Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 11 dicembre 2017

Attenti al fascismo (immaginario)

Il nostro impegno di credenti non ci fa dimenticare che siamo anche cittadini e, come tali, interessati all'agone politico dove s'intrecciando forze e tendenze che veicolano anche nel nostro vivere sociale elementi di degrado, inganni e manipolazioni. Oggi mi ha colpito la lettura di due articoli (il titolo del primo, di Giuliano Guzzo, ben si attaglia anche al secondo, del pensatore sloveno Slavoj Zizek notoriamente fuori dagli schemi ma assolutamente non di destra), da condividere perché esprimono visuali realiste e condivisibili, che si completano a vicenda. Denominatore comune: "Contestare da destra la paranoia antifascista non è mai semplice: si viene accusati di essere di parte nonché ottenebrati dall'ideologia". 

Attenti al fascismo (immaginario)
Giuliano GuzzoFonte

Scusatemi davvero, amici, ma dovete aggiornarmi perché mi son perso qualcosa. Per forza. Non saprei spiegarmi, se no, perché da giorni, in Italia, i grandimedia – Repubblica in testa – lanciano continui allarmi contro l’«Onda Nera», quest’entità sbucata dal nulla e materializzatasi, se ho capito bene, in energumeni destroidi talmente minacciosi da costituire un pericolo pubblico. Curioso, davvero curioso. I manifestanti di Forza Nuova contro il gruppo editoriale L’Espresso, se ho capito bene, non hanno spedito nessuno all’ospedale, come invece son usi fare cortei cosiddetti antagonisti coi poliziotti: eppure i secondi sono «compagni che sbagliano», i primi una minaccia per la democrazia.

Gli skinhead che, a Como, hanno assai maleducatamente ma comunque pacificamente interrotto, peraltro solo per pochi minuti, la seduta di una riunione di un’associazione impegnata coi migranti, sempre se ho capito bene, non hanno mandato nessuno al Pronto Soccorso, come invece due violenti hanno fatto ai danni delle Sentinelle in Piedi in quel di Rovereto, beccandosi pure una condanna (notizia del 31.3.2017, riportata solo dal quotidiano nazionale La Verità): eppure, anche qui, i secondi sono «un caso isolato», i primi un attentato alla convivenza civile. No, non sto difendendo né Forza Nuova né sto solidarizzando con gli skinhead.

Sto facendo una cosa molto più banale: mi sto chiedendo se abbia senso farsi prendere per il naso da chi, oggi, strepita contro il fascismo immaginario. Del resto, negli Anni Settanta – quando l’«Onda Nera» era infinitamente più ampia e reale degli schizzi odierni – era un certo Pier Paolo Pasolini a chiedere all’amico Moravia se l’antifascismo tracimante nelle piazze non fosse, in fin dei conti, che un’arma di distrazione di massa. Ergo, non sto dicendo nulla di nuovo. Anche se di nuovo, rispetto ad allora, c’è che quanti oggi scrivono – come fa sempre Repubblica oggi – che 1 italiano su 2 teme i fascisti, son gli stessi che quando si tratta di immigrati denunciano chi cavalca le paure.

Se ne ricava che il problema, evidentemente, non è agitare le paure, dato che su alcune – così pare – speculare va invece bene. Il che è un paradosso che il quotidiano più progressista d’Italia farebbe bene a considerare con attenzione, unitamente al fatto che qualcuno con la memoria meno corta di altri potrebbe pur sempre segnalare come, quel giornale, sia stato fondato e diretto da decenni da un signore i cui esordi giornalistici sono stati sull’organo ufficiale del GUF, il Gruppo Universitario Fascista. Oppure potrebbe segnalare come lo stesso giornale sia proprietario di un gruppo che possiede pure La Stampa, trovata più littoria che pluralista. Attenti, insomma, che chi di antifascismo ferisce, alla lunga, di antifascismo perisce.
* * *

L'Antifascismo 'nuovo oppio dei popoli' secondo Slavoj Zizek
Riccardo Torrescura per ''La Verità''

Contestare da destra la paranoia antifascista non è mai semplice: si viene accusati di essere di parte nonché ottenebrati dall'ideologia. Ecco perché vale la pena di citare ciò che ha scritto sul tema un comunista d' acciaio. L' uomo di cui stiamo parlando è il filosofo sloveno Slavoj Zizek, la cui ultima pubblicazione italiana consiste in un corposo saggio sull'attualità di Lenin.
Siamo di fronte a un insospettabile, dunque. A un pensatore che, per quanto fuori dagli schemi, si colloca con decisione sull' altra sponda del fiume rispetto al fascismo.

