchè la Chiesa insegnasse determinate regole; l'altra quando hanno assunto acriticamente quello che il mondo urlava e propagandava . Hanno rigettato il dogma della Chiesa assumendo a dogma i teoremi del mondo.
Ora i pastori non conoscono più il proprio che devono insegnare, nè il pensiero mondano di cui usano i concetti,nel mentre le pecore rimangono in balia delle onde. I pochi che vogliono sapere o sanno, che vogliono ricordare o ricordano, urtando tutti, il mondo, la chiesa indolente, le pecore assonnate, stanno cercando di rimettere insieme le tessere del puzzle a vantaggio di tutti, della Chiesa, dei chierici, dei fedeli e del mondo stesso. Si spera.

Anonimo ha detto...

...se i primi a disobbedire sono certi preti, in base a quale criterio poi, questi stessi preti – magari diventati anche vescovi e cardinali - si aspettano l’obbedienza dei fedeli?

In base all'idea espressa a chiare lettere ed in romanesco dal Marchese del Grillo: - Io so' io, e voi nun siete un c...o" -
Cioè, loro sono Vescovoni e Cardinaloni, noi fedeli ? Nessuno, per dirla elegantemente.

Luisa,
è là che vogliono andare a parare. Ci metteranno qualche altro anno, ma è là che pareranno, anzi alcuni già lo fanno ( Cupich).

Anonimo ha detto...

solo "non accettare gli elementi..."?

io direi piuttosto di seguire S. Tommaso D'Aquino che afferma:

"Bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu".

Non vi pare ?
a che serve cercar di estrarre qualche briciola presumendola "buona e nutriente" per le anime, da una torta avvelenata, se non ad aggiungere confusione a confusione?
la torta è ab origine impastata di veleno programmatico per adulterare la Fede,e non ne vogliamo prendere atto, dopo che ciò è già accaduto col CVII: è infetta dallo stesso VIRUS micidiale!

Anonimo ha detto...

Unitile arrampicarsi sugli specchi.
Secondo voi, il prete ed il fedele medio, tra l'AL e le dichiarazioni di queste associazioni, di Padre Scalesse, del Cardinale Burke, etc. (se mai giungerà loro notizia anche solo della mera esistenza di queste voci critiche), cosa reputeranno più autorevole?

Anonimo ha detto...

The Catholic Bishops' Conference of the Philippines
After collective discernment, your bishops will come up with more concrete guidelines on the implementation of the Apostolic Exhortation. But mercy cannot wait. Mercy should not wait. Even now, bishops and priests must open welcoming arms to those who have kept themselves out of the Church because of a sense of guilt and of shame. The laity must do no less. When our brothers and sisters who, because of broken relations, broken families and broken lives, stand timidly at the doors of our churches – and of our lives – unsure whether they are welcome or not, let us go out to meet them, as the Pope urges us to, and assure them that at the table of sinners at which the All-Holy Lord offers himself as food for the wretched, there is always room. O res mirabilis manducat Dominum pauper, servus et humilis…O wonderful reality that the poor, the slave and the lowly should partake of the Lord. This is a disposition of mercy, an openness of heart and of spirit that needs no law, awaits no guideline, nor bides on prompting. It can and should happen immediately.

http://cbcpwebsite.com/Messages/amoris.html

Anonimo ha detto...

Non si tratta di autorevole o di non autorevole ma di giusto o sbagliato

Elisa

Luisa ha detto...

"la torta è ab origine impastata di veleno programmatico..."

La torta è, sempre a mio avviso, stata impastata già prima dei sue sinodi, gli ingredienti, le mani per impastarli, il forno per la cottura, tutto era già prestabilito, a nulla son serviti gli interventi autorevoli, le messe in guardia, i cuochi gesuiti e i loro aiutanti non hanno tollerato opposizioni, al limite quando proprio hanno visto che quell`ingrediente sarebbe stato indigesto ne hanno coperto il sapore con dolcificanti, ma non tutti sono fessi.


Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
Non si tratta di autorevole o di non autorevole ma di giusto o sbagliato

Elisa
Condivido. Il problema è che il cattolico medio da per scontato che ciò porta la firma del Papa è da ritenersi cosa, se non proprio buona, quanto meno certamente NON cattiva. Se non è giusta, certamente non può essere sbagliata. Personalità cattoliche conosciute, di fronte a comportamenti papali che non condividono, spesso hanno detto e scritto :"Il Papa, fino a prova contraria e' lui. Siete in grado di fornire la prova contraria? Fino a quel momento prendo atto che non sono io, né Scalese, né queste organizzazioni e, per ora, non è ancora Burke. Io le cose che dice e che fa, non le condivido e non le direi/farei. Mi auguro che sappia quel che fa. Altrimenti chi comanda può sbagliare ( e Dio lo punirà) ma chi obbedisce non sbaglia". Come rispondete a costui?

mic ha detto...

Mi auguro che sappia quel che fa. Altrimenti chi comanda può sbagliare ( e Dio lo punirà) ma chi obbedisce non sbaglia". Come rispondete a costui?

Che, insieme alla Scrittura; abbiamo una tradizione bimillenaria. E che la nostra fede richiede anche l'assenso della Ragione che, insieme al dono del discernimento, ci fa distinguere. E la nostra obbedienza è rivolta in primis a Dio, non siamo papolatri...

mic ha detto...

Del resto, oltre ad avere dalla nostra il diritto canonico e le citazioni di diversi santi più volte riportate, ricordiamo l'elogio della coscieza (retta) come superiore al Papa affermato dallo stesso Papa Ratzinger.

Antonio ha detto...

Il Magistero del Papa è regola prossima della fede.
La fede però presuppone la ragione, e il principio primo della ragione, senza la quale non si potrebbe nemmeno aprir gli occhi la mattina, è il principio di identità e non contraddizione.
Di conseguenza il Magistero non può contraddire se stesso sullo stesso punto e oggetto. Se accade qualcosa non va, ed il problema è a monte, inutile prendersi in giro.

La soluzione, personalmente non la ho. Ho un'opinione, ma vale come altre. Quella sedevacantista (che comunque non è la mia) risolve un aspetto del problema ma ne apre molti altri.