Ebbene, Zizek ha appena pubblicato sul quotidiano britannico The Independent un articolo bollente sul movimento antifascista. «Un nuovo spettro sta perseguitando la politica progressista in Europa e negli Stati Uniti, lo spettro del fascismo», scrive.
«Trump negli Stati Uniti, Le Pen in Francia, Orban in Ungheria: sono tutti demonizzati come il nuovo male contro cui dovremmo unire tutte le nostre forze. Ogni minimo dubbio e riserva è immediatamente giudicato un segno di collaborazione segreta con il fascismo». L' analisi è più che corretta e si può tranquillamente allargare alla situazione del nostro Paese.

A leggere i quotidiani degli ultimi giorni, infatti, sembra che il «pericolo fascista» sia più grave che mai. Un po' ovunque spuntano movimenti para nazisti e fanatici del totalitarismo, contro cui i movimenti progressisti - Partito democratico in primis - invitano a combattere. Chiunque si rifiuti di scendere in campo viene immediatamente etichettato come «traditore dell' Italia» (la definizione è del direttore di Repubblica, Mario Calabresi.

Motivo per cui politici di vario ordine e grado stanno facendo professione di fede democratica, dichiarandosi pubblicamente «antifascisti», onde non venire sospettati di intelligenza col nemico. Un esempio lampante è il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che ieri ci ha tenuto a ribadire «la forte natura antifascista del Movimento 5 stelle». Ecco, secondo Slavoj Zizek, forme simili di antifascismo sono il nuovo «oppio dei popoli».

«L' immagine demonizzata di una minaccia fascista», spiega il filosofo, «serve chiaramente come nuovo feticcio politico, feticcio nel semplice senso freudiano di un' immagine affascinante la cui funzione è di offuscare il vero antagonismo». A parere di Zizek, la «figura del fascista» serve ai liberal per «nascondere le situazioni di stallo alla base della nostra crisi». In sostanza, dice il pensatore sloveno, lo spauracchio del fascismo di ritorno è utilizzato per compattare il fronte progressista. «In Francia ogni scetticismo di sinistra su Macron fu immediatamente denunciato come sostegno alla Le Pen».
In questo modo, i democratici riescono a tamponare le falle interne e a non avere i proverbiali «nemici a sinistra».

«Quando ho richiamato l' attenzione su come parti della destra identitaria stavano affrontando i problemi della classe lavoratrice trascurati dalla sinistra liberal», spiega Zizek, «sono stato, come previsto, immediatamente accusato di invocare una coalizione tra sinistra radicale e destra fascista».
Sta avvenendo una cosa simile anche in Italia. Il Pd perde i pezzi, e non trova altro modo per recuperare consensi che evocare le minacciose forze della reazione in agguato. In questo modo, ottiene un duplice risultato: può invocare la repressione contro gli avversari politici e, allo stesso tempo, richiamare all' ordine i potenziali elettori delusi.

«La triste prospettiva che ci attende», chiosa Zizek, «è quella di un futuro in cui, ogni quattro anni, saremo gettati nel panico, spaventati da una qualche forma di "pericolo neofascista", e in questo modo ricattati, affinché esprimiamo il nostro voto per il candidato "civilizzato" in elezioni prive di significato. [...] Nel frattempo, potremo dormire nell'abbraccio sicuro del capitalismo globale dal volto umano. L' oscenità della situazione è da mozzare il fiato: il capitalismo globale ora si presenta come l' ultima protezione contro il fascismo, e se cerchi di farlo notare sei accusato di complicità con il fascismo. Il panico antifascista di oggi non porta speranza, uccide la speranza».
A dire tutto questo è un acerrimo avversario dei movimenti populisti e identitari.

Un avversario che ha il pregio di essere, oltre che lucido, anche onesto. Zizek, infatti, sostiene che la sinistra dovrebbe misurarsi sullo stesso terreno battuto dalla «destra alternativa», recuperando consensi attraverso un confronto davvero democratico. Secondo lui, la sinistra può battere i populisti solo tagliando i ponti con le assurdità politicamente corrette e ricominciando a occuparsi davvero dei lavoratori, dei problemi causati dalla globalizzazione e dal capitalismo finanziario senza regole. Nella sua prospettiva, la caccia al fascista è solo una scorciatoia vigliacca per evitare di affrontare la realtà.

Il fatto è che ha ragione. Il Pd, Repubblica e compagni vari possono fare tutte le campagne «antifasciste» che vogliono. Ma prima o poi dovranno spiegare ai loro lettori/ elettori come si risolve il caos dell' immigrazione, come si fa a uscire sul serio dalla crisi economica, come si combatte la minaccia dell' islam radicale, come si fronteggia l' aumento spaventoso della disoccupazione e della precarietà. Tutte questioni per cui, oggi, i progressisti non hanno soluzioni (e, quando le hanno, non sono efficaci). Il «ritorno del fascismo» potrà distrarre i cittadini per qualche settimana, ma poi i nodi arriveranno al pettine.

Verrà il giorno in cui i cari compagni non potranno più dare la colpa dei loro fallimenti al Duce. E, per loro, saranno guai seri.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

1. Interruzioni di manifestazioni: se le subiscono quelli di sinistra (raro), si tratta di aggressioni fasciste; se le subiscono quelli di destra o cattolici sono semplici contestazioni;
2. Sacrifici economici: se li chiede il centrodestra è per difendere i privilegi; se li chiede il centrosinistra è per attaccare i privilegi.
3. Elezioni e consenso: se le vince la destra e demagogia e populismo, se le vince la sinistra è democrazia e consenso popolare”

mic ha detto...

Giorgia Meloni cita Pasolini
“Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda”.
(Pierpaolo Pasolini ad Alberto Moravia, 1973).

Anonimo ha detto...

Ben fatto, Mic!
In campo religioso ci si batte fino in fondo per la Gloria del Signore; in campo politico per la patria e per il bene comune.

Anonimo ha detto...

Qualcosa che non torna c'è se a Torino i ‘fascisti’ portano le coperte ai senzatetto italiani, mentre Comune, Diocesi, Regione e Banca San Paolo regalano case agli spacciatori (e complici di stupratori) africani delle palazzine olimpiche.

Anonimo ha detto...

“Piano per criminalizzare la destra”. Marcello Veneziani su ritorno del fascismo, censura, opportunismo politico e Forza Nuova nell'intervista al Giornale

http://www.marcelloveneziani.com/lo-scrittore/veneziani-piano-criminalizzare-la-destra/

Anonimo ha detto...

Si sente gridare alto l’allarme: «Sono tornati i fascisti!».

Gridare al ritorno del fascismo per quattro militanti di Forza Nuova che manifestano sotto la sede di Repubblica sarebbe come stigmatizzare il ritorno dell’anarco-comunismo per la bomba messa davanti alla caserma dei carabinieri di San Giovanni a Roma. Una fake news surrettizia per agitare un fantasma politico e criminalizzare una precisa area politica.

Quindi il blitz del gruppetto di neofascisti con bandiere e fumogeni sotto la redazione di Repubblica è una pagliacciata?

Non è una pagliacciata ma neanche un pericolo. È una manifestazione improvvida e sbagliata nella quale però non vedo una paura fascista. Ed è proprio la marginalità di questi episodi che fa capire quanto siano irrilevanti. Semmai, offrono a Repubblica l’occasione di allestire una grande campagna giornalistica, e al sindaco Raggi quella di provare a recuperare un filo di visibilità sui media dopo i disastri che sta facendo a livello amministrativo a Roma.

Tu vedi anche un fine elettorale, da parte della Sinistra, nel strumentalizzare tali episodi?