Di notte, e che notte!, non si può veder chiaro, a camminare inciampi. Ma una cosa è certa, non mi sposto di una virgola da ciò che sino a quando è stato giorno era sicuro.
Come fai ad affidarti a chi palesemente viola la Sacra Scrittura e come la Chiesa con chiarezza l'ha sempre interpretata? L'obbedienza è per la fede, non il contrario.
La verità è che se lo fai è per pigrizia (non mi va di indagare, studiare, sbattermi per cercare un sacerdote o parrocchia più sana, ecc.), per convenienza (non mi va di perdere quegli agganci, quelle amicizie utili), per debolezza, ma certo non per amore di Verità.
Del resto ciò a cui ci stanno e ci hanno portato è al vivere una fede che non richiede impegno, sacrificio, cambiamento. Ma chi me lo fa fare a contraddire il Papa!?

tralcio ha detto...

In effetti quanto scrive Anonimo 12.25 fa emergere il punto (per me) più spinoso.

Il papa (o vescovo di Roma, come lui preferisce definirsi) può sbagliare.
Per quel che posso capire io, che -sia chiaro- sono un emerito nessuno, sbaglia.
Tuttavia a me è chiesto solo di obbedire, prendendo atto che le cose stanno così, non di essere d'accordo.

E se uno obbedisce, pur non essendo d'accordo, è innanzitutto umile. Non è "scemo".
Si trovano parecchie esperienze di santi e mistici capaci di obbedire pur in presenza di errori e cattiverie.
E tutto sommato non mi sembra estranea la situazione di Benedetto XVI, che ogni tanto qualcuno vorrebbe sentir ribelle e se non lo sente ribellarsi lo dice connivente.
Sia i santi che Benedetto XVI sono semplicemente più umili di me.

La Chiesa è messa com'è perchè è abitata innanzitutto da troppa superbia.
E' una Chiesa poco o nulla mariana, poco santa, oserei dire poco cristiana...
Non obbedisce più ne' al Padre, ne' al Figlio. E se parla di Spirito Santo è per autorizzarsi alla libera interpretazione, cioè a fare quel che ci piace.
Una Chiesa così malmessa può essere guarita solo dall'umiltà degli umili.

In fondo se è così conciata, così mal guidata, Dio questa cosa l'ha permessa.
Che dobbiamo fare? Combattere con un segno portentoso della Volontà di Dio?
Che smaschera la pretesa dell'uomo di estrometterLo persino dalla Chiesa, dopo averLo estromesso dal mondo?

Forse ha ragione Benedetto XVI: si è affidato al Signore, prega e attende.
La sua fede è pura (una luce, che chiede innanzitutto saldezza), la sua speranza inossidabile, la sua carità si nutre dell'Amore di Dio, della Sua presenza reale.

Non ne ha fatto una "trans-significazione", per ridurre la liturgia a tavolata e la misericordia a ideologia, perdendo il senso del peccato e in ultima analisi l'obbedienza alla dottrina.

Perchè se i pastori non obbediscono alla dottrina di certo sono nell'errore.
Ma la pecora non può non obbedire al pastore. Non sarebbe più pecora.
Se il pastore disperde le pecore è colpa del pastore. La pecora deve fare la pecora.
Perciò si resta nel gregge.

Da 2000 anni, da 50 anni, da 3 anni. Non "da scemi": ma per obbedienza.
Non come dei decerebrati, o dei papolatri, capo-claque e della claque...
No: c'è tutta la sapienza del vangelo.

L'umiltà di Maria che meditava ogni cosa nel proprio cuore.
Persino sotto la croce visse l'obbedienza del dolore. Quello fu il vero coraggio.
Non certo una sceneggiata, invocando la rivolta dei presenti... (o criticando con asprezza quelli già prudentemente allontanatisi dal Golgotha).

E' il momento di stare sotto la croce. Purtroppo Gesù ce l'hanno messo sopra quelli che erano "esperti delle Scritture" aiutati da chi aveva a cuore il potere mondano.
Pilato se ne lava le mani circa la Verità... Ma di Cesare tiene conto.
Oggi Cesare e gli esperti delle Scritture paiono intendersela.
La croce non piace a nessuno di loro. Maria tace. Piange, ma tace. E "stabat"...
Stando obbediva. obbedendo corredimeva.

Perchè a redimere l'uomo non può essere l'uomo. Nemmeno spacciando la fede nella misericordia di Dio per un'ideologia che annulla la giustizia, l'ennesimo (l'ultimo?) trucco di Satana che sostituisce le ideologie che cercavano la giustizia dicendo la fede l'oppio dei popoli.

Anonimo ha detto...

Probabilmente anche Lutero non era "papolatra" ...

Nicola L. ha detto...

Nonostante ""nella "Relatio finalis" del sinodo non comparissero nemmeno una volta le parole "comunione" e "accesso ai sacramenti"" (Magister) il padre Spadaro, direttore di quella che fu "La Civiltà cattolica" (e che oggi potrebbe meglio definirsi "L'inciviltà cattolica") dice apertamente ciò che il papa ha detto sommessamente in Amoris laetitia. Talmente sommessamente che i più non se ne sono accorti. Bastano due piccole note messe a piè di pagina. Melloni lo ha capito bene... Dunque padre Spadaro dice che la comunione ai divorziati è la conclusione che porta questa esortazione postsinodale come fu lo scopo del sinodo......anche se non se ne trova traccia nella relatio finalis. E così come di comunione ai divorziati non se ne parlò nella relatio del sinodo.....non se ne parla neppure nell'esortazione postsinodale I modernisti molte cose non hanno bisogno di dirle..... per imporle Povera Chiesa, come sei ridotta. E in che mani sei capitata! Preghiera, penitenza. Non possiamo fare altro se non pregare e far penitenza.

Nicola L. ha detto...

A proposito di effetti e di passi:

La diocesi di Bergamo annuncia: "il papa concede la comunione ai divorziati".......... se qualcuno aveva dei dubbi su quello che c'è scritto (e soprattutto su ciò che non c'è scritto ma che si capisce ugualmente benissimo) nell'esortazione postsinodale......E il presidente della conferenza episcopale delle Filippine arriva ad ordinare ai preti di dare subito la comunione anche ai pubblici concubini perché, dice, "la misericordia non può aspettare, la misericordia non deve aspettare"!!!!!....Carissimi progressisti sfegatati e carissimi finti-tradizionalisti che m'avete criticato accusandomi di non aver capito l'esortazione......non sono io a non aver capito nulla di Amoris Laetitia. Siete voi. Che non capite o non volete capire......
Terrificante ciò che la diocesi bergamasca scrive: " si faceva già da molto tempo" ma di nascosto. Ora cioè grazie al papa si può fare alla luce del sole.. Terrificante perché il senso e la gravità del peccato non sono neppure percepite. Neppure di striscio. Neppure come elemento residuale di cattolicesimo.....

mic ha detto...