Vedo due fini. Uno elettorale, che guarda all’imminente scadenza politica: si grida al pericolo fascista per cercare di portare a casa qualche voto in più. E uno politico-culturale: si mette in guardia dal neofascismo per alimentare la censura che da un po’ di tempo vedo crescere sui social.

Che tipo di censura?

Ad esempio nei confronti di testi ritenuti non adatti o non omogenei al politicamente corretto. Faccio un caso personale. Io cinque-sei giorni fa sul Tempo ho scritto un articolo proprio sulla rinascita del pericolo non fascista ma farsista, come lo chiamo. Bene, l’ho postato su Facebook ma è stato rimosso perché il contenuto è stato ritenuto non adatto al pubblico».

irina ha detto...

Personalmente credo che, solo degli sciocchi, in periodo vicino alle elezioni, si mettono in evidenza con la manifestazione sotto il giornale Repubblica, che a nulla avrebbe giovato se non ad aprire la grancassa antifascista. Come è puntualmente accaduto. E' la commedia sinistra; come il ritrovamento, proprio questi giorni, del biglietto, nel cassetto della scrivania di Giovanni Falcone, che indicava Berlusconi come capo mafia. Sono atti, a mio personale parere, della commedia, se non fosse una tragedia,de sinistra prima delle elezioni, canovaccio provato e riprovato, di sicuro successo, come 'bella ciao'. Bravi, anche se ripetenti.

Luisa ha detto...

Intervista dell`autore del libro sul papa dittatore:

https://cronicasdepapafrancisco.com/2017/12/09/per-il-suo-superiore-bergoglio-non-era-adatto-a-fare-il-vescovo/

Che il carattere di Berogoglio, il suo profilo psicologico, fosse quello descritto dall`autore del libro non era un segreto per gli Argentini e per chi lo ha portato al potere, fra coloro che lo conoscevano poco o per niente, e che si sono lasciati convincere dalle manovre dietro le quinte, immagino che non siano pochi ad essersi pentiti di aver messo quel nome nell`urna.

Anonimo ha detto...

Analisi corrette. Se poi vogliamo lasciar perdere le analisi e andare dritti al punto sinteticamente...

https://www.youtube.com/watch?v=-aLesKMv9Xk

Alfonso ha detto...

Della lotta cosiddetta "antifascista" ne sono stato protagonista in gioventù, negli anni settanta, e non nelle regioni rosse, dove era, ed è tuttora facile e gratificante fare l'antifascista, titolo valido per fare carriera in politica o nella professione.
Quindi, posso dire in tutta sincerità che oggigiorno l'uso dell'"antifascismo" in politica è una vergognosa assurdità storica! In un'Italia in dissolvenza, è pazzesco riproporre una contrapposizione fra fascisti e antifascisti! Oggi, o si è patrioti o si e' traditori della patria. E traditori, specifichiamolo subito, sono i cattocomunisti e i massoni, questo è certo! Rilevo che le grida isteriche delle prefiche sinistrorse sono sempre identiche: allarme, la costituzione partigiana è in pericolo! Ma di quale pericolo fascista si va cianciando? Comunque, a chi avesse qualche dubbio, rammento che la battaglia "anti-regime" fascista, è un classico della sinistra. "È stata una strada politicamente fallimentare. Se verrà imboccata di nuovo (e ce ne sono i segnali) farà ancora male alla sinistra. E anche alla democrazia italiana". Il paradosso è che si tenta di avviare una mobilitazione "antifascista" pre-elettorale in un Paese che al contrario è succube da anni di un intollerabile regime cattocomunista.

Aloisius ha detto...

Ma credo che tutto cio' sia un evidente segno di debolezza, come ben detto da Maria e nell'articolo
Pasolini, da vero intellettuale libero da stereotipi, aveva capito circa 40 anni fa questa incapacità della sinistra imborghesita non comprendete che il vero nemico della sinistra era quel consumismo capitalista che dicevano di combattere, ma in cui sguazzavano, riempendosi la bocca con la lotta partigiana antifascista.

Evidentemente i sondaggi preelettorali danno il centrosinistra perdente e sparano le loro ultime cartucce.

Ma denota anche una forte crisi di identità della sinistra, basta vedere che sono diventati tutti sfegatati "papa boys" da curva sud.
Quindi, in effetti, cercano di recuperare terreno su temi progressisti che fanno audience.