Probabilmente anche Lutero non era "papolatra" .

Battuta cretina, perché, oltre a non essere papolatri, è necessario essere fedeli all'insegnamento perenne della Chiesa. Il che non era certo la prerogativa di Lutero!

Marco P. ha detto...

Non ho ancora letto per intero la AL, apprendo quindi dalla dichiarazione di Voice of the Family che c'è addirittura una parte dedicata alla educazione sessuale senza che vi siano riferimenti alla famiglia quale ambito unico deputato a questa formazione.
Questa è una ulteriore e, caso mai fosse necessaria, conferma dell'allineamento della attuale gerarchia sedente alle posizioni mondialiste (leggi: massoniche).
Contra factum non valet argumentum.

p.s. non che il n. 37 di FC fosse tanto meglio visto che giustifica "centri educativi" a tal scopo selezionati dai genitori, ma sempre centri educativi extra famiglia sono; ora l'educazione alla procreazione, che è il fine dell'atto sessuale, deve avvenire dove la procreazione avviene cioè in famiglia, non altrove; e per educazione sessuale si intende non la spiegazione degli aspetti materiali e carnali, ma di quelli morali e spirituali, quindi in famiglia i figli guardando a come i genitori cattolici castamente si amano e si sostengono traggono gli insegnamenti necessari alla propria edificazione e per una vita vissuta in modo degno (con vera dignità).

una nonna ha detto...

Spero vivamente che queste associazioni riusciranno a far sentire la loro voce ma, giusto ad esempio, la prossima settimana, nella parrocchia frequentata da alcuni cari amici, si terrà un incontro di preghiera per ringraziare il Papà che con la Sua esortazione ha aperto le porte della Chiesa "a tanti nostri fratelli in difficoltà ". E nessuno osa fiatare...

Felice ha detto...

Boh. Non capisco. E'talmente chiaro. si e' obbligati a credere (o a ritenere), il Magistero proclamato esplicitamente come definitivo. Quello che e' Magistero autentico deve essere oggetto di ossequio della volontà e dell'intelletto (tradotto: ci ragiono, se mi sembra contraddittorio con la parola di Dio, la tradizione, la retta ragione e il magistero precedente non devo aderire). Le affermazioni che non sono Magistero non mi obbligano minimamente, anche se sono state proclamate da un Papa o da un Concilio.

Anonimo ha detto...

@tralcio

"Ma la pecora non può non obbedire al pastore. Non sarebbe più pecora.
Se il pastore disperde le pecore è colpa del pastore. La pecora deve fare la pecora.
Perciò si resta nel gregge. "

Non è così semplice purtroppo. E la testimonianza? Anche quella è obbedienza ed è obbedienza a Cristo. Se ora mi arriva una coppia di amici, divorziati risposati, e mi dice "oh che bello, ora andremo a fare la comunione", io secondo te cosa dovrei fare? Se obbedisco al papa e ai "suoi vescovi" devo approvarli o starmene zitto, e lasciare che pecchino. San Tommaso dice delle cose molto chiare sull'amicizia e sulla speciale "correzione" che gli amici devono portare nel nome di Cristo. Se gli dico invece che la AL contiene chiare contraddizioni del Magistero, e quindi li invito a starsene calmi, disobbedisco al Papa.

È inutile girarci intorno: siamo nella condizione di dover obbedire a Cristo _o_ al Papa. Satana è stato molto abile. Per quanto mi riguarda, da credente qualunque, vale il principio terra terra "ubi maior minor cessat". E tutti cessano di fronte a Cristo.

In realtà, penso che la questione sia malposta nei termini. Qui non è il caso di "disobbedire" ma di "resistere":

http://www.conciliovaticanosecondo.it/articoli/quando-resistere-al-papa-e-un-dovere-il-singolare-caso-del-vescovo-roberto-grossatesta/

Mons. Livi (o forse un altro teologo) tempo fa chiarirono su la Bussola la differenza tra disobbedienza e resistenza. Purtroppo ora non trovo il link.

Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...

Le parole di Tralcio mi fanno pensare. Obbedire in segno di umiltà anche se si vede l'errore... Capisco il senso di questo ma mi chiedo: è davvero SOLO questo che si può fare? Chi deve alzare la voce? Vescovi e cardinali? Non mi sembrano in tanti a farlo. C'è un silenzio assordante. Anche loro devono solo pregare e aspettare? Non hanno un compito diverso, di guida? E noi che siamo le pecore, se stiamo in silenzio, non pecchiamo di omissione verso i nostri fratelli meno accorti?

Anonimo ha detto...

Non ho trovato proprio il passo che cercavo, ma questo intanto è rilevante:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-obbedienzaal-papasolo-in-relazionea-cristo-8225.htm
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/01/antonio-livi-sullobbedienza-al-papa.html

****
Insomma, detto un po’ brutalmente (diciamo pure “papale - papale”, usando un’espressone popolare scherzosa ma non senza contenuto), il Papa interessa relativamente, cioè interessa solo in relazione a Cristo, dal quale riceve l’autorità di «pascere le sue pecorelle» nel suo Nome; solo in relazione a Cristo, la cui Parola egli deve custodire, interpretare e annunciare al mondo, «senza aggiungere e senza togliere alcunché»; solo in relazione a Cristo, del quale il primo Papa, san Pietro, disse che «non ci è stato dato alcun altro Nome sotto il Cielo nel quale possiamo essere salvati»; solo in relazione a Cristo che nel Giubileo dell’anno 2000 la Chiesa, con papa Giovanni Paolo II, ha di nuovo messo al centro della propria vita e della propria missione come Colui che «ieri, oggi e sempre» è l’unico Salvatore.
****

Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...

è UFFICIALE... LO DICE ANCHE LA DIOCESI DI BERGAMO..

http://www.santalessandro.org/2016/04/i-sacramenti-ai-divorziati-risposati-adesso-alla-luce-del-sole/

Cesare Baronio ha detto...

Andrebbe detto che i Cattolici non possono accettare l'Esortazione tout court, poiché li errori che essa contiene inficiano quel poco di buono che vi è detto. Bonum ex integra causa...

Anonimo ha detto...

Ottimo il commento di Tralcio, ineccepibile.....c'è solo un 'forse' di troppo, ma non resta che attendere e sperare.

Anonimo ha detto...

"oh che bello, ora andremo a fare la comunione".
Un prete di mia conoscenza, al divorziato risposato che gli diceva così ha risposto:"Vai a Roma e fattela dare dal Papa".

Anonimo ha detto...

E bon, a Bergamo i divorziati risposati non sono certo i contadini, gli operai, i piccoli commercianti...di solito sono grossi professionisti, professoroni iniversitari, industrialotti...tutte persone ben felici di contribuire un domani a tutte le opere di carità della Diocesi..."poor Berghem" !
Ue', han battuto in velocità tutte le altre diocesi della moderna Lombardia, che l'avrebbe mai detto, la " bianca " Bergamo !

Luís Luiz ha detto...

L'interesse della Fede, la salus animarum, è sovrano: Gal, 1, 8. È ormai evidente che l'insegnamento di Jorge Bergoglio non è cattolico; obbedire dunque non è una possibilità.

Luciano ha detto...

Era proprio necessario questo “martellamento” durato due anni? A qual fine? Senza contare poi le anomalie registrate lungo il cammino: la segretezza della relazione al Concistoro e del dibattito sinodale; la relazione post disceptationem del Sinodo 2014, che non rifletteva i risultati del dibattito; la relazione finale del medesimo Sinodo, che riprendeva tematiche che non erano state approvate dai Padri; la lettera riservata dei tredici cardinali all’inizio del Sinodo 2015, denunciata pubblicamente come “cospirazione”; ecc.: sono cose normali?

tralcio ha detto...

Ringraziando chi ha avuto la pazienza di commentare, ho premesso che innanzitutto per me la questione è spinosa.

A vari livelli è richiesta un'obbedienza differente: stante la possibilità di recepire in modo differente le "indicazioni" di A.L., per molti di noi non ci sarà obbligo di dirle o insegnarle. Giusto per non "complicarci la vita"...

La testimonianza la daremo vivendo il vangelo e rimanendo nel gregge, il che non significa "fare" le cose che non ci piacciono o "non dire" a persone care quel che è cosa buona, giusta e salutare dire.

Mi limitavo però ad "obbedire" restando... mentre va in scena lo spettacolo della croce. Si può essere in Chiesa in tanti modi. Di certo non mi sembra un bel momento per dirsi disponibili a tenere i "corsi di preparazione al matrimonio", visto che potrei trovarmi a non sapere che cosa dire. Ma di certo so che cosa dire a figli, parenti e conoscenti...

Un problema potrebbe essere per certi sacerdoti, di certe diocesi (a Bergamo pare già sdrucciolare tutto), se "costretti" a fare ciò che non vogliono.

Quindi obbedienza è permanenza nella non concordanza. Il superiore può dirmi di fare una cosa sbagliata. L'importante è che io non desideri fare la cosa sbagliata e, con un minimo di scaltrezza, mi astenga dal farlo. Tenendo nel novero delle cose sbagliate anche lo scandalo di una guerra aperta. Maglio la preghiera: stare con il Signore permette di scoprire un sacco di strade che altrimenti sembrerebbero non esserci.

La resistenza di Maria ci fu o no mentre crocifiggevano il figlio Gesù?
Spero che a qualcuno non venga in mente di dire di no.
Gesù stesso disse a Pietro, così spavaldo poco prima che rinnegasse, che la spada al Getsemani non era una soluzione gradita. Poco dopo la resurrezione, Pietro compare in un episodio degli Atti, assai coraggioso nel dire ai sinedriti come la pensa (At 4,5-21). Lo frustarono. E lui ne fu lieto (At 5,41).

Questo è Pietro. La pietra. Poi può esserci la versione più "sabbiosa".

Accetto volentieri di togliere il "forse" che avevo scritto in precedenza: è di troppo.

Josh ha detto...

"...et íterum ventúrus est cum glória,
iudicáre vivos et mórtuos,
cuius regni non erit finis."

davanti al Tribunale di CHI compariremo domani?
Quello di Cristo o quello di un papa?
O ancora, di un papa che perverte la dottrina?

E' così difficile capire e scegliere? Siamo così carnali e piantati nell'aldiqua da attaccarci alle parvenze e all'uomo? fate voi.

Certo, non è epoca allegra quella in cui le autorità si oppongono apertamente, più volte, in più punti all'insegnamento di Cristo, ma visto che la nostra conversione (si spera) è fondata su Cristo (nessuno può porre altro fondamento) e non su blateramenti di uomini,
la questione su "a chi obbedire adesso?" nemmeno si pone; specie se chi dovrebbe ricordare la volontà di Dio, invece ci infila dentro la propria, condita anche con umori, personalismi e caratterizzazioni anche antisacrali dalla forma alla sostanza.

Anonimo ha detto...

ubbidire a Dio o agli uomini ?

don Leonardo Maria Pompei
omelia sabato 9 aprile 2016

https://www.youtube.com/watch?v=Eyz9-9iHZXw

Anna

Josh ha detto...

prendo spunto da una nota di Luciano.
"Era proprio necessario questo “martellamento” durato due anni? A qual fine?"

E qui viene il bello: il fine pare solo quello di concedere l'Eucarestia, nel senso di banchetto sociale, anche ai divorziatirisposati o adulteri conviventi more uxorio in peccato mortale, discernendo caso per caso eh, ma senza alcuna richiesta di mutare il proprio stato.

Il punto è che il fine non è stato mai la salvezza delle anime, ma solo la partecipazione hic et nunc comunitaria più massiva al banchetto o alla festa domenicale, anche senza santificazione, non più richiesta a nessuno (a meno che per santificazione non si intenda "dare soldi ai migranti", accogliere leonkavallini e centri asociali, unire le religioni monoteiste e politeiste, accogliere "periferie esistenziali" come sono e lasciarle come sono, senza alcuna configurazione a Cristo, e niente altro).

Aggiungo che il caso proprio di sposati in Chiesa, poi divorziati (ci sono, ma molti si fermano qui) cattolici praticanti ma poi anche risposati pare siano esigui; e tra questi quelli che vogliono la Comunione a sigillare il nuovo stato, che molti sanno irregolare rispetto al Vangelo, sono meno ancora.
Sintonizzare la "pastorale" su un bisogno inventato, che nega la Chiesa bimillenaria, inventando una teoria che scavalca e nega la dottrina è un grande segno di nessun amore per le verità spirituali contenute nella dottrina, un 2 pesi e 2 misure in cui non abita nessuna giustizia: è un far favoritismi, uno svendere le cose sacre per il capriccio (spesso nemmeno richiesto) di una categoria. O meglio: si strumentalizza una situazione, per di più marginale, per avere l'occasione di demolire ancora dottrina e Sacramenti insieme.
Che questo venga da Dio.....