Anche le leggi sulle unioni civili, la stepchild adoption e ius "sola" lo confermano
Oltre a distrarre dai veri urgentissimi problemi, si prestano benissimo a "successi di sinistra" del governo uscente, da sbandierare in campagna elettorale.

Ma sono bandiere di una sinistra ibrida, non piu' rossa - anche se i rossi, aime', non mancano - ma rosa a pois, stile Renzi & C.

Forse il gender, dalla sinistra tanto propagandato, potrà esserle d'aiuto a scoprire la sua vera identità di genere ...:))

Anonimo ha detto...

Il partito di Alfano (e sì, perché esiste anche il partito di Alfano, i cui deputati sono tutti stati voluti dal popolo italiano con sicuro e chiaro consenso di voti) si è spaccato.
due o tre con il Centro-Destra, due o tre con il PD.
Lupi, sorriso più smagliante che mai, ha detto che va con Berlusconi dopo aver legittimamente governato con il PD.
Alfano... va con il PD per coerenza.
Non ho capito con chi va la beneamata ministra della Salute, quella dei vaccini totalitari, della quale mai ci dimenticheremo (non si illuda).
Ecco, credo che si possa affermare che in questo quadro di pupi, pupazzi e pupazze, si possa ritrovare in miniatura tutto il patetico consumarsi della democrazia italiana e il fallimento dei cosiddetti "cattolici moderati", la cui moderazione consiste nell'arte divinatoria di capire chi sarà il vincente alle prossime elezioni.
Come ha detto Lupi, hanno legittimamente governato con il PD (abbiamo visto con quali risultati) e ora legittimamente vogliono andare con Berlusconi. E ha ragione: tanto... è praticamente la stessa cosa, visto anche che l'Italia non ha più sovranità.
Tanto, tutto quello che di malefico sarà imposto dai signori di questo mondo, questi pupazzi lo voteranno comunque e dovunque. Esattamente come i pupazzi dei 5stelle, creati appositamente per imbrigliare gli italiani ribelli ma non intelligenti. anzi, con lo scopo di peggiorare la dissoluzione in corso.
Tanto, gli italiani, nulla li smuove (nemmeno l'amore per i propri figli). Hanno accettato il suicidio dell'estinzione progressiva. E questi pupazzi lo sanno bene...
Il frutto maturo di 70 anni di rivoluzione antropologica repubblicana.
E anche di rivoluzione religiosa e spirituale: sì, perché le due cose sono assolutamente connesse e intrecciate, come i vescovi ogni giorno ci fanno chiaramente intendere.
Il pensiero va alle persone del nostro mondo - o zone limitrofe - che per anni hanno corteggiato - e alcuni ancora corteggiano... il richiamo del mondo è sempre irresistibile - questi individui...Che immensa repulsione.
(Massimo Viglione)

Anonimo ha detto...

Lupi, sorriso più smagliante che mai, ha detto che va con Berlusconi dopo aver legittimamente governato con il PD.

Tanto cambia poco, perché Berlusconi andrà con il PD, vinte le elezioni. I pupari europei, infatti, fino a poco tempo fa di Berlusconi si vergognavano, ora invece l'hanno "sdoganato". D'altronde il poveraccio è nelle loro mani, sia per quanto riguarda le sue personali vicende finanziarie, sia per proteggere l'azienda di famiglia da scalate ostili.

lister ha detto...

"I pupari europei, infatti, fino a poco tempo fa di Berlusconi si vergognavano, ora invece l'hanno "sdoganato""

Si è "sdoganato", o meglio ha capito come "sdoganarsi"
Tempo fa, si vantava del fatto che nel suo partito non ci fossero omosessuali: adesso la sua "compagna" è iscritta all'Arcigay, insieme al suo manutengolo Feltri.
Si è recato in Israele e, in atto di lecchinaggio con tanto di frittatina in testa, ha affermato a Miciomiau che il suo sogno è "Israele nella UE"...
Ha ribadito che il suo partito non è di destra e che vuole una "rivoluzione liberale (alla Pannella?)
Risolto!