Anonimo ha detto...

Maria Santissima ubbidiva a Dio. Qui si parla invece di ubbidire a uomini che in materia di morale e di fede contraddicono, non apertamente (il loro mezzo dichiarato è la pastorale caotica, il caos, mi ricorda qualcosa …. ordo ab cao) ma chiaramente per chi ha orecchi da intendere, la rivelazione. Non osi dividere l’uomo ciò che Dio ha unito. Non c’è molto da arzigogolare. Non è solo un peccato, sotto il profilo oggettivo. E’ un peccato gravissimo, una sfida a Dio (“non osi”). E se l’uomo non solo osa dividere ciò che Dio ha unito (chiunque attenua la portata di questo peccato, in spregio alla Verità, contribuisce a dividere o a mantenere diviso ciò che Dio ha unito) ma addirittura istiga alla profanazione del corpo del Signore, istiga i disgraziati a mangiare e bere la loro condanna, cosa facciamo noi ? Obbediamo ? Al più preghiamo nelle catacombe (Maria pensaci tu che io devo obbedire perché sono tanto umile ?) Se non lo diremo, se non lo grideremo noi dai tetti lo grideranno le pietre. E le pietre cadranno sopra le nostre teste di pavidi.

Dobbiamo evitare lo scandalo di una guerra aperta? La Croce di Cristo fu uno scandalo (per i giudei che lo respinsero) ma per chi l’accoglie è la salvezza. Non dobbiamo temere lo scandalo, ma la verità calpestata, l’offesa a Dio, la perdita delle anime. La Verità è dirompente, non è diplomatica. Ha la lingua come una spada a due punte, la Verità. Divide. Divide il vero dal falso. I cattolici dagli eretici e dagli apostati.
L’unità tra i cattolici e gli apostati non è un bene da perseguire, non è gradita a Dio. Dio è geloso e non sopporta gli idoli. Peraltro sappiamo tutti che Gesù ha predetto il tempo in cui gli inganni sarebbero stati tali da convincere (quasi) anche gli eletti. S. Atanasio non ebbe peli sulla lingua. E “scandalizzò” al punto da essere più volte scomunicato.

Temo che un falso concetto di ubbidienza si faccia sempre più strada, a braccetto, in questi tempi di tenebre e di persecuzione, con la falsa misericordia che pretende di fare a meno della verità e della giustizia. Un falso concetto di ubbidienza, buono a scaricare sugli altri la responsabilità degli atti che ubbidendo compiamo. Siamo pecore, sì. Ma pecore dotate di ragione e di coscienza. Non ce la possiamo cavare così facilmente, dicendo “è colpa sua, lei mi ha dato da mangiare la mela !”, nemmeno se a darci la mela è uno vestito di bianco.
Tra l’altro a chi ubbidire ? A Bergoglio ? Nessuno può obbedirgli perché i suoi “comandi” (insegnamenti, esortazioni ecc.) non sono chiari. E infatti ognuno li intende in modo diverso. Se anche fossero chiari (e lo sono per chi ha orecchi da intendere) ubbidire a lui significa disobbedire ai suoi predecessori, alla Tradizione, e persino alla Sacra Scrittura. Obbedire ai vescovi ? Sono uno contro l’altro, secondo profezie. Ai preti ? Stessa cosa.

Non abbiamo scampo. D’altro canto ci aveva avvertiti. La croce spetta a chi lo segue. Non la tenerezza della “misericordia”, ma il disprezzo violento.

Anna

mic ha detto...

In riferimento al commento di Baronio e alle sue pu ntuali risposte alle domande (retoriche) di Padre Scalese, ricordo che la nostra consapevolezza della situazione edi cosa si stesse preparando non nasce da oggi.

Conciliarità, Sinodalità. Come cambia la Chiesa?
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/10/conciliarita-sinodalita-come-cambia-la.html

Consolidamento della sinodalità e del conciliarismo? Il C9 e la "decentralizzazione" della Chiesa
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/12/consolidamento-della-sinodalita-o-del.html

Permanere nella verità di Cristo
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/09/permanere-nella-verita-di-cristo.html

Anonimo ha detto...

scusi tralcio,
le vorrei far notare che il suo argomento "siamo pecore=obbediamo al pastore su tutto" (?) fa molte pieghe circa la vera o falsa obbedienza. Viviamo un momento gravissimo in cui, come gli Apostoli dopo la Pentecoste, dobbiamo "obbedire a Dio piuttosto che agli uomini", qundo costoro ci danno ordini che NON sono affatto secondo Dio ma secondo il mondo, cioè satana.

Siamo pecore sì, ma pecorelle di Gesù innanzitutto e se - come è più che evidente il pastore incaricato è un lupo in veste di agnello e trascina le pecore in braccio ai lupi - peccati mortali, sacrilegi, apostasia, piaceri carnal sfrenati e dannazione - dunque se il pastore si dimostra egli stesso lupo, occorre rileggere e seguire con prudenza e vera Fede quel monito più che mai attuale di
Dom P. Gueranger:
“… quando il pastore si cambia in lupo, tocca anzitutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e i sudditi non devono giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel campo della Rivelazione vi sono dei punti essenziali dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso di essere cristiano, ha la necessaria conoscenza e la custodia obbligatoria.”

come ben ricordato in questo blog 4 anni orsono !
leggevo:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/06/il-momento-e-serio-e-grave-realismo-e.html
(è legittima una santa obiezione di coscienza vedendo ciò che veramente Dio chiede a tutti, cfr. le parole di Gesù:
"Chi mi ama osserva i miei comandamenti" - parole divine che la gerarchia cv2ista ha sfrontatamente e subdolamente calpestato, caro tralcio, con grimaldelli a catena, per 2 anni....)

Anonimo ha detto...

...si strumentalizza una situazione, per di più marginale, per avere l'occasione di demolire ancora dottrina e Sacramenti insieme...

Lo fanno da almeno 50 anni, a livello ecclesiale ed anche sociale e politico (anche il recente dibattito sui figli delle "coppie" omosessuali, poche centinaia in realtà in Italia, ma per le quali si deve scardinare un intero impianto giuridico millenario). Se non è ideologia...

mic ha detto...

Anonimo 18:36,
non si tratta di "obbedienza su tutto"!

Ricordo le seguenti parole di tralcio:
...
"Quindi obbedienza è permanenza nella non concordanza. Il superiore può dirmi di fare una cosa sbagliata. L'importante è che io non desideri fare la cosa sbagliata e, con un minimo di scaltrezza, mi astenga dal farlo. Tenendo nel novero delle cose sbagliate anche lo scandalo di una guerra aperta. Maglio la preghiera: stare con il Signore permette di scoprire un sacco di strade che altrimenti sembrerebbero non esserci".

Continuare a resistere anche denunciando pregando e testimoniando non è "guerra aperta", che richiedere la dovuta autorità (che noi non abbiamo) insieme ad una efficace opposizione, ma normale azione fedele.

Sacerdos quidam ha detto...

@ Tralcio e ad altri sul tema dell'obbedienza:

ecco cosa dice a questo proposito la dottrina cattolica, riportata nel classico “Dizionario di Teologia Morale” a cura di F. Roberti e P. Palazzini (poi entrambi Cardinali), ed. Studium, Roma 1961, appunto alla voce “obbedienza”:

«Essendo l’autorità dei Superiori limitata, anche il dovere di obbedire ad essi ha dei limiti. È chiaro che non è mai lecito obbedire a un Superiore, che comandi una cosa contraria alle leggi divine o ecclesiastiche; si dovrebbe allora ripetere la parola di San Pietro: “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (Atti 5, 29) ... Si pecca contro l’obbedienza per eccesso, obbedendo in cose contrarie a una legge o a un precetto superiore: in questo caso si ha il servilismo».

Dunque obbedire – direttamente o indirettamente - ad un ordine moralmente peccaminoso non è virtù di obbedienza bensì peccato di servilismo.

E questo riguarda ovviamente anche l'obbedienza al Papa, come ricorda San Tommaso d'Aquino:

“Si deve tuttavia sapere che qualora ci fosse imminente pericolo per la fede, i prelati dovrebbero essere rimproverati dai sudditi anche pubblicamente. Per cui anche Paolo, che era suddito di Pietro, rimproverò pubblicamente Pietro a causa dell’imminente pericolo di scandalo riguardo alla fede; e, come dice il Commento di Agostino (Gal.2), “lo stesso Pietro offrì un esempio ai superiori, affinché se avessero per caso in qualche occasione abbandonato la retta via, non disdegnassero di essere rimproverati dagli inferiori”. (cfr. Summa Theologica”, II-II q. 33, ad IV).
Ed ancora in un suo altro scritto insiste su quanto detto sopra:
“Il rimprovero era giusto ed utile e il suo motivo grave, ossia un pericolo per la preservazione della verità evangelica … Il modo fu appropriato perché pubblico e manifesto … Nella prima Lettera a Timoteo leggiamo: “Chi sbaglia, rimproveralo davanti a tutti”. Questo deve intendersi delle colpe manifeste, e non di quelle occulte”. (Super “Ad Galatas”, c. 2, lect. 3).

mic ha detto...

Le citazioni di Sacerdos quidam sono già note e da noi in più occasioni ricordate.
Ho eliminato il riferimento ad una fonte dalla quale, nella sua evoluzione attuale, non posso che prendere le distanze.

Antonio ha detto...

A noi non rimane che resistere.

In famiglia ho un caso di convivenza more uxorio, di cui una delle parti è una persona divorziata.
Ho dovuto prendere posizione verso di loro, con fermezza e carità ammonirli del loro stato e far loro dolorosamente comprendere che non potevo partecipare a situazioni che fossero una tacita approvazione del loro stato (es. matrimonio civile).
Mi hanno preso per pazzo.

Qualche giorno dopo arriva Amoris Laetitia, e loro che nemmeno sono credenti e praticanti si sono gonfiati il petto a vedere che il buon Francesco li benedice!
Ora che dovrei fare secondo il partito dell'obbedienza ad ogni costo?
Chiedere loro scusa e confessare che per eccessivo amore a Cristo fui troppo zelante o mantenere il punto?
Vedete in che razza di situazione ci ha messo il Papa!?

Qui il vulnus non è tanto verso i parrocchiani divorziati risposati o conviventi che vogliono fare la comunione, che sono in se un numero esiguo.
La questione è tutta sul piano della nostra testimonianza e dei nostri doveri verso il prossimo, verso il nostro dovere di evitare lo scandalo e non approvare mai, nemmeno tacitamente, il male.
Ora il dovere rimane, ma mettendosi addirittura esplicitamente contro il Papa... Che amarezza!

tralcio ha detto...

Il paragone può essere un po' duro, ma può rendere l'idea.
Ho visitato le prime linee della prima guerra mondiale.
E pensavo che il fante italiano, al 99% battezzato e allora pure spesso praticante, tirava fucilate verso il fante austroungarico, idem come sopra. Entrambi comandati di farlo.
Se uno passeggia per il sacrario di Redipuglia ha il senso dell'enormità della cosa.
Che cosa avrebbero dovuto fare?
Imboscarsi? Disertare? Fuggire (e altri soldati avrebbero avuto il compito di sparare loro addosso, pur essendo tutti italiani)? Farsi prigionieri? Molti di loro semplicemente stettero là, anche a morire di freddo. Se spararono fu per un ordine ricevuto e non certo godendo di farlo e uccidere. Sicuramente ad ogni fucilata lesero più o meno direttamente il quinto comandamento. Non l'avessero fatto, i loro nemici, comandati tali, avrebbero più facilmente avuto la meglio su di loro e i loro commilitoni.
Non c'è molto da assolvere o da condannare. Bisognava stare, per molti senza capire, per qualcuno detestando fortemente quella situazione e chi ce li aveva messi dentro, eppure evitando di uscirvi senza obbedire. Diedero testimonianza della loro fede, almeno quelli che lo fecero avendo la fede in Cristo? Penso proprio di sì.
Io non mi sento affatto un soldato col moschetto, ma di Cristo sì.
Mi ripeto: se il Signore ha permesso che la Chiesa vivesse questo momento, addirittura che i suoi vertici denotino simpatie assai sospette, comunque -a livello di pecora, o di mulo- cioè non nella veste di chi decide le strategie, ci è chiesto il dovere di stare lì.
Mi consola che fece altrettanto la Madre davanti alla crocifissione.
Senza svenire, senza maledire, senza andarsene. Era il momento della semplice presenza.
Lo so che sembra "poco", brutto o poco glorioso, persin poco "resistente".
Eppure, mi pare di sentirlo, "arrivano i nostri"...
Arrivano dal Cielo e non sono bombe ne' sciocche, ne' intelligenti.
Cose che chi pensa di giocarsela tutta a terra (e sottoterra) si troverà ad essere assai più spiazzato che da qualche movimento di opinione. Diciamo che mi fido di Dio.
Gli uomini hanno già fatto fin troppi sbagli per avere credibilità, persino denunciando il male. Ma con questo non voglio biasimare chi pensa che sia meglio protestare...
Era solo che la faccenda dell'obbedienza non si risolve solo prendendo una parte.
C'è modo e modo di stare da quella parte, e che Dio ci dia di scegliere quella che vuole Lui.

Anonimo ha detto...


@ Tralcio, lei parla come un disfattista?

"Ad ogni fucilata lesero piu' o meno il V comandamento". I cappellani militari in forza al Regio Esercito, presentavano forse la cosa in quel modo ai soldati? Non credo.

"Non mi sento affatto un soldato col moschetto, ma di Cristo si'". E quando bisogna impugnare "il moschetto",la spada per esser degnamente soldati di Cristo, per esempio nel caso delle Crociate? O quando si doveva combattere contro i Turchi o contro la Spagna Rossa dei senzadio anarchici e comunisti, distruttori di chiese e massacratori di sacerdoti e suore? Se lei stabilisce un'antitesi tra le due situazioni allora di fatto va d'accordo con quelli che oggi condannano le Crociate in quanto tali. Il che e' inaccettabile.
Nei Vangeli la vita militare non e' mai condannata in quanto tale. Vedi s. Giovani Battista.
Nostro Signore dice durante la Passione a Pietro di rinfoderare la spada perche' non era quello il momento di usarla. Che cosa avrebbe concluso Pietro, ammazzando una delle guardie che stava venendo a prendere il Signore? Niente e l'avrebbero preso e giustiziato. Le guardie poi non erano colpevoli, eseguivano gli ordini. Tant'e' vero che Cristo riattacco' l'orecchio a uno di loro.
Qui non si tratta tanto di "protestare". C'e' bisogno di qualcosa di ben piu' forte che una semplice "protesta". A. P.

tralcio ha detto...

Gentile A.P.
sicuramente mi sarò spiegato male, ma lei non si è impegnato troppo a capire.
Quando c'è troppo corpo e troppa psiche, la vita spirituale tende ad azzerarsi.
Non sto a fare discorsi sulle crociate. Si parlava di obbedienza.
Forse non si è accorto che il problema non sono gli islamici, ma quel che dicono in Chiesa.
Che è anche la nostra. A meno che lei sia di un altro mondo.
Ma dall'argomentare mi pare saldamente aggrappato a questo...

Anonimo ha detto...

@tralcio

Anche a me il paragone bellico, così come è stato posto, pare poco calzante. Una volta che la guerra è dichiarata, magari pure per ragioni ingiuste, o si uccide il nemico o si è uccisi; e le responsabilità coinvolgono non solo sé stessi, ma i commilitoni e in generale la propria patria, che è a rischio. D'altronde "Non uccidere" non ha mai impedito ad Israele di combattere le popolazioni che lo insidiavano, e nella Bibbia non c'è traccia di condanna di questa attività bellica.

Però, a proposito della guerra, il CCC dice che si _deve_ disubbidire ad azioni come le violenze gratuite o quelle dirette esclusivamente contro i civili, non per motivi giustificabili militarmente, ma p.es. per compiere genocidio. Il CCC è chiaro nel condannare "l'obbedienza cieca" in questo caso e parla di obbligo morale alla resistenza agli ordini dei superiori.

****
2313 Si devono rispettare e trattare con umanità i non-combattenti, i soldati feriti e i prigionieri.

Le azioni manifestamente contrarie al diritto delle genti e ai suoi principi universali, non diversamente dalle disposizioni che le impongono, sono crimini. Non basta un'obbedienza cieca a scusare coloro che vi si sottomettono. Così lo sterminio di un popolo, di una nazione o di una minoranza etnica deve essere condannato come peccato mortale. Si è moralmente in obbligo di far resistenza agli ordini che comandano un « genocidio ».
****

Fabrizio Giudici

mic ha detto...

Tralcio
Ho l'impressione che le crociate siano state tirate in ballo come lettura di impegno concreto in rapporto alle circostanze storiche.
In fondo, dispersi come siamo, è più difficile capire.
L'esempio di Maria sotto la Croce è stupendo e vero per darci la disposizione interiore su cui fondarci. Pensiamo però anche se in un certo momento storico non ci fosse stato un Marco d'Aviano.... E A.P., da quel che scrive di solito, non mi sembra aggrappato a questo mondo.

mic ha detto...

E pensiamo anche alle diverse chiamate di ognuno. Mi viene in mente che Madre Teresa, ha disposto che ognuna delle sue suore sia affidata ad un collaboratore malato o sofferente che offre la sua sofferenza a supporto dell'impegno concreto, 'attivo' e non da poco, nutrito anche da molta preghiera e adorazione, che ogni suora affronta per i più poveri dei poveri... Anche questo aspetto appartiene alla Comunione dei Santi.

mic ha detto...

Pensiamo anche a quanta grazia ed energie spirituali circolino nella Chiesa attraverso gli ordini contemplativi, che fanno suscitare e supportano i diversi carismi...

Olimpio ha detto...

VERGOGNATEVI! Invece di vedere recuperati alla fede, parte di siutauazioni che sapete solo additare difficilissime, non sapete
far altro che puntare il vostro dito accusatore! Che Dio abbia pietà di voi, farisei dei nostri giorni!

Anonimo ha detto...

Gli ebrei portavano la guerra per fondare Israele ed uccidevano goim.
Con la rottura dell'antica alleanza, la nuova alleanza non vede goim, ma creature che, battezzate nel nome della Trinità, divengono figli adottivi di Dio in quanto fratelli in NSG Cristo.
Per quanto riguarda la prima guerra mondiale, non fu un'aggressione di un popolo eretico direttamente contro cattolici, ma l'attuazione di disegni massonici che, per la gloria di satana, hanno prodotto il versamento di sangue cristiano per mano cristiana.
Penso che la riflessione debba concentrarsi sulla figura della Vergine Maria ai piedi della croce.
Del resto è dal 1830 che appare per sorreggerci direttamente, ed anche in questo ci vedrei una relazione.

Anonimo ha detto...


@ A. P. risponde

--Le osservazioni di Tralcio nella sua replica, confesso di non averle capite bene. Ma il mio intervento non mirava a creare polemiche, tant'e' vero che ho preferito glissare sulla I g.m., portando invece l'esempio delle Crociate.(Sulla I g.m. e' arrivata dubito l'immancabile professione di fede sulla sua natura di "complotto massonico", a mio modesto avviso [e non solo mio, credo], interpretazione che lascia il tempo che trova perche' scambia una parte per il tutto e non spiega un bel niente). A me sembrava che l'argomento di Tralcio, magari senza volerlo, stabilisse un dualismo tra l'impugnare la spada e il servire Cristo, dualismo riflettente forse la deleteria mentalita' "pacifista" di oggi, quella appunto della accoglienza indiscriminata a tutti gli invasori e a tutte le culture e mentalita' di questo mondo, anche se ostili a Cristo (e lo sono praticamente tutte).

Da qui l'interrogativo: quando dobbiamo impugnare la spada per difendere la fede, allora entriamo in contraddizione con la fede stessa? Non e' possibile, evidentemente.
Giustamente Mic ha ricordato che accanto ai santi contemplativi ci sono anche quelli dediti all'azione. Essi in genere incitavano i combattenti, come S. Giovanna d'Arco, sempre esposta in prima linea ma soprattutto ad incitare, o come Giovanni da Capestrano che, alla battaglia di Belgrado contro i Turchi (1456), partecipo' attivamente ("Alla testa di circa mille uomini il frate minore avanzo' verso mezzogiorno contro i cannoni di assedio nemici. Dietro premevano le schiere che seguivano, cosi' che anche Hunyadi fu trascinato con esse. I Turchi praticamente non opposero seria resistenza.."). Ci sono o no momenti storici nei quali occorrono frati come questi? Certo, momenti eccezionali. E oggi, non occorrerebbero frati guerrieri come quelli del passato? Anche oggi si combatterebbe per la fede, innanzitutto.
--C'e' poi il problema della giustificazione morale di chi combatte perche' di leva e quindi perche' deve obbedire agli ordini (se non obbedisce, lo fucilano, in tempo di guerra). Anche in base al CCC possiamo dire che non commette peccato usando le armi contro il nemico, a meno che l'ordine non gli chieda di violare la legge di natura e divina. Anche in questo caso, pero', bisogna tener presente che disobbedire all'ordine che appaia ingiusto per questi motivi, richiede sempre una notevole dose di eroismo. Cosa rara.
--Olimpio. Se non e' una provocazione la sua, non si capisce bene la natura dell'accusa. Qui non si punta il dito contro nessuno. Caso mai, se vogliamo usare questa immagine, contro i Pastori che stanno praticando la pastorale spuria del "medico pietoso che lascia la piaga sporca", ingannando le anime e instradandole sulla "via larga", quella che porta all'Inferno. A. P.

Josh ha detto...

Olimpio, si vergogni lei: non è "recuperato alla fede" chi persiste in peccato mortale, e spingerlo ugualmente ai Sacramenti senza ravvedimento nè mutamento del proprio stato è come spedirlo a doppia condanna.

Josh ha detto...

Lugete, o Veneres Cupidinesque....
Aggiungo: "non commettere atti impuri" e "non commettere adulterio" sono i comandamenti validi per tutti, anche per noi tra gli altri,
MA in questo caso violati dai divorziati risposati (Gesù vieta le 2nde nozze) che poi non vogliono nemmeno "vivere come fratello e sorella" ma anzi consumare magna cum laetitia (e anzi quasi non possono vivere come fratello e sorella, dice il neomagistero, hanno da consumare quasi per forza se no ne va della fedeltà coniugale, altro mistero, mentre la fedeltà al Signore è bell'e andata a farsi friggere).

Rispondo dunque con una domanda....Chi è che si può opporre in faccia alla legge di Dio, ribadita da Cristo e Apostoli in ogni modo, e farsene un'altra a suo piacimento? lei Olimpio? o il neomagistero?
Ognuno nella sua vita faccia ciò che vuole, figurarsi, larga è la strada che porta alla perdizione....ma non facciamo dire alla dottrina ciò che mai ha insegnato....
Si sono messi al posto di Dio stesso? E quando pensano di averla vinta?
buona questa....

Josh ha detto...

Segnatamente, sull'olimpico "farisei dei nostri giorni", urge visionare chi erano i farisei:
cioè quelli che adulteravano la Legge e le S. Scritture con visioni e desideri personali, quelli che avevano sostituito alla dottrina come è una perenne circumlocuzione propria, che alla fine voleva dire tutto l'opposto, non erano farisei certo quelli obbedienti alla dottrina; un esempio lampante:

_in Vangelo S. Matteo 15,9 e
_in Vangelo S. Marco 7,7
Gesù Cristo stesso ne traccia un identikit perfetto, citando peraltro Isaia

"Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini."

Ovvero, caro Olimpio, farisei di ieri e di oggi non sono gli osservanti la dottrina, o chi la ricorda e la mette in pratica,
ma chi ne inventa un'altra a proprio comodo, farisei sono i falsificatori della dottrina.

Va da sè che tutti si sbaglia, chi una cosa chi in un'altra, e infatti "la pazienza del Signore è in vista del nostro ravvedimento" ...MA non affinchè persistiamo a compiere peccati mortali. (cfr. 2 S. Pietro cap. 3)

mic ha detto...

Grazie Josh!

Anonimo ha detto...

Alla Vergine Maria e' toccato diventare anche Madre nostra , crocefissori del Figlio . A tutti i credenti in Cristo e' chiesto espressamente di pregare per i crocefissori del proprio tempo :

AVE MARIA ALL'ADDOLORATA
Ave Maria, piena di dolori,
Gesù Crocifisso è con Te.
Tu sei degna di compassione fra tutte le donne
e degno di compassione è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Gesù Crocifisso,
ottieni a noi, crocifissori del Figlio tuo,
lacrime di sincero pentimento,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Anonimo ha detto...


Qualcuno prega perche' il Signore si degni di far apparire santi difensori della fede,
capaci di battersi pubblicamente contro gli errori che stanno devastando la Vigna? A. P.

mic ha detto...

È giustissimo A.P. La fede non può essere solo un atto privato. È a questo che ci hanno portati, ma non è così che funziona.
Oltre che essere un atto e insieme un sentire personale e comunitario, la Fede non può non avere la sua valenza pubblica, anche in campo civile. Altrimenti che senso ha il termine martirio=testimonianza, prettamente evangelico, cioè recante la buona notizia della salvezza?
Ci siamo persi il significato profondo: eu-aggelon=la buona notizia della vittoria che l'araldo proclamava per le vie e le piazze della città.
E invece le nostre rischiano di diventare fiaccole sempre più nascoste...
Preghiamo il Signore che non lo permetta e non smettiamo di pregare e confidare in Lui e nella Sua e nostra Madre.